"Gli scrittori siciliani", dice: e tra questi non può che esserci Sciascia stesso.
Anzi sembra persino una confessione, una dichiarazione di poetica, perché certo l’autore di Racalmuto non si è mai sottratto al bisogno di … raccontare e descrivere le situazioni più delicate.
E l'ha fatto non solo ricorrendo alla fiction che permette una sorta di mediazione e di gioco a nascondere della persona che dice io, ma anche attraverso la forma del saggio in cui l’io è quello dell'autore, esposto al rischio e alla responsabilità del dire.
Il quattordicesimo "Leonardo Sciascia Colloquium" gravita attorno allo Sciascia saggista, allo Sciascia uomo e intellettuale che ragiona tenacemente su alcuni temi chiave della sua poetica e della sua formazione: dai più noti come sicilitudine, potere, letteratura ai più imprevisti come donne, pane, terra.
Sono temi che innervano l’intera sua opera ma che assumono forme diverse e meno mediate nella sua produzione saggistica e giornalistica, rivolta a quotidiani, riviste, cataloghi d'arte e volumi.
Si tratta di un genere a cui lo scrittore torna periodicamente e che ha un’importanza centrale sia a sostegno dell’opera narrativa, sia come filone autonomo che attraversa l'intero arco della sua vita attiva.
Affrontare la produzione saggistica significa entrare nell’articolato mondo delle idee di Sciascia, nella complessità del suo pensiero e nella chiarezza della sua penna.
Ma la saggistica è stata anche una parte dell'universo narrativo di Sciascia.
Impossibile, almeno in alcune opere, creare un confine netto tra romanzo e saggio, esiste piuttosto un dialogo, uno scambio, una dimensione ragionativa nella narrativa e narrativa nel saggio.
Autore di quelli che oggi chiameremmo "ibridi", Sciascia anticipò modalità che in anni recenti riteniamo prevalenti nel panorama letterario e editoriale.
Accanto ai temi, dunque, questo convegno affronta anche le diverse declinazioni formali del saggio e la loro attualità, a quasi 35 anni dalla scomparsa dello scrittore.
leggi tutto
riduci