Critica e militanti

Buongiorno da critica e militanti i temi del politicamente corretto della casa del calcio delle politiche identitari e le polemiche connesse subgenere razzismo rappresentazione estetiche revisionismo nell'immagine pubblica di alcune figure celebri si sono riversati negli ultimi anni dal mondo anglosassone espiato in genere dal lettore italiano attraverso qualche notizia sui campus usato tramite i romanzi di Philip Roth al nostro Paese c'è un terreno molto diverso con tutti gli equivoci del caso ma anche con la crescente consapevolezza che le questioni esistono anche come molto spesso oltre oceano
Si proietta un film in apparenza di fantascienza che può diventare realistico e magari tragicomico qualche tempo dopo nella nostra realtà
UTET cioè Dario Rossi ha fatto dunque un'operazione intelligente chiedendo quattordici persone che hanno tutte a cuore queste questioni ma hanno idee diverse fanno mestieri differenti attori linguisti giornalisti sociologi filosofi
Di disegnare una mappa di diagnosi e proposte possibili ne è uscita un antologia non si può più dire niente quattordici punti di vista sul politicamente corretto e Canzo al calcio
Ma quasi più delle singole opinioni contano ci sembra degli approcci ci sono infatti interventi nel senso più pieno del termine critici che Valiani problemi luministica mente senza riguardo e altri che si mettono invece in quella stele posizione dell'intellettuale e politico
Che manca al suo dovere critico l'intellettuale
Senza per questo a tingere la concretezza del politico ma usa l'occasione per posizionarsi
Perché se è vero che il tema taglia trasversalmente destra e sinistra vero che in campo progressista si è aperta una lotta di intimidazioni delegittimazione corsa alla rappresentazione della posizione più avanzata che conferma la peggiore eredità del Novecento partiamo dunque con la rassegna Matteo Bordone descrive come Montaigne evapora lo Shin stormo Mer Done così lo traduce rilevando rispetto agli anni dieci uno sbiadire per inflazione dei leoni da tastiere raccomandando chi li subisce
Potremmo dire l'atteggiamento che due scrittori del Novecento definivano con un qualunque cosa direte cadrà ai piedi della mia gelida indifferenza insomma Silenzio che però non salva dal possibile stigma e qui si aprirebbe un argomento interessante quanta visibilità costante alla persona su cui ricade il Nardone e dunque quanta possibilità di non essere impiccata per sempre a un solo fatto Elisa Cooder insiste invece sulla necessità di un Posillipo posizionamento realmente politico cioè di dire da sinistra che la Walk messe non è abbastanza radicale che rischia di tagliare via le questioni legate allo sfruttamento di classe ma poi nei fatti è molto astratta diplomatiche vagamente sincretica nel proporre alleanze Inter sezionali ossia nel voler salvare la capra della novità del giorno il cavolo dello sfondo
Marxiste già ante che non sostanze di analisi economiche ma appena di vecchie citazioni passepartout
Il suo intervento rientra insomma in quelli di una politica malintesi e così quello ci pare di Giulio D'Antona che affrontando il tema della comicità confonde il fatto che invecchia in fretta con il politically correct
Ed espone la discutibile e italianissimi apre tedesca idea per cui comico dovrebbe soddisfare il pubblico anziché provocarlo
Le poche Seriosa si sa e manca un Molière per dirla alla Garboli capace di sfottere in una pièce il linguaggio tecnocratico dei vari Preciado
Peggio ancora sulla comicità libro Ferra Chiatti che accantona erede
Una buona battuta se fa un cattivo servizio dice a un tema attualmente molto delicato si resta nell'equivoco anche col nominalismo di vera che in una linguista con poco reti o per quella malattia tipica del potere che è la burocratizzazione del linguaggio
Nel quale contribuisce a diffondere mostruosi acronimi e Termini inascoltabili tipo ci spinge Ender ma soprattutto con poco Reggio
Per la genericità vedere quanto è banale la sua idea della visione normalizzando e della società come la chiama quanto Jennifer guerra si limita a dire che la rappresentazione agisce sulla vita delle persone e non c'è dubbio ma la soluzione
Non potrà essere una costante Ortopedia simbolica specie se riguarda Labate
Nella sì bastava inquadra da parte sua in monumenti fascisti in Italia e loda l'attacco alla stato di Montanelli ma in maniera un po'cavillose demagogica ci pare anche perché esistono monumenti dedicati a personaggi che hanno rappresentato molte cose diverse e chi sceglie allora cosa privilegiare di una identità Christian Raimo e Daniele Riello e sono a loro modo speculare nella assertività un po'in posa Raimo insiste astrattamente sul rapporto tra una riflessione linguistica che chiama democratica e l'emancipazione sociale ieri all'invece con la solita ansia per formativa
Insiste sul settarismo Walk sulla sua ossessione nel ridurre tutto a dinamiche di potere il che è giusto ma lo fa usando esempi forse un po'facili
E riprendendo troppo facilmente il tema dell'amore tra Walk mesti capitale meglio dove abita la vittimizzazione generalizzata che rimuove gli aspetti sgradevoli della vita
L'impoverimento di una classe media colta
Che trova la sua identità nella rivendicazione moralistica e tribale più sobriamente informativi Federico fa lotta ai lavoratori in il primo
Fa una interessante storia del termine politically correct nel passaggio dall'ironia
Della new left all'uso reaganiano antiliberale da questo uso che negli anni Novanta arriva in Italia connotare il presunto conformismo intellettuale progressista la seconda invece si concentra sulla televisione in particolare sull'Italia di Mediaset e RAI
Ma gli interventi più centrati ci sono sembrati altri quello di Federica D'Alessio ad esempio che con l'intelligenza della passione rileva il clima intimidatorio e la resistenza un vero dibattito quel dibattito dove l'intelligenza non si senta a disagio diceva Simon's Bay perché se si sente a disagio lì c'è oppressione e la D'Alessio
Fa l'esempio della delegittimazione di una parte del movimento femminista che aveva dubbi sul DDL Zan nonché della disonestà intellettuale di chi afferma che nega la teoria del Gender a seconda dell'opportunità politica con le stesse assolti e dogmatiche della Chiesa cattolica contro cui si batte la D'Alessio teme a ragione che dietro sottocategorie definizioni identitarie che fanno passare per oggettiva un'ideologia Torino sparire le donne
Cioè l'oggettività biologica e i legittimi dubbi e ICI sull'osta tutto dei diritti
Importante anche il pezzo di Raffaele Alberto Alberto Ventura che condono possiamo dire amabilmente cattedratico sottolinea come il salto della Kanza al calcio rispetto a fenomeni storici
Simili
Sia il suo svincola mento dovuto a ragioni tecnologiche sociali da appartenenze politiche strette e la sua trasversalità la provenienza frequente dal basso verso l'alto citiamo la capacità di ciascuno di interferire con l'altrui libertà
Di espressione sia democratizzare e sembra improbabile trovare principi di negazione
Di negoziazione scusate condivisi in un mondo ad esempio il Panopticon dei social media in cui come dice Ventura tutte continuamente dei contestualizzato Harry contestualizzato
La mutazione continua dei caratteri inclusivi osserva poi Ventura produce una casta di mandarini una massa di esclusi che non hanno tempo né modo di imparare gli ma soprattutto che vedono ed esprimono un altro mondo qui razzismo inconscio e direi pasoliniano di ogni inclusioni Isma'per ultimo citiamo
Un intervento che ci pare perfetto nella sua limpidezza come una filosofa una litica travestita da ottima giornalista d'ottima giornalista Cinzia Sciuto
Mette tutte le questioni in fila e leziosa come meglio non si potrebbe
Mette in dubbio che si possa costruire una politica di sinistra su una parola destrorsa come identità aggiunge che l'identità di unione fatta di molti tratti che non si compongono insomma Rick medica sostiene che l'identità appartiene alla sfera dei fatti la politica la sfera dei valori
I fatti devono essere quindi i punti di partenza non di arrivo è una comunità politica non può essere una comunità identitaria
Lasciando ricorda poi opportunamente che anche nel gruppo più piccolo presso si scatena un'oppressione contro quel singolo che una politica di sinistra
Che lotti per diritti universali e non per meriti
Riconoscimenti identitari dovrebbe emancipare e per quel che riguarda l'arte
L'idea che solo chi ha vissuto un'esperienza possa rappresentarla dice l'asciutto cancella una pratica fondata in se stessa sulla capacità di immedesimazione a libro chiuso infine alcune sottolineature nostre la mancanza di contesti stratificati robusti riduce la lingua
Oggi o agenti settoriali o a un linguaggio convenzionale per tutti e per nessuno le fa perdere i colori le gradazioni cancella un'opinione pubblica soprattutto in grado di interpretare un saggista modi intervento davvero critico
E la critica essenziale proprio per i più deboli
Nel frattempo trionfa il bisogno di rigide autorappresentazione in cui va perso ogni confine tra pubblico e privato
Sarà Chiatti immagina un futuro in cui le persone cito non diranno qualcosa di fuori posto che leda la sensibilità altrui ebbene un futuro che ci ci sembra sarebbe disumano perché è impossibile esprimere concetti articolati senza che qualcuno si senta in qualche modo colpito e pericolosa ci sembra la società che lo dimentica credendo di poter mappare tutte le sensibilità perché così diventa cieca e violenta senza accorgersene
Tutte le società anche le più democratiche per preservare si devono letteralmente sacrificare pezzi di umanità e verità ebbene che ce lo ricordiamo che ci ricordiamo che l'arte serve proprio a dire ciò che è comune
Ma quasi mai immediatamente socializzava bile perché si riferisce a questo represso o rimosso e quando non si parla di discriminazioni minacce ma di sketch film libri e di tutto il vasto terreno dell'ambiguità linguistica
Dovrebbe infine essere chiara una cosa c'è una differenza radicale tra chi innesca un dibattito anche molto aspro
E chi impianta invece un tribunale dal Codacons Adoc invitando a vigilare sulla protezione di qualche categorie quindi evitare
Determinati modi di espressione che sceglie il Codacons lo sappia sceglie la distopia tribale censoria corporativa e integralista
A risentirci venerdì prossimo