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Confcommercio e Legambiente hanno presentato una ricerca sui piccoli Comuni italiani.
Dai dati emerge un'Italia divisa in due: una con la "i" maiuscola e l'altra con la "i" minuscola.
Quest’ultima rappresenta un immenso patrimonio da valorizzare.
Roma, 24 maggio 2001 - La seconda conferenza programmatica nazionale "La scommessa glocal-Investire sul Bel Paese, difendere i piccoli comuni per promuovere l’identità e le qualità italiane" promossa da Legambiente e Confcommercio è stata caratterizzata dalla presentazione di una ricerca commissionata a Serico (Gruppo Cresme) per analizzare la … situazione dei piccoli comuni italiani e per individuare le migliori modalità di valorizzazione di questo patrimonio.
(Vai al testo della ricerca) Dalla ricerca emerge un quadro che tratteggia l'immagine di un'Italia in cui esistono migliaia di piccoli comuni che, pur avendo prodotto nei secoli un patrimonio straordinario di beni culturali e ambientali, abilità manifatturiere, saperi e sapori, oggi appaiono (almeno nel 50% dei casi) davvero poco competitivi da un punto di vista economico e vedono ridursi di anno in anno servizi, scuole, presidi sanitari, esercizi commerciali.
La ricerca delinea l'esistenza di "un’Italia con la "i" minuscola" e la considera "un patrimonio immenso e misconosciuto, da riscoprire e valorizzare".
Un'Italia spaccata in due Contemporaneamente, la ricerca ha però evidenziato l’esistenza di un’Italia minuscola solo nelle dimensioni, dove sono alti sono gli standard economici e la qualità della vita.
Si tratta di un'Italia dei piccoli comuni concentrata prevalentemente nel Nord Italia che si contrappone a quella che la ricerca definisce l'Italia "a rischio disagio" localizzata nel Sud e nelle isole, nelle aree interne del Centro, nell’entroterra appenninico ligure e piemontese, nell’alta Toscana e nelle province di Parma e Piacenza.In questa Italia minore, non solo nelle dimensioni, si riscontrano costantemente caratteristiche quali la difficoltà economica, la disoccupazione e l'assenza di impresa sia industriale che turistica o nel terziario.
Billè: Sostegni concreti e non interventi a pioggia "La cosa più importante da fare, non è difendere i piccoli comuni ma intervenire a favore di essi per farne un punto di forza del Paese".
Questo il commento del Presidente di Confconmmercio Sergio Billè, sull'esito della ricerca.
Billè, ha invitato ad assumere un'iniziativa attraverso la quale si possano analizzare i bisogni reali dei piccoli comuni, rifiutando la politica degli "interventi a pioggia per ottenere consenso", che invece hanno caratterizzato l’azione della politica in passato.
"Servono politiche di coesione sociale e soprattutto - ha aggiunto - visto che agiamo in un’economia di sistema, ottimizzare tutte le componenti del sistema".
"Dobbiamo fare in modo - ha concluso - che il commercio nelle piccole realtà territoriali, possa giocarsi la partita ad armi pari con quello delle aree più sviluppate".
La proposta di legge di RealacciAl centro della discussione che ha coinvolto i numerosi rappresentanti di associazioni di categoria intervenuti alla conferenza, è stata anche la proposta di Legge promossa dal presidente di Legambiente e parlamentare dell'Ulivo, Ermete Realacci "per promuovere e sostenere le attività economiche, sociali e culturali esercitate nei piccoli comuni, favorirne la competitività e assicurare ai cittadini un sistema efficiente di servizi territoriali" con la quale si intende fornire uno strumento legislativo per mettere in condizione di competere anche i piccoli comuni che vivono le difficoltà descritte dalla ricerca.
Dai dati emerge un'Italia divisa in due: una con la "i" maiuscola e l'altra con la "i" minuscola.
Quest’ultima rappresenta un immenso patrimonio da valorizzare.
Roma, 24 maggio 2001 - La seconda conferenza programmatica nazionale "La scommessa glocal-Investire sul Bel Paese, difendere i piccoli comuni per promuovere l’identità e le qualità italiane" promossa da Legambiente e Confcommercio è stata caratterizzata dalla presentazione di una ricerca commissionata a Serico (Gruppo Cresme) per analizzare la … situazione dei piccoli comuni italiani e per individuare le migliori modalità di valorizzazione di questo patrimonio.
(Vai al testo della ricerca) Dalla ricerca emerge un quadro che tratteggia l'immagine di un'Italia in cui esistono migliaia di piccoli comuni che, pur avendo prodotto nei secoli un patrimonio straordinario di beni culturali e ambientali, abilità manifatturiere, saperi e sapori, oggi appaiono (almeno nel 50% dei casi) davvero poco competitivi da un punto di vista economico e vedono ridursi di anno in anno servizi, scuole, presidi sanitari, esercizi commerciali.
La ricerca delinea l'esistenza di "un’Italia con la "i" minuscola" e la considera "un patrimonio immenso e misconosciuto, da riscoprire e valorizzare".
Un'Italia spaccata in due Contemporaneamente, la ricerca ha però evidenziato l’esistenza di un’Italia minuscola solo nelle dimensioni, dove sono alti sono gli standard economici e la qualità della vita.
Si tratta di un'Italia dei piccoli comuni concentrata prevalentemente nel Nord Italia che si contrappone a quella che la ricerca definisce l'Italia "a rischio disagio" localizzata nel Sud e nelle isole, nelle aree interne del Centro, nell’entroterra appenninico ligure e piemontese, nell’alta Toscana e nelle province di Parma e Piacenza.In questa Italia minore, non solo nelle dimensioni, si riscontrano costantemente caratteristiche quali la difficoltà economica, la disoccupazione e l'assenza di impresa sia industriale che turistica o nel terziario.
Billè: Sostegni concreti e non interventi a pioggia "La cosa più importante da fare, non è difendere i piccoli comuni ma intervenire a favore di essi per farne un punto di forza del Paese".
Questo il commento del Presidente di Confconmmercio Sergio Billè, sull'esito della ricerca.
Billè, ha invitato ad assumere un'iniziativa attraverso la quale si possano analizzare i bisogni reali dei piccoli comuni, rifiutando la politica degli "interventi a pioggia per ottenere consenso", che invece hanno caratterizzato l’azione della politica in passato.
"Servono politiche di coesione sociale e soprattutto - ha aggiunto - visto che agiamo in un’economia di sistema, ottimizzare tutte le componenti del sistema".
"Dobbiamo fare in modo - ha concluso - che il commercio nelle piccole realtà territoriali, possa giocarsi la partita ad armi pari con quello delle aree più sviluppate".
La proposta di legge di RealacciAl centro della discussione che ha coinvolto i numerosi rappresentanti di associazioni di categoria intervenuti alla conferenza, è stata anche la proposta di Legge promossa dal presidente di Legambiente e parlamentare dell'Ulivo, Ermete Realacci "per promuovere e sostenere le attività economiche, sociali e culturali esercitate nei piccoli comuni, favorirne la competitività e assicurare ai cittadini un sistema efficiente di servizi territoriali" con la quale si intende fornire uno strumento legislativo per mettere in condizione di competere anche i piccoli comuni che vivono le difficoltà descritte dalla ricerca.
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