29 AGO 2024
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Martina Oppelli ha denunciato l'Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina per rifiuto di atti di ufficio e tortura

CONFERENZA STAMPA | - Trieste - 15:00 Durata: 32 min 36 sec
A cura di Carmine Corvino e Alessio Grazioli
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Nei giorni scorsi, Martina Oppelli aveva ricevuto un ulteriore diniego alla sua richiesta di accesso di assistenza per il suicidio assistito da parte dell'azienda sanitaria L'avvocata Filomena Gallo (Associazione Luca Coscioni) commenta: "Il nuovo esposto arriva a seguito di ingiustificati rifiuti dell'azienda sanitaria, prima a procedere alle dovute verifiche e poi, nel merito, a riconoscere la sussistenza dei trattamenti di sostegno vitale che tengono Martina Oppelli in vita.

Tali condotte ledono la dignità di Martina Oppelli costretta a un trattamento inumano e degradante, condannata a una
vera e propria tortura di Stato".

Oggi, tramite il suo collegio legale dell'Associazione Luca Coscioni coordinato dall'avvocata Filomena Gallo (e formato dagli avvocati Francesca Re, Angelo Calandrini e Alessia Cicatelli), Martina Oppelli rende noto di aver presentato un esposto presso la Procura della Repubblica di Trieste per rifiuto di atti d'ufficio e tortura nei confronti dei medici dell’Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina, portando dunque la vicenda anche nelle sedi penali.

Martina Oppelli, affetta da sclerosi multipla progressiva, nei giorni scorsi ha visto nuovamente respinta la sua richiesta di assistenza per il suicidio assistito da parte dell'Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina (ASUGI).

Nonostante un evidente peggioramento delle sue condizioni e un'ordinanza del Tribunale di Trieste che imponeva una nuova valutazione medica, l'ASUGI ha negato l'accesso alla morte volontaria, ignorando la sentenza 135 del 2024 della Corte costituzionale e condannando Martina a proseguire in una sofferenza senza fine.

La Corte costituzionale, con la sentenza 135 del 2024, ha chiarito la nozione di trattamenti di sostegno vitale, includendo tra l'altro anche operazioni normalmente compiute da personale sanitario ma che possono essere apprese anche da familiari o caregiver.

Se l'interruzione di questi trattamenti può prevedibilmente causare la morte del paziente in breve tempo, essi devono essere considerati vitali.

Pertanto, anche situazioni come quella di Martina Oppelli, in cui la dipendenza da tali trattamenti è evidente, rientrano in questa definizione.

Martina è totalmente dipendente da macchinari, farmaci e assistenza continua per le sue funzioni vitali.

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