30 APR 2023
rubriche

La nuda verità - Ma quanto "pesa" la felicità. La storia di un'adolescente: Ginevra

RUBRICA | di Maria Antonietta Farina Coscioni - RADIO - 19:29 Durata: 34 min 54 sec
A cura di Luciana Bruno e Delfina Steri
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La storia di Ginevra ha un inizio esatto.

Un prima e un dopo.

Una adolescente che un "bel giorno" di maggio del 2021, in vista del primo ingresso alle superiori, pensa di dimagrire per entrarci con un fisico simile a quello delle sue coetanee.

Così inizia la lettera di Ginevra inviata alla associazione Animenta , una ragazza di quindici anni che per un anno e mezzo della sua vita non ha fatto altro che affogare in un mare di sciagure.

Tutto è iniziato a maggio del 2021 quando mi era presa l'idea di dimagrire con l'obiettivo aver un corpo che mi piacesse e per entrare alle superiori (perché
avevo finito la terza media) con un fisico simile a quello delle mie coetanee.

Non mi era mai importato granché del mio fisico o di cosa pensasse la gente, però all’inizio dell’estate questa cosa cambiò.

Iniziai, sbagliando, una dieta "fai da te" in aggiunta ad un'estrema attività fisica.

Tutto continuò fino a settembre, quando i miei genitori, che si erano accorti oramai che qualcosa non andava, mi mandarono dalla psicologa e dal nutrizionista.

Sono stata in cura da loro circa fino a gennaio, ma non ci fu miglioramento.

Continuavo a scendere di peso e il mio umore era sempre pessimo.

Addirittura a gennaio mi ricoverarono per un giorno all’ospedale di Firenze.

La situazione era ormai fuori controllo così i miei genitori mi mandarono in centro di cura per disturbi alimentari a Todi: Palazzo Francisci.

Entrai il 14 febbraio e, tempo nemmeno una settimana, che dovetti uscire perché risultai positiva al covid.

Mi rimandarono a casa e per due settimane la mia alimentazione era sempre più restrittiva.

E nessuno se ne accorgeva perché ero stata messa in quarantena.

Mia madre, accortasi della situazione, chiamò l’ospedale di Terni e mi ricoverarono.

Visto che mi rifiutavo di mangiare, dovettero optare per l’alimentazione artificiale e rimasi lì in ospedale.

Ero inoltre piuttosto aggressiva e per questo mi trasferirono al Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura (SPDC) di Foligno, dove continuai con la nutrizione artificiale per due settimane.

Infine mi rimandarono a Todi, dove rimasi circa due settimane perché non mangiavo e mi spedirono all’ospedale pediatrico di Città di Castello, dove rimasi una settimana.

Nuovamente mi rimandarono a Todi dove rimasi circa un mese.

Lì mangiavo a stento.

Il corpo continuava a cambiare.

Vista la situazione, mia madre mi prese e mi portò al Bambin Gesù, dove rimasi per un mese: due settimane in neuropsichiatria e due in pediatria.

Sono uscita da questo periodo a giugno, con la voglia di tornare a vivere da riprendere in mano la mia vita, anche se il viaggio è ancora molto lungo " L'accettazione di sé, le relazioni con i coetanei, la ricerca del fisico simile a " Ma quanto pesa la felicità? Quanto"pesa" la salute e il benessere delle e dei giovani? I disturbi del comportamento alimentare, in particolare anoressia, bulimia e obesità sono in continua crescita, occorrono attenti approcci nella cura e nella prevenzione.

I disturbi del comportamento alimentare (DCA) sono disturbi psichiatrici anche gravemente invalidanti, potenzialmente mortali, che compromettono la salute fisica e il funzionamento sociale dell'invididuo.

Sono disturbi caratterizzati da un rapporto patologico con l'alimentazione e con il proprio corpo.

Un’epidemia silenziosa insomma.

La mamma di Ginevra, Simona Peparello, che sostiene a Orvieto il progetto, insieme ad altre famiglie coinvolte con Dominga Cotarella, del punto di ascolto e presto della residenza per la prevenzione e cura dei DCA, della Fondazione Cotarella.

Iniziativa importante per la prevenzione e sostegno delle e dei giovani con DCA e delle loro famiglie.

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  • Simona Peparello

    madre di Ginevra

    Ginevra Biagini

    studentessa presso il Liceo delle Scienze Umane F.A. Gualtiero di Orvieto

    19:29 Durata: 34 min 54 sec