02 DIC 2001

Bonn: L'Onu presenta una bozza d'accordo

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La conferenza interafgana di Bonn è arrivata al sesto giorno di trattative fra le quattro delegazioni che sono supposte rappresentare il popolo dell'Afghanistan.

Non si è ancora arrivati ad un accordo, ma si continua a discutere.Bonn, 2 dicembre 2001 (dal nostro inviato David Carretta) - Questa mattina Lakdhar Brahimi, rappresentante speciale per le Nazioni Unite, ha presentato ai gruppi afghani una prima bozza di accordo, che vorrebbe essere la sintesi delle diverse posizioni emerse in questi sei giorni durante i colloqui bilaterali e le sessioni di lavoro plenarie.Questa bozza di accordo
ha al suo interno delle novità sugli assetti istituzionali del periodo transitorio dell'Afghanistan, rispetto a quanto era emerso negli scorsi giorni.Sono previste tre fasi temporali per il futuro dell'Afghanistan.

Una prima fase ad interim, della durata di sei mesi, durante i quali il paese verrà governato da una autorità ad interim.

Poi, una volta convocata, la Loya Jirga di emergenza nominerà per un periodo di due anni il governo provvisorio dell'Afghanistan.

Nei due anni la Loya Jirga di emergenza avrà il compito di redigere la costituzione.

Terminato questo periodo transitorio vi dovrebbero infine essere elezioni democratiche.

Tutto il processo dovrebbe durare tre anni.Le novità più rilevanti della bozza di accordo presentata dalle Nazioni Unite, riguardano gli assetti istituzionali della prima fase, quella ad interim.Brahimi ha proposto la costituziona di una Autorità ad interim, formata a sua volta da due organismi: un'amministrazione provvisoria, composta da 30 membri; e una commissione speciale indipendete per la convocazione della Loya Jirga di emergenza, i cui membri dovrebbero essere 21.Durante i sei mesi di fase ad interim, l'amministrazione provvisoria sarà incaricata di costituire una Corte Suprema, organo giudiziario che dovrà fra l'altro farsi garante del passaggio dalla fase ad interim a quella di transizione.Nella bozza di accordo vi sarebbe inoltre un preciso riferimento al ruolo da affidare all'ex re Zahir Shah.

Secondo quanto affermato da Ahmad Fawzi, portavoce di Brahimi, al re sarebbe affidato il ruolo simbolico di aprire la Loya Jirga di emergenza.Il testo delle Nazioni Unite ha poi un richiamo esplicito alla necessità di garantire la sicurezza del popolo afgano attraverso una forza multinazionale di mantenimento della pace, fino a quando gli afghani non saranno in grado di garantire autonomamente la sicurezza.

Tuttavia tale forza, come vi abbiamo più volte anticipato, verrà inviata in Afghanistan solo quando l'amministrazione provvisoria ne avrà fatto richiesta, probabilmente su invito del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

La forza di peacekeeping avrebbe come compito quello di assistere l'amministrazione afghana e probabilemente sarà formata da polizia civile e militare.Il documento presentato da Brahimi dovrebbe inoltre escludere qualsiasi amnistia per crimini di guerra o violazioni gravi dei diritti dell'uomo.Alle 15e30 di questo pomeriggio è iniziato un incontro fra Brahimi e i leader dei gruppi afghani per discutere di eventuali emendamenti al testo presentato questa mattina.Ma, secondo una fonte diplomatica italiana, su questi diversi punti fra le quattro delegazioni non dovrebbero esserci più divergenze.

Il problema vero, su cui si sta discutendo in queste ore è quello dei nomi da associare alle diverse responsabilità dell'amministrazione provvisoria, ma anche degli altri organismi.

Questo compito spetterebbe al rappresentante speciale delle Nazioni Unite, al quale le delegazioni avrebbero consegnato una lista di 15 nomi ciascuna di candidati ai diversi ministeri.Secondo diverse voci la ripartizione fra le 4 delegazioni prevederebbe 12 ministri ciascuno all'Alleanza del Nord e al gruppo di Roma, e 3 ministeri ciascuno per il gruppo di Cipro e quello di Peshawar.

Ma questi numeri possono cambiare, anche perché la delegazione che nominerà il presidente dell'amministrazione provvisoria, dovrebbe perdere qualche dicastero.

Bocche cucite ufficialmente su chi potrebbe fare cosa.

Ma si potrebbe cominciare a fare un'ipotesi, quanto meno geometrica.Iniziamo dal ruolo di primo ministro dell'amministrazione provvisoria.

Uno nome che circola nei corridoi, è quello di Sayed Hamid Karzai, uno dei pochi Pasthun che si è opposto ai Talebani.

Karzai è emissario del re in Afganistan, e che sta cercando dal mese di ottobre di dare un peso militare dentro l'Afganistan al gruppo di Roma, organizzando una resistenza pasthun ai talebani.

Karzai, che durante la conferenza è intervenuto diverse volte via telefono, è legato al gruppo di Roma, è Pashtun, l'etnia maggioritaria del paese, e gode del sostegno anche delle Nazioni Unite, le quali hanno molto enfatizzato i suoi interventi dall'Afghanistan.Questa soluzione si concorda con le richieste avanzate dell'Alleanza del Nord che vuole assolutamente il 50% dei ministeri dell'amministrazione provvisoria.

Il presidente e 9 ministri al gruppo di Roma, 15 ministri, tre in più di compensazione all'Alleanza.

I tre leader della nuova generazione dell'Alleanza del Nord, Abdullah Abullah, Yunus Qanooni e Mohammed Fahim, potrebbero accontentarsi di conservare i ministeri chiave, di cui già ora hanno la responsabilità con Rabbani: rispettivamente il ministero degli esteri per Abdullah, quello degli interni per Qanooni e quello della difesa per Fahim.Burhanuddin Rabbani, attuale presidente riconosciuto dalle Nazioni Unite, che più volte dall'Afghanistan ha cercato di sabotare la conferenza di Bonn, potrebbe essere buttato fuori dalla finestra e rientrare dalla porta principale.

A lui potrebbe essere affidata la presidenza della Corte Suprema, organo giudiziario con funzioni di corte costituzionale, la cui possibile costituzione è stata proposta solo nelle ultime ore.

Guarda caso nelle ore in cui Rabbani poneva i più grossi problemi alla delegazione dell'Alleanza del Nord, e la Comunità internazionale aumentava le sue pressioni per farlo desistere e i suoi sforzi per trovare a Rabbani un'uscita di scena dignitosa.Con un quadro di questo tipo rimarrebbe un po' ai margini l'ex re Zahir Shah, al quale, secondo quanto riferito dalle Nazioni Unite, spetterebbe semplicemente il ruolo simbolico di presiedere la prima sessione Loya Jirga d'emergenza.

Ma non si può escludere che a Zahir Shah venga assegnata la presidenza di un altro organismo, la cui costituzione è emersa solo nelle ultime ore: la commissione speciale indipendente per la convocazione della Loya Jirga di emergenza.Con un quadro di responsabiltà di questo tipo rimarrebbero ai margini alcuni fra i signori della guerra dell'Afghanistan.

Primi fra tutti il generale uzbeko Rahid Dostom e il padrone di Herat, Ismail Khan, i quali fra l'altro sono in pessimi rapporti con Mohammed Fahim, l'attuale ministro della difesa.Il altri termini, non sono assicurati il rispetto e l'implementazione di un eventuale accordo di Bonn.

Crediamo sapere che, proprio per questa ragione, Lakdhar Brhimi, appena conclusa la conferenza, volerà a Kabul per convincere i principali leader del paese a non rompere un eventuale compromesso.I tempi per la conclusione di un accordo potrebbero comunuqe essere ancora lunghi.

Diplomatici e giornalisti si augurano che la conferenza si chiuda domani, mentre alcune fonti tedesche parlano della giornata di martedì, quando dovrebbero arrivare per una cerimonia di chiusura il cancelliere tedesco Gerard Schroeder e il ministro degli Esteri Joska Fischer.

Alcune fonti americane parlano invece di mercoledì.Si prevede che la prossima notte sarà un'altra notte di trattative.

Quello che è certo è che quella sui nomi sarà la trattative più difficile.

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