Critica e militanti

Buongiorno la critica militanti vent'anni fa all'inizio della primavera del due mila quattro moriva Cesare Garboli
Che è stato questo critico che rifiutava la qualifica di critico esegeta mimetico e mercuriale di teatro e pittura di Poesia romanzo
Garboli si presenta come un attore disincantato nella pagina o come un editore tendenzioso come un traduttore uno psichiatra travestito da filologo come un antropologo della società letteraria
O come un narratore che si limita a montare storie già scritte a interessare lo non sono forse i testi Senna in sella biografie degli autori bensì le forme in cui si modifica il terreno valgo tra esistenza e arte
Nel Novecento la loro separazione ha reso questo terreno particolarmente misterioso se c'è un'affinità tra i due piani sta forse nel fatto che testi evita paiono entrambi come processi patologici e per questo Garboli si sente un diagnostico
Non stupisce dunque che per esercitare la sua disciplina privilegi Soggetti che ha conosciuto e frequentato a lungo
Delfini Natalia Ginzburg penna Morante soldati Longhi
Ma c'è un'eccezione Molière ed è proprio Molière paradossalmente il filtro con cui Garboli legge il suo tempo il tempo degli ideologi dei manipolatori mediatici dei cocci e della psiche
L'epoca in cui tartufo personaggio del mille seicentosessanta si incarna nel mille novecentosessanta tartufo dice Garboli
In un articolo dell'ottantasei sul caso Verdiglione era uno psicanalista ante litteram un politico del profondo il modello dei metodi di comportamento del potere quando il potere non nasce dal privilegio ma dalla frustrazione dal nulla dallo zero sociale
Questo potere ha bisogno per esistere di consensi occulti e di opinione intoccabile tre secoli fa aveva bisogno della religione oggi non può fare a meno della cultura e ancora era opinione di Molière che la cultura non fosse in se stessa un valore ma come spiegare a del di Lione che un imbecille colte più imbecille che un imbecille analfabeta
E che la cultura può essere indifferentemente patrimonio di Antonio Gramsci e di Antonio Negri
Ecco Garboli non crede che la cultura senza è un valore vede bene anzi come nella società di massa sia diventata Unali di un ricatto
Un cast pervasivo inquinante vede ancora che questa società attenta di esprimere la distopia di tartufo
Cioè vivere le passioni controllando le ovvero teatralmente parlando pretendere di far coincidere l'intelligenza impotente del serbo con la vitalità prepotentemente sventata del padrone
Vivere senza vivere e in fondo capire senza capire
Attore fatto per impersonare un condottiero ma che in un secolo che non lo permette senza perdere la lucidità e l'immediatezza della vita sia presto esiliato nella sua villa di provincia scrivere i propri ricordi
Garboli è forse l'ultimo grande analista dei costumi degli italiani cito da un'intervista rilasciata Simonetta Fiori Enea di afferma
Il nostro archetipo nazionale e noi ne siamo la parodia la caricatura degradata
è un eroe passivo che fonda un impero quasi a malincuore perché la storia già scritta il tutto è già avvenuto
Con la distruzione l'incendio di Troia nulla lo commuove tutto lo commuove scetticismo cinismo religione pietà questo il carattere viene questa
E l'antichità congenita al carattere degli italiani e alla loro letteratura
L'italiano colto si comporta come se tutto fosse già avvenuto
Da noi la storia continua capolista afferma perché il passato riempie il presente e questa eterna ripetizione sentita in termini provvidenziali cioè servizi
C'è anche un aspetto sublime nel servilismo congeniale a un popolo eternamente invaso da eserciti stranieri e questo aspetto sublime la pietas la religione DNA figli di Enea ci sentiamo depositari di un messaggio universale ed ecumenico superiore ai conflitti
E alle lacerazioni tra popoli e Stati
Una doppia polarità variamente intrecciata attraversa l'opera di Garboli quella tra padrone e servo in quella tra due modi di vivere la vita un modo costruttivo borghese che considera la vita
Una materia da modellare per un progetto di potere è un modo aristocratico zingaresco che si arrende
Francesca realmente al suo flusso
Oggi la storia ci dice che non apparteneva a nessuno dei due a risentirci venerdì prossimo