Universita'

Almeno spetta solo il compito di portare un saluto a nome di comunisti romani in apertura di questa terza conferenza nazionale per l'università
E di ringraziare innanzitutto il gran numero di forze intellettuali e del mondo scientifico
Il ministro della Pubblica istruzione senatrice Franca Falcucci che ha accolto il nostro invito che ha raccolto il nostro invito
Le personalità i rappresentanti di grandi prestigiose università
I giovani che hanno contribuito alla preparazione di questo nostro incontro e che oggi sono presenti
Ed è una singolare significativa coincidenza che il giorno stesso
In cui il pentapartito spende di fatto il sul ultimi fuochi con la rinuncia dell'onorevole Andreotti che non è riuscito nell'impresa di resuscitare uno
Il PC incalza non solo in Parlamento e nel Paese indicando vie nuove e possibili con la proposta di un governo di garanzia
Ma sviluppando approfondendo la sua ricerca
Il suo confronto la sua proposta programmatica attorno ai grandi temi e problemi che riguardano il presente il futuro dell'Italia
E proprio l'università si presenta come una delle grandi questioni politiche non affrontate in tutti questi anni
Energie mense sono andate quindi perdute
E gli apologeti del pentapartito che ripetono con orgoglio che la FIAT ha scavalcato le Alpi fanno finta di non accorgersi che uno dei punti fondamentali di una società moderna e civile il sistema universitario appunto
Versa in condizioni di grande difficoltà
E tra tanto parlare di riformismo anche in questo campo non è avanzato alcun processo riformatore
Al contrario sono emerse visioni anguste e pericolose che nella sostanza hanno puntato a rovesciare una tendenza democratica
Che è atteso a rompere le barriere di classe nell'accesso all'università così forti in Italia negli anni Cinquanta e sessanta
In questo quadro hanno acquistato un certo vigore spinte di diverso tipo ad una maggiore privatizzazione
E si sono fatte sentire le voci di coloro che vorrebbero legare l'università in modo strumentale e soffocante alle esigenze produttive dei ceti imprenditoriali più forti agguerriti
Gli stessi che oggi pretenderebbero di dettare legge in ogni campo di conformare tutto alla logica lo sviluppo distorto
Da qui nasce l'esigenza di riporre con forza con grande apertura in un confronto che investa tutte le componenti migliori della nazione l'idea di un'università che abbia come fine non solo compiti professionalizzanti
Ma un elemento un elevamento generale della cultura del Paese
Quell'innalzamento oggi indispensabile per far fronte ai problemi del futuro per governare l'innovazione per sviluppare sostanzialmente in regime democratico per rispettare un diritto al sapere di tutti i cittadini se non si possiede questa concezione ampia democratica della funzione dell'università non ci sarà neppure come dimostrato nei fatti la forza e la volontà di aprire un vero processo riformatore
Per la qualificazione dell'Università stessa e per il rinnovamento dei suoi ordinamenti didattici
Non ci sarà quel processo di autonomia dell'università che significa liberarla da molti lacci burocratici di un potere ministeriale centralistico inefficiente
E non ci sarà alcun miglioramento delle condizioni così difficili degli studenti molti dei quali oggi non finiscono il corso di studi
Ecco quindi i grandi temi che ci stanno di fronte
E mi permetto di dire che stanno di fronte soprattutto hanno annoia a Roma città che ospita la più grande università d'Italia e forse del mondo
Quindi è una questione che va posta con grande risalto
E che io avverto occulta in particolare perché Roma e una grande metropoli
Ogni giorno ci accorgiamo della complessità dei problemi della città
Tv di nuovi problemi e di nuove contraddizioni di nuovi bisogni diritti a cui corrisponde e chi e ci accorgiamo quanto il Governo e la politica per non ridursi ad un esercizio di puro potere adatto unto ritardo annuserà mediazione di interessi corporativi
Debba incorporare un alto contenuto di cultura di saperi di conoscenze sui scientifiche e di competenze
Allora si tratta davvero di stabilire un nuovo circuito una nuova comunicazione tra la città e chi la governa e lo straordinario patrimonio di intelligenze che sono Adduce a disposizione soprattutto nell'università
Ciò comporta un aprirsi della politica l'intellettualità e al mondo scientifico e un elevarsi della politica capacità di Progetto insignificante un superamento nell'università divisioni chiuse e separate
Roma in questo senso potrebbe essere un laboratorio straordinario
Ma purtroppo la vita grama di questo pentapartito cittadino è andata tutta nella direzione opposta
Tra verifiche litigi interni scambi di poltrone e non si è prodotto nulla in quasi due anni
Ed è anzi prevalsa una pratica di svuotamento istituzionali e delle funzioni del consiglio comunale che i miseri tu il dibattito il confronto politico e ridotto a zero l'attenzione progettuale e la capacità di apertura del governo di Roma
Basti pensare che per le nomine nelle grandi aziende capitoline i nomi promosso pro proposti dall'Università di Roma secondo il nuovo regolamento comunale ottenuto per iniziativa innanzitutto del Partito comunista
Non vogliono essere presi in nessuna considerazione
Perché ben altri terrei patti di potere impongono scelte che nulla hanno a che fare con criteri di professionalità di competenza e di autonomia
è solo un esempio
Di come tante energie vengono respinte e sciupata
Ma dall'università di Roma può venire un grande contributo superare questa situazione dai docenti
Ma anche dalle forze democratiche di sinistra studentesche che si sono riprese che hanno nuove idee nuovi programmi
E che oggi si trovano in campo nelle prossime elezioni universitarie per le batterie opprimenti egemonia integralisti e intolleranti che sull'università hanno costruito anche un sistema economico e finanziario di notevoli dimensioni
A queste forze giovani e del futuro va dato tutto il sostegno da parte di tutti per una riscossa democratica e riformatrice oggi quanto mai necessario
Nell'apertura di questa conferenza
Tocca a me ora invitare alla presidenza di questo nostro incontro innanzitutto l'onorevole Nilde Iotti Presidente della Camera dei deputati
L'onorevole Alessandro Natta segretario generale del PC i membri della segreteria e della direzione del PC
La professoressa Aureliana Alberici responsabile nazionale della sezione scuole università della direzione del partito
Il professor Cesare Luporini presidente della quarta commissione del Comitato centrale cultura ricerca e scuola
Gli onorevoli Franco fedi e il senatore Pietro valenza responsabili dei gruppi comunisti delle commissioni Istruzione della Camera e del Senato
Il compagno Pietro Folena segretario nazionale della FGCI il compagno Umberto De Giovanna anche il segretario nazionale della lega degli studenti universitaria federata alla FIGC i lettori Luigi Berlinguer Paolo Ceccarelli e Antonio Quistello
Invito la compagnia Iotti ad assumere la presidenza effettiva in questo nostro convegno
Allora pensa si passa a dare inizia i lavori di questa conferenza dando direttamente alla parola alla senatore Giuseppe Chiarante sul tema l'università è il sistema Italia
Moglie
Questa conferenza nazionale sull'università
Che segue di pochi giorni la convenzione dedicata al tema dell'informazione
Nel convegno di Torino sulla questione morale suo risanamento della vita pubblica
Era stata prevista già da tempo
Dalla direzione del nostro partito come una delle principali tappe preparatorie
Al pari delle iniziative che ho appena ricordato
Di quella convenzione programmatica
Che avevamo annunciato al congresso di Firenze tenuto esattamente un anno fa
Altre tappe c'erano già state a partire dallo scorso autunno
In particolare la pubblicazione della carta delle donne
Attorno alla quale si è sviluppato un confronto di così ricco e cinico di così ricco significato e che ha tante risonanze anche fuori della nostra organizzazione e al di là della stessa area comunista
E poi ricordo propriamente solo qualcuna delle molte iniziative
I due documenti della direzione del partito sui problemi dell'occupazione e su quelli della sicurezza
Il seminario di Frattocchie sulle questioni della politica energetica
La presentazione delle nostre proposte sulla riforma delle istituzioni parlamentari e della legge elettorale
La conferenza della giustizia di fine gennaio
I due convegni di studio sulle risposte alle politiche mio conservatrici nel campo dell'economia e in quello della cultura
Nel quadro di questa ampia e ormai molto articolata elaborazione programmatica
Con la Conferenza universitaria ci proponevamo e ci proponiamo di approfondire e precisare le analisi e le proposte su un tema che già nei documenti del Congresso di Firenze avevamo indicato
Come uno dei punti decisivi di un nuovo programma per per lo sviluppo del rinnovamento dell'Italia
Dicevamo infatti a Firenze che la riforma e la riorganizzazione dei grandi apparati della ricerca della scienza della formazione e in particolare dell'università
Erano tra le condizioni essenziali per dare al Paese una più ricca vita culturale e una più forte attrezzatura scientifica e tecnologica per rafforzare l'autonomia e la presenza dell'Italia
Nell'economia e nel rapporto internazionale
Per contribuire a realizzare una società più moderna e più giusta
Io non credo che il fatto che questa conferenza si svolga proprio nel momento in cui è in corso una crisi di governo che in modo sempre più evidente è venuta assumendo caratteri traumatici
Diminuisca il rilievo della nostra iniziativa
Non c'è davvero bisogno che io ripeta qui
Ciò che pensiamo di questa crisi
Ossia
Che era tempo di prendere atto
E le dimissioni dell'onorevole Andreotti
La rinuncia dell'onorevole Andreotti lo conferma e lo confermano le dichiarazioni che accompagnano questa rinuncia era tempo di prendere atto che il pentapartito è finito che non è più più possibile andare avanti in quella che in gergo calcistico viene chiamata la pretattica
Che occorre chiudere questo capitolo della crisi ma non per andare alle elezioni anticipate
Bensì per verificare la possibilità di altre soluzioni di governo che aprono la strada al superamento del pentapartito e consentono al tempo stesso il regolare svolgimento dei referendum popolare
è per questo che proprio nel momento della rinuncia di Andreotti
Abbiamo precisato le nostre proposte
Per la costituzione di un governo di garanzia
Che assicuri l'effettuazione dei referendum
E affronti al tempo stesso portando a regolare termina la legislatura i problemi più urgenti come la difesa della sicurezza democratica l'azione internazionale per la cooperazione per la pace
Una risposta alle più costa alle più scottanti questioni sociali dall'occupazione alle pensioni e ci siamo rivolti
Nel formulare questa proposta della formazione di un governo di garanzia
Alle altre forze democratiche in particolare a quelle forze che si sono pronunciate per rispetto dei diritti dei cittadini nei referendum e contro l'ipotesi dello scioglimento anticipato delle Camere
Ma quello che in questa sede mi sembra che importi maggiormente notare e che proprio perché e aperta una crisi che segna ormai apertamente il tramonto del pentapartito
Proprio perché giunge ad esaurimento l'esperienza politica che si era affrontata come anche altre volte abbiamo detto
Su un'ideologia di modernizzazione senza riforme senza un reale progresso civile culturale
Proprio per questo acquista un rilievo tanto maggiore il confronto su un programma riformatore da porre alle basi di una politica di svolta di una proposta
Di alternativa
E in un programma riformatore per i prossimi anni è nostra ferma convinzione che una delle questioni decisive
Un punto di snodo per tutto il sistema Italia è costituito dalle risposte che verranno date ai grandi interrogativi che riguardano l'avvenire delle del sistema formativo della scienza della ricerca nel nostro Paese e in particolare l'avvenire delle nostre università
Mi sembra però opportuno dire subito
Che il rilievo politico che oggi torna ad assumere la questione universitaria dipende da molteplici fattori che vanno bene al di là della particolare congiuntura che attraversa il nostro Paese
Non si tratta di un fatto che è soltanto italiana
Al contrario e in tutti i Paesi con economia più sviluppata che la questione della formazione della ricerca dell'innalzamento e della diffusione delle conoscenze
Del rapporto tra sapere e innovazione tecnologica più in generale del ruolo della scuola e dell'università
è tornata in questi ultimi tempi a riproporsi come una delle questioni politiche di primissimo piano
Sono molti i segnali che si possono ricordare a conferma di questa affermazione
Per esempio si può ricordare la la lotta degli studenti in Francia che ha sconfitto il tentativo di riorganizzazione degli studi superiori in termini riduttivi restrittivi
Ispirati ai modelli neoconservatori tentativo che era stato posto in atto dal governo Chirac
Oppure si possono ricordare le forti preoccupazioni che sono state manifestate anche nelle recenti indagini circa lo stato della scuola dell'università negli Stati Uniti
E che ricordano per molti aspetti il grido d'allarme che in quel Paese fu lanciato negli anni di Kennedy
O anche la nuova ondata di agitazioni studentesche in vari paesi d'Europa tra cui il nostro con caratteri nuovi che ci proponiamo di analizzare nel corso di questa conferenza
O il fatto stesso che anche qui in Italia e anche in sede legislativa
Dopo che per molti anni si era parlato quasi soltanto di problemi di sistemazione del personale difesa sia in questi ultimi tempi tornati a discutere di questioni essenziali
Per l'assetto universitario come il tema dell'autonomia ho il provvedimento per la riforma degli ordinamenti didattici o la proposta di una legge quadro per una nuova politica del diritto allo studio
Si può facilmente andare avanti nell'elencazione di questi segnali prendendo in considerazione per esempio le recenti iniziative della Confindustria le politiche dei governi l'azione dei grandi gruppi multinazionali
Ma ciò che mi preme di più
Mettere subito in evidenza
Sono due dati di fondo
L'uno di carattere eminentemente strutturale l'altro che riguarda soprattutto gli orientamenti culturali e politici
Il primo dato si riferisce ai ai problemi di una fase di profonde trasformazioni che segna il passaggio dalla Società della produzione industriale di massa a nuove forme di organizzazione produttiva e sociale
Nelle quali assumono un peso crescente ricorso alle innovazioni tecnologiche e in particolare le tecnologie informatiche l'espansione delle attività terziarie lo sviluppo di un nuovo terziario qualificato
L'estensione senza precedenti del lavoro tecnico intellettuale
è abbastanza evidente o perlomeno dovrebbe esserlo
Che di fronte ai problemi che queste trasformazioni propongono una delle condizioni essenziali per lo sviluppo di un Paese rappresentata dalla sua complessiva attrezzatura scientifica e tecnologica
Cioè da quell'attrezzatura che risulta dalla funzionalità del sistema di istruzione e di formazione
Dalla qualità e dall'estensione dello sviluppo culturale dall'organizzazione dalle della ricerca e dal rapporto tra ricerca e innovazione
L'università occupa una posizione centrale
In questo insieme di attività e di relazioni si capisce dunque perché il problema dell'Università del suo avvenire del suo ruolo ritorna oggi in tutti i Paesi ad economia più sviluppate nei confronti internazionali
Come una delle questioni che sono al centro del dibattito politico e culturale
Uno dei punti di riferimento per valutare la capacità di reggere alla concorrenza di altri paesi e di governare e orientare i processi di trasformazione in corso
Per l'Italia questo problema è particolarmente pressante
Perché è come richiamerò meglio più avanti e proprio sul terreno della qualificazione tecnologica che l'economia italiana a negli ultimi tempi ha negli ultimi anni perso costantemente ter Reno nel quadro delle economie più avanzate
Ma se la questione della scuola e dell'università si ripresenta oggi in tutti i Paesi come uno dei problemi politici di primissimo livello
Ciò è anche un segno ed è questo secondo dato che mi preme di sottolineare del declino ormai avviato anche se fortemente contrastato delle ideologie e delle politiche neo conservatrici e infatti opportuno rilevare che quello dell'istruzione della cultura è un terreno particolarmente sensibile a questi mutamenti del clima politico generale
Non a caso già nella prima metà degli anni settanta più o meno contemporaneamente alle prime teorizzazione come quella della Trilaterale sull'eccesso di domanda sociale destinato a porre in crisi la democrazia dei paesi più industrializzati già in quel momento si compie un rovesciamento prima che in altri campi di intervento sociale degli orientamenti di politica scolastica dominanti sul piano internazionale
Mentre negli anni cinquanta e sessanta la tesi corrente era quella della necessità di una più diffusa qualificazione culturale e professionale di massa e anzi del carattere direttamente produttivo altamente rumore remunerativo della spesa per l'istruzione
Ora il pendolo si sposta rapidamente
Mi riferisco appunto a questo passaggio alla prima ma nella prima metà degli anni Settanta verso la metà di questo decennio il pendolo si sposta rapidamente ed è questo un primo segno del vento neoconservatore sulla tesi contraria
Si comincia cioè a parlare del pericolo di un sovrappiù di forza lavoro qualificata medio d'alto livello dello spreco rappresentato da eccessive spese per l'istruzione
Della redditività fortemente differite troppo spesso inferiore alle attese degli investimenti per la ricerca dell'andamento decrescente oltre una certa attività età scolastica della produttività dell'innalzamento del livello medio distruzione
è facile capire attraverso quali meccanismi il prevalere di questi orientamenti che sono stati torno a ripeterlo una delle principali manifestazioni degli dell'ideologia neo conservatrice
Proprio perché in essi si è espressa la la sfiducia verso il valore dell'istruzione della cultura
Facile capire attraverso quali meccanismi questi orientamenti abbiano portato nel corso degli anni settanta e poi nella prima parte di questo decennio
All'abbandono o all'allentamento delle politiche di riforma avviate nel decennio precedente
E abbiano spinto all'adozione più o meno esplicita di schemi riduttivi e restrittivi nell'attuazione del diritto all'istruzione e in definitiva un impegno decrescente così politico come finanziario
Non a caso per circa un decennio la questione scolastica universitaria e direi quella della cultura più in generale e pressoché scomparse in tutti i Paesi a differenza di quel che accadeva negli anni sessanta dall'agenda degli impegni politici e programmatici di primo piano
Oggi i guasti prodotti da questi indirizzi appaiono evidente
Si torna ora ad affermare comunemente il valore dell'istruzione della cultura della ricerca scientifica come risorsa
Ma è significativo che proprio dal Paese economicamente più potente degli Stati Uniti dove pure esistono straordinarie potenzialità nel campo degli studi delle ricerche la disponibilità di uomini e di risorse
Assai superiore a quella italiana proprio da quel Paese venga oggi un grido d'allarme circa le negative conseguenze che per l'attività economica e per la vita sociale civile e più in generale a la qualità mediamente bassa dell'istruzione così negli studi pre universitari come le università
Qui si richieda riguardo un più forte impegno è una ben maggiore attenzione non solo delle forze dell'economia e della cultura ma delle pubbliche autorità
Nel caso italiano il prezzo pagato dall'università al prevalere delle politiche neo conservatrici è stato particolarmente anni alto e questo anche perché in altri Paesi
Misure indispensabili di riforma erano state introdotte già negli anni sessanta o per lo meno subito dopo il mille novecentosei sessantotto mentre in Italia questo non era accaduto e la conseguenza è stata che il calo dell'attenzione politica e culturale
Per i problemi dell'università si è sovrapposto a una situazione di diffusa frustrazione di estese carenze dovuta alle mancate riforme naturalmente anche in questi anni l'università non è rimasta ferma
Al contrario come abbiamo voluto sottolineare nel documento che la nostra direzione approvato in vista di questa conferenza
L'ultimo anche l'università dato prova della vitalità che caratterizza la società italiana
Del resto l'Italia
Come è chiaro
E paese che ha grande tradizione culturale culturali ed è integrata nell'area culturalmente più avanzata c'è in Italia una forte vita democratica
C'è un dinamismo economico che si riflette anche nella realtà universitaria
Per questo nonostante le difficoltà derivanti dall'assenza di adeguate riforme dalla miopia dei controlli burocratici dall'insufficienza delle risorse amministrata dalla mancanza di una corretta programmazione l'impegno di un elevato numero di studiosi di docenti e di ricercatori ha consentito di continuare
A conseguire risultati importanti
Sono però evidenti al tempo stesso i guasti che in questi anni si sono prodotti ulteriormente aggravati
Io non voglio ripetere al riguardo dati che sono ben note che mettono in evidenza le disfunzioni euro o le carenze dell'università italiane come il fatto che di fronte a più di un milione cento mila studenti laureati sono fermi da molti anni
Intorno alle settantatré mila settantaquattro mila unità all'anno col fatto che il numero di coloro che abbandonano
Gli studi durante i corsi universitari è più del doppio di coloro che giungono all'aurea
O che l'esercito dei fuori corso e ormai pari alla metà degli studenti in corso oppure il fatto che per passare a un altro ordine di considerazioni la spesa dello Stato per l'università
E pari in Italia meno dell'un per cento della spesa statale complessiva
E allo zero virgola cinque per cento del prodotto interno lordo mentre negli Stati Uniti la percentuale della spesa universitaria sul prodotto interno lordo è di circa il tre per cento
E tuttavia essa è considerata mi riferisco al rapporto morte emerso l'università americana recente trasporto cui anche prima avevo fatto riferimento e tuttavia considerata ancora non rispondente all'esigenza di una più forte qualificazione degli studi universitari
Ma al di là di questi dati e di molti altri che si potrebbero agevolmente richiamare e forse più importante mettere l'accento su due aspetti qualitativi di fondamentale rilievo
Il primo aspetto è che andate in questi anni crescendo la contraddizione
Tra il forte dinamismo che ha interessato la Società italiana e la staticità dell'ordinamento dell'università
Per questo ordinamento non è stato infatti modificato se non molto parzialmente dai provvedimenti che hanno riguardato essenzialmente il personale il suo inquadramento le sue carriere anzi anche l'applicazione e il completamento di questi stessi provvedimenti sono apparsi assai difficoltosi
Si pensi alla tormentata vicenda dello stato giuridico dei ricercatori o alla contraddizione tra la tra l'allargamento del numero dei docenti e il mantenimento di una titolarità di tattica
Vincolata a una singola disciplina spesso assai parcellizzata
Sono apparsi assai difficoltosi proprio per l'assenza di una riforma degli ordinamenti didattici alla quale fare riferimento in realtà l'università italiana in contraddizione con le nuove esigenze dei tempi e con le esperienze di tanti altri Paesi continua a offrire agli studenti un solo titolo di studio
Tipologie professionali che molti casi risalgono a vecchi modelli un'organizzazione della didattica assai poco articolata e che in particolare non tiene conto né delle esigenze connesse alla differenziazione della condizione studentesca
Ne della domanda di una guida di una guida personalizzata quale praticata in molti atenei di altri paesi
A questi fattori di rigidità sono dovuti in larga misura
Sì al tasso particolarmente elevato di abbandono nel corso degli studi
Sia lo stimolo pressoché nullo che questa struttura da all'articolazione all'allargamento del mercato del lavoro
Il secondo aspetto da sottolineare e che da questa università non riformata non viene contributo che sarebbe necessario alla complessiva qualificazione culturale scientifica tecnologica
Del sistema Italia
Mi riferisco in particolare alla crescente debolezza
Del sistema economico italiano proprio nei settori produttivi considerati di più elevata qualificazione
Risulta per esempio dal recentissimo rapporto sulla situazione e sulle prospettive della scienza e della tecnologia in Italia che un rapporto commissionato dal governo la la cosiddetta relazione da da dal nome del suo presidente
Risulta da questo rapporto che l'esportazione italiana di prodotti ad alto contenuto di innovazione di ricerca
Rappresenta solo il quattro per cento dell'esportazione mondiale di tali prodotti e che in questo campo la nostra posizione è andata peggiorando dagli inizi degli anni settanta
Sul totale delle nostre esportazioni quelle ad alto contenuto tecnologico contribuiscono per il sedici per cento
Contro il ventiquattro per cento medio per l'insieme dei paesi OCSE e il quarantun per cento degli Stati Uniti
Il passivo della nostra bilancia commerciale è stato per la produzione ad alta tecnologia di quattrocento di quattro mila quattrocentoquarantadue miliardi nel mille novecentottantaquattro
Vi è dunque una situazione di debolezza e anzi di tendenziale peggioramento dei livelli tecnologici del sistema economico italiano
è chiaro che ed è ovvio che la causa di questa situazione non sbaglia solamente nelle condizioni dell'università giacché dipende ritardi da molti fattori ma se si tiene conto del fatto che il grado di competitività di un Paese
Sempre di più vedermi e determinato in primo luogo come ormai si tende generalmente a sottolineare dal suo sviluppo culturale complessivo e dalla sua attrezzatura scientifica e tecnologica di fondo diventa chiaro il ruolo fondamentale che l'università è chiamata a svolgere per l'avvenire del sistema Italia
Si possono però ipotizzare due linee assai differenti di sviluppo dell'università in rapporto ai problemi posti da una fase di profonde trasformazioni tecnologiche quale è quella in cui siamo ormai entrati
Si tratta di due linee di fondo che hanno come evidente un ben diverso significato politico e sociale la prima linea è quella di chi ritiene inevitabile
Che la ristrutturazione tecnologica che è in atto forti a un'accentuazione delle disuguaglianze
Ha una concentrazione in faccia in fasce sociali ristrette del lavoro qualificato ha una forte gerarchizzazione a una più forte gerarchizzazione
Dei ruoli professionali
è l'ipotesi che sta alla base delle politiche neo conservatrici e che anche in Italia ha trovato qualche appassionato sostenitore per esempio non esponente confindustriale che ama occuparsi di questi problemi come Felice Mortillaro già avuto occasione un'altra volta di riferirmi a questa sua presa di posizione ha infatti scritto Mortillaro in un articolo di non molto tempo fa che i problemi formativi vanno affrontati considerando che quello che è in atto è il passaggio dalla Società tendenzialmente egualitaria della produzione di massa
A una società tecnologica nella quale lavoro vero
Quello altamente qualificato e quindi ben retribuito sarà riservato a chi avrà capacità professionale intelligenza biologica
In sostanza sono parole di Mortillaro il lavoro nella nuova società diventerà un privilegio come come lo fu portare le armi prima degli eserciti di massa
Per gli altri per coloro che non potranno accedere al lavoro qualificato ci saranno i mille mestieri delle attività precarie di servizio privi di qualsiasi qualificazione oppure l'emarginazione e l'assistenza
Per fortuna questa visione poco incoraggiante del futuro che ci attende non sembra condivisa da tutti neppure nella Confindustria ce lo dimostra un articolo pubblicato più di recente su ventiquattro ore da Giancarlo Lombardi
Che prende invece posizione contro ogni proposta di numero chiuso per l'università e lamenta anzi il ritardo dell'Italia rispetto ad altri Paesi di analogo sviluppo nella formazione di laureati
Ma per chi accetta un'ipotesi come quella di Mortillaro e si tratta torno a ripeterlo dell'ipotesi che sta a fondamento più o meno dichiaratamente delle politiche neo conservatrici la soluzione da dare alla questione versi Tarja è molto semplice si tratta di ristrutturare l'università in funzione di una formazione altamente specializzata per pochi cioè per coloro che avranno il privilegio di ma nel chiare le armi del lavoro qualificato mentre ci si potrà sostanzialmente disinteressare
Del livello di istruzione che raggiungeranno gli altri coloro che saranno destinati alle mansioni e ai mestieri privi di qualificazione
Noi siamo convinti che questa ipotesi è da respingere non solo perché è socialmente ingiusta ma perché è quella che essa delinea è una prospettiva mio pre e in definitiva sbagliata
E infatti intrinsecamente contraddittorio pensare che le grandi possibilità aperte all'uomo dallo sviluppo del sapere delle conoscenze siano necessariamente destinate ad avere soltanto un'utilizzazione così restrittiva e meschina come quella prospettata dalle soluzioni conservatrici certo anche questo è uno sviluppo possibile ma non è il solo sviluppo possibile
Anzi proprio di fronte ai problemi che caratterizzano questa fase storica
Di fronte agli interrogativi che in diversi settori sono proposti dall'avvento delle nuove tecnologie appare essenziale porre l'obiettivo di un'università che contribuisca a creare una società colta
E che dunque innalza il livello complessivo di conoscenza di consapevolezza critica e serva a dare al Paese quella struttura scientifica e tecnologica di base che è indispensabile per dirigere e orientare il proprio futuro
E l'obiettivo in sostanza di un'università qualificata ma aperta e democratica
Non è compito mio nella relazione introduttiva e non sarebbe non sarebbe neppure possibile nel tempo che ho a disposizione esporrei ma analiticamente le diverse proposte che noi comunisti formuliamo per conseguire questi obiettivi
Queste proposte saranno illustrate più estesamente da Conegliano Alberici e i temi più discussi saranno poi ripresi nelle altre relazioni
Per le quali ringrazio il rettore dell'università di Roma Antonio Ruberti rettore di Siena Luigi Berlinguer
I compagni Pietro Folena e Livia Turco i professori Pino Fasano e Sergio De Julio
In questa relazione voglio limitarmi a mettere l'accento
Su tre temi fondamentali
La questione oggi tanto discusso dell'autonomia universitaria il ruolo da attribuire all'università nel quadro di una politica dello sviluppo il modo in cui concepire
Le finalità culturali e professionali che l'università è chiamata a perseguire quanta l'autonomia al punto che voglio subito sottolineare e che è sede noi concepita come riforma e riqualificazione dell'intervento pubblico che dia a tale intervento capacità di iniziativa di efficacia di flessibilità
Non c'è dubbio che c'è un problema di sburocratizzazione di valorizzazione delle capacità e delle competenze che si pone per tutti i grandi apparati in cui si è articolata la crescita dello stato sociale
Nel caso dell'università questa questa riforma si può operare dando finalmente piena attuazione al principio costituzionale sinora mai applicato
Che riconosce agli atenei agli atenei il diritto di darsi ordinamenti autonomi
è chiaro che un'autonomia così concepita rimane all'interno della spira di ciò che è pubblico e si contrappone perciò non solo al centralismo ministeriale
Ma ogni forma di privatizzazione strisciante o di concessione Assogestioni neoliberiste e non ci si dica che questo pericolo in Italia non esiste
Il rischio del cedimento alla supposta efficienza
Delle soluzioni di marca neoliberista
Non è in realtà un'ipotesi astratta al contrario sembra a me che essa abbia preso consistenza anche in Italia e proprio dal caso della politica scolastica ed universitaria sia in certe posizioni che s'che hanno caratterizzato in questi anni
Quello che è stato definito un modernismo socialista sia nella ripresa da parte di alcuni settori democristiani della vecchia contrapposizione cattolica della società allo Stato
Ma mi pare che a chi pensa di trovare il toccasana per la scuola e di e per l'università nella competizione tra il pubblico e il privato
A chi pensa questo dovrebbe pur insegnare qualcosa all'esperienza dei paesi dove tale competizione dominante e dove e come ha rilevato recente rapporto Mortimer sull'università americane
Solo molto raramente sulla base di una selezione fortemente censita aria questa struttura conduce alla formazione di isole di alta qualificazione
Ma il più delle volte spinge verso una bassa qualità della formazione di massa
Sia per una ricerca di facili si può dettata dagli interessi della concorrenza sia per la subordinazione alla logica sostenuta dagli ordini professionali
Di una specializzazione fortemente parcellizzata e priva di di adeguate basi di cultura generale
Per questo abbiamo espresso delle critiche molto chiare anche se concordiamo con talune delle esigenze da cui muove verso le formulazioni del disegno di legge sull'autonomia presentato dal governo
Di questo si occuperà più estesamente la compagna Alberici poi tema sarà approfondito domani da Luigi Berlinguer
Quello che voglio sottolineare è che mentre pensiamo che più ampie sostanziale debba essere l'effettiva autonomia amministrativa di ordinamento didattica e scientifica riconosciuta agli atenei non possono invece se non può non può invece essere accettata l'introduzione un po'di soppiatto di misure di privatizzazione strisciante
Come quella che consentirebbe ai vari atenei di stabilire in misura differenziata le tasse a carico degli studenti infatti anche se le applicazioni iniziali dovessero
Prevedere differenze molto limitate è chiara la logica del meccanismo che si metterebbe in moto sarebbe la logica ben nota ad altri paesi
Che riserva che dispone di maggiori mezzi finanziari l'accesso agli atenei o i corsi di studio più più qualificati mentre il resto del sistema universitario
Rischierebbe un processo di progressiva dequalificazione in Italia tale processo penale penalizzerebbe in particolare le università migliori e quelle dell'Italia meridionale che già oggi sono oggettivamente svantaggiato
I vantaggi atte e altresì necessario prevedere un raccordo nazionale dell'autonomia universitaria
Che assicuri ieri gli standard scientifici e didattici che garantiscano per ogni corso di diploma di laurea la validità legale e soprattutto la serietà
Del fondamento culturale dei titoli di studio metà al Parlamento al governo al ministero dovrebbero restare le grandi scelte di programmazione sull'allocazione delle risorse soprattutto per garantire
Uno sviluppo equilibrato prevede delle diverse regioni del Paese
E il potenziamento di quei settori di quegli indirizzi di ricerca che maggiormente possono contribuire allo sviluppo generale
A proposito di programmazione si pone la seconda delle questioni alle quali accennavo quella del ruolo da assegnare all'università nel quadro di una politica per lo sviluppo del Paese
Un punto a questo riguardo a me sembra che debba essere posto in evidenza
Ossia che non si pone nelle giuste dimensioni la questione universitaria se non sia chiaro che se questione decisiva per l'autonomo e sviluppo per un'indipendenza sostanziale
Per la stessa identità culturale dell'Italia
Ciò nel quadro ovviamente di una prospettiva che non indulge a nessuna a nessuna miopia autarchica e si pone al contrario in un ambito super nazionale ed anzitutto europeo ho già fatto accenno ad alcuni dati che dimostrano la crescente debolezza dell'economia italiana rispetto a quelle dell'area in cui l'Italia integrata proprio nelle produzioni a più elevato contenuto oggi
Si potrebbero citare altri dati per esempio il fatto che l'Italia e più o meno alla pari con gli altri Paesi europei per quel che riguarda la percentuale di giovani che iscritta agli studi universitari ma è molto al di sotto per quel che riguarda il numero dei laureati
Oppure il fatto
Che anche se ci vantiamo di essere diventati la quinta potenza industriale del mondo capitalistico
Conteniamo dedicare alla ricerca scientifica
E in questo quadro sappiamo che è poco ciò che va alla ricerca universitaria che è stato penoso negli anni trascorsi doversi battere perché venisse perlomeno rispettato ciò che era stato previsto nella legge sulla docenza per la come contributo per la ricerca e l'università
Nel dicevo
Alla ricerca al ciò che va alla ricerca come percentuale del prodotto interno lordo è in Italia pari alla metà o anche meno di quel che accade negli altri Paesi
Da noi l'uno virgola due per cento del prodotto interno lordo nel mille novecentottantaquattro
Contro il due virgola quattro in Svezia l'uno virgola nove nei Paesi Bassi il due virgola quattro in Gran Bretagna il due virgola due in Francia il due virgola sei nella Germania federale in Giappone il due virgola sette negli Stati Uniti
Ancora più rilevante il divario quanto a numero di ricercatori secondo la relazione da da che già ho citato ancora poco pochi anni fa su dieci mila lavoratori occupati i ricercatori in Italia erano solo ventitré contro quarantasette Germania sessantadue negli Stati Uniti sessantanove in Giappone va inoltre rilevato che queste risorse oltre che scarse sono mal distribuite
Nota infatti il rapporto sulla scienza e sulla tecnologia in Italia
Che per esempio al nostro Paese dedica la ricerca energetica risorse percentualmente molto maggiori degli altri paesi e sicuramente sovradimensionate
Rispetto ai risultati conseguiti e alla stessa criticità del problema
E ciò va a detrimento ovviamente di altri settori altrettanto e forse anche più importanti
Deve essere chiaro che se non si muta questa situazione si aggrava inevitabilmente la nostra dipendenza dall'estero con conseguenze pericolose non solo per la nostra economia ma per la stessa identità culturale dell'Italia
Se è chiaro infatti che non ci che non si può pensare di competere ai più alti livelli in tutti i settori e che anzi debbono essere favoriti al massimo lo scambio e la cooperazione è però anche vero che vi sono campi nei quali per tradizione accumulate Opel prospettive che si aprono un paese come l'Italia ha tutte le carte in regola per svolge un ruolo di punta
E questa sarebbe una condizione di reale indipendenza e anche di salvaguardia per i denti della nostra identità
Ho già detto a questo proposito che non tutto dipende dell'università dall'università ma per uno ma per molti versi l'università può svolgere un ruolo decisivo per esempio se è vero che si dovrebbero immettere nelle attività di ricerca come chiede appunto la relazione data
Cinquanta mila giovani ricercatori nei prossimi cinque anni cinque anni è evidente la necessità di potenziare da un punto di vista quantitativo e qualitativo la formazione dei laureati
Ed è evidente la necessità di di far sì che per i migliori di essi sia possibile ulteriore qualificazione dopo la laurea
In questi anni invece anche per i migliori laureati sono state quasi bloccate ed è questo uno dei fatti più gravi
Per la frustrazione e la dispersione di energie che si è determinata sono state quasi bloccate le porte di accesso sia i gradini di un'attività didattica e scientifica delle università sia agli istituti pubblici di ricerca
Più in generale potenziare il livello di base culturale scientifico tecnologico del nostro Paese significa dedicare molta maggiore attenzione alla alla formazione degli studenti
Diversificando i titoli articolando l'attività didattica favorendo un'azione di orientamento sia nell'organizzazione degli studi sia degli sbocchi professionali
Ciò significa anche sollecitare concretamente la creazione di nuovi posti di lavoro così pure va favorito attraverso le convenzioni per dare al Paese una più robusta attrezzature scientifiche technology
L'attività che rispondano ha un interesse generale per esempio le attività di perfezionamento di qualificazione ulteriore e che servono ad assolvere funzioni sociali o produttive di particolare rilievo
Perché l'università assuma questo ruolo in una politica per lo sviluppo del Paese
Può essere anche opportuno concentrare in un'unica sede a livello di governo le decisioni che riguardano i settori più impegnati nel valorizzare la cultura come risorsa
Per questo sottoponiamo alla discussione della conferenza anche l'ipotesi di avanzare la proposta di costituire un ministero unico per l'università per la ricerca scientifica per il patrimonio culturale ambient e ambientale
Si tratta di settori che hanno in comune l'esigenza di garantire la massima autonomia alle forze della cultura
Che possono trarre reciproco vantaggio da un reciproco collegamento aereo e da una più agevole circolazione di studiosi e ricercatori da un settore all'altro
E che infine riguardano campi nei quali l'Italia a grandi tradizioni ma dove oggi ha bisogno di rafforzare la sua attrezzatura scientifica e tecnologica per garantire le condizioni della sua identità della sua indipendenza del del suo sviluppo
Il terzo tema col quale intendo concludere riguarda infine la funzione culturale dell'università il suo ruolo complessivo progresso del Paese
Porre l'accento come o come ho fatto in questa relazione
Sul peso decisivo che certamente l'università a e deve avvenire per dotare il Paese di quel livello scientifico e tecnologico che è indispensabile per far fronte ai grandi processi di trasformazioni in atto
Non deve però essere inteso comune interpretazione in chiave
Angusta mente economicistica produttivistica del ruolo del sistema formativo e delle finalità dello sviluppo culturale
A questo riguardo conviene dire innanzitutto che ormai sostanzialmente acquisito che la stessa qualificazione professionale
Anche nell'università non deve essere fondata su corsi di studi troppo specialistici o esclusivamente professionalizzanti perché in tal caso essa avrebbe basi fragili
E sarebbe esposta una rapida obsolescenza anche tale formazione ha bisogno di radici più solide di forma di preparazione culturale generale
Significativo a questo riguardo è il già citato Rapporto Mortimer che sotto sottolinea l'influenza negativa che la concorrenza fra gli atenei e le pressioni degli ordini professionali hanno generalmente esercitato su gran parte delle delle università americane
Orientando le verso corsi di studi privi di adeguate basi culturali e caratterizzati nel senso di uno specialismo troppo settoriale o di u o di una affrettata specializzazione ciò spinge gli autori del rapporto a suggerire
Anche al prezzo dicono di un prolungamento del ciclo complessivo degli studi di aprire la formazione universitaria con due anni dedicati
Fondamentalmente alla educazione umanistica dove per l'educazione umanistica si intende una formazione culturale di carattere generale diretto a garantire sono le parole del rapporto che il contenuto del programma di studio
Non si indirizza i solamente verso una materia ma anche verso lo sviluppo di capacità di analisi di soluzione dei problemi di comunicazione e di sintesi
E che gli studenti docenti sia d'operino per integrare la conoscenza di diverse discipline
è ovvio che tale suggerimento non è certamente trasferibile in modo meccanico nella situazione italiana
Se non altro perché nonostante tutto il livello medio distruzione raggiunto al termine della scuola secondaria italiana e ancora generalmente superiore a quello conclusivo degli studi pre universitari in America
Certamente però anche per l'università italiana vi è da domandarsi infatti il dibattito è aperto su questo punto
Si sia giusto asse assecondare la tendenza che è anche il frutto della eccessiva parcellizzazione delle discipline
A indirizzare il senso sempre più specialistico gli indirizzi di studio
O se non ci si debba invece preoccupare di garantire innanzitutto nella formazione dello studente una forte base culturale e scientifica l'educazione al metodo critico l'acquisizione della capacità di apprendere
Ma al di là di questa riflessione che riguarda il rapporto tra culture professionalità e il modo di concepire la professionalità stessa
Vi è una considerazione che a me pare anche più rilevante che riguarda alla Net la necessità di non valutare gli studi universitari solo in rapporto alla loro ricaduta tecnica e professionale
Certo innalzare il livello di competenza di capacità tecnica di qualificazione è uno degli obiettivi cui l'università deve tendere
Ma vi è un compito che in qualche modo è anche più importante che è quello di promuovere nei diversi campi una più diffusa consapevolezza critica di educare alla conclusione alla comprensione della complessità dei problemi di affinare il senso di responsabilità
Che tanto più deve essere vivo ed avvertito quanto più sono inediti e inquietanti i problemi sollevati dall'introduzione di tecnologie sino a ieri sconosciute
Penso che il dibattito che dopo il disastro di Chernobyl sia perso sul c'è aperto sull'uso del nucleare da da fissione o gli interrogativi proposti dalle scoperte dell'ingegneria genetica
Dall'introduzione delle nuove tecnologie della procreazione
Dalle ricerche sulle intelligenze artificiali
Dalle stesse possibilità offerte dall'avanzamento dall'informatica penso che tutti questi fatti non solo hanno riproposto in termini nuovi l'antica questione del rapporto tra scienza e ittica
Ma pongono soprattutto il problema della possibilità e delle forme di un controllo democratico dell'uso di tecnologie che possono sconvolgere e modificare le condizioni stesse della vita umana
Ma questo problema non è seriamente affrontabile senza il contributo di un sistema di istruzione che innalza il livello di conoscenza e lo spirito critico e senza un'organizzazione democratica
Dell'università e della ricerca
Sono proprio le nuove le nuove dimensioni dello sviluppo scientifico e tecnologico
Che mettono in luce la pericolosità dell'illusione neoliberista
Quella di potersi affidare le regole cieche delle tendenze spontanee dello sviluppo
E che dimostrano invece la necessità di una programmazione che sia nutrita di sapere e di conoscenza
D'altra parte in una fase nella quale proprio per i caratteri dello sviluppo tecnologico in atto diminuisce il tempo materiale che è necessario per la produzione di beni e di merci cresce invece la domanda di conoscenze e di cultura
Una cultura che un tempo veniva definita disinteressata e per questo era considerato un fatto ha visto pratico ma che in realtà sempre di più esprime bisogni umani profondi e che perciò perde l'arte l'antico carattere elitario per diventare una componente essenziale
Di uno sviluppo diversamente qualificato
Anche per questo il compito dell'istruzione
Compresa quella universitaria non può certamente misurarsi solo fondamentalmente sulla sua redditività economica
Va riferito a una domanda culturale che è in rapido aumento che non interessa soltanto le fasce giovanili ma assume un peso sempre più rilevante in tutte le classi di età comprese quelle più anziani
E dunque la funzione stessa dell'università che in qualche modo si differenzia sostanzialmente rispetto al passato
Ma soprattutto non è soltanto la dimensione quantitativa dello sviluppo culturale bel sia la qualità stessa di tale sviluppo che è modificata dai grandi fatti che caratterizzano la nostra epoca
Per esempio io non credo che si possa considerare solo come un dato statistico accenno qui a un problema che sarà di certo ripreso più ampiamente nella relazione di lì di Livia Turco
Il fatto che la presenza femminile nell'università
Un tempo inesistente e sino a pochi decenni fa fortemente minoritaria sia ormai cresciuta sino a rappresentare la metà degli iscritti tra gli studenti e a raggiungere una percentuale ragguardevole anche fra ricercatori e docenti
è vero che tale presenza continua ad essere assai ridotta nei luoghi dove si prendono le decisioni più importanti
Fra i direttori degli istituti di ricerca fra i presìdi tra i rettori e questo fatto comincia giustamente ad essere contestato ma forse non è questo il problema più importante
Forse la questione più importante è che la cultura accumulata nei secoli da un universo maschile non può oggi non fare i conti con un diverso punto di vista il punto di vista di quella metà dell'umanità
Che per millenni era stata abituata a considerare come sfera sua propria
Quasi soltanto quella della riproduzione della vita quotidiana mentre all'uomo era riservata la sfera che veramente contava
Quella dell'attività produttiva e dalla vita pubblica penso che sarebbe sbagliato sottovalutare il rilievo culturale
Di questo confronto e le novità che esso può introdurre così pure l'integrazione planetaria che è avvenuto in questi ultimi decenni non può essere ridotta solo all'assimilazione occhi tutto il pianeta la cultura dominante cioè la cultura dell'Occidente certo rischio che lo modello rappresentato dalla nostra cultura
Sia così forte e pervasivo da schiacciare le altre culture che avevano diversificato la storia dell'umanità nei secoli
è un rischio che indubbiamente esiste
Ma si tratta appunto di un rischio che si si realizzasse segnerebbe un impoverimento dello sviluppo culturale complessivo che sarebbe invece arricchito da una cultura delle diversità
Fondata sul confronto tra differenti tradizioni ed esperienze culturali
E infine quasi inutile ricordare che l'avvento della società di massa la diffusione delle nuove tecnologie della comunicazione e dell'informazione
Lo sviluppo dei settori del sapere che ancora pochi decenni addietro non avevano neppure un nome la crescita impetuosa delle innovazioni tecnologiche particolarmente in alcuni campi pongono problemi anche qualitativamente nuovi allo sviluppo culturale e richiedono dall'università strutture organizzative gli ordinamenti didattici scientifici assai più flessibili e dinamici
Di quelli del passato anche a questo proposito la funzione dell'università non può essere quella di limitarsi a registrare le novità che sono intervenute nell'organizzazione della vita e della cultura
Ma deve essere quella di promuovere quello spirito critico che è tanto più necessario di fronte agli sviluppi senza precedenti dell'
Strumenti d'informazione e dell'industria culturale di massa
Ho voluto richiamare sia pure molto sommariamente questi problemi perché non credo che serva molto affrontare i temi della riforma istituzionale del sistema dell'istruzione superiore
Senza interrogarsi sulle funzioni sulle finalità sui compiti culturali dell'università
Naturalmente viste in questa prospettiva tutte le questioni diventano ancora più complesse
Ma diventa evidente anche che l'università è un punto di snodo fondamentale
Per affrontare efficacemente come ci proponiamo di fare con le relazioni le comunicazioni le tavole rotonde che si svolgeranno nel corso di questa conferenza molti dei temi che hanno un rilievo decisivo per l'avvenire della nostra società
Dobbiamo anche domandarci in questa conferenza come rafforzare la presenza nell'università delle forze riformatrici anche l'azione della sinistra e del nostro stesso partito non ha avuto in questi anni la necessaria continuità incisività
Abbiamo perciò dedicato un documento specifico che occorre discutere nella preparazione di questo appuntamento ai problemi dell'organizzazione
Dell'impegno della presenza del partito nell'università e attorno alle questioni dell'università
Via d'altra parte da notare che lo sviluppo promettente dell'iniziativa della lega degli universitari comunisti collegata alla FIGC
La lega che era proprio la settimana prossima la sua Convenzione nazionale ma sarà presente anche questa nostra conferenza e ci esporrà i suoi problemi e il suo punto di vista ed essenziale è ovviamente il ruolo del sindacato
Crediamo che sia compito dei comunisti che operano in università contribuire al rafforzamento del sindacato universitario della CGIL che va potenziando il suo impegno oltre un'azione semplicemente rivendicativa e sta dando un contributo che mi auguro sempre più ricco sui temi di riforma
Ebbene fermare l'attenzione su questi problemi perché è senza dubbio vi ha bisogno di un arco assai vasto di forze fuori e dentro l'università per affermare l'esigenza di porre fine a un Periodo ormai troppo lungo in cui è del tutto mancato un serio impegno riformatore
E anzi non vi è stato come è accaduto in questa legislatura e anche per questo uno dei motivi per cui davvero non vorremmo che questa legislatura finisse con le elezioni anticipate
E anzi non vi è stato come accaduto in questa legislatura nessun intervento di rilievo per l'università in questo campo credo davvero di poterlo dire senza alcuna forzatura propagandistica
Il bilancio che il pentapartito presente è particolarmente negativo
E ciò contrasta contrasta fortemente con il rilievo centrale che la questione universitaria è tornata ad assumere per il sistema Italia
Per questo ci siamo proposti con questa conferenza di chiamare a un rinnovato confronto le forze democratiche riformatrici di qualunque indirizzo esse siano del mondo della cultura di quello del lavoro
Ci siamo posti un obiettivo forse un po'ambizioso ma che voglio esplicitamente dichiarare
L'obiettivo
E non solo di cercare di precisare una linea comune
Di dibattito di ricerca di impegno sui temi specifici dell'università a partire da quelli dell'autonomia degli ordinamenti didattici della promozione della ricerca del ruolo degli studenti e dei docenti
Ma è qualcosa di più è quello di fornire uno stimolo attraverso questo dibattito e le indicazioni che adesso scalza scaturiranno attraverso l'impegno che del nostro partito far conto
E il contributo che ci auguriamo venga da un arco molto vasto di forze democratiche riformatrici
Fornire uno stimolo per una ripresa dell'impegno riformatore sul tema più generale dei compiti dei fini dell'università in rapporto ai maggiori problemi che in questa fase di crisi di trasformazione sono aperti nella società italiana
Questo questo
Poi
Iraniana non Vialli e
Un momento cessi il rumore
Nata alcuni
Ringrazio il senatore Giuseppe qui narrante per la sua relazione
E da ora la parola Aureliana Alberici per cambiare l'università idee proposte
Potrebbe apparire in questa fase della vita del nostro Paese
E di fronte ad un tentativo assai diffuso di mettere in soffitta le opzioni di valore le idealità come vecchiume inutile
Assai poco moderno
Riproporre la necessità per l'università italiana di un modello cioè riproporre la necessità di compiere uno sforzo per individuare le ragioni gli interessi generali della nostra società oltre che della cultura e della scienza a cui ricondurre le diverse possibili opzioni sul ruolo
Sulla funzione delle università oggi
Questo invece è un terreno obbligato poiché siamo di fronte ad una fase della vita economica sociale e culturale non solo in Italia di profonde trasformazioni
Siamo di fronte ad un passaggio fra tipi diversi di società
Modi diversi di comunicare modi diversi di pensare di studiare di lavorare
La transizione il mutamento sono i caratteri dell'oggi
E gli aspetti più sconvolgenti di tale mutamento sono certamente connessi allo sviluppo all'espansione alla pervasività della scienza e della tecnologia
Enormi sono le contraddizioni prodotte ma anche le nuove grandi potenzialità
Forse per la prima volta nella storia degli uomini potrebbe divenire attuale e non utopia l'obiettivo di superare la divisione tecnica del lavoro
Sono infatti messi in discussione non solo gli aspetti della produzione
Ma anche il concetto stesso di produzione l'organizzazione della società il rapporto fra tempo di lavoro e non lavoro fra studio e lavoro
Si pongono a questo riguardo due questioni assai rilevanti
La prima riguarda la direzione e l'orientamento di questi processi al fine di garantire una società non autoritaria non discriminante e iniqua per una parte di essa
La seconda questione implica un capovolgimento di ottica nel modo di concepire
Il ruolo e le funzioni dell'università oggi
Rispetto a parametri che sono ormai irrimediabilmente lontani sia dalla tradizionale concezione della Università studiorum moderna di origine un volti Anna
Sia dai più pragmatici moderni delle multe i vestiti americane
In particolare si tratta per l'Italia mi pare di ripensare ad un'università in cui vengono collocate al primo posto le ragioni del futuro
Un'università intesa come luogo che permetta lo sviluppo qualitativo della scienza e della ricerca
La formazione di un numero sempre più ampio di individui colti un nuovo rapporto fra sapere innovazione e sviluppo
Uno strano linguaggio forse questo una risonanza di ipotesi sistemisti che oggi improponibili
Non credo
Certo nessuno di noi può avere la pretesa di possedere un modello costruite rifinito di università
Non è di questo che si tratta quanto piuttosto di specificare le scelte di un progetto fondamentale
Perché io credo che i modelli non sono indifferenti così come non lo è la teorizzazione della fine dei modelli o un pragmatismo fondato su concetti apparentemente neutrali come efficienza e impresa
Siamo di fronte ad un convergere assai interessante di attenzione alla questione universitaria
Ad una pressoché è unanime convinzione dell'università
Fra le forze politiche economiche culturali più attente del Paese fra le giovani generazioni della necessità di affrontare e celermente un processo di modernizzazione e di qualificazione delle nostre università
Io non credo che questo processo possa essere oggi affrontato con la politica dei piccoli passi
Né con ipotesi di semplice traduzione in questa importante istituzione di modelli organizzativi propri di altre realtà produttive o culturali
Credo invece che ci sia la necessità di fare scelte coraggiose scelte di ampio respiro
Su tale necessità si fonda una delle proposte più rilevanti
E innovative che abbiamo avanzato nell'ultimo congresso del nostro partito e cioè la convinzione che per guidare in senso sociali cambiamento è necessario operare per un'innovazione complessiva di sistema
Che non può essere affidata semplicemente alla centralità dell'impresa
Ma che comporta un processo di rinnovamento profondo dello stato delle pubbliche amministrazioni dei servizi un vero e proprio salto di qualità per i sistemi complessi dell'istruzione della ricerca e della formazione
Non ci può essere sviluppo oggi se non c'è una sinergia tra questa pluralità di fattori diversi
L'università si trova oggi al centro di grandi processi di cambiamento
Uno vuole un peso della scienza e delle sue applicazioni nella società e nella vita degli individui impensabile fino a pochi anni fa
Una trasformazione del rapporto fra scienza e forze produttive
Un modificarsi anche nella ricerca che dà esperienza molto spesso solitaria si è trasformata in grande lavoro collettivo ingente in istituzioni multinazionali in veri e propri Trust di affari
Il sconvolgente strumento di potere di oligarchie economiche militari
Fino a restringere sempre di più nel quadro mondiale i luoghi effettivamente deputati alla produzione di conoscenza libera e non di semplice applicazione o trasferimento della spessa
Profondi sono anche i cambiamenti nella stessa domanda sociale di istruzione crescente e la domanda di cultura e di educazione permanente e crescente la necessità
Di redistribuzione tra tutti gli individui del potenziale tempo liberato dal lavoro a causa della universalizzazione dei processi di automazione di robot titolazione un tempo che potrà e dovrà anche essere investito in attività culturali artistiche scientifiche
Creando una nuova qualità dello stesso lavoro intellettuale nuove professioni spazi sino a Dorin pensati per la cultura e per la scienza nella vita di tutti gli uomini
Attraversa tutto ciò lo richiamava già il compagno Chiarante e segna di caratteri inediti rivoluzionari degli anni futuri
Il fenomeno della forte che crescita della scolarità delle donne
Che ha già prodotto oggetto diffuso di intellettualità femminile
Tale fenomeno è noto soprattutto nei suoi aspetti quantitativi ma non è stato valutato adeguatamente nelle sue implicazioni di qualità
è un dato sconvolgente pensare che giovani generazioni di donne
In pochi anni hanno raggiunto e in alcuni casi ha superato la stessa scolarità maschile
è un dato sconvolgente per il livello complessivo di civiltà di un paese
è un vanto lei risponde al quadro verso
è un fatto prima che impone nuove domande ad una scuola ad un'università che tradizionalmente le ha escluse
E che ancora oggi presente a forme di segregazione nei processi formativi nella stessa ricerca e conseguentemente nella collocazione sociale e professionale
Non si può non comprendere che questo straordinario mutamento impone di ripensare la cultura la scienza i luoghi e le forme della produzione
E incorpora anche domande nuove di valorizzazione scientifica e sociale di attività produttive di attività culturali
Di ambiti e tematiche di ricerca che bisogna dirlo oggi sono spesso antagoniste ai criteri di valore del mercato e anche ritenuto spesso marginali nella stessa cultura scientifica accademica attuale
Per tutto questo io credo dobbiamo avere dunque l'ambizione di una proposta politica e culturale
Che superi ogni angustia strategica una proposta che sappia dunque coniugare obiettivi anche parziali hanno da visione d'insieme ad un'idea di università capace di rimettere in gioco nelle grandi scelte le competenze
E le forze di una generazione di docenti e di studenti che devono affrontare oggi governare vivere nel presente la transizione difficile al passo al Guttuso decimo
L'università che è la più grande concentrazione di intelligenze di competenze di capacità di ricerche professionali e anche il luogo in cui istituzionalmente si deve sviluppare la ricerca la cultura la scienza e le alte professionalità proprio per questo essa deve essere autonoma qualificata io dico creativa
Una università che si muova nella dimensione internazionale dei processi
Che abbia come obiettivo una scienza senza confini una comunità di docenti e gli studenti che vada oltre le attuali barriere politiche ed economiche per la formazione del cittadino europeo studi
Una università così forte della sua funzione culturale didattico scientifica da essere essa stessa un soggetto che agisce concorre a costruire da orientare la strategia di sviluppo per l'Italia e anche per l'unità dell'Europa
C'è una sostanziale necessità di politiche che consentano nella società informatica
In cui tempo e spazio sono sempre più ravvicinati la circolazione dei titoli degli studenti dei docenti dei ricercatori l'effettuazione di piani interregionali di ricerca la circolazione dell'innovazione
L'università italiana oggi è assai lontana dal corrispondere a queste esigenze anche se e io qui voglio ripeterlo certamente in tutti questi anni essa non è rimasta ferma e aspre e ai spesso forze dinamiche
Ma questo mutamento è stato Complesso e contraddittorio
Certo nell'università le competenze l'impegno degli scienziati e dei docenti hanno contribuito e continuato a produrre risultati assai prestigiose non solo in Italia
L'impegnativa sfida culturale e scientifica avviata con la sperimentazione dipartimentale
Ha proceduto anche se in maniera differenziata investendo una parte assai rilevante dell'università italiana
La ripresa dell'impegno dell'Università sul fronte della ricerca nonostante le inadeguatezze i limiti in cui essa opera ha consentito significativo tardivamente divertire una tendenza grave alla licealizzazione
Nuove esperienze sono sorte consorzi con in paese aree scientifiche formazione a distanza
Ma tutto questo è avvenuto si potrebbe dire malgrado tutto
E in particolare di fronte ad un costante pervicace prevalere di una logica centralistica burocratica dirigistica dell'amministrazione centrale
Di forme di controllo e di pesante discrezionalità sino ai limiti in alcuni casi della legalità che noi in Parlamento abbiamo sovente denunciato purtroppo spesso troppo soli
Un esempio soltanto basterebbe pensare alla gestione di una parte dei fondi nazionali e della ricerca scientifica
Quanto era dovuto è divenuto spesso graziosa e discrezionale concessione annullando così ogni reale possibilità di trasparenza e di controllo democratico
Non dobbiamo dimenticare che proprio gli elementi innovativi del DPR tre otto due i dipartimenti finanziamenti per la ricerca di dottorati la sperimentazione didattica prendevano invece necessaria l'autonomia
Rendevano necessaria la responsabilizzazione delle forze universitarie in un processo a tappe successive che è stato certamente fortemente contrastato e frenato
Pensiamo per esempio al convegno di Pisa del mille novecentottantaquattro
Dopo una parte rilevante dell'università si pronunciava sostegno di proposte su cui noi da anni abbiamo qualificato la nostra iniziativa
Il processo dipartimentale l'allargamento della titolarità il superamento degli istituti e si potrebbe continuare dove lo scontro in atto tra le possibili acquisizioni di tali risultati nell'università
E le resistenze e le stesse divergenze all'interno degli apparati ministeriali erano già ben evidenti
Ragioniere sposa abilità multiple hanno reso faticoso questo processo certamente la pressione il peso in parte di consolidato di forze moderate anche interni all'università in cucina la difficoltà delle stesse forze progressiste
Di fronte alla contraddizione che impegna tutta la sinistra in Italia in Europa ad una tormentata ma seconda riflessione sulla qualità dello sviluppo a mantenere ben visibile è chiaro il proprio progetto riformatore
Ma io credo si debba dire soprattutto l'abdicazione in questa fase ad ogni ipotesi riformatrice del governo e il corrispettivo a un momento di un forte potere burocratico anti autoritario e anzi anti autonomistico del ministero
Proprio questa degenerazione burocratica e centralistica
Dove come in tanta parte della pubblica amministrazione e l'uso degli apparati è stato spesso strumento politico le ha creato danni e guasti profondi chiusa
Occorre finalmente rompere questo regime di vigilata speciale in cui ha vissuto l'università
Anche per l'università infatti io credo non si possa sostenere oggi che il confronto è soltanto fra conservazione e sviluppo
Quanto piuttosto sempre più sulla natura sulla direzione sul controllo degli stessi processi dinamici sulla qualità dei processi di rinnovamento indispensabili
Le politiche neo conservatrice anche in Italia di fronte alle disfunzioni improduttività dei sistemi formativi e dell'università
Hanno operato su due versanti
Da un lato hanno emarginato dalle priorità politiche questi settori dequalificare ulteriormente il sistema pubblico
Dall'altro hanno sposa hanno spostato l'accento su prospettive miracolose del mercato
E hanno teorizzato la non riforma abilità del pubblico tentando di trasferire anche in questo ambito modelli di tipo privatistico rossa si è dunque sviluppato un dibattito sulla cosiddetta modernità che da un lato ha visto la teorizzazione di meno Stato e più mercato su cui si è realizzata in questi anni una convergenza fra suggestioni neo neo liberiste presenti anche all'interno del partito socialista
E una più tradizionale critica cattolica lo stato presente in settori rilevanti della Democrazia Cristiana ma dall'altra parte abbiamo assistito alla riproposizione di una contrapposizione spesso anche nostra difensiva ideologica fra statalismo e priva attivismo
Se questi diversi orientamenti hanno attraversato orizzontalmente le forze culturali interne ed esterne all'università
Ma anche le stesse forze politiche della sinistra una parte della delle quali è approdata anche alla teorizzazione alla pratica di un'idea di modernizzazione che di fatto ha costituito il paravento qualche volta luccicante della inefficacia delle politiche riformiste del Governo
Ebbene a me pare che questo sia proprio il cuore del problema se vogliamo senza ideologismi affrontare le questioni nuove dell'università facendo spazio alle sue forze più dinamiche
Di fronte alle sette della contrapposizione tra statalismo e privatissimo della contrapposizione fra pubblico e privato si tratta invece di perseguire obiettivi reali di socializzazione e in questo ambito coniugare il valore dell'equità sociale con quello dell'efficienza si tratta cioè di porsi il problema di un modo diverso di essere di funzionare dei sistemi pubblici distruzione di ricerca
Un sistema pubblico che mantenga come cardine del suo operare le finalità e gli interessi di carattere generale che sono proprio adesso
E che sono specifici dell'università italiana all'interno del nostro ordinamento costituzionale e nella stessa cultura e storia del nostro Paese
Ma parliamo e pensiamo però ad un pubblico e ad una concezione del sistema pubblico
Che superi anche le nostre resistenze culturali e le rigidità vetero statalisti che e che ridefinisca le condizioni per un nuovo rapporto fra pubblico e privato
Ciò è indispensabile oggi in Italia
Sia per i necessari processi di produzione di trasferimento dell'innovazione sia per reperire nuove risorse da impegnare nell'università sulla base di interessi comuni a settori anche diversi della collettività nazionale
Siamo di fronte allo stacco già ampiamente documentato delle politiche liberiste applicata questi sistemi di istruzione
Per questo riteniamo che si debba per garantire la libertà della cultura dell'insegnamento e della ricerca ma anche per garantire la qualità del sistema universitario riaffermare la sua funzione pubblica al di fuori da ogni logica mercantili spicca
Un pubblico però dicevo profondamente cambiato
Che abbia come obiettivo l'efficienza la produttività l'efficacia dei suoi risultati
E che sappia sviluppare una flessibilità nuova nel rapporto col privato che sappia interagire non casualmente con la realtà economica produttiva sociale istituzionale in cui università operano questo rinnovamento del sistema pubblico universitario noi riteniamo possa essere perseguito a due condizioni
La prima dare corpo e attuazione all'autonomia delle università prevista dalla Costituzione la seconda ripensando al ruolo alla funzione degli studi superiori
Parte degli studenti dalla parte cioè di coloro che dovrebbero essere anche per la tradizione istitutiva dell'università i soggetti e che sono invece oggi troppo spesso un problema da risolvere una marginalità
Autonomia e questione studentesca sono dunque i due cardini della nostra proposta
Relativamente al tema dell'autonomia e noto che il dibattito ravvivato se negli ultimi tempi ha una lunga storia e ha evidenziato posizioni molto diverso
Brevemente si può dire sui da più parti è stato teorizzato e anche praticato negli spazi già oggi possibile una concezione dell'autonomia come autarchica della corporazione che risponde solo a se stesse attese di fronte a tale concezione corporativa dell'autonomia è indubbio però che anche le forze politiche e accademiche più impegnate contro il burocratismo e il centro benissimo hanno spesso fatto prevalere la preoccupazione giusta di contrastare il processo già in atto di deregulation e di deresponsabilizzazione
Ma hanno fatto rendere meno visibile il loro impegno sul terreno dell'autonomia degli atenei
Ma nel panorama politico di questi ultimi tempi
E anche accademico sia venuta sviluppando un'altra concezione dell'autonomia che per brevità dirò ha individuato nell'autonomia delle sedi universitarie lo strumento attraverso cui introdurre nel sistema universitario italiano
Forme e modalità di gestione e di organizzazione di finanziamento fondate su modelli stranieri di tipo privatistico
Un modello in sostanza di autonomia
Che elimini il ruolo pubblico dell'università affidando sostanzialmente il sistema di istruzione superiore di ricerca universitaria alla libera dinamica del mercato al controllo degli utenti e dei committenti
La confusione fra il tema dell'autonomia e quello della introduzione di modelli privatistici nell'università
Non giova alla costruzione di un fronte autonomistico ed è una sostanziale distorsione delle necessità di autonomia espressi invece dalle forze universitari
E quindi è una confusione che bisogna eliminare d'altra parte appare chiaro che questa concezione dell'autonomia
Inattuabile in Italia proprio per la particolare natura del nostro sistema universitario per il peso che l'università pubblica avute continua avere nel nostro Paese
Non si tratta quindi oggi di discutere tra noi autonomia si o autonomia no quanto piuttosto a partire appunto dal autonomia di definirne i caratteri le finalità i contenuti le modalità
A me preme qui richiamare i cardini politici ai contenuti fondamentali su cui noi intendiamo qualificare la nostra proposta di autonomia
Sul piano generale
Mi pare evidente si tratta di dare attuazione all'ultimo comma dell'articolo trentatré della Costituzione
Di rendere cioè operativo un diritto e qui credo sia giusto specificare che non può essere soddisfatto o confuso con la garanzia della libertà didattica e scientifica del singolo docente perché questo diritto inerisce le istituzioni universitarie il diritto cioè fidarsi ordinamenti autonomi
L'autonomia cui pensiamo nell'ambito della funzione dell'interesse generale a cui deve rispondere il sistema universitario
Deve essere autonomia dall'amministrazione centrale autonomia dal regime oggi immobilizzate dei controlli burocratici non dunque contrapposizione dell'autonomia dell'università al potere legislativo le sue funzioni di indirizzo e di programmazione
è questa una diversa concezione del pubblico a cui noi pensiamo cioè una concezione che distingue lo Stato come apparato come Amministrazione centrale come gestione da cui io credo debbano essere liberate le Autonomie universitarie
Dalle finalità ed agli interessi generali della Repubblica italiana entro cui invece le Autonomie universitarie devono continuare ad operare ciò comporta la certezza di finanziamenti pubblici adeguati un'autonomia statutaria e di gestione delle risorse a disposizione anche attraverso forme di autofinanziamento
Un utilizzo di personale che consenta di superare le attuali e pesanti rigidità ma più in generale la creazione delle condizioni per un'effettiva autonomia della didattica e della ricerca che sono il fondamento stesso delle ragioni dell'autonomia universitaria
Autonomia della ricerca scientifica
Vorrei soffermarmi un attimo intesa come tutela della libertà della ricerca scientifica stessa rispetto ai condizionamenti del mercato
Ma anche come una nuova grande flessibilità nel rapporto fra l'università ed enti e soggetti esterni pubblici e privati
Si sono realizzati infatti in questi anni uno scambio fra università e strutture private di produzione di ricerca che se da un lato rischia di sconfinare in uso privatistico dall'altro apre però possibilità nuove per l'università
Si tratta cioè in questo senso
Di un'autonomia che deve rendere possibile rapporti che mettano in moto risorse aggiuntive competenze sulla base di progetti e che individuino precisi obiettive funzioni dei diversi soggetti interessati
Penso per esempio al vasto spazio che si potrà aprire per affrontare anche in Italia progetti per aree di ricerca
Progetti per il trasferimento e sostegno dell'innovazione alla qualificazione del territorio alla grande rilevanza di queste politiche per esempio per le aree meridionali
Voglio insistere da ultimo sulla problema dell'autonomia didattica e dell'organizzazione degli studi perché ci è apparsa una beffa
Per l'università il tanto parlare di autonomia in questi ultimi tempi da parte anche delle stesse forze di governo
E soprattutto di autonomia didattica mentre continuava la riforma dei corsi di laurea dei curricoli in modo del tutto centralistico senza impegno diretto delle università
E spesso in modo contrastante con le conclamate necessita di modifica dei curricoli universitario
Nel merito dell'organizzazione dell'autonomia didattica vorrei fare una sola considerazione
Da più parti si sostiene che se in Italia è un punto di discussione di IVA cioè non sarebbe possibile per l'esistenza del valore legale del titolo di studio
Ebbene anche per questo io credo che oggi dobbiamo ricondurre le questioni nei loro giusti termini
è noto adesso nel rapporto col mercato del lavoro è già cassa ha già un utilizzo assai limitato i vantaggi sono sostanzialmente legati alle possibilità di accesso all'impiego nei settori pubblici
Ma proprio per questo oggi si tratta di capovolgere il ragionamento
In questa fase il mantenimento del valore legale del titolo di studio
Deve essere considerato come una garanzia di effettiva autonomia didattica delle Università e delle Scuole
Cioè come la salvaguardia degli studi rispetto a quella spinta pericolosa alla professionalizzazione esasperata
Che è stata da più parti denunciata come un rischio grave
E che sarebbe inevitabile nel momento in cui prendessero più spazio e più potere gli organismi deputati alle certificazioni professionali
L'esperienza avvenuti in altri Paesi in questo settore la richiamava anche prima Chiarante è particolarmente significativa
Proprio perché porta a una perdita chiara sul piano culturale fino a distorcere le aspettative degli studenti precludendo per loro scelte future
Credo quindi si possa dire che principi generali e standard nazionali non sono il limite dell'autonomia ma sono piuttosto la salvaguardia e la condizione di un'effettiva autonomia didattica e scientifica
Riteniamo che questa concezione di autonomia ci possa consentire di dare una risposta seria anche nelle università pubbliche ad un'esigenza importante che io credo non possa più essere elusa
Quella cioè di prevedere lo sviluppo di politiche Renzi atti di ricerca e di insegnamento quelli che sono stati chiamati in questi anni non col nostro linguaggio le aree di eccellenza su cui concentrare competenze risorse economiche pubbliche e private partendo però da una considerazione cioè che esse devono sorgere in base a obiettivi scientifici e sociali di interesse generale e non per esigenze legate al mercato semplicemente
Uno ordinamento autonomo con queste caratteristiche richiede un impegno riformatore su più fronti comporta la necessità di un forte potenziamento della democrazia universitaria che governa l'autonomia
Si tratta tale riguardo di affrontare tre questioni molto brevemente prima questione
C'è la necessità di un allargamento della democrazia che vada oltre il problema delle rappresentanze
La democrazia oggi comporta la necessità di definire con precisione le competenze specifiche degli organi nazionali e di ateneo e le sedi di decisione
Siamo convinti che bisogna portare a regime la sperimenta sperimentazione delle strutture
Con la semplificazione degli organismi con la generalizzazione dei dipartimenti con il superamento delle attuali facoltà e degli istituti per dare voce a tutti i soggetti del processo autonomistico
L'autonomia è un'autonomia fatta di più soggetti
In questo ambito si pone come prioritaria la necessità di Assur di assunzione degli studenti
Come protagonisti dei processi decisionali della vita universitaria modificando la loro presenza negli organi facendoli partecipi di tutti i momenti di elezioni degli organi di governo dai presso il i direttori di dipartimento gli stessi rettori
Più in generale si tratta di riconoscere il loro ruolo attivo l'autonomia delle loro rappresentanze ma di garantire concretamente ciò che oggi non avviene gli spazi e le risorse per la partecipazione la seconda questione riguarda richiamo brevemente la necessità di istituire un organo nazionale diamo conto governo delle autonomie universitarie
E vorrei dire qui che noi pensiamo che questo organo di autogoverno possa essere il una versione riformata del Comitato universitario nazionale
Dotata di una rappresentanza diversa da quella attuale non settoriale
E quindi riformata profondamente nella composizione nelle funzioni e nei poteri che abbia poi la possibilità di avvalersi delle competenze tecniche necessari ai suoi scopi sul piano didattico e scientifico
La terza e ultima condizione quella che riguarda lo ripeto diceva prima Chiarante l'attribuzione al Ministero della Pubblica Istruzione di compiti di programmazione e generali per perseguire finalità di interesse generale e di riequilibrio qui si colloca anche la nostra proposta appunto
Di istituire un ministero della ricerca e dell'università ed eventualmente anche dei beni artistici e culturali
Da ultimo il governo dell'autonomia comporta la necessità di introdurre nell'università italiana criteri d'imprenditori rivalità criteri di imprenditorialità di qualificazione di responsabilizzazione degli apparati che sono oggi assolutamente indispensabile
La denuncia avanzata in più occasioni da
E nota a tutti
In base ai caratteri di autonomia che ho indicato appaiono chiare le ragioni delle Riserve da noi espresse nei confronti del disegno di legge presentato dal governo uscente sugli ordinamenti autonomi dell'università
La discussione su questa proposta vorrei dirlo
Con chiarezza avuto forse momenti di ambiguità
Per il possibile rischio di ridere autonomisti e non autonomiste in rapporto a coloro che condividevano o non condividevano questa proposta
Credo sia utile ribadire in questa sede che per ciò che riguarda noi Partito Comunista sia trattato piuttosto di una discussione di merito
E sulla qualità dei processi autonomistici da attivare perché è la proposta che era stata affrontata poneva una questione assai rilevante che si evince da quello che ho detto precedentemente
Ma essa portava però il segno e questa è la ragione fondamentale della nostra critica di un compromesso i compromessi sono sempre legittimi fra le forze politiche ma possono non essere condivisi
Fra un'ipotesi più fortemente centralistica e burocratica che ancora permaneva
E quella fortemente caratterizzata da modelli privatistici
Che noi non possiamo non considerare negative entrambi per l'efficacia stessa di una proposta che vuole portare l'autonomia nell'università
In realtà questo disegno di legge tanto più se lo paragoniamo quello sulla riforma degli ordinamenti didattici
Riconosceva all'università un'autonomia didattica e scientifica che noi consideriamo molto limitata e molto brevemente perché le nostre argomentazioni sono note d'altra parte introduceva norme come le tasse differenziate per ateneo che nulla noi riteniamo abbiano a che fare con la questione dell'autonomia ma piuttosto con quella di una competitività fra le sedi di tipo privatistico
Altra cosa e sostenere la necessità e la legittimità del trasferimento delle tasse degli studenti ai bilanci universitari ma non di questo si tratta
Anche per affrontare la seconda priorità che abbiamo indicato e cioè la questione studentesca riemerge la rilevanza di una proposta sull'autonomia che punta ad una forte responsabilizzazione delle forze universitarie
Ravvicinati il governo
E i processi e le scelte ai luoghi dove effettivamente gli studenti stanno per la prima volta nel sistema italiano accentrato e fortemente burocratico potrebbe esistere la possibilità negli atenei
Di uno spazio di iniziativa nuovo per le leve giovanile nella costruzione dei loro percorsi formativi nella partecipazione alle scelte di governo nella stessa gestione attività di servizi sappiamo che l'aspetto più introduttivo dell'attuale sistema universitario è quello che riguarda la formazione gravi sono le difficoltà che un giovane studente incontra quando entra all'università e poi anche per riuscire a rimanervi e a ciò fa riscontro la progressiva divaricazione fra la qualità della scolarità e l'occupazione
In questi ultimi anni la questione studentesca è stata affrontata prevalentemente sia nelle scelte politiche ma molto spesso anche nella politica universitaria più come problema quantitativo che qualitativo
Fino ai più recenti tentativi di avviare politiche di disincentivazione degli studi in settori per corsi di laurea per facoltà
E le recenti vicende europee anni in modo esplicito ed evitare di vedersi atto che questa linea di tendenza è presente pur con le sue specificità anche in Italia ma incontra forti ostacoli a queste politiche hanno risposta con forza e con combattività le iniziative degli studenti da Parigi a Madrid
Ma io credo che l'altra faccia di questa politica sia stato il permanere del disinteresse verso le giovani generazioni
E anche verso il loro destino culturale professionale perché poi questo e ciò che nei fatti è stato il tipo di risposta che gli gli studenti hanno avuti in questi anni all'interno dell'università e nel Paese
Se investire in intelligenza è investire in futuro
Allora le forze politiche produttive su culturali più dinamiche devono provocare un'inversione di rotta devono riportare al centro dei loro processi di rinnovamento dell'università gli studenti e devono riproporre il loro valore sociale
Nelle politiche formative si misurano le improduttività più esplicite e sono anche più alti gli dieci di improduttività sociale
Dalla relazione precedente richiamava le distorsioni in merito alla percentuale degli scritti al rapporto fra scritti e laureati al dato cronico dei fuori corso ed hanno troppa puzza
Ma io vorrei aggiungere anche dell'anacronistica presenza di un unico livello di titolo di studio
A ciò si aggiungono gli affetti di una sperequazione forte fra gli iscritti nelle sedi e anche le procedure del tutto discrezionali e rigide nella distribuzione dei docenti che già oggi determina una situazione di differenziazione qualitativa profonda nel rapporto tra studenti e docenti e nelle condizioni di studio
Più che soffermarci su una disamina di questi dati che sono noti
Mi interessa qui definire quelli che devono essere gli obiettivi di base da perseguire per questo processo di riqualificazione a partire però e questo compete ad un partito
Da due opzioni di carattere generale la prima estendere l'aria degli individui ai quali si accessibile l'istruzione e il sapere ad alto livello scientifico e professionale in una delle forme
E dei grandi in cui esso non può articolarsi anche nell'università
La seconda accrescere il numero degli studenti che si possono dedicare a tempo pieno gli studi in particolare quelli appartenenti alle fasce sociali più deboli che in questi ultimi anni sono stati penalizzati nella possibilità di accesso alla frequenza
Nonostante la cosiddetta università di massa
La nostra iniziativa già nella fase immediatamente successiva DPR tre otto due si era concentrata sulla necessità di intervenire per la riforma degli ordinamenti didattici il diploma in serie e in parallelo la laurea un nuovo dottorato
Le scuole di specializzazione
Certamente la consapevolezza della inderogabilità di queste riforme e oggi assai più diffusa lo dimostra anche l'avvio della discussione lo dimostrava
L'avvio della discussione parlamentare ma lo stato di disagio degli studenti e la sofferenza dell'università sicuramente si è accentuata il perdurare inoltre del blocco della riforma della scuola media superiore
Dovute al prevalere nella maggioranza di un gioco immobilizzate ha creato una situazione di ulteriori difficoltà anche per l'università
Tutto ciò aggrava il rapporto già di per sé complessa o fra formazione lavoro
Poiché è ostacolare politiche attive per il lavoro che comportano oggi flessibilità e capacità permanente di riqualificazione sulla base però di un serio impianto culturale e scientifico di base
Tutto ciò che il sistema scolastico e universitario oggi non garantisce il tema dell'insegnamento della qualità degli studi e della loro produttività costituisce dunque oggi un'emergenza anche rispetto allo sviluppo della ricerca che richiede nuove leve di giovani e e nuove leve appunto di ricercatori
Diceva prima Chiarante che se volessimo realizzare l'obiettivo necessario di raddoppio del numero dei ricercatori in cinque anni dovremo porci contemporaneamente l'obiettivo di triplicare almeno il numero dei laureati
E facendo queste top garantire la possibilità di un reclutamento per la ricerca e anche nuove possibilità di sedi di qualificazione specifica
I problemi della qualità degli studi e non le presunte emergenze sull'eccesso della popolazione studentesca sono dunque oggi alla a nostra attenzione cadono infatti travolte dalla forza dei fatti dibattiti e polemiche sui numeri chiusi che si sono trascinati in tutti questi anni
Ritorni la riforma degli ordinamenti didattici la diversificazione dei titoli l'utilizzo delle moderne tecnologie nella didattica l'università a distanza l'educazione permanente sono le vere strategie per la programmazione e possono consentire di affrontare in modo serio anche problemi come quelli dei fuori corso per svolgere un'attività effettiva di orientamento della popolazione studentesca
Ciò richiama in questione due aspetti fondamentali il ruolo e la funzione della docenza e le politiche per il diritto allo studio e per le strutture
Per ciò che riguarda la docenza brevemente credo che si possa dire che essa ha sofferto in questi anni degli affetti più negativi derivati dalla gestione dei provvedimenti del DPR due tre otto due e anche dalle questioni risolte come quelle dei ricercatori
Da un lato la mostruosa macchina concorsuale che ha fagocitato una grande parte di energie e di risorse professionali e che sicuramente non ha favorito una qualificazione dell'insegnamento in questi anni e neanche della ricerca la continua dilazione dei tempi le modalità di assegnazioni dei posti la compri la complicazione delle procedure hanno costituito gli ASPI dagli aspetti di maggior disfunzione amento e di intanto della vita universitario certo l'acutezza dei problemi oggi evidente anche perché è più esplicitamente c'è la necessità di predisporre un'organizzazione dell'insegnamento che cominci finalmente a pensare che gli studenti non sono tutti uguali
Che non sono una massa indistinta che sono uomini e donne giovani e adulti e che esprimono qui i bisogni credo ma e domande formative differenziate
Si impone quindi l'urgenza dei provvedimenti che da molti anni abbiamo indicato l'allargamento della titolarità didattica l'attivazione di funzioni di tutoraggio l'attivazione a regime di un canale di reclutamento per la giovane docenza Canale che noi pensiamo debba essere a termine e su cui bisognerebbe responsabilizzare fortemente gli atenei
è comunque evidente che la stessa qualità della didattica il suo peso nella vita universitaria rinviare ancora una volta al problema dei concorsi
I concorsi dove la ricerca didattica continua a subire un processo di sostanziale sballo utilizzazione provocando quindi un effetto disincentivante anche sul piano scientifico è indubbio infatti anche se questo è un terreno difficile
Che nella opportunità revisione riforma dei concorsi oltre che garantire meccanismi che possano consentire il rispetto dei tempi che è un punto fondamentale
L'anno pletoricità dei posti messi a concorso
La non pletoricità delle commissioni
La unificazione semplificazione delle procedure l'anno rieleggibilità effettiva dei commissari nelle tornate successive
Bisognerebbe tentare anche di individuare forme criteri di valutazione sia della ricerca che della stessa attività didattica questo potrebbe probabilmente consentire di contrastare anche politiche concorsuali
Che sino ad ora hanno penalizzato e discriminato settori di ricerca
E di attività più deboli ma anche settori di ricerche di lavoro dove per esempio più forte la presenza del lavoro femminile l'insieme di queste proposte per la qualificazione della formazione dell'Università costituisce da ultimo la base più seria per le politiche del diritto allo studio noi pensiamo ad un diritto allo studio che punti ai caratteri qualitativi delle prestazioni
Partendo necessariamente dalla consapevolezza che il necessario garantire un'erogazione di servizi di base per tutti gli studenti e alcuni costo devono concorrere coloro che godono dei redditi più alti
Ma ciò premesso si deve puntare ad una politica del diritto allo studio con interventi mirati e selettivi
Per garantire effettivamente la possibilità di accesso di frequenza l'università ai capaci e meritevoli anche se privi di mezzo cosa che oggi non è garantita
E in tale modo promuovere anche una politica di parità che consenta l'accesso e la permanenza delle donne negli studi universitari
L'esperienza di questi anni ha dimostrato la sostanziale inesistenza di una politica di diritto allo studio di questa natura
C'è una grande differenza fra le sedi il prevalere spesso di logiche puramente assistenziali difficoltà di rapporto fra gli atenei gli enti locali e le regioni ciò anche per la mancanza della legge-quadro nazionale che avrebbe potuto costituire un punto di riferimento
Ma la concezione qualitativa del diritto allo studio comporta un nuovo e più forte impegno delle università
E qui c'è un problema pur non condividendo la semplice richiesta che è stata anche avanzata dalla stessa Conferenza dei rettori
Di un'attribuzione competenze di trasferimento delle competenze del diritto allo studio alle sedi universitaria
Cosa che comporterebbe una sostanziale impossibilità di qualsivoglia programmazione territoriale che oggi invece è indispensabile
Noi riteniamo necessaria una riflessione attenta sugli strumenti e sulle forme organizzative più adeguate a garantire questo rapporto
E si tratta di mettere il rapporto università regioni ed enti locali nella pienezza delle loro funzioni riconoscendo che è una serie di funzioni penso all'orientamento ai corsi serali alla polizia applicazione didattica
Non possono non competere anche alla iniziativa e all'attività dell'università
Con questo spirito presentiamo una proposta di legge che troverete nel materiale ed i cui credo si possa qui discutere
Questi sono dunque il problema queste sono anche però le nuove possibilità e le nuove prospettive per l'università
Di fronte a tutto ciò io credo che la crisi di governo e anche l'arresto dei lavori parlamentari il rischio delle elezioni anticipate ci appaiono senza
Dubbio in tutta la loro gravità è bloccata la legge sugli ordinamenti didattici che dopo cinque anni era finalmente giunta ad una svolta importante nella discussione alla Camera
è bloccata la legge sui ricercatori che si è trascinata per divisioni e gravi responsabilità della maggioranza ormai da anni e bloccata la possibilità di attivare un nuovo canale a regime di reclutamento
è noto che su tale questione sia determinata l'emergenza della situazione dei ricercatori ma non solo dei ricercatori degli atenei per il reclutamento e per questa ragione il governo uscente a presentato in extremis con decreto legge
La nostra forza battaglia in commissione per emendare le proposte in esse contenuto in particolare sulla retribuzione ma anche sui nuovi posti da mettere a concorso i sui criteri e le modalità del riassorbimento
Ci ha consentito di modificare in modo che noi valutiamo positivo il decreto
Ma la situazione non è conclusa
Anzi dobbiamo dire che il problema è appeso a un filo perché proprio oggi la discussione se rimangono in calendario i lavori previsti dovrebbe passare all'aula della Camera ci sono forti resistenze e difficoltà ancora anche all'interno della maggioranza
Io mi auguro noi continueremo la nostra battaglia parlamentare io mi auguro che si possa dare veramente finalmente la risposta sia ai ricercatori ma anche questa richiesta che rettori direttori pressi di fanno per avere un nuovo reclutamento e per far funzionare a regime l'università
è evidente dunque che il quadro che abbiamo di fronte e assai preoccupante d'altra parte bloccata anche la discussione sull'autonomia che pure un punto su cui tutti riteniamo si debba procedere celermente
Io credo che non si possa accettare che logiche politiche che in questa fase sembrano del tutto opposta meno che dei contenuti programmatici possano continuare a rinviare a tempi senza storia le soluzioni dei problemi che abbiamo di fronte
D'altra parte proprio questo governo che si era voluto presentare come quello della governabilità su questo terreno bisogna diradato i risultati inferiori
C'è il bisogno e noi riteniamo che ci siano anche le condizioni perché ci sia la possibilità di uno scatto
Di tutte le forze intellettuali più dinamiche dei docenti e degli studenti
Per contrapporre alla politica come semplice gioco di schieramenti i problemi e per condizionare in questa fase i contenuti della formazione mi auguro di possibili governi molte sono le forze del sapere delle competenze presenti nell'università che sentono sempre in modo più stringente che siamo ad un passaggio possibile di fase e che non ci si può più affidare all'ipotesi di una modernità che però non produce riforme noi siamo convinti che queste forze nonostante i momenti di sfiducia di isolamento di delusione rispetto alla vischiosità dei processi riformatori siano vitali lo hanno dimostrate lo stanno dimostrando anche i primi risultati anche se molto parziali delle elezioni studentesche che pur con differenze tra Atene denotano un complessivo avanzamento
Di liste progressiste e lo stesso impegno di tanti docenti e seviziati
Per esempio nelle battaglie per una scienza di pace ancora la nascita in questi anni di riviste di come università e Progetto Kamo vi evitato tante risorse intellettuali e culturali sui temi dell'università
Io vorrei dire anche la partecipazione a questa conferenza credo però di poter dire che queste forze hanno soprattutto bisogno di fatti per poter ritrovare la scintilla che metta in circuito le competenze con la politica
è questa la ragione per cui il nostro partito e oggi qui e pensa di poter incontrarsi con esse diciamo subito che vogliamo fare questo con una certezza sulla le proposte sono tutte discutibili
E cioè con la certezza che non c'è futuro per nessun partito e tanto meno per nessuna forza di sinistra se la politica non è sempre più fondata sulle competenze e che solo le proposte i programmi possono permetterci di costruire intese e consensi
Sappiamo che non ci può essere oggi nessun governo serio che voglia avere questo nome che non pompa fra le sue priorità
Questi temi di cui vogliamo discutere in questi giorni siamo anche convinti che non soltanto non ma le forze culturali e scientifiche anche le giovani generazioni misurano da queste cose la credibilità della politica
Noi vogliamo in questi giorni fare la nostra parte per un programma di governo possibile dell'università
Vogliamo confrontarci con tutti e soprattutto vogliamo confrontarci con quelle forze intellettuali e politiche che pensano di poter fare ancora dell'università un banco di prova per una nuova stagione di riforme
Grazie ad Aureliana Alberici per la sua relazione
Insomma
Credo
Signori compagne e compagni
Stamane all'alba
è morta del compagno Romano letta
Iniziano e il suo impegno politico nella Federazione giovanile comunista come responsabile del movimento studentesco agli inizi degli anni sessanta fu collaboratore della commissione culturale per il settore della scuola dal mille novecentosessantatré membro del Comitato centrale
Nel sessantadue quando fu for fondata critica marxista redattore capo di questa rivista poi redattore capo vice direttore di rinascite
Direttore del Centro studi di politica internazionale poi condirettore dell'Unità
Infine dall'ultimo congresso membro della direzione del partito e direttore di rinascita
Vorrei proporre all'Assemblea un minuto di raccoglimento per ricordare la memoria di un compagno che a lungo ricorderemo e rimpiangeremo
Grazie
Desidero
Ringraziare vivamente tutti presenti i rappresentanti del Governo e delle forze politiche e sindacali economiche sociali che hanno assicurato la loro partecipazione
Rinnovo in particolare ringraziamento al ministro della Pubblica istruzione senatrice Franca Falcucci al sottosegretario alla Pubblica istruzione senatore Luigi Covatta entrambi presenti ha dato la sua adesione alla conferenza Daniele Bovet premio Nobel hanno inoltre assicurato la loro partecipazione il Rettore Vincenzo Buonocore presidente della Conferenza dei rettori
Viene lettori di diverse sedi universitarie sono presente in sede il rettore Fabio Alberto Roversi Monaco il rettore Luigi Berlinguer il rettore Antonio Quistello il Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche professore Luigi Rossi Bernardi il presidente dell'Istituto nazionale di fisica nucleare professore Nicola Cabibbo
Il professore Luigi Frati vicepresidente del Consiglio universitario nazionale il dottor Giampaolo Usberti presidente esecutivo del diritti degli direttori amministrativi do ora la parola la senatrice Franca Falcucci ministro della Pubblica il tre istruzione sparire saluto alla nostra conferenza senatore con
Spoglia
A quello
è inutile presidente desidero ringraziare
Per il cortese invito e l'opportunità di un saluto di qualche breve riflessione
Un saluto ed un augurio di buon lavoro
Considerando questa conferenza
Un contributo importante per una politica universitaria che non riguarda solo l'università
Ma che è di estremo interesse per il Paese
Non è questa la sede la circostanza
Per un confronto sull'azione politica svolta né credo sarebbe facile convincere la professoressa Alberici che c'è forse qualche eccesso di valutazione nelle sue considerazioni critiche ma credo che la prospettiva nella quale si inquadra anche a questa conferenza
E nella quale mi permettono di fare qualche breve riflessione
Sia per il presente e per il futuro non per non avere consapevolezza o disponibilità al confronto e all'approfondimento
Di quanto è stato fatto o non è stato fatto non è stato possibile fare perché pur restando certamente aperto e duttile
Anche l'approfondimento di questo aspetto di questa dimensione
Della politica universitaria ciò che in ogni momento e in ogni vorrei dire giorno della nostra storia individuale e collettiva è essenziale
è guardare alle responsabilità del presente e del futuro
Io non credo di aggiungere nulla di nuovo a cose che ho
Sempre sostenuto con grande convinzione sulle quali ritengo non possono esserci margini di dissenso
Cioè sulla centralità
Dei problemi dello sviluppo scientifico e culturale
Non solo perché a questo risponde a una insomma premi vive esigenza della storia umana
Ma perché acquista questo obiettivo una rilevanza del tutto particolare considerando il contesto storico nel quale noi dobbiamo assumere svolgeremo le nostre responsabilità
Non ci può essere dunque né per i singoli
Né per le collettività ormai più
Spazio di crescita
E di positiva e costruttiva competitività se non polarizzando le nostre scelte individuali e collettive
Sui valori consistenti e non caduti della cultura della professionalità avanzata della moralità culturale e professionale
Ed è in questo quadro che l'università in tutto il sistema formativo ma certamente in primissimo luogo
L'università
A un un ruolo fondamentale non solo in ragione delle sue peculiari storiche e costanti finalità istituzionali
Marco nel contesto di trasformazione sociale economica e civile
Che è intervenuta e che tende ad accrescersi cioè
Il ruolo dell'università è cambiato e tende
A presentarsi in dimensioni anche nuove non solo perché è aumentata la popolazione scolastica universitaria proporzioni studentesca
E questo già di per sé è un fatto non solo quantitativo ma qualitativo giudice ma perché si esige per individui e per la collettività
Una crescita culturale ed una diffusione
Di una cultura che si è ancorata sull'acquisizione
Della metodologia di ricerca chi è la condizione culturalmente valida per affrontare i problemi di cambiamento
E quindi la funzione dell'università è una funzione istituzionale primaria non solo per la storia individuale ma per la storia sociale culturale e civile ed economica di una comunità
Ed ecco perché
No no nessuna esitazione a riaffermare come più volte ho fatto che la prospettiva di una valorizzazione dell'autonomia
Non può essere confondibile con una visione privatistica del ruolo delle istituzioni di ricerca di formazione
E qui forse andrà bakhsh otto un nodo e ho ascoltato con attenzione anche le considerazioni che la professoressa Alberici abbatte a questo riguardo
La irrinunciabilità dell'interesse pubblico al di obiettivi di avanzamento scientifico culturale e professionale non sono quanto meno più identificabili con una soggettività solo statua
Di gestione o di partecipazione all'assorbimento di questa funzione
Ma la capacità di distinguere Trust statalismo e irrinunciabilità della funzione pubblica dello Stato è un obiettivo importante se vogliamo dare corretta soluzione ha due problemi
Il senso proprio dell'autonomia in questo caso delle istituzioni universitarie ma il discorso potrebbe essere estensibili anche ad altre realtà
E la irrinunciabilità
Della funzione pubblica in ragione dell'interesse pubblico e della motivazione pubblica che all'autonomia
L'autonomia universitaria va affermata è garantita non perché esprime la realtà di un mondo avanzato e qualificato che in quanto tale avrebbe diritto ad un particolare al regime
E mi riferisco sia quello degli operatori universitarie sia agli studenti ma per il fatto che la libertà della ricerca
L'autonomia nella ricerca l'autonomia nella organizzazione dello sviluppo della ricerca costituisce sempre ed oggi in modo particolare un interesse pubblico primario che non può consentire abdicazione di responsabilità da parte di chi abbia responsabilità pubbliche
E quindi non ci può essere se correttamente concepita
E disegnata una contrapposizione fra autonomia dell'università e funzione politica
Dini quadro Rodi garanzie e di sviluppo essendo l'urna condizione garanzia dell'altro
Voglio quindi ribadire
Che la Filosofia alla quale si è ispirato il disegno di legge del governo
E apro una parentesi per dire che tutti i disegni di legge presentati dal governo
In materia di politico diversità Ario scolastica non sono mai stati concepiti come una trincea sulla quale mettere una bandiera per vincere o morire
Ma sono sempre stati presentati come una proposta di confronto aperta anche al di là degli schieramenti di maggioranza nella consapevolezza che Problemi di così grande rilevanza civile e istituzionale come quelli dell'asset
Tu universitario del sistema formativo richiedono Nunno un accordo comunque perché questo può essere un auspicabile del risultato ma non può essere una precondizione un prerequisito
Ma un confronto aperto attraverso il quale il sì c'era e chi non le soluzioni più appropriate
E quindi tutti i disegni di legge presentati
Perché a volte si dice che il governo non ha avuto l'iniziativa a volte si dice che ne ha avuta troppo perché ha presentato troppi disegni di legge ma nessuno o Poggi rischiano di arrivare in porta non apro
Nessuna discussione su questo punto voglio dire così come il disegno di legge quadro sul diritto allo studio
Come il disegno di legge sulle autonomia universitaria
Con il disegno di legge sulle ricercatore con il disegno di legge sull'università non statale
Eccetera costituiscono e devono costituire l'occasione di un confronto avverte difesa ma precisato questo credo sia difficile
Interpretare il disegno di legge di autonomia universitaria presentata dal governo come o una volontà di scaricarsi di responsabilità in ragione dell'obiettiva complessità in cui che si presentano oggi i problemi dell'ordinamento universitario
Ho una scorciatoia che personalmente riterrei sbagliata
Di affidare alla pura logica del mercato la soluzione dei problemi dell'ordinamento universitario io sono certamente persona assolutamente Combi tutt'altro del valore del pluralismo anche in materia di università non statali e credo che sia nell'interesse comune
Sciogliere abbastanza rapidamente questo modo per non caricare di ulteriori equivoci il problema di un corretto rapporto fra autonomia universitaria
E in declinabile a responsabilità politica dello Stato insieme ma è certo che noi non possiamo immaginare
Che lo sviluppo in termini qualitativi e quantitativi
Della dei livelli scientifici e professionali possa realizzarsi esclusivamente o prevalentemente in ragione della competitività fra le istituzioni
Non dimentichiamo che nel Mezzogiorno d'Italia fino al mille novecentoventicinque esisteva solo l'Università di nato
E che evidentemente il paese malgrado gli obiettivi le difficoltà limiti errori e contraddizioni quello che volete
Nel corso di questi quarant'anni e non avrebbe potuto raggiungere il livello scientifico culturale e professionale diffuso se non vi fosse stata
La forte iniziativa e la garanzia
Di onde coinvolgimento di risorse e di energie per assumere come interesse comune la crescita culturale e civile del Paese
Quindi l'università oggi è chiamata a una funzione
Dini e guida della innovazione complessiva del Paese non solo perché come dice la trecentottantadue è la sede privilegiata della ricerca scientifica e certamente sappiamo benissimo io per lo meno quanto voi forse anche un po'di più di quanto pesi la scarsezza di risorse complessive per corrispondere in modo adeguato a questa esigenza ma nel senso che dovendo diffondere inutile tessuto sociale ed economico e produttivo
Livelli non solo ha avanzato in ma assai articolati di capacità innovative creative
L'università è chiamata a fare assumere diffondere questa capacità critica ecco perché ho sempre dichiarato
In tutte le sedi oltre a convinzioni di principio alle quale non intendo rinunciare che obiettivamente nel nostro paese non si pone il problema di una politica Malthus Diana dell'università
Si pone il problema di orientamenti per riequilibrare la utilizzazione delle risorse universitarie anche in relazione a settori di punta o avanzati rispetta i quali rischiamo o siamo già carenti
Si pone il problema attraverso un'adeguata politica del diritto allo studio
Ma anche attraverso una politica a una disciplina del percorso degli studi che sia rispettoso della finalità dell'istruzione universitaria ridimensionare in termini fisiologici
L'esercito dei fuori corso che generano frustrazioni individuali
E dispersioni di risorse ma soprattutto frustrazioni individuali non utili né alla storia individuale né alla storia collettiva è questo si può fare con misura con equilibrio
Senza stravolgere dalla sera alla mattina una situazione che però non può essere considerata nell'ottimale né ulteriormente accettabile
Quindi problema è quello di innovazione anche dall'interno nota università è solo questo piccolo richiamo polemico se mi consente alla professoressa Alberici ma non per fare polemica ma per le richiamare l'attenzione su un aspetto particolarmente critico della vita università
Mentre l'innovazione organizzativa dipartimentale
Ha avuto un certo respiro non ottimale ma un certo respiro
Al quale ministero lungi dal contrastarlo ha cercato di assecondarlo anticipando anche per quanto era possibile in via amministrativa
Un'acquisizione che nel disegno di legge sull'autonomia viene data come acquisite istituzionalmente cioè del dipartimento
Come struttura base della ricerca scientifica
Sul piano dell'innovazione didattica
E non per
Come dire accreditare un centralismo burocratico che su i particolarmente in questo settore non esiste ma innovazioni didattiche dall'interno dell'università ne sono venute assai poche per non dire
Quasi nulla professor Berlinguer
E le università hanno già oggi la possibilità di fare proposte di modifica di Statuto
Potrà essere burocratica la procedura che segna il passaggio dalla proposta al DPR
Che è poi burocratica non è perché passa attraverso il parere vincolante del Consiglio universitario nazionale
Ma è questo un fatto
E l'iniziativa del ministero è stata quella di rischi s'creare realizzare o promuovere le condizioni
Per un approfondimento e una revisione
Dei piani di studio che non è burocratica perché vede professori al mondo universitario le proposte vanno alle facoltà dalle facoltà al Consiglio universitario nazionale ed è indispensabile che questo processo si concluda rapidamente senza che esso segni il punto conclusivo perché la indicazione del disegno di legge in discussione alla Camera rispetto ai quali il governo non ha intenzionalmente presentato proposte
Per favorire un confronto e una è una convergenza la più ampia possibile sulla
Diversa articolazione dei titoli di studio
Che in parte sarebbe possibile già anche con i limitati ordinamenti attuali
Stanno attestare che deve essere e per la stimolazione politica
Del governo e per una più forte iniziativa delle università questo deve essere un capitolo di cui le università devono fortemente appropriarsi
Perché bisogna dire che anche lesi gli squilibri che sono derivati nella struttura dell'organico dei docenti sono il frutto di un eccessi Eva parcellizzazione non ricondotta processi innovativi che siano rispondenti a finalità del Guatemala formazione culturale e professionale degli studenti universitari
E quindi attraverso la programmazione universitaria
I cui presupposti o i cui passi sono stati concretamente segnati e che non possono essere se non graduali
Bisogna operare in questa direzione per concludere per e non posso e non devo abusare del vostro tempo e anche perché devo recarmi alla Camera
Per impegni inerenti a problemi e in discussione io voglio cogliere questa occasione per auspica che si rafforzi complessivamente nel Paese si rafforzi tra le forze politiche e sociali
La convinzione che il problema delle scelte politiche e delle scelte in termini di risorse per quanto riguarda l'apparato scientifico e formativo del Paese
Devono essere considerate non sono doverose materno nell'ordine di priorità anche come visione qualitativa della politica degli investimenti
E a questo impegno crescente della società ed è lo Stato deve accompagnarsi una capacità anche di inezia i di iniziativa dall'interno dell'università
Per porsi come forza di attrazione di convergenza e non essa di supporto a spinte innovative che vengano dall'esterno e che devono essere considerate utile concorrenziali ma non tali da sovrapporsi alla ruolo libero della ricerca non esclusivamente funzionale all'innovazione tecnologica ed industria
Quindi questo convegno io auspico che possa essere un contributo in questa direzione
E certamente un confronto sereno abbandonando un pochino il bagaglio di esche Mattesini geologici e Poli dici forse in parte superati io auspicavo vilmente da superare si passa sul piano del confronto culturale
Realizzare Anco una forza di attrazione verso la società perché il confronto politico sia sempre più sostanziato dei valori autentici che sono tali appunto a Park appartengono sia la storia individuale che alla storia collettiva di un Paese chiedo scusa per non potermi trattenere ulteriormente voglio assicurare che seguiva con la massima attenzione lo svolgimento ulteriore dei lavori grazie
Grazie grazie al ministro Falcucci del suo intervento Conte grazie
Va be tutti Presidente della Commissione istruzione del Senato
Ma
Io
Sì ingraziare l'invito gentile sì mi è stato rivolto quindi partecipare ai lavori della vostra conferenza io sono molto compiaciuto
Di questo invito che mi ha dato la possibilità di essere qui stamani al microfono all'inizio dei vostri lavori devo subito dire che ieri ho pregato la cortesia del senatore chiaramente dato che io avevo un impegno all'Accademia dei Lincei
Prima di venire qui pedinarmi il testo nella sua relazione che io ieri sera mi sono atteggiamenti studiato e l'ho avuto anche la fortuna di sentire in gran parte la l'azione della signora
Aureliana Alberici quindi ecco non prendo la parola e sento disinformato
Di ciò che si è già detto in questo inizio della vostra conferenza voglio ricordare che io sono intervenuto ad altre conferenze del partito comunista sull'università e sulla scuola
Ricordo particolarmente il mio intervento e da ministro
Ad una vostra conferenza
In cui fece alcune dichiarazioni che riscosse ero applausi
Ma alle quali non furono risparmiate neppure i fischi e io mi con Wyatt qui degli uni e degli altri
Perché la democrazia non ha solo bisogno di applausi guai seri volesse chiedere sembra applausi non sarebbe vera democrazia e ha bisogno anche di fischi sebbene siano sempre preferibili a quelli fisici i fissi metaforici i rilievi i dissensi
Quindi
Sento qui oggi mi inserisco in un'altra visione
Nella quale sempre cercato di mantenere rapporti di collaborazione
Con gli amici e i colleghi comunisti
Io come ministro di farsi molto
Della collaborazione in sede parlamentare
Di autorevoli rappresentanti del Partito comunista
Dichiarando ad esempio in Senato
Di Asor Rosa e di Masiello
Nella Commissione della Camera
Sa se non ci fosse stato l'apporto critico dei colleghi comunisti nell'uno e nell'altro ramo del Parlamento quella legge
Che io difesi fino al momento della sua approvazione presentati e difese sulla riorganizzazione della docenza
Credo che non sarebbe stata approvata e mi piace ricordare che a quella legge
Tutti i partiti diedero il loro voto favorevole meno l'incomprensibile
Voto contrario del partito repubblicana critico puristi anzi non vedo qui l'onorevole Occhetto fu Bluey proprio a motivare ampiamente il voto favorevole del Partito comunista quella legge della quale tuttavia dopo tanti anni io
Non non mi compiaccio assolutamente non mi compiaccio io dissi
Con molta chiarezza tanto all'Assemblea della Camera quando l'Assemblea del Senato
Che sia quella legge va bene
Che aveva rotto come si suol dire gli Acciari ha rimesso in moto il processo riformatore non fossero seguite altre leggi che io specificai quella legge che si approvava
Sarebbe stata più malefica che benefica
Nella vita delle nostre università e io debbo ad anni di distanza dall'ora debbo riconoscere ahimè la mia previsione si è in grande misura avverate di ciò sono dolente
Quella legge d'altra parte io debbo lo dissi
Anche allora fu risultato d'un compromesso di tutte le forze politiche
Voleva inaugurare anche un metodo che però fu subito abbandonato
Il metodo cioè di affrontare problemi particolari
Di rinunziare al metodo delle riforme comprarlo male
Paese con il metodo l'applicazione
Del nuovo metodo
Fu subito sepolta perché essi vi prego sì riprese
L'andazzo delle riforme globali
Abbiamo visto quali sono stati i frutti
Io detto questo devo però
Compiere un dovere
Quello di raccomandare a tutti noi
Per la forza che essi rappresentano nella vita del Paese ai colleghi comunisti agli amici e colleghi comunisti
Di evitare di cadere
In due errori in due errori fondamentali
Dobbiamo tutti fare lo sforzo oggi di non cadere in questi due errori che adesso specificarlo
Il primo errore e di non acquisire cara coscienza
Dell'ONU Vito
Del problema
Della formazione dei giovani in questa società così profondamente trasformato
E che sempre più si trasforma
Luci proprio un modello nuovo situazione assoluto mandano
Specialmente
Il nuovo il mondo giovanile col quale ovvio
Ah che fa del quale dobbiamo risolvere il problema
Va be'uno nuovo giovedì
Perché nasce e cresce
In un ambiente profondamente diverso da quello in cui siamo nati e cresciuti no
E quindi non sembra né afferriamo le esigenze c'è un problema dalla scuola in tutti i Paesi non è solo in Italia
è un problema di lei proprie esistenze Ale della gioventù di oggi se noi non acquistiamo la chiara coscienza
Della novità dell'assoluta novità
Dei problemi dell'educazione l'evasione del presente momento storico in tutto il mondo rischiamo di rimpicciolirsi
Nei piccoli problemi le nostre piccole lotte nelle nostre piccole risse
Per il secondo terrore che dobbiamo sforzarci di commettere di e di andrà pur Sizzano il problema della scuola nel nostro Paese
Individuando le le persone drammatiche se
Dei diversi partiti
Le responsabilità di quello che non accaduto e non accade in Italia
Io oggetto come ho detto attentamente e la relazione dall'amico e grande
E gli fa una denuncia dei fallimenti della politica scolastica del centro del penta partito troppo facile fare garante evitiamo le cose facili oggi è molto facile sparare sulla politica scolastica
O sulla non politica scolastica del pentapartito
Ma caro garantito un mini segni
Io sono stato critico di questa politica affinché cooperatore o di questa non politica Batumi disegni che questa non politico questa politica viene da molto lontano non è una invenzione del pentapartito
Anzi quando io son dovuto diventare formalmente cooperatore di questa politica scolastica del pentapartito io ho dovuto fare i conti con la mia coscienza perché io questa politica scolastica Tolosa il bene lo sempreché dedicata
Ma sembra che in realtà una politica scolastica che è stata portate nell'ultimo quindicenni Yolande da quattro partite IVA proprio porto egiziano e poi chiusa visto il Partito Sardo pragmatico il Partito repubblicano però qual è stata la vostra posizione colleghi
E compagni comunisti qual è stata la vostra posizione rispetto a questa politica pesata forse
Uno uno oppure no
Pregiudiziale posizione di opposizione l'avete stimolata vi siete divisi dai fautori di questa politica mettevo
E badate che questa politica andasse avanti con passo più accelerate ma non chiamerete condensato i principi no mi avete contestato ibridi
Queste cose bisogna dirle perché se non cominciamo a vedere le ai bei non usciamo dalla irrealtà dei nostri dibattiti perché in gran parte i nostri dibattiti sono irreali
Asilo vorrei aprire una parentesi
Perché fa fate
Ancora alle conferenze invitando solo come relatore i vostri compagni perché non avete chiamato me anche comperare io avrei accettato
Si svolgerà un tema naturalmente mi sarai esposto agli strali ai vostri stellare ma avrei mangiato anche i miei strade e questo avrebbe giovato a tutti
Io sono d'accordo col vecchio
Montaigne il quale diceva che gli interventi si debbono strofinare
Fra di loro affinché spriz si lascia indica il del pensiero nuovo
Noi li intellettivi almeno in materia scolastica non liste lo finiamo abbastanza i nostri interventi voi fate le vostre contare
Henze i socialisti fanno le loro conferenze i democristiani fanno le loro conferenze caso non sembra conferenze giù
E si fanno gli stessi discorsi io sto preparando una conferenza nel mio partito inviterò relatore anche al senatore garante
Il senatore Covatta dotata di sanatoria scapolo queste sono le conferenze inutili li rivitalizzante e chiudo la parentesi
Fatte queste premesse devo dire all'amico chiaramente e finisco con questo motivo critico chiede
E gli ha costruito nella sua relazione un fantoccio polemico
Einaudi ci ha insegnato che i fantocci polemici servano
Sempre per creare un diaframma tra se stessi e la realtà
Il fattaccio polemico creato dall'amico chiaramente e quello del neo conservatorismo scolastico foto il neo liberismo scolastico vorrei permettermi di suggerire all'amico e garanti di leggere un libro che io ho letto e qualche volta rileggo
Perché è una fonte di preziose informazioni
è il libro di Norberto Bottani Nord Norberto Bobbio
Di Norberto Bottani pubblicata dalle edizioni del Mulino di di di Bologna libro vi porto un titolo provocatorio è il seguente
La ricreazione è finita
Voi sapete bene che fu dello e disse che la rivoluzione che la ricreazione era finita dopo il sessantotto dopo il maggio del sessantotto è questo scrittore non non conservatore come ebbe
Ma piuttosto progressista questo scrittore aveva assunto come sentito suo titolo la ricreazione è finita
Ed è una indagine uno utilissima indagine comparativa di tutta la posta politica scolastica e si è svolto nell'Occidente europeo nell'ultimo dalle norme di quella legge
Il l'autore dello scrittore vero non non si limita a comparare
Le politiche scolastiche che si sono svolte in Occidente nel nostro Occidente l'ultimo trend è mia ma giunge ad una conclusione che consiste nella specificazione delle vie nuove
Che negli altri paesi si vogliono percorrere
Le vie nuove
L'amico il garante non ce le ha indicate nella sua pur pregevole relazione che ieri e e pregevole soprattutto per la ricchezza degli stimoli
Ma non per la chiarezza delle soluzioni che non ci sono ma io devo fare all'amico garante un levo fondamentale
Parte i fan taccio polemico del neoliberismo scolastico del neo conservatorismo che che non so poi in che cosa consista raro parte questo ben presto fantoccio gli impedisce di vedere la vera realtà
Cioè fa la funzione che secondo Einaudi fanno tutti i fantocci polemici
Ma
Eseguiamo fondamentale io mi permetto di fare all'amico Chiarante
E che non ha tenuto presente e non l'ha tenuto presente neanche Aureliana Alberici che la contrapposizione tra pubblico e privato
O la semplice distinzione la pubblica abbia non è esattamente applicabile a quella istituzione scientifica che chiamiamo università assolutamente fine africane
Questa distinzione perché la la l'università con istituzione scientifica
Se vuol diventare veramente autonoma e secondo me deve essere autonomo perché nell'autonomia della istituzione scientifica che si chiama università si specchia e si realizza la stessa autonomia del pensiero scientifico
L'autogol se l'università dicevo sono istituzione scientifica volessero autonomo non muovere non aspetta non può non avere aspetti implica privatistici connotati privatistici ex e d'altra parte se la unità sita che chiamiamo privata è veramente una istituzione scientifica non può non assumere anche pubbliche responsabilità e quest'perché ce lo insegna tutto alla legislazione scolastica in ogni parte del mondo non ci sono università puramente e semplicemente pubbliche
Come non ci sono e non possono esserci università puramente private
Perché la Kategoria in cui ambedue si raggruppano è quella dell'università come categoria come istituzione vicentini
La scienza non valuta questa distinzione tra pubblico e privato
Questo non ha tenuto presente secondo me l'amico ma chiara io mi limito a fare il solo esempio delle tasse ho sentito l'argomento ripetere anche se dalla signora Alberici le tasse
Ma scusatemi
Colleghi comunisti bellissima perché voi proprio non fa anche una indagine
Non serve di se l'attuale sistema delle tasse universitarie
Nella sua pratica applicazione
Non determini uno se uno spostamento divertito dalle classi più povere alle classi più ricche
Io ricordo
Esattamente l'indagine che sono otto anni fa fece il professor Mazzotta dell'Università Cattolica di Milano così mediana e il suo istituto un'indagine che accerta che nella circoscrizione lombarda i figli dei poveri cioè le famiglie povere pagano gli studi universitari mediante questo sistema ai figli i delitti e in più larga misura beneficiano degli studi universitari perché non la fate anche voi questa indagine
Io però propongo
Noi abbiamo un sistema di tasse universitaria che solo svagare per infarti all'università in base allo stato
Che determina questo spostamento di racconto dalle famiglie più povere alle famiglie più ricche
Perché sono le famiglie più benestanti che in proporzione essi valgono di più degli studi universitari se non ben gli studi universitari sono pagate datata ai tributi che si riscuotono da tutti i cittadini e quindi anche dai cittadini dopo
Ora quando si vuole fare la riforma del sistema di finanziamento in primo luogo si vuole evitare questa ingiustizia sociale perché questa è una vera e propria crisi specie sociale
E poi l'autonomia finanziaria dell'università è la condizione necessaria della vera autonomia dell'università
Non dice quello che io dico quello che io ho scritto caro grande l'amico elegante nella sua relazione io oggi noi abbiamo un governo dell'università e di tali
Che condizionato
Dal sistema finanziario
è condizionato dai meccanismi legislativi e burocratici
Sì Ombretta
I l'una direzione dell'università italiana come frutto d'un connubio
Fra la burocrazia ministeriale e i gruppi poligrafici e prevalgono delle singole università queste le senza del Governo universitari dell'Italia ci impegniamo ed è il frutto questo
Meccanismo anche del sistema di finanziamento che voi volete mantenere invariata
Ma allora i conservatori siete voi non solo io conservata
Io voglio obbligare questo sistema
E se non si comincia a modificare il sistema di finanziamento dell'università
Tutto resta secondo me invariato con modifiche puramente nominalistiche io possano relazioni
Vostro amico come vostro estimatori
Di di dovevo epiloghi dovevo dire le cose che vi ho detto con la mia consueta franchezza
Gli sono grato della possibilità che mi avete dato di di da quelle con molta cortesia grazie
Grazie allora Salvatore Valitutti per il suo contributo alla discussione ed ora ultimo intervento la parola al professore Stefano Rodotà presidente dei deputati della Sinistra indipendente
Io appartengo a un gruppo che già particolarissimo per suo conto ha poi la particolarità
Di assomigliare assai per la sua composizione in qualche momento a un consiglio di facoltà e quindi a questi problemi dedica una attenzione non solo particolare ma forse
In qualche momento perfino distorta dalla estrazione dei suoi componenti io mi limiterò a segnalare alcune questioni vecchie Ka ma che non mi sembrano affatto superate dai fatti e per essere sincero vi dirò che è il mio modo di guardare alla situazione dell'università italiana in questo momento è contrassegnato
Da un forte pessimismo ad un valutazioni che non mi fanno essere tranquillo quando si parla di questi problemi io mi auguro lo dico con franchezza che in questo questa occasione corrisponda alla fine di una monocultura che per vent'anni ha dominato il dibattito sull'università italiana
La monocultura lo ha ricordato in sia pure per inciso Chiarante nella sua relazione quella che ha fatto sì che è poi quello che appariva o veniva presentato come dibattito sull'università era ombre in realtà un dibattito sullo stato giuridico delle persone del personale insegnante ai vari mite
Questo è stato gli effetti negativi di questa situazione nella quale ci sono anche grosse corresponsabilità nostre
Non sono ancora del tutto cancellate e lo ricordo quindi non solo per guardare all'indietro ma anche per considerare le situazione che abbiamo di fronte detto con estrema brevità
Effetti negativi di questa situazione si sono visti in due direzioni primo è stata azzerata in realtà la questione della presenza degli studenti dell'universo nell'università
E in secondo luogo è stato azzerato il problema dei contenuti e delle modalità dell'insegnamento
Su questo certo si potrebbe discutere a lungo io presento forse le cose a tutto tondo e con una certa unilateralità e non solo per ragioni di tempo ma perché io credo che di questo pezzo di storia e delle sue conseguenze
Negative non possiamo liberarci facilmente molto che questo sia vero lo dimostra da una parte l'assoluta disattenzione per tutto ciò che era organizzazione dell'insegnamento e della ricerca e dall'altra invece la
Estrema parcellizzazione delle Mattei che è questione che riguarda i professori non riguarda gli studenti
Non riguarda la ricerca riguarda esclusivamente le modalità di gestione dell'accesso alla titolarità dell'insegnamento
E mi dispiace che il ministro sia andato via ma ha ci ha dato una rappresentazione per esempio dell'attività del ministero in questa fase per ciò che riguarda la riscrittura dei piani di studio che veramente singolare
Il ministro ha chiesto a delle commissioni sulle cui modalità di nomine sulle cui colui con la cui composizione non voglio qui insistere soltanto di rifare il vecchio
Questo è stato ciò che il ministro ha chiesto
E poi con buone o cattive intenzioni buoni o cattivi risultati ciascuno ha scritto quello che crede essere il piano di studi integrata ma nella logica dei decreti dei vecchi non è la logica di università qual è quella che abbiamo di fronte
Che è quella all'interno della quale anche rispettando un quadro diversa università pubblica un quadro di
Valore legale del titolo evidentemente le linee che devono essere indicate devono avere ben altre caratteristiche che non è lenti sempre più
Vinte vincolanti è sempre più nutriti di materia e da inserire
Nei curricula studenteschi quindi mi pare che siamo poi ben lontani da una considerazione di quelli che sono i bisogni di università moderne ai problemi dell'autonomia anche su questo terreno che significa anche utilizzare al meglio le risorse di cui le singole università le cui le singole facoltà possono dispone
Ma devo aggiungere che su questa monocultura ha inciso anche poco una legge come la tre otto due una legge mediocre lo dico non solo retrospettivamente ma io senatore Palma tutti non lo ricordo non sono tra quelli avevamo una pattuglia molto ridotta molto ristretto non sono tra quelli
Che hanno votato quella legge soprattutto per una ragione che allora
Sì sì va be
Non è stata tradita attenzione sei il senatore Valitutti avesse memoria potrebbe rileggere ciò che è stato detto allora per ciò che riguardava la centralizzazione di alcuni poteri non è stata tradita senatore Valitutti
In alcuni aspetti cioè se può adesso si parla tanto di codice genetico in quella legge è esattamente scritto dopo ciò che è avvenuto sono stati trasferiti al ministro poteri che non aveva neppure prima io non mi meraviglio affatto
Di ciò che è avvenuto per ciò che riguarda la gestione dei concorsi
Perché mettere nelle mani di chi ha gestito aveva già gestito in un certo modo l'università su quei poteri significava avviarsi esattamente in quella direzione le nostre dichiarazioni di voto all'epoca dissero queste e non lo dico per fare il gioco della Cassandra ma perché non erano cose imprevedibili perché la logica dell'università sono ahimè segnate da alcune regole non voglio dire purtroppo la gestione della tre otto due su questo dubbi dobbiam della legge di riforma ebbe noi dobbiamo tornarci un momento è stata pessima a livello ministeriale gli arbitri amministrativi
Sono gravissimi ciò che è avvenuto per omissioni o interpretazioni
è effettivamente preoccupante in questa fase io non sono tranquillo rispetto acciocché avviene o avverrà perché chi ha gestito quella fase di riforma e non non mi dà affidamento e in questo per il futuro e in questo non una diffidenza ma una valutazione dei frati
Io a questo punto e torno sulla questione della monocultura ha prodotto una conseguenza GRA
La chiusura dell'Università verso l'esterno l'università italiana oggi a tante caratteristiche ma anche quella di essere l'università più vecchia per ciò che riguarda il personale di insegnamento e di ricerca questo è un fatto indubitabile
L'età media del ricercatore voi la conoscete bene neri e e io veramente una grande preoccupazione
E quella di un'università che innova Popper universo
L'università è stata fortemente marginalizzata in questi anni
Intendiamoci un processo fisiologico
Di ridimensionamento della istituzione universitaria un Voltiano è stata ricordato era inedita altri soggetti al triplo di Torri di cultura l'articolazione della Società allo scambio internazionale delle persone delle conoscenze tutto questo era inevitabile che lo comportarsi
Ma è avvenuto qualcosa di più perché noi abbiamo avuto
Una università l'attuale al suo interno e invecchia e quindi produce poca innovazione e nello stesso tempo ha formato
Personale che è impossibilitato a rimanere nell'università
Quanti di voi questo è stata parlo al passato perché in questo momento sapete bene qual è lo status di chi
Parlamentare ma è stato e credo è per molti di voi lo è sicuramente per tanti colleghi coi quali o continui rapporti
La tragedia di dover dire no non non rimanere nell'università non ti possiamo dare nessun affidamento
A persone di altissima qualità che potrebbero invece e vorrebbero svolgere attività di ricerca questa è una tragedia perché si entra lo dico con senza retorica io lo sento molto ancora oggi quando qualche collega mi chiede di seguire informalmente delle tesi su argomenti che io ho studiato studio e cosa che faccio molto volentieri e mi imbatto in persone di straordinaria qualità
Alle quali poi bisogna consigliare di fare alcuni concorsi pubblici andarsene nelle imprese e allora il secondo motivo di impoverimento dell'Università nasce da queste che la capacità innovativa attraverso le persone si sta trasferendo altro alimentando sia nei fatti e non solo nella retorica la superiorità della cultura d'impresa come unica cultura innovativa questo è un grosso problema
E che noi dobbiamo affrontare seriamente quando poi affrontiamo il passaggio ulteriore dell'uniti ma cosa
Alla quale mi riferisco del contatto tra l'università e il sistema delle imprese io non lo vedo come un rapporto che contamina necessariamente ma è un rapporto che non può essere un rapporto squilibrato non può essere un rapporto squilibrato per ciò che riguarda la provvista delle risorse e non può essere soprattutto un rapporto squilibrato da questo punto di vista
Tra un'istituzione in decadenza o in declino è un'istituzione presentata
Come in Asha'essa e con forte Teresa all'interno dell'organizzazione sociale questi sono i problemi ripe
Do io schematizzare drammatizza o probabilmente oltre il giusto ma penso che su queste questioni dobbiamo
Con queste questioni dobbiamo fare i conti e su questo punto io condivido
L'impostazione che ha dato Aureliana Alberici al tema dell'autonomia
è il tema dell'autonomia certo non può essere posto dei termini autonomia sia un otto non mi hanno è un problema di analizzare i vari livelli ma cioè anzitutto un grosso problema di risorse proprie
Come condizione vera dell'autonomia del sistema nel suo insieme
Secondo un problema di autonomia per ciò che riguarda le modalità e la distribuzione di questa discussione
E le risorse non sono soltanto quelle finanziarie
Evidentemente
Sono le risorse di personale sono le modalità di impiegare il personale ecco perché ad esempio il problema dei curricula così come è stato impostato dal ministero è una mortificazione della possibilità di gestire al meglio anche le risorse intellettuali di come le varie facoltà dispone
Il rischio allora a me pare del tutto evidente quello di proseguire in gestioni da parte
Di organismi ministeriali che non si sa
Se sono
Più faziosi o prigionieri di schemi sicuramente superate
Non voglio fare discorsi su gruppi di potere
Certo è
Che il problema della gestione dei provvedimenti buoni cattivi mediocri che escono dalle sedi parlamentari è un problema essenziale
Ed è qui che
Il
Rapporto coi tra pubblico e privato ha effettivamente la sua possibilità di controllo
Ripeto io non sono preoccupato da rapporti sani e competitivi ma dagli inquinamenti sì voglio fare solo un esempio
Ci sono troppi privati
Che altro
Non mascherano che gestione
Di fondi pubblici fuori da ogni tipo di controllo che i fondi pubblici per un minimo dovrebbero
Voglio riferirmi per esempio il caso della lunghissima che è un'idea università la quale
E ad opera uso questo termine
Una ottantina di docenti dell'Università di Stato per gestire un'università private e sono professori a Piero tempo parlamentari addirittura professori in congedo sindacale
Che insegnano in questa università se questo non è trasferimento occulto e incontrollato di risorse pubbliche a una istituzione che si fregia
Del titolo di istituzione privata ditemi voi che cosa è cioè noi abbiamo in questo momento una serie di ulteriori elementi distorsivi della situazione
Come
Questo è un disco tutto da fare però le interpretazioni per esempio date dal ministero in termini di compatibilità tra pieno tempo e altre attività che sono state adoperate in tutta la fase iniziale
Per scoraggiare la scelta del pieno tempo
Sì ma ci sono ma io non dubitò senatore Valitutti io sto parlando della gestione da parte del ministero sono stati disattesi pareri del Consiglio di Stato sono state fatte operazioni incredibili a tutti i livelli
A un certo punto ad esempio proprio il professore che andava a fare un seminario era ritenuto incompatibile se c'era una modesta retribuzioni
Seminario scientifico queste sono le prime interpretazioni date dal Ministero della legge sul pieno tempo questi sono i dati e poi sono stati autorizzati invece al
Beh non parliamo sono state otto autorizzata doppia le terribile presenze nelle commissioni di concorso la casistica la conosciamo credo che i presenti
In questa sala sanno molto bene ma io ho fatto quell'esempio per dire quanti elementi distorsivi ci sono nel nostro il sistema oggi è se io mi sono limitato a questa parte negativa l'ho fatto deliberatamente perché in un quadro tanto ricco di proposte e che che mi sembra di grande interesse il rischio sempre presente e quello appunto di come poi l'innovazione viene gestita
Una o rottura di questo schema che purtroppo è lo schema ecco la mia conclusione che è stato lo schema della legge di riforma
Che ha comportato al suo interno questo rinnovata possibilità di centralizzazione io non sono un nemico della Champions vorrei riportare un dato ideologico ma una valutazione su quella che è stata l'esperienza dall'inizio degli anni Ottanta fino a oggi questo evita noi abbiamo sommato i difetti di quella monocultura di cui parlavo all'inizio è il mondo in cui quella legge è stata gestita
Evidentemente oggi la rottura su due fronti quello del reclutamento vitale l'università muore senza questi
Il problema centrale degli studenti è il problema della redistribuzione radicale dei poteri di gestione mi sembra che siano i tre assi non ideologicamente proposti ma in qualche misura dedotti dall'esperienza degli anni passati
Grazie onorevole Rodotà
Interrompiamo i lavori che riprenderanno alle quindici e trenta
Lavori della conferenza
Gli invitati sono pregati di prendere posto
Cito
Il primo a prendere la parola Gianni Cuperlo della lega degli studenti universitari di Trieste prenderà poi la parola il professor Luigi Capogrossi dell'Istituto nazionale Università e ricerca scientifica del partito socialista italiano prego Cuperlo
Per molte ragioni non è facile oggi esso uno studente universitario e non soltanto per la complessità di una fase che la compagna Alberici definiva stamattina di transizione e di mutamento
Ma anche e soprattutto perché all'interno di questa complessità la condizione studentesca conserva i caratteri di una marginalità per molti aspetti intollerabile
Più volte abbiamo detto come Lega degli studenti universitari e continuiamo a ripetere che esiste un nodo di fondo che impedisce ora uno sviluppo pieno delle potenzialità di questo sistema
Il nodo appunto dell'esclusione degli studenti universitari dalle sedi della discussione e della decisione sul futuro del sistema di istruzione superiore nel nostro Paese
A volte cogliamo noi rischia di utilizzare formule ed espressioni anche troppo abusate e nonostante ciò io credo sia giusto ripetere ancora una volta come dicendo questo noi poniamo un grosso problema di democrazia per nulla formale
Gli studenti la componente in assoluto più numerosa e probabilmente la più interessata ad un corretto ed efficiente funzionamento dell'università contano pochissimo e non soltanto perché sono scandalosamente sottorappresentati nelle problema questo molto grave e che richiedono attenzione riformatrice mirata
Ma anche perché sempre più spesso nel dibattito politico delle forze di governo o nelle dote elaborazioni del mondo accademico vengono vissuti come un oggetto un soggetto astratto
Una presenza piuttosto ingombrante ma sostanzialmente di contorno insomma una variabile non determinante di discussioni e di decisioni che però in ultima analisi li riguardano direttamente e delle quali pagano le conseguenze
Di fronte a tutto ciò non può sfuggire all'ora il valore che assume tra gli studenti in forme tempi anche diversi
La riconquista di un dato culturale rappresentato dall'identità dell'essere studente una identità che si può restituire i diritti di soggetto sociale e politico in grado di pesare sulle scelte che riguardano direttamente il nostro futuro
Sarebbe impossibile richiamare qui un'analisi attenta e completa della portata di movimenti che in questi ultimi due anni sull'appunto gli usciti in Europa è fuori dall'Europa concretizzare questo dato
è però un'osservazione utile può essere rappresentata dal richiamo alla capacità che questi movimenti hanno avuto di collegare gli stimoli originali della loro aggregazione quasi sempre legati a forme di attacco al diritto all'istruzione
Con una lettura che puntava giustamente a mettere in discussione un sapere vecchio e inutilizzabile metodi di insegnamento autoritari una organizzazione della didattica fondata su presupposti di immobili e superati
Ragionare allora sottrae non è mutamento come ha fatto la compagna Alberici stamattina
Collegando questa riflessione per quanto attiene al sistema universitario due presupposti di fondo l'autonomia di questo sistema e la questione studentesca nella molteplicità dei suoi aspetti
Non è una scelta scontata ma anzi mi pare rappresenti un approccio serio e credibile
Se agli è credibile però se coerentemente si prende atto di una necessità irrinunciabile che vede Topolino degli studenti i soggetti fondamentali di un modello di autonomia tale da garantire il principio sostanziale della pari opportunità
E tali da non modificare o addirittura sopprimere le fondamenta di un sistema di istruzione pubblico democratico ed efficiente
E sulla base di queste ragioni abbiano compiuto come lega fino dal mese di novembre la scelta di informare gli studenti sul contenuto del disegno di legge Falcucci covata sugli ordinamenti autonomi dell'università
Abbiamo voluto cioè in primo luogo portati a conoscenza del maggior numero di studenti impossibile
I principi ispiratori e gli articoli di legge con i quali quel governo tentava di introdurre una violazione grave e pericolosa dei caratteri pubblici e di massa del nostro sistema universitario
Ci siamo assunti in un certo senso nodo di supplenza verso ciò che altri avrebbero dovuto fare
E lo abbiamo fatto convinti pienamente del fatto che sulla base della lettura di quel disegno di legge fosse possibile fare esprimere migliaia di studenti nel merito di quelle proposte
Da qui il lancio di un referendum molto gestito degli atenei
Che coinvolgendo decine di migliaia di studenti ha dimostrato concretamente una opposizione quasi plebiscitaria
Alla differenziazione delle tasse per singole università ad una politica delle incentivazioni dalle conseguenze incontrollabili e alla riproposizione di una tipologia per facoltà arretrata rispetto allo stesso DPR tre otto due
Affermare una netta contrarietà quel disegno di legge non ha avuto comunque il significato di una negazione dei principali problemi che almeno in linea teorica quel testo voleva affrontare non c'è dubbio ad esempio più un problema di redistribuzione territoriale esiste ciò che non è accettabile che si punti a risolverlo costringendo studenti meno abbienti a frequentare università meno qualificate
Non ci appartiene c'è un'idea di autonomia della quale non sia previsto da parte dello Stato un finanziamento alle università tale da garantire una qualità della produzione di ogni singolo ateneo il più possibile omogenea verso l'alta qualificazione
E ciò tenendo sempre presente la necessità per il nostro Paese aumentare e non di ridurre il numero complessivo di studenti e di giovani laureati è fuori discussione poi la legittimità per ogni singolo ateneo di definire il proprio statuto le norme generali dei regolamenti delle struttura direzione collegiale
Ma ciò non può voler dire affidare questo compito esclusivamente alla componente docente come intende fare il disegno di legge in questione attraverso un notevole allargamento del senato accademico ed una delega allo stesso di tale funzione
Vorrei dire a loro avviandomi a concludere come lo sforzo notevole che su questo terreno le nostre leghe hanno compiuto è stato teso da un lato alla pubblicità e alla denuncia delle scelte in materia di autonomia il governo andava assumendo dall'altro alla riqualificazione di un dibattito serio tra gli studenti e dentro l'università su una questione così sostanziale
Noi riteniamo che si sia trattato di una scelta giusta e che gli stessi segnali molto positivi in alcune realtà per certi versi straordinari ottenuti dalle liste di sinistra nelle elezioni universitarie di queste settimane ne siano una controprova
Su questo filone quindi crediamo che sia giusto proseguire il lavoro iniziato riaffermando alcune considerazioni presenti in un editoriale di rinascita di qualche tempo fa
Lì si diceva testualmente pensiamo ad un'altra specie specificazione culturale l'università
E ad un suo carattere democratico
Sono queste le due facce dell'autonomia universitaria la prima ci garantisce dall'integrazione la seconda assicura il legame reale con la società non ci basta infatti l'autonomia rispetto al governo delle strutture universitarie
E se si riempiono di quel flusso vivente che sono gli studenti e di rapporto con loro non può essere autoritario
L'insegnamento li modella ma nel modellato
Dello studente infatti è la necessità dell'adeguamento sociale che parla provenienze sbocco finale dello studente incidono sull'università in forme la cui di elettricità deve essere garantita così come al vertice il rapporto con la società politica sciolto dall'ingerenza dell'esecutivo deve garantirsi in forme articolate livelli di responsabilità e di autonomia in cui deve esprimersi una programmazione reale democratica dello sviluppo
L'editoriale di rinascita più di vent'anni è dell'ottobre del mille novecentosessantacinque la firma è quella di Rossana Rossanda
Vogliamo sperare e credere che ci vorranno meno di vent'anni per definirlo superato e Peronaci a discutere verificare i risultati che avremo ottenuto
Prende la parola il professor Luigi Capogrossi dell'Ufficio nazionale dell'università
E ricerca scientifica del Partito socialista italiana parlerà poi la professoressa Ethel Serravalle responsabile della sezione scuole università del Partito repubblicano italiano
Io inizierei estraneo intervento
Con una piccola soluzione o una grossa sono solo di responsabilità in ordine a un punto su corteo è stato sollevato anche oggi in questo importante incontro cioè
La signora
E lo faccio non per riaprire o un polemiche ma proprio per chiarire i termini
I limiti del che certe questioni mi riferisco alla a quanto stamattina la compagna negli anni Alberici diceva adesso c'era un giro un accenno a proposito delle tasse scolastiche
Se c'è una colpa io ritengo se è stato un errore li chiamo le tasse scolastiche devo dire che forse è stato più operati noi giuristi
Vedendo gli amministrativisti soprattutto socialisti che hanno sempre visto nella Sulcis ma pienezza altri lo fanno dell'autonomia statutaria dell'ateneo anche un capacità impositiva impropria un'analisi faccio questa abbattuta non per la per una duplice ragione in parte per svelenire diciamo un certo dibattito c'è stato e in parte anche per dimensionare l'importanza che i nostri occhi di coloro che le tasse quest'idea delle tasse scolastiche attribuite come polo libertà di manovra ai lettori e gli organi come per i singoli atenei la conosce già messo nel loro progetto di legge
Elaborato nell'ottantaquattro e presentato all'ottantacinque noi socialisti cioè all'euro già presente diversamente quindi dalla progetto governativo che qui semplicemente recepiva una scelta da noi effettuata svelenire nel senso che certamente da parte nostra da parte di giuristi che hanno lavorato direttamente come non c'era mai stato né c'è oggi ovviamente l'idea di una privatizzazione selvaggia dell'Università Statale
Questo sia ben chiaro per capire anche i notevoli margini di consenso di incontro che ci sono dicono verificato già a Bologna nell'incontro che abbiamo avuto a Gramsci Lodi verificato questa mattina sostanza
Da parte nostra non c'è certamente illusione di una sostituzione di un mercato anarchico a un intervento statale
Che per qualche verso dovrà anzi accentuarsi
Quello che noi vogliamo è la una maggiore trasparenza di questo intervento statale
E rivolti ridimensionarli anche l'importanza perché certamente noi socialisti hanno ad siamo convinti nel modo più assoluto e le le indicazioni proprio che ci provengono dall'estero anche dalle esperienze più accentuatamente privatistiche che comunque non sono percorribili in Italia
Se un'altra ragione che più il terzo non ci autorizzerà mai a defiscalizzare ad esempio i contributi dei privati alle università ciò che invece come voi sapete viene ordinamento negli negli Stati Uniti quindi in questo senso e non pensiamo mai che e un serio contributo alla ricerca scientifica come dal punto di vista quantitativo delle percentuali che un anno e un contributo effettivamente troppo significativo Possa venire
Se non dalle intervento statale sarà sempre il bilancio statale a doversi far carico della grosso la parte infinitamente più grossa della spesa per le università di Stato che pur non soltanto per l'Università di Stato devo dire
Il problema è un problema di meccanismi di trasparenza
E da una parte e dall'altra anche di una mobilitazione di energie che sono pur presente ai nostri nelle nostre università per diciamo in qualche modo incentivare comunque la presenza di servizi che S già forniscono le forniscono in modo individuale anarchico i nostri docenti spesso in fondo in fondo condizioni di maggiore subalternità rispetto al sistema Esterno diversità e ai grandi sistemi economici di quanto non potrebbe essere attraverso forme di maggiore correttezza trasparenze
D'altra parte questo accentuato interesso sulla autonomia che per molti versi noi salutiamo con grande soddisfazione sostanza da tre otto due abbiamo sempre pensato la stessa sperimentazione che noi socialisti abbiamo avuto con tutti i pericoli che essa comportava sul piano della della un ordinato riassetto del sistema
E l'abbiamo avuto proprio puntando a un a a una a una rilancio di questa autonomia e a un affidarsi alle singole forze presenti non esita né per una riforma processuale
E fondata su di esse
Però questo interesse potrebbe anche essere il segno e sintomo di una crisi di una sconfitta
Cioè di fronte alla Inc impossibilità incapacità di trasformare i criteri e i moduli di gestione
Del governo centrale potrebbe diventare anche leader una fuga quella di dire beh allora scappiamo da questa gabbia costrittiva e impazzita e affidiamoci alle singoli Atene
Certamente questo gran crescente malessere nei rapporti tra tra la vita delle università e il sistema di governo centrale
Crescente malessere che in parte è certamente legato a problemi strutturali anch'io sono assolutamente convinto non socialisti siamo convinti come come voi che questo tipo di ministero non è più gestibile noi abbiamo c'è fra immediatamente lo con alto congresso intendiamo
Ove si non so in quale condizioni evidentemente abbiamo già preparato un progetto di legge per la costituzione di un ministero della scienza e dell'università non sappiamo quando e dove potremo presenta
Così
Anche e ecco momento in poi
Io nel massimo va bene una questo no voglio dire no è un anno siamo ormai siamo per una svolta che su questo non c'è un grosso consenso devo dire che comunque certamente per le sinistre è un l'assegno grave questa questa idea di non poter modificare comunque il un sistema cattivo di gestione del del mondo del del del sistema universitario da parte del governo centrale
E sia per chi sta governo sì anche perché sta la posizione questo però è anche un dovrebbe essere un segno allarmante
Per il partito di maggioranza governativo che comunque ha sempre solitamente controllato a questo ministero
Sono rispetto a un processo di delegittimazione decidiamo che si sta verificando cioè oggi il mondo universitario perlomeno anche nelle sue componenti cattoliche non è più disposto a accettare
Questo sistema crescente di subordinazione subalternità che si è determinato in questi anni
Tra un potere non controllato
Che non facilmente controllabile abbiamo visto i rapporti tra l'espressione dell'autogoverno del sistema
Un e il ministero come conto continuano sarà sempre essere difficile
E il e un mondo universitario che invece a sue esigenze che a sue Mrs
In questo senso quindi la il discorso sull'autonomia che appena che ci ha iniziato è una grande occasione che si presenta a condizione di renderci conto di alcune di alcuni noti che dobbiamo affrontare e non a girare e in questo senso proprio data l'occasione così importante e in in conto così serio così
Così denso di contenuti io credo che senza appunto continuare un intervento semplicemente di carattere generale vorrei indicare alcuni punti che alcuni nodi che secondo me sono cruciali che non sono assolutamente definiti
Che non è socialisti amo tentato di indicare nerastro nostro progetto certamente nel compromesso
Diciamo di maggioranza certamente non erano alcune completamente tagliati fuori e che devono essere presenti all'attenzione delle forze politiche perché in qualche modo se non affrontati
Diciamo svuoterebbe probabilmente questi questo iter legislativo di un effettivo significato riformatore
Il primo è che uno delle dei risultati essenziali di una corretta attuazione del dettato costituzionale significa anche rendere trasparenti su questo io non mi stancherò mai esisterà i rapporti diciamo di ed è il rapporto tra distribuzione di risorse e scelte organizzative didattiche scientifiche Capezzone segretario in questo senso e l'ho già detto e altre sedi il al centralismo burocratico ha fatto riscontro in questi decenni l'anarchismo accademie lei la dissipazione di risorse che noi a tutti i livelli abbiamo fatta dentro diversità di concerto a questa apparente egualitarismo e uniformi è uniformità è una delle cose più allarmanti e più gravi e che il sistema università italiano conosce
Fino appunto a questa di Seat disseminazione di seri corsi di laurea
E via dicendo sulla sulla frantumazione tutte le discipline si è già parlato ampiamente due
Ecco questo mi sembra un punto in cui effettivamente e si debba re si devono introdurre meccanismi di programmazione e di chiarezza nella distribuzione di risorse in parte già presenti diciamo nelle varie ipotesi normative ma in in e che dovranno essere presi molto più efficace e molto più trasparente
Comunque il fatto che fin da in qualche modo già prima un docente forse con la terza legge io mi auguro che comunque anche per le nuove risorse
Di quali della docenza
E in sostanza che siano i singoli atenei a dover scegliere & ed istigazione l'allocazione di risorse questo fatto fondamentale perché renderà trasparente in questo modo che un'operazione bassamente accademica che tutti noi spesso qualche volta facciamo
Insomma Carlo qualche volta facciamo beh sequel comporta un costo per il vicino in sostanza quindi crea una controparte oggi proprio la gestione burocratica e ministero arredo impossibile questa trasparenza
E qui quello che manca ancora completamente è una è una serie di scelte e devo dire che devo dare un pubblico riconoscimento ai compagni comunisti mi ricordo già a proprio in sede dibattito alla Camera al Senato sono sempre stati all'avanguardia su questo punto quello che manca ancora completamente sono grandi scelte in tema di programmazione cioè non ha senso pensare a un sistema fortemente autonomistico senza a questo fa corrispondere un una forte iniziativa in termini di dice a può anche qui di distribuzione di risorse come quando dove
E in che modo effettuarle e questo evidentemente a livello centrale e in termini che non va che non per cui lo sarà probabilmente sufficiente un presente ad esempio un un semplicemente espressione del sistema universitario in quante pale garante della preservazione del sistema universitario
Ma un cervello responsabile politicamente di fronte al Parlamento per alcune grandi scelte Grandi orientamenti di fondo
Devo dire che noi su questo la nostra esperienza passata è quasi zero non esistono organismi dobbiamo inventare cose nuove dobbiamo immaginarci nuovo sistema di governo e su questo evidentemente il dibattito semplicemente mise minimi per elencare un punto non certo indicare soluzioni che nessuno di noi
E infine rispetto all'autonomia del sistema dovevo pensare anche altre forme di autonomia jury affermato probabilmente in parte con la DPR con il con la legge ventotto DPR ma che il solo che si molto lo zoppicante l'autonomia dell'ente delle grandi aree scientifiche
Certamente ieri affermarsi del sistema dei concorsi del sistema della cooptazione per nelle cavie universitario noi lo consigliamo certamente un fatto positivo ma una condizione non abbiamo visto
Che oramai è questo io concordo in pieno con quello che diceva che i primi sembra Adriana Alberici e cioè qui noi abbiamo un dei concorsi che non che non funzionano che poi sono troppo male che rischiano di le dici di delegittimare tutto tutto il sistema che è dietro che dietro la forma di concorsi la lentezza
La la le dimensioni del concorso
Spesso la forse la ristrettezza elettorato e poi io vorrei invitare a cena dei rapidissimamente anche un'altra cosa cioè che questo sistema di che di accentuata e giusta invece processo diciamo di grandi consensi proprio nell'operazione di concorsi a a me dà l'impressione in qualche modo ma io ho la percezione di un certo fenomeno non non sarà in grado di il derby di identificarne poi tutti tutti fattori Casale né soprattutto di proporre una una una miglioramento che sempre di più questo sistema di concorsi tende a privilegiare l'esistente rispetto alle aree marginali rispetto ai processi innovazione
Che rischiano di arretrare
Rispetto ad altri modelli universitari magari più più autoritari ma più rapide in questo senso le dobbiamo recuperare delle garanzie proprio per e il fenomeno semplicemente di crescita Campion quantitativa ma diruta di cambiamento qualitativo in sostanza e strategico io dico che questo è un processo che è un problema che si pone e si porrà secondo me con crescente la vita soprattutto reali sentì diverse valiamo
Per il diritto romano per la filologia classica forse non è una male ma insomma in certi settori evidentemente certi Errori certe lentezze possono essere pagati che modo molto gravi
C'è poi secondo me un punto che dobbiamo già fin da adesso
Affrontare in termini di organizzazione e non soltanto normativi
Proprio perché senza questa
Questo aspetto noi rischiamo di fare come al solito un operazione disattivati e poi è stato e cioè noi dobbiamo preparare un nuovo tipo di gestione delle università in grado appunto di supportare l'autonomia perché noi vediamo oggi già un ministero che appena si trova di fronte un problema lo manda subito volano dello Stato così è stato già si scarica di qualsiasi responsabilità
Non vorrei noi vediamo che spesso i problemi poi sono sorti da la rinuncia degli organi locali a risolversi per conto loro
E per spesso se la richiesta è sovente il l'imperversare di circolari ma spesso c'è una richiesta gratuita di circolare
Ecco ne dobbiamo educare una nuova classe di burocrati perché senza una burocrazia locale in grado di gestire l'autonomia Tajani progetta dieci anni primi convegni per tornare a un dirigismo giacobina di sostanza
E questo soprattutto perché la preoccupazione è giustissima che l'autonomia comporti poi evidentemente un un décalage eccessivo tra strutture che funzionano e strutture dovuto no troppo male questo è un poeta che possano scontare con interventi aggiuntivi
L'intervento straordinario per il Mezzogiorno accetto università meridionali in questo sono particolarmente esposte esposte sofferente
Ma proprio a questo dico non so quanti miliardi abbia a abbia prevista la la prova l'armonizzazione a prova intervento straniere pensiamo già interessa a intervenire in questi settori a intervenire con una rieducazione proprio del sistema burocratico locale
Anche perché mi sembra che in parte solo in parte ma invece a livello diciamo degli organi di governo universitari un nuovo tipo di personaggio nuovo tipo di rettori di gestori delle
Della della comunità accademica sia venuto emergendo in questi anni ha compresa direttori oggi è diventata qualcosa diversa di quella che era i tempi del ministro buio arrivi tempi di o vent'anni fa in sostanza e fremente continua a evolversi verso una crescente managerialità
E questo mi sembra un fatto estremamente positiva da agevolare in ogni modo in sostanza perché soltanto con un nuovo tipo diciamo di di gestione della della dell'università di tipo più intraprendente aprendo i doriani più capace di scelte noi potremo immaginarci un sistema effettivamente autonomistico
E comunque è inforca e fondamentale che di queste cose si torna a parlare non in parlandoci come eccome
Abbiamo rischiato come rischiato di Avvenire in questi anni di nuovo in questo rigurgito in questo riflusso di discorsi dibattiti intorno al personale lo stato giuridico e sostanza
Che anche oggi rischia di rende più difficili i rapporti fra i partiti e tra le forze sociali grazie
Do notizia della presenza inizio al dell'onorevole Granelli ministro del ricerca scientifica che saluto a nome del convegno
Che nello stesso tempo comunico che oltre alle presenze di rettori universitari comunicate questa mattina
Sono presenti adesso anche il professore Bucci di Arca recata canali Calabria domando scusa domando scusa il il il professore ci Corelli dell'Istituto di architettura di Venezia hanno inviato la loro visione anche il professor Mantegazza dell'Università Statale di Milano
Il professor Ventrone tutti dello università di Genova
In luogo della professoressa Serravalle prende ora la parola il professor Marco maestro dell'Università di Bari parlerà presenterà coi la sua relazione sulla programmazione risorse et efficienza il professore Antonio Ruberti rettore dell'università se alla Sapienza di Roma prego a dissipare ogni equivoco non parlo in luogo della professoressa cavalle ovviamente ma il luogo nel senso che invece domandato se va un tempo perdona bene scusate vengano probabilmente perché non va bene mentre per le relazioni di stamani
Il nostro partito mi pare che sta facendo una uno sport autorevolezza Request modesto avviso anche coronato da successo per ora di come si potrebbe dire di salire al concreto
Che viabilità insomma probabilmente ancora di più come forza di governo la filosofia se uno è chiaro che ognuno tira le relazioni altrui dal proprio punto di vista ma volendo sintetizzare brevemente uno dei punti che sottoscrivo appieno delle relazioni
Uno potrebbe dire che per voi non c'è autonomia accettabile senza democratizzazione
Sottoscrivo a fondo questo soprattutto il rilievo al alla necessità di dare voterei alle rappresentanze democratiche gli studenti per anziché per renderle sempre più democratiche perché una democrazia che si esercita sul nulla si svuota e una democrazia dell'otto per cento dei votanti in una democrazia e passo a un altro corollario a me sembra importante
L'autonomia deve esser che anche questo è stato in parte toccata l'autonomia deve essere accompagnata da un processo di moralizzazione dell'università e di ulteriore qualificazione dell'universo su questo e dando per scontato che ho un'ottica molto particolare
Di un uliveto di un quel ramo scientifico ed università del Sud anche vorrei sottolineare alcuni elementi in questo io son da proprio completamente un quello che diceva l'onorevole Senatore Rodotà sulla sui limiti e le dico debolezze dello stadio attuale l'università italiana
Che io il metterei dei vizi scusate l'elenco degli ismi ma insomma
Prima chiusura di orizzonti corporativismo accademismo nepotismo e locali che è la cosa più grave più drammatica per chi lavora nel campo scientifico tutto questo si trasforma in asfissia per i giovani e per i meno giovani e e soprattutto una cattiva scuola
Questa storia del localismo del nepotismo provoca una sorta di handicap ereditario
Perché chi è stato tirato su coltivato nel nel nel guscio non ha visto al di fuori del proprio maestro tra virgolette
E che lo tira su guarda una cosa da poco fa una lotta incidentale ho visto nella piattaforma che viene proposta sindacale cioè che i professori che fanno parte di una commissione a parte gli abusi non possano far non possono far parte sentite la finezza
Della tornata successiva del lo spesso concorso
Immediatamente chi alle mani in pasta capisce qual è la manovra si fa a turno una volta nei concorsi per associati quella volta dopo per i cattedratici e così si tira sui propri allievi fino alla fine dalla culla alla tomba
Questo sistema va rotto e non può essere rotto con con l'auto organico dei docenti e delle fasce superiori bisogna proporre qualcosa di nuovo ecco io mi permetto di sottoporre un'idea che è poco più che uno slogan ma che forse se fosse raccolta ci potrebbe permettere una volta tanto di precorrere le tappe invece di correre dietro come purtroppo troppo spesso ci siamo trovati a fare nel mille novecentonovantadue si dovrebbe aprire l'Europa
A un'unificazione europea più avanzata
Io mi domando se non sia il caso di porsi fino a oggi il programma e di studiare seriamente l'idea di un programma di titolo a livello europeo nell'università
E che cosa questo possa voler dire un titolo spendibile di docente ricercatore nell'università europea
Con alcune caratteristiche di garanzia e che servisse a rompere il localismo dannato dell'università italiana e forse non solo italiana
Elementi fondamentali e al solito guardo all'ottica delle dei con cui del della cose scientifica
Dovrebbe essere questa riflessione una carriera scientifica viene fatta con pubblicazioni su riviste internazionali dotate di referee anonimi
Che non sono condizionabile che non guardano in faccia alla persona perché sono addirittura noni è inaccettabile che chi ha fatto una carriera su questi titoli sia poi scartato
Non su basi oggettive su chi lavora su base di conoscenze
Su basi di nepotismo succhi giudica innanzitutto la propria produzione come purtroppo su e allora la proposta che si arrivi a che gli organismi nazionali casomai la corporazione i fisici chimici propongono i titoli delle riviste e che tra le Commissioni
Tra le redazioni delle riviste si eleggano le commissioni che possono anche restare segrete per poter dare un titolo di validità oggettiva europea
Si potrebbe anche pensare che le università che coprissero a un c'è minaccia a quota di docenti
Di livello europeo a un certo punto diventassero abilitate a dare titolo spendibile ai laureati di livello
Questo in potrebbe in Italia si vede di tutto anche nel mondo effettivamente tutto e neutralizzati
Ma una parola d'ordine di questo genere si potrebbe forse sperare di riaprire prospettive agente immediati in meditare a mente frustrata
Soprattutto diciamo tentare di svecchiare qui dare una prospettiva no
Io poco di aggiungere ringrazio per la
Alla parola adesso il professore Ruberti rettore della Sapienza
Prego
Quando si è invitati ad affrontare un aspetto parziale
è una questione complessa
L'onestà intellettuale impone di precisare da un lato qual è la visione generale in cui l'analisi di quel particolare aspetto viene collocato e dall'altro gli elementi che possono condizionare il proprio punto di vista
Sul primo versante la mia visione della questioni universitarie e quella che ho illustrato nell'aprire la conferenza di ateneo
Alla Sapienza nel mille novecentottantacinque
E nel presentare la mia relazione programmatica la vigilia del triennio ottantacinque ottantuno
Personalmente ritengo utile partire dalla constatazione che il processo di intervento legislativo sull'università dura da diciotto anni
Ai provvedimenti urgenti del sessantanove
Non è concluso
Si manifesta intervalli che vanno dai quattro ai sette anni
Denuncia penale pesantemente persino nei titoli i segni dell'urgenza e della registrazione del già avvenuto
Ritengo anche importante cercare di capire le difficoltà oggettive specifiche che contribuiscono a spiegare questa sfasatura tra governo delle trasformazioni e loro evoluzione spontanea
A me pare che le università sia pure nel contesto generale definito dalle scelte politiche assuma un grande peso il fatto che esse sono in qualche misura il laboratorio del futuro
In quanto luogo di produzione delle conoscenze e di preparazione dei giovani ai livelli più elevati di competenza ora la costruzione di modelli dell'università diviene in qualche misura costruzione del futuro
Ma gli scenari del futuro non possono essere disegnati con certezza
Le differenze come tutti sappiamo tra probabile possibile domina l'orizzonte in questo campo
Dunque anche il futuro dell'Università racchiude in sé tutti gli interrogativi di questa fase di trasformazione ed il confronto sulla questione emersi diaria diviene per queste ragioni fisiologicamente di natura ideologica
Se questo è vero
E se si vuole concludere a distanza di diciotto anni il processo di riforma iniziato nel sessantanove occorre inevitabilmente assumere un modello di riferimento provvisorio
Che cerchi di coniugare tradizione e innovazione i due elementi che danno vitalità alle istituzioni culturali
Della tradizione devono essere mantenuti sia il carattere specifico di questa istituzione ricerca didattica sia l'autonomia della scienza e della cultura e dunque le condizioni per esercitarlo
Come obiettivi delle innovazioni dell'innovazione devono essere assunto la sintonia con i bisogni di ricerca di formazione da soci
E la capacità di contribuire alla crescita di una cultura del cambiamento
Questi a mio avviso i punti di riferimento per una politica di governo per la trasformazione del sistema universitario
In questa fase di transizione al futuro in cui essa e tutta la società sono immerso
Se si accetta questa impostazione in bellica in qualche misura allora il giudizio sicuramente del mille novecentottanta e positivo
Laddove ha operato con il rilancio della ricerca per salvare l'istituzione dal pericolo di licealizzazione vedevo in giudizio lo stesso dico nella relazione stamattina di stamane della Alberici
E ha innescato poi il provvedimento del mio novecentottanta come sperimentazione l'esercizio dell'autonomia
Facendo maturare un humus favorevole all'attuale domanda di maggiori spazi dell'autonomia
Le condizioni sono diventate così mature per interventi capaci di sostenere un'ulteriore accelerazione del rilancio della ricerca e di assicurare agli atenei maggiori spazi di autonomia
Invece è sul piano di una migliore sintonia con il bisogno della società che non vi sono stati passi avanti
Ed anzi la situazione e di fatto peggiora
Ciò è avvenuto sia per l'aggravarsi dei fenomeni selezione sociale
Sia per l'accrescersi della distanza sofferta e domanda di formazione
Anche sul piano di un esercizio attivo
Sui grandi del dio dell'esercizio di un ruolo attivo sui grandi temi che la fase di trasformazione in corso in buone
La fatica della gestione quotidiana da parte degli studenti del loro periodo di formazione da parte dei docenti dei programmi di insegnamento e di ricerca
Da parte dei non docenti del supporto operativo ha inaridito di fatto l'impegno sul fronte più generale della cultura anche su questo versante la sintonia con i bisogni della società
Ed il ruolo culturale va esercitato un impegno legislativo disegnando un nuovo modello formativo e attribuendo risorse umane e materiali che poi di fatto condizionò l'attività di ogni organismo questi cenni
Hanno lo scopo di delineare la mia posizione sulla questione università che costituiscono la premessa che a me pare necessaria per l'analisi del tema che mi è stato affidato
Per quando concerne i condizionamenti che agiranno su questa analisi devo confessare
Che essere ancora oggi all'interno di università di centocinquanta mila studenti e di undici mila unità di personale
Dopo aver vissuto tutte le fasi della istituzione della costruzione delle nuove università del Lazio
Dopo avere sperimentato tutti i diciotto anni del processo di trasformazione di cui ho parlato all'inizio e partecipato a tutti i dibattiti culturali e politici mi induce ad attribuire un valore decisivo alla variabile tempo
Ed in verità non no non trovo antidoti a questa tentazione permanente perché essa vi pare peraltro intrinsecamente giustificati dal fatto che siamo all'interno di una trasformazione la società molto rapido e tempi disponibili non ce ne sono molti
A questa a conclusione di questa premessa sento il bisogno e lo sento sinceramente di testimoniare la mia fiducia
Nella istituzioni universitarie in generale
Che rimane la più duratura risposte istituzionale al bisogno proprio dell'uomo ed oggi sempre più dell'intera società di accrescimento diffusione e conoscenza
Ma anche fiducia nella validità nella vitalità delle nostre università nella vitalità delle nostre università che pure costretta a muoversi su percorsi misti di difficoltà anche materiale
Materiali sono riusciti non pochi settori a mantenere alto il livello della ricerca a sfruttare gli spazi di autonomia a innescare processi innovativi
Sono convinto che esse oggi sono malgrado le difficoltà un patrimonio decisivo per il futuro del Paese
E mi ha fatto piacere constatare che nelle due relazioni di apertura questo fatto positivo venga chiaramente riconosciuto
è un antidoto a quella tendenza Assad sadomaso di istiga che misura solo la distanza dal punto di arrivo e non anche quello dal punto di partenza
Che non riesce a cogliere elementi positivi quando i dentro le contraddizioni lunghezza sempre accompagnano i processi di cambiamento
Il tema che mi affida della programmazione
Nel dibattito che si è acceso intorno alla proposta di legge sull'autonomia che vediamo che tra l'altro è stata al centro di tutti i saluti e le riflessioni anche di questo pomeriggio
è emerso come l'inevitabile una classica antinomia
Quella tra autonomia e programmazione
Luna considerata necessaria per rispondere in modo articolato e flessibile con l'assunzione di iniziative di responsabilità alle nuove esigenze di ricerca di formazione e l'altra considerata necessaria per correggere gli squilibri esistenti
E realizzare il raccordo con la politica complessiva del Paese
Siamo chiaramente di fronda esigenze tutte da rispettare
E dunque occorre trovare un punto di equilibrio tra autonomia della un delle università e programmazione del sistema universitario
è evidente infatti che in un sistema fortemente squilibrato sul territorio tra i settori nel rapporto offerta domande
Non è sufficiente l'esercizio delle singole autonomie per assicurare il riequilibrio dell'intero sistema condizione necessaria per adeguare la sua qualità ai bisogni della società
Occorre un'azione di programmazione che si muova nella direzione dell'equilibrio e quindi lo sviluppo
Ma ciò non è a ben riflettere in contrasto con l'autonomia delle singole sì
E può a sua volta essere realizzata in un contesto rispettoso dell'autonomia del sistema universitario nel suo complesso
La gestione centralizzata non garantisce dagli squilibrio della distensione e del resto lo possiamo vedere dinanzi ai nostri occhi ci sono questi squilibri queste distorsioni dopo decenni di gestione centralizzata con tutto il loro peso e la loro drammaticità così come si deve riconoscere che le singole autonomia non porto di per sé un sistema equilibrato vediamo il caso degli Stati Uniti in cui l'autonomia delle singole sedi non ha consentito
L'aria da perseguire a mio avviso e quella dell'autonomia delle sedi e dell'autonomia del sistema
Dell'equilibrio fra le due autonomia
Degli organi da quello di governo ai quali affidare a livello locale e centrale
è un tema di grande rilievo sul quale qualche riflessione è stata fatta e che meriterebbe un approfondimento
Vorrei citare qui per esempio il le considerazioni di Luzzatto sua autonomia e Autonomie nel sistema unico del nel numero speciale dedicato da scuola democratica a problema della questione universitario a me basta qui osservare che soggetto importante della politica di programmazione deve essere lo stesso sistema universitario
Attraverso i suoi organismi di autogoverno e ciò può avvenire sia a EPO e ciò può avvenire attraverso un'articolazione che deve prevedere organismi a livello regionale e organismi a livello nazionale
Forse con questa impostazione potrà avere maggiore fortuna quella politica di voli di programmazione che pure il legislatore aveva introdotto nei provvedimenti del mille novecentottanta
La esplicita previsione di piani di sviluppo
Sia pure dopo che la fase di espansione siano ormai sviluppata senza guida
Offriva la possibilità sette anni fa
Di elaborare una politica di equilibrio sul territorio e tra i settori di adeguamento delle strutture delle risorse
Però questa possibilità e lo vediamo tutti da una gestione centralizzata non è stata sfruttata
Nei sette anni trascorsi vi sono state decisioni tutte parziali ed episodi non inquadrate in un disegno complessivo la statizzazione dell'università
Nate per iniziativa locale quasi una registrazione dello sviluppo naturale il finanziamento del della secondo Università di Roma quindi di una delle otto costituite
Una ripartizione di posti di professore ordinario associato che se solleva moltissime critiche ma un vero e proprio piano di sviluppo in questi sette anni non è stato fatto
Manca tutto il piano di libri
Le ragioni dove stanno ecco le ragioni principali stanno da un lato nell'assenza di un'analisi a mio avviso approfondita degli squilibri e delle esigenze di sviluppo del sistema
E dall'altro nella impossibilità pratica di predisposti piani sei senza risorse umane con materiali di rifiuti umane materiali adeguare perché in effetti i piani non si fanno con le commissioni
I piani si fanno con gli uffici programmazione degli uffici studi insomma non c'è nessuno che può immaginare che nominò una commissione fa un piano di sviluppo
Ma è anche mancata il coinvolgimento del sistema universitario
Nelle sue articolazioni a livello regionale e nazionale lato mitizzazione del rapporto del ministero con le singole università o spesso con le singole facoltà
Ha costituito un ostacolo oggettivo all'impostazione di un piano organico fondato e costruito sulla capacità di operare scelte
Dunque la predisposizione di un piano di riequilibrio che a me pare l'appuntamento quando si parli di programmazione è ancora davanti a noi e non può che partire da un'analisi degli studi libri che affliggono il nostro sistema
A questa cercherò di dare un contributo con questa relazione incominciando col distingue gli squilibri quantitativi sul territorio
Gli squilibri qualitativi tra i settori gli squilibri tra il rapporto Offerta domande tre tipi di squilibri
Squilibri sul territorio i più noti il cinquantatré per cento degli studenti come sapete è concentrato il nove deve cinquantasei università tra le nove consentitemi di ricordare che la Sapienza ne assume un quarto
Per esempio nel Lazio
Tale resta tale le due privati per ogni studente che sta nelle cinque università prestata due private ce ne sono diciannove alla Sapienza
E ciò però non è conseguenza solo della differenza delle strutture delle risorse di ciascun ateneo
E anche della parità dei criteri adottati per l'accesso le università private fisso del numero degli iscritti
Quelle stradale di nuova istituzione ad altri criteri della limitazione delle iscrizioni le altre devono accettare le situazioni che di fatto si determini
Anche per questo avviene che la popolazione studentesche si concentri in pochissime Università Roma Napoli Bari Bologna Padova costringendole a carico che non trovano l'analogo in nessuna lista europea
Di fronte a questa situazione appare evidente che si pongono due problemi
Uno dei quali generalmente viene rimosso quello dell'adeguamento delle strutture che è ovvio e quello della ripartizione della STET studenti tra i vari atenei mi rendo conto che non è un problema semplice e ma non si può rimuovere rimuoverlo allorché si concentrano le risorse della costruzione di nuove sedi e si portano avanti iniziative per la istituzione di altre università
Vorrei dare il caso del Lazio dove nuove risorse si sono concretamente resi disponibili per l'anno che sta accademico in corso
E ci si è posto il problema di utilizzare
E indurli ad approfondire
Ma il problema esiste deve essere affrontato
Un altro caso presente quello della costruzione del secondo ateneo a a Napoli per decongestionare quell'università ho partecipato a vicende dibattito promosso dal Partito comunista
E ho risentito le impostazioni le linee di intervento presente nel dibattito svoltosi a Roma dieci anni fa
E io per la verità non ho resistito alla tentazione di dire sommessamente per favore nella nuova legge inserite
Ogni criterio per ripartire gli studenti perché se no vi troverete come è successo a Roma che quando sarà costruito il nuovo ateneo e gli studenti rimarranno nel primo ateneo di Napoli
Perché questo è il dato reale
Nella premessa dicevo che la variabile tempo è importante non riesco perciò a capire perché dopo che c'è stato un convegno nel mille novecentottantatré organizzato dal Partito comunista sugli equilibri
Dopo che c'è stato un convegno organizzatori sia di Roma la Sapienza Dina dopo il convegno di Macerata sugli equilibri non ci si voglia misurare con i problemi concreti dei liquidi
Si tratta di valutare le risorse umane e le strutture dei vari atenei e il loro grado di utilizzazione
Ciò costituirebbe diversi un risultato positivo offrendo quel dato conoscitivo che consentirebbe di giudicare l'adeguatezza delle strutture rispetta standards convenuti per esempio europei
Poiché la questo standard siamo lontani evidente chi dovrà essere una fase transitoria in cui tutti gli atenei dovranno assumere parte del sovraccarico
Un intervento in questa materia per dare inizio generale è decisivo se non si vuole continuare a parlare di equilibrio in termini puramente verbale
Perché oggi ci sono università che hanno capienza molto maggiori delle concrete frequenze di studenti e io non capisco per quale ragione questo problema non si affronta
Vi è poi un altro problema da affrontare
Nato dall'insuccesso che sembra registrare la politica di allocazione di università sul territorio fuori dalla cambiali metropolitani
Perché Rezza cita il caso di Roma e del Lazio che mi sembra però che si riproponga tale e quale per Napoli e la Campania scetticismo allorché si decise la istituzione di un secondo ateneo CIT nell'area metropolitana romana Tor Vergata fu sostenuto dalle istituzioni locali e dalle forze politiche l'esigenza di scrivere due atenei nel nord e nel sud del Lazio come elementi di realizzatori sul territorio dice partendo dalla convinzione che l'Università potessero essere oggi Sviluppo
Oggi si fanno discorsi analoghi in relazione al dibattito su secondo ateneo a Napoli
Perché ebbene l'esperienza laziale ha fatto registrare un fatto forse era prevedibile questo urto primi possibilità che l'allocazione di una diversità sia da solo elemento di riequilibrio territoriale
Se non è inserita in un piano più generale di allocazione di investimenti ed è emersa poi una diffusa critica al fatto che gli studenti dovessero iscriversi a queste università decentrate
Anche qui dunque si presenta un nodo da sciogliere nodo politico i fondi
Forse occorre di pensare al problema dell'allocazione delle nove seggi
Perché nel conto delle propensioni degli studenti che vivono nelle grandi aree metropolitane o aspirano a spostarsi
Questo è un dato oggettivo
Che poi assume un peso decisivo se viene lì civile fatto proprio dalle forze politiche e sociali come avvenuto a proposito delle misure di riequilibrio adottate
E però riflettiamo un po'ci troviamo di fronte a una scelta strategica importante
Forse la via d'esplorare mi permetto di suggerire quella di articolare il sistema secondo uno spazio in più dimensioni per rispondere sì alla concentrazione della domanda nelle aree metropolitane sia l'esigenza di una qualificazione diffusa sul territorio naturalmente notare ottico Colle deportare a scelte vocazionale per le sedi di minori dimensioni così da assicurare un'elevata qualità
Ebbene vorrei un po'abbreviare mi auguro che sulla ripartizione degli studenti dagli atenei
E sul ruolo degli Atenei collegate nelle grandi aree metropolitane di quelli decentrati
Sì approfondisca la riflessione e si assumono posizioni chiare sono problemi complessi ma non è onesto rimuoverli se si vuole dare concretezza al problema del riequilibrio sul piano quantitativo
Secondo tema del degli squilibri squilibri qualitativi discreti quantitativi sono il più noto come dicevo poco fa ma non il solo dei mali di cui soffre sistema università del nostro Paese
Vi è un male molto più sottile e più grande
E che io qui vorrei cercare di sviluppare di presentare augurandomi che diventi altrettanto noto quando quello dei squilibri quantitativo
Se facciamo se guardiamo alla storia della nostra nel nostro dell'onestà nel nostro Paese negli anni sessanta e settanta la spinta all'egualitarismo ispirata da scelte di grande valore ideale ha portato all'apertura del nostro sistema formativo
E ne stando un processo di democratizzazione dell'accesso all'università con la maggiore presenza di giovani proveniente dalle fasce sociali più deboli ornamento della presenza femminile che tra l'altro è uno dei temi del dibattito di questo conflitto
Ora che cosa è avvenuto negli altri Paesi deviati bensì alla domanda sociale di accesso ai livelli più alti distruzione sia disposto in con due strumenti
Si è risposto sul piano quantitativo adeguando le strutture ma sia disposto pure su quello qualitativo offrendo un sistema di formazione terziaria o che prevede accanto all'Università canali paralleli
Non esita percorsi di diversa durata con un'articolazione editori come sapranno sanno tutti diploma laurea dottorato
Questo modello nelle sue diverse varianti da paese a paese
Tende a realizzare un equilibrio tra la spinta a un sistema formativo egualitario e la esigenza della sua utilizzazione in un sistema socio economico differenziato che rimane differenziata
Nel nostro Paese invece la costruzione delle nuove università Silva Lip Silva sviluppando negli anni ottanta
Con venti anni di vita
è il modello formativo rimasto Luigi
è rimasto lo stesso
Sapete benissimo che le scuole dirette a fini speciali dotati di circa sono un piccolo una piccola variante allora il sistema che cosa ha fatto
Il sistema costretto in strutture inadeguate e nelle maglie rigide di un unico percorso formativo
Si è distorto
Si è distorto e deformato sotto la pressione della domanda interna ed esterna e questo sarà molto più difficilmente recuperabile del squilibrio quantitativo sul territorio dove basterà costruire nuove università
Tutti gli aspetti che hanno analizzato l'evoluzione sono concordi nel vedere nel rilevare che si determinato un processo di differenziazione delle facoltà
E precisamente emerge una correlazione tra la scelta della facoltà e l'origine sociale degli studenti il tipo di scuola secondaria il tipo di impegno
Sudeti tradizionale lavoratori eccetera poté a questo fenomeno di descrizione delle scelte nella fase di accesso intervengono tre nomi degli abbandoni dedicato
Ci sono andati così delineando sempre di più
Differenziazioni marcate tra le facoltà e chi vive nell'università lo sa chi ha l'occasione corretti stare da un osservatorio centrale non esita sa benissimo che si possono distinguere facoltà in facoltà rifugio vederli
Medicina lettere e Scienze facoltà di promozioni giurisprudenza economia ingegneria e facoltà di contenimento Scienze Politiche Sociologia Magiste
La distanza tra principi ideali della liberalizzazione e concreto funzione del sistema è diventata molto grande
Il confronto con i sistemi dell'istruzione degli altri Paesi fa emergere il fatto che quelli più aperti il nostro in francese sono anche i più selettivi
Come osserva Moscati in un saggio sui cicli brevi nell'istruzione superiore allora anche le conseguenze sul sia sono molto gravi per le discussioni indotte nell'equilibrio tra i vari settori che sapete
Nel loro sviluppo qualitative Conde dei e quantitativo è anche la composizione sociale dei gruppi professionali e destinate a risentirne in maniera non secondario
Quale la terapia beh sembra abbastanza naturale come si fa per qualsiasi malattia si va a vedere quali sono le terapie usate negli altri Paesi in cui situazioni analoghe
Si tratta di modificare il sistema formativo Dexia
Introducendo esita
Diversi percorsi diversi titoli
Canali paralleli a quello universitario come si fa in tutti i Paesi europei per il sì
Sappiamo tutto di ricerche non sono semplici però vanno fatti se si vuole raggiungere l'equilibrio governando l'evoluzione del sistema e non lasciando che si continua a trattare con due formazioni distorsioni
Solo così si può combatte lo squilibrio tra i settori che i milanesi nostro sistema universitario più profondamente a mio avviso dello squilibrio sul territorio
Terza terzo tipo di squilibrio squilibrio tra offerta e domanda che sta sempre al centro delle polemiche sulla stampa troppi laureati pochi laureati disoccupazione intellettuale
Il maggiore squilibrio a mio avviso tra offerta e domanda non è quantitativo
Ecco qualitativo ed è dovuto alla mancata articolazione del modello formativo che è anche responsabile come occhio appena finito di illustrare degli squilibri tra i diversi settori
La chiusura della forbice da chi viene fatta
è una funzione della forbice viene fatta dei giovani sul campo attraverso il prezzo pagato o con ulteriori fasi di formazione con una sottoutilizzazione
Dunque ancora una volta il terreno d'intervento e quello del disegno di un nuovo modello formativo ed è veramente triste constatare quando lungo sia il tempo trascorso rispetto a questo appuntamento
E ciò è ancora più grave quando si pensa che non basta a varare una legge per costruire il nuovo modello
Occorreranno non pochi anni per impostare i nuovi curriculi implementare licenziare i nuovi diplomati il danno ai giovani al Paese
Dovrebbe turbare il sonno io ostacola e ritarda questo processo di adeguamento nel nostro Paese che è stato un appuntamento europeo di almeno due decenni
Sul piano quantitativo invece non vi è uno squilibrio complessivo dell'offerta rispetto alla domanda
Anzi condannando il nostro con altri Paesi ad analogo e sviluppo si può sostenere il contrario in effettiva valutazione dovrebbe essere perfezionata prendendo in esame i diversi livelli è una dall'indagine forse è necessario ma in termini globali si può con sicurezza affermare che il grado di università di esazione del nostro Paese inferiori a quando necessari al suo sviluppo
Il convegno organizzato Armando dalla Comindustria fatto piazza pulita in ritardo purtroppo della diffusa cultura Martucci Anna che ha dominato negli ultimi anni e contro la quale è stato duro combatte
Vi sono però squilibri in alcuni settori
Nei quali lo affette maggiore della domanda questo non si può negare
Si impongono per questa ragione la istituzione di una selva Doria nel mercato del lavoro a livello universitario per avere dati sulla domanda attuale e la promozione di ricerche per stimare la domanda futuro a coloro che accedono all'università non si può soltanto presentare l'offerta formativa guide Ordine degli studi occorre dare informazione sulla domanda presente stimato
E questo è un appuntamento che mi sembra importante un altro aspetto rilevante è rispetto a questo obiettivo la scelta delle nuove professionalità dei nuovi curricoli per l'antico e professionalità
E non posso non esprimere una profonda preoccupazione ed anche un'amarezza
Per il prevalere in non pochi casi di una logica tutta interna al mondo accademico in questo campo
Ci troviamo certo di fronte a un'espansione del sapere delle professioni ma sappiamo tutti che l'orizzonte e anche Dom in atto dalla previsione di una fase di mutamenti che costringerà a cambiare lavoro forse più di una volta durante l'attività lavorativa
è dunque occorre coniugare una formazione di base solida su cui siamo
Sibila innestare preparazioni più specifiche e cicli di più di specializzazione e perfezionamento e aggiornamento
Senza scelte di fondo politiche di Indirizzo si rischia di soggiacere alla logica della moltiplicazione dei titoli di laurea dell'aumento della loro durata e anche su questo fronte c'è da fare molto e il mondo accademico non può non confrontarsi con la domanda attuale stimata nel sistema produttivo di beni e di servizi
Un'ultima considerazione deve essere esercitato un impegno straordinario
Veramente straordinario e attendibile di perché
Nel bagaglio culturale di tutti gli studenti è dura far parte linguaggi per colloquiare con quelle macchine che sono stata diventati parte del loro futuro
E per la conoscenza di lingue straniere per cui inserirsi nei processi di internazionalizzazione che sempre più investe del sistema produttivo anche questa è una via per ridurre lo squilibrio sofferta e domani conclusioni su questo sugli squilibri
La programmazione presuppone alcune scelte alcune scelte politiche di fondo per eliminare gli squilibri quantitativi quelli qualitativi quelli tra offerta e domanda se non si affrontano questi inutili nessun piano potrà essere predisposto e soprattutto essere attuate
Una volta operate queste scelte solo dopo occorrerà predisporre un piano impegnando risorse strumentazioni adeguate coinvolgendo gli organismi dell'autonomia universitaria a livello regionale locale e nazionale
Su un dare viene sarà possibile verificare le concrete volontà politiche di programmazione degli equilibri e lo sviluppo
E si dovranno operare scelte rispetto ad altri investimenti
Perché in un quadro di risorse limitate governare significa inevitabilmente sceglie
Sulle risorse
Riflessioni generali il problema delle risorse ovviamente c'entra perché attraverso la leva delle risorse che di fatto si operano le scelte istituire nove o no nove sedi in Italia in è stato e la scelta concreta per sviluppare o meno il sistema universitario alimentare di sangue giovane l'istituzione o abbandonare da un processo di invecchiamento
Finisce con l'essere una scelta concreta che condizioni più di ogni dichiarazione o leggi destino dell'università
Forse per questo che il mondo accademico apposto stretto nelle maglie delle difficoltà piuttosto il problema delle condizioni materiali che quello dei modelli
Ora abbiamo però anche noi accademici inverata misurarci prima con i modelli alcolici e poi dopo questi però la questione dei sussidi provo si propone in tutta la sua completezza
Enti sono qui alcune scelte politiche preliminari sul finanziamento dell'università
E io voglio farlo senza demagogie con onestà intellettuale contiene se devono aumentare nei bilanci degli investimenti nelle strutture e nelle infrastrutture le uscite per migliorare di qualità e l'efficienza del funzionamento beh occorre aumentare le entrate
E qui si pone un problema la ripartizione delle entrate dei bilanci tra finanziamento dello Stato e tasse
Si tratta di stabilire fino a che punto è giusto che un servizio reso una parte della popolazione il cui reddito medio è spostato verso l'alto sia sostenuto da tutta la popolazione e dunque anche da quella parte che non ne usufruisce in modo diretto
Se è vero che vi è un interesse generale al funzionamento delle università sede della ricerca di base il luogo di formazione al massimo livello non vi è dubbio però che per i costi di formazione
Nel sistema in cui operiamo appare giusto far contribuire chi ne trae benefici direi
Naturalmente occorre prevedere l'esenzione alla riduzione delle tasse per le fasce socialmente più deboli
Per esigenze di equità sancite peraltro anche dalla Costituzione in altri tempi si tratta di mettere a punto una manovra che te a favorire l'aumento del numero degli studenti provenendo era fasce più deboli e a sostenere veramente durante il percorso
A far contribuire invece contasse adeguati che a condizioni socio economiche favorevoli
Onestamente non mi ha mai convinto la generalizzazione del beneficio esso è profondamente ingiusto
è un meccanismo sostanzialmente di conservazione gli effetti sono sotto gli occhi di tutti
Solo il sei per cento degli studenti universitari vengono da classi di
Il vero obiettivo sarebbero mai dare questo sei per cento e condurlo fino alla laurea non dare a tutti i novantaquattro per cento in sostanza un beneficio diffuso
Questo vale per i costi di formazione naturalmente tostato poi per invece intervenire sulle strutture e infrastrutture la vicina
Per non essere lungo voglio fermarmi solo un attimo e sulla ricerca
Perché nel nostro Paese si sta manifestando un pericoloso fenomeno di marginalizzazione della ricerca di base
E delle quote universitarie in particolare
L'abitudine a citare gli investimenti complessivi in assoluto in percentuale di fatto tende a coprire questo fenomeno di marginalizzazione
In altri termini non potendo difende il disimpegno sul fronte della ricerca di base si tende a spostare la questione sulla labilità sull'indeterminatezza dei confini tra ricerca di base di circa applicata esaltando il fenomeno della riduzione dei tempi di applicazione dei risultati della ricerca in realtà anche il mondo accademico alle sue responsabilità in questo fenomeno
Perché continua per versare il TAR del finanziamento a pioggia io così lo chiamo c'è un masochismo interno del mondo accademico
Che alimenta l'auto sui gelsi o né per il diritto di dispersione del due per cento degli investimenti complessivi dello Stato per la DC
A pochi viene in mente di chiedere notizie sul restante novantotto per cento
Sui motivi di partito di gestirlo appaghi viene in mente di apprezzare la trasparenza la pubblicità delle procedure seguite non esita consentitemi di rivendicare un forte rendimento ai pochi centinaia di miliardi spesi per cinquantasei università italiane su tutto il fronte della conoscenza
Se anche fosse servito soltanto a migliorarne la qualità dell'insegnamento e quindi la formazione sarebbe un rendimento altissimo cioè bisogna smetterla secondo me di autoflagellazione sul fatto che non si spendono bene i soldi per la ricerca universitaria
Certo per tutti perché tutto va fatto il rendimento ma allora
Bisogna fare il rendimento di tutti i fondi di investimento e la ricerca ministro Granelli ha già seguito queste mie lamentele in altre occasioni
E in questi Risanamento con i fondi della ricerca dei bilanci delle aziende in crisi
Pubbliche e private
Dove deve essere considerata una distorsione qui bisognerà pure una volta far chiarezza anche se abbiamo conservare un patriottismo rispetto alle indagini di livello europeo però diciamo sta diventando veramente eccessivo usare i fondi per la ricerca per risanare l'impresa ecco si abbia il coraggio di dividere i bilanci su questo punto
In conclusione
Il problema delle risorse di pare necessario sciogliere il nodo della ripartizione tra utente è stato del costo della formazione aumentare le risorse per la ricerca di base anche la quota per l'università
Però la risorsa principale quello umana qui non dico una cosa nuova
Ma il migliore investimento oggi nel nostro Paese e nell'accesso di giovani del sistema
Questo ce lo diciamo da anni ma non avviene niente
Ecco F. continua a essere bloccata l'università mi dispiace ecco bloccata CNR ecco non è bloccato solo nel privato questo è il fatto
Ai blocco sostanziale provocò un fenomeno di invecchiamento delle strutture pubbliche che maggiore male delle strutture pubbliche
Questa città è un disimpegno di fatto dello Stato nei confronti delle strutture pubbliche
è una scelta più pericolosa di quella sviluppata dalla burocrazia dalla Corte dei conti per costruire un'ingessatura il presidente degli enti pubblici tale da rendere sempre più faticoso ogni loro movimento
Ultima questione del titolo che aveva tre voci aveva la programmazione
Le risorse l'efficienza mi fermo un attimo sull'efficienza misurare l'efficienza di un'istituzione di circa e di formazione non è semplice
Occorrerebbe valutare la qualità del risultato della ricerca da un lato della formazione dall'altra rapportando le risorse umane e materiali impegnato non mi pare che ci siano indagini che consentono un confronto quantitativo tale efficienza del nostro sistema e quello degli altri Paesi
D'altro canto non sarebbe neppure agevole questo confronto data la diversità del contesto e dei vincoli in cui nostro sistema
E posso quindi volge svolge solo qualche riflessione qualitativa
L'estensione della pratica del confronto internazionale mi pare un indice positivo sulla qualità della ricerca del nostro Paese
L'inserimento nel sistema produttivo dei laureati delle nostre università e lei per nascita di questo sistema produttivo che non c'è mica laureati di altri paesi vendo Vendola struttura produttiva la sua vivacità rispetto all'innovazione mi pare un indice positivo in fondo questa conversione questa vivacità del sistema produttivo italiano chi la fa se non i laureati delle nostre università
L'aumento della richiesta di collaborazione da parte dell'industria degli enti locali attraverso convenzione consorzi la crescente presenza del riesame iniziative culturali Miglio non se l'invito al secondo me un forte recupero
Di vitalità e questo è tanto più significativo se si pensa alle condizioni in cui spesso essa è costretto ad operare stretta nei lacci di regolamenti asfissianti e di controlli mortificati
Ed è proprio nelle occasioni di collaborazione verrà all'ONU atto ma spera di iniziative di impegno che è andata maturando
Che è andata maturando una sensibilità nuova dell'università rispetto all'agilità di movimento la capacità di iniziativa all'efficienza del privato
Non voglio qui lasciare spazio a maliziose correlazioni tra ingessatura del pubblico
Invecchiamento del pubblico ed emergenza del privato
Ma piuttosto vorrei rende analizzare il contesto reale il nuovo in cui oggi problemi devono essere affrontati un bond estingue pubblica e privata sono presenti
E sono chiamati a conviverci
Quando sono stato chiamato a fare un confronto tra pubblica e privata è parso dirà problematica diventa molto più chiara se si tengono separati quattro cose
Gli obiettivi
E i programmi delle strutture le risorse i soggetti e i metodi di gestione
è evidente che le combinazioni tra questi quattro termini sono molto numerose da quelli in cui obiettivi risorse soggette medici sono pubblici e quelli in cui sono tutti prima
E il fatto è che ci sono molte combinazioni in generale tra questi quattro termini è interessante esaminare le combinazioni possibili sia per confrontare le varie opposizioni e rendere trasparente sì anche per svelenire e polemiche così ad esempio è difficile sostenere che per obiettivi privati i depressi risorse pubbliche
E mentre pare sostenibile che per obiettivi e risorse pubbliche possono candidarsi soggetti privati e auspicabili dei metodi gestioni devono spostarsi tutti verso quelli adottati nel privato nel senso di recuperare capacità di iniziativa e di movimento e di efficienza
Forse queste considerazioni sono ovvie dette così no sembra dice ma
Uovo di Colombo è però se ne andiamo a prendere in concreto in dettaglio vengono subito delle conseguenze non piccoli
Per esempio parliamo degli obiettivi
Mi fa piacere e orrore avere qui il ministro della Ricerca scientifica su questo punto
Nell'allocazione per la ricerca di risorse pubbliche
Bisogna ispirarsi sembra al grado di coerenza con gli interessi generali
In questi possono certamente rientrare anche quelli che a prima vista e superficialmente potrebbero apparire parziali
Ad esempio investimenti per la ricerca in uno specifiche e particolari settori produttivi
Ma è certo che questi anche se numerosi non possono soddisfare il complesso degli interessi generali
è evidente che spostando la maggioranza delle risorse verso direzioni particolari il cui interesse Sylvie sviluppa fisiologicamente su orizzonti a breve termine si creano le premesse per l'inaridimento delle potenzialità complessive di ricerca
E quindi si pone il problema cruciale delle scelte del punto di equilibrio tra ricerca finalizzate di base e qui che può prendere corpo è stata vendendo corpo il fenomeno di marginalizzazione della ricerca di base che ho denunciato
E questo è un errore strategico nello è strategico che di cui si è accorta il Giappone che come tutti sanno i novantadue anni il Giappone circa di correggere con determinazione speriamo che non ce ne accorgiamo dove da qualche anno sul ad esempio non è accettabile che vengono imposta agli enti pubblici procedure che hanno il solo effetto di ingabbiano il funzionamento e aumentare i costi
Non è corretto completare la velocità di movimento di chi deve correre con le gambe strette da lacci e di chi può correre liberamente
Occorre rompere frantumare questi ingessatura non è più comprensibile e accettabile risorse pubbliche possono essere utilizzate senza verifiche dal privato
Invece debbono subire verifiche preventive successive nel pubblico
è qui che si pone in sostanza il problema dell'autonomia gestionale degli atenei per renderlo competitivo
Per coerede convenivo il pubblico con il privato
Non posso però concludere questa riflessione questa di questa breve riflessione sull'efficienza senza osservare
Che vi sono delle funzioni nell'università che vi sono delle funzioni e non esita attività di impegni che non possono essere valutati in termini puri di efficienza l'università è un luogo di produzione di trasmissione del sapere
Un luogo in cui si contribuisce in modo importante alla cultura di un Paese è un luogo in cui trascorrono anni decisivi i giovani destinati a raggiungere i livelli più elevati di istruzioni e in cui essi si incontrano con generazioni diverse
Un risultato determinante per il futuro del Paese non facilmente misurabile e il rapporto che si riescono a stabilire con le istituzioni con i problemi generali con la cultura
Mentre l'università in condizione di far maturare questa esperienza eliminando le mortificazioni dito di cui troppo spesso intessuto il quotidiano per le precarie condizioni materiali è un dovere della nostra azione
E la classe dirigente e le strutture politiche è un interesse reale del Paese
Le difficoltà quotidiane dirottano l'impegno sulle piccole questioni del lutto abbia in mente
E lo spazio per contribuire alle questioni decisive viene a mancare
Il tempo ritorno ad assumere il suo peso determinante
L'atteso e non può continuare per l'università ad essere più lunga della presenza delle generazioni di giovani che passa nell'università una stagione importante della loro vita
Comunico al convegno che è presente il rettore dell'Università di Palermo professor negli vicenda
Ma alla parola ora Pietro Folena segretario nazionale delle FIGC della relazione la domanda di sapere e di futuro dei Giovanni
Quattordici
Quattordici milioni e trecento mila ragazze giovani
Alle quattordici e ventinove anni e decine e decine di milioni cioè nell'intera Europa
Cittadini di serie B nella loro stragrande maggioranza qualcuno memore della cinica saggezza conservatrice di Benedetto Croce
Non se ne occupa perché sa che prima o poi invecchiano
E invece molti forse più o rimangono in una giovanile condizione di incertezza
Qualcun altro più scientificamente più crudamente
Ci dice invece che diminuiscono oltre e che nel Duemila saranno già qualche milione in meno
Io credo che gli uni e gli altri non abbiano capito nulla c'è una generazione in Italia in Europa nel cuore tra moderna rivoluzione tecnologica che domanda sapere e offre lavoro
E che esprime bisogni umani più ricchi rispetto alle generazioni vedranno preceduta
Questa generazione specie nelle università ha un deficit di rappresentanza e di potere
Quasi cinque milioni di quei quattordici nel nostro Paese frequentano cicli formativi superiori scuola media superiore formazione professionale università
E pensare che solo fino a qualche anno fa si diceva che eravamo all'inizio di un processo irreversibile di perdita di centralità della scolarizzazione pubblica
In realtà eravamo all'inizio e poi siamo giunti nel culmine di un'offensiva moderata e per molti versi di una egemonia neo conservatrice
In cui si volevano affermare processi nuovi di libertà assoluta del mercato di deregolamentazione di smantellamento delle conquiste qualcuno con eufemismo ci ha detto delle rigidità degli anni precedenti
Il sistema superiore della formazione che io mi propongo ore di esaminare congiuntamente scuola e università e oggi invece numericamente centrale più di ieri
E però si fanno sentire in questa centralità gli effetti distorti delle politiche né un moderato e gli studenti dei cicli superiori nel quinquennio ottanta ottantacinque che mi pare una periodizzazione molto simbolica rispetto alla fase moderata e al ciclo politico del pentapartito
Sono cresciuti con un tasso di variazione percentuale medio dell'uno virgola cinque per cento nelle scuole medie superiori e dell'uno virgola due nelle università
E si è alzato il tasso di scolarità per classi di età dei quattordici a diciotto anni in Italia è aumentato del cinque per cento più di un giovane su due per i diciannove ventiquattro anni però è un Mincato solo del tre per cento arrivando al ventitré virgola sei per cento un livello medio-basso come è stato già detto rispetto agli altri paesi europei e però questi dati generali non devono ingannare primo il tasso di passaggio dalla scuola dell'obbligo la scuola media superiore
è cresciuto solo di qualche punto arrivando a settantanove rotti per cento e soprattutto nel Centro Italia nel Nord al Sud da due anni decresce e si configurano nuovi rischi di De secolarizzazione superiore
Secondo il tasso di Ripetta Enza
Nelle scuole superiori è al primo anno dell'undici virgola cinque per cento è uno intatto dell'uno e cinque in nel quinquennio e quello di abbandono del diciassette virgola quattro per cento
Grosso modo per dare un'idea delle cifre centosessanta unità studenti in un anno escono dal ciclo formativo durante il primo e il secondo anno cinquantasette mila negli ultimi tre anni
Centotré mila escono dagli istituti di professionali con una qualche qualifica professionale
Terzo punto
Centoventi mila studenti all'anno circa abbandonano gli studi dopo la maturità e non passano all'università
Quarto punto il tasso di iscrizione all'università al primo anno malgrado l'aumento complessivo è diminuito dall'ottantacinque ottantasei dello zero virgola due per cento
E quindi l'aumento complessivo è dato da un allungamento degli studi dal numero dei fuori corso ed accrescere di nuove figure di studenti lavoratori
Quinto più di centocinquanta mila studenti ogni anno questo un punto chiave abbandonano durante gli studi specie appunto al primo anno il sessantanove per cento di chi si scrive lascia prima della laurea
Infine il numero annuale di laureati
E stazionario ma in realtà è diminuito nel quinquennio prese in considerazione tanto grave da cinque anni di mille nove unità meno uno virgola quattro per vicende dopo ci offre quello che è più grave soprattutto negli studi scientifici medicine di ingegneria genetica aumentate invece quelli giuridici ed i centri sociali
è stato rilevato che il tasso di passaggio all'università è diminuito in quindici anni da settanta settantuno l'epoca da liberalizzazione all'ottantacinque ottantasei dall'ottantasette per cento a sessantatré per cento
Cioè che osserva però che questi dati non sono molto comparabili visto la diversità delle cifre assolute riprendiamo allora il riferimento all'ottanta
Quando grosso modo le cifre complessive erano del medesimo ordine di grandezza di ora il tasso di passaggio è sceso in cinque anni da settantadue cinque per cento al sessantatré e uno per cento e si ha il coraggio di dire da alcune parti
Di venirci a dire che in Italia ci sarebbe un eccesso di studenti universitari
La verità incluso è che nel quinquennio preso sommariamente in considerazione
La scolarizzazione di massa già distorte contraddittoria è rimasta sì molto diffusa ma si è trasformata però con un segno di classe colpendo i soggetti giovani di più deboli espulsi o non attratti dal ciclo formativo superiore
Vittime di un percorso a ostacoli così lo chiamerei che pur non incontrando esplicitamente come però
Fra poco un modo di dire il fossato insuperabile del numero chiuso o del numero programmato
E però un itinerario a pieno di trappole inganni paludi raggiri nei quali la grande maggioranza di chi ha terminato il ciclo inferiore e quattordici e ventiquattro anni prima o poi si vede abbandonato lascia viene perduto
Ecco si vorrebbe che questa generazione di giovani si abitua se è una specie di corso di sopravvivenza scolastica in un sistema di successive progressive ingiustizie disfunzioni
Perché non si dice che il numero chiuso o la razionalizzazione degli ammessi degli accessi all'università ha già raggiunto centotrentadue facoltà e corsi di laurea in vita
Su un totale di cinquecentottantacinque pari al ventidue virgola sei per cento e che con Medicina prossimo anno diventeranno cento sessantadue pari al ventisette sette per cento più di un quarto delle facoltà e corsi l'aura del nostro Paese
E che nel centro Italia prende nel in esame solo questa parte del Paese questa percentuale sale al trentacinque virgola otto per cento ma guardiamo sempre modo sommario anche all'offerta di lavoro
Il tasso di occupazione giovanile tre quattordici e i venticinque anni è diminuito leggermente tra l'ottantaquattro ottantacinque specie nel lavoro dipendente a vantaggio di quella indipendente
Lo stesso anno è cresciuto del tre virgola quattro per cento il tasso di disoccupazione ottantadue mila persone e particolarmente l'offerta di lavoro di persone in cerca di prima occupazione ottantatré mila pari al sette virgola sette per il tasso di disoccupazione giovanile ormai pari a due volte e mezzo quello generale
In alcune realtà meridionali le ragazze arrivano a sessantotto per cento di disoccupazione bene è interessante sottolineare come il cinquanta per cento la licenza media inferiore di trentacinque e sette quella superiore il tre per cento la laurea
Nel quinquennio ottanta ottantacinque voglio giungere a fronte del calo del due virgola sette per cento della condizione di occupato garantito tre quattordici e ventinove anni
è cresciuto dell'uno virgola tre per cento la condizione di occupato non garantito del quattro virgola otto quella del disoccupato dell'uno virgola quattro per cento dell'inattivo casalingo giovani di leva dell'uno virgola cinque studente
Mi pare allora in conclusione di questa carrellata veloce di dati di poteri chiaramente affermare tre cose primo che la domanda di sapere e di cultura si è ulteriormente allargata contro molte previsioni e ha investito massicciamente le strutture pubbliche contribuendo a metterlo in crisi
Oggettivamente strutturalmente e a chiedere nuove politiche espansive secondo che queste strutture già versavano e ancor di più versano in uno stato di obsolescenza e di degrado
Tali da deludere quella domanda che tali da selezionare sulla base del reddito reale e della debolezza dei soggetti per cerchi successivi chi può studiare e arrivare fino in fondo
Perciò
Che si è ulteriormente allargata l'offerta di lavoro e soprattutto quella di media e bassa qualificazione incanalando se nella vastissima zona grigia della nostra economia fra disoccupazione e precariato
Il lavoro nero e non garantito con la tragedia di Ravenna ricorda brutalmente a tanti cantori di una indistinta modernità è una cinica e diffusa regola o così o niente lavoro
Voglio dire con questo quadro che l'Università di oggi è riservata solo ai G venti più forti no sarebbe questa una lettura altrettanto ideologica e non corrispondente i dati
Ma siamo certo di fronte a forme di selezione progressiva che fanno sì che al termine alla laurea giungano ogni anno solo diciotto mila studenti in più che non nel settanta
E che i figli dei lavoratori dei ceti meno abbienti fra di loro siano una minoranza mi sembra efficace calzante per descrivere gli studenti universitari del nostro paese impegnati a sopravvivere nel ciclo di studi
Quanto il quotidiano molta ha scritto a proposito degli studenti francesi e delle loro proteste
Scrive le Monde sono reazioni egoista e di figli troppo protetti può darsi ma è soprattutto una generazione fragile incerta sul futuro e attaccata alle sue madre conquista
Aggiungere un modo non sono tutti giovani
Non è certamente la gioventù figlia delle classi più agiate che andrà alle grandi scuole private
Ma non è neppure la parte più povera la gioventù disoccupata o esclusa al sistema scolastico si tratta piuttosto conclude della gioventù figlia delle classi popolari e medie che al tempo stesso vittime beneficiaria della democratizzazione dell'insegnamento ecco mi pare che grosso modo sia questo anche in Italia lo spaccato che la condizione studentesca al primo anno gli studi all'università
E se non ci deve far dimenticare quest'l'analisi di questo spaccato quello della gioventù precarie disoccupata cui è negato di fatto l'accesso sapere e ha un lavoro intellettuale domani
E cui è negato anche il diritto a protestare perché si rischiano di perdere i propri diritti di Istanbul
Ma non possiamo non vedere che quella studentesca e quella del non lavoro del precariato sono le due facce della stessa medaglia
La medaglia quella del di più materiale e culturale in termini di lavoro e di sapere rappresentato da questa generazione
Vorrei dire che qui si fonda un discrimine fra destra e sinistra tra conservazione e progresso da un lato di fronte a questo le politiche restrittive dare mano libera e poteri economici o accademici più chiusi espellere il di più
Avviare una sorta di neo Malthus ennesimo verso la condizione giovanile che sopravviva dei migliori o i più forti
Dall'altro le nuove politiche espansive
Dare a quel di più giovanile le possibilità di accedere permanere terminare e le tre cose vanno viste insieme di studio accrescerà l'intelligenza complessiva fare del sapere una leva della trasformazione del lavoro umano e della vita i difensori del primo tipo di politiche sono nel nostro Paese al mio giudizio abili trasformisti
Il signor De vacche avuto merito dal suo punto di vista con molta sfortuna di dire pane al pane e vino al vino esposizione dovuta andare
Ora invece con l'aria da elezioni sembra impossibile trovare nel nostro Paese non signor De vacche sono tutti o quasi all'improvviso convinti difensori assertori dell'università di massa
Ma in realtà come dimostrano i dati citati sulla scolarizzazione e quelli sul numero chiuso sotterraneamente dilagante col trasformismo si sta cercando di mutare volto alle università
Siamo stati accusati nei mesi passati nei giovani comunisti di voler importare pretestuosamente il vento francese negli atenei e di demonizzare il progetto di legge denominato soprannominato Falcucci Covatta
Risposta a mio modo di vedere sta sta già vedendo venendo in questi giorni dei primi parziali risultati da elezioni studentesche in cui su ventiquattro atenei che finora hanno votato la sinistra o menta di quasi quattro mila voti
Comunione e liberazione malgrado le in prese e le forze economiche culturali gli appoggi politici a disposizione ne perde mille trecento e i laico socialisti due mila e trecento
Particolarmente significativi sono per la sinistra i dati di grandi atenei come Padova e Genova
Torniamo sul terreno nazionale i livelli della fine degli anni Settanta entrando per la prima volta in molti articoli e medie imprese ora in questi giorni stanno votando gli atenei di Bologna di Napoli e di Palermo e nei prossimi giorni sarà la volta de la Sapienza romani dove si sta combattendo una lotta partecipata e vivace e della statale a Milano
Non ci si è accorti che il vento nelle scuole superiori e tra i giovani già spirava in Italia per l'ottantacinque
E che ragioni profonde di malcontento anche se non sempre assumono la forma di una protesta collettiva CRT c'erano e ci sono anche nelle università
Nell'ottantacinque fu battuto per l'incontro fra studenti nel Paese e opposizione comunista in Parlamento l'aumento indiscriminato delle tasse si può davvero dopo quel tentativo di aumento credere che la variazione di tasse da Ateneo ateneo non desti fra i giovani una grande preoccupazione
Si dice dipende dall'entità del tetto bene ma se le variazioni sono minime perché farle non contro i muri non contribuirebbero significativamente all'autonomia delle università
E se non sono minime come recentemente ci ha detto in modo molto chiaro il senatore Covatta
Diviene certezza la prospettiva di istituzionalizzare atenei di serie A contasse alte accessi per i più abbienti a studi più qualificati gli atenei di serie di contasse più basse Olivero degli studi molto più disponibile e ha il costo dell'iscrizione non dimentichiamolo va aggiunto quello dei libri e della vita complessiva del genere
Sento già qualcuno che di rincalzo obietta già ci sono gli atenei di serie A e di seguirli ma non si vede allora perché dobbiamo istituzionalizzare allargare questo processo e accentuare ulteriormente forme di discrimine verso i più deboli
Allora si conclude voi siete voi giovani comunisti siete contro l'autonomia quasi lanciando un anatema io dico che invece questa parte del progetto Falcucci covate contro l'autonomia
Perché socializza i problemi le contraddizioni scaricando le scegliendoli e sugli atenei
Quasi in un sistema feudale di riscossione dei tributi ma non realizza l'effettiva autonomia universitaria nella didattica e nella ricerca
Insomma a mio giudizio non esiste un'autonomia astratta al di sopra delle parti assolutamente neutra
Se dicessimo questo rischieremmo un errore un po'simile a quello di chi anni fa ci parlava di flessibilità o di modernità in modo neutro e astratto esiste invece
A nostro punto di vista non torni al servizio del sapere prima di tutto di questa giovane forza lavoro intellettuale informazioni esiste dal canto posto anche un'autonomia o meglio delle Autonomie accademiche che conservare lo status quo lo statu quo e che sono consapevolmente o meno funzionale al centralismo burocratico del ministero
Anzi c'è stato in questi anni quasi una convivenza e a tratti felice fa tendenza alla deregulation
E centralismo
Autonomia delle università per me deve essere al servizio come ho detto di politiche espansive droni questa Italia
Sul piano quantitativo sì anche su queste opere che come ho detto al tasso di forza lavoro intellettuale è troppo basso rispetto alle sfide del futuro ma soprattutto sul piano qualitativo lo strumento e la corte politica e diritto allo studio
Al di là della sola questione mense alloggio può favorire una redistribuzione oggi la concentrati concentrazione come dicevamo poco fa il rettore Ruberti in alcuni atenei è insopportabile per gli studenti prima di tutto
Ma a fianco delle politiche del diritto allo studio ripeto
Permettono una vita dignitosa
Non solo politiche coercitive o peggio ancora selettive su base di censo che potranno riequilibrare ma un gli equilibri interni didattici di ricerca di servizi e di potere e favorisca detenendo medio piccoli e soprattutto quelli del Mezzogiorno
Per andare a Tor Vergata occorre almeno che funzionino gli autobus che i docenti facciamo lezione che l'ambiente sia un minimo accogliente
Ma il problema fa anche al di là della congestione di alcuni atenei ed è necessario riequilibrio un tasso così elevato di abbandoni al primo anno
Il trentacinque per cento e il permanere di una percentuale bassa di frequentanti nasce nascono questi fenomeni prima di tutto dalla disorganizzazione degli studi e soprattutto da un certo degrado dell'attività didattica
Tanti docenti in questi anni hanno privilegiato a volte esclusivamente la ricerca e spesso attività di ricerca a fini privati
E la continuità e la qualificazione didattica non sono stata a sufficienza assicura
Per alcuni docenti persino il rapporto con gli studenti è diventato un fastidio un impaccio
Il passaggio da un sistema di rapporti studente docente fin troppo stretto e continuativo come quella secondaria superiore a un sistema assolutamente all'opposto per molti giovani e brutale
E il primo anno è la prova più dura di questo corso di sopravvivenza trovare casa a scovare l'orario delle lezioni fare file su file per i pagamenti scoprire duri
Degli esami aspettare con ansia e quaranta minuti settimanali che il docente ma più spesso il ricercatore non sempre concede giocare al terno al lotto degli esami
Insomma lì dove ci dovrebbe essere la struttura attiva flessibile vuole dire più personalizzata
C'è invece la delega che molte istituzioni regionali accademiche hanno dato ad altri e soprattutto Comunione e Liberazione che modo privatistico risponde ad alcune di queste necessità vitali l'impatto col pubblico quindi per uno studente al primo anno e quindi spesso disarmante e negativo la logica e farsi amico un docente entrare incedibili strette riuscire a farsi strada
Insomma non viene riconosciuta in alcun modo la personalità potremmo dire o meglio la soggettività studentesca e bisogna riconoscere con vasto esercito di associati e soprattutto di ricercatori si prodiga per allieva alleviare questa condizione
E anche per ciò che riguarda i fuori corso il problema non è tanto quello dell'accesso ma è strutturale
Una domanda di sapere di qualificazione di chi ha già qualche rapporto con esperienze lavorative che vede che deve trovare un suo ciclo formativo magari differenziato nelle università
Nel mille novecentosessanta non dimentichiamolo quando gli accessi non erano liberalizzati la percentuale di fuori corso era del quaranta per cento simile a quella di ci
Ecco quindi la legge della giungla insomma gli effetti delle sconsiderate politiche di questi anni
Bisognava investire massicciamente perché il di più di giovani entrasse nelle università vi potesse rimanere e perché altri nuovi strati di potessero arriva e invece dall'ottantatré all'ottantacinque negli anni di Craxi il rapporto tra spesa per l'istruzione e spese complessive dello Stato è sceso dal nove virgola sei all'otto virgola sei per cento
E tra spese per l'istruzione il dal cinque per cento al quattro nuove si è speso di meno anche se poco ma comunque peggio e ora si vorrebbero scaricare queste contraddizioni e sugli studenti o sui giovani
Forse qualcuno preferiva l'immagine tutta yuppie individualismo di questa generazione a me invece le nuove forme di solidarietà che stanno crescendo offrono ora tutta la sinistra una grande sfida io ritengo e più di vent'anni che le giovani generazioni hanno manifestato il loro di più
E diciamo una domanda che richiede una trasformazione profonda rispetto alle tendenze della formazione rimando al testo scritto per quello che riguarda alcune considerazioni sul movimento degli studenti muro
Per dire però che il tema che viene fuori da queste stesse considerazioni sul pavimento in Europa e in Italia nel corso di questi anni e che il tema della rappresentanza del punto di vista e perché no delle forme di potere studentesco nelle università è un tema decisivo
Tanti studenti abbandonano o languono per l'università anche perché hanno un deficit di rappresentanza di potere
Il problema è più generale e suona come atto d'accusa i governi che non hanno dato risposte concrete ai giovani
E tutto questo è particolarmente scandaloso nelle scuole e le università dove si è mosso e si muove qualcosa di molto pacifico di non violento di democratico chi vuole domandare al ministro Falcucci partecipando a questo convegno sulla quale sono rare le occasioni in cui gli studenti possono discutere cosa si aspetta che questi orientamenti pacifici democratici non violenti che oggi vivono la maggioranza degli studenti mutino o peggiorino
Che questi giovani una parte magari sola si arrabbi o che magari si riprenda qualche forma di violenza o si attende piuttosto che si appassionino in una nuova corsa individualistica senza valori e senza solidarietà
Con urgenza i tempi si può determinare e avvertiamo l'in modo urgente e bruciante come sinistra nel suo complesso una nuova frattura
Ben diversa che non in altre stagioni politiche fra i giovani e la democrazia setta esto
Vorrei dire subito non si cominciano a dare risposte a queste radicali domande rissa pere e di futuro
Il problema si allarga a quello della riforma dalla politica
E la questione morale della rifondazione del sindacato
Ma è anche che voglio dire quest'ultima cosa per concludere non nascondiamocelo il problema
Di un nuovo rapporto fra questi giovani e la cultura italiana per troppi anni si è teorizzato in molti settori dell'intellettualità anche progressista l'impossibilità di impegnarsi per cambiare
E per troppo anche a sinistra tante forze intellettuali sono state rimangono impermeabili verso questa condizione Giovanni
Ne ha facoltà di lettere di Roma dove in alto non lo si può negare un processo molto positivo dire che ricatto della sinistra è stata per esempio una vera impresa trovare qualche docente di sinistro comunista che partecipasse all'assemblea della lista
O che facesse un appello al voto e salvo qualche rara civici azione badate è così dappertutto
Ora non chiediamo solo ascolto ho pazienza sarebbe atteggiamenti come dire minoritarie moralistici pensiamo che occorra fondare una nuova rappresentanza studentesca
E un domani anche una forma di sindacato che dista in dei tutte ed i giovani e la loro condizione e che contatti con forza o gli altri poteri reali dell'università
Autonomia dalla rappresentanza giovanile è condizione che l'autonomia universitaria se vogliamo atenei al servizio degli studenti e non sprechino intelligenze bisogna muovere dal riconoscimento di questa autonomia studenti
Vediamo avanzato con le nostre leghe l'idea di un progetto di legge per una nuova democrazia della componente studentesca con propri sedi Poteri fondi possibilità di controllo sulla didattica di mandare un rappresentante agli organi collegiali e dico
E i nuovi eletti dalla tornata di elezioni in corso saranno i protagonisti di un processo costituente lo Nuova democrazia studenti
L'incontro studenti sinistra quindi può venire qui
Studenti forze politiche della sinistra in un progetto di modernizzazione ma di parte e cioè dalla parte di un'estensione del sapere dell'intelligenza critica della liberazione del lavoro e dal lavoro
Noi per parte nostra come giovani comunisti siamo pronti a trattare ogni conseguenza anche quelle difficili da queste affermazioni perché sappiamo che c'è una generazione che a fianco della parola autonomia mette la parola solidarietà
Non in piangiamo quindi le vecchie disfunzione dell'università
Ma memori del monito di Kierkegaard a quando scriveva che l'infelice la coscienza di colui che non può vivere né di rimpianti né di speranza e speriamo e ci battiamo per questo cammino
Ricordo ai presenti che fra delle diciotto e trenta cioè fra poco più di mezz'ora avrà luogo qui
La tavola rotonda su università sviluppo innovazione
Coordinata ad Antonino Cuffaro
Parteciperanno Luigi tanta Gianni De Michelis Luigi Granelli Claudio Napoleoni e Alfredo Reichlin
Continuano i lavori naturalmente e adesso alla parola il professor Vincenzo Buonocore presidente della conferenza dei rettori
Parlerà poi il dottor Giampaolo Usberti presidente del convegno permanente dei direttori amministrativi delle università
Prego
Ma il mio sarà un saluto
Molto breve perché
Mi rendo conto che sottrarre tempo al dibattito
Così interessante
Che questo convegno avviato potrebbe sembrare un bordo che voglio ringraziare innanzitutto e dell'invito che a me in qualità di presidente della conferenza è stato fatto e voglio portare il saluto cordiale seguito della Conferenza dei rettori
Io sono spruzzare molto stimolato dalla e dalla relazione di Ruberti ma anche dalla relazione di Forlì
Su buona parte della quale
A parte gli agnostica ma anche la parte terapeutica io non posso che essere d'accordo
E voglio prendere spunto dalla parte finale
Della relazione di fare
Io ho fatto politica universitaria e ho fatto sono stato a suo tempo Presidente dell'UVI
Segretario di una delle organizzazioni che partecipavano
A questa organico rappresentativo degli studenti e ho sempre ritenuto che la rappresentanza studentesca dovesse gode di una sua autonomia interna e nei confronti del governo dell'università
Ecco perché
Senza approfondire indubbiamente questo che è un tema tanto discusso quanto importante certamente l'idea che folena ripropporre proponeva nella parte finale della sua conversazione va meditata su di esso va fatta una riflessione attenta è importante
Detto questo mi sia consentito di fare qualche considerazione generale sull'argomento oggetto di questo convegno io credo e in questo concordo Congo Bendotti che questo sia un momento al di là delle diagnosi assai positivo per l'università
Non solo perché finalmente dei problemi dell'università si discute
Io vorrei sottoporre a questa Assemblea una considerazione tanto elementare quanto fino al mille novecentottanta dei problemi universitari non si discuteva né nei a livello collegiale all'interno della università né tanto meno a livello politico
Voglio dire che per una serie di ragioni che in questo caso sarebbe difficile analizzare e cubetti lo diceva molto bene la legislazione d'interventi nell'ambito dell'università sono stati episodici e frammentario
E il mille novecentottanta costituito una tappa fondamentale se non altro perché ha introdotto nel dibattito universitario alcuni elementi di grande importanza
Ma soltanto in questi ultimi due o tre anni
Anche sulla spinta delle forze politiche ma non soltanto delle porte l'intesa che le forze politiche hanno preso coscienza della centralità del problema universitari
E allora mi sia consentito di fare tre notazioni
Una sull'autonomia una sul riequilibrio perché il più bello e pronto drammatico problema è quello del riequilibrio io sono reduce da una riunione della conferenza dei vettori
Di otto ore consecutive
Perché si discuteva di un problema vitale per gli atenei forse meno evidente nell'ambito dell'argomento di questa conferenza ma vitale per gli atenei quello del personale non docente a dei criteri per distribuire il personale non docente tra le università ebbene abbiamo fatto uno sforzo enorme per dare attuazione a uno dei due corni del dilemma che Uberti poneva non solo autonomia delle singole università
Ma autonomia del sistema universitario da parte di chi questo sistema effettivamente dove e lo sforzo fatto non è di poco momento
Perché prendere decisioni operative in un settore che seguo da tanto
Quello del personale non docente delle qualifiche del personale qualificato in certi settori mi pare un contributo reale alla crescita dell'università ma una considerazione
Su questa famigerata autonomia mi deve essere permessa perché mi pare centrale importante in questo momento
E inutile star qui a dire tutti condividiamo quello che nell'ultima relazione si è detto io non concepisco un concetto di autonomia astratte
Chi discetta di autonomia dal punto di vista concettuale spia ha detto in maniera chiara non vuole l'autonomia né delle università né del sistema
L'autonomia io non vorrei ridurla dal punto di vista concettuale ma io ritengo che già allo stato attuale delle cose senza l'approvazione del progetto presentato
Le università
Se volesse Enrico
Avrebbe con spazi di autonomia cioè nettamente non anti certamente non ampiamente settori tante compartimentati da conquistare ogni giorno voglio dire faccio un solo esempio quando una circolare ministeriale io questo dico lo sostengo a prescindere come giurista più che come detto una circolare ministeriale deroga per esempio come è avvenuto qualche volta di fronte a una norma di legge
Io invito il mio i miei organi di governo figlio che io ero della mia università a disattendere la circolare ministeriale
Dico questo che può sembrare fa un un esempio estremo un esempio emblematico per dire che ci sono spazi di autonomia
Vorrei sussume là sotto il concetto di autonomia amministrativa che noi possiamo certamente ritagliarci e portare via
Ma è chiaro e qui si interseca il problema dell'autonomia con il problema dei contenuti
Fino a quando non esisterà un'autonomia statutaria che sia sindacabile qui il Progetto di Lecce rilegge Falcucci Covatta porta un elemento di innovazione sostanziale
Solo sotto il profilo della legittimità o della compatibilità finanziarie
Fino a quando non avremo questo è chiaro che non potremo attende che a quella vuoto di rinnovamento dei contenuti che invece è fondamentale
Io non lo so quindi non ho sentito né nella relazione di Gobetti né in quello il problema
Riportare un dato
Che è ancora più preoccupante io sto per innamorarmi dire che l'attività e di dati perché non voglio più
Diciamo tenere indietro a formule o a stereotipi novanta stagionali soltanto i dati ed è giusto
In Italia non esiste
Lei i suoi termini reali una massificazione delle strutture universitarie
Io credo che non sia noto Honda
Soltanto il diciassette sette per cento questa è la media nazionale
Tra la popolazione scolare un milione centoventi miliardi
E la popolazione potenzialmente in grado di iscriverti all'università calcolata sulla sui dati questi sono dati Istat
Di persone in età di accedere diciannovenni ventidue enni e un'aliquota di ventitré enne di ventiquattrenni per le Bund le facoltà di sei sette anni è del diciassette per cento
Rispetto il rapporto la percentuale tra queste due città
Scende al tredici e tre per cento nell'Italia meridionale
E migliore nell'Italia centrale ventitré sette per cento è invece contrariamente a quanto si potrebbe sussume bel presume quasi uguale alla media nazionale nella Italia settentrionale
Ma c'è di più noi dobbiamo rinnovare i contenuti questo lo possiamo fare con l'autonomia statutaria però voglio dire che probabilmente non si tiene conto si parla di nuove professionalità di professionalità emergenti ma non si tiene conto che abbiamo confermata una statistica recente del ministero del lavoro ma dalle indagini che in questi ultimi tempi è stata pubblicata
Che nell'universo delle professioni soltanto il dieci per cento di esse saranno professioni nuove o emergenti
Il quaranta per cento appartiene alle vecchie professioni di cui tu la previsione fino al pieno al fino al Duemila pioniere centonovantotto dovranno essere rinnovati il testo delle professioni un altro quaranta per cento l'integralismo
Questi sono dati reali sui quali bisogna cagionando e costruire perché del mancato equilibrio o in via non il mio equilibrio del sistema universitario
Mi piace che Folena non sia presente ma voglio dire si fa presto attive questo è un punto su cui dobbiamo metterci d'accordo ma e colpa delle università
Dean quella di nobile università o comunque del sistema indiani e di non creare le condizioni per dirottare scusate di questo termine è un poco brutale dalle università di grandi dimensioni di grandi numeri alle università ce ne sono tante
Che potenzialmente potrebbero anche dal punto di vista delle attrezzature anche dal punto di vista delle altre cose ospita beh voglio dire che questo è un fatto noi aggiorniamo a oggi di diritto allo studio negli stessi termini
Voglio dire che il dibattito non è progredito di nulla negli stessi termini in cui viene aggiornavamo lui nel mille novecentocinquantatré quando io ero presidente dell'Unione nazionale abilitativa italiani
E del comparto studentesco del diritto allo studio è giusto questo la cosa di cui meno si parla perché il Progetto di legge quadro sul diritto allo studio giace il moto dinanzi al Parlamento
Non solo ma con effetti negativi perché tutte le Regioni ormai gli hanno legiferato tutte le Regioni hanno adottato politiche alcune volte divani tanti
Tra di loro per cui si chiede si è creato
Questo è diciamo così è provabile attraverso i dati una situazione di disomogeneità nel tour nel trattamento diciamo così complessivo degli strumenti tra le varie regioni italiane e non è considerazioni di poco momento
Ecco perché dico autonomia ed equilibrio sono i problemi centrali ma il problema veramente importante
Che ci attende è quello di una reale riflessione sui termini del diritto allo stupro
Perché la legge che giace dinanzi al Parlamento e che è una legge quadro non è sufficiente Hagen deve omogenei certe cose e questo potrebbe incidere anche su quel problema
Che io non pavento in maniera così drammatica della creazione attraverso la diversa tassazione delle Università di sedia e delle università di serie B
Sì sì concordo con Folena oggi c'è anche c'è oggi questa categorizzazione che molte volte arcadici tira lattice che molte volte viene tra ATC amente ripetuta senza che trovi effettiva ma io voglio dire soltanto una cosa nessuno
E qua lo faccio come dove l'università meridionale prima con il presidente della Conferenza dei rettori
Nessuno però si rende conto di questi problemi sono molto più drammatici nelle università meridionale
Sì a Napoli sono stati tenuti due grossi convegni uno del Partito comunista e un altro la Democrazia Cristiana PEI l'equilibrio del sistema universitario campani e meridionali
Dai quali sono emersi dati drammatici perché probabilmente nessuno riflette che fino al mille novecentoventicinque l'unica università dell'Italia peninsulare ecco Napoli
Che oggi gli universitari sono dieci più tre delle della Sicilia
Tutte quante ad esclusione di Napoli create nel dopoguerra che la maggior parte nata dopo il mille novecentosettanta che quattro sono nate dopo il mille novecentottanta
Voga questo sistema complessivamente così giovani anche se certamente alcuni passaggi quello di potersi forgiare
Di poter essere forgiato di Potenza è indirizzato secondo le vocazioni delle comunità meridionali o comunque secondo certe vocazioni cubetti lo diceva che ne facciano dei centri di eccellenza in alcuni comparti disciplina
Però è il sistema che gli squilibrati
Si parlava di infrastrutture di trasporti con Tor Vergata ma questa è una costante del Mezzogiorno d'Italia mancano i servizi mancano le infrastrutture mancano i trasporti
E allora il problema delle università meridionali BA affrontato in tutta la sua pregnanza
Perché potrebbe costituire un ulteriore fattore di squilibrio sull'intendo sistema universitario
Io forse sono andato al di là di un saluto rituale e forma
Ma vi sono dei problemi che per fortuna oggi vengono discusse fino a poco tempo fa non se ne discuteva neanche nell'ambito dei partiti o perlomeno non se ne discuteva con la necessaria importanti oggi questa inversione di tendenza
Si è verificata tenute e io non posso che prende atto con piacere che dalle forze politiche nell'ambito delle forze politiche democratiche il il problema dell'università
è tornato ad essere un problema centrale e non per il luogo comune dell'investimento produttivo ma perché come diceva giustamente cubetti prima
E suoi nega mente il presupposto sostanziali il presupposto effettivo per ogni sedia politica di sviluppo vi ringrazio vi chiedo scusa per la lunghezza
Per l'ultimo intervento prima della tavola rotonda prende ora la parola il dottor Giampaolo Usberti
Prego
Molto brevemente ringrazio anch'io del cortese invito portare il saluto dei direttori amministrativi
E il anche l'apprezzamento per la struttura di questo convegno che tramite una struttura complessa
Vi è molto difficile recare un contributo dopo le relazioni che si sono svolte anche per non impedire no il rapido svolgimento della tavola rotonda che seguirà il mio intervento
Io vorrei soltanto mettere in evidenza la necessità che in un convegno come questo e per il futuro abbia il suo posto il suo dovuto posto la dimensione amministrativa dell'università
Perché molte volte si è tentati di elude arriva ma poi quando si parla di ricerca di diritto allo studio di didattica e di quant'altro si finisce inevitabilmente per cadere nella dimensione amministrativa organizzativa e finanziaria dell'università
Quindi fare attenzione al Bilancio domani io non sono un economista ma non sono ancora convinto nessuno è mai riuscito a convincerli
Che il bilancio dello Stato non possa compiere uno sforzo maggiore per adeguare i mezzi dell'università l'esigenza e la sua gestione
Adesso quando si pensa ancora che l'intera spesa sul bilancio dello Stato parte corrente l'impresa nel dare il novanta per cento destinato al personale e per il dieci per cento delle spese di gestione e quando si pensa che con questo dieci per cento insieme alle tasse degli studenti si deve fronteggiare le esigenze della dei servizi generali dell'università delle dotazioni dell'istituto e canarino delle promozioni che quotidianamente ci impongono all'interno dell'università secondo me si ha la sensazione che stiamo chiedendo troppo ad un organismo troppo fragilità chiuderla parola domani questo è il primo aspetto il secondo aspetto con questo concludo perché non posso andare oltre
è quello di cercare di realizzare interno dell'università un manager non solo management amministrativo ma anche un management accademico
Per cercare di utilizzare le risorse nel modo più efficace possibile diciamo perché le risorse umane concorrono come quelle economiche al successo dell'operazione e dalla missione dell'università però questa Mazzi regina realizzati
Livello formativo del personale non docente dell'università è stato lasciato sempre alla buona volontà dei singoli
Non è non c'è mai stata un'organizzazione che abbia preparato i dirigenti dell'università ma non solo i dirigenti amministrativi ma anche i responsabili dei singoli servizi questi sono due elementi
Che non sa non costituiscono un contributo speciale e solo un richiamo a non dimenticare perché si dà il caso che questi siano elementi che all'estero in Europa all'OCSE negli Stati Uniti vengono quotidianamente trattati come elementi di fondo della costruzione di una università più efficienti grazie
Grazie provato dalla dottor Usberti per avere sollevato questioni certamente importanti anche molto spesso non venti non trovano lo spazio necessario anche quando si parla appunto i problemi
Dell'università adesso ci prendiamo cinque minuti di intervallo e poi avrà inizio la tavola rotonda preannunciata dal programma
Tutto
I partecipanti a questa tavola rotonda
Che hanno accettato di intervenire
E di dare vita a questo dibattito
Da parte mia qualche cenno di introduzione
Agli interventi
Alla discussione
A cui cercano di sottrarre meno tempo possibile
Il tema della tavola rotonda lo conoscete e quanto mai interessante ed attuale
Università innovazione sviluppo
Sì collega quindi ai problemi
E dalle prospettive derivanti dalle trasformazioni tecnologiche
Alle nuove sfide da affrontare
Agli interrogativi che si sono aperti sul futuro della occupazione sulla formazione sullo sviluppo stesso
Mi pare che allora si possa porre ai nostri ospiti una prima domanda in questa tavola rotonda una domanda che riguarda proprio la natura i caratteri dello sviluppo a cui tendere
Di fronte alle grandi possibilità offerte oggi all'uomo dalla scienza e dalla tecnologia
Quale sviluppo quindi
L'Italia ha certamente in questi anni subito dei cambiamenti
Alcune aree produttive sono state investite dall'avanzare delle nuove tecnologie
Ma i processi innovativi sono stati frammentari
Guidati da interessi delimitati parziali
Collotti
Spesso da visioni anguste dallo stesso sistema produttivo si possono poi vedere le conseguenze quando andiamo a confrontare il mix per esempio delle nostre esportazioni
Di alcuni anni fa e di oggi ci accorgiamo e lo stesso rapporto
Della commissione presieduta dal professor Dada che lo sostiene
Mix produttivo è rimasto all'incirca con la stessa composizione di alcuni anni fa
Che fare allora per rendere ecco l'altra domanda l'innovazione fattore di crescita complessiva
Di progresso sociale di ampliamento dell'occupazione di efficienza globale del paese
L'innovazione tecnologica e certamente un processo complesso che richiede il coinvolgimento dell'intero sistema sociale
Ma i processi di modernizzazione del nostro Paese si intersecano e si scontrano con strutture norme comportamenti arretrati
Con un clima culturale spesso inadatto
Quali allora
Lo pongo come problema i nostri interlocutori le riforme da affrontare gli ostacoli da rimuovere i cambiamenti da introdurre per liberare le energie del Paese
Per sfruttarne tutte le porte pensi alita positive che sono tante
E se è vero in questo quadro che lo sviluppo dalla scienza e della tecnologia in un paese dipendono in primo luogo dal clima di cultura generale dalla mentalità scientifica che vi si instaura
Cosa fare per rendere la formazione di base
Il sistema formativo superiore adeguati e coerenti con l'esigenza di un forte impulso delle attività di ricerca
L'università italiana
Come sede di alta qualificazione professionale sede primaria della ricerca e certamente il fattore più importante centrale per l'avanzamento scientifico e anche tecnologico del Paese
Ma essa mostra a spetti necessità debolezze
Non dissimili da altre componenti del sistema scientifico del Paese
Per la ricerca esistono certamente dei luoghi di eccellenza
Ma assieme a luoghi di eccellenza esistono anche vaste zone grigie di inerzia situazione di stallo scompensi gravi
Quello che è certo che l'impegno in ricerca scientifica di sviluppo nel sistema Italia
è stato ed è inferiore a quello di altri Paesi industrializzati
Il ritardo e grave anche se non è incolmabile
Come si legge non lo stesso rapporto data c'è una necessità di provvedimenti urgenti provvedimenti che riguardino l'entità complessiva delle risorse per le risorse umane e finanziarie
Che allo stato attuale è insufficiente certo noi abbiamo questa mattina c'era
Questo aspetto molto ben delineato nella relazione
Del senatore Chiarante abbiamo avuto un incremento negli ultimi anni ma restiamo attestati su gli ultimi posti rispetto a tutti gli altri paesi industrializzati
C'è un obiettivo che il rapporto data fissa quello di andare oltre al raddoppio della quota attuale del tre per cento cioè arrivare al tre per cento in cinque anni
Per sul prodotto interno lordo come percentuale del prodotto interno lordo devo dire che gli incrementi di questi anni non ci porterebbero a questo traguardo entro i cinque anni fissati dalla commissione da e per università debbo dire anche se ci sono dei disequilibri fra zona e zona fra Ateneo e ateneo che certamente il quadro della utilizzazione delle risorse poste a disposizione dell'università il sessanta per cento del quaranta per cento da il segno di una insufficienza gara di una insufficienza che non riesce di un di risorse destinate all'università che non riescono a colmare nemmeno lei necessità ordinaria dell'università
C'è una forte sottovalutazione del fattore umano
Forti sperequazioni di trattamento
Nell'ambito della comunità dei ricercatori sperequazioni che frenano la mobilità la circolazione e assieme alla circolazione dei ricercatori quindi una limitazione grave nella diffusione delle conoscenze dallo stesso know how che dalla mobilità dalla circolazione delle idee ricava il suo più forte impulso
Là dove le cose funzionano e in altri Paesi certamente resta una grande distanza fra mondo scientifico e mondo produttivo
Manca un orientamento e una finalizzazione delle spese destinate a sostenere la ricerca nella ricerca pubblica anche nella ricerca degli enti non soltanto dell'Università prevalgono obiettivi di tipo accademico e sulla gamma e le risorse sono disperse su una gamma troppo vasta di settori e ditemi
Nella ricerca privata al contrario le spese sono concentrate in alcuni settori
La commissione Dada ha denunciato per esempio che il settore chimico farmaceutico l'elettronico l'informatico i mezzi di trasporto lo spazio impiegano il settanta per cento delle risorse delle imprese destinate a ricerca
In contrasto con il carattere pervasivo orizzontale multisettoriale invece del delle innovazione dello sviluppo tecnologico e poco quindi questi interrogativi queste domande cosa fare per accentuare lo sforzo complessivo ricerca e sviluppo del nostro Paese in modo che l'intervento pubblico si estenda si potenze si qualifichi
In modo che questa parte come dire anche della amministrazione pubblica diventi una parte pilota di uno generali di una generale trasformazione un generale avanzamento dalla stessa pubblica amministrazione oltre che veicolo di maggiore competitività quale quadro di comando e necessario creare questa mattina è stata fatta una proposta la creazione di un ministero della ricerca e dell'Hindu e della Università
A cui si potrebbero associare anche i beni culturali è una proposta che è stata diciamo lanciata in modo aperto nel senso di avviare una discussione attorno a questo tema
Come conciliare ecco una questione che mi pare sia centrale tra i problemi che noi abbiamo lo sviluppo della ricerca libera
Che garantisca la libertà della scienza e un forte impulso alla ricerca fondamentale con la ricerca programmata finalizzata alla soluzione dei problemi del Paese ai problemi dallo sviluppo e dell'occupazione
Come si può ottenere assieme
A un forte impulso alla ricerca universitaria il potenziamento di una rete scientifica differenziata rispetto all'università
Costituita dagli enti pubblici che sia in grado di fare anche interagire l'università l'industria sulla base di grandi progetti di ricerca
Individuati finanziati
In base all'interesse del generale del Paese ed infine lo pongo in modo particolare al ministro gli anelli che conosce la situazione intesto momento del mondo dei ricercatori come valorizzare in concreto e con urgenza il lavoro di ricerca tenendo presente che le sperequazioni creano stati di frustrazione
Creano mortificazione di energie che invece potrebbero essere fortemente dispiegate per l'avanzamento del paese questi sono alcuni interrogativi che oppongo altri potranno sorgere dal dibattito dalla discussione penso che potremo organizzare la nostra tavola rotonda con un primo giro di interventi di un quarto d'ora per poi e ridare la parola ai partecipanti alla tavola rotonda per diciamo uno scambio più serrato di opinioni
Dopo il primo la parola al ministro gli anelli che ha degli impegni di governo la convocazione del consiglio dei ministri e che quindi forse dovrà un certo punto abbandonare anche la nostra tavola rotonda parola visto che
Grazie
Devo anzitutto presentare le mie scuse perché
Senza molto preavviso è stato convocato un Consiglio dei ministri per le diciannove
Ed essendo mia intenzione sollevare in quella sede una provvedimento urgente che riguarda i ricercatori extra universitari vista la impossibilità di procedere per via parlamentare non posso assolutamente essere assente questo mi dispiace perché fare un intervento è molto diverso che partecipare a un dibattito
Non mi capita quasi mai quindi sono particolarmente imbarazzato
Prendeva di dare il mio contributo nei limiti di questo impedimento che insorto
Seguendo la traccia
Che è stata fornita dall'onorevole Cuffaro e anche alcuni stimoli che sono venuti dalle relazione che ho avuto modo di sentire oggi pomeriggio
E la domanda relativa allo sviluppo del nostro Paese indubbiamente ci porta a considerare che in tutte le società industrializzate
Non è possibile immaginare uno sviluppo una crescita prescindendo dalla leva fondamentale della ricerca dell'innovazione
Non soltanto per la qualità dello sviluppo si ha bisogno di questi elementi
Ma anche per la necessaria competitività dell'economia italiana sul piano europeo e internazionale
Quindi direi molto
Sinteticamente
Che la domanda sullo sviluppo presuppone subito la risposta sulla assoluta debolezza di uno sviluppo non guidato non orientato come crescita tumultuosa in rapporto alle esigenze di mercato
E quindi la necessità di vedere nella ricerca e nell'innovazione non un supporto acritico alle esigenze delle produzione ma un un modo per orientare anche il sistema produttivo
Nel suo insieme
Del resto oltre alle considerazioni economiche che ci portano a dire
Che senza uno sviluppo fortemente qualificato e quindi orientato secondo criteri di innovazione c'è il rischio dalla decadenza nei nostri rapporti internazionali
C'è anche la constatazione che in tutti i paesi progrediti
Noi assistiamo a una proiezione sempre più rimarchevole della scienza del sapere dalla conoscenza verso la diffusione delle tecnologie così come assistiamo a un processo
Che spinge forse con
Maggiori possibilità di affermazione la ricerca verso le sue applicazioni nel campo della produzione e dei servizi quindi c'è in atto un processo che tende ad esaltare
Tecnologia ricerca applicata innovazione come una componente tutta in Terna al sistema economico e produttivo
Ed è qui una constatazione abbastanza elementare sulla quale c'era larga convergenza di analisi anche tra forze politiche che hanno una collocazione diversa la constatazione della nostro ritardo e della necessità di recuperare il tempo perduto non solo con un'azione riformatrice ma anche con una destinazione crescente di risorse finanziarie
Mi pare che a questo proposito
Possa
Trattennero il dibattito autorevolmente il professor Dada perché il rapporto Daloui curato con la commissione insediata presso la Presidenza del Consiglio
Tende gli affetti a dare una risposta programmatica e di indicazioni concrete alla esigenza di recuperare il ritardo che io appena
Denunciato
Infatti il rapporto d'Adda e molto esplicito nel dire
Che bisogna a raddoppiare nei prossimi cinque anni
Il la quota del prodotto nazionale lordo che noi destiniamo complessivamente alla ricerca oggi siamo all'uno e cinque per cento dovremmo arrivare al tre per cento
Non ho esitazione a dire che come osservava Cuffaro momento fa nonostante che negli ultimi anni siamo passati con me
Volume quantitativo della spesa tutta insieme per una ricerca dai nove mila miliardi dell'ottantacinque
Agli undici mila dall'ottantasei quindici mila dell'ottantasette a incrementi certamente superiore rispetto all'aumento della spesa pubblica secondo i tassi d'inflazione
Ma certamente io in ogni caso al di sotto di quell'incremento che sarebbe necessario per raggiungere nei primi anni Novanta il raddoppio dalla quota del PIL
Positivo che abbiamo aumentato più dell'inflazione
In alcuni settori anche in modo significativo ma non si può dire che questa tendenza è la conseguenza di una programmazione di lungo periodo se mai e la conseguente di una spinta operativa più efficace come del resto sempre Dada nel suo rapporto aggiunge molto correttamente a questo bisogno dal raddoppio delle risorse finanziarie da destinare alla ricerca nei prossimi cinque anni la necessità ancora più urgente
Dalla doppio del numero dei ricercatori che non è soltanto un fatto quantitativo ma richiede di restituire ai ricercatori una funzione una professionalità una possibilità di avanzamento ma la carriera
Una possibilità di lavoro e di successo
E così si potrebbe quasi e continuare col dire che oltre al raddoppio delle risorse del numero rifinanzia dei del numero dei ricercatori il rapporto Dada sollecita anche molto energicamente
Riforme organiche per il CNR per tutti gli altri enti di ricerca
Per le legislazioni di intervento a sostegno dalla politica industriale per un rapporto più o dinamico e più funzionale con la l'ordinamento scolastico e universitario soprattutto per quanto attiene ai processi formativi
Quindi si sarebbe tentati di dire che è una spinta nell'adeguare innovazione e ricerca le esigenze della riorganizzazione produttiva e di uno sviluppo di maggiore qualità trova in queste indicazioni a patto che siano seguite da atti concreti e coerenti e tempestivi
Una indicazione importante
è una indicazione molto probabilmente che s'consente anche di valorizzare meglio il potenziale del Paese che esiste in questo settore
Faccio una sola parentesi io devo dire che in questi ultimi tempi ho avuto la possibilità di constatare per esempio nel contesto dei progetti di ricerca e sviluppo del dominati eureka sul piano europeo
E Anna in quel contesto è stata
Estremamente confortante rispetto agli altri Paesi deconferma chiede con strutture più funzionali più articolate con un ma migliora destinazione di risorse con una valorizzazione concreto dal lavoro di ricerca probabilmente anche la nostra immagine concreta internazionale viene a migliorare
Ecco però non vorrei che seguendo questa strada almeno nel mio intervento
Cioè degli delle azioni riformatrici e di politica economica indispensabili per modernizzare il nostro sistema di ricerca e sviluppo
Si perdesse di vista un elemento che ho sentito con molto interesse
Oggi pomeriggio o proporre dal rettore professor Rubertis
E cioè il rischio che di fronte alla corposità e alla forza degli interessi della produzione
Silvia si spazio a innovazione e ricerca e interventi in questo campo ma si arrivi di fatto alla conseguenza di un ulteriore marginalizzazione dell'università e quindi della ricerca di base
E questa è un'osservazione
è molto importante
Io non condivido la critica che tutto sia per quanto riguarda la ricerca nel campo industriale legato a criteri di assistenzialismo o che le spese per la ricerca applicata alla produzione servano solo a far quadrare i bilanci delle società e delle industrie questo è stato per molto tempo vero è ancora vero in gran parte ma devo dire per fare solo un esempio che lo spostamento dell'interesse pubblico sui grandi programmi nazionali di ricerca sui contratti siamo match hanno un rapporto tra lo Stato e l'impresa
Non distribuiscono contributi a pioggia ma chiedono alle industrie di sviluppare una ricerca strategica d'accordo con università con istituti di ricerca ha introdotto nel finanziamento pubblico dalla ricerca industriale degli elementi di moralizzazione di qualificazione sui quali bisogna procedere con più intensità ma non siamo certo a livello zero
Potrei citare il caso per esempio delle biotecnologie o di altri settori d'avanguardia dove l'impegno per la ricerca e di alta qualità e non può essere scambiato con l'assistenzialismo industriale che pure pericoloso
Però tutto questo non toglie nulla alla osservazione di fondo
Fatta dal professor Ruberti che mi trova consenziente
Tra l'altro con una constatazione molto chiara e valida per tutti i Paesi industrializzati
E cioè non esiste paese al mondo in cui sia possibile immaginare un livello sufficiente di ricerca applicata o di diffusione delle tecnologie che non sia comparabile con un alto livello di ricerca fondamentale di base e di processi formativi
Effimero quello di pensare che si possa ottenere una modernizzazione del sistema produttivo e uno sviluppo della ricerca tecnologica avanzata in carenza di quella ricerca fondamentale teorica di base che compito specifico è insostituibile dell'ordinamento scolastico e dell'università dell'università in in particolare allora io qui vorrei introdurre questo elemento di riflessione allorché per evitare la melma marginalizzazione si era temuto giustamente dal professor Guberti
E per contenere i rischi di effimeri di un nuovo sviluppo della innovazione e delle tecnologie tutta interna al sistema produttivo
Non dobbiamo collocare fortemente la modernizzazione del sistema di ricerca extra universitario con una forte innovazione dell'università cioè con una forte ripresa
Del discorso riformatore nell'università italiani non credo che dobbiamo fare delle controversie
Molto sofisticate su riforma globale riforme particolari io sono convinto che molte volte le riforme globali e generali sono state un alibi per non intervenire concretamente nelle situazioni drammatiche che abbiamo di fronte agli occhi e ritengo che anche un atto una serie di atti concreti di riforma apparentemente parziale e se ci fossero collegati a un disegno riformatore di grande respiro avrebbero in ogni caso la loro efficacia però non c'è dubbio
Che anche la riforma del CNR la riforma degli altri istituti di ricerca l'aumento delle risorse e l'aumento dei ricercatori ove avvenisse nell'immobilismo dalla politica scolastiche nell'arretratezza dell'ordinamento universitario
Occorrerebbero dei seri rischi c'è bisogno di questa compenetrazione
Tra l'una e l'altra cosa
Sotto questo profilo che coinvolge il che fare che poneva l'onorevole Cuffaro prima
Io ritengo che ci sia una occasione da non sciupare anzi un'occasione da affrontare con più slancio culturale e politico
Che è quella della discussione in Parlamento non so quando avverrà e come avverrà
Della legge presentato dal governo sull'autonomia universitaria
Non perché questa legge abbia risolti i problemi di cui stiamo discutendo ma perché l'attenzione legislativa sull'aspetto dell'autonomia dell'università
Può essere allargato al di là di un disegno di legge che può favorire una riflessione generale in Parlamento su un punto nodale e strutturale dell'università
Perché l'apertura il rinnovamento la modernizzazione dell'università a mio parere passa attraverso una concezione corretta
Dell'autonomia che non è contrapposizione alla programmazione o la visione generale delle cose ma è ossigeno vitalità peculiarità concorrenza competitività tra le singole università italiana secondo di quello che potenzialmente possono esprimere ci sono anche proposte interessanti
Sì ho appunto ha appena avuto modo dirvi di vedere di leggere come quella di Cavazzuti in ordine a questo tema della riforma universitaria ce ne possono essere altre ma certo è un'occasione quella di discutere
Della legge sull'autonomia universitaria perdi la Turner il contenuto e vedere di rimettere in una prospettiva evolutiva insieme alla riforma del sistema di ricerca extra universitario anche quello dell'università
Certamente
L'autonomia dell'università
E se dovesse limitarsi soltanto all'autonomia contabile amministrativa e gestionale
Porterebbe qualche vantaggio ai rettori che hanno tante difficoltà nell'operare le loro funzioni di governo ma non si aprirebbe a quel discorso riformatore di cui abbiamo bisogno
Certamente l'autonomia non può nemmeno significare concessione a alla deregulation alla privatizzazione cioè alla dequalificazione in sostanza di tante università
Che sono autonome ma perdono di vista la loro funzione è fondamentale quindi occorrerà un grande equilibrio tra la visione della autonomia universitaria estesa a tutti gli aspetti della vita universitarie la sua qualificazione crescente come e qualificazione nazionale è universale e quindi anche internazionale
Una università autonoma non deve essere perso sua natura una università particolaristica o localistica
Non si tratta di immaginare tante università legate esigenze campanilistiche o localistiche ma di immaginare un'articolazione universitaria che consenta una maggiore flessibilità nello svolgimento dalla funzione di ricerca fondamentale di formazione
Delle persone
Quindi io insisto perché questa occasione
Possa essere colta per raccordare la ripresa di un di un azione riformatrice nell'università con quegli atti di riforma che la commissione d'Arda sollecita per il sistema extra e universitario naturalmente assieme all'autonomia universitaria
Grande attenzione dev'essere dedicata ai problemi generali della programmazione alla visione comunque di un sistema nazionale di studi superiori perché non possiamo uscire da questa localizzazione da questa qualificazione ma dobbiamo certamente non confondere
Dà dignità il carattere di un sistema nazionale di università ti colate con un centralismo che burocratizzare appiattisce è un'altra cosa e possiamo muoverci in questa direzione
Quindi questo è un punto secondo me essenziale
Senza una forte riforma dell'università nel senso dell'autonomia del decentramento di un sistema universitario complessivo
Di respiro nazionale ma non caratterizzato da centralismo c'è il rischio che anche l'innovazione nel sistema extra universitario abbia
Corto respiro
Vorrei aggiungere questo però procedo rapidamente
La necessità di non orientarci verso disegni ambiziose di riforma
Dimenticando il dovere essere la responsabilità dell'amministrare del governare dell'attuale anche le leggi esistenti o correggendo le leggi esistenti
Io sono dell'avviso per esempio che parallelamente alla rilancio di un processo di riforma dell'università
Ci siano alcuni aspetti della cosiddetta tre otto due che non hanno trovato coerente applicazione che possono essere nel breve periodo nel periodo di transizione occasione di coerente dimostrazione di una volontà riformatrice
Accenno naturalmente per titoli
Al problema dei dottorati di ricerca
Che potrebbero essere uno strumento se attuato con ampiezza se perfezionato nella sua attuazione uno strumento di avvicinamento pragmatico ha questa funzione nuova
Dell'università
Accenno al criterio dalla ripartizione delle risorse il sessanta il quaranta per cento che ha avuto finora un'indicazione molto di massima ma non si è tradotto nella concreta qualificazione della speso dalla destinazione delle risorse universitarie alludo alle possibilità di convenzione
Tra università e terzi a fini di programmi qualificati di ricerca
Alludo alla
All'inserimento definitivo l'organico nell'ordinamento dei dipartimenti e dalla loro esperienza cioè c'è tutta una parte che non possiamo affidare soltanto una legge impreparazione che deve trovare in una più efficace azione di governo una preparazione del terreno favorevole anche ad avanzamenti più coraggiosi sul terreno della legislazione
Io credo che in questa ottica per esempio non vorrei apparire tecnocrate in questo ma sono del tutto convinto che in questa ottica la riforma e la ristrutturazione del ministero dalla Pubblica istruzione in quanto tale ed è la rete periferica dell'amministrazione la pubblica istruzione è un'esigenza vitale perché qualunque sia la politica scolastica
Che vogliamo attuare essa trova sempre un ostacolo e un impedimento nella mancata riorganizzazione funzionale dei poteri di governo del sistema scolastico e per esempio non ci sia creata in tutto questo tempo una una direzione che si occupi della ricerca sia pure dal dalla nella ripartizione del sessanta e del quaranta per cento è uno dei fattori scarso appunto
Rammento di questa di questa attività quindi bisogna ripeto procederei sia sulla linea dalla riforma universitaria col respiro che dicevo prima sia anche dall'azione pragmatica ma riferitele coordinata a un disegno riformatore sul piano concreto utilizzando leggi esistenti e modificando apparati strutture burocratizzata e che non non hanno più la possibilità di essere duttili nell'applicazione di qualsiasi politica
Tralascio qui perché voglio fare una riflessione finale
Tutto il discorso che Uberti ha introdotto sui canali formativi paralleli all'università cioè io temo
Che il contrasto tra i sostenitori del diritto scolastico che è una conquista che non possiamo disperdere
E il ritorno a mentalità da numero chiuso
è il risultato di una mancata riorganizzazione in termini di programmazione scolastica o perlomeno in carenza di percorsi paralleli anche all'università che possono addivenire a una maggiore formazione delle persone senza creare dei dei fenomeni di intasamento e di immobili di immobilismo e di chiusura
Nella stessa università quindi qui ci sono altre riforme come la scuola media superiore eccetera che adesso non voglio toccare perché sono propedeutiche anche alla mutamento dell'università
L'ultima riflessione che voglio fare invece riguardava la tesi che consentito dire
L'onorevole Chiarante ha riproposto stamattina ma che avevo già letto nel documento del Partito comunista
Della creazione di un appunto di governo dalla politica universitaria e di ricerca all'ipotesi
Di un punto di governo relativo l'università la ricerca i beni culturali
Ora nessuno come il ministro per la Ricerca scientifica pro tempore che si è sforzato di coordinare con scarsezza di strumenti di intervento può essere più sensibile a questa necessità di immaginare nell'ordinamento
Un punto di coordinamento autorevole di tutti gli interventi
Ma a mio parere bisogna stare molto in guardia rispetto alla tentazione tutta italiana di immaginare che scorporando alcune direzioni dal dal dai ministeri esistenti
E creando un superministero si risolva questo problema
Cioè o un nuovo ministero con caratteristiche diverse e il punto terminale di una riforma dell'ordinamento nel suo insieme cioè non è un corpo estraneo che si illude di intervenire in tutti i fenomeni e allora la direzione giusta oppure è una scorciatoia assai pericolosa che noi abbiamo provato in altre esperienze nazionali si pensava una volta che fatto il ministero delle Partecipazioni statali e avremmo ricondotto ad ordine tutto l'intervento pubblico nell'economia è dimostrato che il ministero del Parini per esempio taglia un altro dei ministeri gli esito no ma la capacità di governo reale al sistema economico per la parte diciamo così pubblica è ancora lontana da raggiungere per cui io ritengo che la riflessione
Anche sulla istituzione di un ministero o della ricerca con poteri effettivi di programmazione di controllo e di coordinamento o di un Ministero della Ricerca dell'Università dei beni culturali
Qualcuno dice anche un ministero
Dell'industria e della ricerca sotto il profilo del modello giapponese cosa che mi trova piuttosto critico nel senso che vedrà i un appiattimento dalla ricerca a finalità produttive industriali ma comunque qualunque istituzione di un ministero deve essere accordata a un disegno di riforma dall'ordinamento per non rappresentare una scorciatoia
Assai pericolosa
La conclusione però è tutta politica
Ed è tutta politica in un momento di grandi difficoltà per il nostro Paese
Perché non c'è dubbio
Che il cammino delle riforme in qualunque settore ha bisogno del crearsi nel paese di un grande dibattito di una grande spinta culturale e di una capacità di dialogo e di convergenza politica anche in Parlamento anche tra forze diverse anche tra governo e opposizione se si vuole raggiungere un obiettivo reale di trasformazione di cambiamento
In questo senso è vostro convegno è molto importante
Ritengo che le cose dette possono rappresentare uno stimolo per far camminare non solo lasciarci ripetere nei discorsi le cose che sarebbero necessarie per modernizzare l'area la la situazione italiana
Perché io sono convinto che tecnologia innovazione
Non possono ridursi in un Paese come l'Italia a maggior produzione maggiore efficienza maggior consumo ma devono essere il risultato di maggior sapere di maggiore innovazione di maggior cultura di maggior democrazia
E quindi richiedono uno sforzo politico straordinario dove gli atti singolo di riforma richiedono la mobilitazione del movimento studentesco delle forze politiche di quelle sociali e di quelle culturali perché solo con una grande pressione politica noi possiamo trasformare le intuizioni di riforma in casi concreti chiedo scusa a tutti se mi sono dilungato ma forse era lo scrupolo di coscienza di non poter fare il secondo giro giacché Pavia
Posso chiedere al ministro Granelli una parola sui ricercatori
Sui ricercatori sette ricercatori universitari e su ricercatori degli Enti pubblici ricercatore universitario si sta discutendo in Parlamento come voi sapete un decreto
Al di là di quello che questo decreto con le modifiche intervenute può rappresentare io ho una mia opinione
Rispetto al problema dei ricercatori nelle università che quello della necessità di là di questo decreto di immaginare una funzione un percorso di carriera un trattamento economico e giuridico
Che possa essere di soddisfazione anche nel caso del non sbocco della docenza io ritengo che per organizzare seriamente la ricerca nell'università non dobbiamo limitarci a quella ricerca indispensabile alla preparazione del docente ma anche alla ricerca vera e propria
Che non può vedere una ricercatore un precario continuo inattesa di promozioni a deve avere una possibilità di progressione questo soprattutto se immaginiamo un processo di mobilità dall'esterno dell'Università verso l'università
Ma in me anche questo argomento rientra in un discorso riformatore di carattere generale non soltanto nell'accoglimento delle richieste giunte legittime del personale ricercatore in questo momento nell'università
Per un esterno io mi allontano proprio per questo
Perché ritengo che la legge mille ottocentosettanta che dovrebbe essere approvata dal Senato e che fa uscire
Finalmente gli enti di ricerca extra universitari dal parastato e consente di realizzare per la prima volta un contratto organizzato per fasce
Con un avanzamento di carriera legato al merito oltre che all'anzianità e con la possibilità di introdurre dei fattori di mobilità dalla settore extra universitario università è una delle cose di grande urgenza e di grande drammaticità perché non solo il personale dirigente non universitario si è trovato con lui
I miglioramenti all'interno dell'università imposizioni veramente
Gravi di distacco economico ma soprattutto il limite del parastato ha impedito di organizzare un contratto che fosse al di fuori di alcuni limiti Kei rendevano impossibile l'articolazione e il movimento ora io ritengo che con l'approvazione di oggi credo spero di questo decreto che apre alla via al negoziato contrattuale
E che realizza un contratto che è fuori dal parastato che avvicina i trattamenti dell'università
Introduce elementi di articolazione e quindi spiana la via anche a interventi riformatori maggior respiro come la riforma del CNR o di altri enti è un contributo concreto
Per fare uscire i ricercatori da quello situazione di precarietà in cui sono io da questo punto di vista devo fare una confessione molti riconoscono che si è cercato di dare in questi ultimi tempi un forte impulso destinare maggiori risorse finanziarie agli enti che fanno ricerca
Se no io dico che la strozzatura del futuro non sarà finanziaria
La strozzatura del futuro sarà del personale della sua qualificazione della sua dignità professionale e a questo punto e preferibile qualche programma in meno
Qualche stesa in meno per programmi che restano sulla carta ma risorse in più
Risolvere il problema del trattamento economico e giuridico del personale ricercatore creare quelle condizioni che sono indispensabili anche per modernizzare il Paese dal punto di vista dei progetti di ricerca
La ringrazio ministro mi auguro che ci siano voti positivi che ci siano voluti coerenti e positivi con queste linee che sono diciamo condivisi largamente condivise la parola al professor da da il professor Dada
Era presidente del comitato che ha steso un rapporto per la presidenza del consiglio sui problemi la ricerca scientifica e tecnologica nel rapporto ci sono delle parti abbondanti che riguarda l'università proposte relativi ai programmi proposte relative ai livelli di qualificazione
E alle stesse risorse da destinare alla ricerca universitaria fondamentale o applicata che sia cioè per esempio una indicazione che può essere qui forse elemento per le future discussioni
Di vincolare un trenta per cento della spesa globale per ricerca alla ricerca universitarie quindi di garantire un canale che sia diciamo
Di di finanziamenti sicuri e che liberi l'università da dalla dipendenza da da enti per esempio come il CNR perché surrettiziamente intervengano nell'alimentare influssi dispensa della ricerca universitaria la propria sudata grazie
Grazie nessuno per questo invito che vi è un modo di esprimere le opinioni non sono mie ma i membri della Commissione intorno al pubblico da vicino come potevo subito precisare che il tema di comitato aveva da trattare non era ovviamente la ricerca e l'università Giorgio era alla ricerca e lo sviluppo del Paese puntuali
Nel quale evidentemente tema università gioca un ruolo importante
Ma non lo non è esclusivo luogo unico sito
Vede due confondono sull'evoluzione del suo intervento sia ormai richiamato molti concerti
Il rapporto sono illustrati e io non non mi dilungherò nel ripeterli
Voglio formale del semmai della dei punti-chiave che il comitato ha ritenuto di indicare dopo una lunga riflessione
I punti sono pochi
Solo primo che sia primario lo sforzo da compiere accrescere il patrimonio umano del dedicato lo ricerca dico subito non solo nelle università
Vi è certamente noto che nel tragitto che si deve compiere per sviluppare risultati di ricerca di base fino ai prodotti finali siano essi prodotto industriale o servizi
L'esperienza di tutto il mondo mostra che
Il massimo delle risorse
Da concentra e a concentrarsi questo è l'esperienza di nella fase di sviluppo
Perciò quando lo diciamo corrono popolo dalla doppiare i ricercatori non intendiamo certamente dire che occorrono doppia ricevuto nelle università
Pesanti altamente bisogno di essere potenziate
Ma la carenza principale del nostro Paese risiede nella fase successiva alla ricerca di base cioè dalla fase di poi che sia ricerca e sviluppo che essi essi chi si attua nel dove si fa l'applicazione della legge
Questo è un punto chiave perché anche sulla stampa sono apparse delle
Delle dei commenti
Piuttosto sorpresi intorno a questa proposta che di fatto è quella è quella è l'unica proposta Prodi provocato ma anche molto giustifica
Perché
Noi constatiamo abbiamo constatato che le risorse che ciascun ricercatore italiano a a disposizione non sono troppo diverso da quello delle risorse degli altri paesi evidentemente in questo campo occorre procedere per confronti
E questo è un risultato molto importante
Questo dice che non basta dire raddoppiamo le risorse finanziarie per per afferma da raggiungere gli obiettò Bietti Lupi ci vogliamo pro di confrontarci ad armi pari diciamo così con l'attività negli altri paesi
Perché si fa in fondo abbastanza presto altro alle risorse finanziarie non è vero intendiamoci tutt'altro che ma si può anche pensare
Di dedicare a questo settore delle risorse ma sarebbe un errore comincia di lì
Senza prima essersi preoccupa che esistano ricercatori sufficienti e sufficientemente ben preparati per ad operare con le risorse
Avendo occasione di stare a contatto con la realtà di ricerche
Universitarie industriale del nostro Paese
Io affermo che inizia attualmente solo visibilissime Tay segni che dimostrano quanto tempo cioè che molte industrie sono incapaci il accettare commesse
Anche in sé lo comunità in sé o dello in Senato comunitaria
Per la impossibilità oramai constatata di trovare i ricercatori sul mercato del lavoro
E ricercatori non si creano in pochissime occorrono morti bianche
Ecco ecco il perché di questa strana proposta
Cominciamo da questi cominciano a preoccuparsi di queste ovviamente occorre farlo se si è convinti che su questa strada si può camminare clinico cioè occorre fare i ricercatori ma anche subito di ritirare questa Massa di ricercatori le risorse necessarie che producono quello che già ci aspettiamo dal
La conseguenza la la l'obiettivo poi di raggiunge il tre per cento è una pura conseguenza di questa considerazione
E non lo commento perché è stato già detto
Un altro punto il terzo punto chiave
Era che ho occorra
Fare assumere provvedimenti per a crescere di impegno delle in paese nella ricerca l'impegno delle ricette da ripetere e ancora troppo basso
E la cosa è confermato non è che la conferma dell'altro fatto che in uno dei giocatori è basso per forza è basso
Ma occorre naturalmente questo non è un campo di intervento in cui si voglia sul semplicemente fornire risorse
Occorrono con interventi che prova Coni provochino la mobilitazione di risorse delle imprese verso l'apice o strumenti di incentivo delle su cui non insisto da un campo che è stato un capitolo che è stato ampiamente sviluppato
Particolare facendo riferimento a interventi automatici di tipo fiscale in particolare perde un accenno soltanto centouno università ma l'accenno in particolare per cercare di risolvere il problema delle piccole e medie imprese
Del grande in paese nel nostro Paese sono già abbastanza bene attrezzate per sia svolge la ricerca sia accedere ai fondi altri pubblici di ricerca
E questo
Facile facile da costatare guardando con quanto è successo anche in campo internazionale sta succedendo
Non è così evidentemente per le piccole e medie imprese le quali non hanno neanche l'abitudine di pensare in termini di ricerca e lo devono fare
E saranno di doverlo fare questo il punto perché compito loro mai sul piano internazionale
Basta questo fatto per renderle rendere coscienti della necessità di innovare e rinnovare in modo estromette concreto
Ora per migliorare l'assetto se non altro Paese attraverso i provvedimenti questo obiettivo con lo alcune condizioni sono già è stato è stato già è stato detto del necessita di un governo della ricerca i voglio precisare non si tratta di una rete globale si tratta al governo della ricerca che promuove il la mano pubblica evidentemente
Per il resto esiste lo diciamo un mercato oramai della ricerca ma da un concetto
Si usa dire anziché nelle nella gestione dell'impresa è gestire la tecnologia è è a rappresenta l'aggiunta di un nuovo fattore di produzione
La conseguenza è che esiste un mercato ciò la domanda e l'offerta di ricerca oramai diciamo anche nel nostro paese questo è un fatto molto importante sia avvenuto
Il governo pertanto riguarda come
Il governo ricette ma qui c'è un paio diciamo il quadro di comando da Lecce
Significa come governo debba attrezzarsi per per intervenire in modo in modo efficace secondo obiettivi che si deve proporre è stato parato e coordinamento
Se sento di questa proposta che come si sa non è nuova cioè di costituire un ministero che assommi tutti i problemi tra ricerca e delle università è una soluzione
Un'altra soluzione più vicina la situazione attuale è quella di riuscire a coordinare la ricerca che ciascun ministero conduce
In realtà anzi i su questo punto il il il rapporto è molto chiaro e sostiene la necessità che l'attività di ricerca debba essere diffusa
Sì da ventuno in tutto in tutti gli organi importanti che svolge di ricerca è una funzione è appunto un fattore di produzione sevizia Dini
Prodotto industriale sia di servizi perciò riguardante gli organi pubblici
Ora la struttura istituzionale
Rende impossibile questo semplicemente imparato dai membri della commissione che erano giuristi
è impossibile costringere i ministeri a cooperare
Un primo passo che già strato stato raggiunto mi pare sotto quale di suggerire che si cominci a
A mettere in evidenza nel bilancio statale per ciascun ministero la voce che è destinata alle ricerche perché prima non lo era
E questo è un primo passo ovviamente non è sufficiente occorrerebbe che i relativi programmi nell'ambito dell'autonomia
Dai singoli ministeri
Vengono almeno coordinati per evitare facili ripetizioni sprechi eccetera eccetera e qui è il punto è stato difficile
Noi l'abbiamo risolto il problema abbiamo constatato che esiste una impossibilità istituzionale di costringere i ministeri a a a coordinarsi di cui da la via del ministero che assommi tutto ma questo contrasto fra l'altro principio oppure quella di un dipartimento perché solo i costi ciò il Presidente del Consiglio che può se vuole coordinare attraverso i dipartimenti d'accordo senza luce noi non abbiamo non siamo abbia camminato molto su questa strada abbiamo indicato l'esistenza di questo problema che peraltro è vitale
Ma il governo non significa solo questo significa anche un discorso intorno agli agli enti di ricerca
Di cui la di questi di questi abbiamo rientri considerato in particolare cenere linea
Costa tanto una certa sovrapposizione di frizioni sul palco e e chiedendo e lei relative funzioni sino al meglio dell'idea
Soprattutto due abbiamo suggerito che si distinguono in cenere più di quanto si faccia attualmente ha problemi la la sentivo le due funzioni Circe svolge solo due molto distinte l'una è quella di programma la ricerca l'altra cosa produrre risultati dice
E son due funzioni direi in un rapporto diretto
è un male secondo voi non non preoccuparsi dalla confusione due
E ne proponiamo una più chiara siamo nell'ambito della Cines più chiara distinzione
E parlando della programmazione parere sosteniamo anche che sarebbe utile che venisse costituito centonove diciamo si può esserci e nelle stesse ore un vero e proprio osservatorio c'è ok
Che nove faccia il monitoraggio di quanto succede viene viene questo che le cose cambiano molto rapidamente questi non si può è questo il famoso rapporto il famoso famoso perché non li ho mai fuori e di fatti Cuffaro non a questo ma info un rapporto spurio pubblicato otto otto invece privo di una lista che è riuscita a scippare in qualche maniera il Parlamento non ce la
Il Parlamento non ce la ma insomma
E perché l'ho chiesto io questa mattina ancora alla alla Camera non lo avevano avevano una copia così che era ancora quella di frode è evidente che le queste cose cartilagini pochi anni in tre anni ed è ovvio che fanno non servono più è un bel modo per neutralizzare le cose naturalmente
E lì si incredibilmente
Voglio garantire sui ricercatori
Ho già detto che consistente per il segreto proprio vorrebbe per gli addetti alla ricerca con pur di una vasta gamma di
Capacità professionale o
Separato dalla carriera recepito ora questo è un importantissimo problema la carriera del ricercatore è risolta
Solo in ambito universitario dove esistere alternative insegnamento anzi Ina-Assitalia
La sua funzione compie dura è l'altra e l'altra dell'mansione ricerca
Sì Insigne
Ma il problema esiste in pieno in tutti gli altri casi
Tant'è vero che i alcune grandi industrie
Almeno uno che ne conosca ci sono preoccupati del problema e hanno formalizzato la carriera da ricercatore dell'Orange nel senso che quando è noto localmente che e spesso succede che il ricercatore rimanga produttivo dal punto di vista della ricerca solo per un certo numero di anni queste avviene in modo nettissimo per esempio per ricercatori matematico
Ma si preveda in queste carriere dalle non delle uscite no così non poteva offrire come dire fatti in modo molto naturale tenendo conto della rilevanza della delle del conoscenze scientifiche e tecnologiche nello svolgimento di altre mansioni
Nel nell'industria io credo che questo posso anche farsi nell'università non si nelle nella nella dal governo alle nella la pubblica amministrazione non semplicemente offrendo come dire delle scappatoie se non riesci lui chiediamo ti concediamo di andare a finire a fare qualche cosa da qualche altra parte
Basta
è un mediante innanzitutto
Ma non è quello che mi preoccupa e
è improduttivo in realtà così facendo si spreca un'esperienza che potrebbe e può essere largamente sugli ottanta in altre mansioni che vanno previste che si possono prevedere
Cioè rendendo dando un valore molto grande all'esperienza di ricerca che uno ha compiuto quando era quando è stato ricercato sugli otto non oltre quasi ovaio dopo intervengo dopo cinque
Rapidamente
Una suolo di per toccare problemi che sono vicini al tema l'università aggiungo solo non parlo di università ma della scuola
Vero è l'università è importante per l'amor del cielo civico anch'io insomma
Ma
è la scuola nel suo complesso è importante
Video le cose in brevissimo in sintesi in pillole
Siamo in viviamo un'epoca storica in cui le conoscenze dell'umanità soprattutto nel campo scientifico raddoppiano ogni Sezze
Ditemi voi come si fa ad andare avanti con una scuola secondaria prima retta stai cosiddetti programmi ministeriali che obbligano perciò lo centesimi a certe cose
Per cambiare i quali non bastano i decenni come sta dimostrando nostro paese che si che notate bene ci occupato solo dalla scuola superiore Schwarz superiore mente digiunare intervenire su tutto l'ambito dalla scuola compresa quella elementare e non è un'esagerazione ve lo assicuro
Questa è una è una una un modo come dire starete sintetico dire le cose ma ebbe a dire che esisto esiste al di là dell'università anche il problema della scuola secondaria che interessa enormemente l'università perché ne citano fatti prendere i prodotti di questa scuola per portarli più avanti grazie
Grazie a lei professore
La parola al ministro De Michelis
Io sono uno di quelli che è arrivato alla politica proprio dalla politica universitaria
Che ha assorbito per un certo numero di anni
La maggior parte di interesse devo dire anche che sono rimasto talmente deluso dell'università e della politica universitaria che da un certo momento in poi mi sono occupato di tutto fuorché di quello per un notevole numero di anni
E da questo punto di vista quindi mi scuserete se anche rispetto alle discussioni di oggi io sono poca dentro a quelle che vorrei definire questioni di fine tuning
Della riforma universitaria
Un non Kuhn
I meccanismi esiste mi sembra scarsamente di relativo interesse rientrano se mai nella logica prevalentemente corporativa con quel protagonista della scuola tutto affrontato fino ad oggi
Però devo dire anche autocriticamente che sono tra quelli che ha
Riconosciuto nel corso degli ultimi anni
Quanto errore abbiamo fatto avere questa reazione rispetto ai problemi della politica scolastico universitario lasciando Lai alle corporazioni di destra di sinistra
Perché
Ci siamo accorti tardi del fatto che la caratteristica principale del cambiamento che stiamo vivendo
La valorizzazione massima
Della risorsa uomo e soprattutto della risorsa cervello umano e quindi della centralità nuova che nel corso degli ultimi dieci anni assolutamente nuova nella storia dell'umanità che il problema dell'istruzione prende
Forse varrebbe la pena partire da qui cioè il tipo di dibattito che dovremo fare oggi che si fa oggi nel mondo non è simile a quello che si è fatto negli anni Sessanta negli anni trenta o prima ancora non ha niente a che vedere con quello perché ripeto qui non si tratta di parlare della formazione di una parte del capitale umano perché il grosso degli uomini sono sono stufo vengono destinati come era nel passato a lavorare attraverso la loro energia fisica ma al problema della formazione del totale del capitale umano del cento per cento del capitale umano di una determinata l'azione determinata società
Questo cambia deve drammaticamente la direi il proprio il modo di affrontare le questioni
Di cui discutiamo anche oggi
Tenendo conto anche che lo dico proprio per flash
E questa la conseguenza grosso sul modo di lavorare dell'uomo
Non solo perché il lavoro punto diventa tutto lavoro intellettuale tra virgolette lo diventerà diciamo possiamo ragionare come se lo dimentica perlomeno delle società in cui viviamo noi di questo dobbiamo occuparci era perché come si può dire acquista una un connotato completamente nuovo il concetto di Autun prenditori a vita di comburente nel passato si è parlato nel senso che sempre più proprio perché la risorsa principale in noi stessi
Gli uomini e le donne entrando nella società nell'economia devono diventare imprenditori di se stessi
Non nel senso in cui questo era valido nel passato in parte ancora oggi in quanto l'artigiano col piccolo industriale o l'agricoltore imprenditori di se stessi in quanto a delle tecnicalità delle manualità sa fare delle cose le mette a frutto per sviluppare l'attività ma perché in misura enormemente dilatata rispetto al passato bisogna
Io dicevo inventarsi ma questo provocato grandi reazione ma costruirsi in buona parte la propria attività di rete ancora poco lavoro partendo dalla conoscenza dei propri mezzi intellettuali del le proprie predisposizione delle proprie vocazioni e quindi di chiedere di essere dotati di una formazione che esalti al massimo questa possibilità
Ripeto questo cambia drastica mi era diciamo ecco dalla Camera in tempi brevi perché appunto
Ce lo siamo detti e ridetti la velocità del cambiamento appunto non ci consente di pensare che parliamo di cose che riguarderanno le generazioni future riguardano noi noi i nostri figli grosso modo questo cambia o cambierà nel breve periodo radicalmente la funzione del sistema dell'istruzione compresa universitario
E con le voglio dire alcune colluso università cercando di ragionare è un limite invece quello che gli addetti ai lavori
In parte lo nota anche scorrendo le relazioni dichiarante dell'Alberici anche in questo convegno hanno ancora cioè cercando di guardarlo un momentino rispetto a uno scenario tendenziale che però non è di tra quindici o vent'anni dovrebbe essere i prossimi anni
Perché altrimenti già alcune cose non si possono capire questo scenario tendenziale a tra i connotati principali il primo è l'obbligo fino a diciotto anni
Cioè dobbiamo ragionare dell'università connessa all'obbligo fino a diciotto anni
Perché altrimenti facciamo il solito errore italiano di ragionare di riforme che sono superate nello stesso momento in cui vengono attuati quindi siccome io sono convinto che l'obbligo fino a diciotto anni si deve arrivare tela entro il Duemila tutta russa avanzate saranno questo obiettivo e siccome il so quali sono i tempi tecnici con cui si va a rovistare faremmo rifaremo che sono di tale errore che verrà fatto sulla scuola media superiore che avevo discusso una riforma da prima metà del Novecento seduta con le abbiamo da del ventunesimo il primo elemento scuola dell'obbligo a diciott'anni dalla società che già dalla formazione completa di base a tutti
Tutti diciott'anni tutti quanti
Secondo elemento una assisteva alla società in cui viene dato un grande rilievo di nuovo non per settori marginali ma per la grande maggioranza a una formazione medio-alta
Destinato alla continua via Sapri alfabetizzazione delle persone o che sono uscita dalla scuola
La formazione di base scomparirà evidentemente con l'obbligo diciott'anni diventerà importantissima la fondazione extrascolastico o scolastica medio-alta sempre meno meglio sempre più altre per un processo continuo dire alfabetizzazione
Terzo e il ruolo che a questo punto in questo contesto all'università per il cui obiettivo principale e la formazione del capitale umano a maggior valore aggiunto di cui questa società è questa economia in cui siamo ormai già entrati in cui saremo sempre più a avrà un bisogno assoluto per reggersi per stare in piedi perché non per non collassare per non venire in qualche modo a perdere di controllo
è questo allora da all'università con la vista di chissà quanti mesi da dove ebbe darle dei prossimi anni profuso non ci arriveremo da parte siamo russo sopravvissuti in alcune fasi della nostra storia come resta inadeguata potremo forse sopravvive anche la prossima però qui mi pare che stiamo discutendo per cercare di non rifare anche in questa fase di trasformazione storica gli errori che la vostra società nostre prassi vigente con Vespa come sorpassa le due funzioni centrali perché poi tutto il resto di vado vado per schemi evidentemente non è
Non ho presente gli ha
Ma proclamarlo bisogna sopportare la verifica col cambiamento che per ora sta bocciando drasticamente le foto di seta per le piste in giro per il mondo e un pochino anche in Italia
Le due funzioni principali sono ovviamente la produzione di ricerca e innovazione ma
Sempre più in presa diretta con la società e l'economia io francamente questa discussione ottocentesca sulla ricerca di base l'esarca applicate il rischio del mi mi sembra poco superata laici perché l'innovazione devono essere in presa diretta con la società e l'economia e l'esperienza storica dimostrato che tanto più estesa la ricerca di questo tipo è tanto più maggio la presa diretta a tutto più si sviluppa anche la ricerca cosiddetta pura cioè tanto più un numero maggiore di persone poi come si può dire o autorizzato o meno ha messo in condizione di spaziare con la proprio intelletto in direzioni che trascendono non dipendono dei condizionamenti riserva la mia e la seconda grande funzione dell'università è la promozione di imprenditorialità vitalità in senso lato dieci guardi al pensare che si voglia dire fare i master o fare solo tante Bocconi imprenditoriale
Senso più lato possibile la società e l'economia del domani funzioneranno nella misura in cui sarà sempre più diffuso il circuito scuola lavoro nel settore imprenditorialità la la il passato che vale ancora oggi ha sempre avuto prevalente un circuito lavoro lavoro nella promozione mentalità Alitalia è stata una grande fucina di mentalità in questi trent'anni però tutta o quasi tutta la stragrande maggioranza di imprenditorialità Chiaretto lo sviluppo di questo Paese la cambiato era un impegno dell'età
Lavoro lavoro era operaio dipendente che acquisiva determinate capacità lavorando le introitava talvolta le modificava si metteva in proprio rischiava e generava un dunque noi abbiamo bisogno contesto si possiamo imparare qualcosa da e sì che solo un attimo più antico lo sviluppo pensiamo agli Stati Uniti noi abbiamo bisogno sempre più che determina un circuito imprenditoriale scuola-lavoro passò alla sorgente naturale università l'università è già indietro sul terreno di produrre ricerca l'innovazione nel senso che ricordiamo è totalmente a zero su questa secondo fonti questa rischia di essere in un Paese come l'Italia una delle maggiori strozzatura nel corso dei prossimi senta nato mi scuserete spalle male perché bene poi che non ci annoiamo troppo facendo lunghi discorsi se queste sono le due funzioni dell'università che dobbiamo costruire negli anni novanta per il ventunesimo secolo
Di ne esce ne emerge un problema centrale che quello attorno a cui bisogna discutere che non è quello di cui sono letto un po'nelle redazioni
Il modello privatistico al modello pubblicistico neoconservatore vanno e vorrei io lo metteremo in termini molto più più semplice gettito ci vuole una molto maggiore produttività dell'università statua a livello di qualità assolutamente inaccettabile assolutamente inaccettabile
Certo quando dico produttività non intendo una misura come si può dire da economista ottocentesco della produttività non faccio un discorso di bilanci non faccio un discorso i numeri c'è ma non faccio nemmeno un discorso di pura produttività sociale anche se questo è un uno degli aspetti perché non è solo un fatto di produttività sociale è anche un fatto di produttività economica anche se dovremo abituarci a trovare nuovi parametri per misurare la produttività economiche nosta postindustriale
Se il problema è quello di una maggiore produttività previsto per evitare efficienza come come ne derivano alcune questioni
Che sono poi l'ottica giusta in gruppo quei problemi che pure sono d'acqua di cui discutiamo da adesso ma di cui continuiamo in parte a discutere in una logica vecchia
Il primo è quello della imprenditorialità dell'università della medesima università però non è ho visto che dice i socialisti sono dei modernisti eccessivi hanno una con una vocazione troppo privata io credo che se non connota
Alla posizione che del nostro partito si è cercato di lavorare è quello di puntare a una maggiore imprenditorialità insolita non significa necessariamente
Modello privatistico questa coro sempre rifiutata che
Perché la sinistra deve a concepire il pubblico come necessariamente meno imprenditoriale del primo anno su commissione rimanere oggi lo pubblica ma la maggiore imprenditorialità delle e quindi i concetti di autonomia
Di ieri organizzazione dalle facoltà i corsi di lava i panni devono esserlo la letti nella logica della maggiore imprenditorialità
Ci vuole un'autonomia
Ecco la cui la cui ragione non è una ragione etico culturale non è solo un ardore etico culturale dove c'è rimanere sulla cui validità
Se la portiamo dietro dal passato ma è anche e soprattutto una ragione di imprenditorialità
Dico non si può dire di en passant ma purtroppo il problema è ovvio qui in università che per essere imprenditoriale o anche per essere in tre viale chiede desidero di essere autonomo il ruolo docente deve cambiare per diventare buono questo non c'è il minimo dubbio inutile non stabilite già deve finire la stabilità del docente sia pure nel sistema
Ecco altrimenti ci porteremo dietro tutte le contraddizioni che ci hanno travagliato in questi vent'anni in cui disastri sulle frodi di fronte agli occhi di ciascuno di ciascuno ciascuno di noi
La seconda questione che va affrontata e quella di quello che io chiamo il prodotto differenzia non è pensabile prodotto umano differenziato non è pensabile che noi sostanzialmente cioè una delle ragioni per cui restare così poco produttiva industry drammaticamente improduttiva è questo assurdo che ci portiamo dietro dopo cento del prodotto unico il laureato dei cinque anni non esiste quindi la differenziazione dev'essere orizzontale e verticale
Cioè sia con i due i più gravi di Lauria diciamo così sia orizzontale nel senso che mi è stata essere in grado senza i vincoli burocratici e centralistici che oggi di adeguare il prodotto al mondo che cambia qui ci mettono anni a fare dieci anni a fare una facoltà nuovo corso di Lara nuovo che tiene conto di gente che sono da superate quando arriva il permesso a fare il costo del lavoro sua una capacità sempre impegnativa di differenziazione
Terza questione
L'università deve essere messo in grado nel suo complesso come sistema e nella sua articolazione come single contare entità universitari e di avere una pianificazione una pianificazione strategica come a qualcosa qualsiasi impresa qualsiasi grande impresa o quasi sistema di presi in tema di cambiamento
Una pianificazione strategica della dell'uso delle risorse soprattutto dei prodotti di ricerca l'innovazione
E di uova di capitale umano formato che deve produrre oggi l'università è non sono fatti in parte colpa sua ma è in condizioni col e tira anche se volesse farlo non sarebbe in grado di di compiere questa operazione di pianificazione quindi tra l'altro io parlerei di questo prima di commenti di aumentare le risorse io sono miracoli sicuro che se prendiamo i soldi di ricerca Cavanda e dovete spersi malissimo ed ero consegna o poco per la ricerca ma metà di quello che abbiamo buttato via Oliveri soldi Valtidone regole dell'Enea nel corso degli anni che sono il grosso di quella cifra che è sufficiente faccia di Conti vediamo subito come abbiamo buttato i soldi quindi il problema è questo deriva più o meno in quell'ormai che con gli uomini siamo tutti così cattivi deriva più oltre che gli errori che sono stati commessi impostazione dall'impossibilità che l'università io direi più in generale il sistema EPA l'università in modo particolare sono messi in condizione di non pianificare non pianificare lavorazione soprattutto dal punto di vista della produzione e quindi uno non ragionata cinque anni dopo fare di più di questo meno di quest'anno non c'era gente è una cosa che va per inerzia e che evidentemente arriva sempre tardi e male maniera del e quindi e chiudo e quindi su tutto questo profilo bisogna porre l'ultima questione di quella di apparire di rilievo che sono emerse anche che che ho letto emergere delle azioni lo sono di fronte a noi oggi
E che è quella usiamo termini più brutale della cosiddetta selettività
E quindi a starci attenti perché se la poniamo in termini vecchi possiamo anche trovarci di raccordo non abbiamo la soluzione cioè se uno dice la selettività è un modo di riproporre delitti simbolo discriminazione vinta più forte siamo tutti contro la sua utilità quel tipo di selettività non la vogliamo e giustamente i giovani e le respingo nel modo in cui la respinta in Francia e Spagna infinita quel tipo di selettività
Cioè quella che corrisponde alla Lodi quella che io chiamo cerchiamo corrisponde alla logica del cambiamento secondo il meccanismo dell'Inter più forte cambiamento senza briglie senza freni che farà e però detto questo non vuol dire che non occorre la selettività e uso apposta questa parola e perché l'altra tesi che mi pare adombrato in quanto in una delle due relazioni non ricordo quale del fatto che siccome andiamo lassista Coulthard acculturiamo lì tutti questo è una tesi come si può dire più di sinistra e so che è una tesi che non funziona
Funziona proprio perché se siamo d'accordo sull'idea di pianificare la prima delle risorse va pianificata e quella di questi reati rimettiamo dentro possiamo uscire fuori
E qui bisogna che la sinistra o diciamo in generale le forze attente al futuro del Paese di sinistra moderata ma che hanno a cuore un ragionamento che non vogliono c'è
Se andare deriva facciano un discorso di fondo anche qui credo che alcune cose si possono scartare subito il numero chiuso lo scartiamo perché è una logica
Non di pianificazione non di programmazione flessibile analogica Ruzza difensiva
Milio Pedi breve periodo e quindi lo possiamo scartare però non è che scampato il numero chiuso non dobbiamo riflettere sugli errori che abbiamo come i sì in questi vent'anni di di applicazione sbagliata diciamo in certi principi giusti con questo tipo di accessi tra virgolette totalmente diversi noi dobbiamo mettere università in condizioni
Di programmare anche voi sull'investimento in upgrading di capitale umano che viene compiuto nel sito
Come fare come trovare il punto alcune cose le possiamo dire adesso ridiventa centrale molto più di quanto lo fosse quando ero ragazzo io quando vincemmo la battaglia sul per sanare il diritto allo studio
Che diritto un diritto allo studio come si può dire pienamente totale completo è la base per consentire questa pianificazione altrimenti elementi di discriminazione inaccettabile permarrebbe ero la seconda cosa possiamo dire diventa importantissimo un orientamento attivo sarebbe già molto sera gli atti venissero aiutati a scegliere meglio secondo le locazioni lo tipo di studi probabilmente
Come si un una parte dello spreco verrebbe evitata oggi i ragazzi escono e vanno università in modo talmente assurdo totalmente irrazionale e così via con tutte le conseguenze di spreco eccome dubbi amo riconosce autocriticamente se c'è un punto debole di tutto nostro sistema formativo e la quinta ventotto è totalmente assente in tutte le varie forme in cui dovrebbe essere organizzata però oltre all'orientamento del diritto allo studio
Ci vuole una forma di pianificazione
Ci vuole una forma di che probabilmente può essere fatto in modo articolato a seconda dei tipi di formazione non è la stessa cosa fare i medici fare che so io dei laureati in una serie di discipline umanistiche non è la stessa cosa ma un un un un problema di pianificazione e quindi di di selezione io credo che sia inevitabile
E credo che sia bene saperlo ed io ce l'ho trovare i modi per cui questa cosa escluda quello che non vogliamo cioè una selettività e poi portale alle liti Isma'la discriminazione eccetera eccetera
E questo punto di vista mi sembra quindi anche chiudo veramente meno come si è drammatico il problema questi problemi col visto tipo il fatto che le università possono differenziarsi per i livelli di tasse
Perché non sono così sicuro che questo rappresenti davvero un qualche cosa che scardina sempre se il diritto allo studio è fatto in modo tale che poi anche su questa cosa di più chi vuole a come si può dire requisiti minimi posso accedere senza che questo rovente il discrimine
Ecco io mi fermo qui opposto all'OPA sciabolate delle questioni però credo che su questo dovremmo discutere perché se avessimo Oggiono abbiamo le idee chiare su questo quell'andare a ritroso lo scendere negli aspetti concreti che poi stanno delle leggi prenda almeno mi sembra molto più macchine mentre il il viceversa credo che porti difficilmente da qualche parte rischieremmo poi quelli salvarci l'anima con l'adesione alcuni principi generali ma poi nel concreto a continuare a essere o vittime o complici di quella logica di gestione corporativa che ci ha portato alle condizioni in cui siamo
Grazie ministro De Michelis credo che ci sia
Ante un motivo per dibattere discutere
Su una questione volevo
Mi chiedo chi è il nemico perché per esempio sulla questione del dell'innalzamento
Dell'età dell'obbligo noi abbiamo fatto parecchi tentativi e questi tentativi sono stati frustrati escono con delle risposte che provenivano anche dal governo ma insomma questa è una questione che si si propone in dibattiti nelle varie zone di governo dimissionario affinché la parola all'onorevole Rashid per la carriera per bello pronto io vorrei evitare di ripetere tutto ciò che un po'ci trova concordi molte cose che sono state dette
Che sono state dette anche molto bene nelle relazioni negli interventi che ho ascoltato
E cioè tutta la questione
Ho perché come come negarlo di questo rapporto scienza innovazione sviluppo ruolo dell'università e così via vorrei invece se mi consentite brevemente fare qualche riflessione un po'ho anch'io mettendo qualche accento forse di troppo di tipo personale ma mi pare l'unica giustificazione che poi hanno a un certo punto le tavole rotonde
E e che però osservazioni personali che però faccio perché mi pare che trovano conforto nell'impianto complessivo della conferenza nella sua ispirazione nella sua Filosofia come si dice
Dopotutto noi se essi fessi e Vetero industria listini come siamo
E sono due o tre anni che
Con poco scintillio dei massimi media intorno a noi però sono due tre anni che lavoriamo ostinatamente su un concetto fondamentale che il concetto che i dell'innovazione di sistema
E questo convinti come siamo a differenza di altri anche nella sinistra ma io non voglio fare polemiche mi pare molto chiaro le somme si tireranno tra poco già si stanno tirando
Convinti come siamo che non s'è che non solo si innalza la soglia della competitività per cui incerto produttività costi aziendali intensificazione del capitale per cui da questo punto di vista
La nave va
E come dice una persona
Che De Michelis conosce bene no no inciso da tempo ci spostiamo da dire di dire che non la nave non va sia perché
Nella società attuale moderna mutano il peso e il ruolo delle cosiddette esternalità e qui non sto a di'
Che cos'è la produttività che cos'è
Il problema dell'efficienza di un sistema che cos'è l'ambiente che cos'è la scuola che cosa sono i servizi dell'università
Ma si è anche e qui mi ha ma
Al di là di molte cose su cui non si può consentire però per una Regione la nave non vanno della Regione che De Micheli essa apposto al all'inizio al centro del suo intervento cioè perché muta profondamente la natura e il senso del lavoro umano la qualità del lavoro umano
E quindi come poi dirò il che comporta molte conseguenze
Ora io non voglio lascerei da parte tutto ciò che
Su cui mi pare possiamo essere tutti facilmente d'accordo in parte anche le classi dirigenti le quali cominciano a capire tante cose che fin
Ma ieri affidavano soltanto al meccanismo di mercato anche se ormai ragionano non so e accademiche le c'era
Due anni fa a villa d'Este al seminario quando il giapponese si alza e dice signori problemi sono sistemi civili non sono soltanto dell'efficienza della
Beh
Dossetti
E lo a parte più avanzata di loro c'è arrivata queste cose i discorsi che ci fa ogni giorno il professor Prodi poi i discorsi su una cosa gli atti sono un'altra ma insomma
Certo lo stanno facendo male lo stanno facendo a metano stanno facendo emarginando lo stanno facendo tagli andò fuori tante cose
Degradando tante cose
Ma la domanda che io mi pongo ecco questo su questo voglio dire qualche cosa e che porrei a voi
E se la nostra Regione critica poison rimessi in ciò
Non è così cioè fare arrivare i treni in orario
Oppure se l'IST l'esigenza che noi siamo sentiamo e che mi pare al fondo dell'impianto di questa conferenza
E se non è giunto il tempo per la sinistra di cominciare a elaborare una critica e non so dirlo questo ci vorrebbe il mio amico filosofo De Giovanni mi disse le parole giuste una critica più critica e più moderna del moderno cioè è giunto il momento di una critica del moderno da parte dalla sinistra domanda che del resto secondo me comincia a trapelare questione che comincia a trapelare il rapporto Mortimer che cos'è
Se non una riflessione su è quella grande realizzazione del moderno che è stato il sistema universitario americano
Con il problema che pone di nuovo di una formazione critica di una qualche anche qui parola da prendere con le molle di un nuovo umanissimo
E io questa questione l'ho sentita anche l'altro giorno a Bari abbiamo avuto un bellissimo seminario
Alla Tecnopolis di Baricco quell'ambiente beh si sentiva che si era oltre una cultura si era già si toccavano nuove soglie nuove domande cioè la domanda se il tipo di società che si
Delinea non richieda
Una nuova idea non soltanto del rapporto della scienza con la produzione questo è ovvio
Ma del rapporto della scienza con l'intelletto sociale della scienza con la società
Insomma un nuovo umanesimo
è questo ecco è questo che De Michelis penso che lo sappia benissimo ma non dice io invece lo voglio sottolineare in presenza del fatto che non si fa qui se non si fa questo non è che non si fa nulla
Se non si fa questo noi abbiamo in campo a fronte di un nuovo possibile umanismo abbiamo un nuovo possibile feudalesimo e cioè la tesi d'arresto limpidissima espressa da Mortillaro
E che l'idea di un nuovo feudalesimo
Quando lui dice certe in questa società il lavoro degno di questo nome bisognerà riservarlo soltanto agli individui particolarmente dotati dal punto Intel
Vale emotivo fisico
I quali avranno l'onore di lavorare così come i cavalieri avevano l'onore di portare le armi e gli altri saranno i sette
E saranno altre cose
E detta così adesso io mi ricordo le mi pare proprio questo è il concetto
è del resto alla base di questo c'è il problema dell'università perché guardate il dibattito di questi giorni tra Mortillaro Michele Salvati su una rivista milanese m'è capitata per caso di vederla
Beh coerentemente con questo Mortillaro chiede un altro paio di Bocconi
E chiede che tutto l'esercito dei server venga accollato allo Stato
Lo Stato sarà quello
E privato saranno i cavalieri
E questo anche proprio per l'università
Ora io ritengo che questo io lo sento questo scontro in atto non si tratta di fantasie questi dilemmi sono nelle cose nella viva carne nella realtà
Per cui
Ragionando come ragiona De Michelis come io dirò anch'io qualcosa in questo senso io non avrei fatto il ministro del pentapartito in questi anni
O
Non l'avrei fatto il ministro
Del pentapartito in questi anni e non avrei firmato consentirmi questo e non avrei firmato un documento congressuale come quello socialista che mi Armenia sconvolto per il suo carattere apologetico delle tendenze innate
E ed è per me è stato veramente un fatto
Mentre sento nel ragionare non è la prima volta che ci incontriamo con degli
Che le scale sfrondato da i fronzoli De Michelis dice delle cose importanti ma che sono sconvolgenti
E che sono sconvolgenti non ha data futura sono sconvolgenti rispetto alle tendenze in atto
E c'è anche io ritengo che noi non abbiamo ancora preso coscienza fino in fondo di quali sono le implicazioni enormi di questo rivoluzione rivoluzione amento operato
Da i processi innovativi e dalla società postindustriale Ribolla chiamo così il tipo di civiltà che si delinea
Che ha come dato caratteristico quello che dice De Michelis il contenuto intellettuale del lavoro
E poi si potrebbe aggiungere la questione delle donne perché questa pure una rivoluzione né niente cioè il fatto che
Rifiutano il ruolo domestico e vengono avanti
E non tale però allora non è tale da poter lasciare tranne appunto soluzione alla Mortillaro
Da non poter lasciare alle sole forze del mercato il compito
Di sfruttare le prospettive aperte da questa rivoluzione il dilemma è questo allora o andiamo verso quelle cose tipo Società dei due terzi
Tipo nuove ingiustizie che saranno più pesante di quella vecchia tra chi ha e chi non ha perché sarà l'ingiustizia tra chi sa e chi non sa
In società tutto sommato acculturate poi in cui quindi questo sarà lacerante e frustrante in modo drammatico
Oppure noi dobbiamo dire e io faccio in questo concordo con De Michelis dobbiamo dire che l'uomo con il suo lavoro i suoi bisogni
La sua iniziativa deve ritornare al centro di una civiltà il cui motore è prima di tutto l'informazione e la conoscenza
Metà è questo il punto e la risposta ripeto non è affatto scontata perché ce n'è un'altra
E c'è quella di un nuovo non umanesimo ma disumane inizia c'è la risposta di un nuovo disumani
E non è fuori della realtà Folena ha detto delle cose bellissime oggi secondo me quando ha delineato le nuove forme attraverso cui si realizza la selezione anche qui
Questo percorso a ostacoli del resto il Mezzogiorno a me caro è sotto i nostri occhi cioè come si forma una società degradata leggetevi il rapporto
Cerro Ruffolo e spaventa è un passo avanti grosso quel rapporto finalmente non fa la questione dei dati statistici e della distribuzione del reddito
Fa la questione della società degradata e di come questo comporta tutta una serie di conseguenze sullo sviluppo
Perciò ecco cosa vuol dire esternalità questa è la cosa che voglio aggiungere
Tante cose tutte le cose che sono state dette che sono decisive per carità non si pensi io poi mi occupo di questo mi occupo di economia che io sottovaluto tutte le cose che qui sono sta
Vedete come ricerca organizzazione nuove istituzioni le cose che abbiamo sentito oggi però sapendo che
Noi ci troviamo di fronte al fatto che i meccanismi devono essere modificati dei meccanismi più profondi quali non sono più in grado i meccanismi di mercato così come sono
E di misurare i costi indiretti di misurare di andare a un calcolo costi-benefici che sia adeguato ai problemi di oggi in questo senso si imprenditorialità d'accordo ma mettiamoci d'accordo su cosa vuol dire questa parola
Ecco bisogna calcolare i costi benefici in un modo che secondo una cultura una certa cultura aziendale imprenditoriale tu non sia in grado di calcolare
Questo non poi
Mi pare che su questo su questo siamo d'accordo credo no
Perché anche perché una parte crescente dei nostri bisogni può essere soddisfatto ormai soltanto da servizio d'attività sociali e culturali che non sono riducibili allo scambio mercantile
Del resto è l'interrogativo che non perché parecchi anni fa poneva non un progressista credo un conservatore comma Daniel Bell quando diceva ma una volta soddisfatti i bisogni primari
Chi produrrà non il consumo non la produzione ma il consumo chi produrrà il consumo
E se la produzione
è non è più diretta da bisogni primari e quindi noi questi sono i problemi ormai stiamo toccando e in cui l'università dovrebbe e svolgerà un particolare ruolo io ma questo concludo dicendo che non sono pessimista se ragiono così sull'avvenire delle forze di progresso
Purché accettino fino in fondo
Il livello della sfida e l'asprezza dello scontro lo riconoscano perché temo anche un nuovo un nuovo trasformismo e cioè che si stia di qua e di là contemporaneamente non ci credo
Condivido le ragioni dette da Ruberti quindi sulla funzione fondamentali nuova sulla vitalità sul ruolo
Che oggi
Non è vero per niente che diminuito che tocca svolgete all'università
C'è però aggiungere qualcosa di più anche in senso più pessimistico vorrei citare il presidente dell'Enea il criticato professor Colombo lo cito qui testualmente il quale in una per i suoi per le sue spese dissennate giudice
Riferito
Su no
Beh Colombo mi ha colpito una recente conferenza che lui ha tenuto all'Accademia dei Lincei notavo una cosa che ci vorrebbe molto fa riflettere l'Europa sono le parole di Colombo c'è poi un terzo no che dopotutto
L'Europa con la sua ricca cultura con i suoi valori di libertà di democrazia di giustizia sociale e certamente la regione dove la tradizione della cultura dei servizi sociali e della centralità dell'uomo in senso col
Il pivot individuali non solo in data
Ma è più forte più compresa e questo rappresenta oggi il fattore essenziale di sviluppo del suo sistema economico sociale e culturale e in questo senso concludeva
L'Europa è più avanti degli Stati Uniti del Giappone e può rappresentare un modello per gli altri processi
Io ritengo che questa è una è un'idea giusta forte
E la grande idea forza che noi dovremmo mettere al centro del nostro programma de un programma progressista di sinistra e che sotteso questo nostro ragionare i
Lavoro in tutto il suo significato anche perché io sono convinto che il controllo della scienza il governo dei grandi sistemi compreso il sistema formativo
Il problema di chi orienta la tecnica e la scienza e ne crea le condizioni in una società dove i percorsi della scienza e della tecnica sono sempre meno predeterminati e predette mi inabili siamo sempre più di fronte a traguardi che ci aprono orizzonti che possono essere i più diversi
E guardiamoci da uno scientismo meccanico se questo è vero la leva per una diversa qualità dello sviluppo non può che essere appunto
La natura direi intrinseca dell'avo un moderno non tanto come lavoro sotto le tribù it
Ma come lavoro non sufficiente libero Allo del lavoro intellettuale limitato nella sua autonomia minacciato nella sua potenzialità
Ridotto nel le sue capacità creative culturali professionali espropriato soprattutto del necessario controllo su quel flusso delle informazioni e delle conoscenze che costituisce appunto la forza di Prodi non è principale di un'economia moderna io non so se questo è fuori tema ma a me sembra di no e cioè la questione della da che cosa partisse Boy determinare
In quegli orientamenti che noi mettiamo alla base della nostra conferenza certo da una ricca proposta anche di carattere politico istituzionale organizzativo
E ma poi sta
Da un atleta da un con chi da dal fatto di mettere in campo fino in fondo quello che Aureliana chiama appunto non capisco la tua polemiche
La creare una società colta il che non significa che bisogna fare tutti i professori
Una società colta nel senso di una società in cui sto sia possibile valorizzare il lavoro le competenze i talenti le vocazioni di ciascuno e noi e
E concludo su questo io credo che nel concetto di autonomia su cui stiamo lavorando c'è tutta questa ricchezza non c'è soltanto un fatto organizzativo e distruzione
Grazie
Replica
Replica telegrafica il professor data sente sì Nando piccolissimo oggi il discorso si è avviato su temi ci potrà conseguenti alcune settimane se volete rinunciare dove ha permesso rifletterò fino dirò la mia replica come dire a a a slogan
La capacità più importante tra Preve e già adesso e tra breve di tutti sarà da altre attività punto
E qui si potrebbe discutere secondo la scienza e la tecnologia solo stanno dimostrando di essere una forza rivoluziona
Aria più sconvolgente che sia mai stata fatta su questa terra e tutti gli altri cuccioli fanno ridere di fronte a questo timido
Non è vero che ci saranno i cavalieri Togo a parte che sono i soli a farla volo e dall'altra i servi i cavalieri saranno i robot
Ci saranno nuove professioni servizi alla persona
Molte più persone impegnate nell'insegnare del Kurama salute eccetera
Noi oggi manchi avremo ancora un attimo di manchiamo di cattivo fiorire cattive teoriche economiche
Giuridiche etiche per gestire questo processo no non li abbiamo
Chi dice di averle si illude punto
Leggere graffiti grazie professore qualche altro fa anch'io sarò telegrafici sulle Smart minuto dico solo che
Delle cose che ha detto Alfredo il condivido in grande misura nascono solo due dotazioni primo
Che il nuovo umanesimo quello che aveva n-esimo non lo si fa per decreto è per legge qui stiamo quindi qui stiamo ragionando del compito che hanno leadership Politi che le istituzioni dobbiamo fallire un sistema un sistema capaci di favorire tutto questo nell'anno dobbiamo descrivere con esattezza e precisione come vogliamo la scuola e l'università perché questo diciamo che tu chiami nuove umanesimo contrapposta nuovo dall'esule sulla vuole venga definito e quindi bisogna dire se sia per la selettività o no io dico bisogna essere per la selettività e dico che ti dice ricordo la selettività finisce per portare acqua anche non volendo non offre D'Alesio ci vuole chiarezza smetterò discutendo nessuno ha la verità in tasca ma certo se non si affrontano con chiarezza e nettezza queste cose il nuovo umanesimo non nascerà mai secondo che siamo tutti contro molti l'hanno non è quello ecco stiamo attenti però come si può dire a non pensare che ci autocratici chiamo del nostro ruolo progressista di sinistra riformatore semplicemente individuando il il bersaglio difendo che quella volizione sbagliate lo solenne ride dire che Mortillaro sbaglia siamo d'accordo e di vedere cosa contrapponiamo Mortillaro perché altrimenti ne possiamo dire quello che vogliamo finché non resta pubblica in queste condizioni lo schema delle più Bocconi prevarrà al di là di morte Lara logicamente perché le università privata la Bocconi la LUISS sono migliori tra virgolette no va be'dalla vita perché vengono percepite usiamo questo termine qui perché vengono percepite come migliori non solo dei job di che vogliono andarci ma anche dall'impresa che poi da lì attingono i loro quadri migliori dobbiamo dare una risposta perché altrimenti la pura come simili individuazione del nemico la sua dell'unificazione non ci risolve la questione
E quindi siamo d'accordo su alcune questioni di fondo e poi ciascuno come si può dire si giustifica rispetta se stesso sul modo in cui porta avanti la battaglia dentro fuori governi dentro fuori certi partiti e così via questo non c'è però
Insisto ancora una volta le forze progressiste che hanno una grande chance dal cambiamento che stiamo vivendo perderanno questa chance se però saranno capaci di dare risposte precise credibili e convincenti a queste questioni avendo il coraggio anche di Rimet è in discussione certezze convenzioni e tabù ecco io ho paura che la sinistra in Italia in Europa abbia troppo poco troppo preoccupazione da questo punto di vista perda l'occasione
Non abbiamo vogliamo dove
Vogliamo rassicurare il ministro De Michelis non gli abbiamo chiesto nessun decreto nessun nuovo decreto la tavola rotonda ha preso il largo ha messo a fuoco problemi di grande momento i temi specifici che sono di estremo interesse sono certo che sì rifletteranno nel dibattito anche nella discussione di domani grazie ai partecipanti alla tavola rotonda grazie anche a ascoltato con attenzione fino all'ultimo l'appuntamento è per domani mattina alle nove e trenta
Qua