"L'allargamento ad est dell'Unione Europea: sfide ed opportunità per l'Italia" - presentazione dello studio realizzato dalla Confindustria con il contribuito del Dipartimento degli affari economici della Presidenza del Consiglio, del Centro studi di Confindustria e dalla Direzione integrazione europea del Ministero degli Esteri (org. presso la Sala della Giunta di Confindustria in viale dell'Astronomia 30)

Bene
Buonasera a tutti
Anzitutto ringrazio il presidente Giuliano Amato i relatori i partecipanti a questo incontro nel quale presentiamo una serie di ricerche che però nel loro insieme fanno un unico studio
Su un tema strategico cioè il problema il tema dell'allargamento a destra dell'Unione europea e che cosa questo significhi in termini di opportunità distinte per il nostro sistema Italia lo studio è nato dall'idea di un gruppo di del di un bel gruppo di consiglieri del presidente del Consiglio
E stato promosso dal Dipartimento per gli affari economici della presidenza del Consiglio dei ministri ha visto il contributo di vari enti istituzioni nostro il nostro centro studi di Confindustria Confindustria da grande rilevanza ai temi europei intende come dire se un soggetto attivo di proposizione di dibattiti sui grandi temi che riguardano il futuro dell'Europa e non ci siamo occupati nello specifico della parte commercio
E investimenti diretti c'è stato qualcun'tributo del CESPI sulla mobilità delle persone il contributo dell'ISPI sulle implicazioni del bilancio comunitario
E hanno altresì contribuito in modo determinante la direzione integrazione europea del ministero degli esteri la direzione politica di sviluppo e coesione del ministero del Tesoro
Dico come dire a nome di chi ci ha lavorato con una qualche orgoglio che credo che sia stato fatto un buon lavoro
Su un tema così rilevante istituzioni diverse sono messi insieme hanno creato un documento che non esisteva prima un documento ovviamente di partenza che però pone con chiarezza i problemi le i vantaggi le opportunità e le problematiche legate a un processo di questo tipo
Ovviamente nell'allargamento e lo sappiamo tutti abbiamo scelto di concentrarci fare una riflessione su questo tema perché l'allargamento una grande opzione strategica è un obiettivo politico sociale importante
è una anche delle questioni di politica economica sull'agenda internazionale di grande rilevanza
Peraltro mi ha detto che questo processo di integrazione non inizia oggettivamente inizia
Ma all'inizio degli anni Novanta con la ratifica degli accordi europei Reggiana contemplavano come fine ultimo l'ingresso di questi Paesi nell'Unione
Non c'è dubbio che negli ultimi anni questo processo ha subito un'accelerazione importante con il consiglio europeo di Lussemburgo prima di essi che dopo siamo arrivati ad avere tredici candidati paesi candidati all'ingresso nell'Unione e con dodici oggi sono in corso negoziati Complessi ma che comunque proseguono
E oltretutto nell'ultimo anno la Commissione stessa ha stabilito una road map per cercare di concludere quei Paesi più avanzati le trattative nell'arco del due mila due quindi come dire siamo entrati in una fase decisiva di questo processo
E processo è un processo molto complicato molto importante ma anche delicato i motivi sono nonché tutti questo non è semplicemente un nuovo ingresso ma l'ingresso di tredici Paesi tredici Paesi che vengono da un'economia pianificata che hanno strutture amministrazioni come dire non abituate all'economia di mercato anche se questi Paesi negli ultimi anni hanno fatto passi in avanti importanti
C'è un gap di PIL di grande rilevanza nel novantanove il reddito pro capite della media dei Paesi pecora circa il quaranta per cento rispetto alla media UE c'è anche una struttura economica molto diverso molto quelli di un peso in particolare del dell'agricoltura molto maggiore
Rispetto agli altri Paesi e allora è chiaro che questo processo di allargamento porterà delle implicazioni dei cambiamenti per tutti certamente per i Paesi candidati che vedono la prospettiva di un miglioramento della qualità della vita della l'ingresso nell'euro per a questo significa per loro anche cambiamenti radicali difficili
Per gli attuali membri dove certamente come diremo poi nel corso di questa discussione ci sono delle opportunità ma ci sono anche delle paure alcune fondate altre no di flussi migratori di una competizione diventa più agguerrita alti costi dell'allargamento che come dire possono essere piuttosto rilevanti ci sono anche implicazioni molto importanti per l'Europa credo che tutto il processo di riforma istituzionale che già probabilmente era necessario con l'Europa quindici a questo punto diventa assolutamente improcrastinabile purtroppo Rita
Non azzimato passi in avanti significativi come forse tutti noi abbiamo voluto
Ma significa anche un cambiamento di quelli che sono stati come dire le politiche di base della della dell'unione europea in particolare sulla politica agricola comune sulle lezioni strutturale quindi c'è complessivamente ci sono indicazioni molto rilevanti per tutti gli attori
E allora in questo momento in questa situazione dove c'è un processo di alla c'è di accelerazione non v'è dubbio che gli stati membri sono chiamati a un maggior coinvolgimento
Dovranno definire la propria posizione su una serie di temi e dovranno definire qual è il proprio interesse ovviamente questo ci tengo a sottolinearlo il proprio interesse va sempre stabilito enologica di progressiva e sempre maggiore integrazione europea
Non tornando a logiche di protezionismo di chiusura però voglio che c'è un problema di interesse nazionale gravissima logica europea ed ha portato avanti credo questo è stato detto spesso da molti che ormai siamo passati da una fase come dire di Euro romanticismo dove tutto quello che veniva dall'Europa veniva visto come positivo per definizione una fase come dire di euro reali ISMU una fase più dura però anche più concreta dove è necessaria una grande attenzione ai temi europei una grande attenzione a questi negoziati che sono sono in corso quindi oltre a questo aspetto quindi di definire una posizione penso che all'interno degli stati membri e questo certamente vale anche per l'Italia sarà necessario anche promuovere un dibattito ampio che coinvolga anche l'opinione pubblica su questo grande tema dell'allargamento per evitare magari come dire
Informazioni sbagliate diffidenza e paura invece per spiegare quali sono i veri problemi che appunto l'obiettivo proprio di questo studio è quello di dare un contributo concreto alla dibattito su questo tema di stimolare riflessioni approfondimento
E anche quello di fornire un quadro aggiornato e completo sui rapporti dell'Italia con questi Paesi per evidenziare quali sono i veri temi cruciali quali sono i vantaggi quali sono
Le gli aspetti problematici magari anche indicare qualche linea di ragionamento e di azione io ricordo solo molto brevemente poi lascio la parola ai nostri di Scala Santa quali sono le conclusioni o quanto meno i temi che pone questo studio dal punto di vista economico il continua lo studio e lo dice con chiarezza l'allargamento per l'Italia avrà complessivamente un impatto positivo anche se limitato nelle dimensioni
In realtà è chiaro che per Alitalia e per l'Europa
E nel suo insieme all'Europa e quindici l'integrazione con un'area retratta sì ma con grandi prospettive di sviluppo pone la possibilità di grandi come dire esportazioni che sono maggiore saranno anche maggiore rispetto all'importazione oggi già l'Italia
Ha un surplus di sei mila miliardi si stima che anche in futuro potrà rimanere
Limitato perché oggi sono già quasi del tutto cadute ormai le barriere doganali commerciale con questi Paesi e le importazioni
Di questi Paesi incidono per non più dell'uno virgola cinque per cento del nostro prodotto industriale quindi la la l'impressione perché si recava dello studio che soprattutto per i primi ingressi quindi escludendo
Romania e Bulgaria l'impatto sarà positivo anche se limitato
Problemi più ci potranno essere per l'ingresso di Romania e Bulgaria intatta sarà positivo anche sugli investimenti diretti all'estero
E lo lo studio dice anche per quanto riguarda i flussi migratori la sensazione che il problema riguarderà soprattutto Germania e Austria per l'Italia l'impatto sembra abbastanza limitato noi avremo più problemi abbiamo già problemi avremo più problemi
Da flussi migratori che verranno dai Paesi dei Balcani Albania ex Jugoslavia dove c'è il problema è sentito ed è questo che anche dal punto di vista la popolazione spaventa di più più che
Flussi
Di immigrazione dai Paesi candidati ma insomma importante non è che è tutto semplice
E non è che tutto positivo ci sono alcune problematiche molto importanti che io cito solo e poi nostri Scala Santa approfondiranno un primo aspetto riguarda i negoziati è molto importante che l'adesione venga fatta nel rispetto delle regole del mercato unico e della concorrenza non ci deve essere lesione della concorrenza
Ed è molto importante che si cerchi realmente di misurare la capacità da parte di questi Paesi di recepire la chi comunitarie qui c'è un problema serio che lo studio mette in evidenza dello sviluppo in questi paesi di istituzioni che siano realmente in grado di
Affrontare di di di di Reggio una economia di mercato e ci sia la reale capacità di fare applicare le leggi questo è uno dei punti critici
L'altro aspetto che riguarda i negoziati molto importante che viene anche come richiesta dal nostro mondo che sia posta grande attenzione nella concessione dei periodi transitori ci sono alcuni temi quali per esempio
L'ambiente sia molto sensibile c'è un timore corretto di dumping ambientale
C'è un problema un timore su aiuti di Stato che spesso le industrie di questi Paesi ricevano c'è un problema di standard tecnici minimi una prima problematica importante come vengono fatti i negoziati
E il tema dei periodi transitori
Un secondo tema molto importante quello della Policoro politica agricola comune è un tema come dire molto sensibile dal punto di vista politico ma non v'è dubbio che l'allargamento dovrà apporre l'esigenza di una riforma della PAC terzo tema che certamente forse è il più rilevante e quello della politica regionale e di coesione
Non vi è dubbio che l'ingresso di questi Paesi da solo non risolverà i problemi di come dire di i problemi che già sono presenti nelle aree deboli degli attuali aree a quindici
E non v'è dubbio che con l'ingresso di questi Paesi le disparità regionali diventeranno ancora maggiori allora
Su questo tema delle politiche coesione noi crediamo e questo anche una dei punti importanti dello studio che sia necessaria una revisione complessiva e a trecentosessanta gradi rapporto Bernier
Ci sembra molto limitante ipotizza solo cambiamenti minimi invece qui c'è bisogno di un ripensamento a trecentosessanta gradi molto importante lo riteniamo questa una posizione
Di Confindustria che ci sia un altro problema molto importante che da qui al due mila sei sia necessario a come dire fare delle cose molto importanti e forte per far sì che questi Gatta
Diminuiscano essi sia Sissi al mulino se possibile e quindi è molto importante di cui ci vengono fatte delle politiche di convergenza porte la nostra proposta di differenziazione fiscali e note crediamo che come dire sia necessario andare nella sputare sulla strada di una maggiore flessibilità che venga concessa agli Stati membri negli interventi a livello regionale
C'è poi un problema di che cosa succederà dopo il due mila sei
La nostra sensazione che il parametro del reddito da solo non basti
Anzi se si rimane solo sul parametro del reddito per quanto riguarda l'Italia solo la Calabria e la Campania
Rimarrebbero ammissibile l'Obiettivo uno e questo certamente sarebbe negativo quindi pensiamo che debbano essere pensati anche i vari parametri per esempio ipotizzando che accanto al reddito vengano considerati parametri quali tasso disoccupazione col deficit infrastrutturale che è molto come dire forte meglio nelle nostre aree ultimo aspetto poi chiudo c'è un problema molto importante ne ha parlato anche presidente Amato stamattina in un'intervista c'è tutto il tema istituzionale che ho citato all'inizio Nietzsche non ha risolto i problemi i problemi istituzionali rimangono ancora tutti sul tappeto sarà necessario dare una maggiore funzionalità all'istituzione comunitaria e sarà necessario
Evitare come dire di dare troppo peso alla logica intergovernativa e dare invece peso alla Commissione e al Parlamento sarà necessario arrivare una suddivisione chiara di poteri tra Europa estati
E sarà anche credo necessario questo dal tema che consente così evidenziava
Come dire coinvolgere la Pubblico opinione su questi temi europei ed evitare che questo gap tra cittadini Europa diventi sempre più forte e crei problemi quindi su tutti questi temi c'è e necessità di riflettere ce ne si sa di aprire il dibattito né speriamo con questo studio di aver dato un contributo fattivo al che al fatto che l'Italia posso come dire avere una posizione forte e condivisa
E utile forte anche da portare in Europa e che possa alla fine fare il proprio interesse però come dire spingendo sempre per una maggiore integrazione per un nuovo ritorno agli agli egoismi per un'Europa più unita più forte che possa dare un futuro migliore a tutti noi grazie
Lascia ora la parola alla professor Padovan che ci illustrerà alcuni aspetti sulla lo stato di avanzamento del negoziato il suo riflessione complessiva
Albert
Ma un modo possibile per descrivere il processo di allargamento all'Unione Europea
Quello di vederlo come l'interazione fra una domanda di integrazione che proviene dai Paesi candidati e un'offerta di integrazione che l'adeguamento delle istituzioni e delle strutture dell'unione europea per raccogliere questi nuovi membri
Quello di di cui voglio parlare nei pochi minuti che vi ruberò una volo d'uccello su queste questioni a che punto siamo con l'adeguamento della domanda cioè del comportamento degli stati membri
Alle richieste dell'Unione europea e quali sono i problemi che l'Unione europea deve ancora in qualche modo a in qualche caso cominciare ad affrontare per far sì che la sua offerta di integrazione sia adeguata per un club di membri che si avvia ad essere di trenta unità
Sì guardiamo quello che ci dicono lei istituzioni internazionali
Scopriamo che il grado di aggiustamento dei paesi membri dell'Unione
Dal punto di vista della transizione delle loro economie verso un assetto di mercato in alcuni casi buono in altri casi più che soddisfacente in altri casi ancora
Ancora lascia a desiderare
C'è chiaramente come si vede da questa prima tavola ma è un dato noto una distinzione fra i cosiddetti due gruppi dei pecco il gruppo pecco Lussemburgo che il primo gruppo di adesione
E il gruppo Pécout Helsinki che racchiude tra i Paesi dell'Europa centrorientale quelli ammessi inizialmente in una seconda ondata
Ma che adesso fanno parte tutti quanti del gruppo naturalmente la distinzione fra questi Paesi la differenza da questi Paesi rimane in alcuni casi elevata possiamo notare però che in alcuni settori come i settori delle piccole e medie imprese il commercio estero il grado di adeguamento in base ai giudizi in questo caso della banca europea della verde
Sono sufficientemente elevati e tali da essere come dire pienamente Accolti come sappiamo anche la Commissione europea qui possiamo saltare due solai sapevano perdere troppo tempo
Anche la Commissione europea
Stila delle classifiche un uno sport perché va molto di moda di questo periodo
Sfida delle classifiche sul grado di prontezza dei Paesi candidati anche qui distinguendo fra i Paesi pecco Luxemburgo il Pecora Helsinki
Notiamo che come diceva la dottoressa Marcegaglia prima il grado di recepimento
In questi paesi della in senso lato della chi comuni terra cioè delle insieme di regole di istituzioni che servo a fare di questi Paesi membri a tutti gli effetti di unione europea in molti casi più che soddisfacente in altri in altri ancora deve compiere dei progressi il quale il primo messaggio quindi che vorrei mettere sul tavolo che dal punto di vista della domanda di aver di integrazione cioè della adeguamento di questi Paesi naturalmente ci sono velocità diverse
Ci sono anche entusiasmi diversi ma la direzione è indubbia
In dubbio il fatto che questi Paesi faranno parte dell'Unione europea si tratta di decidere con quale velocità ed eventualmente con quale scagliò natura nel tempo
Quindi questo è il punto di partenza il punto invece su cui vorrei soffermarmi un pochino più a lungo è quello che ho provato a definire come l'Offerta di integrazione cos'altro dobbiamo fare noi intesi come paesi membri ma anche come istituzioni
Comunitarie
Per modificare la nostra struttura il nostro sistema di regole in modo tale che il recepimento di questi membri
Dia vita ad un club in cui stiamo tutti bene assieme invece non ci sentiamo scomodi perché siamo diventati troppi
Altri parleranno in particolare su temi relativi alle questioni commerciali e le questioni degli investimenti con particolare riguardo alla posizione italiana che già era stata brevemente tratteggiata prima io vorrei qui segnalare in modo veramente sintetico tre campi nei quali a mio avviso come emerge da alcune parti dello studio
C'è ancora parecchio da fare e non illudiamoci che sarà facile farlo
Mi riferisco a tre aree che sono la questione delle politiche della politiche migratorie
La questione del Bilancio che è stata già sollevata e la questione più ampia della dimensione regionale che si presenta e si presenterà sempre più come una delle questioni chiave
Dell'allargamento negli anni avvenire
Sulla questione
Sulla questione della migrazione è stato già detto prima che se uno guarda sia i dati attuali cioè la presenza di stranieri in Italia provenienti dai Paesi Petko il loro numero è decisamente non preoccupante se posso usare questo termine un po'forte
E sicuramente inferiore nel suo complesso per esempio al numero di stranieri provenienti da altre parti del bacino mediterraneo dei Balcani sto pensando all'Albania
Questo è un primo dato che dovrebbe tranquillizzare coloro i quali si aspettano dall'allargamento un flusso migratorio insostenibile o comunque difficilmente sostenibile nel breve termine
Il grafico che voi state osservando inoltre dice un'altra cosa in questo caso specificatamente per quanto riguarda l'Italia e cioè questo grafico direbbero gli economisti mostra un'evidente correlazione negativa
Tra l'occupazione la disoccupazione
A livello regionale nel nostro Paese che la presenza del la presenza degli stranieri nelle regioni questo vuol dire che laddove le prospettive di occupazione a livello regionale il nostro Paese sono più favorevoli
Questo si accompagna ad una presenza degli stranieri che quindi in qualche modo svolgono un ruolo di complemento al mercato del lavoro locale non voglio dire più di questo
Voglio semplicemente osservare che in qualche misura questi flussi migratori almeno apparentemente
Vedo che il presidente del Consiglio non è d'accordo e chiedo scusa
Grazie presidente
Se grazie alla fanciulla sì certo realmente
Quindi la la l'implicazione che derivano da questa semplice correlazione
è che in qualche modo un meccanismo di mercato dal punto di vista territoriale dei flussi migratori ci aiuta nella allocare in modo non eccessivamente
Fastidioso questi flussi aggiungo poiché come l'esperienza dei precedenti allargamenti quelli per esempio della Spagna del Portogallo
Hanno mostrato
Anche se inizialmente ci si può attendere un flusso migratorio eccessivo l'aggiustamento che può richiedere qualche anno non molti
Riporta l'equilibrio demografico sul mercato del lavoro su livelli accettabili perché quindi un problema di politiche migratorie credo che ne parlerà Marta Dassù perché se questa è la prospettiva italiana non è detto che sia la prospettiva di altri paesi membri dell'Unione e senza una politica comune quindi una prospettiva condivisa fra i Paesi dell'Unione
Questo problema non potrà essere affrontato in modo soddisfacente tenendo presente che altri Paesi potrebbero esserne colpiti in in misura maggiore di quanto non avvenga per nome la seconda questione che voglio solo accennare
Riguarda
Il bilancio
La tabella che vedete è l'unico dato certo da cui possiamo partire questa tabella e tratta dalle conclusioni della presidenza dell'Unione Europea al Consiglio europeo di Berlino del marzo novantanove quindi due anni fa
E la la conclusione della presidenza che incorpora nella struttura del bilancio dell'Unione l'ipotesi di un allargamento a ventuno membri
Vedete che c'è una voce
Il le cifre sono state molto sintetizzate che riguarda specificatamente l'allargamento perché ve la sottopongo
Perché questo è quello che ufficialmente abbiamo non abbiamo altro su questo aspetto il dibattito è in gran parte tutto da fare
In e da fare sia per quanto riguarda la dimensione assoluta del bilancio sia per quanto riguarda la valutazione degli impatti sul bilancio dell'allargamento
Sia per quanto riguarda la suddivisione delle risorse all'interno del Bilancio fra le varie voci naturalmente una problema da risolvere anche tenendo conto che l'allargamento nella prospettiva del quadro di bilancio successivo al due mila sei
Incorpora un orizzonte temporale nel quale i nuovi paesi membri non sono solo sei no dovrebbero essere qualcuno di più
Quindi questo lo lascio come un problema aperto immagino qualcun altro riprenderà e cioè su questo punto ancora dobbiamo fare molta strada
E non è detto che i tempi de i tempi politici interni a molti Paesi membri ci permettano di essere ottimisti sulla rapidità con il quale il nuovo bilancio quello vero sarà predisposto per
Per permettere l'allargamento
Vengo infine all'ultimo punto che volevo trattare coi smetto che riguarda la questione anche se ha già sollevata dall'introduzione
Delle differenze che saranno conseguenza dell'allargamento
In questa serie di slide se vedete
Una fotografia quindi non un processo dinamico una fotografia della diseguaglianza per esempio in termini di reddito pro capite che alcuni dati al novantanove quindi con i dati che non tengono conto dell'evoluzione si avrebbe sei nel novantanove l'Unione europea fosse a ventisette membri che non sono i ventuno di prima
E vedete che a livello di paesi la differenza fra i più ricchi e i più poveri sicuramente si allarga
Questo dato lo possiamo vedere nella successiva diapositiva diventa ancora più evidente se invece dei dati nazionali prendiamo i dati regionali e cioè ci chiediamo
Sempre con dati in questo caso novantotto perché erano i dati che a livello regionale la possibile tener presente
Vediamo che nella ipotesi sempre un'ipotesi di lavoro statica una fotografia se nel novantotto l'Unione europea avesse avuto ventisette membri la differenza in termini di PIL pro-capite in percentuale della media dell'Unione sarebbe stata ulteriormente allargata
E infine l'ultima slide che non fa che confermare quanto appena detto
La differenza regionale qui viene misurata non tanto in termini di PIL pro-capite quanto in numero di regioni nelle ipotesi dell'Unione Europea quindici europea ventisei questo
Per escludere Malta senza offesa assolutamente questione di Malta è una questione di omogeneità di dati
Vediamo che il numero di regioni al di sotto della dei notai fatidica cifra del settantacinque per cento del PIL aumenta considerevolmente
Tutti questi dati sono probabilmente notti io voi indicano confermano quanto si diceva prima e cioè stando così le cose se oggi l'Unione europea fosse di molti più membri di quella che le divergenze tanto tra Paesi ma soprattutto fra regioni sarebbero molto più ampio e questo significa che se l'Unione Europea deve come vuole far fronte al suo fondamentale impegno di uno sviluppo basato sulla coesione e quindi sul tenere assieme invece che aumentare le distanze
Si troverebbe a affrontare problemi seri
Naturalmente gli economisti aggiungerebbero subito che questa è una visione distorta quello che conta non è la fotografia di un ipotetico oggi quello che conta è individuare un processo di convergenza di calcina
Delle parti più povere verso livelli di vita più ricchi più elevati questo di solito succede non succede sempre non succede per tutte le regioni è successo per alcune regioni europee Paesi non è successo per tutti
Non possiamo onestamente dire con certezza quanto il processo di Calcinate interesserà le regioni e i Paesi in Europa allargata
Quello che però possiamo dire o comunque cominciare a riflettere e che la dimensione regionale intesa in senso ampio sarà necessariamente più importante in questo non significa soltanto avere un occhio alle misure di riequilibrio regionale
Questo significa avere un occhio al modo in cui problemi regionali dovranno essere affrontati
In una strategia inclusiva di aumento dell'offerta di integrazione e in questo senso io
Non posso che confermare alcune delle cose che venivano dette nell'introduzione a riguardo alla opportunità di iniziare un riconsiderazione in senso ampio dell'approccio ai problemi regionali alle politiche regionali e qui concludo ricordando tra gli aspetti di questa necessaria a mio avviso di considerazione
Innanzitutto è la dimensione regionale non so accanto ma forse più di quella nazionale che merita una analisi attenta
Perché a questo livello che le distanze e le possibili i possibili Gatti che potrebbero anche aumentare
Sono più evidenti
In secondo luogo nel momento in cui ci si pone a livello di Unione l'obiettivo di mettere in pratica politiche
Regionali efficaci bisogna forse fare qualche sforzo in più sulla valutazione delle esperienze passate
Non basta fermarsi alla valutazione delle erogazioni occorre valutare con criteri anche nuovi come risorse disponibili per le politiche regionali e non sto pensando soltanto a quelle dei fonte Unione Europea
Si traducano in risultati
Infine andare un po'oltre quello che nel pur pregevole rapporto che la Commissione ci ha proposto sulla politica di coesione sì offre è il giudizio degli estensori di questi parchi dello studio
Che proprio perché la sfida dell'allargamento pone in misura massiccia la questione degli squilibri occorre aggiornare svecchiare la filosofia la strategia con la quale a livello di Unione livello di paesi si affrontano queste tematiche grazie
Grazie professor pare non lascio la parola a Giampaolo Galli
Sì io dirò della parte dello studio relativa alle conseguente commerciabili su cui abbiamo lavorato poi tornerò anche su alcuni dei punti
Già inquadrato Padovan sul sulla politica di coesione
L'approccio che noi abbiamo seguito in questo studio è stato un approccio come dire prudenziale cerchiamo di capire se non vengono fuori dei guai facendo
Identificare le difficoltà le le aree e quindi ci sembrava importante
Cominciare a guardare alcuni numeri voi vedete qua che sono i numeri che ci dicono che dal punto di vista commerciale ci sono altri punti di vista quello istituzionale che hanno altre altre dimensioni
L'impatto dell'allargamento dovrebbe essere un impatto relativamente modesto
Il dato di fondo che il prodotto interno lordo di tutti i dieci Paesi dell'Europa centrorientale
Il prodotto interno lordo complessivo di questi Paesi non supera il cinque per cento del prodotto interno lordo dell'Unione attuale dell'Unione quindici
Per avere un punto di confronto
Grecia Portogallo e Spagna negli anni ottanta rappresentavano il dieci per cento dell'Unione Europea di allora quindi in un certo senso in termini di dimensione economico questo allargamento l'allargamento più piccolo
Anche se è più grosso in termini di popolazione
Le importazioni dell'Unione Europea da questi Paesi sono l'un per cento del PIL dell'Unione europea e per l'Italia questo numero è anche un filino inferiore
Anche immaginando un travolgente sviluppo è difficile immaginare che queste importazioni possono raddoppiare nell'arco del dei prossimi due decenni
Malgrado l'altra considerazione che ci pare fondamentale che un punto di preoccupazione quello ma questi hanno un costo a differenza in qualche modo di Spagna Grecia ogni misura maggiore di quei Paesi
Qui c'è un divario di costo del lavoro che norme e di costi di produzione in generale allora qui è rilevante la considerazione malgrado evidentemente il più basso assai più basso costo del lavoro di questi Paesi
Sia l'Unione europea che l'Italia in particolare hanno un surplus commerciale Unione Europea diciassette miliardi di ECU di di euro
Italia a un surplus ti quasi tre miliardi di euro nei confronti di questi Paesi
E qualche ragionamento e qualche analitici convincono del fatto che questo surplus è destinato a permanere nei prossimi anni questi sono paesi che stanno
Che giusta che stanno convergendo che crescono a un tasso di crescita maggiore del nostrano fortissimo bisogno di importare beni capitali per lo sviluppo ma mano che
C'è lo sviluppo aumentano anche i beni di consumo come di fatto la domanda del di beni di consumo
Da parte di questi Paesi Rodrigo sono prodotti da noi questo è già successo in questi anni quindi verosimilmente questi sono Paesi che avranno dei disavanzi commerciali finanziati con afflussi di capitale quindi
Questa cosa vista dal nostro punto di vista significa più esportazioni verso quei Paesi e anche maggiori flussi
Di investimento i flussi di investimento stanno fortemente crescendo verso quei Paesi e quindi occasione come dire di internazionalizzazione anche per le nostre impresa un punto assolutamente cruciale perché a capire come dire
Dove stiamo con i negoziati quali sono le cose da fare che le barriere commerciali sono già sostanzialmente cadute con gli Europe Dreams ma non ci sono più barriere tariffarie su cui negoziare quindi c'è già una un'area di libero scambio che si è creata in Europa e questo ha già dato dei risultati il commercio con questi Paesi sta crescendo a ritmi estremamente elevati
L'altro punto che a mio avviso è importante avere presente che per questi Paesi l'accesso all'Unione Europea significa standard più stretti
Ambientali e di lavoro ce devono a recepire norme standard che noi abbiamo già recepito e che per loro comma vuol dire maggiori costi maggiori anche difficoltà sotto il profilo compì della della competitività delle loro imprese non è ovvio alla fine che l'accesso di questi Paesi voglia dire che questi Paesi diventano più competitivi
Nel senso tradizionale del termine cioè che noi subiremo una maggiore pressione competitiva quello che è chiaro è che si andrà a creare un terreno di gioco meno diseguale
Fra noi e loro dal punto di vista degli standard fermo restando che evidentemente per un lungo periodo di tempo questi avranno dei costi di produzione
Che rimarranno più bassi ma questo ci ce gli hanno comunque che sia stiano dentro che stiano fuori
Trovo abbastanza utile guardare un attimino dentro della prossima tabella guardare dentro il saldo commerciale come ho detto positivo dell'Italia verso i pecco
Noi stiamo quei due virgola otto miliardi di Euro
C'hanno dentro un tre virgola due miliardi di euro di prodotti manifatturieri siamo forti
Nella chimica ovviamente nella chimica fine siamo forti nella meccanica siamo il secondo esportatore europeo di beni strumentali
Ma siamo anche questo è il dato a mio avviso interessanti abbastanza forti e comunque in surplus di un miliardo di ECU nel settore manifatturiero tradizionale di base e quindi in quello che in teoria dovrebbe essere più colpito dagli basta alle differenziali di costo del lavoro
In sostanza cosa succede succede quello che sappiamo e cioè che i nostri prodotti hanno un livello qualitativo diverso
Quindi è vero noi importiamo prodotti tradizionali da quei Paesi ma importiamo gamme qualitative più basse ed esportiamo più di quanto importiamo sul legame qualitative
Più elevate naturalmente nel corso del tempo ci aspettiamo che aumenti prossimi anni aumenterà sicuramente la divisione del lavoro per cui le fasi del del lavorazione a più basso valore aggiunto a più alta intensità di lavoro tenderanno andare in quei Paesi il che io considero essere un processo
Positivo se qui rimangono le fasi a più alto valore aggiunto dal punto di vista della competitività come dire anche in un'ottica dissi stretta interesse nazionale d'interesse delle nostre impresa
Abbiamo poi un'analisi dei la situazione per quello che riguarda i movimenti di capitale secondo me diciamo la cosa fondamentale da dire che la liberalizzazione in quasi tutti questi Paesi è ormai pressoché totale
Anche qui quindi un po'improbabili che ci siano grandi cambiamenti dello scenario come dire finanziario ci aspettiamo sicuramente con l'accesso maggiori certezze dal punto di vista della politico e anche come dire dal punto di vista della della sicurezza di poter recuperare gli investimenti del quadro legale così a fronte di questi vantaggi commerciali e finanziari
Ci sono però dei nodi aperti nel negoziato
Alcuni dei quali sono molto serio mi limito a citare quelli che riguardano il mercato interno la posizione su questo che ha preso l'Unione europea e la commissione cioè la la cosa che ricordava prima padano accettazione della chi
Comunitario va bene ci sono però problemi di implementazione amministrativa di
Periodi transitori
Ci sono quattro aree critiche che si possono individuare
Una è quella degli aiuti di stato in quei paesi qui è difficile accettare molti di questi Paesi chiedono periodi transitori vero che per esempio per quello che riguarda la siderurgia qui è difficile
E e quella della siderurgia di questi Paesi sarà una storia altrettanto dolorosa di quella che è stata la storia della nostra siderurgia nell'adeguarsi
Agli standard europei sia dal punto di vista della rete d'acquisto della redditività della degli aiuti di Stato dell'ambiente e così via
Questo sarà sicuramente un capitolo delicato o un altro capitolo
Dedicato e molto grande quello della normativa ambientale molti di questi Paesi chiedono
Deroghe per qualcosa come dieci anni rispetto agli standard nostri i costi di adeguamento al gli standard europei sono stimati nell'ordine di un per cento del PIL all'anno
Per dieci anni quindi sono dei costi molto grandi e tuttavia noi crediamo che si debba come dire se va a fare una cosa ragionevole accettabile per questi Paesi però si debba evitare
Come dire di avere una situazione di disparità
Fra impresa delle due aree che sia eccessiva e soprattutto si deve evitare come dire che ci sia poi una tendenza a rinviare continuamente l'aggiustamento
C'è un problema di tutela della proprietà intellettuale in molti alcuni di questi Paesi non hanno ancora attuati attuato gli impegni degli Europe Agreements per quello che riguarda
I brevetti la tutela della proprietà intellettuale un problema che è particolarmente serio nelle nei settori ad esempio la farmaceutica ad alta intensità di ricerca
Infine il tema degli standard tecnici e di certificazione dei prodotti che è un tema non solo di tutela della concorrenza o di parità delle condizioni tutti corre concorrenziali è soprattutto un tema di tutela del consumatore
In settori in particolare come l'elettronica l'alimentare ancora la farmaceutica ma tanti altri giocattoli cioè bisogna che ciò che circola nell'Unione Europea abbia gli standard anche Val consumatore non europea
Abbia gli standard dell'unione europea questo è un terreno estremamente complesso minato per molti versi ma diciamo questo è un principio di fondo del mercato unico al quale è molto difficile a derogare
Dirò infine due parole sulla questione
Del Piero anch'io due parole sul tema complicato complesso che sicuramente sicuramente uno dei più complessi dell'intero negoziato della bilancio del la del bilancio comunitario delle politiche di coesione
In questa Sabella voi trovate citato quello che abbiamo chiamato il teorema Cha ieri del due per mille come dire una posizione negoziale che aiuta a fissare un attimino le idee
Qui il la commissari anzi al bilancio dell'unione europea dice l'allargamento ci costerà molto poco il due per mille del PIL dell'unione europea il ragionamento è questi Paesi sono il cinque per cento del nostro Pilla
A a questi Paesi quanto possiamo dare al massimo come fondi strutturali e fondi di coesione beh c'è già una regola nell'Agenda due mila che dice non più del un Paese non può ricevere più del quattro per cento applichiamo questa regola
Cinque per quattro venti fa due per mille
Della PIL che apparentemente del PIL dell'Unione Europea quindici e apparentemente non è questa somma catastrofica
Beh io credo si gli arrotondamenti poi Santo notevoli e qui come dire i i per mille fanno le norme differenza
L'altra cosa che sta scritta in questo position paper e che credo tuttavia non sia temibile
è quella di dire per la politica agricola comune che facciamo beh non gliela diamo questo risolve i problemi e ci fermiamo a questo due per mille in qualche modo arrotondato
Credo che ovviamente per fare questo in ogni diciamo se si facesse questo se ipoteticamente si potesse fare questo potrebbero rimanere tutti gli aiuti e tutti i fondi strutturali e di coesione che attualmente vanno a regioni e Paesi dell'attuale unione a quindici
Ci sarebbe capienza nel bilancio come dire la capienza politica non ci sarebbe nel senso che si creerebbero enormi disparità fra agricolture delle due aree fra regioni del due are soprattutto forse fra agricolture conflitti
Qua si dice fra nuovi e mezzo vecchi mezzo giorni qui naturalmente qui e quali sono le soluzioni possibili dei l'Euro fantasia si sta svizzero endo per trovare linguaggi che non offendano troppo questo o quell'altro il riequilibrio del bilancio la concentrazione delle risorse quant'altro
Ma semplificando mi pare che i termini del problema siano questi nessuno vuole che almeno stando alla stazione ad oggi che aumenti il bilancio complessivo dell'Unione europea e a me sembra che sia difficile che l'Italia si faccia promotrice di un'idea del genere dal momento che noi tra l'altro siamo contribuenti metti dell'Unione Europea
Nessuno vuole giustamente rinunciare ad aiutare le proprie regioni svantaggiate
Almeno per quello che riguarda le politiche di coesione l'assoluzione sembrerebbe essere quella di dare più autonomia agli stati membri per le proprie politiche di coesione
Diventa quindi inevitabile io credo anche opportuno come si è cominciato a fare con rapporto Barney ridiscutere di regole di mappe di cofinanziamento e così via
Un'idea come si sa Confindustria la avanzata per quello che riguarda le nostre regioni in ritardo di sviluppo quello che abbiamo detto qualche mese fa che ripetiamo è che riteniamo che sia meglio per quello che riguarda
La questione degli aiuti sia meglio differenziare le aliquote fiscali e contributive piuttosto che erogare aiuti
E ciò perché differenziare vuol dire dare maggiori garanzie in termini di automaticità trasparenza assenza di interferenze politiche amministrative
Certezza di vantaggi per gli investitori
In più nella proposta che noi abbiamo fatto IRPEG nel Mezzogiorno il costo di bilancio era un costo estremamente contenuto
A me da economista pare che nessun economista abbia argomentato in maniera convincente che quella proposta o proposte analoghe siano naturalmente
Applicate a dare sufficientemente grande in base a dei principi che sono quelli che identificavano le are obietta identificano le aree Obiettivo uno e così via che quell'idea sia distorsiva in qualche modo della concorrenza
In ogni caso quale che sia la soluzione a me pare che sia utile fare ciò che l'Europa ha cominciato a fare cioè affrontare sin da subito il dibattito sulla riforma delle politiche di coesione
L'allargamento
Può deve essere un'occasione per riformare queste politiche credo che sarebbe un guaio se succedesse il contrario cioè se non si riuscisse a risolvere il tema della coesione e questo diventasse un ostacolo all'avanzamento dei nodi veri di un negoziato che indubbiamente importante decisivo per il futuro dell'Unione Europea
Grazie Giampaolo diamo ora la parola al professor Daniel Gross anche preghiamo di accomodarsi quali crescono
Se
Voglio dire che adesso lo studio se impressione persona per la qualità
Della ricerca scientifica che gli sta dietro
Fornisce un un riassunto molto utile quello che si sa a questo momento sul sui costi-benefici dell'allagamento
C'è solamente un argomento non l'ha trovato in questo rapporto che l'euro
Apprendo che è un paese come l'Italia che non si pensi al vero con uno degli strumenti principali della dell'Unione Europea che prima o poi con cena anche
E insite ecco particolare ci sono ancora delle cambi che sproni per risolvere sul loro approccio verso l'Euro più rapito più lento
Adozione dell'euro già dal due mila due in poi
E altri queste questioni dove presta discusse anche in sede italiana per qui in Italia con la sua esperienza non molto lontana anche attacchi speculativi potrebbe avere degli insegnamenti molto utili Paesi pretesi pecore il principale penso a un paese come la Polonia che sembra per il momento se qui è una spada molto analoga
A quella dell'Italia fine degli anni ottanta in sei anni novanta con
Sì nuovi rischi ti una esperienza analoga in termini netti
Attacchi speculativi comunque NL conclusioni regionali rapporto sono largamente da condividere c'è un impatto modesto per l'Italia
Un modesto ma positivo nel senso che i benefici dovremmo essere più importante detta i costi
Vorrei segnalare comunque che c'è una grande differenza tra i vari Paesi dell'Unione europea in questo senso in particolare tutte le stime indicano poche l'impatto economico sarebbe quasi il doppio e alla Germania
Per e Germania cinque spostare flussi di imitazione
E come c'è più intensamente con i Paesi terzi questo può spiegare anche il perché
Dibattito sia più intenso hanno ospedale
In definitiva poco dice che gli effetti maggiori e positivi Mangone migliore divisione internazionale del lavoro questo è vero quanto futile cifra che si che sono state presentate dicono e modesto
Ma c'è una una qualche cosa di di più preciso che ci permette di dire che l'impatto sia positivo
Penso che si possa fare che si possa fa una stima quantitativa
Io nostre nostre si Tura abbiamo fatto preparare alcuni studi in questo senso
Per cui ci risulta che effettivamente l'impatto positivo economico direttamente misurabile e modesto tondo al zero virgola due zero proprio pertinente l'Unione europea ma comunque nell'hotel di Cannes bellezza dei costi
Per il bilancio dell'Unione
Un altro argomento importante che non risulta così direttamente dal porto e la differenza territoriale per notte d'Europa
Quasi i due terzi dell'allagamento vengono i tetti della sola Polonia e la prognosi Filippo il Paese con la popolazione più importante anche con un settore agricolo molto importante che presenterà dal ho in mente anche dei problemi considerevoli all'interno dell'Unione allargata
Mentre pare che per l'Italia da Omenia sia il partner più importante sia dal punto di vista del commercio per investimenti diretti e ai potenziali flussi d'imitazione
In questo senso si potrebbe dire che per l'Italia l'allagamento però un po'più tardi
Cioè quando la compagnia semmai entra nell'Unione
Come fare alcuni commenti su quello che vengono chiamate le considerazioni di stipole sì e in questo rapporto
Per quanto riguarda la libera circolazione dei beni è chiaro che nel senso classico già c'è nel senso che le barriere doganali non ci sono più
Ma questo vorrebbe dire sottovalutare l'effetto del mercato unico e poi anche delle l'integrazione macachi può ancora avanzare molto
Avanza ancora all'interno dell'Unione Europea esistente
E c'è ancora molto smonta strada da fare
I paesi per ecco e i l'Unione
Dei quindi civile e l'unione dei dodici paesi membri delle per cui non bisogna sottovalutare gli effetti che ancora c'è ci aspettano ti aspetto l'iperico in questo senso
Per quanto riguarda la libera circolazione delle persone anziane è chiaro che qui esiste un'ora negoziale molto importante
Gli studi citati tra l'altro anche dal rapporto indicano che quasi il novanta per cento di tutto il potenziale migratorio che si può individuare ex ante colpirebbe per così dire la Germania e l'Austria
Per cui si è formato una situazione come dire posso pendente all'Unione delle lotte al all'interno dell'Unione ho l'impressione che nei negoziati chiede se sia via no
Ci sono tredici membri che dicono quando aveva problemi
In Germania osta insomma parte un po'quello che può volete no temo e non è un grande problema
Spesso E.ON un po'una le scarpe trenta un cambiamento rispetto alle posizioni una signora atteso alcuni anni fa quando si aveva l'impressione che fossero piuttosto i Paesi popoli dell'Unione Europea
Avrebbe o timore di perdere e invece adesso lascia la la ricerca scientifica ha fatto vedere che questi i timori non sono fondati
Mentre per la Germania su un attimo e piuttosto politici difficoltà effettivamente economiche che si possano attendere dal fallite grazie all'integrazione di questi Paesi
Per cui la situazione politica è cambiata infelici Nas si nascondono dietro i due e per il momento pare che un un compromesso si potrà raggiungere un compromesso che non sarà veramente compatibili compatibile con l'idea della libera circolazione delle persone
Per quello che si discute in questo momento sono limiti applicati nella sola Germania o addirittura alcune regioni tedesche
In Austria
Se uno deve scegliere tra due mali penso che questo è un male canti Toyota e cui possesso è considerato come un male minore
Al terzo punto che ha preso anche buona parte della discussione di oggi cioè l'effetto sul bilancio dell'unione o
E in particolare alle politiche regionali Primo punto per me sorprende l'assenza di circa nel rapporto per cui ho fatto un calcolo mi rom rapito limitandomi alla sola politica regionale
Quello che ne viene fuori che d'Italia sarebbe a rischio più o meno due
Da due miliardi devo al no
Che sono anche lo zero virgola cinque registi italiano meno dell'un per cento della spesa pubblica italiana
Per cui penso in questo senso nel senso trattamento fiscale
L'argomento dei dei fondi strutturali non dovrebbe essere una preoccupazione maggiore per l'Italia
Si è detto poc'anzi che magari si dovrebbe discutere una
Con la revisione del sette
Sulla quale basare gli aiuti strutturali
Minori che tempo posti erano i deficit infrastrutturale il tasso di disoccupazione
Qui vorrei
Fare due osservazioni
Il primo è che la la ricerca scientifica dimostra che negli ultimi due decenni all'interno dell'Unione Europea il divario tra i Paesi più vecchi sui popoli e diminuito sia uno guarda alle Nazioni mentre all'interno dei Paesi il divario regionale o stazionario con aumento addirittura questo dovrebbe far riflettere questo non so se il risultato ma tiene in presenza di fondi strutturali molto importanti e aiuti
Regionali molto importanti erogati a livello nazionale
E questo si collega con
La revisione dei criteri che è stata proposta un cenno al deficit infrastrutturale qui di nuovo la ricerca dimostra che e vediamo che i paesi popoli e le regioni più povere hanno in genere con deficit strutturale nel senso che hanno meno autostrade non sono meno linee telefoniche tutto quanto
Ma sì la ricerca dimostra anche che in genere la loro dotazione e altre quattro
Dato il livello di attività economica che c'è
Paesi come la Polonia Ungheria per esempio si può dire che dato che il livello economico che CEE hanno addirittura una dotazione di infrastrutture che è superiore a quello che sarebbe necessario secondo diciamo le anomala internazionale
E riportati a mano quel si trovano le regioni esatta balzata svantaggiate in Europa
Per cui non penso che si possa dire che lì sia il problema maggiore
Per la convergenza regionale
Abbiamo tra i grandi Paesi con grandi problemi regionali Germania l'Italia e la Spagna
E in tutti i due casi sono polemiche sono strutturali nel senso che non c'è o verso e in tutti i casi e penso che siano collegati con l'assenza della immobilità di lavoro all'interno delle ragioni
Che si che si collegano poi condita sentiti su come azione che sono molto variabili
All'interno del Paese qui in Italia il patto è conosciuto in Germania hanno localmente hostess che ho perso che in Spagna
Questo mi porta all'al criterio disoccupazione se uno fa il controcanto tra prendiamo la Regione andata dalla Russia in Spagna tasso disoccupazione recentemente il trenta per cento accanto cioè una Regione della del Portogallo con un reddito pro capite molto più vasto
Ma un tasso di disoccupazione del sei per cento
Sarebbe giusto in questo caso dire il problema dell'Andalusia e più importante meritano non so più fondi strutturali
Penso una datato prendeva rispetterà la responsabilità anche dei Paesi di attaccare gli squilibri che si stanno all'interno
Del Paese
Strade fra le varie ragioni
E vengo al a un un cenno solamente al alla cooperazione che è stata evidenziata che fra tasso disco azione regionale e presenza di di di stranieri
La stessa cooperazione si trova anche per la Germania
Riflette semplicemente il fatto che uno straniero che viene un Paese nuovo entrano e più mobile
Di un di un cittadino che ha già le sue radici in un posto anche in Germania si vede che gli stranieri sintesi che istruiscono attraverso il territorio seguendo più o meno
Le opportunità di trovare il posto di lavoro cioè laddove ordita soggetti su cooperazioni minore la cambia presenza di stranieri in genere
è più alta
Abbiamo parlato motore le conseguenze economiche del
Dell'allagamento
Esattore tra tutti saranno modeste ma penso che le conseguenze strategiche per l'affinamento
Si passava dell'Unione a quindici e ventisette sono sono molto importante
Prevalgono suoi calcoli di costi e benefici nazionale nazionale
Il punto centrale del per me è molto semplice
Dopo l'ampliamento l'unione diciamo di ventisette
Sarà molto più eterogenea ah fra Paesi con noterebbe
I differenze la loro capacità di gestire e di applicare l'insieme della normativa comunitaria
Cosiddetto archivi comunitari
Questo cast di fare penso che esso differenze casi staranno anche al di là dei periodi di transizione che in genere sanno molto limitati diciamo due cinque anni
Non penso che uno possa immaginare che una intera amministrazioni nazionale possa essere riformata portata allo standard europeo migliore tento questo arco di tempo ci cova Chico hanno ci va più tempo magari in alcuni casi una intera generazione per cui si può anche il problema di come gestire
E come fa rispettare
Le normativo ammaccato integrato o mercato con una sola moneta con un solo sistema bancario
Cioè un mercato molto più integrata di quello che conosciamo noi oggi
Si rischia un tale mercato con e la presenza di ventisette amministrazioni nazionali
La cui capacità come ho detto è molto diversa e questo secondo me è portare a una pressione a lungo termine a un maggior controllo da parte di pozze
O se non il Consei direttamente dell'istituzione comunitario una deve scovare un altri strumenti per far sì che il ecco del siano veramente rispettate a livello nazionale
Questo secondo me poi sarà l'effetto di di traino che sarà più importante per l'Unione europea
Non tanto dello zero virgola due per cento i fondi strutturali ore il longevo un per cento da popolazione che si muove ma la pressione un integrazione ha cresciuta
Al di là del livello normativo generale che c'è adesso verso un controllo più anche sul sull'effettività dell'amministrazioni nazionali
In questo senso l'allagamento non dovrebbe essere in contrasto con quello che si chiama stipendi
Non si tratta di Ceglie travestita Hemingway mentre ma secondo me sarà il contrario l'allagamento
Esercita una pressione su tutti su tutto l'insieme dell'Unione
E integrare entity
E portare in avanti il processo di integrazione e farsi l'assetto istituzionale posso appassionatamente
Grazie
Diamo ora la parola al ministro Rocco Cangelosi anche lui preghiamo di accomodarsi
Dunque
L'Unione Europea
Alla vigilia di un allargamento il quinto allargamento della sua storia
In poco più di cinquant'anni i primi allargamenti come voi ricorderete avevano riguardato prima Gran Bretagna Danimarca Irlanda il secondo l'ha riguardato la Grecia il terzo Spagna e Portogallo il quarto Austria Finlandia e Svezia adesso
L'Unione si trova confrontata ad una sfida di enormi proporzioni perché ci troviamo di fronte a dodici candidati tredici se consideriamo anche la Turchia che dovrebbero essere metabolizzati nel giro di di pochi anni
Con il prossimo allargamento l'Unione destinate ad aumentare la sua estensione geografica di oltre un terzo ad incrementare la sua popolazione ittica quasi il trenta per cento e come è stato sottolineato il suo PIL come intera soltanto del cinque per cento
Queste semplice cifre metto in evidenza la difficoltà del compito che ci attende ma d'altra parte l'allargamento
Non è differibile ed è un impegno ineludibile un impegno morale nello stesso tempo anche un un obiettivo imprescindibile qui dividendo e la stabilità in Europa nel nostro continente oltre a presentare come alcuni oratori che mi hanno che mi hanno preceduto una opportunità di carattere economico naturalmente questa questi divari queste divergenze che ci sono tra tra i primi Paesi candidati i Paesi attualmente membri mette in evidenza le preferita esistenti in questo processo di allargamento e mette in evidenza le difficoltà del negoziato negoziato che diventerà un negoziato molto difficile proprio per quanto riguarda l'aspetto finanziario
Aspetto finanziario che verrà in evidenza nella fase finale
Non in questo momento
Certamente
Il l'aspetto l'aspetto che più o riguarda questo negoziato sono i due punti sottolineati la politica agricola comune e i fondi strutturali per la politica agricola comune le cifre mostrati da Pier Carlo Padoan dimostrano che la centra
Nel due mila mantiene praticamente invariate con con poche con piccolo incremento le cifre della politica agricola comune a quindici
Per i fondi strutturali CEE un una piccola riduzione sempre a quindici e per i per l'allargamento sedici miliardi di euro per entrambi gli aspetti
Ora
Queste cifre mostrano di per sé d'insufficienza
Delle risorse finanziarie per rispondere a tassi costanti a quelle che sono le esigenze di un allargamento che possa provvedere a un'integrazione organica di questi Paesi nell'ambito dell'Unione Europea
Allora si pongono i problemi cosa si fa si rialza il tasso dell'uno virgola ventisette per cento che rappresenta del del PIL comunitario che rappresenta il tetto delle risorse proprie oppure si opera ristrutturando
Gli strumenti di cui siamo a disposizione
Per quanto riguarda la politica agricola comune ci sono oltre l'allargamento c'è anche negoziato multilaterale
In ambito e Miccichè preme che che spinge che dovrà spinge l'Unione europea a modificare a ristrutturare la la la politica agricola comune non credo che si possa pensare come diceva Galdi
Riprendendo alcune considerazioni svolte dal commissario al bilancio a non dare nulla per quanto riguarda poi di aver agricola comune sarebbe impossibile politicamente impossibile presentare una cosa del genere certo ci va per pensare al difesi Guilin
Scaglionati nel tempo per quanto riguarda i paesi candidati nello stesso tempo a ristrutturare la la politica agricola comune Rio vietando la verso lo sviluppo rurale verso politiche che tengono in considerazione dell'impatto ambientale verso politiche multifunzionali
Verso politiche che abbandonino il sostegno a regali il sostegno di mercato e si orientino piuttosto verso il sostegno al reddito degli agricoltori come già si è cominciato a fare nell'ambito dell'Unione Europea
Ma questa riforma non è una riforma politicamente
A costo zero al contrario comporta dei costi molto elevati se si pensa a quale può essere la l'opposizione in alcuni Paesi come la Francia per per
Sottolineare quello che il maggiore interesse in questo momento a mantenere la politica agricola più comune così come strutturata
Per quanto riguarda i fondi strutturali ci troviamo in un altro l'argomento analogo cioè questi fu fondi strutturali solo insufficienti ora quello diceva grosse se questi se c'è da preoccuparsi o meno non lo so ma certo l'approccio della Commissione e piuttosto conservativo cioè la commissione
Parte dal quattro per cento il massimo che si deve utilizzare per creare ai Paesi candidati zero virgola quarantacinque del PIL comunitario di questi fondi
E infine il settantacinque per cento con del PIL come punto di riferimento per i Gibilterra
Ora i calcoli si possono fare in tanti modi comunque insomma
Non soltanto l'Italia rischia di perdere dall'Obiettivo uno tutta una serie di regioni fatto eccezione per Calabria e porse Campania ma anche questo sì vale per la Spagna la Spagna è preoccupatissima la Spagna si trova troverebbe a per vedere uscire tutte le sue regioni tra le tante l'Andalusia o nell'Estremadura
E la Germania analoghi problemi quindi è un problema di carattere generale a questo non significa effettivamente che si debba inserite tutte le politiche conservatrici o cercare di modificare le fu le soglie per fare in modo che tutti quanti rientrino nell'ambito delle delle politiche strutturali patiti fondi strutturali
Devono avere una funzioni è una missione ben precisa che è quella di assicurare la coesione economica e sociale che l'unione e d'altra parte non dimentichiamoci questo per rispondere poi dal professor rosse sull'euro che sono l'unico strumento che noi abbiamo per combattere i così detti Ciocca simmetrici non c'abbiamo altri strumenti dell'unione europea quindi bisognerà effettivamente pensare in modo diverso la politica di fondi strutturali
E per te e per pensare diversamente questa poiché i fondi strutturali di rafforzare vedere cosa serbo è ai alle regioni alle regioni dei paesi più ricchi e cosa serve invece alle regioni più povere i Paesi più poveri questo sarà i la riflessione che noi dovremo fare a questo riguardo io credo che per quanto riguarda il nostro Paese
E necessario che noi assicuriamo alle regioni in via di sviluppo una maggiore competitività questo il punto quindi i fondi dovranno essere milioni entrati a questo scopo per quanto ci riguarda
Mente l'azione a favore della ristrutturazione degli alvei dei Paesi entranti doveva essere condotta per dare a questi Paesi la base minima infrastrutturale per poter integrarsi adeguatamente nell'ambito dell'Unione Europea
Ci sono poi i problemi di carattere istituzionale sul quale Presidente Amato si soffermerà molto o non so immagino non lo so il bacino se se si soffermerà lo lo esporrà molto meglio di me ma quello che volevo dire per quanto riguarda i problemi istituzionali certo Nizza non ha dato le risposte che ci si attendeva
Ma Nietzsche è stato un punto di passaggio importante perché ha consentito di mettere da parte Yvette doversi viabilità e di andare avanti questa direzione non so se effettivamente aver ottenuto qualche voto in più a maggioranza qualificata sarebbe stato avrebbe cambiato il senso del Consiglio europeo di Nizza e io credo che il metodo intergovernativo
Ha fatto un po'il il suo tempo e che quindi bisogna pensare a metodologie diverse per proseguire e risolvere i problemi coinvolgendo anche i Paesi candidati in questo in questo processo
Non bisogna d'altra parte dimenticare che di ingresso di un numero così elevato di Paesi modificherà
Straordinariamente l'Unione europea e anche il suo funzionamento e quindi di una ripresa ripetere di nuovo al funzionamento per cui gli organismi anche di alcuni tipi di alcuni modi di procedere d'unione con gli esempi la rotazione della presidenza al quale nessuno ha mai pensato Michael quali dovremo certamente pensare detto detto questo vorrei dire che il negoziato comunque sta procedendo nel si stanno affrontando i singoli problemi
Ci sarà da attendere probabilmente le elezioni in alcuni paesi membri in alcuni Paesi candidati prima di vedere quale sarà il il processo da seguire successivamente
Non è detto che questo non comporti delle difficoltà
Nel nel nel andare avanti
Ma
Certamente da Göteborg e all'Häcken cioè sotto la presidenza svedese sotto la presidenza belga si dovrebbe dare quell'impulso sufficiente perché la la velocità di crociera venga messa a regime e perché si metta in condizione le le precedenti e successive di concludere il negoziato d'Italia da parte sua e pronta a fare la sua parte se nel due mila tre alcuni prestiti negoziali dovessero rimanere d'altra parte l'Italia come sapete congruo o una grossa esperienza in tema
Di allargamenti di negoziati a questo riguardo e se dovesse avvenire questo credo che da parte nostra si darebbe d'impulso necessario per arbitro grazie
Grazie ministro lascio la parola al professor Franco Bruni
Ringrazio organizzatori questo convegno sono qui a rappresentare l'ISPI che ha contribuito a questo rapporto con i capitoli il sei e sette sui fondi strutturali le politiche regionali la politica agricola quindi preso buona nota delle numerose osservazioni che già sono venute dagli scarsi anch'io qui non sono in funzione
Ti di scarsa insomma per dire due parole
Oltre quelle che già sono state dette sui sui problemi che abbiamo toccato nei capitoli curati dall'ISPI
Il sì tesi
Si tratta sia nel caso delle politiche regionali e strutturali che nel caso dell'agricoltura i due settori in cui il problema dell'allargamento si presenta da un punto di vista quantitativo non ingestibile
Molto delicato dal punto di vista qualitativo e distributivo
Anche l'osservazione di Daniel grosso sul fatto che ha detto in un certo senso sono pochi soldi insomma non sono però molto concentrate quindi ci sono dei problemi
Digestione qualitativa
Di questo impatto dell'allargamento su questi settori della politica economica che vanno presi con grande attenzione e in sintesi quello che noi diciamo che suggeriamo fra le righe di questi capitoli che si approfitti dell'allargamento
Per a ritoccare
Questi settori della politica comunitaria che già per conto loro non ci lasciano pienamente soddisfatti
Non siamo pienamente soddisfatti di come funzionano le politiche regionali
I fondi strutturali fondi di coesione ancora meno siamo soddisfatti della politica agricola stiamo riformando già tutto questo ma con grande lentezza
E con una serie di resistenze che vengono dai gruppi che hanno degli interessi in gioco
Speriamo che la pressione dell'allargamento favorisca un'accelerazione di queste riforme nel senso di una loro maggiore efficienza della loro maggiore efficacia e speriamo sul serio che vada così perché se se ci basiamo sull'esperienza
Dei problemi istituzionali in cui anche l'allargamento moda molti di noi abbiamo visto come un'occasione mettere ordine in un sistema di governance europea che ci preoccupava già per la sua scarsa efficienza beh insomma se dobbiamo risulta giudicare dal risultato di Nizza
Purtroppo forse le cose non sono andate come speravamo
Siamo usciti
Con una situazione istituzionale
Ancora più complicata e in un certo senso o meno razionale di quella con cui c'eravamo entrati con tutto il rispetto per l'enorme lavoro e le norme impegno che nostro paese il capo del governo in particolare ha messo nel cercare di fare meglio
Il pericolo c'è perché c'è il pericolo per esempio di fare un allargamento che in questi settori sia estremamente pasticciato
Sia una un risultato di una serie compromessi strani lasciamo fuori l'agricoltura limitiamo la mobilitare le persone ce ne sono stati facciamo l'Europa ventisette trentacinque c'è però dopo tu non puoi venire
Nella regione tal dei tali dalla Germania se non se non entro un certo numero differenziamo le soglie di accessibilità ai fondi strutturali fra i paesi della vecchia Europa e quelli della nuova Europa
Sbarra chiamo sugli aiuti di Stato cioè diciamo siccome non ci sono più fondi sufficienti per far fronte ai problemi
Regionali e settoriali dato che dobbiamo pensare all'Est allora facciamo in modo che l'Italia la Francia la Spagna possono utilizzare
Diciamo delle politiche di aiuto di Stato molto meno rigorose di quanto sia consentito al ceco tutti questi pasticci non devono venire fuori perché altrimenti ha anche su queste politiche l'allargamento sarà stato una fonte di peggioramento della vita e delle istituzioni comunitarie del funzionamento delle politiche comunitarie anziché una una grossa occasione di di miglioramento ecco questa è in sintesi il messaggio di questi miei capitoline porre quasi fermarmi qui
Perché molte delle cose che sono contenute in questi capitoli sono già state richiamate per quanto riguarda i fondi strutturali l'aumento del PIL comunitario del quattro virgola cinque cinque per cento confrontato con l'aumento dalla popolazione che si avvicina al trenta per cento abbassa evidentemente reddito pro-capite dell'Europa
Dell'Unione Europea allargata e produce quelle insetto progetto statistico per cui una serie di regioni che oggi sono possono essere destinataria di fondi strutturali non lo non lo possono essere più e per quanto riguarda l'Italia questo colpirebbe
Quattro su sei delle regioni che oggi hanno accesso a questi a questi fondi naturalmente questo è un effetto statistico che a un certo punto perché c'è un'effettiva scarsità
Diffondi dato che il bilancio comunitario rimane quello che
E dato che questi Paesi non portano un PIL sufficiente a finanziare i nuovi fabbisogni i fondi strutturali e quindi si tratta in realtà quindi redistribuire i fondi che esistono per queste politiche di aiuto regionale scusi politiche i fondi strutturali con criteri con criteri diversi sono stati ne sono stati nominati diversi sono stati fatti diversi accenni c'è evidentemente un bisogno di alzare la qualità
Delle scelte che si fanno nel finanziare i i Progetti si tratta forse di aggiungere ancora di più di sottolinea ancora di più alla dimensione paese alla dimensione regione la dimensione Progetto
Cioè devono essere dei fondi che vanno a finire
In progetti che nel loro complesso nella loro valenza spesso interregionale o addirittura internazionale all'interno dell'Europa sono monitorabile controllabili nella loro produttività e nella loro e nella loro efficienza
Forse questo è molto importante perché come è stato osservato l'allargamento in realtà aumenta la domanda
Potenziale di questo tipo di interventi perché aumentar grandemente questo dal punto di vista quantitativo è il dato che ci più che più s'salta fuori quando si riflette su questi numeri aumenta grandemente la varianza la diversità situazioni regionali locali del dell'unione
Dell'unione europea
Sull'agricoltura
è chiaro che l'allargamento si dirige verso Paesi che pur con notevoli diversità hanno un'agricoltura che pesa di più in media e in alcuni casi molto di più sul prodotto interno lordo di quei Paesi e sull'occupazione
è una ricottura complessivamente più libera della nostra anche se non manca di aiuti di distorsioni ma nel complesso un'agricoltura più libera del nostro più vicina alla comune ai pezzi di equilibrio internazionale è un'agricoltura
Molto meno produttiva della nostra a differenza di produttività pro-capite è impressionante
Ma qui c'è anche da domandarsi se la nostra fosse non sia un po'troppo prodotti nel senso che anche
Terribilmente
Sbagliate inquinante troppo capitalizzata eccetera insomma
Paesi che hanno dei problemi con il consumo dei prodotti agricoli che per loro conta molto di più nel paniere diciamo di più il consumo conta molto di più sul reddito
E che hanno visto già uno shock da di di dall'aumento dei prezzi
Che c'è stato nel dei prodotti dei prodotti alimentari
Nel complesso gli occupati in agricoltura
Crescerebbero
Molto di più del valore aggiunto e se noi dovessimo estendere la politica agricola comune così come i calcoli che abbiamo fatto portano a stimare un aumento delle spese per la politica agricola comune del tutto insopportabile sostanzialmente o mentre per il cinquanta per cento
La spesa
La spesa nel sostegno l'agricoltura è chiaro che così non si può non si può fare ed è chiaro che le riforme che sono già state impostate da Wyatt della politica agricola comune devono essere rapidamente accelerate
L'Italia
Due parole sul sugli interessi dell'Italia in questi due settori
Ma e chi così detto in modo molto impressionistico e in pochi secondi questi son tutte e due settori in cui l'Italia dovrebbe essere mediamente un Paese che guadagna più degli altri dalla razionalizzazione dal miglioramento di questo due politiche perché sul piano dei fondi strutturali
E delle politiche regionali noi siamo dei percettori mediamente importanti di questi fondi ma siamo anche molto preoccupati della qualità con cui ci si fondi vengono utilizzati destinati e così via quindi se migliorano
Ci possiamo guadagnare forse più degli altri
E per quanto riguarda le che cultura sappiamo che l'agricoltura europea nel suo complesso
Non è orientata a proteggere in modo particolarissimo nel spot produzioni qui noi siamo specializzati
E quindi se ci fosse una riforma se ci fosse una a adeguamento una modernizzazione un miglioramento nel nel suo insieme nel complesso l'Italia potrebbe forse uscirne con minore svantaggi competitivi
Di altri di altri paesi io credo che anche per ragioni di tempo posso fermarmi qui e ringrazio per i commenti che ci sono stati
Grazie c'era la parola Tresana farà sono
Sereno più breve possibile io vorrei dire qualche cosa su quello che ha detto prima di me Gross casco non era molto interessante quando lui ha detto che paradossalmente i problemi politici del ragionamento si presentano apparentemente più importanti nei Paesi leader che hanno spinto in quella direzione in Germania in particolare piuttosto che nell'Europa mediterranea che in fondo ha avuto sempre un opposizione Mino Mino profilata meno interessata all'allargamento e e parte da qua perché questo è confermato da un'orda i dati che riguardano l'atteggiamento dell'opinioni pubbliche europee su questo su questo processo sono i dati che che nello studio forse non abbiamo riportato ma che secondo me sono sono importanti per valutare lo lo scenario politico
E e secondo rilevazioni più recenti di Eurobarometro quelle periodiche che vengono fatte c'è appunto un calo abbastanza drammatico di consensi all'allargamento nei Paesi dell'Europa centrale di nordica
In Germania in Francia paradossalmente anche in Gran Bretagna che è uno dei Paesi chiamino consensi e l'allargamento qua ci aggiriamo attorno al trenta trentacinque per cento
Con un cinquanta per cento di oppositori netti in Francia che come sappiamo e il Paese coi che con i suoi problemi agricoli al più reticenze in questo campo mentre invece sostegno all'allargamento rimane forte
In Italia quasi il sessanta per cento delle opinioni sentite in Spagna in Grecia in Danimarca diffidenze cioè quello che in fondo potremmo istintivamente pensare fosse fosse l'opposto anche leggendo un nostro studio
E dico questo perché volevo fare un'osservazione se combiniamo questi problemi dell'opinione pubblica interna in Francia in Germania
Corre scadenze elettorali che attendono questi due Paesi nel maggio del novantadue in Francia nell'autunno in Germania
Abbiamo anche l'impressione che al di là di tutto al di là degli impegni che abbiamo preso a concludere i negoziati entro il due mila e due questo potrà in realtà secondo me di essere difficile
Perché i capitoli più sensitivi in particolare l'agricoltura è difficile siano aperti
In tempo appunto per riuscire a chiudere tutto nel due mila e due
Ora l'unica ipotesi in cui effettivamente potrebbe esserci dall'ordinamento di nuovo allargamento nel due mila e tre due mila quattro è di considerare che il Paesi possano effettivamente entrare
Invaso ITO in base al loro merito individuale che la nostra posizione ufficiale
E ma in realtà dal mio grosso ha detto molto bene c'è un problema polacco così dominante
Che a me questo sembra difficile quindi quindi io direi che molto verosimilmente si avrà una specie di di venga qui da cui rimarranno esclusi i due Paesi che sono più più in coda che sono quelli che purtroppo paradossalmente ci interessano forse di sicuro ma niente Estero bunga riga
E e che questo Big Bang però in un certo senso sarà anche un po'meno vicino nel tempo e questa notazione mi sembra interessante perché in realtà io credo si combinerà proprio alla discussione delle delle prospettive finanziarie del nuovo bilancio dell'Unione europea e da questo punto di vista appunto uno studio come come quello fatto ai presentato qui secondo me è molto interessante dico solo due parole ancora
Su capito curato dal cespi che riguarda appunto i movimenti di popolazione perfetto dell'allargamento sulla libera circolazione di persone quindi sul sul mercato del lavoro europeo
è stato detto molto io non torno sui dati sono già stati illustrati se non aggiunge non è uno è un'area di cui si prevede che questo saldo demografico attivo
E non ci sarà più in un breve torno di tempo cioè sono Paesi in fondo da questo punto di vista invecchiamento della popolazione e così via molto simili ai nostri e quindi non ci possiamo aspettare in assoluto dei flussi così consistenti
Ma è vero che sanno che saranno distribuiti in modo molto disuguale pesando in particolare all'ottanta per cento sulla Germania da ossia appunto
Qua i problemi di policy scrissi pongono credo siano due il primo è quello che che citava Jihad bianco Daniel Gross io però non ho l'impressione che le soluzioni vadano esattamente nella stessa direzione in cui lui diceva
Da quanto mi è sembrato di capire da alcuni colloqui anche sulla direttiva che che che la commissione si appresta a pubblicare fra fra pochi giorni
Io penso che sarà invece più probabile che si decida comunque un periodo transitoria un accordo transitorio di e esenzione la libera circolazione anche se per un numero di anni meno meno ampio di quello col di quello richiesto dalla Germania con la possibilità però di accordi bilaterali flessibili e questo punto potrebbe interessare d'Italia che è un Paese appunto che ha commi dicevamo prima bisogno di manodopera
In particolari regioni nel Nord Est e che quindi potrebbe avere interesse all'allargamento da questo punto di vista il secondo problema di politica che si pone che non che trattato molto bene mi sembra nel capitolo e quando ne abbiamo parlato e è invece un problema sistemico
Cioè con l'allargamento come è ovvio le frontiere esterne dell'Unione si spostano radicalmente con con finiremo con la Russia alcuno con Ucraina e così via
E ci sarà un problema generale di capacità di questi nuovi paesi di controllare quello che poi fa fa veramente paura chi non è tanto denigrazione legale per motivi di lavoro ma è d'immigrazione clandestina
E siccome i nuovi entranti sono a loro volta appunto Paesi di transito la loro capacità di controllo delle nuove frontiere sarà molto rilevanti
Qua
Il governo italiano ha avuto delle e idee buone io credo presento questa idea di costruire delle forze multinazionali di controllo delle frontiere
Esistenti commi anticipo diciamo così di una pratica che sarebbe a quel punto più facile stringere ai nuovi entranti ma io credo che questo sia veramente il punto cruciale che riguardo al problema emigrazione un'ultima considerazione sulle conseguenze strategiche
Gross diceva l'Europa sarà più ampia ma anche più più di più profonda perché appunto tutti i problemi istituzionali che come l'allargamento spingeranno anche all'approfondimento
E secondo me sì ma non così non a ventisette io credo cioè la mia sensazione di di questo dibattito e che dovrà OPA diventerà davvero più flessibile cioè che la spinta a politiche più integrati
Avverrà immune ancora differenziato e più ristretti
E che quindi per l'Italia in fondo si si porranno di nuovo dei problemi come quelli che abbiamo conosciuto in passato di individuare le nuove politiche che ci interessano io credo che in questo famoso terzo pilastro emigrazione così via Sicurezza Interna abbiamo molti interessi la politica estera e di sicurezza comune che sta nascendo e così via quindi avremo un problema di essere immagino attivi su queste cooperazioni rafforzate
Di cui è stato facilitato il ricorso amministrativo questo è uno dei meriti Diniz che viene sottovalutato e avremo un problema di generare i nuovi campi una forza virtuosa in Terna che ci permetta di fare parte di questi nuovi cerchi di integrazione
Bene grazie a un'ardita era la parola il presidente del Consiglio Giuliano Amato
Tu hai vi voglio ringraziare per queste discussione che avete organizzato credo che se ne debbano fare molte in più ambienti in più Paesi europei
Perché il problema è proprio questo metterci di fronte tutti e non soltanto i governi davanti a prospettive problemi dell'allargamento di un'Europa che non è più amata come una volta anche se gli italiani lo amano mediamente più degli altri
Questo però ci deve portare ad un Assessment è realistico delle prospettive che abbiamo davanti
Le e degli interessi nazionali che potranno giocare in futuro non solo di governi ma proprio economie nazionali che cercheranno di difendersi
No voi abbiamo questo è il vero molto europea
A volte facciamo anche finta di non avere interessi nazionali
Facciamo andare avanti altri perché hanno XK da ridere o qualcos'altro
Ma certo insomma io non riesco a dimenticare m'ha fatto piacere in fondo era utile che venisse dimenticato che è stato molto apprezzato il comportamento esclusivamente europeo di chi rappresentò l'Italia Knicks il nome esclusivamente ad interessi europei
Ma mi domando come avrebbe reagito una parte dell'Italia si era Spagna non fosse riuscita a strappare l'unanimità per i fondi di coesione visto che tutti gli italiani volevano solo voti a maggioranza che non rimanesse neanche un voto all'unanimità
Questo me lo domando ci ha pensato la Spagna cattivi questi spagnoli cattivi come tutti quelli che hanno chiesto che rimanessero voti all'unanimità
E va bene
Andiamo avanti così no questo lo dico perché a volte insomma noi che siamo
Meglio di quello che siamo Ford Recco ma è bello così perché fa parte anche delle decorativo italiano
Cavi in senso cosa che ritenevo giusta
C'è in questo allargamento per noi italiani qualcosa che Vorrei ricordare in questa occasione perché ci fa capire quanto è cambiato il mondo
Cinquanta anni fa pensammo che il destino di tali avvenne della sua economia in fondo anche dei suoi equilibri sociali
Penne profondamente alterato dal muro di Yalta che scaraventò la nostra economia tutta sull'Occidente più sviluppato Dinoi
E cinque di di e così collegarci a quei mercati dell'Europa centro orientale
In cui alla ripresa postbellica i nostri macchinari agricoli non così avanzati come quelli del più libero Occidente ma così alla all'altezza delle più meno sviluppato economia centrorientale avrebbero consentito
Di avere un'esportazione adeguata ai nostri al nostro ritmo lento del momento insomma quindi al uso un muso più equilibrato delle nostre risorse poi in modo così sta scritto in tutti i libri di storia dell'economia insomma di di di questo mezzo secolo questo sta scritto poi
Successe invece che ci precluse ero questa possibilità ci costrinse se ero a cimentare incisi su un mercato che era più sviluppato Dinoi
E quindi furono necessarie politiche molto strette di intensificazione della produttività di San
Vari più bassi di quanto avrebbero potuto essere di export led export led export led a livelli tecnologici crescenti mentre ora cinquanta anni dopo riusciamo a riavere quei mercati no ecco
Ma ci accorgiamo che ormai la storia ha fatto il suo corso inesistenti addirittura punto ci accorgiamo che nel Marie
Fattori ero più tradizionale noi siamo inesorabilmente più avanzati di questi stessi Paesi no che sarebbe interessante valutare
Che cosa significa per l'Italia cinquant'anni dopo ritrovare ritrovare quei mercati
Ma non è qui sta al così lo dico perché
Per la mia generazione questo è rimasto il segno del destino ecco ora o la avrei la voglia di riflettere su quanto il destino e nel frattempo cambiata
Ma ciò su cui oggi dobbiamo riflettere l'allargamento per noi e per tutta Europa qui ha proprio ragione Marta ecco
Bisognerà pensare ad una setto vario per il futuro
Insomma questo
Sarà ventisette poi si allargherà ancora non dimentichiamo che stiamo promettendo l'ingresso in Europa tutta l'area balcanica
Dove il numero di Paesi e per il momento non valutabile perché
Esposto Song sul posto ma un moltiplicatore che io e e quindi potranno essere più di trenta
Allora ci sarà una presidenza che ogni Paese avrà ogni tredici ogni quindici anni
Avrà un voto a maggioranza che per raggiungere quel settanta per cento della popolazione in certi casi con la maggioranza dei Paesi
Allora bisogna renderla più integrata siamo tutti d'accordo che bisognerà renderla più integrata ma sarà possibile avviare questa integrazione portandosi dietro tutto questo variegato insieme
O sarà più possibile forse doverosamente necessario cercar di partire Attraverso appunto il varco che ci siamo costruiti delle cooperazioni rafforzate
Con conseguenze che vedremo quelle che potremmo essere sul residuo veramente rotto questo non è che riguardare l'insieme dei rapporti del mercato integrato ma riguarda i possibili sviluppi futuri ma questo bisogna porselo con realismo offre un'europa Chieri manga acquisti numeri governata con gli assetti attuali impotenza diventerà ingovernabile
Pensare di rendere più integrativi i meccanismi di governo per tutto questo insieme è forse pensare una cosa impossibile e allora bisognerà con coraggio forse avviarsi sulla strada delle cooperazioni rafforzate tra coloro che le vogliono condividere e poi vedere come l'insieme riuscirà a interagire con questo ecco questo va detto con per assoluto realismo
Occorre rendersi conto che l'allargamento non significa la stessa cosa per tutti i Paesi e uno per questo punto che ha toccato Daniel Gross assolutamente fondamentale ad erogare nella testa quando uscirà il leader chiede la clausola di salvaguardia contro il fermo mentre dai paesi che entrano chiede una cosa è che corrisponde ad un suo effettivo problema
Che corrisponde ad un suo effettivo problema non se la sta inventando
Noi stiamo rispondendo dicendo non drammatizza diamo la stessa clausola venne imposto a suo tempo da Van
Sia i precedenti allargamenti gli affetti in poi in termini di flussi migratori interni non furono tali da determinare davvero significativi squilibri per cui poi l'abbiamo potuto fare un pian piano sparire nella loro effettività queste clausole ma al momento la Germania avverte fortemente questo problema
Se non viene risolto tenendone conto la Germania sarà contro l'allargamento cioè
Ebbene dirle queste cose con assoluta chiarezza appunto il decorativo italiano è molto bello però appunto
Deve tener conto della durezza dei problemi europei insomma quindi c'è il rischio che se non si tiene conto di questo
La opinione pubblica tedesca si metta contro
L'ulteriore integrazione europea punto quindi una soluzione
Che non sarà probabilmente di Geometria ineccepibile ma una soluzione a questo problema dovrà essere provata in modo che la Germania ritenga soddisfacente
Il il ci sarà più facile
Probabilmente tenere sotto controllo quella che giustamente Marta indicava come l'immigrazione più pericolosa è quella che viene da fuori insomma il lavoro che abbiamo avviato
Prima
Imponendo a questi Paesi guardate che siamo curiosi ma le abbiamo fatte queste cose mi raccomando
Ne corre taluni a simmetria e cerchiamo di accettarle perché corrispondono al realismo delle delle necessità
Noi abbiamo imposto ai paesi entranti come a chi essenziale la Chi di Schengen che non è essenziale per stare nell'Unione Europea per nessuno di noi
Questo per gli amanti delle geometrie non doveva accadere è tuttavia questo è parso e giustamente essenziale
Per dare una qualche rassicurazione alle opinioni pubbliche interni all'Unione esistenti contro il rischio di immigrazioni non controllate
Dai Paesi che stanno al di là
Ecco loro lo hanno accettato
Hanno fior di problemi nell'accettare Schengen superiori a quelli che noi italiani e altri europei che abbiamo mai avuto perché li hanno non solo etnie ma famiglie ma famiglie che per tradizione
Vivono di qua e di là da da dai loro confini hanno confini tra di loro aperti noi questi lì queste aperture lei spezziamo
Il confine tra Romania e Moldavia è oggi un confine aperti tutte minime di queste ragioni noi stiamo chiedendo alla Romania di più
Il confine tra Ungheria e Romania è ancora di più un confine come è noto apertissimo
Noi siccome nonché Ria sta più avanti e la Romania sta più indietro comunque diciamo all'Ungheria tu devi applicare Schengen comunque a hai tu ai confini Esterni ecco queste sono a simmetria contro lo sottolineo perché a volte le asimmetrie servono ma su questo dovremmo innestare questa è un'idea italiana che abbiamo portato altri a condividere una forza multinazionale per il controllo delle frontiere esterne perché poi inutile imporre la chi discende Hennessy e lasciamo
Il controllo delle frontiere esterne alle pulizie meno tecnicamente qualificate dell'intera Unione e non c'è dubbio che le nostre
Quelle di diversi dei nostri paesi sono migliori in questo in questo tipo di nell'esercizio ma in ogni caso ecco
Detto questo a garanzia delle posizioni che devono essere garantite è comunque importante fare capire all'opinione pubblica italiana che per quanto riguarda l'Italia e questo è il valore di questo lavoro che avete fatto
Noi avremmo più benefici che svantaggi comunque dall'allargamento
In che ritorna a cinquanta anni fa in qualche modo sono forse di vedersi da qui gli atti di cinquanta anni fa ma sono comunque benefici non abbiamo timori in materia di immigrazione se non quelli appunto che possono venire dal di fuori
Il primo del primo gruppo che arriverà e la Slovenia porsi da parte nostra un po'pure un problema di migrazioni interne slovene ridicolo
Perché sono attualmente in corso in su e in giù con la soddisfazione di entrambe le parti gli affetti e quindi anzi guai antica sinistra va va benissimo così già ora quindi non noi questo tipo di problema proprio non non lo abbiamo
Ci sta bene e vado avanti proprio nell'ordine rapidamente delle cose dette sul terreno delle produzioni
Lo reggiamo benissimo il l'ingresso di questi Paesi è un naturale allargamento di nostri mercati di nostri fenomeni di decentramento produttivo
Di prospettive di integrazione ecco casomai impone un problema
Di rafforzamento futuro della nostra competitività che lui e io abbiamo posto e che è quello di rendere l'impresa italiana più adatta alle investimento diretto
Più adatta all'investimento diretto troppo l'impresa italiana omette la legge continua ad essere prevalentemente adatta all'esportazione ma Annona ad andarsi a collocare da sola o in compagnia
Con investimento diretto ed è difficile
A vere una significativa presenza su mercati non nazionali oggi si sia soltanto esportato punto questo lo dobbiamo capire dobbiamo attrezzarci ad a vedere una struttura anche come disponibilità di capitali
E di risorse umane e organizzative che ci permetta a vere questa presente perché è chiarissimo che noi per il futuro
Potremo mantenere e migliorare la nostra posizione rispetto a queste aree alle quali oggi ci stiamo allargando se sapremo esserci crescente mente in termini di investimento diretto però perché per me che
Ho meno esperienza della maggior parte di voi naturalmente di
Di questi dati
è una delle cose che mi hanno impressionato di più dell'esperienza che ho fatto in questi mesi girando per molti Paesi e ovviamente
Verificando in primo luogo la presenza delle imprese italiane in questi Paesi e che a dieci di esportazione corrisponde uno di investimento diretto ad una quota in genere soddisfacente di presenza di esportazione
Corrisponde quando si passa all'investimento diretto un abbassamento del ranking del del nostro Paese rispetto ad altri con i quali ce la battiamo in fondo come PIL come sviluppo eccetera eccetera quindi qui veramente dobbiamo dobbiamo fare di più e io mi fa piacere di aver visto anche dal presidente della Confindustria la convinzione che questo è un problema che riguarda in qualche modo la struttura del nostro sistema produttivo in cui il pubblico può fare delle cose
Ci avrebbe dovuto mettere una Mirone per esempio ma siamo rimasti in pochi a volerla una specie di piccola lobi intellettuali non c'è stata una grande lobby dietro dietro la Milone giunge e ma insomma ridurre i costi del la crescita dimensionale delle imprese ma qui tutti debbono fare una cosa permettetemi di dire rapidamente qualcosa su questa storia dei fondi appunto lasciando
Alla Spagna la colpa di averla mantenuta all'unanimità così quando si tratterà di cambiarli purtroppo anche il voto ai sei italiano sarà essenziale
E purtroppo non ci potranno mettere in minoranza perché qui purtroppo è rimasta all'unanimità no
Così in Italia bisogna dirla questa cosa non ho capito male
Ecco qui in i in effetti insomma
Bisogna porsi il problema comunque di cambiare i crimini i criteri io devo dire ecco che qui sono emersi ci sono due tesi chiaramente una che invece bisogna che cambiare in sede comunitaria
Proprio i criteri di ripartizione con uno sprint Laine Inc che porti di più verso progetti orientati allo sviluppo
Dall'altra c'è la tesi più autonomia gli stati e nei limiti delle risorse che a ciascuno di loro possono andare se la vedano loro
Io punto pavento come qui qualcuno ha detto che sotto questa se chi l'ha detto Bruni verdetto vero che sotto questa seconda prospettiva si nasconda un'insidia non perché la propensione sarete insomma
Non c'è il lupo che perda il vizio per ben genere il pelo insomma date autonomia agli Stati e questi penseranno aiuti di stato vive verbale con cui istintivamente una cosa del genere il rischio perciò è che l'uso dei fondi venga inceppato molto più di quanto non stia accadendo ora da continue azioni e i di verifiche che da parte della Commissione sull'uso corretto ai sensi del trattato di queste risorse insomma ecco quindi
Non pensiamo che una volta conquistata una maggiore autonomia allora ciascuno fa quel che vuole nessuno guarda no a
A quel punto la relativa garanzia che oggi c'è di un uso fluido di queste risorse perché le azioni sono in qualche modo tipizzate secondo moduli acquisiti anche dalla DG quattro
In un domani se si fa venir meno a questa tipizzazione dice piovuto una mia
Il rischio è che ci sia anche un rallentamento da controversia comunitaria per ipotizzato aiuto di Stato io penso che
Ci sarà tempo c'è ancora molto tempo per
Affrontare questo tema
Ma
Noi noi italiani avremmo forse interesse ad a vere uno stream line dei criteri la preoccupazione è che tutti noi abbiamo in questa fase che con la quantità enorme di soggetti che rientrano in sede locale nella impostazione gestione tetti di utilizzo di queste risorse si perdano alcune assi fondamentali per lo sviluppo delle nostre regioni sottosviluppate
E infatti quello che dobbiamo assolutamente riuscire a stare dare o mantenere alle sedi centrali
Un ruolo che senza invadere competenze locali sia tuttavia di promozioni di assi di se progetti che non si limitino a ad una prospettiva esclusivamente locale
Qui
Lei abbiamo bisogno di infrastrutture in un suo dovrebbe mi incuriosisce vedere o se qualcuno mi dimostra che nel nostro Mezzogiorno le infrastrutture sono già superiori al bisogno io in campagna elettorale uso solo quei sto come argomenta ma ho l'impressione che potrebbero esserci dei contraggono enti scappa non me la sento ma insomma noi abbiamo alcune infrastrutture proprio di dimensione non locale ma interregionale e diciamo latamente regionale nel Mezzogiorno alle quali vorrei che poter destinare queste risorse più che nomi magari ad utilizzazioni
Il più spicci orecchie l'autonomia finisce per privilegia ecco teniamo
Teniamo presente questo questo profilo qua insomma
Per il resto ecco bisognerà soprattutto a noi italiani
Possiamo assolvere ad un ruolo utile proprio aiutando anche gli altri Paesi a guardare ai temi della larga mento con la stessa confidenze Combi con la quale in fondo noi siamo in condizioni di guarda io
Sono pronto a discutere con la Germania anche delle sue preoccupazioni il per le migrazioni polacche
Che la Germania si si attende
Sarà meno facile convincere la Francia che la politica agricola va riformata
Questa è di sicuro sarà meno facile ma come qui è stato detto è questo l'eterodossia il vero problema
Che abbiamo davanti più ancora bene dei fondi strutturali del dei limitati fondi di coesione e veramente la politica agricola è veramente la politica agricola perché noi non siamo in condizioni indegne di aumentare le risorse di bilancio da destinare a questo settore
Ne di sostenere seriamente che chi entra entra senza la palla che ce la teniamo tutta noi insomma perché questa è una di quelle dissennate xe politiche
Davanti alle quali ogni nazionalismo antieuropeo finirebbe per essere addirittura giustificato in effetti noi dobbiamo portare l'attuale livello delle risorse destinate alla politica agricola ad essere in condizioni di servire a parità di trattamento i Paesi che in particolare la Polonia
Che è quella che pone il problema più delicata e qui
Insomma la dinamica della vicenda ha già reso evidente che ci sono davanti una Francia la quale dice non ne parliamo fino a dopo le mie elezioni e non lo farò badate per bieco qui cosa politico dice perché Jospin ce l'avevi sì ogni perché a ICI il governo francese che sinceramente legato alla prospettiva europea percepisce che si affronta questo problema prima delle elezioni POR dal governo francese rischia di portarlo su una posizione anti europea cosa che non vuole assolutamente fare ma questo lascerà quella finestra ristretta di tempo per di chi è l'autunno del due mila due
Per affrontare la riforma della PAC prima che si apra la stagione dei previsti a Bergamo enti tutto questo creerà dei dei problemi non facili e quindi la buona predisposizione la buona convinzione dell'opinione pubblica italiana
Sarà una carta che servirà non soltanto per l'Italia ma anche venti difficili relazioni che dovremo intrattenere ecco con i nostri partners
Presidente del consiglio
Ah con grande
Mi ha comande chiarezza ha spiegato
Le regole del cosiddetto decorativo italiano
Quelle regole cioè per le quali no quando qualche mese fa parlando in questa sala a un po'di stampa
Confindustria ebbe modo di dire che l'allargamento a Est era cosa importante ma richiedeva anche grande attenzione al modo in cui l'Italia si poneva di fronte a questa sfida
Gran parte della stampa corrente avendomi fatto affermazioni che sfuggiva logica decorativo italiano ebbero modo di dire che Confindustria era caduto in uno scivolone antieuropea allora questa è l'occasione giusta per dire
Che sin da quando esiste come dire l'impegno del paese sull'Europa la Confindustria è stata in prima fila supposizioni automaticamente europee
E che il dibattito di questo pomeriggio un dibattito utile perché sfuggendo alla retorica del decorativo mette l'accento su quelle che sono le questioni problemi
E le problematiche che una operazione importante complessa sul piano non solo economico ma anche politico istituzionale come quello e sociale come quello dell'allargamento a Est pone per tutti i Paesi per tutte le realtà che vogliano davvero vivere in maniera positiva
E in chiave realmente autenticamente europea una prospettiva di questo tipo
E allora chiariamo subito e d'altra parte risulta anche ben chiaro ma il nel pezzo di ricerca che è stato affidato a Confindustria di Confindustria redatto sulla l'impatto che per le imprese avrà l'allargamento europeo a destra
Che questo allargamento conviene al sistema delle imprese
Noi oggi abbiamo già assenza di barriere doganali per l'importo di questi prodotti abbiamo ancora qualche residuo di barriere ed i dazi e di rigidità normative nell'esportazione di prodotti una maggiore integrazione armonizzazione fra la realtà del Centro Est Europa e la realtà del mercato europeo non poté che avvantaggiare e essere una prospettiva positiva per il sistema i dati della ricerca lo dimostrano lo confermano ma quello che ognuno di noi come operatore economico imprenditoriale sai conosce e una realtà di fatto una realtà che esiste
Per di più
Lì la necessaria e inevitabile integrazione anche dal punto di vista normativo ed il diritto delle regole e degli standard favorirà un'ulteriore processo di espansione produttiva delle imprese europee su questi mercati
Condividendo pienamente quello che ha commentato prima il presidente Amato non si può sostenere nel medio lungo periodo una posizione di esportazione senza anche accompagnarvi una posizione di produttore locale
Faccio una piccola notazione la ragione per la quale le imprese italiane continuano esportare molto ma produrre pochi in Est Europa
A differenza per esempio delle imprese tedesche che producono ben più di noi
E perché il sistema finanziario e del credito ha dal primo momento aperto ponti e presenze reali
E all'espansione produttiva si può ad arrivare solamente se preceduti da una forte presenza di istituzioni creditizie e finanziarie vai da qui a qualche giorno andiamo a fare una missione di diplomazia economica
In Russia e andremo accompagnati da banche istituzioni finanziarie perché su quel mercato come su tutti gli altri mercati l'Est europeo già da anni banche assicurazioni tedesche son presenti hanno creato opportunità di anticipare Investimenti a impresa di quella di quella nazione e qui scontiamo davvero un ritardo di paese su questo fronte quindi per quanto riguarda comunque riproposto le imprese l'allargamento ad Est conviene
Per quanto riguarda invece il Paese
Occorre come dire valutare con grande attenzione la portata delle sfide e la portata degli impegni che il Paese deve sapere affrontare nel momento in cui correttamente sostiene la prospettiva l'allargamento ad Est
Perché non si può semplicemente come dire fare un bilancio largamente onestà facendo una valutazione strettamente economica sulla qualità dell'impatto sul sistema produttivo bisogna rendersi conto che ci sono alcuni nodi importanti che impongono per un Paese come il nostro che sostenga largamente festa anche impegni scrive preciso
Il primo impegno secondo la il più importante nel momento in cui noi sosteniamo con forza la prospettiva l'allargamento a Est e quello di assumere con grande rigore in dei limiti di tempo dell'allargamento ad Est la prospettiva di piena e vera integrazione fra nord e sud del Paese
Non sappiamo come andrà la vicenda dei fondi strutturali ne sappiamo anche come sarà ridefinita la logica le politiche degli aiuti regionali
E su questo vorrei pervenire fra un secondo
Ma qualunque sarà la scelta che in Europa si darà sulle politiche regionali le politiche di coesione o i fondi strutturali sta di fatto che non è possibile pensare che il nostro Paese continui ad aprire un divario regionale e sociale ed economico così forte
Così dimensionalmente importante come quello che lei continua a tenere dopo tanti decenni di politica perimetro perché è vero che ci sono altre realtà europee che hanno differenze e divari regionali
Ma è anche vero che nessuno la della dimensione della proporzione soprattutto della durata del nostro Paese quindi questo impone una rigorosissima politica di riequilibrio e di reintegrazione fra no questo mi pare che sia assolutamente un impegno forte e rigoroso che nel momento in cui chiediamo o lavoriamo per un allargamento a Est dobbiamo con grande coerenza con grande rigore con grande iniezione assumere del nostro stesso Paese
Perché qual è la prospettiva sui fondi strutturali da un lato c'è giustamente opportuna la Spagna che ha piantato un paletto a terra sulla politica dei fondi strutturali e qui ci sono modi opportunità diverse per disegnare una nuova politica dei fondi strutturali probabilmente l'indice di disoccupazione
Piuttosto che lo quello di infrastrutturazione oltre quello del reddito per carità possono essere i modi con cui si discutono le politiche dei fondi strutturali opportunamente da più parti si sta incominciando anche a discutere se quello dei fondi strutturali l'unico vero modo per fare politiche di questioni terra o se piuttosto non si debbano lasciare spazi per una nuova politica regionale all'interno di ciascun paese di riequilibrio interno
Resa secondo me è meno pericolosa nella prospettiva degli aiuti di Stato risorse dalla concorrenza perché oggi i vincoli che la coesione europea impone i bilanci nazionali sono ben più stringenti di quelli degli anni passati e quindi politiche dissennate gli aiuti di Stato non sono più possibili come lo sono stati negli anni passati e quindi questo in parte attenua
Il rischio che ci possano essere reali distorsione della concorrenza
Sta di fatto che comunque qualunque sia come dire la dinamico la soluzione sulla quale si affronterà il problema serissimo di coesione regionale all'interno non solo del nostro Paese ma anche negli altri paesi europei
Noi come sistema Italia dobbiamo porci la prospettiva molto rigoroso molto serie di come dire riequilibrare nord-sud e di lavorare direttamente intenzione su questa su questa linea
Ora cioè da richiedersi vedendo anche le crescenti
Contrarietà che nei vari Paesi europei che sono abituati ad un europeismo più come dire realistico che non di facciata o di maniera
La contrarietà che in questi mesi si sta manifestando nei riguardi dell'allargamento resta ma anche più genericamente dell'Europa stessa c'è un malessere
Rispetto all'Europa che diventa sempre più crescente nei vari Paesi europei oggi il Presidente va tenuta all'articolo diceva
L'abbiamo perso lo spirito e la visione la prospettiva dell'Europa
Abbiamo perso come dire la prospettiva forte di una creazione europea ai costi della non Europa che era la
Un bestseller degli anni passati oggi si è sostituito il best seller dei costi dell'Europa
C'è da chiedersi se in realtà il modo stesso in cui ne stiamo offrendo costerà pazzia alla fine dei conti in modo corretto
C'è da chiedersi per esempio se innanzitutto il porre la questione dell'Europa esclusivamente come una questione di costi o di svantaggi costi del Parma costringono farla esaurisca in sé il problema stesso d'Europa
Perché se non ci vorrà una prospettiva di un'integrazione culturale e politica ideale dell'Europa più e prima ancora che semplicemente o strettamente economiche dei mercati monetari difficilmente riusciremo a dare alla prospettiva dell'integrazione europea la dimensione la chiave di risoluzione forte vera se non abbiamo perché non c'è dubbio a mio modo di vedere a nostro modo di vedere che un problema fortissimo che si abbracciano l'accentuato con le prospettive stesse allargamento a Est e proprio quello istituzionale politico di come l'abbiamo costruito questo
E le OPA che diventa sempre più l'Europa di cui stupidi che dice quello che non si deve fare che impone regole e restrizioni molto spesso che come dire limitano le Autonomie dei vari Paesi nelle proprie politiche di sviluppo piuttosto che non creare prospettive o muoversi la logica di prospettive di sviluppo vero un anno fa a Lisbona
Il paesi europei si sono dati la prospettiva di rendere questo continente il più dinamico e competitivo del mondo è passato un anno non si è capito da nessuna parte in nessun Paese tranne qualche piccolo ragionamento regionale con i cioè abbiamo cercato di fare in Italia negli ultimi tempi quali siano le vere prospettive di competitività sulle quali il continente europeo dovrebbe sì e rilancia e allora è su questi valori fondamentali e su queste strategie su questi fondamenti che dovremmo lavorare invece in maniera più seria e più costituita perché alle davvero una politica europea
E allora
Da questo punto di vista su queste prospettive io credo che
Il dibattito di questo pomeriggio dia un contributo importante per definire quelli che sono alcuni dei nodi fondamentali che probabilmente l'Europa comunque dovrà sapere affrontare
E mi pare che molto opportunamente credo che sia stato Bruni che ha individuarli ne abbiamo sicuramente il tema delle politiche regionali di coesione da un lato e il tema delle politiche agricole dall'altra
Che sono due dei grandi nudi sui quali sinistra la capacità dell'Europa di rimettere insieme i suoi pezzi i suoi le sue varie realtà per come dire
Creare un tessuto che non sia solamente economico ma anche di maggiore coesione sociale perché se non riusciamo a creare in Europa un volano di sviluppo crescente le stesse questioni sociali che devono essere parte costitutiva di una Europa più integrata non riescono utile a reggersi
E questa la partita importante sulle quali Paesi devono sapessimo allora
In questa prospettiva io preferirei che il dibattito anche nel nostro paese sia un dibattito sempre più se mi permettete
Euro realista piuttosto che non uno ottimista con questo europeismo molto di maniera molto superficiale di adesione estremamente formale senza però entrare nel vivo nello specifico dei problemi
Sembra che in questo Paese chiunque pongo un problema chiunque faccia una riflessione chiunque voglia vedere più in prospettiva quali sono le complessità del processo di integrazione europea sembra che sia per partito preso dichiaratamente anti europea
Laddove invece a mio modo di vedere chi crede davvero nella prospettiva di una vera autentica integrazione non solo economiche monetarie
Ma anche politica istituzionale dell'Europa deve sapere porre e deve saper dare delle risposte ai problemi che un processo di questo tipo necessariamente poco
E allora non è lavorare per un'Europa più forte più integrata abbiamo due o tre grandi questioni che restano sul tavolo che anzi negli ultimi tempi si stanno fortemente crescendo primo c'è un problema serissimo di distanza fra cittadini istituzioni europee ha quasi continuano andar nessuno risposta anche lo stesso vertice di Nizza nell'affrontare le questioni del funzionamento istituzionale del sistema europeo non affronta uno dei nodi fondamentali che quello del rapporto fra cittadini e istituzioni locali e quanto più distanti Conte Varano esseri le istituzioni europee quanto più penetranti esse saranno nel determinare le regole e comportamenti norme specifiche addirittura codicilli della vita di tutti i giorni dei cittadini tanto più lo staccava lo lo scollamento fra cittadini Europa Spies finendo ed Europa diventerà forte diventerà come dire complesso questo mi sembra il primo dei grandi problemi che abbiamo secondo dei problemi che abbiamo davvero sul tavolo e proprio nella incapacità di come dire superare una visione che diventa sempre più burocratica sempre più formale sempre più ministeriale della del del dell'Europa
Se noi guardiamo con preoccupazione ai livelli della burocrazia italiana guardiamo con terrore ai crescenti livelli della burocrazia europea che sta diventando una macchina come dire che sfugge a controlli
E questo mi pare siano due degli aspetti importanti sui quali bisogna lavorare se vogliamo davvero rendere questi discorsi sull'integrazione europea o addirittura di allargamento europeo discorsi seri e discussi pratica
Dal nostro punto di vista io credo che il contributo che il nostro Paese possa dare a un processo di questo tipo non sia solo quello di
Come dire sostenere un percorso su questi due fronti ma si è anche quello di essere diventare nei comportamenti di tutti i giorni a partire proprio dei comportamenti di parti sociali di governo un un Paese più autenticamente europeo in alcune cose che si fanno io penso che ne possiamo contribuire a un'Europa più forte più integrata se per esempio nella gestione non sui fondi strutturali
Impariamo a spenderli espellerli per pongo questo è un tema sul quale abbiamo fatto nel tempo grandi ed importanti fra virgolette battaglie ma si quali registriamo ahi noi ancora oggi fondamentali elementi di preoccupazione noi abbiamo visto come si è chiusa l'agenda comunitaria recente avevo visto anche come si sta aprendo l'agenda comunitaria dell'anno due mila due mila sei
E abbiamo ancora oggi aderenti fortissima preoccupazione perché la forte devolution che ne abbiamo avuto a livello regionale ha dato alle Regioni poteri dispense quantità di risorse largamente superiori a quelle precedenti ai quali si accompagnano programmi che noi riteniamo per molti versi assolutamente insufficienti contropiedi e pioggia e con troppe distrazioni sul territorio poca concentrazione su questi vivere e fondamentali
Ci troviamo ancora oggi con un forte ritardo presenti alla definizione dei fondi interregionali quelli ai quali faceva riferimento prima il presidente del consiglio che sono fondamentali per dare un quadro più organico all'assetto infrastrutturale del nostro Mezzogiorno ci troviamo sulle questioni europee credo ancora a dover dare un contributo più forte come paese se presente nel recepimento delle direttive europee cercassimo di essere più armonizzati con coerenza negli altri paesi piuttosto che non la rincorsa di specializzazioni
Meno competitive
E ci dovremo sicuramente più orientati a costruire un robot che funziona se e quando ne discutiamo e quando ci lavoriamo su però lo facciamo
Riflessioni che abbiano il sapore il senso di una critica costruttiva proprio perché nella prospettiva di analizzare i problemi veri lì possiamo cercare di dare un contributo per perché questa Europa sia qualche cosa di più di una Monica perché una moneta si fa come bisogna reggerla bisogna difenderlo bisogna farla vivere e si vive e si fa vivere si difende solamente se il sistema riesce ad avere quel livello di coesione e di integrazione non solo ripeto monetarie formale ma anche istituzionale politiche reale che un lavoro come dire di maggiore
Impegno da parte di tutti rende assolutamente necessario
Grazie a tutti in conclusione volevo solo fare un ultimo ringraziamento che ho dimenticato all'inizio che va a Ludovica Rizzotti che ha coordinato tutto lavoro svolto allo studio fatto grazie