Pace e diplomazia. Il ruolo della diplomazia in tempi di guerra

Prendiamo
Dunque un benvenuto a tutti aggirarsi per la vostra partecipazione a questo incontro di riflessione
Che l'Istituto Sturzo ha voluto dedicare al tema o meglio alla questione
Deve ancora inafferrabile pace
Così come si presenta oggi a oltre due anni dall'aggressione russa all'Ucraina febbraio due mila ventidue cioè dall'aggressione da parte di uno Stato sovrano ad un altro Stato sovrano
E a sei mesi dalla guerra da sua striscia di Gaza anche il teste insorta da un'aggressione cioè dall'aggressione di un organizzazione terroristica
Hamas ad uno Stato sovrano
In una situazione del genere la prima cosa che viene in mente che stiamo correndo all'indietro
Stiamo facendo una corsa del gambero stiamo tornando indietro nella storia
Viviamo cioè una doverosa contingenza storica che ci riporta vorticosamente ha un passato doloroso che pareva concluso
Un passato doveroso che aveva avvolto tutto tutto aveva go dopo che pareva concluso dopo la fine
Della prima della guerra fredda la fine del bipolarismo Unione Sovietica Stati Uniti è la fine te la fine e la fragile esperienza di multiradar terrorismo che noi viviamo
Una contingenza in cui si intrecciano quella odierna in cui si intrecciano drammatici interrogativi morali e sempre più evidenti preoccupazioni politiche
Interrogativi morali
Per le sempre più evidenti preoccupazioni che noi abbiamo di fronte alle stragi di civili e di militari
Che osserviamo per lo più in modo inerme
Come spettatore inerme perché si ripropongono credo a giorni hanno spesso in per noi spesso incomprensibile accetti riporta unico davanti ai nostri occhi i danni le macerie di cui i nostri paesi occidentali sono stati vittime nella prima parte del secolo scorso come due guerre mondiali
A queste diciamo questi interrogativi etici su perché questo avviene uniscono ovviamente grandi preoccupazioni politiche che sono legati soprattutto alle incerte prospettive che rendono ancora precaria ancora più precari gli equilibri geopolitici
Anche nella prospettiva della della pace anche nella prospettiva di raggiungere la pace
A chiarire per quanto possibile i termini della connessione tra interrogativi morali preoccupazioni politiche nelle presenti situazioni belliche abbiamo coinvolto illustrato Simone ha visto The Home moderno ne ho vista è una serie di ambasciatore altrettanto in Borsa esponente della nostra diplomazia
Dalla nostra diplomazia che come quella dell'altri stati europei dell'unione europea
Oggi più di prima oltre che sul terreno delle mediazioni tra le parti in conflitto è chiamata per forza di cose è in base alla sua collaudata esperienza in campo internazionale
A ricercare e possibilmente a trovare in quelle vie di pace che ancora non conosciamo
Un compito quello dei nostri diplomatici oggi quanto mai difficile
Una volta che come nelle presente situazioni la stessa applicazione dei codici del diritto internazionale con i suoi aggiornamenti è in gran parte messa da parte
Da un lato ci sono respinte senza alcun preavviso le proposte per possibile futuri pacifici assetti territoriali a iniziare da Progetto di di del del piano di Abramo
Pensato sviluppato prima che succedessero le venti a Gaza dove gli eventi prodotte da Hamas ed altri tentativi di pacificazione che sono avvenuti lungo tutto il corso di questi oltre due anni di guerre in Ucraina
Da un altro lato tu stesso previsto diritto dato alla guerra c'è condusse ad bellum ha trovato le sue giustificazioni suo Houston ma i moti verso motivazioni non attuale bensì motivazioni tipiche dell'imperialismo e del passato
Cioè sulla presunta necessità di ricondurre l'Ucraina nell'aria di dominio della federazione russa eliminando in quel Paese la reale con la supposta presenze non nazista
Oppure nella rivendicazione da parte di Hamas
A nome di un popolo senza Stato quello palestinese della striscia di Gaza e di parte della Cisgiordania
La triste partite in atto non pare indirizzata verso quel medico animi soluzioni per il quale lavora sempre la diplomazia
Anzi pare che si torni indietro molto indietro
A quando nel quinto secolo avanti Cristo Tucidide ricordava che i civilissimi ambasciatori attenersi il quale pur riconoscevano teoricamente i diritti di un popolo sconfitto in questo caso erano i membri ammonivano anni ambasciatore degli sconfitti che il più forte questo è quello che ha il potere di fare è il più debole cene
Testuale da da da Tucidide
E ancora molti secoli dopo né danni venti dello scorso secolo il nostro Luigi Sturzo considerando gli esiti della pace diversa come il gravissimo imposizione la Germania credo che che ne sentiamo la pace cartaginese non esitava a concludere che le regole del diritto internazionale descrivono sempre in in cinque sarà così anche per noi nel più o meno prossimo futuro
Io spero e credo di no
Dopo la fine del secondo conflitto mondiale dei soggetti sollecitazioni etiche religiose per la pace connesse saldamente come necessità politiche dell'epoca negli nell'iniziale i processi di integrazione il padre
Del nuovo cosiddetti padre non poche ricordiamo
Erano però più tutti i cattolici tutti gli uomini di fede pensate navate Gasperi Schumann ed altri con un sostegno ad una formidabile diplomazia formidabili al corpo diplomatico lavorano per lo sviluppo di concrete condizioni di uguaglianza
Di solidarietà e di benessere tre troppo i popoli dei dei sei piccoli dei sei Paesi che formano la cosiddetta piccolo Europa
Condizioni che si potevano sviluppare solo eliminando secolari situazioni conflittuali
In tal senso si mosse Robert Schuman
Già quando con il suo piano del nove maggio mille duecentocinquanta sottopose a una verifica nazionale come dicono i pochi politologi nazionalizzò per cause dei secolari conflitti in tre europei e capovolse l'antico paradigma o Besciarione
Che prevede prevedeva e prevede l'inevitabile supremazia del più forte sul più bello
E con la creazione della comunità europea del carbone e dell'acciaio la cieca sottraeva l'assoluta supremazia dalle sue fonti della regina dell'epoca appunto il carbone e l'acciaio sia alla Francia c'era tra i Paesi vincitori e sia la Germania che era un Paese sconfitta affidandone la potestà ai passi caldi Paesi di quella che allora si chiamava l'Europa di Carlo Magno un capolavoro
Politico e diplomatico eccezionale
Inutile sottolineare è ovvio che a distanza di quella situazione da quella attuale rimangono Aperol dell'eredità da considerare anche oggi per arrivare alla pace è da riesaminare a mio avviso la necessità di stabilire condizioni di parità nel godimento dei diritti da parte dei contendenti i vincitori il link
Prescindendo appunto dagli esiti dei conflitti in corso in questa direzione vanno anche presi sul serio e contestualizzati
Quegli inviti che Papa Francesco ci fa continuamente a ragionare sulle responsabilità comunque nei conflitti e sulle comuni aspirazione alla pace
Tutti sono responsabili di questi conflitti
Tutti aspirano stranamente vero
Ma in economia iniqui bombardato iniqui Longobardi senza equivoci aspirano alla pace o quindi sul lato poetico del diplomatico c'è molto da fare non per dare ragione hanno nuova altro contendente
Bensì per razionalizzare cioè portare in superficie le tante reale causa dei conflitti definendo una prospettiva seria e condivisa per averlo eliminazione c'è molto da fare ma questo cioè spiegando i nostri inosservato grazie
Allora Daytona attraverso
Grazie mille presidente grazie mi avrebbe Sansonetti per queste parole di introduzione anche da parte mia buon pomeriggio e benvenuti
A questo dibattito promossa dall'Istituto Luigi Sturzo che abbiamo deciso di intitolare proprio pace e diplomazia il ruolo della diplomazia intenti di guerra
Quello che vogliamo fare oggi esplorare un po'il ruolo della diplomazia il ruolo del passato ma soprattutto il ruolo che oggi la diplomazia cuore potrebbe rivestire la diplomazia che in tempi di guerra acquisisce un nuovo protagonismo è quella diplomazia che può creare le basi per un dialogo promuovere sforzi mediazioni offrire spazi di confronto tra le parti
Nell'attuale contesto internazionale però sappiamo che la diplomazia più complessa innanzitutto
è una diplomazia che non è più soltanto in mano agli stati quindi una diplomazia
Diciamo in mano a diversi attori è anche una diplomazia che non necessariamente opera dietro le quinte ma che spesso USA forme di comunicazione più visibile e che quindi crea una sorta di polarizzazione ma soprattutto la diplomazia oggi è messa un po'in discussione insieme all'ordine internazionale
E quindi la vogliamo dedicare una riflessione ponendo al centro di nuovo il ruolo della diplomazia guardando al conflitto in Ucraina quindi che va avanti ormai da oltre due anni ma anche a quanto sta accadendo alla street ma di garanzia e vogliamo interrogarci insieme su quello che e il ruolo dell'Unione europea quindi come riportare anche l'Unione Europea a svolgere quel ruolo di garante della pace nel nostro continente nel nostro avvicinato
Questo convegno di oggi si inserisce in una serie di riflessioni che con l'Istituto Sturzo abbiamo deciso di promuovere in questo anno cruciale due mila ventiquattro
Un anno appunto caratterizzato da diverse guerre in particolare quella dell'Ucraina e di Gaza particolarmente vicino a noi ma anche un anno in cui saremo chiamati a votare alle elezioni europee e quindi l'Unione Europea svolgerà un ruolo importante le scelte la nuova legislatura dovrà prendere delle scelte importanti anche proprio sul futuro dell'Unione europea sui nostri strumenti sulle nostre politiche abbiamo anche le elezioni negli Stati Uniti anche questo sappiamo che potrà incidere in qualche modo su la situazione che stiamo vivendo e tutto questo in uno scenario così caratterizzato da forti incognite avviene quando l'Italia alla presidenza del G7 quindi l'Italia chiamata
A svolgere un ruolo particolarmente delicato e importante abbiamo con noi come accennava il professor Antonietti un panel
Veramente eccezionale abbiamo chiamato diversi ambasciatori con una lunga carriera diplomatica alle spalle che oggi presiedono o collaborano con intento istituti centri di ricerca
E diciamo che il nostro auspicio è quello di avere un dibattito molto a Perton Franco proprio perché in questo momento
Possiamo beneficiare di questa grande esperienza ma non ricoprono diciamo a degli incarichi diplomatici e quindi ci auguriamo che passano anche a parlare un pochino più apertamente
Ma prima di questo prima di iniziare l'entrare nel vivo del dibattito abbiamo sentito le parole del nostro professore
E vogliamo proseguire inquadrando un po'il tema dando la parola don Bruno Bignami direttore dell'Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Cei
A cui abbiamo chiesto un po'una riflessione proprio su questo concetto della pace è questo concetto tanto evocato da papa Francesco proprio alla luce della drammatica situazione che stiamo vivendo quindi non Mignani a lei la parola che grazie
Grazie sentite si grazie dell'invito buona sera a tutti buon pomeriggio io ho preparato delle slide mettendo in rilievo mente minuti che
Un po'il il pass quello quella che è la riflessione che papa Francesco
Sta facendo ma che soprattutto si inserisce dentro nell'alveo di una riflessione molto più ampia che praticamente la chiesa già nel Novecento aveva fatto rispetto al tema della guerra della pace lo sapete che tradizionalmente la riflessione cristiana sul tema della guerra faceva riferimento all'insegnamento di Agostino poi ripreso da San Tommaso d'Aquino della cosiddetta guerra giusta
Concetto che nel Novecento ha subito sicuramente un approfondimento notevole perché le querele novecento in maniera molto significativa hanno radicalmente cambiato i le questioni in campo sia dal punto di vista delle armi
Sia dal punto di vista che queste nuove guerre sono sempre più le guerre che
Uccidono le vittime vedono nelle tra le vittime civili
E non sono più quindi quelle solo degli eserciti sono guerre che coinvolgono popolazioni e oggi dovevamo dire in maniera molto libera corretta cosa che nessuno quasi dice
Che c'è un tema anche di salvaguardia del creato cioè della natura dell'ambiente come tutela ulteriore oltre alle popolazioni
Certo non è sullo stesso piano però dobbiamo dircelo quali sono le conseguenze entro in queste guerre dentro le guerre dal punto di vista anche l'impatto sull'ambiente del futuro di quella popolazione
Detto questo allora
Provo a delineare qual è la visione
Di papa Francesco no alcuni passaggi non ha insistito sulla sul fatto che per la pace ci vuole coraggio molto di più che per per fare la guerra
Perché la guerra è molto semplice sottostà una logica che la logica binaria
Che logica del nemico cioè io te
Nemico da una parte e dall'altra contrapposizione netta questa logica binaria
Che la logica tra l'altro sottostante anche a buona parte dell'utilizzo oggi le tecnologie che sottile giocano sulla logica binaria
Logica binaria semplifica tantissimo ma è molto problematica
Perché non con non riesce a comprendere la fantasia e la creatività della vittima la vita non è di in aria cioè io te ma io telai il tono
E ternaria in termini cristiani non lo dirà anche trinitaria ma questa è una questione teologica
Quindi le uscire dalla logica binaria è la vera conquista di un pensiero rinnovato sul tema della pace e della guerra cosa che in questo momento facciamo fatica a fare questo è curioso
Ma è curioso perché perché viviamo dentro logiche anche pensate solo il talk show televisivi no ancora binari uno contro l'altro mentre invece quest'anno questa visione delle cose poverissima e misera
Quindi per quello che per la pace ci vuole coraggio ci vuole coraggio perché devi uscire da questa logica binaria interno logico diversa
Allora se questo è vero
Papa Francesco quando è andato parlare all'ONU nel due mila e quindici ha ripreso né più né meno la stesse categorie che Paolo sesto mille novecentosessantacinque ha fatto all'ONU
E che Benedetto sedicesimo altrettanto aveva fatto all'ONU
Cioè la logica ternaria
Non più il tema non è chi semplicemente chi ha ragione dei due
Macché c'è qualcun'altro che sono le vittime che hanno titolarità ad essere considerate
Tensione questo è l'elemento che bisogna tenere di cui bisogna tener conto
Le vittime nelle situazioni di conflitto di guerra e qui lo vedete in questo passaggio all'ONU nelle guerre e conflitti sono persone nostri fratelli e sorelle uomini donne giovani e anziani bambini e bambine che piangono soffrono e muoiono esseri umani che diventano materiale di scarto mentre non si fa altro
Che numerare problemi strategie discussioni
Qui questa è la preoccupazione Paolo Francesco la quando vedete il il dibattito ecclesiale è un dibattito che obbliga a uscire dalla logica binaria attenzione quindi Paolo Francesco quando ha ragione
Ragione dice certe un primato di diplomazia del dialogo perché perché serve un qualcosa di diverso rispetto lo sta dentro le contrapposizioni della guerra
E che questo qualcosa di diverso deve partire dal presupposto che ci son delle vittime che non consideriamo abitualmente perché non hanno voce
E sono bambini gli anziani incivile insomma queste persone non hanno abitualmente voce
Quindi a partire da un presupposto che ternario
Se non entriamo in questa logica non capiamo il magistero del Papa Francesco e poi ce la prendiamo amo ha detto questa frase quella frasetta no no no no no attenzione Papa Francesco è coerente col magistero precedente
Almeno da Paolo sesto in poi anzi fosse per essere più precisi da Giovanni ventitreesimo in poi Pacem in terris mille novecento sessantatré e guardate lauda Tosi cosa dice la guerra causa sempre danni all'ambiente e alla ricchezza culturale dei popoli
Cioè mi ci perdiamo delle persone e non è che magari tra quelle persone ci perdiamo c'era qualcuno che ci avrebbe salvato da qualche malattia particolare qualche genio dell'umanità
Non lo sappiamo
Non lo sappiamo
Allora senza dimenticare il centoquattro lauda Tosi che oggi la guerra disponile su menti sempre più micidiali in quali mani sta e in quali può giungere tanto potere è terribilmente rischioso che esso risiede in una piccola parte l'umanità
Questo è un altro tema in meriterebbe un approfondimento ulteriore però che le armi sempre più micidiali abbiano costretto la riflessione cristiana dire la guerra di Sant'Agostino è un'altra cosa dove si combatteva con le spade
Oggi con le armi che abbiamo così sofisticate
E così distruttive da non rispettare più le condizioni della guerra giusta almeno quello dello proporzionalità non c'è più
Quindi il criterio della guerra giusta è saltato completamente
Saltato completamente non possiamo più parlare di guerra giusta infatti nella fratelli tutti notate duecentocinquantotto questo secondo me lo dice molto chiaramente
Magistero sociale qui arriva a un punto di definizione molto elevato dice non possiamo più pensare alla guerra come soluzione
Dato che i rischi probabilmente sanno sempre superiore all'ipotetico utilità che le si attribuisce cioè lo strumento inadeguato al fine questo il tema
Davanti a tale realtà oggi è molto difficile sostenere i criteri razionali
Maturati in altri secoli per parlare di una possibile guerra giusta mai più la guerra
Cioè non ci sono più i criteri secondo i quali ci sosteneva la categoria Niguarda giusta attenzione non dobbiamo più parlare di guerra giusta mi dispiace ma questo almeno nell'ambito del magistero
Quindi quando un teologo un prete o un laico credente utilizza queste categorie è fuori dalla storia cioè potrei parlare di azione di leggi di legittima difesa
Quindi l'utilizzo anche di di armamenti per la legittima difesa ma non può e parla di guerra giusta
E la guerra non è mai è a quindi arrecare qualcosa a qualcun altro
Quindi in questo senso detto brutalmente quello che ha detto il patriarca Kirill qualche giorno fa è contrario esattamente alla visione
Almeno cattolica cioè la cattolicesimo non accetta più quel modello
Di guerra santa o che il vero tema e l'utilizzo di Dio quel su questo tavolo Francesco molto preoccupato ogni volta che si utilizza di Dio lo si chiama in causa per giustificare delle guerre
Questo sarebbe esattamente contro lo una visione corretta della fede cristiana notate qui ogni guerra lascia al mondo peggiore come la si è trovato e si ricorda i tanti civili massacrati come danni laterali duecentosessantuno so che qui ho già penso subito il mio tempo quindi non voglio dilungarmi di più però attorno a questo tema delle vittime
Cosa cosa stai cento quale se se avete notato anche la preoccupazione cardinal zuppi quando è andato a a tessere
Diplomaticamente dei dei colloqui era iniziare da un'esperienza concreta cioè
Discutiamo del rilascio di alcuni di alcuni bambini e cioè partire da presupposti molto concreti
Che sono quelli di cui nessuno parla fondamentalmente cioè dare voce a chi non ha voce
Questo è
La pace e la stabilità internazionale non possono essere fondate su un falso senso di sicurezza sulla minaccia
Io la distruzione dei Cipro cadi un totale annientamento sul semplice mantenimento di un equilibrio di potere cioè a dispetto di qualche politico che dice che la pace si sostiene sulla deterrenza questo vedete il contrario
La pace non sta in piedi sulla deterrenza
Perché la deterrenza finisce questo il tema che tanti teologi anche anche testimoni della pace del secolo scorso hanno detto e scritto e cioè che se tu stai dentro la logica si vis Pacem para bellum cioè se vuoi la pace prepara la guerra il mentalmente finisci dentro la logica perversa
E cioè continui a pensare alla guerra invece se visti pace si vis Pacem para pacem cioè devi pensare essere creativo nel costruire la pace questa secondo me il genio della diplomazia
Cioè creativo nel costruire la pace no nel pensare continuamente logica della guerra lo dico perché ha recentemente mi tv mi è capitato di sentire una persona ha detto ne dobbiamo prepararci oggi la guerra no noi oggi dominante pace la pace dobbiamo mettere tutte le nostre energie le forze per la pace questo è l'intento di papa Francesco
Vedete qui attenzione che i discorsi deterrenza sono assai pericolosi perché quando tu giochi col fuoco poi finisce per bruciati
E questo succede è successo
Papa Francesco qui chiede anche un fondo mondiale per eliminare la parla fammelo e per lo sviluppo dei Paesi più poveri vedete coerente con questa terzietà di chi
Di chi soffre e naturalmente nessuno l'ha ascoltato
Questo è scritto nella fratelli tutti nel due mila e venti son passati quattro anni nessuno l'ha preso sul serio
E anzi le spese sulle armamenti sono continuano ad aumentare
Qualcuno parla di un'economia della guerra cioè cessioni interessi talmente elevati dal punto di vista mondiale economico e da fomentare la guerra quindi la pace sociale dice ora Francesco e laboriosa artigianale cioè si sostiene su questa capacità di dar voce mi hanno detto su questa terzietà
Sulla capacità di dare voce a chi non ha voce sul uscire dalla logica binaria per entrare nella logica ternaria solo così e allora ognuno può essere protagonista di questa logica
Quindi obbligando le persone a uscire da quelle semplificazioni che sono ideologiche che sono le logiche binaria no guardate che la logica il nemico è ideologica la vita non funziona così
Non funziona così cioè quando due si trovano in conflitto normalmente chi vede interviene dice adesso ci separiamo dopo ne discutiamo
Cioè si fa così dall'oggi la vita e altro oggi cabina quindi è ideologia la logica binaria che era logico che sto sottostà alla guerra
Grazie
Grazie mille da un Bignami e grazie verrà queste parole l'introduzione che penso l'abbiano colto molto bene già alcuni dei nodi cruciali che saranno al centro della nostra riflessione ringrazio da un Bignami e chiede invece l'ambasciatore sterza l'ambasciatore Melani che c'hanno raggiunto di raggiungerci al tavolo dei relatori per entrare nel vivo del dibattito
E come dicevamo siamo a due anni dallo scoppio della guerra in Ucraina l'Occidente ha ritrovato una sua compattezza ha risposto con forte solidarietà ma la pace oggi sembra molto lontana
Iniziamo ad intravedere segnali di fatica abbiamo dei grandi punti interrogativi come le elezioni americane
Difficile parlare di pace di mediazione di negoziazione sembra quasi un tabù perché viene in qualche modo associato ad una ad una resa
E allora per noi è importante ringrazia tra il protestante letti perché ci ci ha tenuto molto a a a promuovere questa iniziativa cercare di avere un dibattito intorno a questo tema intorno al tema della diplomazia come dicevamo la diplomazia
Ha fallito in qualche modo nella prevenzione e nella portare un cessate il fuoco e quindi ci chiediamo qual è il ruolo della diplomazia oggi che spazio c'è per la diplomazia per la mediazione come possiamo ripristinare la pace quali sono gli attori predeterminati determinanti in questo senso facciamo un primo giro di domande proprio per chiedere a tutti voi appunto una breve riflessione sulla diplomazia
Il pane le ricco abbiamo tanti spunti quindi vi chiedo per favore di rimanere entro cinque minuti come ci siamo detti
Faccio un primo giro in ordine alfabetico e poi invece andiamo un po'forse per argomenti allora inizio con Guido Lenzi guida Renzi è stato rappresentante permanente dell'OSCE a Vienna è stato direttore dell'Istituto europeo di studi di sicurezza Parigi oggi insegna collabora con vari think-tank tra cui in particolare i nostri ha scritto questo volume sulla diplomazia di ognuno di voi dirà soltanto le cose Princi tali sono più rilevanti per la discussione di oggi perché ovviamente i curricula sono sanno lunghissimi Ti-Cam passa per troppo rapidamente come ci siamo detti
Va bene dette molto rapidamente con con alcune considerazione preliminare e poi dopo debbo credo ma approfondiremo dicemmo diciamo in termini di non c'era più diretta specifica esperienza Cicerone diceva il bello silente leggessi
Brosio Enguerrand le leggi non funzionano più eppure prova sia proprio il compito porto quel compito di ristabilire un coordinamento stabilire un ovunque un sistema di norme di comportamento che poi sono le leggi for
Mentale
è un mestiere sconosciuto ai più la Baggio parte la gente ci chiede sempre che cosa fanno i diplomatici a parte partecipare a giocare a ai cocktail parte mangiare pasticcini bene champagne
A spese dello Stato concerto fanno anche quello ci mancherebbe altro sì questo si chiama public relation Zani pare che lo facciano tanti
In ed anche in altri anche in altri mestieri quindi fa parte del nostro mestiere ma non nello non è l'unica cosa
Oggi la depotenzia viene però mortificata e non solo trascurata dileggiato ama mortificata perché tutti si chiedono in televisione sui giornali che fa diplomazia ma è possibile che la nozione di te non funzionano
Cosa succede nel Medio Oriente ma la diplomazia si vuol dar da fare
Il che significa sostanzialmente che
La gente si rende conto del compito della deportazione ce ne rendiamo conto tutti quanti quando la diplomazia non c'è ce ne accorgiamo quando la polizia non è in grado di operare ce ne accorgiamo ora la il compito da Tommasi ha sempre per per brevissimi gli spunti il copione balzi è quello di trovare l'interlocutore
Di individuarne le intenzioni un diplomatico che non riesce a trovare con chi parla non è detto che debba essere d'accordo ma deve comunque tentare di catturare l'attenzione di un interlocutore degli interlocutori più rilevanti per individuare delle intenzioni non tanto il comportamento attuale ma in che direzione
Luís pensa di fare andando per tentare appunto di di cambiarne il il comportamento l'altra cosa importante la diplomazia di cui non ci rendiamo conto l'opinione pubblica USA del devoto che la diplomazia
Opera nei due sensi cioè sia verso l'esterno nei confronti dei suoi interlocutori presso i quali è accreditato ma anche verso l'interlocutore interno avete posso assicurare credo che i miei colleghi e poi si possono concordare che il compito più difficile è proprio quello di persone nel proprio governo delle cose che a noi
Andiamo scoprendo che le le proposte che andiamo facendo ha detto che lei debba adottare ma almeno tenere in considerazione questo è un compito
Che la Repubblica tutte qualsiasi Paese alle difficoltà quello di alimentare il proprio governo corpo e formazione ovviamente proposte
Il compito fondamentale oggi
Sì poi appunto Loredana ci ha detto giustamente che bocciano l'opera soltanto dietro le quinte ma comincia a dover operare anche pubblicamente la ferocia contribuire al dibattito coinvolge l'opinione pubblica spiegare
Cosa sta succedendo scrivere informare indicare lo scopo Chelsom deve farsi pubblicità per così rendersi pubblica e non essere sempre diciamo fedele ai ai compiti di segretezza di confidenzialità col quale opera
Il compito fondamentale della donna cinica al giorno d'oggi ritengo che quello di ricomporre fondamentale di ricomporre
Il sistema internazionale direi l'ordinamento internazionale no l'ordine convolti comanda verticale all'ordinamento come sono coordinati i gli atteggiamenti dei magistrati come ricomporre questo
Questo già esisteva della Carta delle Nazioni Unite era già stato immaginato da Wilson alla prima guerra mondiale con la con la lega delle nazioni e e poi naturalmente la traccia immediatamente bloccata da sale dalla guerra fredda dice lei chi avrebbe dovuto riattivato lo diceva Fukuyama Nola quando è caduto il muro è il momento in cui la storia la vecchia storia è finita vecchia storia finita che a Roma una storia che la storia del comportamento internazionali
Rendiamoci conto che al giorno d'oggi la diplomazia si si opera su due settori
Che uno è quello bilaterale ovvero la diplomazia contrattuale transattiva quella che entrando chiamati alto dire no commercio chiudendo l'accordo con la compri
Milano cosa meno ti do una cosa a te la diplomazia non non riesce più ad operare così cioè mettendo le due parti in causa come sta tentando di fare per esempio baite in Medioriente ne riparleremo forse anche dopo
Cioè tentato di vediamo faceva Kissinger colloco lasciato il colpo tentando di mediare fra due partecipate Pomezia diventata da bilaterale contrattuale negoziale
Diventata multilaterale ovvero sia normativa
Creare appunto come dicevo il diritto creare delle norme ricostituire un sistema di norme di comportamento comuni quindi un un quello regole condivise anche se non comuni cioè ognuno al suo proprio comportamento attuato lo cita la propria capacità eccetera ma almeno dei principi dei principi sui quali si possiamo dei rom un lungo Hong Kong ricostruire per così dire l'integrità del sistema internazionale nel quale un numero sempre maggiore di Stati si possano riconoscere cioè gli Stati devono riconoscere nel sistema internazionale corto cosa che corrisponde al loro interessi e direi che anche su istruzioni superiori mi fermerei qua volevo ecco volevo menzionare soltanto questo Sturzo Sturzo diceva perché ci dobbiamo tutti il nostro omaggio in particolare quella segugio diceva che non reggono oggi quelle teorie di guerra che prescindono dalla costruzione internazionale
Modo un po'molto conciso delle cose il le teorie di guerra devono corrisponde come diceva d'altronde il nostro
Collega deriva della Santa Sede
Le deve leggere anche le guerre devono tendere verso la ricostituzione di qualcosa verso la costruzione internazionale su questo mi fermerei qui
Grazie mille basso
Attuale
E passerei subito la parola all'ambasciatore Maurizio Melani che è stato rappresentante d'Italia nel comitato politico e di sicurezza nell'Unione Europea
è stato anche direttore generale per l'Africa subsahariana prestare servizio in farine varie sedi africane panzane Etiopia e poi ambasciatore in Iraq che oggi presiede il Centro studi diplomatici ambasciatore anche a lei la stessa domanda qual è il ruolo della diplomazia oggi e come ripristinare la pace
Grazie ma io ma vorrei ricollegarmi a quanto diceva
Signor Bignami mi sbaglio Donnafugata umiliarmi
Sulla sul concetto di pace giusta
Che diciamo il il pendant del concetto di guerra di guerra giusta
Cioè la guerra giusta come giustamente diceva
Oggi non è ipotizzabile e non è compresa nel magistero della Chiesa
E direi che questo è un concetto
Se lo guardiamo al punto di vista laico che è anche contenuto nella nostra Costituzione nell'articolo undici la nostra Costituzione si dice che l'Italia ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali
E poi fa riferimento alla tema internazionale e al diritto internazionale
Nel cui ambito compresa come anche lei ha menzionato
La legittima difesa
Individuale e collettiva
Quindi
Accanto al concetto di guerra giusta c'è anche il concetto di pace giusta
Che è una pace che si basa appunto sul riconoscimento
Di quelle regole di convivenza cui faceva riferimento Guido
Bene
Lo scopo della diplomazia
Intesa in senso lato
E quella di costruire le condizioni affinché si arrivi ad una pace giusta
E mentre la guerra come lei diceva
Si basa su un concetto di di maglietta
Io il nemico
La diplomazia da sempre per definizione è ternaria
Perché si cerca interlocutore degli interlocutori
Che possano contribuire a raggiungimento di una pace giusta
E questo se se vediamo il corso della storia vediamo che questa è una è una costante
Quando opera la diplomazia
Si cercano degli equilibri
Che riguardano soltanto i due contendenti
Ma riguardano anche coloro che possono contribuire
A creare quelle condizioni che poi portino alla pace giusta
Allora ne vediamo che nell'attuale situazione internazionale
Vi è chi ovviamente l'articolo undici della Costituzione si applica a noi
Però è un principio che risponde ad un criterio generale che non è molto lontano da quello al quale lei faceva riferimento
Vediamo che ci sono degli attori quali
Esercitano un'attività bellica
Come
Mezzo di
Aggressione alla libertà di altri popoli anche questo contenuto la nostra Costituzione e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali
C'è qualcuno che lo fa questo
E di fronte a questo è chiaro che se vogliamo perseguire una pace giusta bisogna mettere in campo tutto quello che può servire per raggiungerla
E a questo scopo questo è necessario anche lo strumento militare quando si tratta di doversi di doversi difendere
O quando si tratta di prevenire
O anche di circoscrivere certi conflitti
Attraverso una azione di
Stabilizzazione
Che può essere preventiva
O può essere successive conflitto
Allora è chiaro che
Di fronte allo sviluppo delle armi di distruzione di massa
E quindi ad un coinvolgimento delle popolazioni civile che è ben diverso dalla
Dalla situazione precedente nella quale appunto le guerre le facevano
Gli eserciti
Beh a questo punto si pone un problema effettivamente di
Contrastare questo stato di cose
Ma questo stato di cose lo si può contrastare evitando la guerra promuovendo un processo
Di anche qui di equilibrio
Nel quale l'obiettivo del disarmo che credo che sia fondamentale che ha affermato il magistero della Chiesa che sul quale ha molto insistito
Papa Francesco e lo si raggiunge attraverso la costruzione
Di un sistema nel quale il bilancio il disarmo
Sia negoziato sia bilanciato
Sia
Controllato
Bondi salmoni innaturale
Introduce quello spettatori di squilibrio
Che poi può portare la guerra e che quindi poi porta al passaggio da una una situazione ternaria nella quale appunto si riusciva
A si costruiscono certi equilibri ad una situazione binari e quindi al conflitto
Allora per porre fine al conflitto bisogna ricostruire quel quel sistema e questo questo e il compito della diplomazia quando dico la diplomazia non intendo i diplomatici atti diplomati sono coloro che poi fanno i diciamo i gli artigiani di questo di questo stato di cose ma insomma ad una ad un assetto di rapporti internazionali
Che non sono basati sull'uso della forza ma sono basati sul dialogo
E nel dialogo però entra anche l'esigenza di avere degli strumenti di prevenzione
Allora capisco la deterrenza una brutta parola
Però la deterrenza è quello che ha garantito per molti decenni la pace e la deterrenza era accompagnata anche nel dialogo
Era accompagnata da un un'interlocuzione tra gli avversari
Che non erano in guerra si chiama alla guerra fredda
Erano in una situazione di contrapposizione nella quale però si trattava si negoziava sì abbassava il livello della degli
Degli armamenti
Quindi questo credo che sia un il percorso che va che va
Perseguito
Quindi poi credo che la seconda parte potremmo esaminare dei casi specifici
Però appunto io penso che il il
Il percorso su quale andare sia quello di favorire il più possibile che ci sia
Il dialogo che poi porterà un abbassamento reciproco di livello degli armamenti certo l'obiettivo è quello del bando delle armi nucleari
Però per farlo bisogna essere in soggetti
Che hanno l'intenzione di farlo ecco
Da una parte e dall'altra o dalle varie parti che sono presenti in un mondo che oggi non è più bipolare ma comunque multipolare
Le quali gli attori sono diverse e gli agenti ciascuno sono diverso
Grazie grazie del mi dispiace essere così severa con i tempi
E che purtroppo abbiamo un panegirico è vogliamo veramente ascoltare tutti i vostri spunti passo la parola alla ora minacciando lei è stata a capo della rappresentanza permanente italiana per le organizzazioni internazionali di Ginevra
Ma anche in in teatri di guerra ministero ambasciatrice in Siria incaricata d'affari per esempio a Belgrado nella prima metà degli anni novanta
Lei collabora con mariti intente tra cui c'è Fini anziane nella consiglio direttivo nel cestino
Grazie mille per le ragazze io parti parto da quello che è già stato detto
Con cui concordo pienamente però volevo affrontare un discorso un po'più tecnico visto che noi siamo diplomatici per mestiere
Punto primo
La diplomazia non è un mestiere
La diplomazia è una tecnica di comunicazione che richiede empatia una buona dose di empatia con interlocutori che ti sei scelto
Se tu non hai questa empatia in uscita in mai a fare né pace né mediazione mi è fermare la guerra né tanto meno prevenirla
Seconda cosa cosa vuol dire pace
Questa è la diplomazia pace la pace non è pacifismo
Lo so che molti non sono d'accordo e pensano che sia pacifismo cioè che poniamo le armi cioè no
Nella storia quello che si è visto che la pace eh praticamente
Una costruzione
Una costruzione fatta di deterrenza da un lato e Italia Lazio di dialogo e propensione al dialogo circolino questi due fattori per fare praticamente la pace
La deterrenza cose non piace a nessuno
Non piace cattolici non piace mussulmani non piace a nessuno perché la deterrenza significa armi
Significa quello che i romani erano appunto chiamavano no se vuoi la pace prepara la guerra
Lo dico di preparare la guerra ma ci vuole una dose di deterrenza ed è quello che in questo momento mi pare il mondo sfortunatamente
Senta il bisogno di fare oggi viviamo in una è tocca particolarmente tormentata e difficile
Il segretario generale delle Nazioni Unite è uno degli uomini più consultati nel mondo perché praticamente si pensa che non faccio niente che dica le parole sbagliate che queste nazioni unite non servono a nulla tutte queste cose
In realtà siamo in una situazione che non abbiamo conosciuto nel passato
è una situazione che richiede un rinnovamento delle regole delle regole regole di condotta internazionali che possono regole di comportamento per individui per gli stati e per quelli che non sono stati perché in questa situazione di oggi non ci sono soltanto gli Stati come protagonisti
Ci sono anche quelli che si chiamano non stenta Actors cioè queste forze trasversali no che scorrazzano per il mondo e che creano molta confusione
Dire che la la la situazione confusa Guterres ha pensato il segretario generale delle Nazioni Unite ha pensato di inaugurare a settembre a New York il vertice per il futuro
Il vertice per il futuro perché perché sta pensando e anche già enunciato
A un rinnovamento delle regole che hanno guidato la condotta internazionale diciamo
Tempi della guerra fredda o anche del post guerra fredda o anche prima della guerra fredda
Lui sostiene per esempio e io sono perfettamente d'accordo con lui
Che le guerre
Sono in parte legate a un istinto umano
Istinto umano è rinvenne mai anche prima la conforta azione e la competizione per accaparrarsi le risorse naturali c'è sempre stata probabilmente nella preistoria dalla preistoria
Lui dice queste guerre
Sono le carte
Sono collegate all'ingiustizia sociale
Bene questo collegamento teniamolo ben in mente perché in realtà la insoddisfazione dei popoli o degli stati che rappresentano insomma che il topolino è dovuta molto spesso proprio l'ingiustizia sociale e le ingiustizie sociali
Che prendono questa forma violenta
Sostiene per esempio che la situazione ha proposto di rinnovare regole
Quello che è successo
Dopo la decolonizzazione è l'emergere di molti stati che non esistevano quando è stato sono state fondate le Nazioni Unite nel mille novecentoquarantacinque
Cioè dopo la seconda guerra mondiale un moltiplicarsi e quindi di attori
Questi attori non sono sufficienti cioè di Guterres io son d'accordo con lui non sono sufficientemente rappresentati nel mondo né nel Consiglio di sicurezza che sappiamo è un prodotto no dei vincitori in cui che hanno il diritto di veto
Ne nelle altre organizzazioni molto importanti soprattutto per i Paesi meno vanta almeno su i più svantaggiati più poveri eccetera che sono le organizzazioni internazionali economiche e finanziarie
Bene gli vediamo noi cioè i Paesi diciamo e industrie chiamiamo industrializzati per carità di patria in realtà quello quel gruppetto di paesi ricchi che governa il mondo
Chi si è abituato a governarlo senza ascoltare troppo gli altri
E
Il libro questi tre quarti del mondo non era presentata
Noi decidiamo quanti soldi dare al bilancio dello stato del Paese x che sta in fondo al Pacifico noi decidiamo
Loro non ci sono
Primo decidiamo se Dario non darlo
Loro non ci sono
E non possono dire ma guarda che quindi ecco ci tutta questa problematica in corso che Guterres sta in infatti Zandano e poi c'è la problematica dei nuovi si son passati cinque minuti
No un minuto eccetera io voglio avere una seconda occasione per parlare di come non negli e la comunità internazionale a differenza di oggi che praticamente confusione totale di gestite
Otto dieci anni gli atletici balcaniche le crisi balcaniche nessun tutti pensano l'Ucraina la prima grande crisi in Europa no la prima crisi nel cuore dell'Europa furono i Balcani
E poi vedremo se voglio intento di di fila fuori qualcosa di di più interessante ma per tornare il povero Voltaire verso questa pensando sta pensando la nuova agenda per la pace questa nuova agenda per la pace deve contemplare anche tutti i temi non soltanto la nuova situazione internazionale con tutti questi nuovi attori che non sono rappresentati ma deve contemplare anche tutti i nuovi temi
Pensiamo al le alte tecnologie cresciamo l'intelligenza artificiale tutto questo è
Fuori da qualsiasi regola al momento e quindi bisognerà coprire questi questo terreno
Dicevo Caos e chiudo ma
Caos si scusi perché perché purtroppo c'è una mancanza di leadership a livello internazionale alcuni dicono meno male altri io dico no ci vuole una leadership internazionale
Non necessariamente composta da uno o da uno stato ma da una compagine di Stati
E che sia rappresentativa appunto nel contesto internazionale e praticamente siamo e qui veniamo al punto dolente
In chiusura
Totale assenza di Europa
L'Europa continua a pagare a fornire a destra e a manca questo sostegno umanitario economico per carità benvenuto eccetera eccetera però non avere una voce in capitolo e io spero che Ferdinando Nelli feroci che ha fatto il rappresentante permanente a Bruxelles e se ne intende
Affronti questo tema perché è uno dei temi
Fondamentali per cercare di
Di di di diciamo di di dare all'Europa il ruolo che e il peso che si merita nello nel nuovo ordine internazionale questa Europa atto attualmente è assente è assente sul piano politico è assente è presente sul piano umanitario e ben venga ma diciamo ci manca molto
Io chiudo qui e spero che il tetto di avere una seconda occasione per parlare
Di come fu gestita la crisi dei Balcani in quegli anni
Grazie
Emilia il passaggio è molto naturale con Ferdinando Nelli feroci che è stata Rappresentante permanente d'Italia presso l'Unione Europea a Bruxelles e anche il commissario europeo e oggi presiede l'Istituto affari internazionali
Grazie grazie mille per l'invito io però avevo intenzione di parlare di qualcosa di diverso molto rapidamente nei pochi minuti che non sono messi a disposizione partirò da un constatazione che del termine diplomazia si possono dare numerose interpretazioni e letture diciamo Diplomazia può essere un metodo per affrontare questioni complesse e cercare di risolverle
Diplomazia e un corpo di funzionari dello Stato
Diplomazia e anche però quel complesso di regole processi che dovrebbero servire per gestire le relazioni internazionali
Per prevenire o risolvere i conflitti per regolare le relazioni fra Stato per costruire regimi internazionale allora se guardiamo un attimo a questa terza definizione vediamo in controluce
Cosa ha funzionato e cosa non ha funzionato sulla vicenda in Ucraina a proposito del ruolo di Pomezia io farei molto rapidamente
Queste constatazioni
Scusa fu per la voce ma quasi per se uno guarda un attimo alla fase che ha preceduto l'aggressione russa all'Ucraina
Si potrebbe forse un po'superficialmente concludere che la diplomazia ha fallito perché si poteva fare di più e meglio per prevenire quell'operazione russa in Ucraina
è una tesi sostenibile io personalmente non credo perché credo che quello che la Russia aveva in mente di fare in Ucraina non era gestibile con gli strumenti della diplomazia però c'è tutto un filone di pensiero
Che ritorna spesso anche nei dibattiti quotidiane questi siamo che sostiene che sono stati commessi errori da parte dall'Occidente che non ha capito per tempo le frustrazioni le rivendicazioni della Russia che era la potenza sconfitta dalla guerra fredda
Quello che osservo però io credo che le citazioni per l'obiettivo della Russia che era quello di operare un vero regime Shinji in Ucraina non era compatibile con un'operazione diplomatica virata evitare il conflitto
Quello che osservo e che da due anni qualche mese a questa parte la diplomazia ha fallito perché non è riuscito a creare le condizioni per un cessate il fuoco
Per una sospensione delle ostilità
E vi dirò anche per quale motivo sono utili molto seri molto fondati molto radicati la di prova si è riuscita
Quando suo obiettivi molto circoscritti e molto limitati si è riusciti a far coincidere l'interesse gli interessi delle due parti in causa penso agli accordi negoziati a suo tempo grazie
Alla mediazione della Turchia sugli scambi di prigionieri
Penso all'accordo che ha funzionato e che contino tutto compreso a funzionare sulla possibilità di consentire il transito delle navi attraverso il Mar Nero dai porti dell'Ucraina che caricavano cereali
Per le destinazioni a cui era destinati questi carichi fondamentali per evitare crisi alimentari nei Paesi destinati
La diplomazia non ha funzionato perché le posizioni di partenza e le produzioni attuali dei due delle due parti in causa sono ancora troppo distanti e non conciliabili
Abbiamo da un lato un Paese che sta difendendo disperatamente la propria sovranità e l'integrità territoriale
Abbiamo dall'altro un Paese che ha invaso e occupato il venti per cento del territorio di uno Stato sovrano non hanno nessuna intenzione di rinunciare a quei territori
Ma al fondo non è questo l'obiettivo della Russia
L'obiettivo è di riportare come qualcuno ha detto credo fosse il professor Antonietti riportare in Ucraina nella sfera d'influenza della federazione russa attraverso l'insediamento a Kiev di un regime amico
Non è questa evidentemente una posizione una linea che noi occidentali in primis ucraina che noi occidentali possiamo sostenere detto questo
Ripeto la difficoltà per la diplomazia è oggi perché la diplomazia non è in grado di creare le condizioni per un cessate il fuoco perché le posizioni sono troppo remote distanti
Ma la vittima si avrà un ruolo enorme quando finalmente si creeranno le condizioni di una sospensione delle ostilità
E ci sarà un momento in cui si arriverà prima o poi probabilmente ci sarà un vincitore e uno sconfitto questo diventa un certo punto inevitabile ma allora il lavoro della diplomazia sarà enorme enorme e vi cito soltanto alcuni aspetti primo problema quale che sia la copertura del conflitto e ci sarà un problema di garanzie di sicurezza per l'Ucraina o quel che resta dell'Ucraina
Chi le potrà fornire a quali condizioni in quali contesti con quali rapporti con i paesi che fanno in grado di fornire queste garanzie di sicurezza e sarà un problema non da poco
Ci sarà un problema di definizione degli assetti territoriali
Anche ammesso che si dia per scontato l'occupazione oggi difficilmente reversibile
Bisognerà comunque creare una situazione di controllo delle frontiere è una situazione che consenta ai due Paesi al limite in futuro di convivere sia pure in difficoltà enormi
E poi se guardiamo un attimo un po'più diciamo nel medio lungo termine è ovvio che non ci sono le condizioni però se uno guarda con un po'più di ottimismo
Ah quindi che potrebbe essere di sviluppi diciamo di via cinque dieci anni ci sarà l'esigenza di costruire un'Europa una architettura di sicurezza condivisa è ovvio che lo si può fare finché c'è Putin al Cremlino
E ovvio e questo inutile così a sottolineare che le condizioni oggi non esistono però in una prospettiva di medio termine questo sarà un obiettivo ambizioso difficile ma fondamentale per la diplomazia su questa la diplomazia si potrà esercitare io mi fermo qui penso di essere rimasto nei cinque minuti grazie
Grazie mille quindi non è il tempo della diplomazia ma questo tempo arriverà e la diplomazia giocherà un ruolo fondamentale e su questo passo la parola sono molto felice di passare la parola l'ambasciatore Riccardo Sessa
Che è stato rappresentante permanente italiano alla NATO anche ambasciatore
A Pechino ambasciatore a Belgrado durante la crisi in corso con le operazioni della NATO nel novantanove e oggi presiede la Società italiana per l'organizzazione internazionale la pulsioni tra l'altro mi preme rimarcare come siamo indiretta on line e quindi al rappresento gli studenti della scuola di formazione politica lo scorso ci seguono l'AIMA Quinza l'abbiamo una delegazione dell'Arci o i quindi giovani
Aspiranti diplomatici abbiamo una delegazione di dottorandi nell'asta Pienza e una delegazione di europeisti convinti della Gioventù federalista europea
E quindi questa importante anche poi nell'ottica dello scambio intergenerazionale ambasciatore a lei la parola
Grazie per cercare di rimanere rigorosamente nei tempi mi aggancio ovviamente a quello che hanno detto i colleghi
In modo particolare
Mi aggancio a quanto ha detto Ferdinando Nelli feroci con qualche piccola differenza io credo che sicuramente si può sostenere che oggi non c'è diplomazia ma dall'io non direi non è tempo della diplomazia
Ahimè purtroppo quando ci sono delle crisi sempre tempo dalla democrazia della diplomazia
Io sostengo per essere molto semplice e dire immediatamente quello che penso che negli ultimi anni è mancata la diplomazia
La diplomazia nel senso tradizionale del termine
No è un mestiere è più che un mestiere un mestiere di specialisti il comunicazione conoscenza e scambio di informazioni
Ognuno di noi lo è stato e siamo stati tutti molto orgogliosi di esserlo Stati
Ma il problema non è tanto come uno e perché che cosa teoricamente dovrebbe fare il problema vero quando ci sono delle situazioni di crisi e che cosa
Chi si è chi è consentito di fare di muoversi e di operare in nome di quale disegno
E qui vengo subito a una
Idea che io coltivo ahimè da parecchio tempo ormai del deficit di leadership e di cui ha parlato anche Laura Mira chiaro al quale io aggiungo il deficit di governance dite Governance che è ancora più grave perché dal deficit di leadership e dal deficit di Governance io faccio
Discendere immediatamente la inesistenza o la mancanza di un'azione di politica estera a livello nazionale a livello internazionale che ha portato alla situazione nella quale noi
Ci troviamo confrontati
Io volevo partire proprio dall'esempio della della guerra dell'aggressione russa all'Ucraina ma Ferdinando Nelli feroci la fatto efficacemente io
Blitz però mi sono a lungo interrogato lo anche detto e ripetuto e scritto che comunque è mancata un'azione diplomatica io non dico che forse si poteva impedire l'aggressione nel momento in cui si è verificata ma certamente l'Occidente
E lì però non ne do la colpa no e non le dobbiamo dare la colpa a a quanti come noi hanno operato ma dobbiamo darne una responsabili bui nella responsabilità
A chi aveva
La responsabilità politica di disegnare
Dei percorsi che a un certo punto hanno portato dopo la caduta del muro di Berlino io lo ricordo sempre perché noi eravamo lì a a operare
Abbiamo prefigurato degli scenari di fantapolitica straordinari di collaborazione tra l'Occidente e la Russia
Io
Ero accompagna il ministro della Difesa all'epoca lavoravo al ministero del con il vero consigliere del ministro per la difesa a novembre del mille novecentonovanta sei quando andai amo a Bruxelles alla NATO per la prima riunione dei ministri degli Esteri della NATO con il ministro degli Esteri del ministro scusate della Difesa della NATO con il ministro alla Difesa russo
Ci sembrava Ghezzi
Aprissero degli orizzonti straordinari tutto questo poi ha fallito ma ha fallito perché perché è mancata una capacità politica la responsabilità non la possiamo avere noi che abbiamo fatto tutto quello che dovevamo e potevamo fare
è mancato una volontà politica di impedire quel quel disegno che tu giustamente pedinando hai accennato dice speriamo che si realizzi fra dieci vent'anni
Io dico fra dieci vent'anni sarà una tragedia quello di un'architettura di sicurezza europea
E se noi dobbiamo aspettare vent'anni allora facciamo meglio a emigrare sperando in massacri in un altro pianeta
Perché noi adesso faremo la prossima settimana una Conferenza internazionale per ricordare il settantacinquesimo anniversario della NATO con l'obiettivo proprio di cercare nella misura del possibile di delineare nuovi schermi per assicurare pace e sicurezza nella prospettiva proprio di un di un sistema di sicurezza europea che che e quindi
Tutto questo è chiaro che ci vogliono degli specialisti che devono operare devono fare ma se questi specialisti questi specialisti manca un quadro di riferimento è un grosso problema
Un'altra cosa rapidissimamente che ha alterato e reso tutto più difficile muoverci sul contesto internazionale
Sono i nuovi attori sul piano internazionale noi badila anti della politica internazionale
Prego
No
Eh sì però volevo dico l'ha citato la collega Laura Mira Chianti
Questi nuovi attori sono quelli che tra specialisti noi chiamiamo
I nuovi allineamento internazionali
Signori noi ci muoviamo e continuiamo tutti o la si Oja addirittura noi siamo i rappresentanti delle Nazioni Unite membri di tutti gli organismi multilaterali possibili e immaginabili
Ma il multilateralismo ha fallito
Il multilateralismo nel quale noi siamo cresciuti e ci siamo formati ha fallito
Perché
Molto semplice guardate io poi vi dico vi io vi dico subito io lo dico di i ragazzi dell'azione mi hanno già sentito dirlo ma lo ripete in continuazione
Le organizzazioni internazionali oggi ci sono e fanno solo quello che gli stati membri più autorevoli vogliono che esse siano e chiese faccia
Ci sono nuovi allineamenti è stato accennato ma Brix e voi sapete l'importanza che hanno i Brics oggi è una realtà con la quale lo dobbiamo confrontarci e anche lì poi ci vogliono degli specialisti e i British
E allora vengo all'attualità il G7 io non ho avuto e non ho alcuna remora nel sostenere che il G7 oggi non conta nulla
Ma veramente voi pensate che il sette le sette potenze Pizzalis industrializzate del mondo siano in condizioni da sole
Senza dover porre il problema di interfacciarsi menziono due Paesi a caso India e Cina nei nuovi assetti internazionali allora ci vogliono dei degli specialisti che facciano tutto quel successo se noi lasciamo
La la attività diplomatica tradizionale che si identifica nel massimo della discrezione nel massimo della riservatezza i diplomatici non devono parlare
E quando si può cercare il contatto con un altro lo si deve fare sottovoce in silenzio più totale oggi i capi di Stato e di governo si parlano attraverso Instagram e Twitter non funziona così
Allora poi non diciamo che la colpa è della diplomazia diciamo che la diplomazia forse non riesce a farsi spiegare o non viene ascoltata
Poi dolce lo sfuggire però padre Bignami a il discorso della guerra giusta pace giusta si vis Pacem para bellum perché io in più di un'occasione sono stato attaccato in televisione per aver sostenuto si vis Pacem para bellum
Grazie mille per questi primi spunti molto interessanti adesso come promesso facciamo un secondo giro molto veloce per entrare però un po'più nello specifico
Di alcune questioni a guardare al ruolo di alcuni attori che sono stati menziona anche qui voglio iniziare proprio con l'Unione europea con l'ambasciatore Nelli Feroci dicevamo le mie Dorotea nasce come Progetto di pace allora
Quale ruolo può svolgere o oggi come garante di pace come possiamo rafforzare la politica estera di sicurezza e di difesa ma soprattutto cosa possiamo realisticamente aspettarci e raggiungere grazie
Vi ringrazio anche di avermi dato lavora per primo che purtroppo tra qualche minuto devo devo lasciare il tesserino e mi dispiace ma ho un altro impegno
Una premessa questo argomento meriterebbe un un una malattia cinque seminari come minimo perché basta un vasto programma direbbe gli aveva il volto
Si tende a valutare normalmente la prestazione dell'Unione Europea come attore di politica internazionale come molto modesta e io credo che purtroppo sia difficile non concordare con questa valutazione però ci sono tutta una serie di motivazioni che spingono questo io
Anche qui se ne potrebbe parlare a lungo questo progetto nasce con un progetto di integrazione economica poi diventa un progetto implicazione politica la politica estera entra
Tra le politiche uno comuni molto tardi ma soprattutto entra nelle competenze dell'unione con delle regole del gioco che sono
Molto diverse da quelle che presiedono alle altre politiche comuni quindi la regola dell'unanimità e quella che presiede processi decisionali in materia di politica estera rutilo dica voi siete tutti
Studenti e anche addetti ai lavori che conoscete perfettamente questa realtà c'è al fondo un problema diciamo di insufficiente convergenza sugli obiettivi complessivi della proiezione internazionale dell'Unione Europea
C'è al fondo una questione ancora più sensibile più difficile da risolvere quella di una assenza di una percezione condivisa della minaccia
E questo credo che sia forse il problema maggiore perché mi è ovvio che le sensibilità dei Paesi del Nord Europa non coincidono con le sensibilità dei Paesi d'Europa meridionale questo lo vediamo quotidianamente costantemente quindi su un processo molto lungo processo
E questo diciamo e arrivare a definire una politica estera comune è un processo che richiede pazienza metodo impegno volontà politica ma anche tempi lunghi
E aggiungo che c'è anche un aspetto che è quello che maggiormente deficitario che quello che l'Unione europea non dispone di una sua dimensione o politica di difesa anche qui ci sono ragioni più che logiche incomprensibili non era l'Unione europea nata per diventare un'alleanza militare non è destinata a diventare un'alleanza militare può però dotarsi attrezzarsi dotandosi
Di maggiori capacità anche di tipo militare lo sta facendo qualcosa realizzato qualcosa si cercherà di realizzare
Però dobbiamo fare i conti con ancora una volta con due o tre problemi che sono primo quello che dicevo che la percezione della minaccia secondo tema
E quello delle con delle dei limiti di bilancio nostri paesi tutti chi più chi meno ha dei problemi di bilancio molto importanti che condizionano
La possibilità capacità di attrezzarsi sul piano delle difese in maniera adeguata abbiamo assunto degli impegni se aveva gravidanza atlantica che noi tutti siamo in grado di rispettare
Questi si riflettono sulle capacità di spesa di investimento per la difesa a sua volta si riflettono sulle capacità di proiezione in tema di difesa da parte dell'Unione europea
Quindi che dire
Una osservazione poi conclusiva per dire che se guardiamo per esempio i due scenari di guerra con il quale l'Unione si è confrontata si sta confrontando
Dobbiamo ad un giudizio molto differenziato perché a mio avviso sul tema della aggressione russa lucane all'Unione Europea tutto compreso ha risposto finora in maniera adeguata e non era
Del tutto da dare per scontato e per garantire tocca se guardiamo invece alla prestazione dell'Unione europea su quello che sta succedendo
A casa in Israele Medio Oriente arrivi il la prestazione dell'europea è stata talmente carente che mi verrebbe da dire quasi inesistente
Quindi questo perché perché evidentemente la percezione della minaccia di delegazione russa è stata molto più condivisa da parte dei membri dell'Unione che non la percezione di una minaccia
A seguito degli attentati di Hamas in Israele e a seguito dell'aviazione israeliana
A casa io non c'
Cito soltanto come esempio per dirvi quanto questo un tema su cui mi piace tornare della percezione della minaccia ha un impatto sulla Confessions l'unione di sviluppare una propria con le sue tre braccia da questo punto purtroppo mi devo salutare ringrazio ancora una volta presidente professor tubetti tutti i colleghi sono intervenuti i grassi Loredana
Grazie mille
Grazie ambasciatore colgo l'occasione realtà per ringraziare tutti voi per essere qui oggi e rimane sul tema della difesa e della sicurezza e a questo punto allora attorno all'ambasciatore Sessa
Che tanto si è occupato di questo tema di recente anche su formiche parlava di De Gasperi di questo sogno
Di una politica di una comunità di difesa che non si è realizzato ma che ancora oggi sembra così attuale importante e le chiederei un po'una riflessione sul ruolo della NATO
Quindi la NATO oggi sembrava quasi vacillare invece ha ritrovato in qualche modo la sua resa onde tra in quanto comunità di difesa e anche appunto questo rapporto tra Unione Europea e nato mentre cerchiamo di rafforzare il pilastro della sicurezza della difesa dell'Unione Europea grazie
Pupario comincio subito con una battuta in modo che così ci sveglia amo tutti quanti vero alla NATO adesso è tornata sulle prime pagine dei giornali ma lo deve grazie a un signore al quale io da da da già da quando è cominciata la guerra in Ucraina sostengo che bisogna iniziare una grande colletta per fargli un monumento equestre o davanti al quartier generale della NATO e questo signore si chiama Vladimir Putin ha perché è proprio grazie a Putin che la NATO si è improvvisamente risvegliata
Difesa e sicurezza De Gasperi del certamente in una sede come questa
A me fa un particolare piacere ricordare che
Alcide De Gasperi prima già come me Ministro degli Esteri nel mille novecentoquarantaquattro quindi la guerra non era ancora ultimata lo dico è più anziani il più giovane e forse non sanno neanche chi eravamo ancora in guerre
Nel mille novecentoquarantaquattro a guerra ancora non ultimata
Da ministro degli Esteri cominciò a porsi immediatamente un obiettivo sul quale volle coinvolgere sin dall'inizio la diplomazia italiana e lo dico per ricordare quindi che quando ci sono governi che capiscono le sinergie che si possono creare tra governo e diplomazia i risultati si conquistano
Perché far capire ai nostri alle non alleati futuri ma erano i nostri ex nemici che ci consideravano nemici ancora che l'Italia avrebbe potuto svolge un ruolo importante nella ricostruzione dopo la guerra
Posizione che sempre con l'aiuto fondamentale dei nostri principali ambasciatori nelle principali capitali ci portone il quattro marzo del mille novecentoquarantanove
A firmare il trattato istitutivo dell'Alleanza atlantica chiede noi celebreremo la prossima settimana proprio qui a Roma
Mi piace ricordare questo perché sin da quegli anni la classe politica italiana ma non solo la classe politica italiana e dico ma non solo anche i principali esponenti capi di ieri dei principali paesi europei
Meno gli americani ma noi noi europei soprattutto gli inglesi francesi tedeschi e De Gasperi
Percepivano l'importanza che
Sì crearsi in Europa una realtà politica forte in grado di impedire una nuova guerra ma quello che è interessante che già allora questa classe dirigente
Non solo italiana ma dei principali Paesi europei cominciò a porsi il problema di una difesa europea
Oggi tutti parlano di difesa europea ma come al solito e non c'è niente di nuovo sotto il cielo perché se ne parlava già nei alla alla fine degli anni Quaranta paglia intorno agli anni cinquanta
Si parlava di difesa europea e proprio De Gasperi
Nel mio alcune ricerche che ho fatto le segnalo al proprio nostro presidente qui
Proprio De Gasperi disse avvertendo i suoi colleghi europei guardate che se noi ci fermiamo a parlare di divisioni battaglioni
Non ci soffermiamo sul ruolo e l'importanza che ha il concetto di difesa dei cittadini europei contro eventuali nemici futuri non andremo da nessuna parte questo avveniva diciamo agli inizi degli anni Cinquanta e come vedete siamo ancora con questo problema
Oggi è evidente che il sistema che si è
Ho sviluppato con l'Alleanza Atlantica di difesa sistema che ha messo in piedi la più grande organizzazione militare che sia mai esistita nella storia dell'umanità
Sta cominciando a mostrare dei segni di stanchezza
Primi fra tutti questi segnali di stanchezza gli hanno mostrati da anni gli americani
Non illudiamoci possiamo essere tutti terrorizzati che un personaggio stravagante come Trump possa diventare nuovamente Presidente degli Stati Uniti ma attenzione
I governi americano cioè le amministrazioni americane quindi precedenti presidenti americani vanno sostenendo la tempo all'interno l'Alleanza atlantica ce l'hanno già detto l'hanno già fatto
Che loro devono ridurre e intendono ridurre il loro impegno adesso grazie a Putin o non l'hanno potuto fare
Walter la direzione è quella e quindi da qui questa esigenza per l'Europa che è stata capace di dotarsi di una politica estera con tempi più ridotti ma di dotarsi di una moneta unica
E deve cominciare a ragionare seriamente
Su delle capacità europee
Per poter assicurare una difesa autonoma tenete presente ancora una volta che quando si cominciò a negoziare
Il trattato dell'alleanza atlantica gli i principali europee gli italiani francesi inglesi a quell'epoca non si parlava assolutamente di Germania perché la Germania
Lo ricordo chi ha studiato bene la storia che venne cancellata dalla carta geografica viene solo riammessa nel
Parzialmente nel quarantotto e poi nel quarantanove i famosi settori dei quali erano stati divisi venne riconosciuto la così quella che allora si chiamò Repubblica federale tedesca
Ma già si cominciava a porre all'ora
La capacità dei Paesi europei che sarebbero diventati membri dell'Alleanza atlantica di poter costituire un nucleo speciale tutto questo non non è stato possibile realizzarlo
Questo è il problema principale di sicurezza al quale siamo confrontati oggi
E se però andiamo a vedere come tutto questo si traduce poi nei confronti del momento in cui queste organizzazioni e questa comunità internazionale si è confrontata a una barra due guerre
è vero ha ragione aveva ragione Ferdinando Nelli feroci su in Europa abbiamo dovuto reagire per forza di cose
Ma naturalmente siamo certi reagendo senza minimamente cercare di arrivare a quella soglia di coinvolgimento formale della NATO perché se non si scatenerebbe l'ira di Dio
In
Nel Medio Oriente non l'abbiamo mai fatto
Negli ultimi tempi e non continuiamo a non farlo neanche oggi quando dico negli ultimi tempi brevi ci sono stati dei tempi in cui noi europee c'eravamo e noi italiani ci siamo stati
Io ho partecipato alla riapertura del valico di Rafah nel due mila e cinque con i carabinieri italiani
Ogni volta che accendo la televisione sento che richiede valico di Rafah è chiuso mi metto le mani nei capelli perché noi siamo stati capaci di riaprirlo ripeto con i carabinieri Italia
Problema è sempre la quello che dicevo prima ci vogliono delle indicazioni molto chiare e poi gli uomini ci sono e come non ci sono
Grazie mille rimaniamo in tema è chiaro che come dicevamo dovremo comunque ripensare no no party tutto architettura di sicurezza
In Europa e allora la diplomazia potrà dovrà tornare a svolgere un ruolo un'architettura di sicurezza che in qualche modo deve tener conto della presenza della Russia anche rimane nostro vicino sentiamo parlare ogni tanto nello spirito di Helsinki come far tornare lo spirito di Helsinki però abbiamo visto l'OSCE rimanere abbastanza nell'ombra
In questo periodo nonostante appunto l'osceno intenzione tanti Paesi compresa la Russia l'Ucraina la moldavi abbiamo visto matrone invece rilanciare nuove iniziative come la comunità
Politica quindi la nuova piattaforma che nude però la Russia e allora per queste domande guarda l'ambasciatore Lenzi perché mi chiedo appunto come se è possibile ristabilire questa spirito
Di Helsinki e quindi un dialogo a livello europeo che ruolo per l'OSCE e come i ripensare i rapporti con una federazione russa nel futuro senza Putin
Du colgo qualche piccola chiosa direi quello che è già stato detto tanto per arricchire il la la la consapevolezza di questi temi che sono effettivamente estremamente intricati
In prima di tutto io non direi che l'Europa è stata assente il Ucraina nella nella crisi ucraina in prima durante adesso e nemmeno nel Medio Oriente in Cook RAI da abbiamo tentato delicato lo sa bene di coinvolgere la Russia sempre in continuazione c'era c'erano così da Pratica di Mare e altre cose del genere che voi probabilmente già conoscete quindi tentativi di coinvolgere la Russia ci sono stati il problema fondamentale dell'Europa e che noi ci siamo fidati
Dico facciamo
Abbiamo pensato che Gorbaciov avrebbe l'undici ottobre senza nostre interferenze cento poi c'è stato quello quell'altro lì le diciamo e la come si chiama industriali cioè il banchiere questa questo questo confusione russa eccetera ma non abbiamo pensato che dovessimo lasciare la Russia risolvere problemi senza nostro diretto intervento abbiamo coinvolto ha partecipato era nel gruppo di contatto IBM Balcani per esempio dove insomma e la Russia è stata coinvolta passo passo in in questo processo di di di ricomposizione del sistema internazionale dopo la caduta del muro di Berlino
Purtroppo la luce non è riuscita a corrispondere a queste nostre sollecitazioni e puntino a un certo momento ha detto prove dove non ce la facciamo e dobbiamo quindi contrapporci al punto che questo importantissimo ATER presente
Putin sta sempre
Disimpegnato l'Europa vi ricordate quando ma provando a a Mosca che Fini ha quindici metri di un lungo tavolo c'era
E la Russia non ha mai accettato di negoziare con l'Europa quindi non possiamo negoziare con qualcuno che non vuole negoziare bisogna in qualche modo uscire a catturarlo la Russia nel dicembre del due mila e il venti
Uno due mesi prima dell'attacco all'Ucraina ha presentato de de detto oggi un progetto di nuova architettura di sicurezza europea
Dettagliato in dodici quattordici punto è andato a cercare si ritrova se volete
Diamo eccetera se non la si trova ancora questi questo progetto di una qualche sorso correzione per l'ha presentato a Washington agli americani e alla NATO non ha presentato all'Unione Europea
Di proposito il non vuole negoziare il le moto architettura di sicurezza con gli europei cioè e niente accettando di essere riconosciuto come membro d'Europa come partecipante della sistemazione rotte Louis vuole decidere del futuro dell'Europa pronto con gli americani
Cioè riportare gli americani in Europa per ristabilire un rapporto bilaterale da superpotenza superpotenza di cui lo di cui l'Europa era
Succube questo è chiara che chiarissimamente il progetto di punti no non sta funzionando nostra riuscendo facciamo questo tipo perché l'Europa non non non fa niente in Ucraina
Pertanto imbottite a parte la questione nucleare eccetera insomma non è l'interlocutore che tutti accetta ma ci si potrebbe dire tanto altro possiamo fare nel seguito alla discussione il Medioriente e non è vero che l'Europa non è mai stata presente l'Europa è sempre stata presente bando che si è prestato a fianco dei palestinesi
Mentre gli americani hanno a fianco degli israeliani
Ma no no comunque generale la la la il Consiglio europeo del luglio del l'ottanta meno centottanta ricondotti lungo il ciglio europeo gli europei riconobbero la Palestina come interlocutore politico necessario per quindi come autore del paesaggio
Il fatto è che i soldi che noi abbiamo dato ai palestinesi l'appoggio sostegno è stato come si può dire travolto da altre logiche appunto di sicurezza militare diceva che l'Europa non poteva garantire rompono poteva garantire la sicurezza nei palestinesi ed israeliani per i motivi fissa il tetto eccetera
E quindi ha un compito diverso l'Europa
Come diceva quel compito quel compito fondamentale di tutto al lago
All'inizio ovverosia quello ha una funzione diciamo di ricostruire il sistema internazionale non funziona normativa multilaterale che l'unica cosa che l'unione europea
Può fare quella di essere a disposizione per ricollegare le sparse membra di un sistema che si è per per molti versi disse
Integrato
Il la vedo lo sa lo sappiamo ma è la questione appunto della della del l'OSCE appunto la la Russia pretende di stabilire stabilimento questo rapporto bipolare con le agli Stati Uniti
Pretende ora anche Toro nuova architettura di sicurezza mentre questa creatura già esiste ed era quell'appunto come come accennava l'amica Teodorescu
Che si tratta appunto dell'Atto finale di Helsinki del mille novecento settantacinque approvato al colto da Breznev dico Breznev che era uno dei più o duri Julio che con l'unica cosa che voleva che ci fosse riconosciuti fossero riconosciute le frontiere europee eccetera
Andate a vedere vedere perché ce lo siamo dimenticati a date dei tutti quanti voi studenti studiosi eccetera
Il il trattato dell'atto finale come si chiama oggi Eltsin che che nel suo decalogo stabiliva le regole di comportamento non le norme obbligatoria ci dà ma le norme di comportamento ai quali cinquanta cinque Paesi mi pare che comprese americani canadesi russi
Unione sovietica tutti compreso eccetera dichiararono di volersi ai quali dichiarano di volersi atterrire quelli norme ci sono tre cosa vogliamo inventarci la rotta esiste già quella ruota bisogna soltanto che Putin il quale altre vincere sì fra quindi a lasciarsi coinvolgere nella ricostruzione non soltanto dell'Europa cioè del sistema di sicurezza europea ma dell'intero sistema internazionale Putin ha detto e ripetuto che Luís non riconosce la Carta delle Nazioni Unite
Non riconosce il il sistema delle azioni che perché si tratta di un'imposizione occidentale che c'è un conflitto di civiltà fra l'Occidente la Russia appunto chi ieri il i suoi altri altresì spiegato il testo è un fatto estremamente grave
Perché è evidente che si è infilato i nomi tunnel praticamente dal quale soltanto la diplomazia lo può estrarre non può uscire da solo Russia e Ucraina non potranno risolvere non ci saranno vincitori né vinti in Ucraina
Bisognerà che l'intero sistema internazionale compreso Brasile India del Brixia Viaggi sette persino al G7 che questi altri paesi sì sì lasciando coinvolgere in nella sua come in una soluzione diplomatica di quello di questo problema ucraino che situazione militare non può e non potrà amici
Grazie mille tornerei a questo punto all'ambasciatrice mira Qian e alla sua esperienza nei Balcani bassi guardiamo se parliamo di Europa e di sicurezza e di stabilità non possiamo non guardare Balcani sia per le sfide che ancora persistono ma come ci ricordava anche un po'per imparare dalle lezioni del passato non guardare alle guerre balcaniche degli anni novanta che furono le prime sul suolo europeo dopo la seconda guerra mondiale e vedere come allora fu gestita la crisi ci diciamo che tipo di diplomazia abbiamo avuto che gli poi leader Scippa abbiamo avuto per poi fermare le guerre intraprendere il processo negoziale nonostante sappiamo ancora insomma che ci siano è sia un processo diciamo così incompiuto e allora a questo su questo mi rivolgo a lei cosa possiamo imparare dall'esperienza nei Balcani
Io partirei proprio da un l'ultimo l'ultimo commento del collega Lenzi che parlava di
Una pace implica no una diciamo una tendenza corale verso la pace cioè ci vogliono tutti i protagonisti che contano
Allora tutte le grandi crisi
Hanno tre Circuiti il primo è il circuito
Tra i protagonisti locali il secondo tra i protagonisti regionali il terzo tra i protagonisti internazionali e questo è stato evidentissimo durante le crisi dei Balcani
La pace non si riesce a fare
Intanto la pace non si non si non è non si tratta non è un one shot non è che si preme un bottone si fa la pace no ma voglio è un processo
Un processo che volto prende anni come ha preso anni quello che si è sviluppato nei Balcani e li la prima cosa da evidenziare che
Ci fu un processo corale
A un certo punto la pista incrementi action Kakà sembra che fu praticamente creata dopo gli accordi di Dayton implicava denti cinquantacinque Paesi cioè cinquantacinque paesi intorno a una in una sala intorno a un tavolo
Che
Contribuivano in qualche modo a cercare di applicare quello che era stato un risultato di pace gli accordi di Dayton quindi la prima cosa questo movimento corale
Internazionale al di là
Dei protagonisti diciamo locali la seconda cosa che si verificò nei Balcani fu questa capacità di leadership la capacità di leadership così dice sempre gli americani Goya sì gli americani esercitarono una diciamo una forte leadership tra soprattutto nell'ultima parte che incluse il bombardamento della Serbia in corso ma chiaro che tutto il processo fu gestito dal sei protagonisti tutti ugualmente diciamo precedenti e assertivi con le loro idee
L'elenco Stati Uniti Russia
Regno Unito Germania Francia e Italia
Mi pare di averli gli averi nominati tutti e sei e questi portarono avanti per otto anni
Per otto anni portarono avanti il processo regola regolarmente incontrandosi naturalmente gli europei poi avevano il l'obbligo di informare e preventivamente e deve successivamente
Delle decisioni prese il Consiglio europeo e cioè gli altri membri dell'Unione europea quindi in qualche modo l'Unione europea in quanto tale era coinvolta la terza cosa quindi ho detto movimento corale
Un nuovo una capacità di leadership e diciamo una presenza delle Nazioni Unite dell'ONU del Consiglio di sicurezza
Molto assidua ogni decisione del Gruppo di contatto veniva riportata oltreché il Consiglio europeo gli europei ma anche al Consiglio di Sicurezza per tramutarsi in una risoluzione
Evidentemente questo implicava che tutti fossero d'accordo compresi i membri del Consiglio di sicurezza con diritto di veto e quindi anche i russi
Ci fu una cooperazione una collaborazione tra Occidente e Russia che io nono poi mai più visto la Russia di Eltsin e di Cernomyrdin quindi ad una luce diversa da quella che abbiamo adesso è una Russia che emergeva dalle sue macerie dalle macerie dell'Unione Sovietica e che voleva accreditarsi come protagonista credibile sul piano internazionale
La quarta cosa fu per i Balcani che fu mobilitato l'intero arsenale tutta la strumentazione internazionale multilaterale esistente e cioè oltre le Nazioni Unite come ho detto
Tutti
OSCE
Naturalmente web che era ancora c'è all'epoca poi divenne uguale l'Unione europea
Due otto la volevo nessuno se ne ricorda mai ebbe un ruolo nei Balcani praticamente per il monitoraggio delle sanzioni sulla Drina no ter tra la Serbia il Dornier
Ma e fu l'ultima per la prima e ultima apparizione della guerra praticamente sulla scena internazionale
Ho
Il G otto la Russia faceva ancora parte del G otto per dire come si era diciamo a amalgamata all'Occidente c'era diciamo offerta come per aveva offerto il suo contributo attivo e fattivo
E infine la strumentazione insomma economica finanziaria l'Abbey la bellissima mi i fichi la Banca mondiale fondo monetario internazionale
E la strumentazione militare la NATO
Che fece la sua prima operazione auto offre aerea cioè fuori dall'area nella sua area in Bosnia
Ma tutte queste diciamo
Questi fattori oggi come oggi
Non sono più in presenza quindi nel caos attuale di cui si diceva sopra nella diciamo e gli assetti internazionali che non funzionano o che sono obsoleti di cui si diceva sopra
Non esistono più le condizioni per la mobilitare questo processo corale che terrà anni e anni
Procedette sci sviluppo e alla fine creò una situazione diciamo non completa me sappia ovunque nei problemi dei Balcani non sono finiti eccetera ma che esiste ancora questo problema del corso il problema della Bosnia eccetera però Porto avanti fino fermo le guerre fermava le guerre di Milosevic l'ultima cosa che voglio dire oggi e prospetto un futuro per l'area
Futuro che
Sta per essere realizzato in parte realizzato adesso speriamo che si completi con l'adesione di altri paesi
Del Sud dei Balcani all'Unione Europea e che costituisce un incentivo fondamentale per tutti questi Paesi per poter ad giornale i loro come dire il loro modo di essere loro modo di governare la governance si introduce il concetto di diritti delle minoranze il concetto di diritti umani eccetera eccetera
Tutti i concetti che esistevano e funzionavano e furono applicati nei Balcani per quanto riguarda sia lascia luglio il nono per Nazioni Unite sia l'Unione europea
Quindi una cosa strepitosa fu questa mobilitazione generale direi mondiale io a un certo punto mi trovai sul al tavolo il Giappone
Quel centro in Giappone in Europa centro Giappone Europa perché era uno dei grandi protagonisti internazionali il Brasile
C'entra il presidente anche se sta dall'altra parte no di di molto lontana
Il in particolare l'ONU applicò
A sua volta tutta la strumentazione esistente capitolo sesto capitolo settimo
Della Carta delle Nazioni Unite capitolo sesto piste Kipling capitolo settimo peace making no
Ed è anche delle delle vittime loro naturalmente tutte le agenzie umanitarie dell'ONU eccetera
E questo praticamente
Mi importa precisare un momento l'Unione europea cioè la CEE Unione Europea
Avevo detto state mobilitate punto la dei Länder se sul piano finanziario sul piano economico eccetera per sorreggere no questi Paesi i protagonisti di questi Paesi
Che andavano verso un nuovo futuro
Praticamente di di governance praticamente
Questa unione europea
Oltre agli aspetti economici umanitari eccetera
Intervenne regolarmente
Con le operazioni delle Nazioni Unite
Un pro forma ein Volk forte
Eccetera
Che i forti
è un ex
Cioè ci fu tutta questa insieme a questa apparato in parte esistente in parte innovativo che fu applicato nel corso purtroppo dicevo la situazione oggi è molto molto molto diverso intanto non abbiamo una Russia collaborativa abbiamo le russe antagonista avevano Russia che uscita del G otto
Se pensiamo che la la risoluzione dodici quarantaquattro che riguardava il Kosovo nell'ultima fase della delle delle guerre
Praticamente fu un'idea russa che
E convocò
Il G otto e in ambito il G otto si sistemò la il compromesso no che doveva servire per non solo dividere i contendenti ma anche gestire questo questo e questo nuovo stato
Milosevic Milosevici grande protagonista negativo evidentemente in tutte queste guerre
C'è un altro strumento che fu usato e che era assolutamente innovativo che fu un litigio al Tribunale internazionale lotta all'impunità e adesso è una cosa che non vediamo più tutti fanno qualsiasi cosa gradiscono fanno eccetera però
Non parlano
Come sappiamo Milosevic morì
Il tribunale alla noia Tribunale internazionale dove è stato convocato poco prima che finisse il processo nei suoi confronti ma si negoziò con miglior semplicissimi negozio anche con Milosevic proporsi di quello che si diceva prima cioè non è che si negozia solo con i buoni o con gli amici anzi signor forse con i cattivi cioè quelli che hanno delle responsabilità particolari nella un minuto
Quindi voglio dire se vogliamo DC negozio mentre erano in corso ancora le guerre
Con una serie di incentivi e disincentivi sanzioni se non fai se alleggerimento delle sanzioni se fai e collabori eccetera eccetera
Oggi
Credo che ci ma anche e soprattutto l'Europa speravo che Ferdinando Nelli feroci ne parlasse perché sarebbe il tema di cui che vale la pena di approfondire visto che ci riguarda tutti da vicino
Praticamente qui ci manca qui ci manca una leadership evidentemente europea che contribuisca e insieme agli americani insieme ad altri Paesi arabi interi paesi parlando di Medio Oriente evidentemente c'è necessità anche dei protagonisti del giorno ma voglio dire questa leadership non non c'è i bisogni in qualche modo incoraggiare l'Europa in questa in questa storia verso in questa strada
Ci sono delle riforme importanti che l'Europa deve portare avanti al proprio interno deve praticamente cercare di accelerare i suoi meccanismi decisionali cercare di omologare gli interessi tra gli stati membri sono tanti
Evidentemente hanno interessi diversi per collocazione geografica diverso eccetera eccetera ma
è necessario pensare a a a quello che si chiama ormai
Che si chiamano ormai beni pubblici europei
Cioè ci sono dei beni comuni che a cui noi aspiriamo e che non sono soltanto la prosperità economica eccetto e la pace sociale all'interno eccetera ma anche la proiezione esterna dell'Europa
Un'Europa che sappia come dire
Anche sappia manifestare la propria autorevolezza nel mondo
E e i suoi principi e i suoi valori voglio dire senza imporre ma voglio dire non è questione di imporre i valori è una questione di mostrare quali sono i tuoi valori infine e come e come funzionano come possono funzionare anche per altre società in questo caso voglio dire anche più società mediorientali
Oltre prescritta europee evidentemente
Quindi siamo noi dobbiamo lavorare in casa nostra innanzitutto se noi vogliamo contribuire a
Di diminuire la confusione e il caos e la mancanza di leadership nel mondo io concludo qui e penso che questo sia il tema fondamentale
Per cui Loredana organizzerà il prossimo convegno trattati
Grazie mille realtà era nostra intenzione sicuramente lo faremo concimare proseguire il dibattito con un approfondimento proprio sul ruolo dell'Unione Europea
Last but not least l'ambasciatore Melani collego Remo allargare un po'lo sguardo vista la sua esperienza in Africa e guardare quindi al ruolo dell'Unione europea si ma nel continente africano che è diventato un po'il nostro vicinato allargato
E tra l'altro mi viene in mente appunto la volontari l'Unione Europea di vedere l'approccio con l'Africa ma anche italiano il piano Mattei per esempio quindi come si colloca questo nella strategia europea grazie
Grazie ma io mi coclea quella quanto è stato detto riguardo la crisi balcanica in cui abbiamo visto che
Successo di una azione diplomatica è collegato alla capacità di costruire una setto che abbia un forte senso di coralità
Cioè di forte partecipazione di una serie di attori che sono innanzitutto ovviamente quelli locali ma poi tutto quello che c'è intorno
Allora parlando dell'Africa e me l'ha chiesto anche di di citare alcune esperienze poi dopo arriviamo anche alla alla diciamo all'al punto che lei ha citato
E poi direi anche l'importanza che tutto quello che abbiamo sentito e che potremo ancora sviluppare può riferirsi anche al conflitto
Israelo palestinese
Allora per cominciare innanzitutto con con l'Africa io vorrei fare riferimento ad una ad una ad una storia di successo che ha avuto l'Italia in Africa che è stato il processo di pace in Mozambico
Dove si è visto chiaramente che lì
Il processo diplomatico per arrivare ad una soluzione di pace funziona quando ci sono una serie di interessi che si coagulano verso il raggiungimento di un certo risultato
In un negoziato perché funzioni occorre che ci sia un interessi innanzitutto delle parti coinvolte a superare una situazione di conflitto
Perché il conflitto oramai esauriti perché il conflitto ramaglie considerato come qualche cosa che molto più negativo anche in una prospettiva di vittoria dell'una o dell'altra parte rispetto invece ad un assetto di pace
E poi bisogna che ci sia un interesse di qualcuno che come mediatore vuole intervenire
E accanto a questo poi un circuito esterno di coloro che hanno ancora ugualmente un interesse convergente su questo allora per quanto riguarda l'esperienza Moçambique Cana perché l'Italia intervenuti Mozambico Paese così lontano fuori dei nostri interessi diretti
I nostri interessi in Africa ero più che altro concentrati nell'aria dell'Africa orientale ed eventualmente dovesse dice Corno d'Africa ed essere
Bene lì c'era una una convergenza di interessi italiani rispetto al Mozambico innanzitutto c'era una fortissima presenza missionaria
E presenza missionaria significa anche in collegamento con un retroterra con un retroterra di parrocchie di associazioni di strutture benefiche che quindi avevano un avendo sviluppato quella che tu hai richiamato l'empatia diano rispetto a questo Paese rispetto a quelle popolazioni
Questo un fattore molto importante
Un altro fattore importante era stato il sostegno che le forze politiche di sinistra Partito Comunista Partito Socialista sinistra cattolica avevano dato al processo di liberazione dal colonialismo portoghese
E questo aveva stabilito tutta una serie di contatti
Che poi si sono rivelati utili naturalmente era un sostegno che era un sostegno non era un sostegno armato chiaramente no ero sostegni essenzialmente umanitario aiuti alimentari aiuti ai alle alle ai ai bambini
Agli orfani ecco tutto però una un sistema che si era creato con le amministrazioni locali Reggio Emilia Bologna Firenze insomma che arrivano costruito questo questo reticolo
Poi c'era un altro fattore importante ed era un interesse di rilevanti distanze economiche italiane
Al momento in cui avevamo rinunciato al nucleare Lehner aveva bisogno di Carbone il Mozambico aveva Carbone ylenia aveva sapeva che c'erano delle importanti risorse petrolifere le Nord
Essa del Mozambico e quindi c'era un interesse dell'ENI in questa direzione
C'era un interesse le grandi imprese di costruzioni italiane che erano state sostenute dalla dalla dalla cooperazione italiana è che volevano entrare nel diciamo nei
Nel in un sistema di ricostruzione infrastrutturale finanziato la Banca mondiale degli altri attori internazionali per cui c'era stata questa convergenza di interessi
Evidente quindi si è si è si è si sposta sia spessa per questo però localmente perché funzionasse occorreva il contesto regionale contesto globale
Per cui queste stato accompagnato da un'intensa azione diplomatica innanzitutto con i paesi limitrofi
I paesi limitrofi in quel momento erano Rosin Babu e che a Londra ti ricorderai perché era un seno in quel periodo
Aveva completato il suo passaggio dalla Rhodesia all'Usimbardi attraverso gli accordi Lancaster House del del
Mille novecento settantanove alcuni anni prima quindi lo Zimbabwe è diventato un attore importante
Il Sudafrica
Era appena terminata la guerra fredda
E il Sudafrica entrava nel suo processo di trasformazione interna nel senso che il Sudafrica dell'apartheid che era formalmente condannato da tutte le potenze occidentali non c'erano anche le sanzioni sanzioni molto innocue devo dire per cui c'era un atteggiamento
Diciamo così formali di di di di condanna del Sudafrica però sostanzialmente il Sudafrica era considerato il bastione nei confronti della penetrazione sovietica in Africa australe
Con la fine della guerra fredda la dirigenza sudafricana quella bianca e quella nera
De Clercq e Mandela hanno capito che era il momento di arrivare alla trasformazione e questa trasformazione comportava anche che si ponesse fine al conflitto in Mozambico
Poi c'erano altri attori attori esterni c'era l'Unione europea la allora era appena diventata Unione Europea che da parte italiana si coinvolse per cui il Regno Unito la Francia la Germania parteciparono anche loro questo sforzo gli Stati Uniti gli Stati Uniti furono molto attivi in questo poi nel caso specifico del Mozambico proprio in virtù di quello che dicevo all'inizio di questo forte interesse
Della delegato ad una presenza missionaria un'organizzazione come la Comunità di Sant'Egidio la quale Comunità di Sant'Egidio assieme alla chiesa Monza ambiscano ecco ora ma era una chiesa che progressivamente si stava africani Zandonà quindi con il vescovo di di di vera parte di questo negoziato quindi fu un'azione veramente corale perché c'era una componente diciamo politica da parte del governo italiano una componente della società civile italiana una componente delle forze politiche italiane e poi il concorso di tutto il contorno
Allora questo è un esempio anche stati
Che in qualche modo sviluppa quello che è stato detto sui Balcani però qui diciamo in un contesto nel quale si vede anche quelli che sono stati gli interessi dei dei dei singoli attori
Allora parlavo della della Palestina ora nella Palestina abbiamo gli attori locali che sono coloro che si contrappongono quindi Israele Palestina alle sue diverse manifestazioni la MP che è stata emarginata questa rimarginata perché si è avuto una regina da e perché Israele ha fatto di tutto perché forse vaccinata
Abbiamo nel frattempo proprio in virtù di questo di questi sviluppi le forze jihadiste che sono emersi e che hanno in qualche modo sostituito l'Anp nella rappresentanza della popolazione palestinese quindi particolare a Massa sostenuto dall'esterno da
Scattare nell'ambito del suo confronto con altri Paesi arabo arabo sunniti ma la Regione ed Iran per la sua diciamo vocazione ad avere un ruolo egemonico comunque di di di
Di di affermazione della della sua della sua della sua potenza nella regione
E e poi attorno a questo ci sono le potenze globali
Gli Stati Uniti
La Russia la Russia che faceva parte del quartetto faceva parte di quel processo per raggiungere una soluzione basata sul due popoli due Stati nel quale c'erano agli Stati Uniti c'erano le Nazioni Unite
C'era l'Unione europea c'era il muro che c'è la Russia e la Russia partecipò e quando Ricardo faceva riferimento alle esperienze positive che si che vi furono in quel periodo e era proprio dovuto al fatto che c'era questo questo concorso per poter a trovare una soluzione
Prego beh allora in quel periodo il vecchio socio statico momenti un momento precedente e dopo la guerra fredda c'era spreme Corbaccio fra e poi e poi no e poi e poi e poi nel senso era era ecco era quel periodo lì che poi determinò taglia corto che poi le riunioni a corpi di Eltsin ma questo poi andò avanti anche dopo
Perché l'esperienza di Rafah che quei faceva riferimento Riccardo beh esperienza che ha fa fu fatta nel due mila cinque quando c'era già Putin e quando Putin però allora partecipava al concerto per poter raggiungere una soluzione poi c'è stata una modifica di atteggiamento della Russia che anche lì diciamo cambiato cambiato un po'le cose
Nel frattempo ripeto l'Anp emarginata Israele
Che aveva concluso gli accordi di Oslo e che voleva andare verso la soluzione due popoli due Stati sull'assassinio di Rabin
Ci furono mutamenti all'interno di Israele e Israele assunse una politica che era quella di impedire la costituzione di uno Stato palestinese attraverso gli insediamenti il insediamenti progressivi crescenti eccetera
I palestinesi anche fecero i loro errori
Fecero dei rifiuti clamorosi quando la situazione poteva in qualche modo risolversi nel breve periodo in cui Barak e Peres tornarono al potere con Clinton ci furono gli incontri di Washington trova la soluzione era quasi raggiunta a quel punto però era fatta si tirò indietro
E quindi si innestò un processo di
Di disgregazione se vogliamo allora adesso la soluzione è quella che c'è stato il sette ottobre il dramma del sette ottobre il trauma che questo ha prodotto nella società israeliana la reazione israeliana con tutto quello che sta comportando per la popolazione di casa
Adesso il problema che si pone cosa fare e cosa fare nella in una prospettiva prima che ci fosse il sette ottobre ci sono alcune cose che si stanno muovendo c'erano stati i cosiddetti accordi di Abramo che erano che rispondevano alla volontà dei Paesi arabi della regione l'Arabia Saudita il Golfo
A raggiungere un accordo con Israele perché vi era un interesse a stabilizzare la regione
Chi c'era un un elemento che mancava che nel coinvolgimento dei palestinesi
Da parte dei Paesi arabi posta come condizione alla conclusione degli accordi di Abramo che Netanyahu rinunciasse all'annessione alla quale lui si preparava di territori occupati in Cisgiordania si preparano la lettera di Tura Valle del Giordano perché ritenevo che fosse un un esigenza di Sordi sicurezza imprescindibile
Questo diciamo fu fermato però i palestinesi non fu sufficiente sufficientemente coinvolti anche perché un interlocutore palestinese credibile che diciamo che potesse operare grazie
Diciamolo non c'era quindi adesso ora bisogno di costruire questo percorso corale
Allora quello di cui si sta parlando su cui sta anche negoziando e che sia per quanto riguarda casa che per quanto riguarda la dissidio son belli diciamo della Palestina ci sia un ruolo dei Paesi arabi
Naturalmente i Paesi arabi possono a dare delle garanzie anche di sicurezza naturalmente se voi un Institution billing democratico come vogliono come come come sopra dico sarebbe auspicabile
Anche anche per Israele che se lei dice non voglio per la Palestina che Silvano ad Hamas ecco ciò ricostruzione ci vogliono soldi soldi invece il Golfo ce l'hanno
I soldi non europea c'era gli americani ce l'hanno però bisogna costruire un sistema nel quale lui europea posso svolge un ruolo proprio in questo Institution Building
Perché è chiaro che non potremo imporre una democrazia all'occidentale però possiamo contribuire a che la Palestina che si vuole costruire sia una Palestina Natale ci sono partecipazione popolare ci sono convergenze eccetera quindi questo discorso della coralità che tipico della diplomazia di cui parlavamo inizio credo che sia fondamentale
Grazie
Grazie mille tantissimi gli spunti emersi e ed è rimasto poco tempo però ci terrei se avete qualche spunto qualche domanda magari ci prendiamo dieci minuti per per sentire anche voi adesso arriva un microfono protestante Lentini
Giusto ok arriva il microfono
Dopo sì se vuole si aggiunga proprio qui ci ragiona sano di relatori
Sarebbe
Se c'è anzi
E nel frattempo ridò al al volo la parola l'ambasciatore Sessa per una replica veloce
No
Io voglio dire due parole soltanto visto che abbiamo mi pare concluso
Voi avete ascoltato
Dei diplomatici volevate sentire qual era la nostra percezione di diplomazia che cosa la diplomazia può fare pace si baciano io vorrei attirare la vostra attenzione su una lettura che io do della situazione mondiale perché alla luce di tutto quello che avete ascoltato voi avete sentito che sicuramente da noi sono uscite fuori intanto degli esempi ma poi anche delle così dei possibili modelli quindici Bidente che c'è qualcosa che non funziona voi direte ma voi non siete più di servizio non vi ascolta più nessuno
Questo
No no questo senz'altro il discorso è un altro vedete io
Qui voi avete ascoltato delle favole
Cioè abbiamo parlato di Atto finale di Helsinki stiamo parlando del mille novecentosettantacinque probabilmente di voi più giovani non eravate neanche nati parlare a voi di Atto finale di Helsinki mille novecentosettantacinque come se io mi mettessi improvvisamente a parlarmi della pace di Westfalia
Del mille seicentoquarantotto che ha posto fine alla Guerra dei trent'anni voi che neanche più la studiata la pace di Westfalia probabilmente direte ma questo è matto di che sta parlando
Allora perché io dico voi avete ascoltato delle favole perché la mia riflessione è un altro dopo tanti anni il mondo non funziona più
Noi siamo arrivati a un punto che io chiamo di non ritorno del mondo
Quando insisto nel parlare di deficit e di leadership e di deficit e di governance e questo in mente
Se voi andate a vedere tutto quello che sta succedendo in questi diciamo questi ultimi dieci anni forse sono la conferma che sono saltati tutti gli schemi di riferimento
Le alleanze internazionali non funzionano più
Le le le grandi solidarietà che hanno consentito delle delle cose straordinarie dell'operazione che ricordava il collega Maurizio Melani di nel Mozambico
Di cui l'Italia è stata protagonista con un coinvolgimento di forze politiche di Chiesa di diplomazia
è possibile che non siamo più capaci di farle queste cose oggi
Allora vuol dire che non funziona più il mondo e ci sarà un motivo la Russia la Cina mai pace l'Occidente io sostengo è stato capace di spingere la Russia nelle braccia della Cina e viceversa
Noi abbiamo dopo il Muro di Berlino sono scattati dei meccanismi perché generazioni di politici e di uomini e di e di diplomatici hanno lavorato perché quel muro crollasse
Per qualche anno ci sono accese delle speranze si è sciolta l'Unione Sovietica si è sciolta l'alleanza militare che si era creata poco dopo che era nata l'anno nato con la guerra fredda dall'altra parte il patto di Varsavia la NATO che ha cominciato a agli evitare come una pasta per la pizza
E che dai quindici Paesi che erano lei sedici Paesi sostanzialmente che erano arrivati quando è crollato il muro di Berlino
Siamo arrivati ai trenta due di oggi quando io dico che dobbiamo fare un monumento a Putin capirete perché
Da da sedici siamo diventati trentadue e allora torno a ripetere il mondo non funziona più
C'è chi parla di mondo una volta dei giovani della signora mi invitarono a parlare con loro a il tema del dibattito era il mondo smontato
Riflettete su questa che mi rendo conto è una provocazione
Il mondo è ritornato agli schemi del mille novecentoquarantacinque e io dico anche così tanto per fare una battuta come nel famoso gioco del Monopoli è andato è tornato alla casella del via senza passare neanche dalla senza prendere senza passare dal via e quindi prendere pure i soldi che si prendono il gioco del Monopoli allora vuol dire che c'è qualcosa che non funziona la la collega mila Qian ha ricordato l'episodio straordinario della gestione della crisi dei Balcani straordinario
Laura sa io c'ero ero dall'altra parte straordinario dove si mobilitò di tutto e di più e si creano dei modelli che potevano essere utilizzate in seguito e che non sono stati più utilizzati allora riflettete quando io parlo di leadership si parla sempre e giustamente ma anche all'Europa ma perché manca l'Europa ma perché come vi ho detto riflettete su quello che gli ho detto l'Europa sono i paesi membri dell'euro l'Europa si è incartata con le procedure un diplomatico può sembrarvi allucinante che dica queste cose l'Europa si è incartata con le proprie procedure quadrati meccanismo dell'unanimità oggi le stanno parlando tutti l'hanno perché è nata invece in crisi ma non funziona
Allora riflettete su questa teoria strana il mondo che si stanno Isetta Dever Risset annessi come si fa con i cellulari quando non funzionano ed è ritornato al punto di partenza
Anche la graduatoria verso l'alto gira
Si parlava di leadership no allora diciamo un tempo c'erano delle leadership nell'esempio che ho fatto un piccolo esempio perché è stato il Mozambico no gli ci fu una leadership politica italiana che fu molto forte ci fu nelle more se cristiana Andreotti e Colombo deve una spinta fortissima questo processo
C'era né per i suoi lista De Michelis che era ministro degli esteri e qualora ancora allora collaboravo
Mario Raffaelli che fu poi colui che condusse negoziato ma c'era una dieci politica appunto nella democrazia cristiana nel partito socialista nelle forze politiche italiane che manifestano una volontà e l'attuavano
Cioè la leadership di Mandela e di di De Clercq e che la catena che appena menzionato c'erano altri personaggi in giro per il mondo che che che operavano in questo modo allora c'era veramente una volontà che poi si manifestava nell'attuazione di politiche
Essere attrezzi
Ecco presso dove mai io non posso sì intervengo innanzitutto per ringraziare del monto amici ambasciatore che ci hanno concesso
In piena libertà di
Lavoro esperienza di volo modo di vedere
La situazione dalla che noi viviamo
Esattamente situazione nella quale noi stiamo rischiando di non intravedere neanche un percorso di pace utile
E quindi io ringrazio uno uno ad uno
Con ovviamente da compreso il nostro amico sacerdote
Io credo che piccole osservazioni una qualche annotazione un'osservazione annotazione riguarda
L'ambasciatore Sessa e che ha fatto bene ricorda De Gasperi come autore
E non era solamente De Gasperi degli altri e veniva da una tradizione molto forte
Tradizione del popolarismo nelle nella il nel programma del partito popolare allora all'ultimo punto c'era l'adesione del partito progetto Viezzoli
Cioè è quindi un progetto Pacifico ma diciamo consapevolmente pacifico Paul Wilson per il progetto il progetto fallì nelle carte chi ho potuto vedere discorso Sturzo è stato uno
Che ha fatto molta pressione per quanto riguarda per quanto riguarda diciamo il processo di di armamento unitari
E tutto ha fatto questo mi fa Mita qualche qualche sospetto o ha fatto nonostante la sua grande vicinanza nel venti americani quindi probabilmente lui sentiva che anche negli ambienti altri americani questo era un processo che poteva andare avanti però dobbiamo ricordare senza però ritroviamo anche che in credo quel frangente epico che a volte i tre quattro anni che negli anni Cinquanta a metà degli anni cinquanta
C'era in ballo anche la Costituzione europea
De Gasperi articolo trentatré della gente diceva già
Cosa successe dobbiamo io ho fatto anni fa aveva fatto uno studio che non solo per quel primo tentativo di costituzione europea pacifica per con finalità pacifiche
Eccetera c'è stato un lavoro straordinario
E venne per esempio da dagli Stati Uniti Frederick che era un grande politologo ad aiutare commissioni i Taviani c'era Calamandrei c'erano personalità motocross
E e fa lui fallì per vari motivi la cosa che ricordo tornando indietro scusa su un esercito europeo
Era una cosa
Straordinarie per chiunque tempo l'Europa una dell'indirizzo forse l'Inter Rizzo fondamentalmente prendeva la piccola rompa
A in direzione di porsi in mezzo alla guerra fredda cioè non essere vincolata né dagli Stati Uniti né né dalla dalla dall'Unione Sovietica
E questo è stato un sia dal punto di vista diciamo costituzionale sia dal punto di vista militare
Va be'erano entrambi illeciti fallirono in maniera clamorosa si allinea dopo poco popolare l'ho fatto commentare Gino a Parigi Parigi nel cinquantuno cinquantadue aveva dei manifesti attaccati sui sui muri in cui c'era scritto parte ferma
Mai più la Wehrmacht Parigi manchevole
Però negli archivi dell'Unione Europea e ci sono
Conservati la contabilità quanto sarebbe costato
Questo questo esercito europeo e costava molto meno di quello che costavano insieme dividevamo dei diciamo del degli eserciti Puma pur mal messi del del dopoguerra c'era la volontà che si dovesse titolo può dovesse Porta offrire averne dura stagione soprattutto all'inizio della guerra fredda dovesse avere la possibilità di
In termini di riduzione che forse mentre il pm
Espande diciamo la sua concezioni sei favorevole sulla capacità
Ed era una cosa che fu estemporaneamente svolta somma divieti nella pittura Europa ci fossero insieme la Francia la Germania
E un fatto clamoroso ma pensiamoci un momento
Presente la Germania e e la Francia insieme nella Picoco vincitori eliminare ma non di piccole battaglie di di un atroce battaglia terrificante parti che poi avevano una tradizione di battaglia interni secolare Francia e Spagna
Ora queste otto acqua obiettivamente sì
Non esiste non esiste perché che davanti a rivali nel potere benissimo dice difendiamo prepariamoci a difenderci dalle
Però dicesse anche in qualche cosa sull'autonomia dei loro guardi porsi sul piano politico e diplomatico come interprete della volontà di mediazione
Ignazio io che io sappia no non sono a conoscenza quello forse la strategia di sicurezza è funzionale quella serale
Avere reale però se vuoi eccessi e anche l'OGS anche conditio sine anche non non non non sarebbe male sono secondo me
E i
Proprio perché nel deposito europeo nel deposito ideale valoriale
Nel nel tempo nei nei
Nel deposito di diritti che ha l'Europa sull'antica tradizione giudaicocristiane greca eccetera eccetera a veramente di strumenti perché un modello espansivo di democrazia imitativa e non di democrazia imposta cioè e questo non funzionerà questa e secondo me la carenza la difficoltà che io vedo e credo che sulle è una specie di scia di Gaza nessuno può riesce a immaginare che c'è una via
Pacifica hanno hanno una convivenza e neanche in Ucraina
Cioè noi non diamo non riusciamo a dare un esempio di
Possibilità pacificatrice
E allora il grande impegno secondo me dalla politica e dall'Università leadership la mancanza di sempre fondamentale
E quello che noi sappiamo tutti in una guerra c'è sempre chi vince e chi perde
Ma mettere sullo stesso piano dei contendenti nel momento della pace significa probabilmente togliere togliere una dieta alcune delle ragioni fondamentali della versione non si tolgono
Le ragioni della guerra qui non sono stato palestinese otto non mi la Cisgiordania non si decide o Ucraina non si decidono deve cosa fondamentale e noi siamo destinati questa guerra continuerà
E continuerà a
Fino ad esaurimento delle forze o fine a un'impennata feroce de de de de delle armi
E questo dispiacerebbe
Ora tutto questo
Mentre il mi mi riferisco all'ultimo discorso dicesse ma mi riferisco anche ai discorsi di violenze del mio ritiene della signora Enrica
Il discorso che oggi quella espansione della democrazia o del modello pacifico cede ad a livello regionale clinica regionale internazionale eccetera tanti ettari di quegli ostacoli
Che nel decreto iberiche c'erano formati fino a fino agli anni Novanta anche anche il credo che che che ci ritrova l'aveva guerra dei Balcani tutto sommato con le tavole c'erano i nemici o comunque il mondo da privati anche una rendita nuovo se stesso Venzi l'OCSE stesso che e perché non c'è più una circolarità del progetto che va
Va be'acquisiamo secondo me tu subito di fronte a un
Ha un nome un conflitto diciamo una contrapposizione culturale perché forte manda contro persone culturale
Ci accompagna diciamo dal dagli inizi della civilizzazione
L'uomo amico la contrapposizione amico nemico
Che secondo una bontà oggi conoscete tutti insomma insondabile c'è basta non non non ci sono se non apparecchi per mitigare la
E che poi la contrapposizione dell'homo homini lupus biossido e certi suoi come appunto capo ecco
Eclettico in gennaio e in generale tutto sommato una soluzione si davano soluzioni autoritarie cioè da Costantino
Lo Stato per alcune ogni cittadino cede la sovranità su se stesso
Rapporto con le alte a un ente superiore che determina
Va be'ragazzi costato l'abbiamo inventata in gran parte anche esaurito cambia i suoi i suoi connotati
Tra queste la concezione che
Dobbiamo dirlo che è stata vincente no tutte le guerre che abbiamo avuto non
è la concezione
Del terzietà per cui l'amico e il nemico visto in una perequazione nella relazione tra gli individui nella relazione del comunità
è qualcosa che va riconsiderata che mai consacrata dal livello diciamo antropologico filosofico etico eccetera eccetera e che la convinzione che tutta quella diciamo quel realismo politico che ha
Accompagnato la storia degli uomini erotismo che volta per volta finisce drammaticamente
Cioè realismo finisce fuori Nadal contro nella guerra finisce nella sopraffazione e più forte su sul pubblico
Io credo che questa missione della Chiesa si dico come cattolico una missione che la Chiesa deve rafforzare continuare a pieno titolo
Cercando di uscire dalle vecchiette del verbale poi michette quotidiani la bandiera Biancaneve ma possibile che non sappiamo che abbiamo visto un po'di film di guerra e la bandiera bianca aperta la non è per Henderson
No non si può mica non non dire
E allora tutto questo tutto questo ci deve portare a un grande ripensamento e perché al ripensamento forte e poi ripensare ai circoli ultimo perché non funziona circo perché non si passa
Da Gaza aveva cosa la Hernanes voleva sapere va be'poi mediterranea poi belga sudamericano al Sudafrica
Cioè capire perché non ce la faccio ed uno dei motivi io sono convinto con l'avvocato Bongiorno sull'ambasciatore Melani veramente
La mancanza di leadership esatto però non sappiamo perché ci sia tale mancanza di chiedeva al
Sulla sua no no andrebbe dice Angelo dai sussurri mandiamo il superamento commenta il quello lo vorrei prendere questi sentiamo la una voce
Dal dal pubblico diciamo
Più
Tu no Gioventù federalista Roversi sino commenta da una domanda perché non avremo tanto tempo una domanda aperta che rimane con noi e noi la massima riflessioni Speroni faremmo un modo appunto esprimere una domanda
Andare allora provo a fare la domanda che resterà aperta chiaramente e provo a proporre una mia personale soluzione che non è personale chiaramente ma rispecchia quella dell'organizzazione politica che rappresentano Gioventù federalista europea che lo giovanile fondata
Nel cinquantuno qui a Roma
La giovanile del Movimento federalista europeo allora oggi abbiamo parlato di tante differenti temi insieme a discusso molto di Europa e Unione europea asservito che all'Unione Europea e incatenata con le proprie procedure non funziona bene il diritto di veto lo si è visto nel caso anche il Parlamento europeo che cita in giudizio la Commissione Europea per aver finanziato l'Ungheria causa e a sua volta la Commissione europea ovviamente è stata costretta a questa cosa diciamo per riuscire a ottenere a ottenere diciamo da a i la messa parte del cosiddetto detto sul finanziamento alla all'Ucraina appunto per cui diciamo queste queste logiche del diritto di veto che che che oggi viene arginato in vari modi e che deve essere ebbene diciamo che chiede che venga come dire oltrepassato superato
Ma che allo stesso tempo la commissione che così detto che che limitata ecco dal diritto il diritto è la stessa che però realizzava un reportage sul riforme che andrebbero fatte anche in vista poi del prossimo mandato nel quale scrive che non è opportuno adesso
Riformare nel senso dell'unanimità benissimo quindi il sette il tetto appunto che l'Unione Europea incatenate dalle proprie procedure per cui non funziona ad adeguata avente che dovrebbe essere portatrice di a ideali di pace di democrazia nell'arresto
Del mondo
E e dunque poi si effettuano lettere anonime arrivo arrivo arrivo no no no
Arrivo arrivo s'è detto sì molto brevemente se detto anche che alle istituzioni non rispondono io non seguono quelle che sono diciamo respinte le indicazioni della diplomazia
Quindi mi chiedo cerchiamo di costruzione è possibile costruire dopo questa pasta estroversa anche una pars construens cioè manca una leadership
E ci sono varie problematiche che abbiamo affrontato adesso il Parlamento europeo ha proposto una riforma dei Trattati che è stata votata il ventidue novembre ultimo scorso ha ricevuto una maggioranza molto
Seccata sono state fatte tante proposte altre emendamenti per la riforma dell'articolo sette meccanismo sanzionatorio e quindi per riuscire diciamo a a adattiva a a concretizzare una procedura che è stata più volte attivata ma mai portata a termine
In una fari ovviamente attraverso i vari emendamenti si propone in questa riforma l'abolizione del diritto
Sia propone appunto l'abolizione del voto allunga all'unanimità e la sostituzione diverso con la maggioranza qualificata per il consiglio europeo non ci sono però emendamenti in tema di difesa europea l'ultima volta che esse Parma che si è parlato di difesa europea è stato prima del voto contrario del parlamento francese il trenta agosto del mille novecentocinquantaquattro cospargimento del Progetto certa di Spinelli e gli alte Gasperi
E
E poi sul sì
Anziché no sì no quindi il mio dubbio appunto ecco come creare una pars construens cioè come costruire un'alternativa a tutti
A tutti i problemi che abbiamo evidenziato forse questa alternativa può essere istituzionale
E può essere federale
Va bene sì grazie grazie mille allora a questo punto siamo veramente in chiusura abbiamo avuto un dibattito molto ricco ricco di spunti che ci aprono sicuramente Pupo pongono pongono le basi veramente per ulteriori approfondimenti che si sono sicura proporremo nei prossimi mesi
Abbiamo parlato di pace di questa pace che ha bisogno di uno sforzo corale no di un'azione collettiva del tempo della diplomazia sempre sta oppure la diplomazia in tempi di crisi ma abbiamo capito che effettivamente qualcosa non ha funzionato in termine di lei diversi fra le in termini di governance
Abbiamo guardato un po'agli esempi del passato per capire cosa possiamo trarre da questi esempi ma soprattutto abbiamo parlato di un'Unione Europea che non c'è quanto vorremmo e su questa sicuramente abbiamo bisogno di continuare a riflettere e su questo ci rivedremo sicuramente altre grazie mille