La nota antiproibizionista

Nelle carceri italiane manca praticamente tutto mancano i direttori e i magistrati di sorveglianza manca il personale mancano gli agenti penitenziari ed educatori
Mancano le possibilità di lavoro e di studio mancano il riscaldamento d'inverno l'aria fresca d'estate mancano l'igiene le docce calde nelle celle
A volte anche l'acqua corrente manca un'adeguata assistenza sanitaria nelle celle sempre più sovraffollate manca lo spazio ciò che nelle carceri italiani invece non manca sono gli psicofarmaci anzi ce n'è un vero e proprio abuso vengono utilizzati cinque volte di più che all'esterno
Lo rivela l'inchiesta di Luca Rondi pubblicata nel numero di ottobre della rivista Altreconomia intitolata fine pillola mai
L'indagine ha raccolto i dati inediti relativi a quindici carceri con un campione di dodici mila quattrocento detenuti su un totale cinquantasei mila
I dati forniti dalle aziende sanitarie locali in collaborazione con l'associazione Antigone sono del due mila ventidue
Negli istituti di pena italiani si fa un uso massiccio in particolare degli antipsicotici che trattano disturbi come la paranoia la schizofrenia il disturbo bipolare i sintomi psicotici che si verificano nel contesto di altre patologie
L'anno scorso nelle carceri presa in considerazione si sono spesi più di due milioni di euro in psicofarmaci il sessanta per cento del totale riguarda gli antipsicotici
Al primo posto per spesa pro capite cioè il carcere milanese di San Vittore
Con in media otto centonovantaquattro presenze annuali ha speso ottantatré euro per ogni detenuto con un aumento del centottanta per cento rispetto ai trenta euro del due mila diciotto
Al confronto con la popolazione esterna al carcere per cui per gli stessi farmaci si spendono
Da poco più di sei ore e mezzo quello di San Vittore un valore dodici volte superiore i due campioni non sono esattamente sovrapponibili ma la sproporzione è evidente al secondo posto c'è il Rocco D'Amato di Bologna con quarantunenne oro
Secondo il rapporto due mila ventitré dell'associazione Antigone nelle carceri italiane oltre il quaranta per cento dei detenuti assume sedativi ipnotici il venti per cento stabilizzanti dell'umore
Ma meno del dieci per cento della popolazione carceraria a diagnosi psichiatriche gravi
è bene tenere presente inoltre che il trenta per cento dei detenuti è classificato come tossicodipendente una percentuale alimentata da continue nuovi ingressi nel due mila ventidue sono stati oltre il quaranta per cento degli ingressi totali
Detenuti che si trovano già in condizioni di salute fragili e che accanto alla dipendenza soprano in molti casi di altre patologie
Negli istituti penali per i minorenni
La situazione non è diversa il consumo di psicofarmaci è molto alto e la spesa pro capite per gli antipsicotici
Dal due mila e ventuno due mila ventidue e aumentarla del trenta per cento se tra i detenuti adulti la spesa in media di ventiquattro euro e mezzo pro capite tra i minori diciannove euro
Sul sito del ministero della giustizia si legge che gli istituti per minorenni vengono garantiti i diritti soggettivi ad un'armonica crescita psicofisica
Allo studio alla salute con particolare riguardo alla non interruzione dei processi educativi in atto e al mantenimento dei legami con le figure significative
Ma le parole peccato che la realtà sia diverso da donatore canna vera che nelle carceri minorili di tutt'Italia ha trascorso ventisette anni non usa mezze parole l'aspetto educativo in galera non passa dalla relazione reciproca ma dallo psicofarmaco
Il dottor Francesco Ceraudo pioniere della medicina penitenziaria
Nel due mila undici nell'ambito del Progetto Salute in carcere dell'ASL due di Lucca sull'abuso di psicofarmaci in carcere scriveva
Si può parlare senza tema di essere smentiti di sedazione istituzionale per controllare chimicamente l'umore dei detenuti
In sostanza si tratta di alleviare il trauma della carcerazione fa comodo a tutti raggiungeva
è una sorta di intesa sottaciuta fra diversi soggetti è un modo per tenere i detenuti legati a letto senza lacci o corde l'obiettivo è non avere problemi e ancora il carcere è responsabile della spoliazione umana sociale dell'uomo è un mondo sperimentale di regressione
Sempre la rivista Altreconomia nell'inchiesta rinchiusi sedati pubblicata lo scorso aprile
Aveva rivelato che anche Necci pr i centri di permanenza per il rimpatrio degli immigrati irregolari in tutt'Italia le persone trattenute vengono Steluta e buone con un uso degli psicofarmaci arbitrario eccessivo e non centrato sulla cura del disagio quella è una questione che coinvolge le aziende sanitarie locali le prefetture e gli enti e qui assegnata la gestione dei centri dove a differenza di quanto previsto per le carceri la cura della salute
E affidata non a medici e specialisti che lavorano per il sistema sanitario nazionale ma personale assunto dagli enti gestori il cui ruolo di monitoraggio però si è dimostrato carente quando non del tutto assente
Tutto questo pone domande precise e dirette al Governo al Parlamento alla politica la politica che tuona contro il permissivismo nei confronti della droga
Chi ha avallato le norme anti rese ha inasprito le pene per i fatti di lieve entità
E vuole impedire la produzione e il commercio dei derivati del legali della cannabis ecco quella politica è la stessa che però tollera l'uso degli psicofarmaci come mezzo di contenzione nelle carceri comprese quelle minorili elici pr
Parliamo di cura e di salute mentale o di un modo per tenere sotto controllo i detenuti come dice dottor Fabrizio Starace Presidente della Società Italiana di epidemiologia psichiatrica e direttore del Dipartimento di salute mentale
Della della sanitaria locale di Modena stiamo se dando i disturbi o i disturbanti