Tra gli argomenti discussi: Arte, Biennale, Carcere, Cultura, Donna, Mostra, Societa', Vaticano, Venezia.
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Radio radicale per ritrovate venne ritrovati ad una nuova puntata della nuda verità domenica ventuno aprile
Questa mattina mi sono alzata coordinato ancora le immagini del reportage di Maurizio Martinelli andato in onda sorretto guerriera TG due Dossier
E a cura di Francesco vitali e sabato alle ventitré di sabato nei
Venti aprile
Alle ventitré
Ragazzi dentro il titolo del racconto dei detenuti nelle carceri minorili del nostro Paese e con le storie di adolescenti finiti
Negli istituti penitenziari tre minorenni
Che sono in prevalenza italiani
Ma soprattutto nel Nord la percentuale dedica decrescenti detenuti è costituita da migranti giunti in Italia o con mezzi costringono i barconi o chi sotto segnasse di un di un mezzo pesante di un di un tira
Un un reportage un un documentario
Che se pur nel nella brevità a intervistato anche i direttori degli istituti di pena per a minorenni
Che hanno evidenziato
Le criticità evidenziato
Che soprattutto nel carcere minorile romano
Il decreto tocca a Ivano ha già prodotto
Un incrementa un ingresso comunque di
Ragazzi giovani
Negli istituti
Di pena minorili
Direttori di di questi istituti che hanno
Lo scopo la missione di riabilitare di Pd recuperare evitare una speranza un una prospettiva di di riscatto
A questi giovani detenuti perché nelle anticipazioni durante
La visione di di questo particolare
Reportage
Del TG due Dossier ragazzi dentro ha evidenziato come
Ogni
Adolescente
Recuperato
Non è solo una vittoria per anni per lui stesso ma anche una vittoria dell'istituzione una vittoria appunto del della società e anche un regalo alla Società
Dicevo mi sono alzata con ancora con quelle immagini
Che mi passavano davanti per poi leggere nel
Tra i giornali un articolo molto bello del di
La giornalista Donatella Stasio
Sulla stampa
Con il richiamo in prima
Qui bocconiani a scuola dagli ultimi del carcere e i qui sabati dei bocconiani tra i più tenuti e
Inizia così ricordiamo Donatella Stasio una giornalista che si è occupata per più di un niente più di un trentennio di giustizia di istituzioni
Di politica sul Sole ventiquattro Ore ed che oggi collabora appunto con con la stampa e come editorialista e fino
E al venite ventidue è stata responsabile della della comunicazione portavoce della Corte costituzionale con diversi
Presidenti infatti nel con Giuliano Amato ha pubblicato storie di diritti e democrazia
La Corte costituzionale nella società edito da Feltrinelli nel due mila e ventitré l'ascoltatrice gli ascoltatori di Radio Radicale
Potranno ricordare
Di quando c'è stato
L'annullamento del dibattito nel carcere appunto di San Vittore sul libro scritto appunto con Giuliano Amato
Anche se poi
Il il capo del dipartimento dell'amministrazione e che penitenziaria Giovanni Russo insomma si scusò esistente che c'è stato una sorta di fraintendimento
E dell'annullamento di del dibattito proprio su quel e e quel testo
Si scusò Giovanni russo dispiacendomi sì
Peraltro
Una nostra eventuale negligenza da parte ovviamente dell'amministrazione
Penitenziaria
E al a rileggere
Per la nuda verità all'articolo di oggi di Donatella Stasio
In prima l'articolo inizia così metti insieme dieci bocconiani tra i di ciò diciannove e venti anni e trenta detenuti tra i ventotto e i sessanta
Il futuro mondo dell'economia e della finanza con gli scarti della società tra virgolette la potenziale classe dirigente del Paese con
Gli eterni ultimi che non saranno mai primi perché il marchio del criminale ti resta addosso
E più di un tatuaggio e ben oltre il tempo della piena e mai in grado e la Costituzione
Mettili insieme a parlare proprio di questo di quel fine pena mai dopo il fine pena in un'aula del carcere milanese San Vittore proprio il carcere che hanno crolla presentazione
Del e del libro storie di diritti e democrazia con Giuliano Amato di cui abbiamo fatto cenno
Poco fa pena un'intera mattina
Di aprile che si concluderà malinconicamente perché malinconica la verità di una repubblica ancora incapace di rimuovere gli ostacoli per trasformare il tempo liberato
In un tempo per uso e accogliente per dare un senso all'inserimento della nostra società civile
Per superare il pregiudizio dei liberi verso i liberati e per evitare che l'alternativa all'abbandono e alla solitudine si era recidiva
E l'idea e di Marta Cartabia e tornata insegnare all'università dopo i nove anni alla corte costituzionale di cui è stata presidente e due come ministra della Giustizia nel governo Draghi
Insieme al giovane professore Davide Paris hanno organizzato due gruppi di dodici studentesse e studenti del corso di diritto costituzionale perseguire alcune lezioni dell'anziano professore Antonio Casella
Storico volontari di San Vittore nell'ambito del progetto formativo Costituzione viva
La partecipazione volontaria
E non fa punteggio né per i bocconiani né per i detenuti niente buonismi e niente utilitarismo mi l'idea di fondo e che per essere buoni giuristi non basta studiare i manuali ma occorre confrontarsi con la realtà
E sapere
Interagire con ciò che si vede
Bisogna avere visto diceva Piero Calamandrei parlando del carcere d'altra parte il bond detenuto non è quello che si fa
Muovere da altri ed eseguì gli ordini ma è una persona che impara esercitare la libertà di autodeterminazione e la responsabilità anche interagendo con gli altri
Ogni sabato da sei settimane bocconiani si presentano le dieci davanti
Numero due di piazza Filangieri uscendone due ore dopo ed eccoci all'ultimo incontro
Aggiungo io un un prezioso Progetto dell'ex ministra Cartabia questo confronto tra
La classe dirigente di domani e e gli ospiti del carcere di San Vittore
E è un un
Particolare
Lettura quella di questa mattina di questo di questori quest'articolo che fanno che prosegue
Quello che
In questa settimana proprio in questi giorni
E ha
Vecchi baciato nella
Nell'ambito nella mia testa
E poi ci tornerò
Su questo articolo di Donatella Stasio sulla stampa di domenica e ventuno ventuno aprile
Perché
E vorrei ricollegarmi al
Dal reportage appena uscito di Daria Bignardi un reportage
Scritto ogni prigioniero un'isola ebbene è edito da Mondadori il carcere le storie dei detenuti le visite
Ad Adriano Sofri
Nell'ultimo libro di Daria Bignardi il carcere
Si legge come la giungla amazzonica come un Paese in guerra un'isola remota un luogo estremo dove la sopravvivenza e la e la priorità i sentimenti primari sono nitidi
E un racconto di trent'anni di frequentazione del delle carceri del nostro Paese
è quello di dare Bignardi ha incontrato
Ladri
Rapinatori spacciatori mafiosi terroristi assassini parlato con agenti di polizia penitenziaria giudici direttori di
Di carcere e ho raccontato storie di persone che oppone frequentato e frequente da tantissimi anni
E dice
Alla giornalista Valentina
Baldisserri
Chi racconta di quando accompagno sua figlia di tre mesi in carcere e
E a conoscere il nonno recluso
Adriano Sofri per sette anni siamo andati a trovarlo ho portato entrambi i miei figli ed erano fieri di avere un nonno in carcere
Innocente il carcere lo odiano tutti alcuni amano il carcere degli altri
Scrive Daria Bignardi che certo non dimentica i gravi problemi di sovraffollamento delle carceri italiane e li fa emergere in ogni
Enrica del del suo libro il carcere così com'è non eri educativo non serva a nulla ma è un problema annuncio difficile da risolvere così
Daria Bignardi ha Valentina Baldisserri in questa insomma intervista nella prima della presentazione del del del suo libro ogni brevi giorni un'isola
è edito da Mondatori Pirelli
Sondrio Corriere
Donatella Stasio
Cita Piero Calamandrei bisogna vera visto e come non ricordare le parole di Filippo Turati quelle che pronunciò alla Camera dei deputati
Il diciotto marzo del mille novecento quattro in un degnissimo discorso che poi fu o
Pubblicato in un
In un e un punto opuscolo dal titolo il cimitero divisivi e delle carceri italiani
Rappresentano le esplicazione della vendetta sociale nella forma più a truce
Che si sia mai avuta noi crediamo di aver la pulita la tortura e i nostri recluso ori su uno
Essi stessi un sistema di tortura la più raffinata riuscì vantiamo di aver cancellato la pena di morte del Codice penale comune
E la pena di morte che ammanniscono a goccia a goccia le nostre galere e meno pietosa ti quella che era data per mano del carni finisce noi ci gonfiando le gote a parlare
Di emendati colpevoli e le nostre carceri sono fabbriche di delinquenti o scuole di perfezionamento dei malfattori
Carceri italiane cimitero dei divisi così
Filippo Turati mille novecento nel mille novecento
Quattro
Parlava così di quei luoghi
Di reclusione che egli stesso poca anni prima aveva sperimentato come
Detenuto politico come recluso politico
Che si diceva sicuro che i nostri figli Miola convinzione ricordo
Pur dando unicamente l'attuale sistema carcerario italiano lo considereranno comunque lo stesso senso di orrore con cui
Noi guardiamo quando andiamo in Castel Sant'Angelo il carcere di Beatrice Cenci le altre segreti della un Medioevo
E così ricordare insomma nonostante siano passati
Tantissimi anni la situazione di quella di quel sistema che non funziona se
Ad oggi il numero dei suicidi
In carcere è già oggi ad aprire numero insomma di di trenta
E un supporto psicologico necessario è un supporto psicologico senza
Il quale iella
Reinserimento la riabilitazione
Risultano essere lontani dal dettato costituzionale e diventa appunto una
E
Una chimera
Torna in mente quel bisogna aver visto che impone di entrare riguardare di raccontare anche se il carcere non si offre più alla vista come una volta forse per non rivelare che dietro la propaganda politica cioè l'immobilismo Di Centa e anzi una progressivo peggioramento
Che riferendosi ritornando all'articolo di Donatella Stasio su la Stampa di domenica ventuno aprile si riferisce a San Vittore significa il centosessanta per cento di sovraffollamento degli ottanta detenuti
Di cui ben seicentocinquanta stranieri tanti quanti sono i posti regolamentari per cui i quattrocento detenuti sopra più vengono stipati in cella
Che invece di svuotarsi continuano a a riempirsi
Vedete entrare
Fotografare pensieri e
E uscire raccontare
Per noi come partito radicale come questa attraverso insomma quest'anno questa radio e dei radicali
Abbiamo
E frequentiamo questi luoghi e e per me è un nel segno il segno che alla lettura di quest'articolo alla visione di quelle immagini
Il segno che non mi tolgo dal veramente immagine dell'anfiteatro nel carcere romano di Rebibbia
Di otto anni fa dobbiamo volutamente
Scelto quel luogo per il congresso
Del partito radicale della due mila e sedici a a
Dopo la morte
Di
Marco Pannella in una struttura carcerata carceraria luogo evocativo della lotta politica radicale gandhiano e non violenta in in quel carcere dove Marco Pannella è andato insomma tante
Tante volte
Come in un non ricordare che quando Marco non usciva più della sua casa in via della panetteria nel nel due mila e sedici andò a trovarlo un giornalista di Panorama proprio per a una nelle ultime in interviste
Marco specificava alcuni ribadiva come con il cric inutile si capiva al volo
Quella comunità penitenziaria con violenti generale emarginati o malati che fossero con gli ultimi in linea generale riusciva ad entrare Lina speciali
Empatia
Ecco i luoghi che racchiudono storie incredibili tra loro antiche Mura
Diverse volte sono stato in visita ispettiva nel sempre il carcere di Regina Coeli a Roma era un convento convento dedicato a Santa Maria
Di via della Lungara ventinove
E viene trasformato in in carcere
Così come il monastero delle convertite oggi carcere fu femminile Casa di reclusione femminile della Giudecca
Venezia di Giudecca un un ex convento che ha vissuto
Grandi trasformazioni
Era un un luogo che
Accoglieva
Ex cortigiani
Inserite per anni così variare un mestiere per quello che oggi diremmo un reinserimento sociali sotto
La responsabilità all'ora della della Chiesa oggi
Il
Praticano in Biennale
Non avendo un padiglione
Permanente nei Giardini della Biennale o dell'Arsenale ha scelto proprio il carcere della Giudecca con le detenute a fare
Da qui l'idea
Con i miei occhi il da padiglione della Santa Sede alla biennale
Di Venezia
I curatori
Bruno ora Cine e e chiara
E Parigi e quindi inutilmente nostro congresso che il partito radicale all'interno del del carcere per di di Rebibbia e
E per la prima volta il il padiglione della Santa Sede
E dentro il carcere della Giudecca di tenersi a
Un allestimento parole che
Che noi sappiamo bene non essere fotografabile perché è un luogo offre l'inizio che era i cellulari e
Chi lo visita
Deve lasciare
I cellulari e all'ingresso
Così sono solo gli occhi a a vedere la mostra e e questo per gli e Sperti una grande lezione per tutto il mondo proprio della cultura e e dell'arte
E il sembrerebbe una sorta di rinnovo di di di di paradosso per una manifestazione che vive e si amplifica attraverso le immagini dai visitatori ai ai social sino al e alla carta stampata
Gli organizzatori spot guidati dal dal cardinale io sette Tolentino già prefetto del del Pontificio Consiglio per la cultura tutti hanno scelto il carcere
Per fare in modo che a parlare siano gli occhi
Infatti era
Dare
Segno o di quella mostra che è stata appunto chiamata invisibile come spesso sono invisibili le persone che abitano il il luogo in cui è stata
Christie allestita e silenzio mediatico si legge si dimostra molto più potente dell'affannoso e tante volte insopportabile diciamo ma fruscio e che pervade il mondo dell'arte e Maurizio Cattelan
Scelto tra gli otto artisti
Accoglie gli ospiti al all'ingresso della casa di rifusione del della della della Giudecca con il murales
Father
Un murales che il tratta di piedi nudi e sporchi che richiamano Caravaggio il Mantegna ma che sono anche un richiamo all'infanzia dell'artista i piedi di un Papa umile lavoratore e che punto accolgono i visitatori
All'interno del padiglione
Del del Vaticano la Santa sede scelta
Dentro il carcere della
Giudecca Pera arrivare all'Orto del della Giudecca bisogna percorrere un un un corridoio con delle mura altissimi da una parte e poi ci sono le inferriate delle finestre e dall'altro ci sono dei limiti
Bassorilievi in pietra lavica dell'artista Fattal
Nelle quali sono incise
Insomma delle parole che colpiscono molto vorrei Solar miniera Michiardi nel petto non esiste qui un'arma un'armatura
Di artisti
Sono
E arrivati qui a mani vuote spiega
Il cardinale io se Tolentino dei Mendonça alla presentazione all'inaugurazione e del del padiglione in queste giornate
E hanno raccolto le testimonianze di vita le immagini le grida di dolore gli spazi fuochi e desideri che nascono i cuori venti di chi è dentro e che con l'aiuto dell'arte sono poi diventati una grande una grande
Para
In nel cortile dove le detenute passano l'ora d'aria c'è una scritta siamo con voi nella nella notte modo Piera ricordare che il mondo fuori non non dimentica che
Chi è tra le sbarre
E ci sono davvero molte
Opere
Che vanno
Visitate per comprendere cosa in luogo di detenzione e giri di vocazione in questo caso che era
Il carcere della
Venezia Giudecca delle donne
E chi
Ricordo sarà sono parte attiva del processo di creazione
Del padiglione della Biennale di Venezia
Del
E del Vaticano
E Comino ha spiegato Tolentino de ne indossa quella scelta va nella direzione di uno sguardo meno distratto che affiderà l'esperienza la memoria raccoglimento al momento dell'incontro con le opere piuttosto che ai nostri tic digitali
E ci sarà il
L'artista Claire Fontaine
Che il tra pure Simoni Fattal
Marco per Perego dove Saldanha Sonia Gomes Pinto de intemperie
Maurizio trattava nell'unica artista
Non
Non vivente
Scelta dei curatori
Bruno la Cine chiara Parisi Sister colite attento una suora californiana che si impegnò in una intensa produzione
Di opere grafiche contro la guerra in
Vietnam
Il capo del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria Giovanni Russo giorno di apertura
Della della Biennale di Venezia Aso sottolineato come iniziative come questa del della Santa Sede di scegliere
Per il proprio padiglione il carcere della Giudecca vogliamo aggiungere una terza certezza alle due comunemente citati quella del diritto e della pena ossia la certezza del recupero e della educazione
Con i miei occhi dunque una mostra che chiede di essere vista alla Biennale
Di Venezia
Per dirla con le parole di Maurizio Cattelan un gesto rivoluzionario
Perché ci obbliga a mettere piede in un territorio inesplorato portare negli occhi chiamo perso
La libertà
E e per noi che
Abbiamo
Visto che non vogliamo intravvedere nella poi portare fuori ciò che
E abbiamo visto è una sorta
Carta sommati
Di appello
Senta l'arte e la conoscenza cerca di
Di indagare
In un in un mondo sconosciuto
Sappiamo noia essere le carceri luogo penoso di sofferenza ingiusta di pena da sempre
C'è un diritto diritto alla giustizia giusta che
Ancora tutto da conquistare da garantire e questa passa anche
Attraverso l'arte nella conoscenza
Della
Della Biennale
Di Venezia
Grazie grazie per aver seguito la nota verità di di oggi state con noi con le trasmissioni radio radicale
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