L'Italia e la crisi. Occupazione, diritti, welfare: le nuove sfide dell'uguaglianza. Intervento di Fausto Bertinotti

Cari compagni cari compagni
Che grazie alla CGIL intanto per
Avermi chiamato
A questo confronto ma soprattutto per aver offerto io credo
Anche attraverso questo momento
Alla politica un'occasione importante di confronto e se posso dirlo
Anche una sollecitazione alle diverse componenti della della sinistra io penso
Come ha fatto anche poco fa
Bersani
Che sia giusto cominciare
Ogni ragionamento dall'analisi
Delle conseguenze sociali che la crisi sta producendo
Questo stesso un terreno di lotta politica culturale perché
Non solo c'è una diciamo una propensione
Del potere costituito a a minimizzare
Ma c'è anche una difficoltà nella società
Ad acquisire un punto di vista condiviso e vissuto sulla crisi
La frammentazione di cui poco fa
Si parlava
Non nuoce
Alla diffusione della consapevolezza della conoscenza della crisi che in altri momenti venivano quasi spontaneamente
Basta pensare anche alle lotte
Dei lavoratori di questi giorni
E malgrado l'impegno sindacale ASCO sia rilevante
Allora il rischio che il
Che non spie non entra in uno a formare l'opinione
Della crisi e della sua gravità
La vita e durata
Se negli Stati Uniti d'America sono stati persi negli ultimi mesi sei milioni e mezzo di posti di lavoro
Come ha riconosciuto poco fa Carlo De Benedetti in Europa ci si è andati dici
Rilievo e in Italia
La situazione può è drammatica è stata resa meno evidente dal fatto che a essere colpiti in primo luogo sono stati quei lavoratori che vivono in una condizione di precarietà contratti a tempo determinato
Cosa che non rende meno grave la perdita del posto di lavoro ma che fatica ancora quelli con gli ammortizzatori sociali formali come sono le famiglie
Che potrebbero essere ammessi invece a durissima prova
Nell'autunno dal rischio drammatico di caduta dell'occupazione nei punti cruciali dell'insediamento del mondo del lavoro e con la perdita
Del posto di lavoro a rischio di chiusura di farlo
Il rischio quindi che l'autunno sia la fase drammatica di concentrazione
Della crisi sociale
E di fronte anonimi
Cos'è questa crisi qual è la sua caratteristica
Certo
Diciamo da non non serve non è utile una discussione ideologica se sia o no la crisi del capitalismo personalmente che naturalmente penso che non lo sia ma certo e la crisi di questo capitalismo così come l'abbiamo conosciuto in questi ultimi trent'anni
è una crisi di un modello economico sociale e per quello che abbiamo chiamato dalla globalizzazione
Accompagnato dalle politiche neoliberiste che ha segnato un intero ciclo
Un intero ciclo economico e sociale e politico del mondo
Se i trent'anni dopo la lotta di liberazione dei grandi protagonisti delle masse d'Europa sono stati chiamati e sono stati potuti essere chiamati giustamente dagli economisti i trent'anni gloriosi
Questa questi trenta secondi possono essere chiamati come i trent'anni
Della controriforma questo questo modello che sembrava invincibile irresistibile perché insieme a di alla diseguaglianza produceva ricchezza incremento di produttività innovazioni sul assolutamente sconvolgenti
Tanto da configurare una nuova rivoluzione industriale la crisi la crisi di questo moderno
Mette in luce dei punti decisivi per come affrontarla io credo che si possa dire
Che le ragioni della crisi siano state le stesse che hanno portato la fortuna di quel modello
Attualmente una
Formula
Molto diciamo sommaria quello che uso
Ma mi ha fatto riferimento seconda media relazione di ieri anche vogliamo Epifani
Mettendo al centro la questione della della eguaglianza io penso che si si possa dire
Che l'origine profonda se la crisi di questo modello e
La l'uso della diseguaglianza come fattore cruciale dello sviluppo
La diseguaglianza che sia manifestata anche nel mondo
Con quella contenimento riduzione dei salari che ha prodotto una crisi dalla domanda a per rispondere alla quale specie negli Stati Uniti d'America si è prodotto quella figura
Del con su
Padova indebitato che dopo l'uso del debito pubblico ha introdotto anche il debito privato e sta tanto a parte di questa caizzi dunque
Una crisi strutturale
Di un assetto dell'economia mondiale
Di caduta di regole che in esso si erano realizzate di logoramento della democrazia che si hanno prodotto di abbattimento dello Stato Rita del progetto politico che oggi torna alla luce terzo qual è
La risposta che si viene configurando
C'è stato un momento di una reazione
Anche forte
Non casualmente una reazione forte che ha messo in luce l'intervento la necessità dell'intervento dello Stato
Quando neppure più le banche potevano garantire
Ed è stata una un una reazione dubito
Gordon Brown introduce nazionalizzazione delle banche
Negli Stati Uniti d'America si si si spendono
Quantità gigantesche neanche pronunciato il di danaro per tornare alla condizione bancaria precedente
Ci sono interventi immediati perché ci sono degli
Assi strategici che non possono essere chiuso l'economia
Ai conosce e che non si può
Permettere il fallimento di alcuni assi strategici perché questa sarebbe devastante per tutti allora
Parole che erano sempre state maledetti e come
Nazionalizzazione intervento dello Stato
Spesal pubblicati disavanzo vengono
Riutilizzate
Ma io penso che bisogna
Individuare criticamente che dopo questa azione d'urto le azioni successive sono molto preoccupanti dei Governi nel loro insieme basti pensare alla vicenda del G otto
Basti pensare alle difficoltà concrete dei Governi
Obama affascina tuttora o tutti noi credo
Moltissimi di noi
Eppure
La sua
Terapia di intervento negli Stati Uniti d'America lo espone a non poche difficoltà in alto e in basso nella società
Se poi arriviamo in Italia le risposte che sembrano maturare mi sembrano francamente sul persino sconcertante
Da una parte
Lo scudo
Con il riecheggiare di tutte le politiche tipiche di difesa di privilegio di incentivazione del privilegio da una parte
E dall'altra parte l'intervento sulle pensioni
Che in che indica un modo di concepire la crisi prima ancora che però una cosa in sé allarmante in ogni caso
Io penso che culturalmente
Viene prodotta una politica nei confronti del lavoro e del pensionamento che costituisce un'aggressione di civiltà
Non si può dire che si fa una politica egualitaria aumentando l'età delle donne quando la società CAI che ha su di loro interamente il lavoro di cura
E larga parte dello Stato sociale informale
Non lo si può
Non lo si può perché come tutti sanno l'eguaglianza tra diseguali aumenta la diseguaglianza in ogni caso
Anche questa è la rinuncia ad affrontare il grande tema della distribuzione del lavoro che invece c'è
Specie di fronte a una crisi così acuta
Eppure
Gli interventi vengono fatti diversamente dal passato ma anche questi interventi
Nazionalizzazione
Spesa pubblica in disavanzo quando c'è poco fa veniva ricordato che in Italia c'è poco
Sono forse l'avvio di politiche keynesiane un nuovo ritorno a
Alle politiche keynesiane o più ancora un qualche avvio come qualche
Bollone giornalista ha detto
A politiche socialiste
Io credo di no
Questo tipo di interventi intervento pubblico l'economia obolo dello Stato e gli Stati nella dimensione nazionale e sovranazionale
Deficit spending sono terreni obbligati mai e quindi il terreno dello scontro
Il terreno dello scontro e acché il fine vengono promosse queste politiche
Se non viene introdotto questo elemento esse siano cresceranno sono gli stessi soggetti che pagano la crisi in termini oggi di perdita del posto di lavoro
Quale assetto economico e produttivo l'Europa e l'Italia nell'Europa deve darsi per fronteggiare la crisi uscire dalla crisi
Io penso
E senza avere nostalgica di slogan
Di altri tempi sia in discussione realmente la questione del modello di sviluppo del modello economico e sociale
Quando
Il vostro Segretario ottava di eguaglianza io credo che non dice soltanto una parola che sta nel cielo dei fa
Ore ma sta nella politica e nella politica economica il che chiede la rimessa in discussione del paradigma di questo modello economico e sociale
E qui
E qui io credo
Che noi dovremmo riprendere le fila di un ragionamento con grande capacità anche di innovazione
In un dibattito
Aperto da ventiquattro ore
In molti economisti che sono intervenuti
Hanno sostenuto che
Alcune grandi questioni che sembravano derubricate dalla politica
Tornano
Sulla scena Stato
Regole democrazia
Eguaglianza in che senso zero in che senso
Io credo
Che un discorso nostro debba partire dall'occupazione
Dal lavoro e dall'occupazione
Mi è capitato di legge
Su sollecitazione della casa editrice dalla CGIL
Per un lavoro che mi è stato chiesto un libro intervista
Del mille novecentosettantasei edificato lombarde
In uno dei capitoli allargato Lombardi dice
Una politica riformatrice
Vorrei far osservare che interveniva dopo la crisi del settantadue cioè
Interveniva ragionando
Su una crisi precedenti a queste diverse da questa
Ma tuttavia assai significativa
Dice che la domanda di un certo punto se si vuole fare una politica di riforma bisogna fare
Dell'occupazione la variabile indipendente delle politiche economiche e sociali
Sempre andati diciamo guardate l'occupazione sempre invece condizionata da altri elementi ad altre
Ho scritto l'efficienza aziendale l'andamento del mercato nell'economia di bilancio e molte altre ancora
Non è che questi elementi possano essere non considerati
Ma il problema vengano dei cemento del rapporto
E che tutti questi elementi se vogliamo uscire dalla crisi diceva io penso a ragione devono loro essere compatibili
Con la questione dell'occupazione come variabile indipendente
Indipendente bene io penso che noi qui abbiamo davvero tante serva molto di moda in
Dato molto il modo in questi anni il termine riformista ma
Io penso che appunto di riformismi come quello di
Giorgio Ruffolo che parla ancora giustamente di piena e buona occupazione
Oppure quella di un grande economista cui la CGIL
Ha dovuto molto per la sua relazione come Federico Caffè
Possa tornare nell'attualità io credo che un movimento progressista e di sinistra debba nella crisi alzare la bandiera dell'occupazione come variabile indipendente come elemento di modifica
Dei rapporti economici
E sociali come costruzione
Di questo rapporto
E per farlo naturalmente siccome gli altri elementi devono entrare in un
C'è bisogno di un di una
Governo democratico dell'economia
Anche qui parlo in una casa che ha nobili
Sto ma davvero
è così Guglielmo fuori dal tempo oggi
Pensare
A costruire certo in un quadro completamente diverso fuori da quelle cultura che allora erano prevalentemente keynesiane avendo in mente la riconversione ecologica dell'economia i nuovi temi della precarietà
La qualità del lavoro che è completamente diversa ma non ha senso
Che sia agli atti in Italia magari a protagonista della CGIL all'aperto a tutte le altre forze una discussione che compiamo del lavoro che diventi il modo per togliere dall'isolamento le note e dargli una prospettiva
Anche di forte impianto programmatico
Democrazia programmazione io non credo che siano più terribili desueti
Democrazia economica
è un problema che in qualche modo si propone
Cioè non puoi pensare
Che i lavoratori siano solo tanti oggetto
Delle conseguenze di scelte che altrui fa
Dalla poetessa
Poco fa pregevoli un economista assolutamente un economista di vitigni di scuola ridare
Che diceva
Se
A un ente economico è impedito
Per ragioni generale il fallimento
La crisi per il fallimento questa alterazione delle leggi del mercato deve averne una compensazione se tu sei una grande banca
E il tuo fallimento richiede a me è stato
Di intervenire perché la conseguenza alto al fallimento la paga e abbiamo tutti non può essere che la decisione sia solo privata
è necessario che ci sia un coinvolgimento pubblico
Per quelle decisioni le cui ricadute novembre più responsabile solo la proprietà dell'impresa medesimo
E questa volta è la più grande
Non con non solo nei confronti di quella banca ma nei confronti anche dell'impresa attualmente questo tema della democrazia ho finito
Devi avere delle fondamenta
Non si può parlare di democrazia economica
Se in un Paese c'è un sistema contrattuale
Definito
Da una parte solo dei sindacati
Con un contratto separato essenza mandato tra i lavoratori questo è un vulnus intollerabilità qualunque avvio
Il discorso della democrazia
Italia
L'Italia
A una consuetudine
Che non è neanche quella delle donne
Di estensione a tutti i lavoratori
Dell'accordo stipulato privativa
Privatamente tra le parti
La convenzione che in tutto il dopoguerra aveva alimentata questa importante conquista
L'estensione a tutti i lavoratori e non solo i soci del sindacato e agli iscritti al sindacato
E l'ha costruita sulla idea di coalizione maggiormente rappresentativa nella vulgata concreta CGIL CISL e UIL almeno almeno
Quando tu spezzi questo elemento
Non c'è più nessuno diritto affinché il tuo contato privato venga esteso a tutti tout court storici in realtà una dittatura delle minoranze che è intollerabile che in un Paese democratico intollerabile prima ancora di contenuto
Ma
Ma questa costruzione della democrazia dice allora
Che questo elemento riguarda in primo luogo il Sindaco ATO come tu dicevi giustamente Pierluigi la sua autonomia
Ma guarda la democrazia e il e la politica non è una cosa se parte
Come non lo è la cosa che riguarda la contrattazione
So bene
Che non c'è
Più comprensibile e sacrosanta gelosia
Della rivendicazione di autonomia del sindacato in materia contrattuale
Sono
Penso che questo Sanza sia un fondamento del di quello che che resta
Del caso italiano in un rapporto che secondo me va coltivato di nuovo tra il conflitto sociale la contrattazione la politica e il cambiamento
Ma io penso
Lo dicono anche Pierluigi
Bassanini che la politica non può essere indifferente
La contrattazione è il campo del sindacato
Ma la politica non può essere indifferente a cosa si contratta acqua nell'esercizio concreto della contrattazione
Assetto
Fai una contrattazione diciamo così impedita
Impedita dalle regole impedito dalle divisioni oppure se invece
Fai una contrattazione fondata sull'autonomia
Autonomia è in primo luogo la possibilità dei lavoratori di far valere
Nella democrazia
La loro possibilità di parte
Fazione alle definizioni delle piattaforme del sindacato e della struttura contrattuale e qui c'è un punto che è importante per noi per voi tutti
Anche perché
Questa struttura contrattuale non è solo inaccettabile in termini di metodo
Francamente
Nel gruppo di amici che pensano diversamente
Che rispetto molto francamente in particolare dentro la crisi cioè dentro la crisi
Tu prima con gli interventi governativi I favorito gli straordinari
Poi con la contrattazione
Dovresti inseguire semplicemente gli incrementi di produttività cosa penso io va sempre fatta
Bisogna solo ricordare che non è successo così
Negli ultimi quindici anni
Visto che nel settantasei avevamo retribuzioni più alte d'Europa e adesso abbiamo tra le più basse d'Europa quindi questo è il seguente non c'è stata questa il seguente oggetto
Ma
Ma il problema che io che io pongo io credo che ci dobbiamo porre
è che tu non puoi inseguire il PC mentre Fini scoperti nell'attivarsi
Mentre i lavoratori precari vengono falciati
Mentre dei lavoratori che hanno mille cento
Un ordine del prepuzio del mese accendono a settecentocinquanta con la cassa integrazione che rischiamo di perdere come diceva poco fa Bersani
Non c'è verso
C'è un problema di garanzia di salario minimo perduti lavorato
E questo è un problema nella società italiana la contrattazione
Ad e necessariamente autonomo c'è un problema salariale
Che per il sindacato propone il problema della riconquista la sua sovranità
Ma c'è un problema di garanzia universale per tutte le donne e gli uomini che lavorano o vogliono lavorare in questo Paese
Che non possono più essere lasciate soltanto sostando alla valigia dall'andamento del mercato della crisi o della sua possibile uscita
Io penso
Che su questo dobbiamo avere una discussione
Penso insomma conclude
Che noi siamo di fatto noi tutti siamo di fronte a un passaggio significativo la CGIL stando
Un contributo importante
Io credo che anche il PD da politica della sinistra a sua volta deve tentare di fare i conti con la grande questione del lavoro senza la quale secondo me non esiste
Io penso che nella crisi ci sia una
Maturità
Dei grandi temi del cambiamento
Ma penso che in Europa ci sia purtroppo una immaturità delle forze politiche che questo cambiamento dovrebbero portare avanti
Da questa immaturità si riesce io credo
Al costruendo un rapporto nell'atto non mia totale al sindacato ad aiutare anche le forme di protagonismo che si producono
La costruzione di comitati di solidarietà per le lotte la vicinanza al tema come quello degli immigrati che parla di una quest'dune di tutti ho sentito la proposta della CGIL di un appuntamento per l'autunno dovrebbe essere l'appuntamento di tutto il Paese perché la lesione dei tuoi diritti e l'adesione di tutti i nostri diritti
Per cominciare
Vorrei cominciare da qui
Agli annotare file
In cui
Non ci sia nessuno più io credo se lo posso permettere un ragionamento
Di ognuno solo dentro la propria casa
Ma invece una discussione che I Consigliere di nuovo che ci può essere
Una casa di tutti quelli che vogliono cambiare questo Paese