KUM! Festival 2019 "L'origine della vita" - L'origine del pensiero e del potere: intervista a Rocco Ronchi e a Massimo De Carolis

Un'altra lectio che si è tenuta nell'auditorium di questo come al Festival di questa terza edizione
Di come al Festival aveva titolo l'origine del pensiero ne parliamo con Rocco Ronchi ordinario di Filosofia teoretica presso l'Università degli Studi
Dell'Aquila che ha trattato questo argomento a partire da un'affermazione contenuta
La
Lo ricaviamo da sorta di introduzione che troviamo nel libricino della Festival
Non la meraviglia genera il pensiero
A causare il pensiero è qualcosa di molto più primitivo alla natura della colpo subito
E ha introdotto questo argomento facendo un parallelo tra le neuroscienze e la filosofia a proposito appunto del pensiero della coscienza
Sì le neuroscienze spiegano l'origine della coscienza risalendo ad una causa d'ordine materiale
E quindi si trovano nell'imbarazzo di dover spiegare come sia possibile che si generi una rappresentazione cosciente a partire sostanzialmente da scariche elettriche da movimenti sin attici
E questo ha sempre procurato un certo un certo imbarazzo nelle neuroscienze
La posizione del filosofo da questo punto di vista più come dire più semplice cioè il filosofo ritiene che la coscienza non sia ciò che va spiegato ma che sia al contrario il principio della spiegazione
C'è lo si può risalire alle spalle della coscienza non si può risalire le spalle dell'esperienza
Per il semplice fatto che l'esperienza è qualcosa che non può essere in trascini insomma è sempre già in atto in qualche modo ci precede e immessa qualsiasi vivente immerso
Quindi la coscienza come atto trascendentale e questo a a lei viene dalla come dire dallo studio del
Dell'empirismo appunto trascendentali percosso
Beh ci sono tanti filosofi che del Novecento hanno provato
E a sviluppare un nuovo concetto di esperienza dove l'esperienza non si declina immediatamente nei termini della relazione no quando mi pensiamo all'esperienza pensiamo alla relazione soggetto oggetto pensiamo un rapporto tra la coscienza tra una coscienza io è un mondo dato in spettacolo A questa coscienza
Ora questo certamente quello che accade nel fenomeno della rappresentazione ma la rappresentazione è uno stadio particolarmente avanzato delle esperienze qualcosa che riguarda soltanto certi esseri viventi
E non altri c'è tutta una storia della coscienza che molto più antica
Della rappresentazione cosciente da cui la coscia la rappresentazione stessa proviene ecco in qualche modo filosofi come ha ripercorso come William James ma anche il nostro Giovanni Gentile no che viene considerato un filosofo idealista
Gesso al sono filosofi che hanno cercato di pensare l'esperienza come dato immediato pensarle esperienza come dati immediato vuol dire pensare l'esperienza come qualcosa che viene prima della relazione soggetto oggetto quindi pensare un'esperienza che non necessariamente esperienza di qualcosa ed esperienza di qualcuno
William Barry piazzava chiamava un'esperienza pura William James parlava di una esperienza che si dispone su un piano originario impersonale bene secondo me questo è il perché il il luogo nel quale cercare il fenomeno della coscienza
E qui da questo alla considerazione che
Il pensiero l'oggetto di un incontro di un trauma di una ferita c'è l'idea è che
Se dovessimo allora cercare di definire la natura della coscienza bisognerebbe pensarla non tanto come un fatto un fatto
Dato come un oggetto ma mi sarebbe pensarla come un atto bisognerebbe pensarla c'è come qualcosa che pertiene alla dimensione dell'azione
Piuttosto che a quella dell'essere
La cocente un atto macché atto era cosciente bene secondo me
Se a questo per cercare di chiarire la natura della coscienza bisognerebbe riprendere un vocabolario che il vocabolario appunto del trauma della ferita c'è la coscienza come dati immediato si presenta col tratto del colpo subito
E della ferita o del trauma che in qualche modo incrina il piano dell'essere e produce una sorta di vibrazione una sorta di frattura
Che l'origine poi del pensiero come ricerca e come attività incessante
Grazie grazie a Rocco Ronchi
L'origine del potere è stato l'oggetto di una discussione tra Massimo De Carolis e Mauro Magatti
Abbiamo al microfono Massimo De Carolis che docente di filosofia politica e di filosofia sociale all'università di Salerno ecco intanto da dove origina il potere
Il l'ipotesi che ho avanzato io e che l'origine del potere stia nelle relazioni antagonistiche di cui costellata ogni società dove il termine antagonismo non va scambiato con con l'inimicizia con l'ostilità è una cosa più complicata una relazione antagonistica una relazione ambivalente
Tra due poli che hanno da un lato un interesse comune e che quindi sono tenuti a cooperare e che però contemporaneamente hanno anche un interesse rivale antagonistico in questo senso stretto
E quindi tendono anche a divergere anche a essere ostili non ha la ecco questa ambivalenza canta la chiamava all'insù scelgo le socievolezza
è un po'costitutiva di tutte le relazioni sociali o comunque della stragrande maggioranza e il potere si costruisce a partire da questo danno un carattere specificamente asimmetrico a queste relazioni nel senso che e uno di questi due poli e in grado la di generare di produrre uno stato di cose molto svantaggioso per l'altro
E fa uso di questo di questa possibilità ne fa un uso comunicativo per ottenere dall'altro cooperazione e in ultima analisi obbedienza ecco questo fa di una relazione una relazione di potere e quindi è chiaro che il senso basilare delle relazioni potere quello di da un lato generare cooperazione sociale unito al del rischio invece di generare disintegrazione ecco questo era una cosa che diciamo un grande sociologo del Novecento Niklas Luhmann diceva
è un codice simbolico che però ha anche un lato diabolico dove proprio il termine di Alison ricco divisivo va preso proprio alle lettere invece che
Sì un volo non c'è unificare il diabolico sta significa e quindi in questo il potere necessario perché anche questa valenza di aggregazioni
Sì necessario nel senso che è difficile immaginare realisticamente un livello di cooperazione sociale elevato e quindi una società complessa funzionante capace di ottenere diciamo di di di di di realizzare degli obiettivi significativi senza un collante di questo tipo in parole povere senza il potere dei faraoni certo non si facevano le le le le piramidi
Senza il potere della Chiesa il potere pare non ci sarebbe stata la Cappella Sistina quindi è ovvio che è molto difficile sia pure muovendosi a livelli di Fantascienza immaginari una cooperazione sociale che non faccia uso anche di questo collante che quindi non va demonizzato
Però contemporaneamente come dire bisogna essere consapevoli di questo aspetto dissi integrativo distruttivo perché
In particolare nell'epoca contemporanea
Le misure che la modernità aveva messo appunto
Per tenere sotto controllo e per neutralizzare questo potenzialità di segregati vive distruttiva delle relazioni di potere sembrano in crisi di modo tale che questa distrutti vita enormemente aumentata e
Veniamo all'oggi cioè con la modernità al potere religioso si sostituisce il potere politico e si introducono poi queste contromisure a mio parere la misura a propri istituzionale è più significativa della modernità è stata diciamo quella di ancorare
La distinzione fra pubblico e privato che c'era anche prima a una cosa diversa è relativamente nuova che la distinzione fra proprio una sfera d'azione che quella era quella dell'economia
Distinta e separata e fondamentalmente coordinata dal denaro rispetto a quella sfera d'azione
Classicamente coordinata dal potere che la sfera politica è questa è sicuramente la prima delle misure classicamente moderne che oggi mostra la corda e che rischia di non funzionare
La più profonda e più significativa e quella che ci dà la misura della crisi contemporanea era però come dire la distinzione fra potere legittimo e illegittimo dove il potere legittima il potere di Tucci
Che viene esercitato si dà un detentore che il sovrano ecceda che in quanto rappresenta la totalità il bene comune la res pubblica ecco
La crisi delle relazioni di potere e cioè la difficoltà che le società contemporanee hanno attenere a freno
La potenzialità distruttiva delle relazioni di potere si vede dall'enorme crisi di legittimità del potere contemperare mai come in questa epoca i detentori del potere pur detenendo un potere enormemente forse più più alto o più diciamo di quello è il passato sono privi di legittimità ecco non hanno legittimazione nessuno più o comunque un numero sempre minore di persone di soggetti anche di soggetti sociali li riconosce come espressione del bene comune ecco il bene comune è stato come dire polverizzato e dissolto e quindi come dire quello che è in corso quello che potremmo definire con un termine un po'tecnico una specie di ricevuta Lizza azione della società quelli che diciamo agli eredi di quello che avrebbe dovuto essere il sovrano legittimo sono ridiventati dei signori della guerra o dei signori della moneta o comunque godere di Twitter siano dei signori di Twitter anche quello cioè sta il suo peso
Quindi queste contromisure che la modernità aveva messo in campo
Si consumano evaporano e si produce la crisi di legittimità del potere dall'altra parte anche una come dire crisi della autodeterminazione delle sale fitness i percorsi e e quali perché concludere quali contromisure si possono reinventate quali nuove contromisure consentono intanto come dire
Solo chi dispone di una sfera di cristallo può conoscere il futuro quindi noi quello che sappiamo è che stiamo vivendo un periodo di sgretolamento istituzionale
è un po'come nel Trecento quando si sapeva si vedeva che l'ordine sociale medievale ormai non non reggeva più ma nessuno ancora aveva le idee chiare su quale ordine avrebbe dovuto prenderne il posto
Poi con la Westfalia agli Stati nazionali si è arrivati a un ordine per lo meno nelle dimensione europea diversa ma diciamo nel Trecento nessuno immaginava la fisionomia il che però non impediva come dire
Alle persone più determinate più lucide più capaci di fare un lavoro buono è significativo Ciano non ha impedito ogni andante di scriveva Divina Commedia né ad altri diciamo di fare altre cose ugualmente merito la nostra è una situazione relativamente simile a quello che diciamo ci sono alcune coordinate di fondo certo siamo e e sicuro per esempio che la relazione fra il piano globale e il piano locale non potrà mai più ritornare ad essere quella del passato
Quella in cui in altre parole il mondo era concepito come è un complesso di Stati sovrani che detenevano come dire appunto un potere sovrano
I rispetto al quale come dire
L'eventuale Società delle Nazioni aveva al massimo una capacità e una potenzialità di tipo diplomatico ma senza disporre di un potere reale ecco una cosa del genere e difficilmente riproducibile a livello di visto il il il il grado diciamo di di di di di il interdipendenza che si è andato creando se lei pensi pensi che semplicemente che ne noi in questo momento esistono più di due mila regimi di regolazione transnazionale diciamo
Che regolano le relazioni globali indipendentemente dal potere destato ed è necessario che sia così altrimenti l'intero sistema non funziona
Sicuramente non ci sarà più
Un tipo di rapporto fra le società il loro ambiente naturale come quello che tuttora purtroppo continua a dominare c'è un rapporto basato essenzialmente su una dinamica di dominio e di sfruttamento è ovvio che quanto più emerge i come dire il il limite ecologico della dimensione sociale economica e produttiva tanto maggiore diventerà la necessità di ripensare radicalmente questo rapporto insomma
Quindi ci sono costa diciamo terreni sui quali sappiamo che le cose non funzionano e abbiamo un'idea della direzione in cui si deve andare poi andarci come dire è un compito che spetta un po'a tutti
Grazie grazie al professor Massimo De Carolis