Critica e militanti

Buongiorno alla critica e militanti negli anni Novanta dopo le mattine liceali
Mi capita ogni tanto di passare il primo pomeriggio nella libreria bolognese del poeta Roberto Roversi
Una cosa parlando con lui mi colpì quasi subito la frequenza con cui ripeteva che la sua generazione aveva dovuto eppure non era riuscita del tutto a fare i conti con il proprio fascismo mi colpirà perché Roversi era stato partigiano ha vent'anni e poi dopo il venticinque aprile celebrato in versi non aveva mai smesso di impegnarsi nella sinistra italiana per i valori riscoperti nel mezzo di quella tragedia
In realtà Roversi metteva l'accento sul fatto che lui e i suoi coetanei non avevano memoria del mondo precedente al regime
Solo il fascismo crescendo avevano conosciuto e non bastava certo lo studio in alcuni casi la tradizione familiare a spezzare quella complicità spontanea
La generazione precedente degli antifascisti cattolici socialisti o liberali poteva fare confronti loro no
Il che del resto in chi ha fatto la Resistenza tra quei ventenni che dovettero farsi padri di se stessi in pochi mesi era ed è un motivo di orgoglio la resistenza è un movimento in cui gli italiani hanno dovuto lottare
Anche contro una parte di se stessi non solo la parte repubblichino ama ciò che erano anche parecchi partigiani fino a poco prima
Su questo tema
Esistono pagine memorabili di un poeta di vent'anni più vecchio di Roversi Giacomo Noventa
Troppi italiani scrivevano penta nel mille novecentoquarantasette hanno voluto identificare semplicemente la resistenza all'antifascismo che l'aveva preceduta si è voluto misconoscere il fatto
Che mentre gli antifascisti hanno combattuto sì contro il fascismo ma contro il fascismo come qualche cosa di estraneo a loro gli uomini della Resistenza avevano combattuto prima ancora che contro il fascismo
Contro se stessi
Avevano dovuto mettere un segno interrogativo negativo a tutto ciò che avevano pensato essi stessi rompere tutti gli schemi sconvolgere le proprie abitudini di ragazzi e di uomini propri rapporti familiari sentimentali in una parola tutto il proprio pensiero e la propria vita
L'antifascismo procede dato sapere da una certezza la resistenza da un non sapere da un dubbio
L'antifascismo conosce tutte le cause mortali e veniali del disastro l'uomo della Resistenza si domanda invece come mai un simile disastro sia stato possibile come mai fascisti fascisti ne siamo stati capaci e gli antifascisti gli italiani in generale
Capaci di prevederlo non di impedirlo
E appunto perché l'antifascismo sa tutto è tutto rivolto al passato ma la resistenza all'avvenire
L'uno tende a combattere glielo re gli errori del passato l'altro quelli del presente l'antifascismo e virtù Isma'moralismo politico la resistenza in virtù morale e politica
Noventa insisteva sul fatto che nelle sue radici anche teoriche ideologica il fascismo non era stato solo un errore contro la cultura italiana
Ma anche un errore della cultura italiana e così costringeva gli uomini di cultura specchiarsi in ciò che credevano lontano da loro
Citiamo ancora sempre da uno scritto del quarantasette la nostra classe politica ripete come Naviglio se esattezza le caratteristiche della nostra classe letteraria
L'una e l'altra e a se stesso al suo pubblico la classe letteraria ha dato origine a una letteratura per letterati e la classe politica una politica per politici nell'un caso e nell'altro il pubblico vero e proprio il popolo escluso
E poco dopo sul rapporto mitologico tra questi ceti dirigenti il popolo quegli stessi letterati
Scrive Noventa che trattano il popolo italiano come un ragazzo
Quando poi pubblicano un libro neri cercano i giudizi più lievi e le impressioni più fugaci come se dovessero essere giudizi assoluti definitivi
Come se il popolo italiano fosse non solo il popolo più civile intelligente del mondo ma non con te né senza nessuna parte di volgo nessuna possibilità di errori
L'applauso di una platea la lode di un giornalista un'edizione fortunata assicurano perciò l'immortalità ai letterati italiani essi non distinguono successo volgare dalla gloria appunto perché il volgo non esiste in Italia perché il popolo non si sbaglia mai
Analoghe considerazioni si possono fare a proposito dei politicanti nei discorsi e nelle azioni dei quali si può rilevare con altrettanta evidenza che il loro disprezzo del popolo italiano è sempre contraddetto dalla loro servile adulazione e mitigazione del popolo stesso
Domenica insomma rifiuta il moralismo che proietta all'e sterno tutto il male e rivendica invece una morale vera ossia nei suoi termini anti virtù lista
Noi rinunciamo a pensare quando discutiamo fra nome ricominciamo a pensare quando discutiamo con gli altri ricordava ancora nel mille novecentoquarantotto
E non è forse quello che fanno oggi i nostri intellettuali letterati più in vista che sono pronti là dove si può recitare sotto i riflettori dei media una parte da eroi di carta pesta scagliarsi contro un ceto politico certo corrotto spesso ignobile mafioso
Ma che sono assai più pronti a divenire subito dei Donà Bondi laddove invece senza riflettori garantiti si tratterebbe di denunciare le stesse dinamiche censorie mafiose ignobili all'interno del loro ambiente il quale dovrebbe essere naturalmente aperto la discussione critica
Buoni annulli a buoni a nulla capaci di tutto palermitani e corleonesi trasversale continuità col fascismo gli epigrammi sempre più veri di Pannella non riguardano solo due parti politiche in contrasto ma anche il rapporto tra la corporazione dei politici è quella dei dirigenti delle strutture culturali
A risentirci venerdì prossimo