"La I guerra globale: stiamo combattendo la Quarta guerra mondiale o piuttosto la Prima guerra globale? " - presentazione del libro di Gianni Riotta. edizione Rizzoli (presso sala della Lupa - Camera dei deputati)

Tutto
Allora preferirei dare la parola autore dopo di che parliamo non è bene o no
Un in fondo aspettate lui per cui noi siamo di contorno e penso che sia giusto che inferiore
Questa è la riprendo anche dalla legge finanziaria
Grazie grazie presidente e una
Se mi avessero detto quando il più giovane che a Montecitorio il presidente la Camera mi avesse dato la parola in pubblico dibattito né pensato finalmente mi hanno eletto qualcosa invece è la presentazione del libro e vi ringrazio molto ringrazio il presidente Casini che il nostro ospite ringrazio il sindaco di Roma a Veltroni che in una giornata
Più densa degli eventi di enti del del solito insoluti a discutere
Non non solo e non tanto del mio libro ma soprattutto di di guerra e di pace e io ringrazio molto voi e gli amici dello staff del del presidente e del sindaco
Il miei amici dell'Oscar riferirci quali questo incontro
Che è un piccolo capolavoro di diplomazia dice visti gli impegni dei nostri dei nostri interlocutori e non non si sarebbe verificato inizialmente tutti
Abbiamo provato a riflettere
Non più su quello che è stato il dibattito prima della guerra
Perché si è arrivati alla guerra come ci si è arrivati se la guerra è stata giusta se la persona sbagliata questo è un dibattito importantissimo
E e cruciale e che continuerà per molto tempo che rischia però se continuato in modo diciamo partigiano adesso
Di metterci fuori binario su un'altra questione altrettanto importante e cruciale cioè che cosa fare adesso
Per uscire dalla situazione di conflitto e di crisi in Iraq cosa fare adesso
Per avviare un processo di stabilizzazione e pacificazione dell'area a mediorientale e problema che si è aggiunto dal nell'inverno del due mila a tre che cosa fare per riallacciare il dialogo
Atlantico che si è incrinato molto fortemente no un anno fa abbiamo discusso col professor Cacciari della rottura in corso che arrivava tra Stati Uniti ed Europa
E quando Rio riparlato non molto tempo fa mi ha detto abbiamo visto giusto soltanto per quello che potevamo accadesse in dieci anni
Caduto in dieci messi cioè la velocità della crisi è molto superiore a quella che noi temevamo e e prevedevamo
La guerra è una tragedia che è nata in modo
Nel modo peggiore possibile perché si poteva probabilmente accerchiare Saddam militarmente è un intesa occidentale con una forte partecipazione dell'ONU poteva forse in qualche modo e precipita Arne e precipita nell'uscita invece
Gli eccessi di unilateralismo americano e gli eccessi a mio giudizio di rigidità e di posizione pregiudiziale da parte di francesi e e tedeschi hanno portato a questa a questa
Situazione e mi chiedono spessissimo perché gli americani hanno voluto fare la guerra e dà una risposta a a questa domanda senza
Pregiudizio è molto difficile io l'impressione che quelli che danno come risposta centrale il petrolio siano fuori strada
Non perché il petrolio non sia importante o non perché non ci siano molti interessi appena si scatena questa a questa parola per proprio ma perché per come funziona il mercato del petrolio
Davvero al mercato e molto
A a vasi comunicanti qui non importa come quel barile arriva sul mercato offre la fonte del barile c'è arrivato il prezzo comunque si stabilizza quindi il vero interesse diciamo e le grandi lobby era che il
Greggio costruisse la vera più profonda importante e strategica ragione della guerra e il Lerna la la la teoria dei due pilastri
Gli Stati Uniti hanno sempre avuto due pilastri storicamente nel nel Medioriente era lo Scià di Persia e e l'Arabia Saudita nel settantanove è caduto il primo pilastro con la rivoluzione khomeinista
è rimasto soltanto il pilastro della casa saudita quando con l'attacco dell'undici settembre due mila uno e e di viene fuori con chiarezza quanto infiltrata di terrorismo e di fondamentalismo il la comunità saudita Issa limiti temo di restare fuori dalla dalla situazione mediorientale temo di perdere l'unico ultimo aggancio che hanno e decidono quindi comincerà mettere in progetto di
Stabilizzare l'Iraq attraverso un intervento diretto e hanno provato a lungo il ministro ieri dall'attuale ministro degli Esteri relatore ministro della Difesa Rumsfeld parla già con Saddam nel mille novecentottantatré ma Saddam a cui americani hanno chiesto varie volte di fare l'interlocutore non è mai stato un interlocutore affidabile ha sempre fatto il doppio gioco dia sempre lasciati e li ha sempre lasciati alla fine
E da soli questo la vera la vera ragione che porta a che porta alla guerra e che cosa è possibile fare adesso che cosa è possibile fare adesso se questa e la situazione da parte di molti da parte di tutti ovviamente anche da parte mia
Si è sottolineato la necessità di un intervento multinazionale si è parlato dell'ONU si è chiesto un ulteriore coinvolgimento di altre forze
Questo è necessario e probabilmente più difficile oggi di quanto non fosse quest'estate
E però non è né semplice ne ha un'immediata
Capacità a taumaturgica perché lo schieramento della quello che io chiamo la strategia del caos in Iraq
Ha individuato subito con grande precisione prima colpito l'ambasciata giordana
Poi ha colpito
Lazio venite la Croce Rossa ha colpito noi italiani a Nassiriya ha colpiti sauditi in Arabia Saudita colpito i turchi gli spagnoli inglesi colpirà i giapponesi che partono nei prossimi giorni c'è il segnale che manda
Non è che non sono solo non vogliamo gli americani ma non vogliamo nessuno non vogliamo nessuno che venga qui a a interloquire
A interloquire con noi quindi è giusto e l'attacco la croce rossa avuto un valore simbolico hanno ha colpito molto l'attacco all'ONU Matta con la Croce Rossa avuto malori simbolico che forse ancora sfugge visto che tante cose nuove accadono fondamentalmente la croce rossa o nera ma è stata attaccata neppure nel corso di due e conflitti che mondiali a c'è chi dice bene gli americani hanno voluto la guerra unilaterale e ebbene che paghino adesso il prezzo unilaterale della loro dell'orrore
Non è una scelta che mi persuade non è una scelta che mi convince
Il mondo è troppo piccolo e troppo stretto siamo tutti quanti troppo coinvolti dalle stesse dalle stesse dagli stessi problemi per potere dire per poterci permettere che l'Iraq vada vada male la prova di questo ragionamento ce l'avete
Nel nella scelta di tutti gli sfidanti dei principali sfidanti democratici a Bush dei quali nessuno dice pur essendo alcuni di loro
Pubblicamente contrari alla guerra acqua per esempio il diciamo il capolista come in questo momento è in testa a a guardi nessuno dice ci ritiriamo immediatamente il ritiro unilaterale
Degli Stati Uniti da a Baghdad e avrebbe una serie un effetto immediatamente negativo su tutti
L'Iraq sarebbe consegnato all'origine peggiore dico di Saddam Hussein una specie di coalizione tra terrorismo e grandi criminali l'intimidazione che avrebbe sui regimi vicini Silvia Egitto Iran
Giordania sarebbe immediata e molto molto grave
Israele sarebbe circondata immediatamente circondata ci sarebbe un'ondata di terrorismo certamente in Europa proveniente anche e negli Stati Uniti
Per i più concreti tra di voi il prezzo del di un barile di petrolio potremmo andare a qualcosa fra ottanta novanta dollari
Ecco c'è una situazione insostenibile
E sono gli americani
Per non dire di tutte le speranze di tutte le forze riformisti che che oggi si stanno muovendo con difficoltà ma si stanno muovendo nel mondo arabo sarebbero tutte quante azzittito e tutte quante schiacciate
Io non credo che gli Stati Uniti in questo momento da soli abbiano la la visione strategica per cavare questo ragno questo ragno dal buco è necessario che la comunità internazionale e l'ONU e non lo pay riusciamo in qualche modo a interloquire a interloquire con loro io giudicato positivamente la scelta di mandare
Le nostre truppe
Di pace in in Iraq e di tenerle anche malgrado la strage di di Nassiriya e opportuno però che questo capitale di credibilità che l'Italia ha costruito con gli Stati Uniti sia spesso in modo positivo
Con gli altri pattina europei che hanno fatto scelte diverse non per dire noi siamo più bravi di voi ma per dire
Visto che abbiamo questa forse questa credibilità riusciamo a metterci lo sciame te ci insieme e concretamente forse ci sono già delle risoluzioni ONU è una nuova potrebbe essere approvata non tra troppo tempo e che diano una forma di legittimità alla all'atto l'assetto
Accelerare la transizione verso un governo autonomo locale iracheno conforme anche di legittimità ci sono state già elezioni locali e e e si sta studiando una elezione più più generale una presenza militare americana che però non si una presenza attiva militante nelle città ma che sia più consegnata nel nelle basi io credo lo hanno forme di conflitto durerà a lungo è una presenza invece più attiva da parte europea che sia capace di di di di di interloquire e vorrei finire per non abusare del tempo del Presidente del sindaco è vostro su una su una riflessione
Non sono poche
Nella storia le guerre da cui
Effetti positivi sono scaturiti inaspettatamente
Non sono poche sono sicuramente altrettante di quelle da cui dalle guerre sono scaturiti a sorpresa effettivo effetti negativi quindi ognuno di voi ognuno di noi può giudicare rispetto al proprio sentire
Se aspettarsi il male o se aspettarsi il bene io per mia natura dalle crisi FIAT sempre a vedere una posizione di una posizione è un'uscita a positiva
Allora vedete
Torniamo e e ho concluso a quell'effetto dei due pilastri che gli avevo detto no
La crisi per la strategia americana comincia con la caduta
Dello Scià lo Sciacca De nel settantanove perché era stato imposto all'Iran dagli Stati Uniti e dalla CIA con un colpo di Stato contro un leader diciamo popolare Mossadeq
In una scelta che era che contraddiceva quella tua lista Dini di che dicono esportiamo la democrazia anche esportare democrazia un blu un una bruttissima espressione diciamo promuoviamo la democrazia ecco
In una scelta di allargamento l'Adamo Grazia la scelta del colpo di Stato contro Mossadeq per rimettere lo Sciaffusa
Negativa ecco da quel Linde errore
E da quella scelta antidemocratica fatta quando tutti noi eravamo molto più giovani di adesso
Si è avviato un effetto Palla di neve anche se in quelle zone nelle c'è poca negativa che ha portato poi alla crisi della TRIEL due pilastri e alla vicenda del del dell'invasione dell'invasione Dirac ecco
I dice Salman Rushdie i fondamentalisti credono che noi occidentali non crediamo in nulla
Credo che non abbiamo valori nostri ci provvisione tre mediterranee andare in vacanza guarda la televisione c'è
C'è e in tutta questa vicenda comunque voi lo vediate favorevoli o contrari alla guerra filo americani più filo europei c'è un cucù il solo filo comune che io son vedere questo
Ne usciamo soltanto se non Henry proponiamo la democrazia come valore radicale che non vuol dire andare a fare guerra ogni dittatore per stimolarlo e mettere o al suo posto un un regime democratico vuol dire
Continuare in tutte fare una scelta anti Realpolitik
Anti Realpolitik fa la scelta anti machiavellica
In ogni situazione vedere non come seminare
Semi di presunta stabilità ma come disseminare semi di democrazia se gli Stati Uniti avessero fatto allora una scelta più coraggiosa
Puntano anche sull'idea che lì piaceva poco come Mossadeq dicendo anche ai signori lobby e petrolio aspettare avrebbero oggi in Iran
Un paese in cui lobby repubblicana spessissimo molto filo americana o simpatia per i cani non avrebbero avuto venticinque trent'anni di sciagure
E il libro si chiama la prima guerra globale perché lo questa guerra c'abbia un fronte militare
Un fronte civile confronto culturale un fronte ideale se non ci muoviamo di vincerla solo su quello a militare non abbiamo nessuna parte ci riusciamo soltanto promovendo la democrazia
Però
Presidente sindaco
Carissimi amici amiche se ci illudiamo soltanto cioè ci vediamo di non vedere che c'è anche un fronte militari che c'è anche un fronte in cui bisogna fronteggiare e il terrorismo con la forza perdiamo ugualmente grazie
Ma intanto queste occasioni sono occasioni che muovono da un libro cioè l'oggetto per il quale siamo riti più un libro e se giusto legittimo che Gianni non non abbia parlato del suo libro che sarebbe stato come parlare di se stesso
Forse invece giusto che meno per quanto mi riguarda si si dia una non dico una valutazione che qualcosa che attiene
Ad una sfera di giudizio che nessuno di noi si può arrogare di dare ma insomma un'impressione su su questo libro naturalmente questo è un libro che che ha il valore che secondo me è un valore grande di raccogliere il racconto che Gianni Riotta affatto
Della della vicenda della della prima guerra globale
Ora
Gianni Riotta una caratteristica abbastanza rara
Quella di essere un vorrà contatore
Ma anche di essere un buon medita attore
Le due cose insieme in un giornalista solo non sempre si trovano ci sono degli ottimi racconta attori degli ottimi medita tori ma le due cose insieme non sono frequentissimi
E quando ci sono sono una
Sono qualcosa di prezioso e io considero questo libro il naturale sviluppo del libro precedente che già mi ha fatto non mi riferisco alla sua attività di romanziere ma mi riferisco in questo caso la sua attività di saggista e cioè il il racconto e le riflessioni sull'undici settembre
Il libro di Gian mia io credo il valore
Mi colpisce sinceramente mi colpisce la praticamente totale assenza di
Una pubblicistica
In termini di libri su quello che sta accadendo dall'undici settembre in poi si
Che se la libreria si trovano dei saggi parziali si trova il saggio di Chomsky si trovano altre cose
Ma una ricostruzione organica di quello che è successo
Nel corso di questi due anni che hanno sconvolto il mondo e noi siamo i figli di questo sconvolgimento
Si fa fatica a trovarla e non solo in Italia
Si fa fatica a trovarla c'è il libro di di Woodward sulla guerra di Bush ma qualcosa che praticamente comincia dopo e finisce prima
E invece io credo che noi raramente abbiamo vissuto
Una
Un passaggio storico di questa
Violenza capaci di dare strattoni di accelerazione così repentini
Ma ci siamo immersi dentro e come tutti quelli che ci sono immersi dentro non ce ne accorgiamo
Ma quando vedremo la storia
E vedremo questo biennio quello che comincia con undici settembre due mila tre o forse comincia un anno prima con l'elezione di George Bush ha presente Stati Uniti noi vedremo dei cambiamenti molto molto radicale molto profondo
Non voglio fare una considerazione pessimistica perché non ho ragione di di di esserlo
Raccontavo prima Gianni Riotta che è un mio collega parlamentare europeo
Mi ha detto le cose vanno talmente male che sembra l'anno prossimo è una considerazione esalta attiva diciamo pessimismo con il quale si può guardare al al futuro e che però chi fa il nostro mestiere non ha il diritto di condividere
è però vero è sicuramente vero che si si fotografa il mondo di oggi rispetto non dico al mondo del
Della dell'inizio degli anni novanta ma anche alla fine degli anni Novanta
Sì a una situazione assolutamente
Contrapposte
Si può dire quel che si vuole della presidenza americana del periodo tra il novantadue del due mila
Però non c'è dubbio
Con Gianni allora io facevo direttore de L'Unità e quindi nella mia veste di giornalista ma insomma in quel caso il giornalista abbastanza
Appassionato anche a
Al merito del tema che affrontavamo insieme eravamo seduti a fianco quando Bill Clinton alla convenzione democratica del novantadue fece il suo discorso
E avremmo tutte e due l'impressione che fosse
Che fosse il candidato giusto per i democratici per battere un presidente che era reduce dalla vittoria era quella del Golfo e che George Bush senior e che si presentava con tutti gli elementi di accreditamento necessari per vincere pure Clinton usava un linguaggio
Era riuscita a trovare quella formula di equilibrio tra i tradizionali valori liberal della delle la vicenda democratica del Sati Uniti con una posizione però che si rivolgeva all'intero Paese non già
Come è successo a nel passato democratici americani ed è un difetto dal quale bisogna guardarsi non solo oltre oceano pensando che si potesse vivere giusta ponendo l'uno all'altro interessi minoritarie pensando che una somma di minoranze facessero una maggioranza
Ispanici e poi i neri e poi pensando che mettendo insieme la difesa dei diritti
Automaticamente questo fosse per ragioni numeriche la composizione di una maggioranza non est non era così non è stato così come onde non è stato così conduca che se con tanti altri Clinton aveva un discorso per l'America aveva anche un discorso per il mondo
E gli otto anni di presidenza Clinton sono stati otto anni di grande crescita economica per l'America per il mondo
Sono stati gli anni in cui si è fatta una volta la pace tra israeliani palestinesi e si è arrivati ad un passo dal farlo la seconda volta e se non fosse stato in quel caso per la per lo scarso coraggio di Yasser Arafat si sarebbe sottoscritta una
Un accordo di pace che avrebbe avuto effetti benefici sulla crisi mediorientale
Si erano riaperte relazioni tra Corea del Nord e Corea del Sud si era lavorato positivamente a gli accordi di pace in Irlanda
Si era assunto decisioni siano assunte decisioni coraggiose ma che avevano portato risultati positivi per la Bosnia e per il Kosovo
E potrei continuare si erano riaperte relazioni positive con la Cina si era aiutato il Sudafrica a uscire e a far liberare Nelson Mandela insomma sono otto anni nei quali il mondo cambia se posso dirlo nella direzione giusta
E a questo cambio nella direzione giusta si aggiunge anche il fatto che gli Stati Uniti erano non senza contraddizioni ma per la prima volta fortemente impegnati nella sottoscrizione di accordi di governo mondiale usiamo questa espressione che dovevano essere il pendant politico dei processi di globalizzazione economica
Fu un fatto negli Stati Uniti sotto scrivessero
La il Tribunale penale internazionale fu un fatto molto importante
Furono fatti gli accordi in sede internazionale che furono presi sui temi dell'ambiente o su altre materia e cioè c'era l'idea che alla globalizzazione economico finanziaria dovesse corrispondere un processo di rafforzamento del potere degli organismi sovranazionali
Non per questo che gli Stati Uniti rinunciassero alla loro vocazione virgolette egemonica
Ma sicuramente si rendevano conto che non poteva esserci una soluzione unilaterale nel tempo la globalizzazione
Quello che sto per dire non non deve far velo diciamo la la la la naturale istintiva simpatia culturale per una presidenza piuttosto che per un'altra che avrei difficoltà a dissimulare
Però guardo il mondo e mi sforzo di guardarlo con il massimo di obiettività possibile
Dopo che abbiamo sperimentato un'altra soluzione della crisi mondiale
E se lo guardo oggi
Temo che la battuta del dello spagnolo sia sia vera
Perché noi siamo immersi
In un conflitto le cui dimensioni e i cui prezzi sono difficilmente
Calcolabili per oggi e per domani quando io stamattina vedo
Che un altro bombardamento sbagliato in Afghanistan fa altri sei bambini morti dopo i nove che aveva fatto la settimana scorsa so che va di moda dire sono bazzecole quando c'è la guerra di che ci si preoccupa
Però mi auguro di vivere una civiltà nella quale tutto questo non si considera bazzecole
E tutti voi avvertiamo politicamente avvertiamo che il rischio del trasformarsi della vicenda di quell'area del mondo in una sorta di Pantano
Dal quale è difficile uscire
Senza aver la data vinta gli emuli di Saddam Hussein e ai terroristi ed è difficile restare senza diventare bersagli in un processo di affermazione
Di una guida democratica dell'Iraq e che potrà avvenire solo attraverso un duplice passaggio una messa in causa dell'ONU con tutte le complessità le contraddizioni anche le debolezze dell'ONU o comunque un Angie da una copertura che possa essere messo su un comando militare magari di carattere diverso e poi un'assunzione da parte degli iracheni della gestione della transizione
Ci si rende conto che essere immersi in questa dimensione la quale andar via e difficile e restare difficile
Certo non così non non ha configurato
E d'altra parte
Gianni lo dice nel suo libro non ha configurato la definizione di una soluzione al problema iracheno certa un grande fatto e questo non va sottovalutato
E qualsiasi considerazione critica si possa fare sulla guerra preventiva su tutto quello che si vuole non deve mai
Prescindere
Dalla consapevolezza che oggi c'è un nemico principale e questo nemico principale si chiama terrorismo
E che non si può considerare un problema solo degli americani quello di vincere la guerra contro il terrorismo perché per criticare la politica americana bisogna farsi carico
Perché altrimenti è troppo facile assumono una posizione che rinunciare responsabilità carica tutto sulle spalle degli americani in una sorta di grande agnosticismo
E di grande furbizia che per esempio può rischiare di animare
Anche questa parte del mondo
Bisogna sapere che noi siamo in una guerra con il trattore contro il terrorismo
E ora questa guerra ci arrivata in casa
E lo vediamo sentiamo fisicamente ma senza CED in sicurezza che rischia un po'di di di di di di di riguardare le nostre vite in una condizione che speravamo di non conoscere che non avevamo conosciuta
E però quando io sento dire a Londra ma tale
O oppure vedo quello che succede con gli obiettivi Croce Rossa ONU italiani eccetera capisco e capiamo tutti quanti che c'è in corso una guerra nei confronti di un amico che dovrà essere sconfitto abbattuto
E questo bisogna saperla non bisogna mai
Cancellare questo dato
Però forse per sconfiggere per battere questo nemico bisogna usare insieme alla forza l'intelligenza politica
L'intelligenza politica quella che deve tendere a isolare
Ai vitale radicalizzazione i a evitare conflitti di civiltà e religiosi perché dobbiamo sapere tutti che il giorno in cui
La guerra contro il terrorismo diventasse la guerra contro la religione dentro la quale si ritiene che il terrorismo quasi naturalmente sin scriva attraverso un'equazione che assolutamente ovviamente discutibile essendo per fortuna la saga per nostra fortuna la stragrande maggioranza
Dei degli islamici non fondamentalisti
Il giorno in cui dovesse scattare l'idea della guerra di religione
Sarebbe una guerra molto pericolosa per oggi e per domani Gino vuol penso che era ieri a pranzo in Campidoglio abbiamo discusso di queste cose mi diceva che secondo le previsioni la Banca mondiale
Entro venticinque anni ci saranno due miliardi di persone in più sulla terra di questi due miliardi cinquanta milioni saranno dell'Occidente
Un miliardo novecentocinquanta milioni saranno del resto del mondo
E diventa una guerra difficile da fare in queste proporzioni numerica che alla fine diventeranno proporzioni civili sociali e
E persino militari o comunque di quella forma di esercito che la possibilità di disporre di persone che vanno a morire cosa che fa saltare tutti gli schemi della sicurezza tradizionale Gianni dice in una pagina del suo libro
Nel corso dei tre medici messi di ottobre novembre dicembre due mila e due gennaio febbraio marzo due mila e tre dettagliati in queste pagine gli USA cambiano mandato per la guerra a più riprese
Guerra per disarmare Saddam guerra per contrastarne legami terroristici con Osama Bin Laden guerra per cambiare il regime di Baghdad in nome del libertario la stabilità del Medioriente guerra caccia di sterminio di armi di massa chimiche e biologica
Ed è vero
Ed è vero questa guerra avuto almeno quattro motivazioni diverso
Fatto sta
Che al di là del risultato straordinariamente importante degli iracheni della caduta di una dittatura sanguinosa e
E capace di autentici stermini come è stata quella di Saddam Hussein una dittatura troppo a lungo tollerata troppo a lungo tollerata
A fronte di questo però
E a fronte dell'intervento in Afghanistan che ormai dura da due anni
Chiediamoci se il terrorismo due anni dopo è più forte o meno forte
Se la minaccia del terrorismo è diventata più pesante per tutti noi o meno pesante
Allora per questo io dico che insieme alla forza bisogna e utilizzare l'intelligenza politica l'intelligenza di non essere mai da soli l'intelligenza di non affermare principi
Declinati quali ci si trova in imbarazzanti situazioni perché se si afferma o dei principi in base ai quali si esporta la democrazia e si esportano i diritti civili
Allora questo principio lo applichi sembrano lo applichi mai e se lo applichi una volta sia una voltano il principio non esiste più non è un principio
E se chiudi gli occhi di fronte alla Cecenia
O si chiude gli occhi di fronte al Tibet
Poi diventa più difficile motivare perché
Vai da altre parti del mondo
La guerra contro il terrorismo deve essere in primo luogo fatta attraverso l'utilizzazione di quegli strumenti che possono consentire in primo luogo di isolare gli estremismi
La guerra al terrorismo deve essere fatta risolvendo il problema del Medioriente
Il principale modo di combattere il terrorismo e di evitare la proliferazione del fenomeno dell'estremismo e del radicalismo
In quelle parti e affrontare la questione mediorientale e se nel Periodo che che ha preceduto l'undici settembre invece di sostenere la teoria del disimpegno dal Medioriente ci si fosse immersi tanto quanto si era emersa l'amministrazione precedente
Nella ricerca di una soluzione alla crisi mediorientale probabilmente
Oggi ci troveremo una soluzione diversa e da lì dobbiamo ripartire
Da lì dobbiamo ripartire perché quella è una ferita che finché non verrà saldata rimarrà come con la sua capacità di propagazione in tutta l'area
La guerra al terrorismo si vince se si dialoga tra religioni e tra cultura
Non c'è se ci si contrappone
In questo senso io credo che l'Italia possa avere un un ruolo particolare per tanti motivi
Quando noi a Roma abbiamo ospitato c'era il presidente dalla Camera il Dalai Lama il rabbino capo di Roma il rappresentante del Vaticano monsignor Celata
Il rappresentante della Federazione della Centro culturale islamico abbiamo voluto esattamente dire questo ascoltarsi capirsi non c'è il nome di Dio in nome del quale si possa non c'è Dio in nome del quale si possa fare
Togliere la vita agli altri
Questi tre elementi rafforzare i moderati
Sostenere Medioriente sosteneva soluzione Medioriente favorire il dialogo religioso al tempo stesso rimettere in causa gli organismi sovranazionali sono le chiavi attraverso le quali si può cercare di governare una situazione che altrimenti rischia di andare
Pericolosamente fuori controllo
Perché a tutto questo si aggiunge una difficoltà una crisi dell'economia
Che sentiamo avvertiamo che si sente nelle case dei siti cittadini e che aumenta il sensazione la sensazione di insicurezza
E che dunque richiederebbe di qualche elemento di stabilita
Un'ultima considerazione e concludo riguarda gli Stati Uniti ed è una anche questa considerazione in sintonia con il libro di Gianni Riotta
Da una parte si può essere contro la guerra senza essere antiamericani
Dall'altra se si è contro la guerra non si può essere anche amica
L'atteggiamento di antiamericanismo
Parte il fatto che come essere antiamericani significa non non non capisco cosa significa
Sì è contro Washington contro Chennedy contro Bush contro Roosevelt contro sale in genere contro Kerouac non so contro che cosa essere contro un Paese un atteggiamento che non non capisco
L'America ha una grande tradizione democratica un Paese che non ha mai conosciuto dittatura
Ma l'America è un paese nel quale di volta in volta
Vincono perdono determinate idee non sempre necessariamente identificabili con questo o quel partito io amo sempre amato l'America democratica America del pensiero liberale l'America della frontiera l'America che diciamo il presidente Casini attraverso la mostra in noi attraverso le celebrazioni del quarantennale abbiamo rievocato attraverso
La figura di giochi gerarchie né di ma prima di Roosevelt e di tanti altri
Però al tempo stesso deve essere consentito di criticare
Atteggiamenti da politiche americane indipendentemente da chi li sostiene senza per questo venire immediatamente nella barbarie di un dibattito politico che viene fatto un po'con la scimitarra piuttosto che con che con la ragione venire identificati etichettati con una categoria alla quale non si appartiene
Allora io credo e finisco che il libro di Gianni Riotta dia veramente sia uno dei pochi contributi a cominciare a sistemare tutto quello che ci sta succedendo intorno
Perché
Globalizzazione crisi degli organismi mondiali necessita di una guerra al terrorismo ma necessita anche di utilizzazione la politica sono coppie che appaiono oppositori per ricondurle a ad unità a sintesi ci vuole una dose di coraggio politico e di fantasia intellettuale alla quale credo che il libro di Gianni Riotta via un importante contributo del quale tutti credo lo dobbiamo ringraziare grazie
A me spetta il compito di terminare e questa presentazione
E vorrei
Dire subito
Che non si può
Leggere la prima guerra globale
Se
La si disgiunte
Da New York undici settembre
Gianni Riotta fa un'operazione molto importante
Che è quella di cercare di immedesima Hare il lettore nel punto di vista degli Stati Uniti
Io apprezzo molto come tutti sanno ma è una grande rivelazione sindaco Veltroni
Mi sono piaciuti alcuni atti simbolici che lui ha fatto
Guardate caso li avevo fatti anch'io
Tipo quello di era un rifiuto simbolico ad alto tasso di valore secondo me è quello di non vedere Tareq Aziz dopo lo show fatto nella conferenza stampa quando a Roma girava un po'osannato da gran parte anche del mondo politico italiano
Però
E appunto dichiarando questa stima per
Era globale questo libro se non cenobio undici settembre perché non c'è la saldatura di due problemi enormi che si sintetizzano nella valutazione degli Stati Uniti delle pulsazioni che vi sono state nella società americana dopo l'undici settembre
Non li abbiamo la coscienza a posto abbiamo reagito siamo stati solidali ma certo
Ma il problema è che dopo la solidarietà e dopo le pulsioni di motto di di di di fratellanza con gli Stati Uniti
Per loro è rimasto il problema per noi il problema si è piano piano andato attenuando
Non voglio essere più realista del re ma questo è un punto ed è un punto soprattutto per chi
Come me
Ritiene e Veltroni lo ha detto che la grande questione da approfondire è
Tra la scelta dell'unilateralismo
L'affermazione del valore della multilateralismo
Su questo versante si dividono le sensibilità tra Europa e Stati Uniti su questo versante a mio parere hanno sbagliato gli uni e gli altri
Mi spiego in che cosa hanno sbagliato gli uni secondo me il grande valore del post undici settembre e della missioni internazionali in Afghanistan è stato proprio la grande coalizione che gli Stati Uniti erano riuscite a trovare
Più ancora delle operazioni militari in sé il valore dell'andare in Afghanistan è stato proprio quello di creare una grande concertazione di tutti contro il terrorismo
Dico più che andare in Afghanistan perché chi conosce la realtà
Sacche purtroppo in Afghanistan il governo che viene sorretto da grandi coalizioni controlla spento qualche quartiere di Kabul ancora oggi
Perché poi ci troviamo a calare queste nostre missioni internazionali in una realtà che estremamente diverso la cui la nostra perché in Afghanistan in realtà una statualità non c'è mai stata
E cui signori della guerra i nostri militari devono necessariamente venire a patto dal mattino alla sera
E trovare un interlocutore che abbia un indice di gradimento accettabile per quelle società è un'impresa difficilissima ma in Afghanistan ci siamo andati
Con la centralità di una coalizione che avevo una legittimazione internazionale grave errore degli Stati Uniti quello di non aver fatto lo stesso percorso
Praticamente davanti a questioni che riguardano l'identità dell'Europa che vogliamo e mentre fino a ieri c'era una visione comunitaria dell'Europa che era largamente prevalente oggi questa visione non è più in grado di coagulare
E questo poiché racchiuso attorno alla questione che il Governo italiano ha oggi nella Conferenza intergovernativa e allora
Perché abbiamo sbagliato perché abbiamo rinunciato ad andare avanti con una posizione europea
E debbo dire anche alcuni Stati
Che hanno affermato
Teoricamente astrattamente il valore del multilateralismo a mio parere la prova dei fatti
Non hanno mostrato una grande coerenza
Francia e Germania hanno detto cose che noi possiamo anche condividere ma non si può affermare il valore del multilateralismo
E poi in sede di Nazioni Unite ogni volta che c'è un'ipotesi concreta per riformare le Nazioni Unite perché queste nazioni unite sono in grado a malapena di interpretare un paese vicino paesi di cinquant'anni fa è realtà
Politica interna se hai cinquanta anni fa in nome di un diritto di veto che si è ottenuto cinquant'anni fa
Non essere disponibile a nessun correttivo perché se no
Con una mano si afferma il valore del multilateralismo e con l'altra la si nega perché oggi affermare il valore del multilateralismo significa rimettere in discussione il tipo di di multilateralismo che si è realizzato a riformarlo profondamente e renderlo trasparente e renderlo più
Più capace più efficace nell'affrontare le sfide di oggi che non sono più quelle di cinquant'anni fa
Allora affermare come alcuni Paesi europei hanno fatto in nome del multilateralismo il rifiuto ad andare in Iraq e poi
Sostanzialmente di fatto tirarsi fuori da ogni tentativo vera di riforma delle Nazioni Unite a mio parere una posizione molto debole molto facile che rischia questa sì
Di legittimare l'unilateralismo che a parole si vuole contrastare dunque esiste questa questione di una debolezza complessiva da un lato degli Stati Uniti dall'altra dell'Europa
E io credo
Che oggi però il tutto posta sintetizzarci con una frase scusatemi la brutalità forse la guerra è nata male ma nessuno oggi può permettersi che finisca peggio
Nessuno
Io sono stato recentemente in Germania e debbo dire che ho tratto un'ottima impressione da questo punto di vista regni interlocutori tedeschi soprattutto da quelli che governo da Schröder a Fischer perché tutti loro hanno
La percezione chiara che anche se dissensi ci sono stati oggi nessuno può permettersi che le cose finiscano peggio se non altro per le ragioni che Riotta elenca ministro Clemente nel suo libro e che ha riportato qui della assoluta ricaduta negativa che questo esercito avrebbe in alcuni Paesi arabi cosiddetti moderati che sono comunque di interlocuzione per l'Occidente
Vorrei anche far rilevare che effettivamente l'attacco che si è realizzato a Baghdad
A Nassiriya non è stata solo contro le truppe di paesi che ma è stato contro l'ONU
è stato a contro la Croce Rossa così come questa nuova strategia il terrorismo se indirizzata solo verso alcuni Paesi europei o gli Stati Uniti d'America ma si indirizza non a caso verso l'Arabia Saudita verso la Turchia
Emblematica mente sotto il profilo religioso verso le sinagoghe
Ecco io qui vorrei introdurre un secondo punto di cui tu parli nel tuo libro
Io sono convinto che le grandi religioni tutte si siano autoriforma
Tutte se noi pensiamo alle grandi questioni religiose che riguardano anche il cristianesimo e la Chiesa cattolica
Noi guardiamo che in questi anni
Vi sono stati tentativi non sempre andati in porto ma alcune volte andati efficacemente in porto di autoriforma di tenere il passo con cambiamento dei tempi per le grandi religioni questo cambiamento non è avvenuto all'interno dell'Islam
è qui che nasce la grande questione voi pensate
Io penso al fatto che se non altro dal punto di vista economico si dovrà rimettere in discussione una certa impostazione tradizionale dell'Islam pensate che in Arabia Saudita ottocento ci sono ottocento mila autisti perché le donne non guidano
Ora questioni di questo tipo se non altro dal punto di vista economico creano un impatto tale e uno scontro fisiologico in quelle società fra i tentativi e la pensione riformisti Ka e chi vuole
Sostanzialmente riproporre una visione a mio parere
Certamente tradizionale definiamola così se vogliamo essere rispetto ordina si potrebbe definire anche in un altro modo allora questa questione
Certamente si affronta anche e soprattutto con la grande tensione di un dialogo interreligioso intenso da questo punto di vista Walter mi Argan ciò le tue riflessioni e dico una cosetta in più
Su cui credo sarai d'accordo noi dobbiamo grande gratitudine al PAC
Perché noi possiamo proclamare il valore del dialogo interreligioso ma se il Papa non avesse detto con chiarezza che nessuna guerra si fa il nome di Dio e non avesse reso esplicita la posizione della Chiesa come la resa esplicita anche insistentemente
Questo sarebbe stato interpretato nel mondo islamico come un attacco dell'Occidente cristiano all'Islam
Se si è se questa
Questo rischio è stato scongiurato questo soprattutto lo è stato per la predicazione che ha portato a volte anche a delle incomprensioni nel nostro mondo che il Papa ha fatto e che è diventata un punto di riferimento per tutti
Terrorismo
Dobbiamo affrontare il terrorismo
Riotta dice nel suo libro molto giustamente a mio parere dobbiamo affrontarlo sotto il profilo culturale sotto il profilo religioso sotto il profilo ideale suo debbo dire anche sotto il profilo militare anche sotto il profilo del contrasto e della prevenzione
Anche con l'aggiornamento di strumenti che probabilmente nelle società democratiche una parte dell'opinione pubblica riteneva superati come servizi di sicurezza che non lo sono affatto
Perché diventa uno strumento moderno di autodifesa delle società società che si dovranno abituare anche ad un tasso fisiologico di rischio superiore a quello a cui noi pur
Per fortuna o purtroppo ci siamo abituati negli ultimi negli ultimi anni
Il tema della democratizzazione dei paesi della promozione della democrazia
Qui bisogna
Trovare una via centrista diciamo sinceramente perché se noi una via di mediazione tra il quello che
Possibile sotto il profilo pragmatico anche attuare quello che invece è un fu fatto un po'mi
è logico
E non so fino a che il profilo giusto fino che punto giusto
Noi possiamo esportare la democrazia naturalmente la nostra democrazia secondo la nostra visione
Penso che impostato in questi termini la questione irrisolvibile noi dobbiamo cercare di trovare una composizione tra gli standard democratici
Solitamente intesi dalla gran parte dell'opinione pubblica mondiale quelle che sono anche realtà
Che a questi Standa si possono avvicinare con una gradualità molto molto diverso da quello che
Il nostro grado di comprensione molto lenta e questo vale per tanti Paesi
La Cina ma pensate il livello di incremento della popolazione della Cina la situazione di una
Grande potenza come la Cina questo non segni
Ka che noi ci dobbiamo abituare a valutare gli standard democratici a secondo delle circostanze ma certamente una gradualità i in caso di questo tipo è e assolutamente inevitabile perché non dimentichiamoci mai il proverbio che delle migliori tra dell'Emilio ori intenzioni è lastricata la via dell'inferno allora cerchiamo di rendere compatibile lo sbocco democratico con quello che un qualche ordine mondiale che noi dobbiamo garantire sono discorsi sì delicati per alcuni versi possono essere anche impopolari difficili da spiegare senza dubbio ma io credo che una classe dirigente seria con queste questioni devia inevitabilmente confrontarsi l'ultima le cose Medioriente sono
Tu parli spesso con amici israeliani se è stato ospite tuo sì non perse l'altro giorno
Stiamo attenti anche alla realtà del mondo palestinese per le sofferenze che vive giornalmente e per lo stadio di umiliazioni a cui è sottoposto un popolo e anche al mondo
Israeliano
Il senso di accerchiamento che vede l'opinione pubblica israeliana temere la sopravvivenza dello Stato mi riferisco da questo punto di vista ad esempio al tema del diritto di ritorno perché la società israeliana teme da un lato la possibilità del diritto di ritorno e dall'altra la creazione Stato palestinese dopodiché è una prospettiva di minoranza nel proprio Stato e di Stato palestinese di fianco lo Stato di Israele è una questione molto delicata certamente
Noi non dobbiamo
Piegarla ci alla visione dei governi perché la realtà delle società è molto più complessa c'è stata questa Accordo di Ginevra che è stato il frutto diciamo così della società civile
Ma non vi è dubbio che si siano perse da questo punto di vista grande occasione
Mi riferisco a quello cui tutti se riferito cioè alla possibilità che Clinton e Barak avevano dato dalla fatte di fare un accordo di pace che a mio parere sarebbe stato di grande prevede Enza anche per il mondo palestinese
Il ruolo dell'Europa io mi auguro che ci possa essere una composizione delle visione diverso in queste ore certamente una valutazione molto profonda e non legata al contingente si dovrà fare dopo la Conferenza intergovernativa perché io credo che l'l'Europa veramente sia uno snodo fondamentale se non va avanti inevitabilmente sarà costretto ad andare indietro a ripiegare su una visione intergovernativa che farà dimenticare in prospettiva l'Europa comunitaria qui molti di noi pensano e
E
Determinerà determinerà parallelamente all'Europa venticinque una realtà completamente di sa da quella che solo fino a qualche anno fa nel potevamo immaginare anche di questo dobbiamo tener presente nel rapporto con gli Stati Uniti d'America
Io ringrazio moltissimo il presidente Casini il sindaco Veltroni e voi tutti credo che avete ascoltato parole di grande saggezza grazie a tutti
Siamo informati
Va bene