I Diritti umani in Darfur

Ed è
Cominciamo
Puntuali questo incontro di oggi in modo che ci sia poi più spazio per il dibattito per terminare i nostri lavori a un'ora ancora decente
Il mio compito oggi è molto semplice molto piacevole io devo soltanto porgere a tutti i partecipanti a questo incontro i più cordiali saluti
Da parte dell'ISPI e del nostro Presidente l'ambasciatore Biancheri e un saluto particolare ovviamente ai nostri relatori che ci interpellano oggi su questo tema dei diritti umani in Darfur
L'evento di oggi ieri entra in una serie di iniziative
Anche Lispi sta sviluppando e che rientrano sotto il nome di Sativa ed è meglio chilo parte con il patrocinio dell'ufficio dell'Alto Commissario dell'ONU per i diritti umani e con il sostegno finanziario della Compagnia di San Paolo
Questa insieme di iniziative prevede sia delle pubblicazioni delle ricerche che vengono poi disposizione disponibili sul sito dell'ISPI e sia poi una serie di incontri di dibattiti
L'incontro di oggi si colloca proprio in questa serie che sta sviluppando quella certo continuità al nostro Istituto sulla tematiche diritti umani e diversità culturali
In particolare proprio nell'ambito delle iniziative svolte dall'ISPI voglio ricordare
Da tre conferenze internazionali che si sono già sviluppate su questo argomento più una serie di dibattiti specifici piccoli seminari come quello di oggi
E conferenze internazionali la prima è stata organizzata a Milano nel due mila quattro
Aveva per tema Human Rights and régime de qua c'è perdeva idem
Che visto la partecipazione dell'alto commissario ONU per i diritti umani Wisam Bureau ed allora segretario generale dell'Upter del recupero oltre che del Ministro degli affari esteri
Se è stata poi una seconda Conferenza sui diritti umani e cittadinanza in un modo molti culturale che state tenute per Torino del due mila cinque presso l'Università di partecipato anche il professor replica
E l'ultima conferenza
Se ha avuto lo scorso anno su diritti umani e cittadinanza le sfide dell'immigrazione
Accanto a queste conferenze internazionali appunto come dicevo ci sono poi sviluppati alcuni seminari specifici generalmente su temi di attualità che anche queste punto tre hanno sempre per oggetto tematiche relativi diritti umani
Ricordo che quest'anno li spine sviluppate sei tre sono state organizzate a Milano e hanno avuto per tema la giustizia penale internazionale i conflitti africani
La seconda i diritti umani dei Balcani la terza Islam i diritti una laicità possibile
Altre tre sono introitate programmati a Torino di cui una
è stata effettuata il ventitré aprile scorso aveva per tema i diritti umani in Cina anche questa con la presenza del professor due pezzi
Una seconda è quella di oggi sul Darfur è un terzo appuntamento
Verrà organizzato poi nell'autunno e aveva per tema del rapporto fra universalità dei diritti umani e identità religiosa
L'incontro di oggi come voi sapete vuole approfondire la tematica del la situazione dal Darfur a un anno di distanza dagli accordi dia buia accordi che
Chi di voi li conosce sa che avevano suscitato tante speranze e che oggi invece destano un po'di delusione
Il Darfur come tutti quanti sapete è una regione in cui la protezione diritti umani è molto difficile
Vi sono controversi continue sia sul piano del diritto internazionale si sul piano storico politico ovviamente che su quello umanitario
Per quello credo che si sempre di coralmente lieto che stasera c'è una presenza di esperti di discipline più diversificate
Che possono punto con la loro diverse competenze esaminare il problema da diversi punti di vista
Prima di dare inizio i lavori voglio ancora ringraziare lo chiede di stato di Torino per l'ospitalità decida per questi nostri seminari
E la Compagnia di San Paolo che come sembrava sostiene finanziariamente l'iniziativa
Cedo ora la parola alla dottoressa Sforza per la stampa che monitorare l'intera incontro di questa sera grazie
Audire
Sente vera
Allora grazie tanto a voi di essere venuti qui siamo qui per parlare di Darfur ma anche di diritti umani
Io sono una giornalista per cui in qualche modo un gradino assolutamente sotto gli esperti che sono seduti a accanto a me a questo tavolo
E
E però ecco forze è utile magari partire brevemente ed ancora quello che significa oggi occuparsi di diritti umani e occuparsene nei media
Non so voi ricorderete probabilmente un sondaggio televisivo effettuato su alcuni parlamentari alla domanda che cos'è il terzo furono uscì una risposta sorprendente tipo un'isola di vacanze una marca di cioccolato ora non ricordo neanche lo specifico
E però la cosa grave che non è tanto diciamo la parlamentare in questione che scivolano
Su questo diciamo tragico errore ma in qualche modo mi sembra rappresentativa non tanto del suo elettorato specifico quanto di una grossa fetta di paese cioè non mi sembra un errore di una persona mi sembrò
Un errore un po'collettivo via
Allora che facciamo i giornali e che quindi siamo
Diciamo tutti i giorni nello specifico io sono responsabile del settore esteri di un giornale
Grande come la stampa e stiamo tradizionalmente dedicato agli esteri tutti i giorni
O il problema del mondo davanti a me e di selezionare che cosa dare ai lettori che cosa raccontare quale parte
Quale parte restituire
E chiaramente si fatica a a dare conto di tutto ma spesso anche
Come dire Manni manca il cosiddetto feedback con i lettori per cui delle volte non sappiamo se
Se l'Africa interessa più dell'Asia se il Caucaso interessa più
Della Cina
E quindi è importante secondo me come dire ogni tanto vedersi anche in occasioni fuori da quelle che sono le redazioni le aule universitarie per capire no a a che punto è la recezione di alcuni argomenti
In contesti di società civile che sono quelli a mio avviso in questa fase anche proprio in questa fase del Paese quelli più ricettivi e quelli più attenti a
Alle tematiche tematiche che sono diciamo di nicchia
Allora
Il Darfur appunto non è un'isola di vacanze non è una marca di cioccolato è veramente una tragedia in corso i nostri relatori ci racconteranno meglio nel dettaglio quello che significa
Io quello che voglio brevemente dire è
Cosa noi sappiamo e cosa non voi dobbiamo imparare
Dall'Africa allora queste appunto vi racconto cinicamente che cosa avviene delle volte riunioni di redazione quando si dice
Basso oggi sono morti in Darfur
Cinque mila persone
Cioè il cinismo è tale per cui dice Obama Bettolo cinque mila del Darfur sono come fondo tre americani
Allora
Abbiamo questo abbiamo vi ripeto questo come dire è un cinismo magari estremo dato dal fatto che poi a lavorare
Nei giornali si diventa un po'come medici legali che non si mettono più paura di niente però è una cosa che ci dà la misura di quanto noi abbiamo un problema di orizzonti di unità di misure
L'Africa è lontana l'Africa è grande gli africani sono spesso una massa indistinta
La si conosce così magari perché veramente ci si va in vacanza o si vede delle volte qualche documentario o ma è difficile riuscire a capire quanto quanto
Quanto noi nell'Africa abbiamo invece da dirci
Io sono convinta volendo tentare di
Fare un discorso non a brevissimo termine ma un pochino se lanciandosi al di là di quello che l'immediato io sono convinta che l'Africa sia
Un potenziale sia di risorse positive sia di male di grandi di grandi veramente di grandi tragedie
Che ci ritornerà addosso che tutto quello che oggi noi spediamo in Africa che tutto quello che noi oggi respingiamo dell'Africa veramente ci tornerà tutto addosso con una forza moltiplicata
Per cui viaggi delle scorie i rifiuti le armi la violenza che viene fatta su quelle che sono le risorse locali
La la mania di andare lì
Per
Imporre un'ottica che non è mai un così un partire dal basso ma è sempre una cosa un pochino impositiva io credo che questa la pagheremo
Allora per questo credo che sia importante nel nostro piccolo ovviamente
Nessuno di noi vi è un missionario almeno non il mio e quindi e io credo che nel nostro piccolo quello che già stiamo facendo oggi ha una sua direi valenza politica cioè ascoltare informarci capire e in qualche modo fuori di cui
Contenere in mente quello che ascolteremo quindi Giacco sono qui con voi veramente anche oggi per imparare perché
Poi ognuno ha i suoi settori di
Così di di pertinenza per cui
Io stessa o dei vuoti sull'Africa lo riconosco e me ne Medole Rocco
E mi è rimasta impressa e ve la ricordo se qualcuno l'ha vista così diciamo un'immagine su cui cominciare questo nostro dibattito
Non so se avete visto l'ultimo re di Scozia questo film molto bello con Forest Whitaker che ha fatto veramente un'interpretazione eccezionale e c'è un certo momento
Questo questo scambio di battute molto intenso tra luglio l'africano e il giovane ragazzetto scozzese che era andato lì così con quest'aria un po'da avventurieri erano
Loro arrivano un punto di conflitto anche molto dolorosa praticamente
Questo ragazzetto stava praticamente rischiando di morire e Forest Whitaker gli dice e se è venuto cui
Pensando che fossimo tutti dei selvaggi con l'anello al naso per vedere l'Africa come era invece l'Africa è una cosa vera e la tua morte adesso sarà la cosa più vera che tu hai imparato dell'Africa
Allora è una frase che mi ha colpito perché mi ha fatto capire quanto più delle volte appunto vediamo le cose in modo letterario ci sfugge
Che poi ci sono davvero persone che tutti i giorni scontano un un un male che in una Società diciamo come siamo anche abituati
A vedere noi a rappresentarci non è proporzionato
Quindi così ma visionaria manzoniana mente siccome la vita non può essere
è un privilegio per pochi è una sofferenza per troppi
Direi che cominciamo questo nostro breve viaggio nel Darfur e saluto di nuovo ringrazio e presento i nostri relatori
Nell'ordine di intervento il professore Edoardo Greppi chi insegna diritto internazionale all'Università di Torino il professor Calchi Novati che insegna Storia dell'Africa l'Università degli Studi di Pavia
Il dottor Roberto Pedersen re che responsabile Sudan per l'organizzazione non governativa della cooperazione internazionale
Allora buon ascolto tutti
Ah scusate ricordo brevemente che il collega Massimo Alberizzi del Corriere della Sera Luisi uno che insomma conosce l'Africa sul campo purtroppo
Doveva essere presente non ha potuto raggiungersi perché dovuto prolungare la sua permanenza in Africa per spostarsi dal Sudan in Somalia e quindi insomma ci penserà molto ma non è qui con noi
Prego allora sacri
Grazie dottoressa Sforza
Ringrazio li spieghi particolare amico dottor Giovanni ragiono Fossati per avere rifiuti invitato
E faccio anche una promessa cioè sono stato anche un po'presentato con il rischio di apparire un prezzemolo c'ero già a questo tavolo qualche giorno fa sul
Sui diritti umani in Cina
Mi corre l'obbligo di precisare che sono qui essenzialmente a fare il tappabuchi perché era prevista la presenza di ben più autorevole collega Alagna amicale professoressa Paola Gaeta dell'Università di Firenze non avendo potuto lei ecco forse cercherò di supplire lei avrei voluto dire senz'altro le cose più interessanti ve ne chiedo scusa limiterò il mio intervento a qualche breve cenno su alcuni
Aspetti
Che hanno un rilievo particolare nella prospettiva del diritto internazionale per quanto riguarda il Darfur
Diritto tra se male come credo molti dei presenti sappiano
L'ordinamento giuridico che
Incontra un gravissimo limite nella sua
Azione nella sua efficacia il limite è costituito dalla sovranità degli Stati
Gli Stati rivendicano questo tradizionale principio da molti secoli almeno dagli albori dell'età moderna gli Stati proteggono l'anno la loro cosiddetta domestiche giuristi proteggono la sfera del loro dominio riservato
E rifiutano quindi qualunque tipo di ingerenza in questa sera
Il Sudan non fa eccezione però i casi come quello del Sudan hanno portato di recente alcuni decenni la comunità internazionale in particolare le Nazioni Unite a rivendicare invece un diritto a interferire nelle vicende interne di uno Stato quando io dice che vicende che lo Stato asserisce essere
Rientranti nel pieno della sua competenza in realtà portano a massicce violazioni dei diritti umani ecco sotto questo profilo il Darfur si presenta evidentemente paradigmatico cioè lo Stato rivendica
Il proprio dominio riservato
Rifiuta l'ingerenza della comunità internazionale in particolare delle Nazioni Unite la comunità internazionale in particolare le Nazioni Unite rispondono invece rivendicando a loro volta al proprio diritto
Di esprimersi e di prendere alcuni provvedimenti laddove la lo Stato l'atteggiamento dello Stato
Porti a gravi massicce violazioni dei diritti umani ecco questo in concreto chiedo scusate la pedanteria del giurista che mette prima subito le pedine sulla scacchiera e poi prove prova muoverle
Ma era necessario credo a titolo di premessa ecco tutto questo che cosa che che tipo di implicazioni ha avuto con riferimento al caso del Darfur
I passi non non sto a fare i tutta la storia anche dell'evoluzione dell'atteggiamento dalla comunità internazionale delle Nazioni Unite su questo argomento mi limito a segnalare i passaggi più
Significativi
Tra questi c'è
Il rapporto che ho qui con me di una Commissione internazionale di inchiesta sul Darfur che è stata
Che è stato presentato al Segretario generale dell'ONU il venticinque gennaio due mila cinque
Questa
Questo rapporto è il risultato del lavoro di una Commissione
Che è stata incaricata di questo dal il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite il diciotto settembre del due mila quattro quindi in pochi mesi questa Commissione
Che si è recata più volte in Darfur ha avuto modo di osservare la situazione di redigere questo rapporto sono più di centosettanta pagine quindi un testo molto ampio
Lo scrupolo della Commissione credo sia fuori di discussione presieduta da un come il più grande internazionalistica il mondo il professor Antonio Cassese dell'Università di Firenze che è stato anche Presidente del Tribunale
Penale internazionale per l'ex votati al primo Presidente Tribunale Penale prezzi varia stato Presidente
Del comitato
Contro la tortura del Consiglio d'Europa una grandissima esperienza internazionale
Delle questa in Commissione attratto alcune sin conclusioni piuttosto significative
Mi limito semplicemente a ricordarle è uno dei temi chiave che la Commissione doveva fra il degli interrogativi più importanti che la Commissione doveva affrontare era se in Darfur fosse avvenuto un
Crimine di genocidio fossero stati perpetrati atti di genocidio
La conclusione della Commissione nel senso che non si può a termini dell'vige in per ordine vigenti regole dell'ordinamento internazionale qualificare quanto avvenuto in Darfur come genocidio
In quanto
La Commissione ha concluso che non vi sarebbe stata una vera e propria politica di genocidio
In quanto il genocidio non è semplicemente un fatto quantitativo la grande quantità di violazione dei diritti umani di per sé non costituisce un genocidio se non c'è la prova di un disegno mirante
Te a distruggere in tutto o in parte una
Entità
Etnica razziale religiosa o linguistica qui questo intento probabilmente non c'ero almeno alla Commissione non lo non lo evidenzia però la conclusione che non ci sia stata una politica genocidi aria in Darfur da parte delle autorità governative cito testualmente direttamente o attraverso le milizie sotto loro controllo
Non deve in nessuna maniera portare alla sottovalutazione della gravità dei crimini perpetrati in quella regione
I crimini commessi sono crimini contro l'umanità e crimini di guerra e non sono assolutamente meno gravi e meno odiosi de del genocidio queste testualmente tradotta liberamente la conclusione che raggiunge la Commissione in altre parole
Il mondo dell'informazione atteso un po'a presentarci a come dire ma
La Commissione Cassese annegato che si trattasse di un genocidio sì però ha detto trattarsi di crimini contro umanità e crimini di guerra precisando che non si tratta di
Crimini meno gravi e meno odiosi del genocidio
Sono comunque crimini internazionali sono comunque crimini che la comunità internazionali ritiene offensivi della comunità internazionale in quanto tale quindi sotto questo profilo
La conclusione ulteriore che attrae più avanti
Il rapporto a Commissione Cassese e la necessità di fare giustizia
La grandezza traduco di nuovo liberamente e la natura seria dei crimini commessi contro la popolazione civile in Darfur sia da parte delle forze governative che da parte e dei loro e del del
Chi intende Gianni Aguit che questa questa entità
Che avrebbe partecipato alla Commissione questi crimini insieme alla al Governo e dai ribelli richiedono azioni immediata da parte della comunità internazionale per porre fine all'atrocità
Gli autori di questi crimini devono essere portati dinanzi alla giustizia
Allo stesso tempo misure per portare sollievo
Alle vittime devono essere iniziate per completare il processo di responsabilizzazione in queste in questa vicenda questa è la conclusione che raggiunge la Commissione Cassese
Sull'onda di questa né di questa presentazione del rapporto il Consiglio di sicurezza il trentuno marzo due mila cinque a adottato una decisione
Che ha portato un fatto che non possiamo non definire storico cioè
Consiglio di sicurezza
Seppure con una maggioranza un po'strana undici voti a favore e quattro astensioni nessun contrario ma quattro astensioni tra cui due astensioni di membri permanenti la Cina e gli Stati Uniti
Che si aggiungono all'Algeria e al Brasile così sicurezza a deciso per la prima volta di affidare questo caso alla iniziativa del Procuratore della neonata Corte penale internazionale
Chiedendo al procuratore di aprire appunto un procedimento per portare dinanzi alla giustizia internazionale alcuni autori
I massimi responsabili della Commissione di questi crimini ecco questo
è un fatto storico di non irrilevante portata nell'ordinamento internazionale la prima volta che succede la prima volta che succede a iniziativa del Consiglio di sicurezza e riguarda proprio un caso
Che investe uno Stato il Sudan che ha firmato ma non ratificato lo Statuto di Roma della Corte penale internazionale quindi sotto questo profilo così sicurezza rivendicato il proprio diritto dovere
Di avviare un un procedimento nei confronti di soggetti che appartengono a uno Stato che non ha intenzione di sottomettersi alla giurisdizione della Corte penale internazionale quindi è una
Dei tre casi attualmente dinanzi alla Corte penale internazionale è un altro riguarda la Repubblica del Congo democratica del Congo l'altra riguarda l'Uganda ecco questo del Darfur
Riguardante il Sudan
è il caso più interessante e più significativo non non a caso
La dottoressa Sforza lo sa perché si è occupata lei di questa questione quando avevamo invitato qui a Torino il procuratore
Del andrà Corte penale internazionale Luis Moreno Ocampo e un mese fa proprie lasciato alla stampa una
Grande Inter un'ampia intervista di un'intera pagina proprio concentrando la sua attenzione sul Darfur e sulle conseguenze di questo di questo procedimento che è stato avviato
Allora questo fatto è un fatto sicuramente importante che merita di essere sottolineato e lo faccio e lo faccio in questa sede
Il secondo il passaggio e mi avvio a chiudere rapidamente perché avevo promesso di essere brevissimo proprio perché a me competeva ruolo di fare l'antipasto e non e non il piatto forte in questa in questa serata e non ci si può stordire con gli antipasti bisogna andare poi subito a quello che conta di più bene notizia di pochissimi giorni fa
Precisamente il due Di Maggio cinque giorni fa
Il la la precisare al Chamber cioè la Camera della Corte penale internazionale che deve valutare se vi siano elementi
Sufficienti per potere avviare questo procedimento a deciso nel merito delle prove presentate dal procuratore
Moreno Ocampo conto amaro contro Ahmad Harun e Ali Kushayb
Ritenendo che ci fossero elementi ragionevoli per ritenere che questi siano stati responsabili di omicidi stupri torture
Trasferimenti forzati di interi villaggi ed altri crimini di guerra e crimini contro l'umanità in Darfur con questo
Sulla base di questo i giudici hanno Han emanato dei diremmo con un linguaggio un po'
Vetero giuridico del nostro ordinamento dei mandati di cattura internazionali chiedendo perché questi due soggetti cominci perfora fossero arrestati e portati dinanzi alla Corte penale internazionale all'Aja
Ecco questo
è
Un passaggio piuttosto importante perché mostrarlo alla cautela lo scrupolo sfido chiunque a non ritenere che il rapporto della Commissione Cassese non sia
Non una relazione accurata
Penso all'universale stima di cui gode Antonio Cassese siano una garanzia della serietà in cui lui con cui lui ha i suoi colleghi hanno redatto questo rapporto è affrontato
Ll situazioni con analisi attenta a casi particolari anche entrando molto nel nel dettaglio
Bene sulla base di questo rapporto il Consiglio di Sicurezza dapprima ha ritenuto che si potesse investire della questione il Procuratore della Corte penale internazionale e la camera di prima istanza del
Della Corte Penale Internazionale stessa a ritenuto che ci fossero elementi sufficienti per
Consentire il procedimento ai al procedimento di proseguire e soprattutto a
Richiesto appunto che fossero spiccato i mandati di cattura il
Responsabili che come è noto a norma dello Statuto di Roma non possono essere giudicati in contumacia
Chiudo
Chiudo facendo una riflessione che richiamare alcuni elementi rispetto i quali il diritto internazionale oggi si presenta
Con diciamo avanzato su una frontiera un po'nuova sì c'è una forte tendenza a ripensare i contorni e i connotati della sovranità
Un tempo gli Stati erano inclini a rivendicare la sovranità nel senso che dicevo all'inizio cioè
Intesa come quella sera
Politico territoriale e di potere di domestic jurisdiction negli e il mondo anglosassone intende per domestiche turistici all'intero esercizio di pubblici poteri non soltanto l'esercizio del potere giudiziario bene
Tradotto in parole povere insieme perché ha la fortuna di non essere un giurista voleva dire a casa mia faccio quello che voglio io ebbene
L'esito delle più recenti evoluzioni dell'ordinamento internazionale tendono a sfatare questa inc questa convinzione e cioè che
La domestica jurisdiction non abbia limiti così sicurezza
Peraltro è autorizzato dall'articolo due paragrafo sette dalla Carta dell'ONU qua forare la corazza della domestica giurisdizionale ingerirci si laddove siano appunto
In in atto situazioni suscettibili di minacciare la pace internazionale e da nella prassi e così sicurezza le massicce violazioni del dei diritti umani sono una minaccia alla pace internazionale del in questa tendenza
Noi vediamo una graduale evoluzione dell'ordinamento internazionale non si può oggi
Ignorare che gliela le Nazioni Unite da da alcuni anni tre quattro anni a questa parte
Asseriscono in diversi testi piuttosto importanti l'emergere di una nuova norma la chiamano proprio in questi termini in questi testi immorale oggi in norma una norma emergente
Emergente non vuol dire ancora che si sia consolidata ma indica una certa una certa un certo cammino una ed una una certa direzione questa sarebbe stata battezzata da questi documenti come la responsibility to protetti
Una responsabilità di proteggere in altre parole
La sovranità non sarebbe suscettibile di essere rivendicata per coprire le azioni di uno Stato all'interno
Del del proprio ordinamento ma la sovranità è da intendere come responsabilità di proteggere nel senso che lo stato investito della primaria responsabilità di proteggere gli individui posti sotto la sua giurisdizione
Ove lo Stato si dimostri di oramai questo è un binomio che appare spesso in strumenti internazionali a nei bolo Runway link cioè non possa o non voglia esercitare in maniera efficace questa protezione allora
Supplire vero
Gli strumenti posti in essere dalla comunità internazionale in primis dal Consiglio di sicurezza ciò è
A questo punto la responsabilità di proteggere che in primis e la responsabilità dello Stato muoverebbe dallo Stato alla comunità internazionale
Ecco questo è una una linea di tendenza mi era stato chiesto di presentare qualche elemento qualche elemento
Del dell'evoluzione anche del diritto internazionale con riferimento a questa vicenda questo mi sembra significativo un tema che fino a pochissimo tempo fa era ritenuto
Complessivamente marginale bene quest'anno tra un mese
Sarà oggetto nientemeno che del congresso annuale degli studiosi della Société fosse pure novanta nazionale che approprio intitolato il convegno di quest'anno la responsabilità di proteggere cioè come sottolineatura forte del ruolo del diritto
Internazionale nella vis-à-vis la pretesa di sovranità che gli Stati tradizionalmente rivendica
Grazie
Grazie mille al professor Greppi per questa insomma per averci dato anche con molta chiarezza una cornice
Giuridica del problema e per averci ecco ho fatto un pochino capire meglio la connessione che c'è tra violazione dei diritti umani
E confini chiusi
I Paesi in cui non c'è accesso
Che vedono il diciamo ingerenza di altri Stati
Che leggono come l'ingerenza di altri stati le osservazioni sui diritti umani sono i Paesi dove si consumano in realtà le tragedie più grandi
Quindi mi sembra che sia un punto che veramente vada tenuto fermo e sullo sfondo di tutto di tutto anche nostro discorso
Dei prossimi prossimi minuti lascio a questo punto la parola al professor Giampaolo Calchi Novati
Ripeto professore di storia dell'Africa l'Università degli Studi di Pavia
Comunque Giorgio
Io mi rifarò proprio all'attacco del nostro la nostra Presidente a proposito della
L'improvvisa apparizione sugli schermi televisivi o la radio nel dibattito politico come sapete in Italia poco attento e problemi internazionali
Della parola Darfur e questo è un punto fondamentale nel mio ragionamento
L'opinione non solo in Italia ma a livello internazionale
Viene di tanto in tanto investita dalla denuncia di un'organizzazione non governativa o di un partito politico
Di una questione che viene
All'improvviso proposta ha un'opinione pubblica del tutto ignara delle dinamiche interne ed esterne che hanno dato origine alla crisi
Quasi sempre la scelta della cosiddetta comunità internazionale e quella dell'intervento militare
Situazioni umanitarie gravissime con origini interni e dinamiche lontane storiche politiche
Situazioni di difficile pregiudizio sul piano dell'etica interno e internazionale
Vengono immediatamente escluse da ogni processo di soluzione politica perché come sappiamo non voglio entrare troppo nei dettagli da quindici o vent'anni c'è il mondo della guerra nel mondo della politica non dico della pace ma della politica il mondo della guerra è un'aria confusa nella periferia del sistema internazionale
In cui sostanzialmente la politica dell'ONU della NATO dell'Unione Europea eccetera si limita quasi esclusivamente
A proporre interventi militari
Sulla base di un'esperienza ormai collaudata si sa che questi interventi non sono neutrali sono tutti predisposti
Pietro pretesti più o meno giustificati di esportare la democrazia imporre la pace a stabilire sfere di influenza semi protetto rati garantire l'accesso alle risorse primarie particolare ed energia
E alle grandi file di comunicazione
Questa impostazione purtroppo è anche responsabile di
Processi di difficile soluzione concordata persino conforme di interventi internazionali perché evoca immediatamente i protagonisti delle crisi il sospetto
Che il Sudan sia il candidato prossimo a diventare un segni protettorato della NATO con la giustificazione Bitetto probabilmente fondata di porre fine a una grave grave situazione umanitario
Essendo poi il Sudan come dirò brevemente in una posizione strategica particolare che giustifica di grande
Interesse mediatico che si è concentrato su questa crisi a confronto di altre crisi forse altrettanto gravi che per una serie di motivi sono o meno mediaticizzato
Nel mio intervento e soprattutto inteso a mettere in risalto
Il quadro storico politico in cui la crisi del Darfur si inserisce poi
Naturalmente lascio le conclusioni ci sarà il dibattito comunque la
Impostazione che ho voluto dare e
Intesa far capire come probabilmente interventi dall'esterno anche ben diretto chi e ben motivati
Devono comunque fare i conti con i processi interni così che la mia posizione personale lo dico molto francamente che anziché chiedersi che cosa fa d'Europa l'Occidente per il Darfur vi chiederei che cosa fanno i sudanesi
Per il Darfur
Piuttosto che immaginare tutte delle soluzioni e te lo direte che ripeto spesso sono anche degli obiettivi non propriamente lineare
Il lo stato del Sudan
è uno Stato che si è formato in modo
Un po'pragmatico artificioso come molti Stati del mondo e come in particolare molti Stati dell'Africa e si trova in una situazione
Di particolare vulnerabilità dal punto di vista sia ecologico
Che culturale essendo uno di dei paesi della cosiddetta fascia sudanese la parola Sudan in realtà oggi qualifica uno Stato ma ha qualificato per molto tempo un'intera regione che attraversa l'Africa da Ovest a Est
Ed è una parola di origine araba che significa
Abbreviata mente la terra dei neri ed è quindi una terminologia con cui gli arabi definivano le popolazioni che stavano sostanzialmente al di là del Sahara però le vicende storiche sia remote che recente hanno fatto sì che questa fascia
Abbia incorporato nello stesso stato in tanti statiche cominciano sostanzialmente con la montagna il Mali Niger Ricciardi il Sudan
Realtà
Inserite nel mondo nella cultura nella storia arabo-islamica uso questa espressione in modo un po'
Improprio e agenti popolazione culture che appartengono invece l'universo dell'Africa nera
Molti Stati africani ci sono come dicevo eterogenei ma in questa fascia sudanesi l'haitiano genitali particolarmente
Direi lascerà ante perché mette effettivamente dentro una stessa giurisdizione
Realtà fortemente diverso tenete presente che in passato le popolazioni nere sono stati oggetto anche di vessazioni gravi
Con il
Fenomeno della tratta degli schiavi in direzione in questo caso del Medioriente non mi riferisco alla tratta atlantica che ha riguardato piuttosto le coste dell'Africa occidentale
Lo Stato sudanese avuto il suo perno nella realtà arabo-islamica
E la sua storia è stata una storia di espansione e assimilazioni di altre popolazioni di altre entità statali di altre realtà organizzati associate andando via via mentre si allontanava dal Nucleo centrale
Io a via popolazioni nere non Islamic Zapperi non arabi zattere e molte di esse fortemente impregnate da tempo immemorabile non solo dei tempi missionari di cattolicesimo il cristianesimo
Cristianesimo e cattolicesimo che hanno una tradizione nel Sudan meridionale che Risari primi secoli dopo Cristi quindi
Una fenomenologia molto più compenetrare tanti quanto non possa essere la conversione al cristianesimo alla fine dell'Ottocento avvenuto per lo più
A in coincidenza con l'espansione coloniale in altre parti dell'Africa
Questa realtà storica era intrinsecamente instabile eredi difficile Governo
Lo Stato sudanese il
Collocato nella Valle del Nilo nell'Alta Valle del Nilo
Ma e questo è un ulteriore elemento di complicazione le vicende queste più recenti intorno alla Prima Guerra mondiale hanno portato all'inglobamento nel Sudan del Darfur
Il Darfur rispetto all'asse storica passe storico attorno a cui si è organizzato lo Stato sudanese eccentrico
è in realtà fuori
Della possiamo dire
Dinamica fondamentale della statualità sudanese che
Legata alle terre irrigue del
Del Nilo
E va a investire una Regione che storicamente ha fatto parte piuttosto degli imperi centrali impegnati sulla Regione del Ciad
Ci sono delle differenze importanti perché mentre la Regione in mille ottica una Regione fondamentalmente due contadini e ti popolazioni residenti stabilizzate o urbanizzate
Le popolazioni del Darfur e in genere dell'Africa centrale della Regione ci ha Diana sono buone azioni che sono state
Sostanzialmente percorse da carovane vi di comunicazioni e sono quindi prevalentemente popolazioni nomadi
Instabile qui dette anarchiche Gianpiero può Coop suscettibili di sottostare a un Governo
Centrale
La popolazione del Darfur il furgone sfondo mentalmente sono colazioni nere
Vengono definite tribali
Islamic Zarate quasi integralmente
Come
Ricordate il nucleo forte dello Stato sudanese da questo punto di vista il clima già fra il Darfur e il Governo centrale del Sudan non è religioso
Devo dire subito perché magari non ho il tempo di dirlo che a dimostrare la
Posso dire
Esagerando ignoranza dell'opinione pubblica spesso si è ritenuto
Che siccome il Governo sudanese è stato classificato ed è percepito come espressione del fondamentalismo islamico se ritenuto che il conflitto nel Darfur fosse un'espressione
Dell'estremismo islamico del Presidente Bashir e dei suoi uomini contro il furto
L'opinione corrente in Sudan netti dietro o almeno uno di movimenti ribelli del Darfur ci sia l'ala estrema del fondamentalismo islamico sudanese
Che messa fuori gioco nella lotta di potere dentro il governo di Khartoum che è nato nel mille novecentottantanove da un'alleanza
Fra i militari fondamentalisti è un esponente del fondamentalismo religioso o politico religioso sudanesi molto prestigioso Turati
Con cui punto i militari hanno stabilito per molto tempo un'alleanza organica una specie di coalizione Tura abbia lunga è stato emarginato stato anche arrestato e
Comunque fuori gioco il sospetto che dietro a uno di movimenti ribelli ci sia un tentativo re machista di Turati per mettere in difficoltà il Governo di Khartoum allora abbiamo nella storia del Sudan due
Importanti linee di tensioni
Una nord-sud
Che riguarda fondamentalmente la difficile assimilazione da parte del nucleo arabo-islamico delle popolazioni nere cristallizzate nelle loro élite se non delle loro popolazioni
E dall'altro un clima ciò che riguarda invece la difficoltà di inserire una regione periferica eccentrica tradizionalmente irrequieta perché pervasa soprattutto da popolazioni nomade che praticoni traffici leciti e illeciti che attraversano il sarà dentro in un Governo che ha una vocazione stabilizzante come tutti i Governi espressi dei nuclei di popolazioni stabilizzate e urbanizzate
è una realtà per qualcuno che fosse interessato molto simile alla storia dell'Etiopia alla rovescia perché in Etiopia abbiamo un nucleo cristiano che via via si è andata espandendo incorporando nel potere imperiale
Dell'aiuto nella dinastia etiopica popolazioni islamiche e normative
Stabilendo quindi una dinamica altrettanti instabile a parti rovesciate
Però lo dico subito sudanesi OP a sono quasi sempre sostanzialmente interessate a mantenere lo status quo perché incontro sente loro di garantire la stabilità dell'impero dell'Impex impero che esse hanno costituito
Al momento dell'indipendenza a
Un ultimo accenno che voglio fare e che il momento centrale più vivificante della statualità e del nazionalismo se possiamo così dire un po'ante litteram del Sudan è stato un esperienza
Integralista in senso proprio al punto di vista islamico perché lo Stato sudanese Stato fondato metà dell'Ottocento da un personaggio che si è presentato come il Mati che viene
Qualche volta tradotto questa parola come
Messia che viene a proclamare
Una esperienza politica ispirata a una versione polista idee rigorista
Dell'Islam quindi l'unica idea di Stato che c'è nell'Islam nella sulla cultura del Sudan e di fatto fortemente impregnata di Islam anche negli anni in cui il Sudan c'è stato un Governo
Di tipo democratico parlamentare rappresentativo con le elezioni eccetera
I partiti politici erano tutti espressione di confraternite religiose e c'era quindi una forte compenetrazione fra le dinamiche anche di tipo democratico
E la egemonia del dibattito politico del discorso politico da parte delle confraternite islamiche c'era un un settore in realtà dalla politica sudanese
Che era influenzato dal marxismo e che aveva un sindacato un Partito Comunista abbastanza forti che
Si muovevano un po'marginalmente rispetto all'asse centrale della politica sulla Nese
Un accenno soltanto che foglio fare e che al momento dell'indipendenza del Sudan dopo un periodo
I circa cinquant'anni di cosiddetto condominio anglo egiziano di fatto una specie di
Protettorato inglese attraverso la posizione egemonica che l'Inghilterra aveva comunque in Egitto
Quindi ter è stata a lungo oscillante fra
Tre ipotesi a dimostrare quanto fosse precaria la statualità del Sudan a per ipotesi era di unificare lecito col Sudan e questa era la richieste che naturalmente veniva dal tango
E non era completamente respinta dalla mondo politico sudanesi tant'è vero che il partito che vinse poi le elezioni al momento dell'indipendenza dichiarava Partito unionista
E questo unionisti parti si riferiva proprio a una programma di unione fra il Sudan e l'Egitto
Ne cito dagli anni Cinquanta come forse qualcuno di voi ricorderà d'un colpo di stato militare e il capo del movimento di ufficiali di reperire nidi ben infame dei Deep che poi fu estromesso da Nasser nello scontro fra le due personalità mi libera di Mario sudanese quindici era anche
Una buona carica da parte del Governo egiziano a favore di questa soluzione
La seconda ipotesi era di creare in Sudan unitario indipendente e separato stalla l'Egitto tenete presente che per l'Egitto è fondamentale che alle sue spalle per così dire ci sia uno Stato possibilmente stabile
Possibilmente ammicco e alleato e possibilmente fermo è sicuro perché più irrequietezza c'è a monte dell'Egitto più rischi c'è sulla
Fluire regolare delle acque del Nilo da come sapete abbiamo l'Egitto ha il dono del Nilo sedici anche non retorica corrente
Allora l'Egitto accettato questa soluzione mantenendo sempre un po'il sottinteso che avrebbe cercato di impedire che in cui il fato sudanese fosse troppo poco dalla sua posizione egemonica nella regione del Nilo la terza ipotesi era di dividere il Sudan in due parti una parte del nord arabo-islamica una parte del sud nero
Cristiani Zatta sempre con riferimento all'élite più cari popolazioni
Eventualmente unendo questa parte all'Uganda citata prima anche dal Francesco Sforza poi sulla rete Scozia
Perché era il possedimenti inglese più omogeneo con il sud del Sudan dato che le popolazioni cosiddetti Neill ottiche del nord del Sudan sono in realtà parenti stretti cuscini delle popolazioni del sud Sudan
Alla fine la soluzione fu quella intermedia Stato unitario separato dall'Egitto
Possiamo dire che la guerra fra il nord e il sud è incominciata ancora prima dell'indipendenza
Per la famosa mio ottimi termine che il figlio che corre sopruso l'astro dell'India ma in questo caso la mia utili fa riferimento all'ammutinamento delle guarnigione militari del Sudan distanza nel sud
Le Regioni di quattordic'le regioni meridionali
Proprio per il timore che l'indipendenza portasse a stabilire un Governo e John Mezzato è dominato dall'elemento arabo islamico cosa che in effetti è avvenuto
Non faccio lo faccio la storia veramente
Tormentata del Sudan dei Paesi più instabili più un'alternanza di regimi democratico rappresentativi colpi di Stato ritorno alla legalità costituzionale breve esperienza altro colpi di Stato
E così via
Però se vogliamo trovare un filo
Loro è logico possiamo dire che il sistema politico sono ha ritirato dominato dalla classe dirigente arabo-islamica che attentato
Variamente di integrare la realtà non araba in un islamica Nenna Stato così come viene costituito da Khartoum la Capitale
La linea di tensione nord-sud è andata avanti a strappi INPS interferendo variamente con le vicende dell'Africa e con le vicende del Medioriente
Non dimentichiamo che quasi sempre nelle crisi sudanesi è intervenuto
In modo diretto o indiretto il Governo di Israele che ha considerato il Sudan l'anello debole del mondo arabo e ha cercato di appunto ulteriormente indebolire il mondo arabo prendendolo
Alle spalle c'è stato un momento in cui il comandante delle
Forze ribelli del sud era un ufficiale dell'esercito israeliano Joseph lago
Per dare un'idea della connessione diretta fra le vicende del Sudan e anche le vicende del Medioriente come se non bastasse appunto la complicatezza della situazione
Sudanese il movimento dei ribelli del sud attraverso varie incarnazioni comminazione città che sono sotto a ricordare ha sempre oscillato fra due
Oggi obiettivi
Che venivano indicati come la democrazia
Ho la secessione
Sostanzialmente le forze
Militari e politiche del sud Sudan
Cercavano che hanno cercato di ottenere una modifica del sistema politico non tanto la Costituzione che magari
Nelle sue varie espressioni a ha riconosciuto i diritti umani eccetera ma di fatto diritti umani delle popolazioni del sud non erano garantiti fino in fondo
Perché c'era questa egemonia politica e questa pressione da parte del gruppo dirigente ha raddrizzato Islam Pizzato
Della figlio e poi la pompa la posizione delle forze del sud era realizzare un sistema democratico in cui tutte le popolazioni quale che sia la razza religione
Credo il genere metterci Co.Re.Com vitalizio pari diritti e quindi porre fine al sistema di egemonia del nord sud questo meccanismo in certi momenti piuttosto brevi delle vicende sudanesi è stato anche fatto tanto che alcuni esponenti importanti
Dei movimenti ribelli del sud hanno fatto parte del Governo centrale hanno cercato di realizzare un sistema democratico sullo sfondo
Alla fine questo S.p.A. e le ha l'assalto grande Liberation Picciau Pipoli bresciano Movement politico armi militare
è andato via via sempre più sposando la causa della secessione dando per impossibile disperata la soluzione di una
Gestione unitaria
Dello stato sudanese in termini democratici
Devo dire che fa probabilmente il comandante carismatico storico dell'SPLM il giorno in garanzia è stato l'ultimo ad abbandonare questa opzione
Tanto che al momento dell'accordo di pace due mila cinque ha creduto una soluzione unitaria destino voluto che garanzia morto pochi mesi dopo un incidente aereo
Su quale sapete TCA interni tanto capitano quando venne coinvolto un personaggio politico importante c'è sempre il sospetto della attentato però non c'è obiettivamente nessuna prova che l'elicottero che veniva dall'Uganda sia Caputo per un attentato
Certo è che la morte di garanzia ha reso più difficile
Garantire che l'accordo di pace del due mila cinque che riguarda il nord del sud possa portare a una soluzione unitaria molto brevemente dirò che questo accordo
Ricalca lo schema che io chiamo per semplicità africano nella soluzione delle crisi delle guerre civili
La soluzione africana che ha fatto anche gridare allo scandalo organizzazioni internazionali le stesse Nazioni Unite perché ha comportato questo schema delle forme di sanatoria dei crimini commessi durante la guerra civile dall'una parte e dall'altra
Prevede una specie di inclusione per il Governo e dei ribelli in uno stesso sistema
Codega unità nazionale esercito unificato
Gioca per arma
Chiquita dietro le armi integrato nella società civile
In modo tale che in qualche modo vengono favoriti chi ha combattuto piuttosto che le proporzioni sono combattuto ma questi meccanismi in parecchi paesi africani hanno funzionato
Il Governo la l'accordo del Sudan in parte ricalca questo sistema tanto è vero che è stato costituito un Governo di unità nazionale in cui c'è un vicepresidente
Che nello stesso tempo il capo del governo delle province meridionali
Voi capite la complicazione giuridico ci Tuccio navi di un sistema
In cui il capo di un governo autonomo gli autonomista di una Regione che ha combattuto per trent'anni oscillando fra appunto la richiesta di democrazia e la richiesta di secessione sia nello stesso tempo anche Vicepresidente del Governo centrale
Questa cosa che sembrava poter funzionare con garanti sembra funzionare molto meno con il suo successore
La l'accordo di pace Previti
Che entro sei anni dalla firma dall'accordo ci sarà una referendum nelle Province del Sud per scegliere se rimanere dentro il Sudan oppure
Prende la cosiddetta ex i talk show e diventare indipendenti distaccarsi dal Sudan anche qui capite che questi anni di transizione sono evidentemente un po'una gestione ambigua perché non si capisce se le forze del sud
Gioco lo per preparare l'indipendenza oppure per integrarsi
Dopo
Tante guerre tanti violenza e tante atrocità le due scelte solo per certi aspetti radicalmente opposte prende dal punto di vista dell'atteggiamento psicologico
L'accordo del due mila cinque fra il nord del sud anche qualche moto scatenato la guerra del Darfur a quella del Darfur storicamente non appartiene alla linea di tensione nord-sud
E in un certo senso il Darfur deve essere considerato parte del nord piuttosto che nel sud anche se per ragioni tattiche puramente tattiche le S.p.A. e l'area ha spesso avuto dei rapporti con le forze ribelli un ribelle istituì le quinte che operavano nel Tafuri
Possiamo dire molto sinteticamente che l'accordo e due mila cinque non ha preso in considerazione
Le Regioni eccentriche del Sudan rispetto all'asse nord-sud perché in effetti anche nella regione dell'est c'è una situazione che senza essere arrivati ai punti di violenza del Darfur e altrettanto preoccupante
Nel Darfur
A seguito di vicende in cui ciascuna parte accusa l'altra deve incominciato buttare la prima pietra eccesso di repressione da parte del Governo centrale violenze delle milizie islamiche
Oppure
Atti di eccessivo ribellismo autonomismo era attivismo delle popolazioni del Darfur che hanno scatenato la repressione
Logicamente di un Governo arretrato violento autoritario che probabilmente non usa la stessa leggerezza nella repressione di un Governo democratico e stabile è iniziata
Una Seconda guerra civile parallela in un certo senso a quella fra il nord del sud
Gli accordi che sono stati raggiunti nel sud
Paradossalmente hanno inasprito la guerra del Darfur indulti le interpretazioni che io faccio solo due
Che non si escludono completamente a vicenda o il Governo centrale ha ritenuto che fosse venuto il momento di risolvere anche il problema del Darfur per evitare che un'eventuale secessione del sud potesse
Generare un processo di disgregazione di tutto lo Stato
Ho viceversa li maggiore PEP le forze ribelli del sud del Darfur hanno ritenuto che l'accordo ottenuto dei vantaggi compromesso ottenuti dal sud potessero essere applicati
Anche al Darfur
Certamente c'è stata un'escalation
Di una situazione che prima era di turbolenza di violenza di varie violazioni dei diritti in una vera e propria guerra a un certo punto c'è stato anche un accordo su questo purtroppo la comunità internazionale
è troppo invasiva perché è stato fatto un accordo accettato da negli attori internazionali ritenuta
E qua
Uno dei due fronti ribelli del Darfur nulla accettata
E
Questo in un certo senso a riaperto completamente il conflitto gli obiettivi della guerra di come so come definirla del Darfur non sono chiari
Non ero neppure chiarissime perché come ho detto prima c'erano questi due opzioni un po'concorrenti nella guerra del sud ma nella guerra del Darfur dove parlare di indipendenza sembra assurda perché è una Regione occlusa ali pochi risorse
Purtroppo anche nel Darfur sono trovato il petrolio così come nel sud del Sudan e questo certamente a aumentato la ostilità e anche forse dato
Qualche parvenza
Di razionalità a una scelta di
Di indipendenza
Voglio finire qui il petrolio a naturalmente sollevato molti appetiti siccome il Governo sudanese il Sudan nella sua struttura di Stato sovrano sia con il soggetto
A questa me oggi norma
Il Sudan è stato oggetto per anni di un processo di sanzioni economiche a livello internazionale Sudan è stato anche teatro di un bombardamento americano nel mille novecentonovantotto contro una presunta fabbrica di armi chimiche
Che probabilmente era una fabbrica che produceva aspirina
E questo non è proprio un precedente che induca il Governo del Sudan ad accettare interventi internazionali
Con tanta buona volontà e disinvoltura immaginiamoci in un contesto nostro che una potenza che ci ha bombardato un'industria e chieda di operare altre forme di intervento
Questo nostro autoassoluzione delle crisi internazionali non è
Al
Condivisa fino in fondo dello pieni pubbliche dei Governi doppioni pubbliche dei Paesi dei Paesi terzi
Come sappiamo h a seguito della posizione di embargo di cui è stato oggetto il Sudan paradossalmente in Sudan si è inserita la Cina come principale operatore delle attività petrolifere
E questo fa sì che la Cina e il Sudan abbiano un rapporto stretto
Magari su questo possiamo tornare adesso non voglio andare avanti la Cina a anche Tito molte volte all'ONU che fossero approvate delle risoluzioni troppo drastiche
Nei confronti della Governo sudanese accettati solo alla fine che ad una
Risoluzione è stata approvata lo Statuto entro marzo non mi ricordo bene che peraltro non è mai stata applicata perché il Governo sudanese continua a porre delle condizioni
Per accettare un corpo di spedizione internazionale che di fatto rendono difficile la attuazione fino a questo momento c'è un corpo di interposizione messo dall'Unione africana l'Unione africana lo dico conclusione
Si rende conto che questa emerge in norma sta diventando sempre più pressante
E cerca di anticipare interventi internazionali ritenendo che in interventi internazionali in Africa rischiano di essere molto più destabilizzanti devastanti di quanto non siano stati altrove voi peraltro sappiamo no provocato degli sconquassi tre menti
In Africa probabilmente questi verrebbero moltiplicati tanto più in una realtà ecologicamente così volle
Abile fragile come Darfur dove spostando una pianta si rischia il disastro ecologico immaginarsi di interventi di militari esterni con carri armati armi pesanti le forze guardi fatto de forse Unione africana non riescono ad avere un'efficacia logistico militare sufficiente per controllare lembo i movimenti dei ribelli e i movimenti delle forze
Haute al Governo centrale e di fatto il suo
Compito è fallito per questo a soluzioni intermedie che viene proposta mantenere le forze africane e dare una apparato logistico praticamente soprattutto si chiede l'intelligenza elitari perché sembra essere
L'unico elemento che consenta una forza di interposizione di controllare i movimenti sulle lunghe distanza
Quindi in questo momento c'è questa ipotesi di un intervento che rafforzi Rua oppure un un'ipotesi alternativa un intervento che sia
Completamente ex novo anche se utilizzasse eventualmente a forza africane ma di tipo internazionale non più gestito dall'Unione africana ma gestita dall'ONU
Come ho detto finora il il Governo sudanese si è opposto senza dire di no fino in fondo magari c'è un buon Ministro che dicessi poi il giorno dopo viene diffuso c'erano
Anche lì si vede che manco un portavoce unitario sufficientemente autorevole fatto sta che a tutt'oggi questa risoluzione dell'ONU non è stata applicata
Da quanto detto non so fin dove questa soluzione possa essere
Veramente definitiva certo tutti auspicano che almeno le violenze più gravi finiscano possibilmente
In un contesto che abbia come obiettivo la soluzione del problema interno e non l'inserimento del Sudan una specie di sfera grigia di sub sovranità come altri Paesi della regione del cosiddetto Grande Medio Oriente
Grazie
Grazie davvero professore molte cose interessanti ecco mi sembra che vada davvero sottolineato e che sia uno dei punti su cui fare sua tenuta in più attenzione
Questa molteplicità di ragioni che creano le divisioni all'interno del Darfur divisioni che non sono solo religiose ma sono anche religiose
Divisioni che sono appunto tra popolazioni nomadi e popolazioni non rubate
E vedete quanto è complesso e quanto diciamo
Frastagliato anche il mondo delle delle ragioni magari ecco poi durante il dibattito torniamo su questo argomento esso direi
Dello accenno come tema di
Di discussione lei ha parlato anche molto di una dimensione clan Annika nocchiere resiste forte in queste
Tra l'ente l'interrogativo che come osservatori internazionali e anche come istituzioni in che misura si può in che misura si può immettere o comunque trasferire un
Uno stato di diritto laddove c'è
Una così c'è una così radicata dimensione clan amica e di gruppi che rende chiaramente difficile nel rispetto rispetto di norme primarie
Questo magari sarà un'occasione di dibattito alla fine degli interventi continuiamo lascio a questo punto la parola al dottor Roberto per de faire vi ricordo che il responsabile il Sudan per l'organizzazione non governativa
Cooperazione internazionale prego
Sono si vede
Perfetto
Dunque il mio e
Il mio intervento avrà la sensibilità è sicuramente un taglio molto più legato alla situazione degli aiuti umanitari attualmente in Darfur nel cercare rifugio delle di farlo devo inevitabilmente partire dall'esperienza
Di colpiti ovvero di dare cercare di dare una visione quale
Quella che può essere quella di mente unici che lavora sul campo quindi non può essere presa come una visione globale ma un punto di semplicemente un punto di vista
Fortemente legato alla realtà in cui ci troviamo operare
Funziona
Fin dal due mila quattro Coppi lavora in nel nello Stato del nord Darfur
Più precisamente in due Conte quella di nell'iter di un che data
Che si trovano anni nord Marelli te e a est un che data
In queste ed e da qui voglio incominciare a
A raccontarvi
La situazione degli degli aiuti umanitari
Site si tratta di di zone desertiche remote naturali ovviamente anche anch'esse colpite dalla guerra
Inizio innanzitutto voglio che nel chiarire i che la scelta dell'area geografica non è stata dettata dal caso ma fa riferimento a una strategie di intervento ben definita
Si è trattato in sostanza di dover scegliere tra l'intervenire a favore delle fatture a popolazioni di rifugiati nei campi profughi o offrire il nostro sostegno
A quelle popolazioni altrettanto colpite dalla guerra ma che non hanno ho potuto o voluto
Nel lasciare i propri villaggi
Anche se è vero che abbiamo realizzato due progetti di campi profughi la nostra scelta andata più verso le popolazioni che non hanno trovato diffuso e proprio per questo sono più a rischio in quanto più difficilmente
Raggiungibili dagli aiuti umanitari si può leggere da nel sito dell'UNICEF
Che uno virgola due milioni di bambini colpiti della guerra in in Darfur risultano tagliati fuori da ogni assistenza poiché isolati in aree rurali controllati dal Governo dai ribelli ma egualmente inaccessibili
Alle agenzie umanitarie
Tale
Zone sono popolate da popolazioni che indipendenti indipendentemente dal ceppo etnico a a cui appartengono sono in genere semi no ma di che vivono i deboli sistemi agropastorali
E che non godono del supporto di alcun supporto dal parte da parte del Governo soprattutto
Quelli che si trovano nelle zone
Controllati dai leader ribelli
Come è facile immaginare purtroppo tali sistemi sistemi sono stati messi a dura prova del combattimento del come attinenti né intervenendo in queste zone siamo stati dirette testimoni della di ciò che il
Il passaggio della guerra comportato ben trovato villaggi distrutti bestiame massacrato
Porsi da acqua gravemente danneggiati
Raccolti bruciati e così via queste razzie sono in genere commessi dalle milizie arabe i famosi Janjaweed tristemente famosi che operano in conservazione col Governo del Sudan e che
Sei sembra segui non proprio quasi una una strategia di di di pulizia etnica
Va anche detto che le forze ribelli in quanto di questa azione non sono state da meno
La risposta a questa emergenza emergenza e quindi che si innesta
In una qui in queste zone come d'altronde in tutto il Darfur si innesta in un contesto di gravi violazioni dei diritti dell'uomo
è data oltre che dal fornire immediatamente aiuti umanitari compito che ha svolto in larga parte il workshop sul programma
è data anche da fornire i mezzi di sussistenza per far sì che queste popolazioni
Possano prevenire un ulteriore crisi alimentare
Secondo rapporto delle agenzie ONU di fine due mila sei infatti
Il settanta per cento dalla popolazione colpita dalla guerra rimane a rischio di a forte rischio di sicurezza alimentare proprio perché
Sono stati danneggiati questi sistemi su sui quali vivono
Cosa cosa abbiamo fatto si tratta e si è trattato in sostanza di
Distribuire segni e strumenti per l'agricoltura di riabilitare porsi i punti d'acqua dover attori di prevenire malattie del bestiame sia attraverso Massi massive campagne di vaccinazioni che attraverso la formazione i parapetti eliminare in
Locali
A tutto il due mila sei dopo oltre due anni di attività copie riuscite a raggiungere una popolazione di circa quattrocentotrenta mila persone
Sicuramente riteniamo che tali risultato possa essere considerato importante soprattutto contenuto conto dei mezzi e dei posti in cui stavamo operando
Ma d'altra parte purtroppo rappresenta
A d'altra parte non può essere considerato sufficiente se misurato con le necessità reali che tuttavia ci sono in Darfur
E purtroppo lo stesso discorso può essere fatto
Per
Per tutto il Darfur nonostante la presenza di tredici mila operatori umanitari appartenenti a quasi
Cento tra organizzazioni tra istituzioni agenzie
E ogni Gigli della comunità internazionale
Infatti i dati riportati dal Darfur che umanitaria un profani pubblicato dall'Ufficio del rappresentante speciale del Segretario generale dell'ONU per il Sudan parlano chiaro
Amici sita di acque potabili sono coperte solo il cinquantun per cento questi sono dati a fine due mila sei
Almeno trentuno per cento dalla popolazione vive in condizioni igieniche non soddisfacenti circa il cinquanta per cento della popolazione non gode di alcun servizio di salute sia per quanto riguarda interventi di prima assistenza che la distribuzione di medicinali che per le cure di secondo livello lo stesso dicasi per l'educazione mentre livello gravi di malnutrizione generare rimane sempre sopra il livello critico
Questa
Situazione c'era sconforto è una situazione di impotenza per chi lì lavora e denuncia anche il fatto dire di una forte amicizia di maggiore intervento della comunità internazionale
Ma affinché questo si verifichi vi sono vari ostacoli
Innanzitutto c'è un problema relativo alle spalle ci si vita degli aiuti umanitari in Darfur cioè nel dicembre due mila sei l'ONU lamentava
Come
Si può vedere da questo grafico
Che per le proprie agenzie l'accesso era stato ridotto del al sessantaquattro per cento del territorio del Darfur
Percentuale mai così bassa dal due mila quattro mentre per la l'accesso per le anni G era circa l'ottanta per cento questa difficoltà di accesso è dovuto soprattutto ma non solo come vedremo
Amo a alcun problema di di sicurezza
Problema che paradossalmente è andata è andato peggiorando dopo la firma di un trattato di pace
Infatti dopo la firma del Darfur Peace Agreement di un anno fa
La situazione simile se in data dei teoria deteriorando probabilmente perché queste non ha avuto non ha tenuto in conto di tutte le esigenze
Lei di tutti gli attori coinvolti in questo conflitto e ha anche avuto l'effetto di in qualche modo polverizzare il i gruppi ribelli e e quindi ulteriormente
Complicando il rinvio il realizzarsi di già traballante processo di pace
Sempre
Secondo quanto riportato per le agenzie dalle agenzie nuova o non negli ultimi sei mesi del due mila sei per per quanto sempre per quanto riguarda la sicurezza degli operatori umanitario in Darfur
Si lamenta la
L'uccisione di dodici operatori militari più del doppio rispetto agli anni precedenti sono stati sequestrati molti beni appartenenti al a diverse ONG soprattutto veicoli etnie telefoni satellitari che costituiscono un vero e proprio
Bottino di guerra
I janjaweed che sono
Quereli a cavallo son passati da crepe cavalli cammelli a I piccata
Molti operatori locali di registro e Nieri sono stati assaltati minacciate rapiti tanto che per più di cinquecento occasioni hanno dovuto temporaneamente lasciare dal fu il Darfur
La situazione non è andata migliorando nel trascorso del dei dei primi mesi del due mila sette e di pochi giorni fa la notizia che alcuni operatori del due in cui alcune UNHCR
L'agenzia ONU per i rifugiati
Sono stati sequestrati ho eseguito rivenderli rilasciati o del fatto che alcuni anni G internazionali importanti quali Oxfam Gran Bretagna o la sezione spagnola di Save the children
Hanno deciso di abbandonare il Darfur in seguito nel medesimo attacco nei loro confronti
è evidente dunque a nostro parere esigenze di una maggior protezione sia per la popolazione che per gli operatori umanitari
Protezione che le sole truppe dell'Africa ignominia non sono state in grado di garantire
Men che meno nonostante si sia impegnato mentre il Governo sudanese a farlo non men che meno è riuscito a farlo il Governo sudanese anzi sembra pagano non voglia
E quindi a questo punto sembra che le la la soluzione
Mista proprio avanzata dall'ONU africani ogni caschi blu come missioni PIS di peacekeeping sia l'unica per garantire
L'apertura di corridori umanitari permanenti
E in questo modo aumentare l'accessibilità agli aiuti umanitari
Sempre per quanto riguarda la sicurezza va anche detto che le MDG secoli e organizzazioni più a rischio sono quelle c'è sembrato sempre guardandolo dal
Dal terreno regi più a rischio se non quelle che lavorano o nei campi rifugiati o solo non è ca nelle zone controllate dalle forze ribelli
Quest'ultime mi sembra abbastanza evidente il motivo per il quale sono motivo di attacchi mentre le prime sembra che sia dovuto al fatto che
Sono quelle che più fanno un'azione di denuncia dei diritti dell'uomo
Paradossalmente quindi sembra che
Lavorare imposti remoti come quale quelli che abbiamo in cui stiamo lavorando noi sembra più più sicuro
Di fatto in molte zone siamo una delle
Poche risorse se non l'unica per la popolazione locale ed indipendentemente da se questi siano controllate dai dal Governo piuttosto che dalle forze ribelli
Abbiamo sempre goduto dell'appoggio della popolazione e delle autorità locali
è vero anche noi abbiamo subito l'attacco il sequestro di due veicoli ma nel giro di ventiquattro ore ci sono stati restituiti i veicoli finanziaria a testimonianza della considerazione in cui ci tenevano
Le autorità locali ciononostante siamo convinti che
Una maggior presentati unica vittima evitare in queste zone dove stiamo lavorando la maggior presenza che ci auspichiamo non possa avvenire se non con un'adeguata protezione
Che al giorno d'oggi solo una missione di peacekeeping può dare
Ma il problema di sicurezza non è l'unico problema che limita l'accesso agli aiuti umanitari
C'è anche un forte un forte ostruzionismo di carattere burocratico da parte del Governo che spesso può avere affetti sulle ci si accessibilità gravi quasi qua come quelli dovuti alla sicurezza
Così
Che praticamente quasi tutte le organizzazioni umanitarie che lavorano in Darfur si trovano alle prese con visti i timbri timbri carte a presentare documenti da firmare uffici di ministeri da visitare
In
In richiedendo un permesso che spesso tarda ad arrivare e chiesti che ovviamente ha conseguenze sulle attività che cerchiamo di svolgere ad esempio
Noi è dall'inizio di quest'anno che ci stiamo cercando di fare uno studio di fattibilità per un progetto di sicurezza alimentare sempre per le zone in cui lavoriamo
E abbiamo bisogno di un esperto internazionale abbiamo iniziato le pratiche per ottenere il visto
Da
Dagli inizi di febbraio di ogni e al giorno d'oggi non siamo riusciti ancora ad avere il il l'esperto in in Darfur
Molti pensano che tutto ciò sia la diffusa sicure insicurezza che il l'ostruzionismo burocratico faccia parte di una precisa strategia del Governo per lei limitare gli aiuti umanitari
Non abbiamo gli elementi per dire servizio il tale affermazione sia vera
Certo è che abbiamo la forte sensazione che ci sia una volontà di controllo degli aiuti umanitari in Darfur controllo da parte del Governo esiste la Facca laici umanitarie il Commission che è una Commissione
Che Farini firme riferimento il Ministero degli affari umanitari e che gestisce appunto io agli aiuti umanitari ma che ha senz'altro compiti di intelligenza
Ad esempio infatti per fare entrare un esperto di me bisogna richiedere prima il permesso a loro presentando tutto investire dossier sull'esperto come
Il il contratto il curriculum vitae il copia degli studi originali
Quindi e via dicendo ma non solo anche
Spesso e volentieri il personale o Carlo locale viene imposto da questa Commissione o almeno bisogna comunque avere un
Richiede un permesso
Per ecco contrattare del personale così come per licenziare licenziarlo da tempo dà da pensare poi il fatto che il ministro degli affari umanitari
è proprio uno dei due siti sudanesi che citava il professor Greppi che
Il procuratore il Procuratore del Tribunale internazionale dell'Aja chiesto che al Governo sudanese che venti che venga presentato appunto al tribunale
Infine a nostro parere cioè
Un altro fattore che limita
Gli aiuti
E riduce l'impatto che questi potrebbero avere sulle popolazioni in Darfur questo dato e dall'insufficienza interesse da parte dell'opinione pubblica mondiale nei confronti di questa tragedia
Uno degli incontri organizzati dall'ISPI a Milano qualche tempo fa si chiamava proprio dal Forum un'emergenza dimenticata
E credo che il punto è dovere interrogativo non potesse che essere retorico di fronte a questa I numeri di questa catastrofe
Quando infatti si parla si parla di quattro milioni di persone colpite dalla guerra
O almeno duecento mila vittime in un contesto che è ben lontano dall'essere risolto
è evidente che quanto fatto dalla comunità internazionale indipendentemente dai fondi elargiti o dei problemi che si possono trovare sul campo
Non può essere considerato sufficiente e che quindi la domanda non può essere sì ci siamo dimenticati dal Darfur ma perché
La colpa non può essere data sulle mass-media che ne parlano poco la la responsabilità anche nostra delle organizzazioni umanitarie che riusciamo sfrutta anche non riusciamo a sfruttare pienamente il forte confidenziale creste re presenti sul posto
Comporta dall'alto
Abbiamo la possibilità di aumentare la pressione internazionale sul Governo di Khartoum affinché
Rispetti i diritti umani dall'altra parte qua in in Italia un'Europa allora potremmo avere la la possibilità di rinunciare le gravi condizioni dei diritti umani
Che vengono perpetuati in Darfur
Perché in Darfur infatti lo voglio sottolineare ancor prima di una a questioni di bisogni in risolti è una questione di
Violazione di di più basilari diritti dell'uomo
Concludendo quindi
Credo che nonostante attualmente vice notevoli sforzi da parte della Coppa cooperazione internazionale nel far fronte alla crisi umanitaria nel Darfur
Questi siano purtroppo ancora insufficienti sia per di le difficoltà di accessibilità che richiedono maggior protezione e collaborazione
Sì
Forse già
Da parte maggio protezione collaborazione da parte del Governo sudanese sia per la mancata insufficiente pressione da parte dell'opinione pubblica pubbliche sulle istituzioni che ci rappresentano affinché queste
Considero come priorità assoluta nella loro agenda di politica internazionale la ricerca di una soluzione immediata a questa tragedia grazie
Grazie davvero a Umberto prede fermi per questa
Testimonianza presa sul campo che fa vedere quanto sia
Quanto sia difficile interagire non solo Lima poi con le istituzioni perché non è che tutto si riduce nel portare e l'aiuto lì dove serve ma bisogna poi gestirlo bisogna che questa cosa si sappia bisogna che questa cosa si dica
Bisogna che questa cosa arrivi al di là dei confini di dove si agisce ma fino ai Governi
Quindi veramente un'impresa io trovo quella delle ONG sempre meritoria
E sono d'accordo così come
Faccio Omnia assolutamente la critica sulla scarsa attenzione dei media e io me ne prendo veramente seriamente la responsabilità
Condivido anche la sua critica
Delle volte alle stesse o n e g che poco probabilmente per mancanza di mezzi probabilmente per non mancanza anche di di di sostegni
Spesso non riescono con sufficiente forza a Vibo da veicolare
La loro azione io vi voglio fare un esempio molto semplice
Su una questione che appunto non non riguarda l'Africa ma nello specifico un altro luogo disgraziati sì me dimenticato che il Caucaso
L'unico Capo di Stato che ha avuto il coraggio di chiedere a Putin
Che cosa tutte il coraggio tensione non di chiedere spiegazioni ma di fare una domanda di chi avere informazioni sulla disgraziati sì la situazione in Cecenia è stata il cancelliere tedesco Angela Merkel
Allora non è che anche la Merkel e più buona di altri Capi di Governo
Il problema era che Angela Merkel una volta tornata in Germania si sarebbe trovata sotto casa a manifestare le organizzazioni non governative
Che gli chiedevano come mai se è stata da Putin e non gli ha fatto la domanda sulla Cecenia allora questo è un pochino il meccanismo per cui il Governo i Governi si sposta non cioè sono sempre
Nessuno agisce in in base ai buoni sentimenti ma sempre ai rispetto a gruppi di interesse
E e chiaramente la cancelliera per non trovarsi e di fronte alla sua opinione pubblica in Terna nella difficoltà di rispondere alla domanda del genere ha preferito porre la domanda ancorché scomoda
A un tipo nient'affatto facile come Presidente la Federazione russa quindi questo vi dà questo è un esempio vi dico a quote della placca rispetto alla alla cosa di cui stiamo parlando che però vi vi
Mi fa capire qual è il meccanismo di intervento
Per cui i Capi di Stato si parlano delle questioni se queste questioni sono sentite all'interno delle loro opinioni pubbliche
Che sono quelle che esprimono la preferenza elettorale e quindi in qui in questo gioco ci siamo tutti cioè perché tutti votiamo tutti siamo cittadini
Tutti dobbiamo esercitare il nostro diritto che è anche un diritto di parlare
Quindi
Vorrei approfittando di questa mia posizione di potere fare questa un cominciare con un primo giro di domande
Hai ai nostri relatori e poi aprire senz'altro a voi il dibattito
Allora una una prima domanda chiarimento al professor crei
Un abbiamo parlato di
Ecco di del ruolo del Consiglio di sicurezza
Allora
Senza come dire non mi avventuro nelle technicalities perché Cardarelli assolutamente al primo intoppo però diciamo da un punto di vista politico
Il ruolo del Consiglio di sicurezza è un ruolo
Attivo nel senso in cui si ravvisa la volontà politica di risoluzione del problema o anche lì assistiamo a quella ahimè
Già visto teatro di gruppi di pressione interessi e stessi
Quali sono i gruppi di interesse e gli interessi che rendono
Difficile un'operazione dirette vigorosa del Consiglio di sicurezza sulla presentazione
Bene se la nostra Presidente Mita due giorni e mezzo forse riesco a dare una allora non credo al tentativo di cassa in due minuti e mezzo neanche ne potrei dire semplicemente che indubbiamente innanzitutto così sicurezza eh
Un organo politico
Come tale soggette evidentemente alle agli orientamenti dei suoi membri che sono attualmente come prevede lo Statuto quindici cinque dei quali godono di questa posizione di membri permanenti
Già con riferimento a questa risoluzione che ho citato che ha conferito la questione al Procuratore della Corte penale internazionale vediamo come
Due Stati sui quattro che si sono astenuti sono membri permanenti del Consiglio di sicurezza e sono astenuti evidentemente perché non condividevano appieno
Il conferimento della questione al procuratore la Corte penale internazionale per motivi diversi l'unico elemento che li unificava era il fatto che nessuno dei due Stati e ratificato lo Statuto di Roma pur quindi sotto questo profilo si intrecciano anche motivazioni che nulla hanno a che vedere con il Darfur evidentemente però si intrecciano loro volta con questioni che invece attengono agli interessi di questi due Stati
In quella regione e che sono interessi motivati da esigenze differenti
Negli stessi degli stessi due altri Stati che si sono astenuti uno a uno Stato africano all'Algeria ed è uno Stato islamico non non casualmente l'altro che si è astenuto
Con motivazioni credo non nobilissima ecco è un altro Paese il Brasile che aspira a un seggio permanente in Consiglio di sicurezza
E che ha delle discrete chance ove questo avvenisse cioè ove si allargasse la sera i membri permanenti adescatrice Asti ottenerlo
Bene questo la dice lunga su quanto sia difficile processo di formazione della volontà in un organo collegiale così intriso di elementi politici e quindi di elementi metta giuridici
In lire così sicurezza e frequentemente città e città criticata in questa come in altre situazioni proprio per l'influenza
Rilevantissima che ha la politica nella presa delle sue decisioni e sotto questo profilo
Non c'è che costa attardata constatare che ecco un organo politico squisitamente un organo politico e come tali di mediazione un organo nella quale
Nel quale
La adozione di risoluzioni
Chiare univoche è inversamente proporzionale
Al contenuto di queste
Risoluzioni cioè più annacquiamo il testo della risoluzione più si va tranquillamente verso l'unanimità
Nel momento in cui si arriva invece a prendere una decisione forte come quella di portare il dossier del Darfur al Procuratore della Corte penale internazionale ecco che saltano fuori undici voti soltanto a favore su quindici
E quattro Paesi di cui due non irrilevanti si astengono
Allora quindi indubbiamente lei così sicurezza e esposto a questo tipo di ITT
Venti e non si può e non si può non non farne non tenerne conto
Mi quello su cui invece ma ritengo di essere in assoluto accordo con lei l'importanza delle opinioni pubbliche cioè caso che lei ha fatto di vede il Cancelliere Angela Merkel non è un non è non era stravagante era molto molto mirato a mio modo di vedere cioè tutto dove
Gli Stati membri del Consiglio di sicurezza in particolare sono soggetti a un pressione forte dell'opinione pubblica a una pressione forte delle organizzazione ha un ruolo importante delle organizzazioni non governative stesso dottor Peter e ci ha dato una una uno spaccato molto interessante su questo che avvenuto in Sudan però non dimentichiamo di quello che avviene
Ovunque nel mondo nella comunità internazionale contemporanea c'è un fenomeno interessantissimo di un crescente ruolo delle organizzazioni non governative proprio anche nel decision making nell'adottare
Linee di politica
Legislativa internazionale il ruolo delle organizzazioni non governative per esempio la conferenza vi è Ottawa che ha bandito le le mine antipersona piuttosto che nella Conferenza di Roma che ha adottato
Lo statuto dalla Corte penale internazionale un popolo enorme acquistati spesso nel negoziato esso trovassi in un angolo perché ci erano cacciati dalle organizzazioni non governative
E questo è un ruolo importante perché spesso proprio dietro le organizzazioni non governative c'è una forte presenza dell'opinione pubblica un incontro a forte presenza di una stampa libera capace di orientare
L'attenzione quindi questo penso che sia molto rilevante
Naturalmente se voi alzate le mani nel frattempo io
Il segno ora finisco questo primo giro di questioni poi chiaro chiunque voglia dire una cosa è assolutamente
Invitata entrare nel dibattito volevo chiedere
Al professor Calchi Novati ha parlato di una necessità di intervento non dall'esterno ma in qualche modo chi sudanesi stessi entrino
Nel cuore del problema è che trovino dall'interno le soluzioni
Per
Per uscire dalla crisi cosa che in linea di principio mi trova d'accordissimo proprio per quella cosa che dicevamo
Che non si può andare nei popoli e portarli semplicemente il nostro concetto di democrazia di cultura di cosa perché semplicemente perché non funziona
Però io mi chiedo hanno gli strumenti
I sudanesi
Per poter uscire con mezzi propri
Dalla loro crisi
E una domanda del genere onestamente non
Le possa essere non dicono nelle due ore e mezza ma a
Franz alla domanda che mi limiterei a questi giochi ma adesso darà un grande Paese
E in parte proprio perché è un grande Paese non sopporta di essere trattato come
Una res nullius
Dovete tenere presente che purtroppo ci sono molte similitudini imbarazzanti fra come si è espanso il colonialismo europeo la fine dell'Ottocento spesso con delle motivazioni che ritornano
Anche oggi nelle forme di interferenze di potenze o di organizzazioni internazionali
Il Sudan un grande Paese che però
Ha sempre tentato di risolvere i suoi problemi con la guerra
La guerra ha imposto il potere centrale sulle zone periferiche
E la guerra ha in qualche modo ha aperto la strada all'epoca Province del Sud verso o una partecipazione o con partecipazione e la gestione delle risorse
Il così detto pista comprensive Peace Agreement quello che riguarda la guerra fra nord sud
Prevede che le risorse petrolifere che sono sostanzialmente nel sud anche se sul confine fra le Province del Nord e le Province del Sud
Vengano gestite in fifty-fifty comunque vada a finire anche l'eventuale opzione della secessione
Lascio capire quali possibilità poi ci sarà di fare applicare questo accordo una volta che ci fosse uno Stato sovrano se mi son Plano nelle province meridionali
Allora sudare un grande Paese ma non mai riuscito a trovare delle soluzioni politiche ai suoi problemi
E anche la appunto la rivendicazione del sud che è stata ottenuta attraverso l'uso dalla forza e questo certamente ha incoraggiato i ribelli del Darfur
Alzare il tono uno degli effetti perversi del modo con cui la comunità internazionale e gestisce le crisi nella periferia del mondo
E che più gravi sono i misfatti e più probabile che ci sia un intervento dall'esterno e spesso le stesse forze ribelli hanno l'interesse acché il grado di repressione del Governo centrale aumenti
Perché si cinque mila morti non sono sufficienti per smuovere l'opinione pubblica magari cinquantamila sì e molti delle molte delle violenze che si commettono nelle zone dove operano ONG
Sono un po'difficili da attribuire se ai ribelli ossia il Governo centrale questo nel Congo questo
Nel da nel Sudan e in altre in altre parti
Ricordo che quando il Governo americano tenete presente che il l'SPLM il movimento ribello del sud
Era fortemente legato ad almeno tre grandi lobby americane l'afroamericana la lobby ebraica americana all'UB che rischiano a fondamentalista americana garante a quando andava in America ricevuto alla Casa Bianca
Ed era un capo ribelle sostanzialmente di un Governo centrale con cui un certo punto bisettrice non avevano rapporti diplomatici
A causa della spaventò al potere in un Governo catalogato come Governo integralista però un certo punto il Governo Americano buttato tutto il peso della sua autorevolezza e autorità per ottenere un accordo di pace
Fra il nord del sud e aveva mezzi mezzi di persuasione sia verso il Governo centrale che verso i ribelli così in amori così del sud Sudan
E quindi le forze internazionali possono anche in qualche modo utilizzare forme di mediazione Pinter di
Di pressione bene quelle che qualche volte viene chiamata moral suasion che magari non ha proprio soltanto moral però anche un po'material
Sulle vicende del traforo l'impressione che ci sia
Un po'come si può dire dismessa la responsabilità di perseguire tutte le strade di soluzione l'accordo di AVCA per il fatto
Che sia stato mediata da un Governo africano senza una partecipazione di una potenza forte non è preso in considerazione con altrettanto vigore come l'accordo che è stato firmato
Nava ascia con la mediazione degli Stati Uniti una mediazione come dicevo molto forte e molto autoritaria
Grazie professore e allora un'ultima domanda
Al dottor Peter ferrei io immagino che lavorando sul campo
Sia difficile
Dare ragione a una parte o all'altra perché poi il dolore uguale per tutti l'acqua non c'è per nessuno e le difficoltà sono le stesse per tutti i fronti
Però mi chiedo per voi che cosa significa lavorare cioè è possibile lavorare
Per entrambi i fronti in opposizione cioè per
Non vi mette questo ancora più a rischio come organizzazione non governativa oppure codette come dire di una specie di
Tacito rispetto per cui essendo poi quelli che aiutate non siete oggetto
Di violenza
Mi interessava questo punto
Ha sicuramente lavorare per tutte e due le
Siamo quasi no
Per lavorare nei nei territori dove controllati da
Da entrambe le fazioni nell'riteniamo una un elemento in più di sicurezza
Proprio perché ci sono alcune leggi ad esempio che lavorano solo nelle nei territori controllati da ribelli che sono sono
Sono così Obiettivo di molti attacchi
Noi che io credo che dobbiamo sempre partire dalla dalla dal terreno poi alla fine le ONG in quanto
Organizzazioni umanitarie devono arrivare alla popolazione indipendentemente dai dai in
Dall'Inter persecuzioni politiche che ci sono dietro e quindi cercare di arrivare a dare il nostro bisogno indipendentemente da chi ci sta
Da chi
Controlla un determinato tipo di territorio
Quindi quindi
Quindi no non non facciamo differenza certo è e
Non a caso ho fatto riferimento questa aiutare nel Commissione e questa è la volontà del parte del Governo di voler controllare gli aiuti militari
A volte dare un puzzo fare riparare un posto non posso in un posto
Controllato dal Governo piuttosto che controllato dalle da dalle forze ribelli fa la differenza nel senso che e come quasi
Determinanti
Le parti in gioco abbiano un'arma in più un polso le polso in più piuttosto che
Ed è dei raccolti in più
Ricordo che proprio una delle di della strategie dei del Janjaweed è quello o del Governo è proprio quello di fare tabula rasa dove pure distruggono polsi distruggono
Distruggono raccolti non non credo solo per una
Per pura cattiveria ma proprio per
Per una una strategia ben precisa
E quindi ovviamente il Governo cerca di tirarci un po'tutti in più dalla sua parte ho fatto anche
L'esempio di questo star internazionale che vuole arrivare nello proviamo con la come dire con la Commissione europea la Commissione europea
A voluto che fossi internazionale e credo non
Non ce lo siamo detti chiaramente ma credo proprio per questo perché c'è probabilmente
Il il Governo voleva spingerci ad assumere una persona sudanese
Che ovviamente avrebbe fatto uno studio e di fattibilità che avrebbe favorito
Determinate zone piuttosto che che altre quindi
Siamo seri giù cerchiamo sempre di di di mantenere un delicato equilibrio tra
Tra riuscire a
A a fornire il nostro supporto strade entrambi entrambe delle
Le fazioni
Grazie se ci sono qualche se c'è qualcuno che vuole intervenire se c'è qualche curiosità tra ecco
Buonasera sono studente di economia avrei una domanda di ricomporre età fra al professor Caretti era depresso sforzo da prima rampe se l'ONU essendo
Insieme appunto di dei vari Stati è normale che ci siano sempre un po'di interferenza cioè uno Stato non può più interessato persona cosa mentre l'altro non lo è di conseguenza le chiedo se c'è soltanto una funzione
A fatti accaduti ovvero solo quando succedono Jennifer cioè stragi e quindi l'attenzione dei media terzo si sposta su questi quindi l'onore tre roulette un po'obbligato se c'è anche per la prevenzione
Non so in che modo la seconda parte invece alla professoressa alla dottoressa era assente
Anche in questo caso in che modo i giornali direzione uno tutti insieme le delizie lei notizie versò in questo caso il Darfur piuttosto che
Quando
C'è stata ci sono state strage nell'altra parte del mondo piuttosto grazie grazie
Difficile ma sicuramente i due aspetti sono molto molto correlati come lei stesso ha intuito presentato alla sua domanda
Due anni qua tre anni fa si è tenuta a Stoccolma l'ultima di una serie di conferenze internazionali dedicato alla prevenzione del genocidio volute dal Primo Ministro svedese Goran Persson c'è un sito anche
Ricordare conclusioni di questa che questa Conferenza con i fatti capitato di partecipare mi aveva colpito molto perché
Le istituzioni internazionali ONU in testa erano pesantemente poste sotto accusa
Kofi Annan il Segretario generale venne
Praticamente col cappello in mano perché dissi disse molto chiaramente da parte di moltissimi moltissime delegazioni
Del cinquantacinque delegazioni governative che facciano parte dalla Conferenza quanto fosse grave la responsabilità per esempio dell'ONU per quanto riguardava il genocidio in Ruanda e se fosse ipoteticamente
Immaginabile prevenire ulteriori genocidi Hui promise la costituzione di una Commissione che avrebbe dovuto individuare in futuro che quindi proprio una sede istituzionale chiamata individuare i segni
Premonitori di un genocidio in altre parole genocidio non è uno scoppio di violenza imprevedibile genocidio oggetto di un'accurata pianificazione
è il caso ruandese lo stava dimostrare la grave responsabilità della comunità internazionale di non averne voluto vedere la portata delle Nazioni Unite ne portano una gravissima responsabilità
Basta leggere alcuni libri che sono stati scritti sulla tragedia ruandese per rendersi conto di quanto questa fosse chiaramente identificabile l'acquisto in Cina di circa novecentotrenta mila ma certe
Nei mesi precedenti il genocidio e non per uso agricolo evidentemente distribuiti capillarmente nei
Nei villaggi
L'incapacità di capire questa incombente tragedia africana da parte delle Nazioni perché al loro vertice avevano due africani Segretario generale era africano il direttore del Dipartimento per le operazioni di peacekeeping e umanitarie era Kofi Annan futuro segretario generale e africano lui medesimo
Segretario generale aveva nominato responsabile il suo rappresentante permanente in quel in quella tormentata Regione un diplomatico camerunese tali Bubu
Giardino ma insomma non
Il quale disgraziatamente tutto fece fuorché prospettare la realtà della tragedia la dimensione della tragedia passo alcune settimane semplicemente a cercare una sistemazione logistica che fosse degna del suo ruolo
Non voleva essere scocciato dopo le sei di sera
Eccetera eccetera ecco quindi queste sono
Una sottovalutazione di una tragedia che era sotto gli occhi di tutti generale romeno dalle chiedeva mille cinquecento uomini per fermare il genocidio e quei due mila cinquecento uomini non sarebbero stati una
Una una forza smisurata
Ecco questa era la dimostrazione di quanto in fondo un genocidio sia identificabile probabilmente con anticipo certo la comunità internazionale ha girato la testa dall'altra parte in quell'occasione
Era una delle tante tragedie africane ecco e quindi come tale lasciata un pochettino a
Assumere una deriva anche politica e mediatica cioè quello che che che quindi ruolo delle Nazioni Unite un ruolo che si ritiene importante tuttora si ritiene importante
Ma come diceva un diplomatico americano fare capo logge perché fu poi anche un uomo politico eccetera le Nazioni Unite sono uno specchio se gli Stati
Quando vedono quando si mettono davanti a a quello specchio non sono soddisfatti dell'immagine che ci trovano non è colpa dello spettro
Certo
Sì sono d'accordo ecco per quanto riguarda
La sua questione è una questione ahimè dolorosa nel senso che che
Io veramente tutti i giorni mi batto perché si parli di Africa perché si caparbi di Balcani perché si parli di Asia
Come vi ripeto il mondo è grande e ovviamente la risposta parte che devo combattere con tutti quelli che invece vogliono che si parli di Borghezio di Calderoli enti tutti quanti nostri simpatici politici Italia
Ma al di là di quello
La risposta che spesso io quando dico facciamo una pagina di africane ma chi se la legge la pagina di Africa allora chiaramente io non ho la risposta non so dire i nomi
Dei miei potenziali lettori della pagina di Africa
Quello che so e che se se
Diciamo la mia controrisposta se vuole un po'debole è
Forse sede persone non comprano più tanti giornale anche perché non si parla abbastanza di Africa per me la risposta è sì
E perché vedo una crescente attenzione della società civile per il mondo soprattutto delle persone delle nuove generazioni che che viaggiano che sanno le lingue che che studiano che si spostano che sono curiosi che vivono in una società più
Mescolata dove ci sono diverse nazionalità diverse etnie
Per cui io personalmente lo continuo a fare ogni giorno questo lavoro di mettere il mondo sulle pagine di un giornale per quello che vale un giornale italiano nell'immensa vastità del cielo
Però
Quello che che mi auguro e che e che ecco che anche in qualche modo grazie a internet grazie ormai alle moltiplicità di di maniere che ci stanno di manifestarsi
E che anche voci della società civile Sileri Dino a chiedere di più
Su questi argomenti perché quando c'è chi chiede
C'è anche qualcuno che risponde
Chi altro e curiosità
Siamo stati forse il tempo diciamo che non ci concede ulteriori indugi vi ringrazio tutti alla prossima
Il Consiglio
Grazie
Grazie mille
Responsabile presso il
Gli amici
Dove