Cerimonia in ricordo di Giovanni Amendola in occasione degli ottanta anni dalla morte

Un giorno
Rivolgo il mio saluto al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ho nuova questa cerimonia con la sua presenza
Saluto con lui il questore del Senato Gianni Nieddu
Il ministro dei Rapporti con il Parlamento Vannino Chiti
Il rappresentante della Corte costituzionale Romano Vaccarella
Le altre autorità presenti e tutti gli intervenuti
Un sincero ringraziamento indirizzò al collega generato bianco
Che in qualità di presidente dell'Associazione nazionale per gli interessi del Mezzogiorno d'Italia
Ha promosso questa giornata di studi ed il professor Gennaro Sasso
Che ricorderà la figura e l'opera di Giovanni Amendola ad ottant'anni della sua tragica scomparso
Un saluto particolare rivolgo ai familiari di Giovanni Amendola oggi presente
Il figlio Pietro
Deputato al Parlamento dalla prima alla quinta legislatura ed i nipoti Piera Giovanni Antonella e Georgina
La vicenda politica ed umana di Giovanni Amendola e legata inscindibilmente a questa sala
Qui
Come ricorda l'iscrizione posta alle mie spalle si riunivano i deputati aventiniana
In risposta alla brutale aggressione perpetrata dal fascismo
Ai danni dell'istruzione parlamentare
Premonitrice della più generale demolizione delle libertà civili e politiche
Che ha funestato per un lungo periodo la storia del nostro Paese
Di quell'esperienza che resta sul piano etico
Una delle pagine significative della nostra storia recente
Al di là dei differenti giudizi politici che su di essa sono stati espressi
Giovanni Amendola fu l'ispiratore e l'animatore principale
Tanto che a quell'esperienza la memoria collettiva del Paese tende ad associare alla sua figura
E la sua testimonianza ideale sino quasi a Dini identificarli con quella ma la storia di Giovanni Amendola non è solamente la storia dall'Aventino
Come l'avvocato come i lavori del convegno odierno documenterà hanno essa è anche una storia di analisi di progettualità politica di ampio respiro
Che precede immensi aventi Miani e che per molti aspetti li oltrepassa e li trascende
Una storia di impegno appassionato per la difesa dello Stato di diritto
Per l'affermazione della democrazia parlamentare
Per la crescita morale e civile della nazione italiana
Condotto nel solco del pensiero liberale
Ed unito saldamente alla temperie culturale della sua cimento lungo una linea di continuità ma anche allo stesso tempo di innovazione
E dia interpretazione della storia della nazione
Questa storia cui solo negli ultimi anni è stata dedicata all'approfondita riflessione che merita
Evidenzia una personalità complessa
Impegnata in un confronto aperto con i problemi posti da una società in rapida trasformazione
Evidenzia una capacità di analisi originale
In grado di coniugare un approccio coraggioso alle contraddizioni del presente
Con una forte dimensione spirituale ai volto al futuro
Alla costruzione di una comunità politica condivisa
E di una convivenza di componenti diverse della comunità politica stessa
Alcuni elementi di questa complessità si ripropongono ancora oggi la nostra riflessione
Legata alla loro modernità e all'opera durante interesse nello sforzo di interpretazione dei fenomeni sociali politici economici e culturali
In questo senso non possiamo dimenticare come Giovanni Amendola fu tra i primi ad aver compreso
Fin dal mille novecentoventitré i pericoli esiziali legati all'ascesa del fascismo
Di cui non tardo a denunciare il carattere eversivo
L'utilizzo indiscriminato e strategico della violenza
Le potenzialità distruttive per la convivenza civile libera e democratica
Allo stesso modo seppe vedeva nel fascismo nascente la minacciosa ambizione a realizzare una trasformazione radicale in senso totalitario dei rapporti tra società partito è stato un'analisi acute puntuale che lo rese presto uno dei più pericolosi avversari dal regime incipiente
E che unite a sì in breve tempo ad un intransigente e fattivo opposizione
Ai metodi brutali del fascismo gli sarebbe costata la vita
Un sacrificio civile e morale che lo accomuna nella memoria storica del paese
A Giacomo Matteotti e agli altri macchine del pensiero antifascista da Antonio Gramsci a Piero Gobetti ai fratelli Rosselli
Da più parti si è segnalato
Il divario che separa l'altissima ispirazione ideale di Giovanni Amendola
Dalla sua traduzione inazione politica concreta in causa efficiente di incidenza della realtà
Tuttavia anche se i suoi vibranti appelli volti a mobilitare un movimento di opinione contro la dittatura
Non riuscirono ad impedirne l'affermazione
è innegabile che la protesta aventiniana abbia posto premesse importanti tra gli anni a venire
Come più in generale la sua testimonianza di vita
In quel clima
Furono gettate le fondamenta e per la costruzione di un'opposizione unitario regime basata sul contributo di culture e sensibilità politiche differenti
Accomunate dalla scelta non negoziabile
Per il primato della dignità della persona umana
Della legalità democratica della libertà e della giustizia
Un metodo che con il concorso di altre forze politiche
Che pure non avevano condiviso la scelta aventiniana
E avevano perseguito altre strade di opposizione come il Partito comunista
Avrebbe condotto nella lotta di liberazione
Al comma Uras delle forze democratiche attorno al progetto di un'Italia nuova affrancata dalla Dec dalla guerra e dalla dittatura
La prospettiva della storia ci consente di vedere oggi con chiarezza
Quanto le idee di Amendola parteciparono alla costruzione del nuovo edificio repubblicano cui pure egli non ebbe modo di potere personalmente contribuito i principi fondamentali della difesa delle istituzioni rappresentative
Della garanzia del pluralismo
Ed è la dialettica parlamentare
Della tutela delle libertà private e pubbliche che hanno rappresentato il nucleo del pensiero di Giovanni Amendola sono oggi parte costruttiva della tavola di valori scritti nella nostra Costituzione Repubblica
E non meno significativo
Sottolineare anche come Amendola abbia saputo intravedeva del Mezzogiorno d'Italia
Una risorsa morale e civile determinante
Per dare sostanza e concretezza a quei valori
Per costruire come ebbe a dire
Una grande moderna spregiudicata democrazia capace di governare il Paese
Mettere in circolo energie nuove troppo lungo escluse dalla vita del Paese
Forse non è stata presente nella lezione di Amendola la capacità di cogliere in profondità gli strumenti e le forme nuove attraverso cui questa partecipazione avrebbe potuto esprimersi non solamente con riferimento alle masse popolari dal Mezzogiorno d'Italia
La formazione risorgimentale
La piena adesione alla prospettiva liberale
Il manifestarsi del fascismo come Partito Chiesa
Che vi offre una fede ma in compenso vi nega il diritto di avere una coscienza sulle sue parole
Hanno indotto Amendola guardare con diffidenza all'emergere dei partiti di massa
Quale che ne fosse la loro matrice ideologica
Di questi egli ha colto acutamente i rischi ma non le straordinarie potenzialità sul piano del compimento della democrazia e del progresso sociale economico e civile della collettività
Tutto ciò non fa comunque vero al valore carico di futuro del suo richiamo alla partecipazione alla vita pubblica
Maturato negli anni del suo impegno
E professato coraggiosamente in un tempo drammatico
In cui gli spazi di espressione del libero pensiero e della liberazione politica venivano progressivamente e inesorabilmente a ridursi
Un appello che è stato soprattutto un incitamento
Ad una rivoluzione etica
Ad un nuovo modo di intendere la presenza dell'individuo all'interno della comunità nel suo scritto
Per una nuova democrazia
Realizzato negli ultimi giorni della sua Baj De vita
Giovanni Amendola sottolineava come il Paese fosse bisognoso soprattutto di forza morale
Di carattere di coscienza
Occorre scriveva
Occorre il lavoro di molte vite a fondo perduto per accettare le solide fondamenta dell'Italia di domani
Noi doniamo quello di cui siamo capaci senza calcolo e senza rimpianto
E ciò che fece realmente Giovanni Amendola
Fino all'estremo sacrificio
Consapevole del prezzo che agli uomini della sua generazione
Avrebbero dovuto pagare per far avanzare la causa della libertà
Della democrazia e della giustizia
Un sacrificio verso cui tutta la comunità nazionale deve guardare con profonda ammirazione ed intensa riconoscenza
Come già colse nel mille novecentoventisei
Un altro grande testimone dell'impegno antifascista
Carlo Rosselli che così scrisse Di Giovanni Amendola
Era lontano dal nostro modo di pensare
Sapevamo che prima o poi ce lo saremmo trovato di fronte come avversario
Ma sui motivi di dissenso spaziava sovrana l'ammirazione per il suo carattere
Per quel suo atteggiamento di paziente intransigenza
Per quel suo composto olocausto
Che ci ha dato un esempio di inimitabile
Frammezza e dignità grazie
Allora la parola il presidente
Gerardo Bianco prego ne ha facoltà presidente tenga
La ringrazio signor Presidente della Repubblica per la sua presenza
Che ci onora che conferisce grande rilievo a questa nostra giornata di studio e di ricordo della figura di Giovanni Amendola
Saluto i rappresentanti del Senato
Il ministro Chiti
Rappresentante della Corte costituzionale
Tutti i colleghi
I giovani studenti del liceo Farnesina della scuola di giornalismo della Luiss professori e presenti tutti che hanno accettato il nostro invito
Un affettuoso saluto rivolgo a te Pietro Amendola
La signora Lara al nipote Giovanni a tutta la famiglia alla bella famiglia che si è oggi qui raccolta comuni a lei signor presidente dalla Camera
Ma la nostra più viva riconoscenza
Per la sua introduzione così articolata complessa
E profonda
E anche per averci concesso la disponibilità di questa sala
Passa la storica
Dovessi vissero tra speranze e delusioni le giornate dell'Aventino
Come ricorda la lapide che abbiamo qui alle spalle di fronte a voi
E che videro Giovanni Amendola protagonista di una sfortunata ma nobilissima battaglia in difesa della libertà della democrazia e del Parlamento
Fu quella una pagina gloriosa
Nell'eclissi delle conoscenze politica dell'epoca
Un coraggioso sussulto di spirito risorgimentale
Che è sempre l'animo forse anche per ricordo del nonno garibaldino
Giovanni Amendola
Ed è una storia che non può essere misurata con il metro della Realpolitik che spesso ragiona sul successo sull'insuccesso riflettendo quell'arroganza dei posteri si potrebbe dire del senno di poi che spesso altera il giudizio dalla storia
Quelle Radice quella vicenda
Fu l'ultimo disperato tentativo di opporsi all'oppressione fascista ed è indubbiamente legata al nove di Giovanni Amendola
Sono trascorsi ottant'anni dalla sua tragica fine ne aveva solo quarantaquattro
E la sua affascinante personalità ancora oggi ci coinvolge e sempre più uscì intriga a mano a mano che più ampia risulta la conoscenza dei suoi scritti e della sua opera culturale e politica
Ma non è mio compito oggi parlare della sua persona della ricchezza culturale della sua formazione affatto cioè in parte il Presidente della Camera della sua intransigenza etico civile lo farà con il rigore e la profondità che era caratterizzano tuttora sua grande storia di studioso il nostro consigliere Gennaro Sasso Allo rivolgo grasse dall'associazione
Ma la nostra viva riconoscenza ma anche agli studiosi
Che già hanno scritto pagine importanti sui Giovanni Amendola e che oggi pomeriggio approfondiranno sotto varie angolazioni la figura la sua figura e la vita di quella fervida e drammatica stagione culturale e politica che fu il primo Novecento si tratta di un quarto di secolo nel quale si accesero grandi speranze
Fiorirono profondi rivolgimenti spirituali
Ma si consumarono anche grandi tragedie e nefaste avventure Giovanni Amendola visse con intensità e con viva coscienza di liberaldemocratico quella stagione segnandone anche il secolo
Sono aspetti che seminario pomeridiano di oggi sicuramente esplorerà e approfondirà
Offrendo agli studiosi nuovi elementi di giudizio fatti dati attentamente analizzati il criticamente controllati senza quella rincorsa piuttosto frettolosa ed arbitraria ai revisionismi
A favorire questa ricerca contribuirà anche il volume fresco di stampa il quinto dalla serie dell'epistolario di Giovanni Amendola che l'anime ha proprio in questi giorni pubblicato era il volume che Pietro Amendola aspettava con ansia cortesemente costantemente sollecitando come vedi caro Pietro ce l'abbiamo fatta ce la faremo ancora per l'ultimo volume
Noi pensiamo che questo volume
Consentirà di soffermarci ancora per quando col momento sulla personalità di Giovanni Amendola
è stato pubblicato nella collezione degli studi meridionali
Dalla nostra associazione fondata negli anni Venti da Zanotti Bianco che furono degli interlocutori dei corrispondenti di Giovanni Amendola
La pubblicazione
Fu allora una intuizione di Maglio Rossi Doria signor Presidente della Repubblica ricordiamo ancora come memorabile
Il suo ricordo fatto in un'aula del Senato del nostro appunto presidente ex presidenze Manlio Rossi Doria la sua intuizione fu seguita
Anche da Michele Cifarelli
Il quinto volume segue a venti anni di distanza dal primo pubblicato nel mille novecentottantasei che conteneva il carteggio del Periodo novantasette mille ottocentonovantasette mila novecentonove potremmo dire del noviziato di Giovanni Amendola
è stata dunque una lunga ma persistente fatica della quale dobbiamo essere grati all'accortissimo curatore Elio D'Auria che ha portato ormai quasi al compimento all'intero epistolario
Qualche minuto fa Pietro mi chiedeva e l'ultimo volume
Manca il periodo del tormento ed è la tragedia
Periodo che va dal ventiquattro ventisei che il suggello anche di un'esperienza umana e politica
Che ha il sapore della tragedia antica
Anche questo volume è in corso di preparazione
Ma la tenace e potremmo dire certosina pazienza di D'Auria
Chi chiare spronato ovunque in ogni direzione negli archivi privati e pubblici d'Italia all'estero in Francia come in America
Già ci offre materiali ricchissimo che aiuta a comprendere come credo quasi nessun altro epistolario del tempo uomini e vicende del primo quarto del secolo ventesimo
I corrispondenti di Amendola sono i massimi protagonisti intellettuali e politici dell'epoca
Ne emerge lo spaccato di un'età vissuta dall'interno nello svolgimento quotidiano degli aventi e quelle lettere finiscono per raccontare appunto cruciali squarci di storia
Forti competizioni letterarie le grandi ambizioni culturali delle riviste fiorentine del primo decennio del Novecento umori e malumori gelosie rivalità ma anche la tenera vicenda d'amore di Gianni Amendola con la moglie Eva narrata in francese
Chi vorrà immergersi nella lettura di questi di queste pagine che sono scritti in modo limpido preciso talvolta scabro troverà preziosi elementi per capire per esempio gli antefatti della Grande Guerra
Per registrarne le illusioni e le delusioni che ne derivarono per comprendere le difficoltà che si verificarono per la stabilizzazione democratica del governo dell'Italia
Ma le lettere aprono anche una illuminante apertura sulla vigorosa
Se è vera personalità di Amendola sul forte legame con la sua terra con Sarno la sua città
Sul suo meridionalismo mai settorializzato ma inseriti una concezione unitaria nazionale sulla sua robusto la visione etico civile che lo inserisce nella grande tradizione dell'Illuminismo napoletano
L'epistolario ceduta dunque indagare nel profondo anche dalla spiritualità di Amendola a scoprire le sorgenti morali che ebbero del religioso che ispirarono la sua scelte di vita
Inquieta per esempio leggere in una lettera del ventitré gennaio mille novecentoventitré ad Ardengo Soffici quando già la violenza fascista tra volgeva proprio nella sua città Saronni
E in Italia leggi regole e libertà questa malinconica ma fermissima frasi sono scriveva Amendola indubbiamente tra coloro che daranno lietamente alla vita per non vi verrà il nobilmente
E così appunto accadde
Montecatini pagando poi con la vita mentre una parte non piccola proprio dei suoi corrispondenti e i suoi interlocutori
Trasmisi gravano lasciandolo solo
Non disegna Antonio quei vecchi amici propter vitam vivendi perdere causam s'pur di sopravvivere perdere le ragioni stesse della vita
Egli invece ebbe la forza di resistere perché al di là delle convinzioni filosofiche politiche profonda fu la sua spiritualità e la fede e la libertà
Nel mille novecentoundici Amendola aveva pubblicato le Rime di Michelangelo
Con una intensa prefazione
Così in una lettera al grande poeta di origine basca ma spagnolo di quel de Unamuno spiegava quella sua scelta
Io credo egli scriveva di aver visto il giusto nell'anima di Michelangelo poiché molto l'amo
E perché in essa ritrovo alcuni dei motivi di vita che mi sono più troppi e preziosi sottolineo Dino appagamento dalla realtà
Finita
L'anelito alla realtà platonica
Solo parole rivelatrici dalla interiorità di Giovanni Amendola protesta dunque oltre alla finitezza del reale per traguardi più alti che solo l'esercizio concreto della libertà Popp unto guadagnare
Consentitemi una citazione un po'banale
Ma vera i celebri versi di Dante libertà va cercando ch'è sì cara come sa chi per lei vita rifiuta trovarono in Giovanni Amendola un reale e consapevole testimonianza
Sulla sua tomba a Cannes Domenico Bracco dettò una semplice ma sublime epigrafe qui vive Giovanni Amendola aspettando egli non sopravvisse al mese attentato fascista Di Monte di Montecatini a sopravvivere se la sua ombra sopravvisse suo coraggio il suo esempio di vita e come tutte le grandi ombre
Ispirò le generazioni future consegnando la preziosa lezione che la libertà e la democrazia non sono conquista per sempre ma si difendono ogni giorno con fede compassione cono le sa
Allora la parola Gennaro Sasso componente del consiglio direttivo nell'anni
Signor Presidente della Repubblica
Signor presidente della Camera dei deputati
Rappresentanti delle istituzioni signore e signori
Permettetemi innanzitutto di rivolgere un cordiale saluto ai familiari di Giovanni Amendola qui presenti
Fra il mille novecentoquattro fra il mille novecentoquattordici Giovanni Amendola tracciò le linee di un sistema filosofico che aveva al suo centro la moralità
Lo aveva delineato mentre non insensibile altri dèi circolante in quegli anni della cultura europea studiava intensamente i filosofi dell'idealismo classico tedesco e in modo particolare canta
Che rimase per tutta la sua vita l'autore degli autori quello che gli consentì di svolgere il filo della sua personale concezione del pensiero e della volontà
Da Cantet e non viceversa e gli pervenne a Schopenhauer al quali momenti particolari della sua vita guardo con grande interesse perché gli sembrò che la sua idea della volontà richiamasse l'attenzione sulla forza oscura
E razionale che sta al fondo dell'esistenza e con la quale è necessario entrare in contatto subendo l'Ama per riscattarla e elaborarla nella libera decisione morale
Il che spiega e permette di capire perché da Cantet e dagli altri filosofi dell'idealismo classico tedesco egli trovasse facile il passaggio al pensiero di mente birra
Alla sua idea come scrisse una volta dello sforzo evoluto il quale si esercita su di una materia psichica in coordinate da che caotica
Canta e non fu peraltro il solo da cui interessa insegnamenti fondamentali
Se nega il che pure studiò e discusse nella questione della prima triade del comincia mento assoluto non riuscì tuttavia a fare vibrare le corde più profonde della sua personalità
Diverso fu il caso di Fichte e di Schelling ai quali gli dedicò invece pare attenzione essendone stato per vari aspetti colpito
Ne scrisse infatti in sede non soltanto etica ma anche logica come può vedersi nel saggio sulle categorie che egli compose tra il mille novecentoundici e il mille novecentododici
Per pubblicarlo anno successivo e nel quale del resto andò ben oltre i confini dell'idealismo classico in quel saggio trattò infatti anche di Juppé e di Adolf Trendelenburg del quale è infatti impossibile che non avesse conosciuta la famosa critica che aveva rivolta alla riduzione hegeliana del divenire dagli astratti essere nulla
Posso prendere ma a pensarci bene soltanto in parte che così poco presente fosse stato nella sua formazione l'idealismo italiano nella sua versione crociana e in quella gentiliana
I due filosofi che in Italia avevo inaugurata la stagione idealistica non gli furono certo sconosciuti e non furono tuttavia non solo Gentile ma anche Croce essenziali per lui
In realtà
Gli anni dei quali emendo la forma o se stesso come filosofo coinciso Rin parte con quelli che videro la formazione della filosofia dello spirito
La quale giunsi infatti al suo compimento intorno al mille novecentotredici quando con la pubblicazione del saggio sulle categorie egli cioè Amendola in pratica metteva fine al suo periodo filosofico
Eh sì comunque che si concluse quindi anche nel momento in cui corre conferenze palermitane il sommario di pedagogia gentile conferiva suo idealismo la sua prima forma sistematica di tutto questo occorre far conto
Perché lontano come era dell'idealismo e dalla filosofia cattolica nelle sue varie forme non sfugga la relativa solitudine nella quale in Italia Amendola share con la sua strada
Occorre farne conto perché da questa situazione di solitudine e di indipendenza deriva una conseguenza paradossale che sia pure in breve merita di essere sottolineata
Con Croce negli anni dell'attività filosofica il rapporto non era stato facile
Si fece decisamente difficile fra il mille novecentoquattordici e mille novecentoquindici quando il suo interventismo entrano decisamente in conflitto con l'atteggiamento del filosofo anche con grande preoccupazione
E non a torto guardava al coinvolgimento del fragile Stato italiano nella tragedia della guerra
Ad Alessandro Casati che grande suo amico anche lo era però di Croce scrisse allora che quest'ultimo era un maestro di tarda epoca barocca un'epoca che forse sta per finire
E aggiungeva oggi mentre tanti uomini cadono mentre si decidono così gravi destini
Ed è Jeon Sadocco tutto rinunciare nel giudizio sulle cose quel suo atteggiamento un po'vistosamente pedagogico io avverto anche più che in passato l'assenza di una profonda ispirazione umana
Di un caldo e ampio alito religioso nella sua filosofia
E tutta la sua opera mi sembra piuttosto l'estrema sillaba di un'età che cade che non è il primo accenno di una vita che si inizi
L'accenno che allora Amendola faceva l'assenza nella filosofia di Croce di una profonda ispirazione umana nonché di un caldo anni più alito religioso dice molto ragiono torturate avesse nel giudicare così circa il modo in cui quell'ispirazione quel caldo alito ero invece intesa Luigi
Che aveva sostenuto che di per sé la volontà è il bene ma non si era nascosto per la sua pensione poteva venir meno
Che l'anima poteva dividersi in se stessa e che questo proprio questo è il momento in cui intesa come Grazia
La religione doveva intervenire a restituire la personalità unità laddove la volontà si fosse come divisa resa torbida
Che questa idea secondo la quale era l'abbandono prodotto dal venir meno della volontà a determinare per intero una reazione di insorgenza della vita religiosa
Forse tanto suggestiva quanto concettualmente poco elaborata risulta quando se ne segue la linea nelle pagine del saggio sulla volontà
Risulta evidente ma nella forma in cui si presentava in quel saggio era tuttavia l'espressione di un moto profondo della sua anima della capacità che nei momenti decisivi dell'esistenza fu sua
Di sentire con forza alla chiamata della coscienza sede del dio di ascoltarne la voce di percepire se stesso come uno che fosse votato ad un compito ineludibile
Chi lo conobbe parlò di lui
Come di una coscienza calvinista che sebbene il nome del duro e in Clemente come ebbe a definirlo poi Adolfo Omodeo riformatore ginevrino ricorre di rado nei suoi scritti la definizione ha una sua verità
Trova riscontro nelle cose del suo pensiero e soprattutto della sua vita avrebbe storto perciò in questa definizione sospettasse la retorica
La protesta Carlo rammendo venerava contro la freddezza di Croce non era in quegli anni soltanto sua era stata per esempio condivisa da molti e per citare il caso più nobile
Da Renato Serra nel famoso esami di coscienza scritto alla vigilia della morte in combattimento
Ma al di là o al di qua dei nobili accenti nel discorso di Serra fiera dell'estetismo
Qualcosa di sospeso ed incerto tra la vita la letteratura era a disposizione al misticismo
INA mentre invece non c'era niente di tutto questo dell'estetismo che fu allora agli inizi del ventesimo secolo uno dei sintomi del mare che Travaglia vari conoscenze egli fu sempre immune
Ne fu anzi un critico deciso che la grazia che discendeva nell'anima sollevarla dallo sconforto non era il premio conferito alla disposizione mistica era il segno del ritrovata Energia morale
Sta qui la radice del paradosso acquisì sopra ci accennava al di là della questione della guerra se si dovesse volerla o invece non volerla
Al di là del significato che si fosse ritenuto di dovere conferisce a questo evento che sia non siamo di proporzioni mai per innanzi sperimentate
Nell'atteggiamento che dinanzi a tutto ciò Amendola aveva assunto era visibile un tratto che fortemente lo avvicinava crochet di altrettanto lo allontanava moralmente
Dagli atteggiamenti dei Prezzolini dei trattini dei soffici
Il cui pensiero poteva nei riguardi della guerra essere simile al suo ma non risuonava nel suo questo tratto era costituito dall'avversione che entrambi amendolea Croce nutrivano nei confronti dell'estetismo e quindi di d'Annunzio delle Sei personaggi la volontà della quale Amendola si era impegnato a delineare la teoria
Era infatti tutt'altra cosa dalle velleità dei Corrado operando degli Andrea spire si Sperelli dei listelli io frena ed esordirà Oristano
Non era uno spasimo cerco con cui corso Rosen devono al piacere e al dominio che era al contrario la capacità di chiudere nel cerchio ferreo della sintesi etica ogni tendenza centrifuga Egidio creatrice
E in questo
Quella di cui parlava Luís era assai simile alla volontà che Croce aveva teorizzato nella filosofia della pratica
Che non per caso forse fra i volumi della filosofia dello spirito fu quello che più attrasse il suo interesse impegno la sua riflessione
Ho detto non a caso la filosofia della pratica del mille novecentootto il primo serio pronunziamento anti dannunziano di Amendola in un articolo del mille novecentosette
Ma del mille novecentotrenta e il saggio crociano su d'Annunzio con l'accusa caratterizzazione di Luís come dire tante di sensazioni
La grande crisi del mille novecentoquattordici dimostrò
E con il mondo delle avanguardie delle sue riviste Amendola in realtà ha da poco ogni ente a che vedere
Come mai allora era entrato agli inizi del secolo a far parte di questi come poté sembrare che fosse uno degli uomini che AS avevano dato la vita
Se nel momento decisivo quelli non furono con lui
Dico durante il fascismo
Ogni risposta che cercasse se stessa nell'inquietudini nel vario ribellismo caratterizzanti gli inizi di un secolo che sarebbe stato fra i più tragici dell'età moderna
Non varrebbe a dare ragione di questa appartenenza
Che fu innegabile e come si è detto non era tuttavia destinata a durare
Le ragioni
Che senza drammi senza traumi esistenziali ma nettamente determinarne il distacco sono forse da ricercare nella diversa idea che rispetto a quei suoi amici Amendola ebbe della storia d'Italia
Al cui problema il documento è forse perché scrisse del tasso e di Michelangelo egli si era avvicinata e guardava con concetti
E con occhi non molto diversi da quelli che erano stati di Francesco De Santis Enrico a ritrovare il documento nelle pagine della storia della letteratura italiana
Con concetti che quando mai invece potrebbero essere ritrovati impresso Rini in Papini in Ardengo Soffici
Il ribellismo estetizzante di quei personaggi
Tutti o quasi destinati in seguito a passare nelle file del fascismo non ebbe mai alcun riscontro nel suo animo e seppure in certi momenti poste darvi segno disse non era destinato a mettervi radici e a produrre conseguenze
Da De Santis Amendola aveva preso che Rinascimento fu al di là dello splendore artistico-letterario una scriveva severa tragedia il documento tanto più drammatico quanto più intriso di cultura e di sapienza di un forte inarrestabile declino
La scienza l'aveva detto De Santis era cresciuta a dismisura ha speso della vita
Ed era ovviamente l'avevo imparato che schiacciante era perciò il peso che il passato il glorioso passato italiano faceva gravare sulla politica ossia suoni Progetto che si fosse delineato per contrastare la decadenza
E se la lesse fu semmai da secondino attuale di micce a confermarlo in questa convinzione
Come gli infatti si sosteneva nella storia l'utilità che può ricavarsi se ne dire intrecciata con il danno che altre si può derivarne all'iniziativa e all'azione
Da Croce infine Amendola imparato che non era affetto con gesti e atteggiamenti estetici che i problemi della società italiana avrebbero mai potuto essere affrontati e avviati verso una decente soluzione
In realtà l'estetismo che fin dall'inizio della sua carriera di scrittore egli incontrò non solo nel costume dei letterati
Ma persino nelle idee e negli atteggiamenti dei politici fu da lui considerato come sintomo di una malattia grave dello spirito italiano
E deve dirsi europeo
Quando nel mille novecentoquattordici Mussolini conduceva dalle colonne del Popolo d'Italia
La sua battaglia a favore dell'intervento Amendola che interventista era anche lui non ebbe dubbi l'interventismo e moralismo erano in quell'avventuroso personaggio
La stessa cosa dell'estetismo una sua forma particolare
Lo scrisse in questi stessi termini accasati il dieci dicembre di quell'anno
E a parte che a quella data il giudizio aveva del profetico certo è che nell'Italia di allora
Che divisa fra diversi ispirazioni e passioni non riusciva a trovare il punto dell'equilibrio e dell'autentica maturità morale Amendola si sentiva a disagio quale che fosse la posizione che gli allora teneva nello schieramento politico
E parlamentare certo è che prima di essere politico il suo era un atteggiamento di chi soprattutto alla questione morale guardava e della responsabilità e del coraggio civile personale che la situazione richiedeva
Avvertiva la necessità che l'urgenza
Lo scrisse ancora una volta Casati il ventinove aprile del mille novecentoquindici a poche settimane dal coinvolgimento dell'Italia nel conflitto e sono parole che meritano di essere ascoltate
Alberto oggi più vivacemente ciò che ho spesso per sentito
Che il tempo non ha valori in cui crede e si possa credere seriamente
Ma è tragicamente agito dal meccanismo del suo divenire che il mio Paese quasi non partecipa fatto a quel po'di vite ideale cantato tuttavia sapore al mondo
Non partecipa perché partecipa sono letteralmente letterariamente con povertà dichiarazione e grande grave sterilità di valore pratico
E aggiungeva vivo in questa vigilia in uno stato di Felice distacco dalle illusioni dei miei coetanei
Che mi permette di avvicinarmi con serietà e con tranquillità alla grande prova
Chi è suo distacco fosse felice può naturalmente dubitarsi non però che fosse un distacco dalle illusioni
Fu nel mille novecentododici che nella vita di Amendola si determinò la svolta che dagli studi doveva definitivamente consegnarlo alla vita politica
Fu quando in quell'anno accettò di diventare insieme Enrico De Marinis il corrispondente politico romano del Resto del Carlino
Può darsi che a determinare questa sua decisione forse è stata l'esperienza che aveva fatta della vita accademica italiana
Dei suoi intrighi delle sue bassezze nella sua attitudine e buona disposizione a far prevalere i peggiori sui migliori e a scegliere questi quasi per caso
Ma certo è che sì ci fu un uomo che in quegli anni avesse lavorato a far sì che il pensiero chiamasse l'azione era volontà tendesse dall'alto
Partendo tuttavia dalle terrestri passioni di questo mondo quest'uomo fu Giovanni Amendola se come Gobetti scrisse nel mille novecento ventisei
In un politico distinto di sistema filosofico non poteva essere che il sistema della vita morale intesa come tragedia di individui
Se l'etica e la biografia in quanto questa fosse appunto stata la storia dei tormenti partiti per la conquista della personalità
Allora era chiaro che il bel Ruffo la chiamata non poteva tardare a far sentire la sua voce alla quale era infatti impossibile che dopo che questa gli era risuonata dentro Amendola non rispondesse
Per dirla alla maniera di Max Weber prima di essere un po'una professione la politica era per lui una vocazione il bere Huff appunto in termini Cantiani l'imperativo categorico
Se questa ne fosse la sede il discorso dovrebbe a questo punto seguire il personaggio che nei protagonista attraverso le vicende che fra il mille novecentododici
E il mille novecentoventisei caratterizzarono la vita politica italiana e in questa la sua di giornalista di deputato di ministro
Seguito nel percorso che da posizioni liberali ma conservatrici lo condussero poco alla volta di una sponda di assai più esplicita democrazia e in qualche modo ne fece i precursori inconsapevole
Di quanti in seguito si impegnarono a far cadere vecchie barriere e altrettante incomprensioni a intrecciare insieme non solo il liberalismo era da poco sia ma con Luna e con l'altra anche il socialismo non quello che ebbe la sua particolare attrazione in Russia dopo la rivoluzione dell'ottobre mille novecentodiciassette ma l'altro delle
Socialdemocrazie europee
Si è detto precursore inconsapevole ed era ovvio credo che si dicesse così per parte sua infatti Amendola fu sempre
Fu e sempre rimase un liberale uno strenuo difensore del sistema costituzionale fondato sul Parlamento e rappresentativo e sul link rinunciarvi intangibilità delle libertà politiche e civili
Al socialismo non solo la sua prassi ma anche alla sua teoria o alle sue teorie oppose suo diverso modo di pensare ed esercitare la politica
Non solo la prassi dunque ma anche alle teorie e su questo ritengo che si debba insistere
Non è buon metodo in studio Previti in storiografia ricavare conclusioni ex Silenzio
Ma almeno nel caso dell'atteggiamento tenuto nei confronti di Marx e del marxismo la regola può avere una eccezione se è vero che quanto il suo nome il suo pensiero erano presenti
Nel dibattito politico e culturale di quegli anni di altrettanto furono assenti nel discorso di Amendola che raramente infatti se ho ben visto vi si riferì malgrado le vivaci discussioni che il pensiero di Marx aveva suscitato in Italia tra la fine del diciannove il diciannovesimo e gli inizi del ventesimo secolo a opera di studiosi che per fare solo quali questi esempi si chiamavano Antonio Labriola
Benedetto Croce Giovanni Gentile a queste discute ai loro riflessi negli anni in cui fu attivo nella vita politica Amendola non sembrò interessarsi
Sebbene sia impensabile che non ne avesse nozione
Con i socialisti sia riformisti sia massimalisti e qui dopo il congresso di Livorno per i comunisti con Antonio Gramsci la polemica fu ferma senza che mai peraltro salisse dal piano della prassi e quello della teoria
Fu ferma nel rifiuto della prassi rivoluzionaria che sempre Amendola giudicò diretto al sovvertimento non al superamento e magari all'inveramento dello Stato liberale
E meritevole perciò di essere contrastata da chi fosse stato sul serio convinto de intrinseca volontà nonché delle molte potenzialità di quest'ultimo al quale era perciò doveroso che si cercasse di restituire l'anima avvilita e perduta
Il punto importante e merita di essere approfondito
Tra le forze che la guerra mondiale aveva spinto al proscenio
Fedele all'idea sua della libertà ostile a sintesi teorica e dietro le quali si nascondesse il compromesso politico Amendola non fare come di azioni alieno come sempre era stato da ogni sorta di provvidenziali Isma'storiografico o politico non si permise mai di porsi nella posizione di chi crede di poterne prefigurare gli svolgimenti
Nella pretesa di averne compresa la logica profonda
E in questo fu proprio l'opposto di Gobetti con il quale condivise tuttavia il destino di subire libertatis causa la violenza di quella che altri decorava con il nome della storia della sua necessità
Nel segno di questo rigore intellettuale e morale Amendola combatte senza alcuna esitazione la sua battaglia contro il fascismo
Stese ogni suo Energia nella difesa intransigente della libertà non indietreggia nemmeno quando avevo fatto oggetto diretto di fronte alla violenza delle squadre
Seppe essere come una volta ebbe a dire di se stesso un combattente non vittorioso ossia uno che combatteva sebbene in corso sapesse io non essere destinato alla vittoria
Per questa consapevolezza che la battaglia dovesse comunque essere combattuta quali che fossero le forze a disposizione e malgrado l'alta probabilità della sconfitta agli uomini di buona volontà dette una memorabile esempio di coraggio nell'atto in cui impartire essi una grande lezione
Insegna infatti che per la libertà si deve essere disposti affidare
L'isolamento che a sopportare il peso della solitudine
E neanche ti anche nel recente passato sia pure in un diverso contesto ha vissuto una simile esperienza
E per non tradire se stesso in primo luogo ho dovuto respingere alleanze politicamente e moralmente disonorevole ha riconosciuto in Giovanni Amendola il suo primo lontano maestro
Gli anni che vanno dal mille novecentodiciannove
Dal mille novecentoventiquattro furono quelli in cui lo Stato italiano entrò nella grande crisi che si concluse con la sua morte e trasfigurazione nella dittatura fascista
Furono gli anni in cui costretto a sostenere e a subire la sfida socialista disceso dirigente liberare la sostenne senza appunto riuscirà non subirla
Ossia senza saper trovare in sé l'energia bastante ad affrontarlo nel segno non della paura del compromesso non del Vestino interessa di classe ma degli ideali della libertà ed era loro intransigenza sette difesa il che significava allora senza mettersi nelle mani di un alleato che era in realtà un padrone più che disposto a distruggerli che a spegnerli per sempre
Insomma fa il coraggio e la paura
Il ceto dirigente scelse allora la paura
Fra gli ideali gli interessi scelse questi ultimi il che propriamente avvenne fra il mille novecentodiciannove e mille novecentoventidue e quindi dopo che il governo del Paese fu affiliato dal sovrano a Benito Mussolini
Nel biennio successivo
Quando anche fra i rappresentanti più insigni del vecchio ceto liberale e non soltanto fra questi si venne formando un fatale convincimento
Quello che prese forma nella tesi secondo cui il fascismo era una forza bensì rozza e alquanto incolta
Ma vitale tuttavia una forza che dopo aver pestato e le sue energie al unguento è stato liberale facilmente sarebbe stata riassorbita quando questo fosse stato adeguatamente Rings agguato quella di cui che sta parlando non era la tesi di quei liberali che alla maniera di Giovanni Gentile
Nel fascismo pretendevano di avere individuato alla forza destinata a raccogliere la vera eredità del Risorgimento
E dei suoi uomini migliori che sempre a suo parere avrebbero saputo che l'essenza della libertà consiste nell'Autorità da cui lo Stato e difeso
Era bensì la tesi che nella sua forma più immediata fu sostenuto da Giovanni Giolitti convinto che con il fascismo si potesse giocare una partita definita dalle regole
Del gioco parlamentare e in quella più elaborata fu ragionata da Benedetto Croce che fascista certo non era ne era incline a simpatie intellettuale nei confronti di un movimento nel quale non da ieri ma per tempo aveva colto il tratto il razionalisti Co. futuristico dannunziano e tuttavia era anche persuaso che così profonda fosse la crisi dello Stato liberale senza l'intervento di una forza estranea quest'anno avrebbe potuto essere curata risolta
Ben presto davvero Croce dovette accorgersi che quella del fascismo era non vitalità
Magari barbarica e persino generosa
Ma come disse infermità e debolezza della quale la violenza era il temibile sintomo ma per allora gli parve che questa fosse l'unica l'utile funzione che fascismo avrebbe potuto svolgerà se le forze liberali si fossero vieni nate e messe in grado di ridurlo alla loro misura
Il che era non solo ingenuo come Croce ebbe l'onestà di riconoscere
Con esplicite durante il fascismo implicite parole era anche contraddittorio perché posta la verità della premessa
E cioè la gravità della malattia liberale e il suo comunque lungo decorso la discende Herrera nonché il malato si sarebbe liberato del medico ma che questo l'avrebbe avuto in pugno perse
Per parte sua vedendo il giorno dopo giorno per la grave stagione di crisi Amendola si fece lui pure forse qualche illusione
Come quando per esempio il ventotto settembre mille novecentoventidue sembrò augurarsi ritenere possibile quello che nel profondo di se forse sapeva che non lo era
E cioè che l'indecisione
Che era in alcuni settori del fascismo fra violenza e legalità si risolvesse nel senso della seconda che la crisi dello Stato potesse essere avviata verso un esito non negativo
Ma nell'insieme seppur ci fu la sua fu pur sempre illusione la Breve illusione di uno che della violenza da una parte della legalità da un'altra cresceva netto e non equivoco il giudizio
Di uno che chiamava le cose con il loro nome e distingueva e che non ritenne mai che alla legalità costituzionale proprio la violenza potesse essere e servire di aiuto quando l'otto ottobre mille novecentoventidue
Alla vigilia della marcia su Roma tra ciò quello che definì il limite invalicabile le sue parole furono le più forti le più nette
Che allora ci dissero oggi scrisse si parla apertamente di rotta fra uno stato che non hanno che prende nome da un partito e lo Stato che si definisce ufficiale
Tutti coloro che non hanno smarrito la coscienza della realtà non posso indugiare nella scelta del campo
Difendere lo Stato significa salvare dalla rovina il patrimonio materiale immorale della collettività
Nazionale la prevalenza oppressiva di un partito sullo stato lancerebbe nel vortice sovvertito ore di violenza alterne ed opposte gli spiriti sediziose lì illusi
E determinerebbe dentro e fuori i confini l'umiliazione dei principi che lo sfacelo dei valori stessi che il fascismo sorgendo proclamò di voler servire e proteggere
Pochi giorni dopo polemizzando con Dino Grandi trovava il modo di dichiarare impossibile ogni compromesso da una parte il fascismo con l'illegalità e la violenza
Da un'altra il vero libri liberalismo che non potrebbe mai avendo la consapevolezza della sua vera natura non sentirsi come la stessa cosa della democrazia
Quando
Dopo la marcia del ventotto ottobre
Mussolini formò il suo governo ancora una volta Mendo non si fece alcuna illusione circa la possibilità che il fascismo rientrasse nell'ordine costituzionale e che con le parole ma soprattutto con i fatti il suo capo
Mostrasse di essere consapevole che il governo aveva ricevuto dalle mani del re non dalla forza di manipoli
Lo scrisse con incisiva chiarezza l'undici aprile mille novecentoventitré e torno a dichiarare che ha una visione diverso da quella che riteneva l'unica possibile non si sarebbe piegato mai perché a impedirglielo sarebbe stata la sua coscienza
Dopo aver accennato ai conflitti che a giudizio di alcuni si sarebbero determinati nell'animo di Mussolini diviso ancora una volta per il richiamo della legalità il fascino della violenza
Nemmeno per un momento ritenne possibile che quel personaggio fosse capace di ospitarne di tale natura
E che a determinare in lui atti e parole potesse essere altro che la più elementare ragion di Stato
Definitiva restava presso di lui l'idea che da tempo si era fatto dell'uomo come di un inestricabile intreccio di cinismo estetismo deteriore pragmatismo
Tenace rimettete argomento di tattica politica che potesse farlo deviare dalla linea dell'intransigenza
Del resto la violenza che il fascismo il potere seguita da esercitare contro la libera stampa
E le organizzazioni dei lavoratori
Anche la sua persona aveva avuto a oggetto sì che c'era poco da illudersi anche volendo e Amendola lo si è già detto non era uno che amasse le illusioni fu in questo clima e per la forza di queste convinzioni
Fu in questo clima nel quale a fronteggiarsi erano da una parte i manganelli e i pugnali degli squadristi da un'altra gli argomenti di coloro che all'intransigenza non vedevano alternative
Fu in questo clima che maturo
E nacque l'idea dell'Aventino fosse la decisione che dopo l'assassinio di Giacomo Matteotti l'opposizione prese di abbandonare l'aula di Montecitorio affinché sul delitto non fosse stata fatta come si diceva piena luce
L'abbandono dell'aula da parte dei parlamentari dell'opposizione recò con sé come conseguenza la chiusura del Parlamento
E mentre alcuni per esempio Claudio Treves secondo la testimonianza resa da Giorgio levi Della vida
Ancora nutrivano illusione che a Camere chiuse le imminenti vacanze estive avrebbero contribuito a rasserenare il clima
Di fronte aventiniana cominciò a dare segni di cedimento e a dividersi
Da una parte stavano quelli che con Amendola ritenevano che il ritiro dal Parlamento dovesse essere ribadito senza che per ciò la lotta alla quale era stato dato a quella forma dovesse assumerne altre
E arrendersi concreta per esempio nella proclamazione di uno sciopero generale
Da un'altra e a sostenere questa tesi erano in primo luogo i parlamentari comunisti
Sappia sostenere questa tesi erano in primo luogo di parlamentari comunisti stavano quelli che proprio a questo esito ritenevano che dovesse darsi luogo convinti come erano che la testimonianza morale non potesse essere se non il prologo di un'autentica azione politica
Nel gruppo aventiniana del conflitto che vi si era determinato attarda ben presto insanabile
Dopo avervi aderito i comunisti e quanti avevano dubbi sullo personalità di persistere a oltranza in quella decisione si ritirarono adesso determinandone o contribuendo a determinarne il fallimento
Si è molto discusso e ancora si discuterà sul significato dell'Aventino e sul senso della sua sconfitta
Ma al di là dei particolari errori e incertezze al di là di quello che potrebbe essere definito come il dottrina risma o di coloro che sostenevano la necessità dell'Azione rivoluzionaria in una situazione che palesemente non era matura per essa
Al di là delle incertezze di altri
Resta tuttavia il giudizio la valutazione di Amendola la secessione parlamentare la protesta etica
Che l'avevi ispirata erano l'unica arma che forzando senza tuttavia infrangere lo il confine della legalità consentisse di rimanere nel suo ambito
Nell'atto in cui altri si si
Dewar Ciarrocchi avesse voluto capire che il limite era stato toccato con il fascismo nessun accordo era ormai possibile
Quelli che fra gli enti aventiniana incassavano in modo non di forme di Amendola si erano resi protagonista di una per dire così violenza non violenta
E su di sé riflettevano non direi la contraddittorietà dell'analisi politica quanto piuttosto l'angustia di una situazione che a un gruppo di opposizione di oppositori decisi rimanere sul piano della legalità costituzionale non concedeva se non quella forma di lotta
Ne discendeva come conseguenza la difficoltà se non l'impossibilità di tenere unito un gruppo politico
Che formato da uomini non concordi nella valutazione non solo dei mezzi ma anche del fine non tutti allo stesso modo giudicavano circa la necessità che in primo luogo era contro il fascismo che si doveva restare uniti conseguenza inevitabile della divisione furono la sconfitta del Fronte antifascismo e sull'altra sponda la vittoria di Mussolini
Che dopo i giorni tempestosi seguiti all'uccisione all'assassinio di Giacomo Matteotti riprese poco alla volta in mano le fila sfruttò i contrasti insorti nell'opposizione e poté nel discorso del tre gennaio mille novecentoventicinque assumere perse su di sé ogni responsabilità e in pratica dare inizio alla l'uva alla sua lunga dittatura
E la vittoria del fascismo avesse la sua origine le debolezze
Le incertezze ma anche le diverse tonalità finalità politiche che dividevano i gruppi politici che avevano avversato il governo il fascismo è indubbio
Che tante volte con diverso accentuazione della responsabile le responsabilità è stato notato
Ma deve anche riconoscersi che al di là delle contrapposizioni tattiche e soprattutto strategiche che dividevano i seguaci
Di Amendola dei comunisti e da quanti condividevano la linea dello sciopero generale dell'azione diretta a determinare la sconfitta fu anche
La per lo più inadeguata consapevolezza di quel che il fascismo era in se stesso e delle sue potenzialità distruttive
Fu l'inadeguata consapevolezza di quanto in primo luogo occorresse mantenere l'unità delle forze antifasciste
E fu insieme Ellison realistica valutazione delle forze in campo
Perché e questo avrebbe dovuto essere ben noto a quanti avevano sudare esperienza dei primi anni del dopoguerra il fascismo aveva la sua forza sì certo nell'uso spregiudicato della violenza e dei gruppi che era realizzavano
Ma soprattutto nel corso di consensi nelle proiezioni nelle complicità di cui godeva in settori determinati dello stato e naturalmente della Real Casa
Prima responsabile nel mille novecentoventidue del cedimento e della resa di fronte alla violenza
In questa situazione l'unità delle forze antifasciste sarebbe stata l'unica arma con cui la partita avrei potuto e dovuto essere giocata
L'unica arma che ha messi da parte i contrasti ideologici relativi alle finalità ultime avrebbe forse permesso la continuazione della lotta e alla lunga un diverso esito del dramma
Che si dice non perché si voglia trasformare la storia in un tribunale
Che sentenzia e pronunzia condanne ma soltanto per esprimere il dubbio cioè non sia stata allora l'ideologia con le sue rigide S e impedire il costituirsi della linea
Che nel secondo dopoguerra
Altra naturalmente essendo l'esperienza del pericolo fascista
Riuscì in qualche modo a mantenersi e hanno spezzato assi anche quando per un altro verso si spezzò
E prese la forma di un fiume carsico che riemerse quando lo Stato democratico subito un assalto che avrebbe altrimenti potuto riuscì fatale
Di fronte al fascismo negli anni che videro la sua vittoria costruita non potrà essere conseguito che occorre riconoscere che costituirla che mantenerla non era impresa facile
La guerra aveva violentemente rimescolato le carte del gioco politico aveva spinto al proscenio forse energie che nella sua mediocrità il ceto dirigente non seppe accogliere e ordinare nel suo ambito
Affrontando la sfida che alle cose stesse gli rivolgevano e dimostrando con i fatti che non era per meschini interessi di classe che era libertà meritava di essere difesa
Perché non è libertà quella che si difende a partire da quelle ragioni
Con pochi altri Amendola ebbe invece l'uscita nella mente quest'idea
Lo spazio che le cose allora concedeva la sua azione politica era necessariamente angusto
E il coraggio di pochi il suo personale il coraggio non bastarono a vincere la sfida a prevalere fu la miopia che la vita dei molti ma nell'emanare giornata della sconfitta in Amendola ci fu come ho detto qualcosa quando oltre la testimonianza del coraggio dell'intransigenza
Ci fu l'impressione è sempre più netta e consapevole
Che se la libertà il supremo valore democrazie alla giustizia lo sono del pari perché nella concretezza della vita politica sono la stessa cosa di quella che non possono essere separate
Appartengo ad una generazione che di questa inscindibili tra ha dovuto far prova nel suo cammino quale che esso sia stato che nella consapevolezza di quel nesso al dovuto come sapeva e poteva difenderlo contro conservatori e reazionari ma anche ma anche contro chi si fosse persuaso dell'importanza della seconda e non della prima per quel che può contare vorrei in questa sala consacrata alla sua ultima impresa dire che da Giovanni Amendola c'è venuto al riguardo l'insegnamento più importante
Quando si pensa ai grandi uomini che si deve dirmi qualcosa e facile che la gratitudine che approviamo nei loro riguardi sì esprima in parole inadeguate e che la retorica ne alteri la schiettezza
Non è però retorica combattere una retorica ricorrendo alla poesia alla grande poesia quando penso alla figura di Giovanni Amendola mi tornano nella mente le parole che in Shakespeare Marco Antonio
Pronunzio sofferto di Bruto il nemico sconfitto lo definì il più nobile dei romani aggiunse e così armoniosamente gli elementi erano intrecciati in lui
Che la natura avremmo potuto levarsi sul suo sepolcro e dire al mondo dirlo a sementi questo fu un uomo grazie
Prende ora la parola per un breve intervento Pietro Amendola prego
Assai brevemente
Io ringrazio innanzitutto caldamente
Tantissimi che hanno gremito questa sala
Per onorare la memoria di mio padre
L'ottantesimo annota la sua tragica morte
E inoltre col sentimento di affetto che ci lega da alcuni anni
Ringrazio l'amico Gerardo Bianco
Presidente dell'associazione per il Mezzogiorno questa associazione
Ormai centenaria ma sempre benemerito che è stata la depositaria
Da molti decenni di tutte le carte di Giovanni Amendola già contenute nella mia abitazione
Tra queste carte accessibili anche alla consultazione pubblica
E delle quali ormai l'associazione è permanentemente la consegna Tarja
Tra queste carte con un lavoro appassionato ma assai infortuni faticoso
Il bravissimo e carissimo professore Elio D'Auria
Ha ricavato tutti i volumi che sono giunti adesso addirittura d'arrivo
Perché ben presto
Allora le stampe anche il volume relativo agli anni mille novecentoventicinque ventisei
Editor credo che proprio questo prestigioso traguardo
Abbia corroborato la richiesta dell'associazione per il Mezzogiorno al presidente dalla Camera l'onorevole Fausto Bertinotti
I chiesta immediatamente accolta
Di poter tenere un solenne pubblico ricordo di Giovanni Amendola prima del compimento dall'ottantesimo anno dalla sua morte all'interno di questo palazzo che fu anche il suo palazzo e che già da sessant'anni conserva un suo busto marmoreo
La famiglia Amendola nel rinnovare il suo grazie all'onorevole Bianco
Avendo presente anche il seminario che seguirà nel pomeriggio ancora volta ringrazia il presidente Bertinotti per l'immediato consenso dato alla richiesta dell'antica lo ringrazia anche per le nobili parole che pronunciata stamani
La richiesta è stata accolta tanto più che erano passati sono passati esattamente dieci anni dall'ultimo ricordo tra queste mura
Allora presidente dalla Camera Luciano Violante ci riunimmo la sala gialla subito dopo che noi famiglia avevamo fatto donazione degli abiti insanguinati per la feroce aggressione di Montecatini notate
Quasi una reliquia custodita degnamente in una sala positiva oggi a San Macuto
Oggi dunque in questo palazzo è stato nuovamente e degnamente onorato sacrificio di mio padre
Che pagò
Con la vita la sua battaglia antifascista per un ritorno a un libero Parlamento
Morendo differite italiani in terra straniera come suona l'epigrafe dettata da Benedetto Croce del monumento che vi è stato eretto a Salerno
Vengo ora salutare il presidente La Repubblica Giorgio Napolitano
Al quale mi lega come dieci esprimiamo antica amicizia che io aggiungo è datata Napoli mille novecentoquarantaquattro
Ebbene io affermo che la sua presenza non è stata soltanto un dovere istituzionale
Dallo tutti particolarmente gradito
Ma è stata proprio parte integrante di questo nostro incontro perché tu caro Presidente sei realmente concittadino il mio padre
Entrambi nati a Napoli tu solo pochi giorni prima della fatale aggressione di Montecatini
E a Napoli è vissuto con Giorgio Amendola fino alla sua scomparsa l'ottanta e spesso anche con me le maggiori testimonianze di affetto che la patria partenopea arreso alla memoria al suo grande figlio
A partire dal solenne trionfale ritorno a casa dei suoi resti mortali il quindici aprile del mille duecentocinquanta
Dopo il lungo esilio dalla tomba di canne sono stata dall'aprile con la scritta vive Giovanni avendo aspettando la labile mi permetto di correggere il presidente Bianco dettata da Roberto Bracco il grande drammaturgo napoletano
Tu hai presidente eri con noi a condividere le emozioni di quella giornata indimenticabile
Mentre al Maschio Angioino il popolo napoletano si stringeva intorno alla bara di mio padre
Hai condiviso la reazione di Ugo la Malfa al San Carlo nel cinquantasei per i trent'anni dalla morte
E le appassionate giornate di studi del convegno intitolato una vita per la democrazia villa Pignatelli desolata sei
E ancor più ne sono certo condividano permanente testimonianze di affetto dal comune di Napoli con la tomba che gli ha eretto nel recinto degli uomini illustri a Poggioreale
Quel sepolcro e attualmente seguito con vero e proprio amore filiale dal sindaco Rosa Russo Jervolino a cui va tutta la stima e la gratitudine dalla mia famiglia e che mi ha voluto archiviare anche un messaggio
Per questa occasione
Grazie caro Presidente Napolitano
Grazie a te è nato a Napoli che ti provarci angosce che ben comprendo ma sono sicuro che la città avrà la forza di superare le difficoltà del presente anche attingendo al suo retaggio di storia democratica e all'esempio di figli migliori
La come la commemorazione di Giovanni Amendola nell'ottantesimo anniversario della sua scomparsa e così conclusa grazie