Presentazione del libro "L'acqua non ha memoria. Storia salvata del disastro del Vajont" di Pietro Ruzzante e Antonio Martini (UTET)

Parte questa amarcord che che ci sta prendendo un po'a Buongiorno a tutte e tutti vi ringrazio molto della presenza purtroppo diciamo l'orario e la giornata oggi c'ha reso un po'complicato sono riuniti ancora molte commissioni c'è il question-time Minář lama
Sono molto contenta e onorata anche di ospitare qui
La pre nella nostra farà insomma sarà Berlinguer la presentazione
Del libro di Piero Ruzzante che ovviamente qui in modo particolare non apprese bisogna di di presentazioni il libro si intitola l'acqua non ha memoria storia salvata del disastro del Vajont
E lo abbiamo immaginato come un momento anche di gruppo dalla richiesta di riflessione sull'anni sessantesimo anniversario della tragedia del del Vajont che Arché pile ancora diciamo a distanza
Di molti anni avvenuta del nove ottobre del mille novecentosessantatré nella memoria collettiva del Paese ed è anche io credo lei ha unito quotidiano diciamo vi consiglio davvero leggerlo
Oltre a ricostruire quelle ore quelle giornate drammatiche attraverso il profilo dei
Saggi ma che vengono data voce in questo in questo libro c'è
Davvero la ricostruzione di quella che è stata quella quella vicenda di come abbia segnato un pezzo della storia del nostro Paese anche delle contraddizioni dello sviluppo industriale economico del dopoguerra di un rapporto
Perverso mi viene da dire tra le ragioni dello sviluppo e le ragioni ambientali della cura del territorio della salvaguardia non solo del territorio ma nelle comunità che vivono in quel territorio di come diciamo a fronte di quelli quei numeri impressionanti quasi due mila morti e una devastazione che ha segnato profondamente la morfologia natura stessa di quel territorio la prevalenza dell'interesse economico ha determinato quel quel disastro
Devo dire che quella vicenda è stata una vicenda complessa che si è trascinata molto negli anni che ha ha visto anche una serie di passaggi importanti di verità grazie alla determinazione di donne e di uomini che non si sono mai arresi nel ricostruire le vere ragioni di quella di quella vicenda ecco in questo libro questo tratto umano anche delle persone diciamo viene sottolineato con grande cura
Attenzione questo giunge il pregiudizio da lettrice uno degli aspetti che più mi ha colpito positivamente insomma
E anche al fatto che in qualche modo in un tempo in cui viviamo tutte diciamo così l'allarme e la preoccupazione per una crisi climatica che impatta sul nostro territorio sembra
Che non abbiamo imparato molto
Da quella vicenda
Il titolo il libro si intitola l'acqua non ha memoria e credo che il significato in parte più profondo e sta proprio in questa frase non è stata colpa della natura matrigna c'è stata una precisa responsabilità dell'uomo nonostante si sia tentato a lungo di raccontarlo come un caso ineluttabile inevitabile imprevedibile
E e forse diciamo pensando anche a a a a all'attualità del dibattito di questi giorni
Mi impressiona pensare quanto ancora facciamo capito fatica a capire a renderci conto che quello che viviamo il frutto delle nostre azioni o delle nostre non azioni
E partire appunto dal ragionamento su quella vicenda davvero così significativa emblematica dolorosa forse ci aiuta a riflettere anche sull'oggi ringrazio davvero
Di cuore Piero Ruzzante per per la sua presenza per la sua disponibilità ringrazio anche Andrea Martella che oltre a essere un collega senatore oggi deputato senatore scusate segretario regionale del Pd veneto in modo particolare non Franco Palazzolo giornalista di Radio Radicale che ha dato la sua cortese disponibilità presentare insieme non questo libro
Bene io ringrazio la la la presidente del gruppo parlamentare del Pd Chiara Braga per l'invito
Prima insomma di introdurre internet ematiche delle del libero e gli gli argomenti che sono sollevati che sono pesanti che riguardano l'impegno del Parlamento negli anni Sessanta poi la vicenda giudiziaria di ritrovamento degli atti degli atti giudiziari che l'onorevole Guzzanti ha avuto più volte modo di ricordare dò la parola ad Andrea Martella senatore e segretario regionale del Pd Veneto per per il saluto e per delle brevi considerazioni su questa vicenda emblematica della storia non solo dell'Italia del Veneto ma anche di tutto il mondo visto che l'UNESCO ha voluto raccogliere tutti i documenti di questa tragica vicenda
Definendo la peraltro una delle dei disastri più importanti che segnò mai avvenuti definendolo una tragedia evitabile
E in qualche modo ammonite riceve dove evitabile Stato proprio bruciare ancora una disastro così come viene giuridicamente detto che poteva essere evitato che oggi ancora Lanfranco c'ammonisce
A fare molto di più
Nel
Rispetto dell'ambiente soprattutto declinare in uno sviluppo che tenga conto della sostenibilità ambientale come fattore centrale di questo Piero Ruzzante parla
Nelle conclusioni del suo libro il resto del libero libero documentatissimo bellissimo che vi consiglio di leggere scritto quasi come una sceneggiatura che dà proprio l'idea delle vicende umane che
Hanno accompagnato la vicenda storica
E voglio ringraziare chiara per aver organizzato questo momento che era sempre stata molto più sensibile di tanti di noi su questi temi
E oggi verrà organizzato questo momento è davvero significativo le mie saranno brevi considerazioni perché poi va lasciato tutto lo spazio a Piero però vorrei dire che sono qui anche se invece si chiaro ovviamente ma con grande piacere anche come un'attestazione
Di amicizia con Piero che dura da Saint di di stima nei suoi confronti per il suo lavoro politico e per il suo lavoro di storico peraltro di un altro libro molto significativo e pluripremiato che proprio in questa sala oggi ci richiama alla memoria di Berlinguer vecchi vi invito a leggere con questo libro Piero
Nel sessantesimo del disastro del Vajont Lecce regale innanzitutto ci offre un'opera
Molto significativa dal punto di vista
Lo storico storiografico molto documentata
Con anni di ricerca con studio delle carte come si dice con analisi di faldoni faldoni di carte storiche processuali anche con l'individuazione di diciamo i percorsi inediti fino all'ora e CD diciamo accompagna questa sua ricerca storica molto importante con questo tratto psicologico umano di cui ha parlato chiara attraverso il racconto di tante ditte
Che
Ci chiamano quella vicenda
Me lo fa parlando
Di tanti casi che vedrete le casalinghe che lavoravano le bighe lavoratori gli ingegneri
Carabinieri di cui è il più volte ma anche Piero ha raccontato
Questo in un libro pubblicato dall'utente che non è cosa di poco conto finì in un libro che ha questa rilevanza storica Esperti coralmente significativo perché come dire è una dà un valore aggiunto a tante altre pubblicazioni che il racconto di queste voci porta qualcosa in più rispetto ad altre pubblicazioni molto importante in molti libri
Che pure nel corso degli anni si sono pubblicato c'è il racconto in Piero di come la scienza possano essere piegata al potere al potere economico al potere politico
C'è la la spiegazione il racconto di come
Il il profitto economico possa calpestare la vita
Di questo si tratta de raccontato in modo veramente
Veramente
Molto molto lodevole
Spicca la figura di un personale che pagano imparato a conoscere nel corso degli anni di una giornalista coraggiosa in quegli anni Tina Merlin
Do a cui dedica un capitolo
Qui nessuno aveva creduto in quegli anni che addirittura venne denunciata come se oggi facesse effect News si direbbe per notizie false e tendenziose che potrebbero a avrebbero potuto turbare l'ordine pubblico
Quelle sue con le sue pagine quei suoi articoli sulle pagine dell'Unità non vengano tenute in considerazione lo Stato
Non calpesta o diciamo in nome del profitto pensati io mi sono formato politicamente come Piero sa a Porto Marghera
E se penso a quella Porto Marghera che cosa doveva servire quell'opera eccome chi l'aveva pensata doveva fornire viene regia
Quell'area che oggi non si potrebbe più fare
Oggi nessuno potrebbe più pensare di fare vicino a alla laguna di Venezia
Un'area come quella che però aveva bisogno tra virgolette di di rifornimenti
Spicca un'altra figura bellissima che voi non conoscete del tutto ma che Piero conosciuto da vicino che anche a me
E capitato di conosce non come Piero madre vicino agli ultimi gli ultimi anni della sua vita non so se marinati davvero conosciuta che quell'onorevole Franco Busetto
Che era nel Padovano deportato partigiano
Ingegnere
E che ebbe il merito prima di altri di capire quello che stava avvenendo di denunciarlo di fare delle interrogazioni parlamentari di proporre una commissione di Chiellini inchiesta che poi si è fatta in cui lui tenne una relazione di minoranza di cui per cui Piero a
Piero ne ha fatto anche l'orazione civile ricordo nel due mila e quindici nel giorno del suo funerale
E da cui si è attinto in per cui Piero poi attinto in questura ecco Busetto è una figura proprio esemplare
Di quello che dovrebbe essere il parlamentare lo dico autocriticamente di quello che parlamentare sua rappresentanza del terribile il territorio la sua capacità di rappresentare al territorio il suo capacità di rappresentare
Il gli abitanti non solo gli elettori e quindi ne emerge il collegamento con i valligiani con i lavoratori con gli abitanti con tutti quelli che in questo libro sono richiamati infine vorrei dire che l'ha detto chiaro ha già una cosa molto giusta Piero dice
L'acqua non anemoni a qualcuno dei classici diceva che non si fa mai due volte vanno lo stesso fiume perché l'acqua cambia scorre quindi ma qui
Piero ci dice che l'acqua non ha memoria
E ma l'acqua non ha neanche colpa ma c'è qualcuno che ha colto in questo caso e l'uomo ad averne colpa ce lo ha ricordato il presidente Mattarella
Il nove ottobre ad un Garrone quando siamo andati lì e in occasione delle celebrazioni ha detto chiaramente questa non fu una fatalità
Non fu una casualità fu uno diciamo una conseguenza diretta delle opere dell'uomo che in nome del profitto per dello Stato in capitoli sì dal punto di vista ambientale sia dal punto di vista
Sociale e quindi se l'acqua non ha memoria e l'acqua non ha colpe l'uomo ha colpa l'uomo anche memoria e quindi noi dobbiamo essere qui per mantenere viva questa memoria
Per fare in modo
No come si dice retoricamente che non possono più avvenire situazioni di questo genere ma perché tutti quanti abbiamo la consapevolezza che occuparsi dell'ambiente rispettarlo che garanzia di vita
E siccome e qui mi richiamo un po'il Veneto Piero lo conosce bene poi
A questo libro dedicheremo delle delle dei momenti particolari anche in Veneto e in Veneto e abbiamo visto che cosa significano i cambiamenti climatici abbiamo visto cosa significa
Diciamo
L'imputato ma da eventi atmosferici incredibile abbiamo visto cosa è successo sulla Marmolada abbiamo visto la siccità il delta del Po i fiumi rinsecchite abbiamo capito come tutto questo entra nella vita quotidiana delle persone molto di più di quanto noi pensiamo ecco
Noi dobbiamo batterci davvero su questo perché penso che a sessanta anni da questa tragedia questo sia un dovere
Sia un dovere come scrisse allora Tina Merlin appunto che voglio riprendere
Nostro
Dopo quello che è successo scrisse non si può solamente piangere
Il momento di imparare qualcosa ecco io penso che sia il momento di imparare qualcosa e soprattutto di applicare quel qualcosa che stiamo imparando grazie
Bene ringrazio Andrea Martella segretario regionale del Partito Democratico del del Veneto do la parola ad Annalisa Corrado responsabile nazionale conversione ecologica del Pd alla quale chiedo
Si è detto tanto nelle nelle ricordare i sessanta anni di questa tragedia ci non c'è stato un appuntamento con i geologi che ogni dieci anni si presentano alle celebrazioni del di questo di questo dramma dicendo che in tanti anni come testimoniano altre tragedie come quella della Val di stava non abbiamo imparato niente allora cosa ci insegna questa vicenda grazie per il saluto ad Annalisa Corrado
No grazie
Molti e mi indicata mi spiace non essere fatale gli perché avrei
Ci vado con grandissimo piacere purtroppo Flo
Giornate molto molto intense e ricche di appuntamenti ma ci tenevo molto a fare un saluto anche perché più che mai forse in questo momento storico mentre da una parte e è vero ed è sacrosanto che abbiamo avuto tantissime ma
Prestazioni anche drammatiche di che cosa significa quando si agisce dimenticando completamente
E Conte ci muoviamo in che contesto ci muoviamo qual è la nostra casa e quali regole abbia la nostra casa
Ecco malgrado questo ancora e forse più che in anni passati
E l'ambientalismo l'ambientalismo scientifico il pensiero ecologista sono messi sotto accusa e lo sappiamo lo vediamo c'è in atto un progetto di ricostruzione anche della
Narrazione che si era
Così lentamente fatta strada sulla crisi climatica su solo gli eventi meteorologici estremi non possono fare altro che acuire quelli che sono già le fragilità del nostro territorio no un territorio che è stato la oserei dire un termine un po'forte crivellato da interverrà anticipi industrializzazione selvaggia che risponde a una logica tutta novecentesca di raggiungimento degli obiettivi a prescindere
Da quale fosse il prezzo da pagare e per ottenerli in questo senso
è molto interessante la frase che viene richiamata di Sandro Canestrini no nella nell'accusa dice il genocidio dei poveri causato dalla sede di profitti alla sete di profitto
Ecco questa sete di profitto è quella che ha guidato troppo a lungo
E le scelte degli industriali politica e che purtroppo però spesso ancora continua a farlo ecco il il senatore Martella che mi ha preceduto ha detto non verrebbe mai
E in mente a nessuno
Di a otto si dovrà credo si sia spento il video lavori accenderlo comunque nella non verrebbe mai in mente a nessuno di costruire o di fare eccetera io ma purtroppo non ne sarei tanto sicura nel senso che hanno i ma davvero sembra sempre che quello che è successo in passato non riesca a diventare un patrimonio comune no destra sinistra trasversale un patrimonio delle istituzioni per progettare un paese diverso che abbia
Scienza che è vero che in alcuni casi come viene segnalato denunciato nel libro può essere asservita al potere ma anche una scienza che troppo spesso invece dal potere Ene sistematicamente messa da parte il è uno con il convinta eccola cioè ispettrice no pagine stesso e Messina anche nulla ancora ritardi e fa per ecco provare a imbrattare il nostro pedante con una consapevolezza diversa ettaro Area
Costruire anche a un modo di osservare il mondo poco e e e e sia venti rispettoso della sua complessità Pato
E in meno convinto della nostra nipote fa ecco io direi che un po'più di umiltà da parte ci sia fondamentale e che metterci di fronte ad Astana inazione io Rory DTT crimini anche canoro appalti una queste sia un percorso fondamentale per quanto doloroso pene da fare ed continua fare appunto perché proprio Europa frizzante iraniana sì
Che non passa assolutamente mai di moda
Quindi io volevo appunto saluto ogni e che e che ha molto ma
Senta sperando che questo Progetto processo cammini insieme anche alle tante presentazione teatrale o che stampato
Poche sommarie giganti veramente un faro ecco me sulle persone che hanno perso la vita possano costitutive come dire un poi è che ancora non si può dire abbiano costituito ecco
Le grazie
Ringrazio analizza Corrado responsabile nazionale conversione ecologica del partito democratico e vengo all'autore delle delle del del saggio Piero Ruzzante allora lei
Ha voluto diciamo raccontare questo dramma Traverso la forma la forma un po'più diciamo di di di racconto senza dargli il peso di un di un saggio di un saggio storico
Questa vicenda emblematica del passaggio della nostra storia nasce nel mille novecentoventisei l'idea di questa questa diga il progetto va avanti fino a all'inizio degli anni settanta quando le forze politiche si mettono d'accordo
Per iniziano bene in vista dell'apertura del centrosinistra per la nazionalizzazione delle del settore dell'energia elettrica allora quali sono gli elementi che caratterizzano questo dramma attraverso il pressappochismo che ha portato alla morte di oltre mille novecento persone nell'ottobre del mille novecentosessantatré
Buongiorno a tutti intanto c'è una un po'di emozione da parte mia di ritrovarmi qui voi lo sapete insomma ho passato quattordici anni non non così banali della mia vita
Qui dentro i qui dentro ci sono affetti e sentimenti
Profondi di amicizia con il gruppo che ho diretto per un breve periodo
Ovviamente ringrazio chiara per questo invito e per la sua sensibilità dal punto di vista ambientale che ho conosciuto fin dalle origini da quando ha messo chiede la prima volta qui dentro ringrazio Andrea se non sentimento di amicizia profonda legato anche all'esperienza politica nel Veneto ringrazio Annalisa per le parole
Ma io partirei visto la sala dove siamo e visto il luogo dove siamo con una lode all'interrogazione parlamentare perché molto spesso non non capiamo e non comprendiamo
L'importanza degli atti parlamentari no tutti gli studi dal punto di vista giornalistico io li ho studiati da un punto di vista storico ovviamente rompo avvantaggiato avendo lavorato per quattordici anni qui dentro
E quindi anche il lavoro sulle carte con il quale parte nel mio libro perché il libro parte da un capitolo sulle carte perché le carte del Vajont sono carte un po'particolari processo è stato spostato da Belluno all'Aquila
Cito altri due processi che sono stati spostati per legittima suspicione uno era quello relativo alla strage di piazza Fontana che è stato portato a Catanzaro
Non a caso e l'altro è stato quello che è stato portato anche questo in questo caso a L'Aquila ed è il caso del
Del deputato socialista Matteotti
Entrambi le motivazioni sì
Soci sono molto chiaro e molto preciso del perché viene spostato il processo viene spostato per evitare che ci sia una pressione ambientale
Pensate che per arrivare alla qui il le persone del Vajont dovevano passare due giorni e due notti tra autobus e treni avevano un tragitto lunghissimo quindi il libro parte delle carte perché queste carte hanno una storia particolare erano all'Aquila perché il processo è stato fatto all'Aquila e dopo avere ha raccontato la storia di un disastro ne hanno subito sulla loro pelle tra virgolette perché anche le carte hanno una pelle non sembra ma quando vai in un archivio e consulti una carta originale
Non è solo un documento di archivio dietro quel documento senti gli odori profumi senti l'epoca
Di tempo che viene descritto sentì la musica di quel tempo io
è questo quello che cerco di trasmettere nei libri non sono solo carte non sono solo documenti quelle carte trasmettono il dramma del terremoto Dell'Aquila
Perché sono state sommerse dai dai detriti del palazzo del governo del palazzo la Prefettura che è stato è crollato per pura fortuna un mese prima erano state sigillate dentro un armadio metallico
E ironia della storia ma non è mai era unica la storia è molto precisa
Quelle carte poi sono state ritrasferito a Belluno quindi io mi immagino queste carte che contengono le voci del popolo del Vajont che ritornano a casa a Belluno
A distanza di tanti anni e oggi sono ancora a Belluno il Presidente della Repubblica durante sessantesimo ho detto che quelle carte devono restare Belluno come restituzione di qualcosa che appartiene
A quel territorio
E qui dentro ci sono le voci allora io la prima cosa che
Suggerisco
Come chiave di lettura di questo libro sentirle Pucci perché non sono mai state scritte le voci del popolo del Vajont sia raccontata in mille maniere la storia del Vajont però la prima novità di questo libro che è scritta
Come un romanzo sono le voci del popolo del Vajont e sono voci fortissime
Sono voci che io riporto in particolar modo quelle della storia dell'ultima settimana ma potremmo risalire con il tempo prima
E sono le voci degli operai per esempio che hanno fatto uno sciopero
Perché non si fidano più ad andar lavorare sotto già da luglio avevano protestato luglio del sessantatré
Vajont attacca del nove ottobre del mille novecentosessantatré alle ventidue e trentanove protestano e fanno uno sciopero che organizzano uno sciopero
Quelle sono delle voci importanti perché gli operai si erano resi conto di questo gli viene data un'indennità
Di rischio di cinquecento lire per l'epoca erano qualcosina però qualcuno non si è più presentato al lavoro per esempio
Ed è ha deciso di mettere davanti dà vita al rischio di andare a lavorare lì le voci sono quelle dici è andato a pescare il nove di ottobre sulla ghetto
Del Vajont e si è reso conto che sta venendo giù tutto è tornato a casa ha detto sua moglie
Do Daily andartene dai tuoi genitori e Gio Batta de de la storia di Gio Batta de de
Va a pescare si rende conto che sta venendo giù tutto se ne rende conto turbata da idea che è andato a pescare ma non se ne erano resi conto i tecnici
Della sabbia e non se ne erano resi conto e non avevano messo in sicurezza le persone che potevano essere ancora saldato persino nove ottobre alle ore diciotto
Perché c'è una lettera del dirigente della sabbia Biadene che di che dice finisce con che i Dio ce la mandi buona se invece di riferirsi al bolidi rossi fosse riferito alle campane
Dei parroci della zone avessero suonato con me un tempo l'allarme
La gente almeno si sarebbe salvate questo purtroppo non è avvenuto ecco questo Giobatta dea torna a casa avvisa la moglie
Chiede la moglie di avvisare il figlio Luciano che stava a Longarone
Loro stavano in un paesino che è stato completamente distrutto è rimasta in piedi solo la torre del campanile
E la moglie alle ventidue e trenta secondo una testimonianza se ne va verso la salvezza perché crede alle parole del marito il figlio Luciano che aveva ventidue anni non crede alle parole del Papa
Resta Longarone more
E finisce così il Papa Gio Batta va a lavorare perché avevo il turno notturno la fa visita una fabbriche Longarone viene sommerso da due metri di acqua e fango ma riesce a salvarsi queste sono le storie le voci che io ho cercato di raccontare per mettere in contrasto una scienza asservita al potere perché questa è la storia del Vajont
Ricordatevi sempre quando entrato in quell'aula che in quella è stata scritta una Costituzione che ha l'articolo trentatré
Ha scritto uno degli articoli secondo me più belli più profondi
Anche per la storia dalla quale derivava cioè venivamo fuori da vent'anni di fascismo in cui la scienza si era piegata al potere politico no ha detto delle cose inenarrabili sulla razza no
E l'articolo trentatré non è solo un articolo profondissimo è un articolo bellissimo e poetico
Perché dice l'arte e la scienza sono libere
E il libero né l'insegnamento pensate a profondità di questo articolo della Costituzione il Vajont è la negazione di questo articolo
Perché la scienza e si è che Gatta ha il potere economico il potere pensate che dopo dopo il Vajont non si trovava un geologo
L'unico sarà Floriano Calvino si è il fratello di Italo Calvino
L'unico in Italia disponibile a far parte della Commissione dei magistrati
Che dovranno lavorare per inquisire la sa
Non c'è un geologo che è a disposizione dei magistrati dovranno Hunt andare a pescare gli altri tre fuori dall'Italia
Questo vera dice lunga di quanto il potere della sarde era fortissimo il presidente della Provincia di Belluno che era un democristiano da Borso
Viene giù parla con i ministri torna a casa e dice passate è inutile combattere non ce la facciamo da sabbia è uno Stato nello Stato
Martino Merli
In maniera più precisa dirà no non è uno Stato nello Stato la sabbia è lo stato
Cioè nel senso che era un'azienda privata che decide decideva
Di tutto e di più
Rispetto a quel territorio pagavamo la luce elettrica tre volte due volte e mezzo rispetto a Parigi
Era un potere per questo si pensa alla nazionalizzazione si pensa la nazionalizzazione come contrasto a aziende private che avevano il controllo di tutto finisco con il illa lode alle interrogazione parlamentare perché tante volte pensiamo che siano atti che non faranno la storia
Beh io l'ho voluto smentire in questo libro perché qui c'è un atto che fa la storia diciannove gennaio mille novecentosessantuno due anni e mezzo prima del Vajont Franco Busetto sulle indicazioni che venivano emergevano dagli articoli di Tina Merlin
Ma anche per le sue competenze tecniche perché era un ingegnere Franco Busetto che diventerà anche questore della Camera
Fa un'interrogazione firmata anche da altri deputati
Benetti dove non solo dice c'è un rischio lì su
A a Erto e Casso dove c'era l'ago del Vajont ma dice
Quali garanzie vengono date per Longarone che stava qua c'è adesso non avete presente va quattrocento metri e Longarone settecento metri all'altezza della diga quindi si pone già il problema
Del rischio che l'acqua Possa superare la diga scendere verso Longarone due anni e mezzo prima
Allora chi dice che non si sapeva che non era chiaro cioè quell'atto parlamentare che una pietra
Uccisa nella storia del Vajont d'che Franco Busetto ha scritto con probabilmente altri tecnici dell'epoca dell'uffici legislativi del gruppo
Del PC alla camera e che rimane un atto fondamentale in tutta questa vicenda
Ecco perché l'eau de alle al alle interrogazioni parlamentari un'interrogazione parlamentare può fare anche
La storia si è Heller pellame erano interpellanze ragione ma se è connessa è collegata al territorio qui perché questo di questo si tratta in Regione accorre giorni soprattutto in questa sala
Ecco quindi
Siamo partiti dalle dalle carte e ogni cosa che scrive in questo libro a un riferimento di notte storiografica su questo io ci tengo a sottolinearlo mille volte scritto come un romanzo soprattutto
Nelle testimonianze di vita di tante persone che non ci sono più che sono scomparse molte di queste in quella stessa notte
Ma le loro voci si sentono forti e chiare nel racconto perché sono state narrate dai sopravvissuti
E questa è la storia diciamo che ho cercato in qualche modo di raccogliere in quelle in quelle pagine è vero che è una storia che ancora può cadere c'è un progetto di ricostruzione di una nuova diga in Veneto si chiama dica del Vanoi
Anche in questo caso i territori sono contrari
In tutti i comuni della provincia di Belluno hanno protestato i neanche i comuni dell'altra parte coinvolta hanno protestato anche all'ora rispetto alla ma la diga del Vajont le voci del territorio non contavano nulla l'unica che è riuscita interpretarle apportarle in evidenza è stata Tina Merlin
Quindi per questo si dice il genocidio dei poveri perché probabilmente se non fossero stati poveri qualche peso in più lo avrebbero avuto nel dibattito politico
Allora io appartengo
Partendo proprio dall'interpellanza del diciannove gennaio del mille novecentosessantuno al ministro dei lavori pubblici
Benigno Zaccagnini dove al punto di chiede Busetto quali sono le misure necessarie per prevenire i pericoli che sovrastano le popolazioni di Erto e Longarone c'è anche un altro elemento preoccupante allora
Lei sottolinea ricorda molto bene nel libro che era stata costituita una Commissione per la nazionalizzazione dell'ENEL credo al al primo piano piano
Terra di Montecitorio Busetto ne faceva parte allora che
Che cosa si sarebbe potuto fare che cosa a Busseto e volevo chiederle la società determina adriatica di elettricità Comini si mette alle calcagna nel senso che come lo spia come lo segue e che percorso a la fase di transizione che porta diciamo al collaudo dei giorni precedenti il dramma
Allora anche questa è una storia che ho tentato di raccontare nel dettaglio a partire dalle carte
Parlamentari allora intanto mi aveva molto impressionato come tutte le tutte le testimonianze nonostante il nazionalizzazione fosse avvenuta alla fine sessantadue
E le testimonianze sono dopo nove ottobre quindi siamo a nel sessantatré inoltrato ma anche nel sessantacinque sessantasei perché le testimonianze
E gli interrogatori dei della polizia dei magistrati delle commissioni parlamentari inchieste e poi del di una commissione ministeriale avvengono anche nei mesi e negli anni successivi in tutte le testimonianze la gente parla di sale ormai c'era lei nel quindi avrebbe dovuto cambiare il termine perché non cambia il terreno
Per un motivo molto semplice perché tutto il gruppo dirigente della Santé passa in blocco ad essere il gruppo dirigente dell'ENEL in quel territorio e quindi non cambiano le politiche
Da parte dei dirigenti di ENEL anzi ho trovato un verbale di una di una all'interno di un archivio un archivio importante l'archivio dell'ateneo veneto dove c'è sono state portate con grande generosità da parte dell'avvocato Mario Vianello che difendeva la sabbia
Era nel pool difensivo della salute
Ma si apprestava ai novant'anni l'ho anche intervistato perché ancora vivente
Però ha avuto il coraggio di portare tutta la documentazione al all'archivio dell'Ateneo Veneto la documentazione quello dello studio del di Alessandro Brass il nome di dovrebbe dire qualcosa perché il papà di Tinto Brass il regista
Cinematografico
E in queste carte emerge come c'è una riunione tra ENEL ex-ante anche se la sabbia di fatto era confluita all'ENEL però del gruppo dirigente a salve
In cui el rappresentante dei di ENEL che era anche rappresentante dell'IRI dice
Gli interessi di ENEL concedono con interesserà sale
E li tenevano talmente sotto controllo che ho trovato da proiezione di un film fatto dall'allora PC in cui un rappresentante di ENEL di ricordano un ente pubblico quindi era in rappresentanza anche di chi è morto quella sera al Vajont era in rappresentanza anche dei sopravvissuti ha partecipato a questa riunioni in un cinema e ha fatto un resoconto preciso
Consegnato agli avvocati era sarde quindi ENEL lavorava per la sarde e gli avvocati della sabbia erano pagati da ENEL quindi indirettamente chi aveva perso mille novecentodieci persone al Vajont pagava
Gli avvocati d'altra parte che ovviamente aveva uno strapotere dal punto di vista economico e di capacità di incidere sui sui testimoni ed è impressionante questa cosa perché
Fino al nove ottobre c'è uno strapotere no di sarde
Decide tutto o non supera tutte le regole
Non ha neanche bisogno dei permessi per iniziare i lavori non ha bisogno di presentare le relazioni geologiche addirittura Lassad descrive le relazioni geologiche che poi i geologi firmano a piè di lista
Fino al nove di ottobre
Ma anche dopo il nove di ottobre nelle carte e nelle documentazioni che ho trovato che erano sconosciute
Io ho ritrovato il fatto che c'è una sudditanza della scienza
A cambiare a modificare i documenti a interpretare quello che la sabbia voleva la sabbia voleva dimostrare una cosa
E lei nel con la sabbia che era imprevedibile
Era talmente imprevedibile questa frana che il quattro novembre mille novecentosessanta cadono ottocento mila metri cubi
Niente in confronto alla frana di allora duecentocinquanta milioni metri cubi del nove di ottobre della rappresento così la la testimoniano un avvocato durante il processo è come se venisse giù un cubo di seicento metri per lato
Alle elementari ci insegnano che seicento metri fa la differenza tra Collina e montagna
Lo so benissimo perché noi a Padova abbiamo un unico monta si chiama Montevenda sui Colli Euganei in realtà e cinquecentonovantanove ma abbiamo fregati abbia scritto seicentouno diventato un monte
E questo cubo di seicento metri per seicento metri si muoveva di centimetri e centimetri e centimetri ora voi immaginate di
L'uomo che si crede Dio invece una formichina che pensa di poter controllare una montagna di queste dimensioni che si muove
E i girotondi geologi che hanno scoperto che c'era questa frana sul monte Toc gli avevan detto guardate viene giù
Non c'è dubbio che viene giù non la possiamo fermare perché avete costruito un lago
Di quelle dimensioni e avete costruito una diga
Sopra il terreno di una frana preistorica cioè non era una montagna non era roccia era una frana che già era caduta dalla dalla cima del monte Toc chissà quanti migliaia di anni prima e quindi era solo appoggiata sulla roccia
Quindi con l'acqua hanno spaccato
Il quello che teneva nel tempo si era riattaccato un pochettino una roccia
E il l'umidità istituì il flusso dei dell'acqua che saliva e scendeva e quindi dicono non potete andare sopra i seicentocinquanta metri in quella riunione subito dopo il quattro novembre dicono quello che viene questi cosa fanno
Fanno fare uno studio all'Università di Padova
Necessità di Padova
Ingegneria idraulica fa lo studio e incredibilmente dice ma potete arrivare a settecento metri perché sfilò settecento metri non succede nulla
Nonostante questa indicazione dell'università
Che era sbagliata chiaramente sbagliata vanno settecentodieci metri quindi se ne fregano anche del giudizio dell'Università di Padova l'Università di dice però dovete fare un controllo su quello che succede a Longarone noi diciamo che il lungo la riva del lago
Non arriverà oltre a settecentotrenta metri
Però va fatto un controllo a Longarone
Questa è una storia importante anche questo dal punto di vista scientifico perché un tecnico dell'università iscritto al Pci che si chiama Lorenzo Rizzato che è un uomo di teatro diventerà un uomo un importante uomo di teatro nel suo teatro hanno studiato Marco Paolini
Andrea Segre molti molti altri
Pennacchi Andrea Pennacchia hanno tutti studiato nel teatro di Lorenzo Rizzato Lorenzo Rizzato a quelle in quell'epoca era un tecnico aveva trentun anni lavorava dentro l'università
Dopo il Vajont gli viene in mente che c'era uno studio all'interno dell'università prende questo plico lo consegna Franco Busetto
Franco Busetto a camera
E cambia la storia del Vajont perché la storia del Vajont è stata scritta editoriale sul Corriere della Sera da padre Dino Buzzati grandissimo autore c'è un grande appassionato ed
Due libri di Dino Buzzati
Se fosse bellunese
La storia da qui c'era un bicchiere
Era un bici pieno d'acqua un sasso è caduto dentro questo bicchiere l'acqua trabocca sulla tovaglia dato che sulla propria città ci fossero mille novecentodieci persone non è questa la storia
Lorenzo di rissa Rizzato dimostra con quelle carte
Due anni e mezzo prima sapevano perfettamente quello catena e sono andati avanti
Incuranti del pericolo e soprattutto delle vite umane e delle persone
Lorenzo Rizzato per sette anni è l'unica persona che viene arrestata sulla vicenda il Vajont e si fa sette giorni galera perché ha trafugato delle carte
Viene assolto per insufficienza di prove ma per quattro anni non non può lavorare all'università nonostante la soluzione per i CCT censori prove
Io ho detto all'Università di Padova che dovrebbero
Anche se non c'è più anche se mancato un paio d'anni fa due-tre anni fa dovrebbero comunque ricordarlo come una delle figure positive della vicenda
Del Vajont perché ha avuto un coraggio eccezionale di cambiare la storia del Vajont perché se quelle carte rimanevano secretate nascoste
Non avremmo mai saputo fino in fondo questa questa vicenda quindi
La storia Vajont anche questa di di carte e documenti che dimostravano perfettamente quello che stava accadendo io Lollo messo come esergo del libro ma ve lo rileggo
Perché penso che sia rappresentativo di questa storia cioè io ho riportato tante testimonianze dirette delle persone che messe insieme danno l'idea di quello che sta
Accadendo in quei giorni
Questo è il film che il Pci faceva vedere nel nelle sale cinematografiche e lei nell'andava a riportare delle veline come quelle i carabinieri dicendo cosa succedeva in queste manifestazioni nonostante l'ENEL fosse una una azienda pubblica quindi di tutti di dello Stato
E in questo filmato che è un documentario di Luigi Di Gianni per le storie c'è una figura molto importante Luigi Di Gianni Vajont Natale sessantatré si si vedono le immagini del Natale sessantatré allora immaginatevi
Un luogo Longarone dove non esisteva più nulla che ricordasse quel luogo
Cioè c'erano cittadini di Longarone che lavoravano all'estero son tornati a casa e hanno ritrovato della loro famiglia solo una mattonella
Della loro abitazione della loro casa delle loro persone che erano lì dentro hanno ritrovato una mattonella ci sono persone che hanno perso sessanta familiare in quel giorno
La piazza non esisteva più la Chiesa non esisteva più l'unica cosa che era rimasta in piedi la parte alta quindi quella del Munich dal municipio in su
Numero un'era scomparsa dalla faccia della terra in quattro minuti
Allora immaginate di questo e immaginate il che l'unico luogo dove riescono a fare il Natale del sessantatré perché comunque era Natale
Anche nel sessantatré anche dopo il nove ottobre e al cimitero di Fortugno
Dove sono
L'unica parte a età in fondo la vallata che non viene colpita dal Vajont e lì mettono un albero Di Natale per modo di dire tristissimo cioè non c'è una luce ci son tre palline
E Luigi Di Gianni da intervistare
Una signora
Questa signora arriva con la palla perché c'era neve e quindi deve spazzare la neve dai sepolcri
E non guarda mai in telecamera cinque guarda sporche o un attimo e io l'ho fermata quell'immagine perché volevo vederlo ora negli occhi e parla però
E la sua voce Nucara telecamera senza guardare la telecamera un under rare volte in cui questo accade e dice delle cose de dice in Veneto anzi
Metà tra Veneto
E friulano
Ma sono comprensibili credo per tutti go perso quattro fiori
Quattro figli
E il Piccio dei tre anni
Piccolo di tre anni
Sega salva par caso quello degli esempi
Mi sode Fortugno
Io ori genera Dell'Ongaro
Il sapeva che veniva starci a cura i prevedeva nel mese di novembre
Ma a novembre Ige era sa tutti sottoterra
Le case poteva prendersi neppure ma assente
Salvare le anime perché le anime se importanti non la diga perché i ciak per miliardi perché non gli altri non conta i miliardi ma conta la vita e basta
è una testimonianza che quando l'ho sentita infatti ho deciso di metterla come apertura del libro
Perché riporta in questo caso l'ho anche vista la testimonianza negli altri casi avevo solo le le carte
E sono carte che sono impressionanti in cui la differenza tra la vita e la morte qui erano tutti nello stesso posto quello di tre anni è morto quello di dieci anni sega salva parte puro caso
Come dice la signora
C'è la storia di Giuseppina dei NAS era de Ness era a Longarone
Era a Longarone ha spento la luce perché stava andando a letto ha sentito il i muri della sua casa a tremare il terreno tremare perché c'è stato ovviamente un terremoto quando la frana è crollata sul lago
Ed è corsa a fare la cosa più importante per lei in quel momento a salvare i suoi figli Roberto aveva dodici anni e Adolfo Riccardo undici anni
In casa c'è anche il padre la madre madre pensateci
Questa storia erano tutti nello stesso luogo
Giuseppina si è ritrovata al campo sportivo di Longarone sopra un pino
E si è salvata semplicemente perché l'acqua la spinta sopra il Pino si è fermata addossò un ramo
Adolfo Riccardo è stato ritrovato a Belluno sono circa venti chilometri tra Longarone e Belluno Roberta è rimasta dove erano a casa morti tutti
Il la madre al campo sportivo dove c'era Giuseppina non morta e il Papa è stato ritrovato a quarantatré chilometri a Tiziana
Assunto ovviamente di Longarone
Questo per dire come è una tragedia in cui il passaggio tra la vita e la morte è sottilissimo
Il carabiniere che nel cuore della notte viene svegliato per andare a fare un posto di blocco il nove di ottobre perché lasciare ha capito che stava venendo giù tutto e istituisce due posti di blocco
Salverà quattro persone i due carabinieri che vanno a fare il posto di blocco e due operai che vengono mandate a fare un secondo posto di blocco la in alto tra erto e cassa gli altri due carabinieri in giù tra D'Ogna
Longarone queste quattro persone si salveranno ma il il Rinaldo aste questo carabiniere
Arriva nel posto di blocco non fa neanche tempo mettere giù
Il posto di blocco vede la frana viene colpito perché la frana lanciato sassi Massi ovunque viene colpito alla schiena da un masso riesce a salvarsi aggrappandosi non viene inghiottito
Dall'acqua si gira e guarda verso Longarone e vede la sua casa abbattuta dove c'è sua moglie e i suoi due figli uno di sei anni ogni sei mesi
E quindi è una storia in cui Anchise Salil batti
Sono comunque sommersi
Cioè non hanno salvato la loro vita la loro esistenza non solo si son salvati per puro per puro caso il pertugio pura
Casualità ecco quindi questa è un po'la storia del del Vajont come ho cercato di ricostruirla nella quale emerge un quadro molto preciso in cui la scienza era in grado di fare altre scelte
Si metteva al centro le vite umane e non gli interessi economici e d'aver portato settecentodieci metri l'altezza della diga perché doveva essere conferita ENEL e quindi doveva esserci una valutazione di funzionamento della diga
E dove hanno portarla fino a settecentoquindici ma il due settembre c'è un terremoto del settimo grado della scala Mercalli allora si misurava con scala Mercalli quindici si ferma no
Non hanno il coraggio di andare più a settecentoquindici metri c'è lo sciopero degli operai si fermano settecentodieci
Se avessero ascoltato anche le parole sbagliate dell'Università di Padova si fossero fermati a settecento avrebbero iniziato lo svuotamento da lì potevano salvare forse qualche vita umana ma l'interesse economico e il profitto in questo caso ha avuto la meglio rispetto a
Anche a un principio che quello di cautela che si dovrebbe sempre avere quando si ha a che fare con la vita delle persone con opere di questa importanza ecco perché è un genocidio dei poveri questo perché le loro voci non sono state prese nessun modo in considerazione
Io non so
Non so se c'è spazio per un'ultima domanda
Inizia l'aula allora io
Ringrazio l'onorevole Piero Ruzzante con Antonio Martino Martini ha scritto l'acqua non ha memoria storia salvata del disastro
Del Vajont pubblicato con l'utente ringrazio la presidente deputati del partito democratico
Chiara Braga e ospitato questo contro naturalmente Andreana nella segretario regionale del del Veneto e Annalisa corrono responsabile nazionale conversione ecologica del partito democratico grazie a tutti grazie
Orecchie