Liberi sulla Carta 2019 - Michela Murgia legge "Canne al vento" di Grazia Deledda

Ho siamo molto contenti ovviamente della dell'ospite che sta per salire sul palco alla serata perfettamente in linea con lo spirito di libri sulla carta questa sera
Con una scrive scrittrice italiana molto importante parliamo di una grande scrittrice italiano nel passato la prima donna ad aggiudicarsi il Nobel per la letteratura quindi un racconto voi un'auto uni un incontro coi in una giornata in cui c'abbiamo presentato tanti libri di donne presentate da donne non poteva esserci una finale migliore ci leggeva Canne al vento di grazie a delle da la voce sarà quella di Michela Murgia
E se il microfono è un ottimista occupi sto allora buonasera a tutti
Devo fare una precisazione perché se no e millantato credito e grazia ci avrebbe proprio tenuto a non millantare non è la prima donna ricevere il Nobel la prima donna ricevendo Bell S.A. il Malaga e lo fa
Diciamo l'Accademia di Svezia premio una svedese per prima quindi un momento di campanilismo
Secondo me anche prezioso tant'è vero che quando Grazia riceverà il premio nel mille novecentoventisei incontrerà se il Malaga Harel offre prenderanno un tema assieme le due le due donne premiate con la col Nobel fino a quel momento
Ho letto di recente purtroppo è venuta a mancare Toni Morrison e ho letto anche in quell'articolo che era la prima donna a ricevere il premio Nobel è inutile quanto in fretta
Questo mondo si dimentichi delle donne anche quando ricevono un riconoscimento io posso fare un'azione di
Così non vi dico che mi vedo meglio perché ho questi due fari che letteralmente mi acceca no però
Ho la sensazione almeno le prime file di di vederle di veder le più più vicine dicevo che Grazia
In tempi difficili di affermazione per i diritti delle donne perché lei nasce nel mille e ottocentosettantuno è si sposa nel mille novecento Nené novecento lascia la Sardegna ventinove anni per andare a vivere a Roma sposata a questo giovane dipendente del ministero che si chiamava Palmiro Malesani dopo una serie di amori non corrisposti
Che l'hanno resa un po'dura diciamo anche perché è una donna ventinove anni in quegli anni era sul filo
Proprio della tolleranza sociale cioè Ottieri sposata voli di qualche problema quindi lei è proprio lì su quel trentennio micidiale perché inizi del Novecento
O se la moglie di qualcuno non sei niente e grazie incontra quest'uomo e lo innamora con un espediente
Anche sfrontato perché poi lei era ma passionale noi nei libri di letteratura la troviamo sempre come una vecchina composta perché allora le foto si facevano in posa
Con questa crocchia di capelli bianchi sempre vecchia con la penna in mano nell'atto di scrivere riflessiva
Era un un vulcano micidiale una donna passionali Sirma capace di inseguire i suoi amori ben oltre il sedicesimo rifiuto una vera storiche Air
E non beh si innamorò un certo punto quand'era ragazza
Di Di Stanislao Stanis Manca cosiddetto gigante biondo nelle lettere Lollo pensava così che racconta dell'Asinara era un sardo ma Nobile aristocratico
E faceva il giornalista quindi aveva tutte le cose che alle interessavano era uno che scriveva di mestiere era alto bello e nobile chi è che non lo vorrebbe peccato che lui invece non volesse lei proprio per niente per cui quando va intervistarla perché lei ha già
Otto l'attenzione dei giornali perché ha scritto qualche racconto che ha attirato l'attenzione della della critica
Va a intervistare questa ragazzina di Nuoro che scrive su sulle riviste sui figli età un bel tempo
Si incontrano e lei lo pre-avvisa dice guardi bella non sono però dei begli occhi degli occhi vivaci e accesi e lei si fa fare un vestito a Pau apposta nero
Tutto bene abbottonato con delitto nei puntini Doro
Cuciti dei dei picchi dei micro può adoro e pensa così di apparire al meglio lui ha l'impressione di incontrare una nana
E glielo scriverà poi con durezza dopo tante lettere che si scambiano all'inizio amichevoli e poi via via sempre più difficili da leggere perché grazie agli dichiara il suo amore fino alla fine e lui a un certo punto smette di rispondere
Voi la vita di grazia va avanti e quando lei conosce Palmiro madre salì decide di bruciare tutte le lettere d'amore che ha ricevuto dagli altri e tutte le lettere che comunque ha scambiato con altri uomini
Chiede a Stalin sa di fare altrettanto
Ma a quel punto grazie a delle ed è già un po'Grazia Deledda e quindi quel cialtrone di stalinista dopo averla rifiutata non butta alle lettere ne conserva e quindi noi abbiamo questo carteggio oggi posto tremo chiamarlo un Deledda lyrics
E allo scadere dei settant'anni dei diritti di quelle lettere Feltrinelli ha pubblicato lettere al gigante biondo si intitola proprio
Caro Stanis quel volume io non l'ho comprato nonostante sia un'appassionata del Volta di grazia perché grazie a quelle lettere le voleva distruggere e quindi io trovo estremamente scorretto che la famiglia di Stanis Manca l'abbia conservate
E addirittura date alla per me è come vedere un sex un sex tape diciamo
E c'erano dei il rendendo sforna del dei primi del Novecento quella roba lì quindi è giusto che sia rispettata la sua volontà richiesto dicendo queste cose perché
Grazia Deledda e veramente poco raccontata
E la sua vita la sua esistenza la sua passione la sua lotta anche per conquistarsi il diritto di scrivere in un contesto sociale e politico
Difficile dove le donne non avevano nemmeno diritto di voto figuriamoci diritto di racconto raccontare poter dare forma al mondo con le parole
Un un potere
E quel potere alle donne non era riconosciuto nonostante Nuoro fosse una
Una città dove c'erano dei letterati anche ampiamente riconosciuti contemporanei anche a Grazia Deledda addirittura negli in quegli anni Nuoro viene chiamata latte viene sarda per la concentrazione di di letterati di cervelli di persone di cultura di elaboratori ebbene sono tutti maschi quando Grazia si mette a scrivere il diritto che i maschi era stato riconosciuto a lei viene negato quelli grande scandalo per il Paese
La sua famiglia non è per niente contenta alla fine questa ragazza se ne dovrà andare per trovare il modo di essere quella che era
Non tutt'oggi come dire i rapporti tra Grazia e la Sardegna sono complicati nel senso che l'anno scorso due anni fa in questi bijou ultimi due anni si è celebrato il novantesimo
Del Nobel il novantesimo della morte l'ottantesimo del premio Nobel che del ventisei Grazia morì dieci anni dopo in questi novant'anni dal non belle ottant'anni dalla morte praticamente a Saviano ha fatto niente per ricordare Grazia Deledda
Nuoro ha dedicato la la biblioteca assalta
Non non ha Deledda che solo essendo premio Nobel uno s'aspetterebbe nonché ella dedicassero a lei
E in tutti questi anni gli studi delle Viani
Sono stati fatti più fuori dall'isola che dentro e comunque pochissimo in Italia
Molto all'estero dove invece apprezzata e i suoi libri sono molto diffusi e molto molto conosciuti soltanto due anni fa nuora deciso di costruirgli un monumento
Una statua
Questa statua si trova oggi in una delle piazze all'ingresso del quartiere dove Grazia e nata a che santo prete un San Pietro ed è alta uno i quaranta la statua ora ditemi voi volendo fare un monumento a qualcuno lo fareste mai più basso persino di quanto era alta la persona che vorrete ricordare in ore zero uno strano senso come dire della dell'umorismo quando vogliono essere feroci ne sono capaci anche grazie a però è stata feroce perché ha raccontato sempre quello che vedeva mai quello che i suoi compaesani volevano che si sapesse di loro e in questo senso paga un po'lo scotto di tutti gli scrittori
Che sono incaricati dalla loro comunità di una tacita ammissione che quella di svolge lesivo il ruolo di pro loco parla bene Dinoi affinché nel mondo noi siamo noti e sperati e sognati bene invece Grazia
Raccontava quello che vedeva che trovava appassionante ma evidentemente quelli che che vivevano quelle esperienze non non ritenevano altrettanto significativo essere rappresentati nella loro verità
Grazie ha scritto molti romanzi moltissimi racconti era magra formale e l'unica cosa che le interessava nella vita era questo
Occasionalmente con la mano sinistra fece anche due figli ma non è rilevante i libri erano certamente la cosa per lei più importante e questo ho meraviglioso che sposo Palmiro ma ad esami
E un uomo
Che secondo me va ricordato tanto quanto lei perché i due erano una power couple si direbbe oggi un po'come Beyoncé ticinesi
Non Palmiro non sposò l'ostacolo sua moglie ma a un certo punto lascio il mestiere di ingegnere per il ministero
Per fare il suo agente si studiò le lingue straniere per poter vendere i diritti della moglie all'estero e quando i bambini giocavano in casa il rumore giravano con gli schiamazzi di creature l'UDC lassù Silenzio che mamma sta scrivendo quindi proteggeva il lavoro di grazia evita in maniera molto
Molto intelligente e molto paritaria questo questo matrimonio così moderno io conosco pochi uomini che tutt'oggi lascia perdere il lavoro per favorire una carriera artistica della moglie addirittura questo questa copia così moderna suscitava il riso limiti commenti e talvolta anche l'invidia l'odio in nella società letteraria ma in particolare in uno e lo voglio ricordare questa sera perché è sempre bello come dire consumare le proprie vendette ma è sempre meglio consumare anche quelle degli altri che non hanno fatto in tempo
Pirandello era gelosissimo di questa di questa donna e di questo matrimonio talmente geloso Grazia ricevette il premio Nobel prima di lui per tutto il tempo continua a dire che avevano sbagliato isola che devono portarlo a Luís prima Luís non lo ebbe fino alla morte di grazia anche perché grazie alla buona nuorese per tutti gli undici anni successivi si adoperò finché non gli venisse dato quindi quando crepo Graziano Pirandello era ancora vivo per sua fortuna e poter ricevere il premio Nobel
Nel frattempo però era gli rompeva talmente il fegato che scrisse un romanzo contro grazie Palmiro e questo romanzo un brutto romanzo va detto si chiama suo marito
Per lui chiamava Grazio delle dopo potendo lo perché nella sua testa aveva scelto di fare il ruolo della moglie in quella coppia essendo lei
Il pilastro economico dominante oltre che sociale ricapita e che quando vi lamentate degli scrittori attuali
E dei rapporti feroci che talvolta si intravedono sotto strega ricordatevi di grazia e Pirandello
Prima di iniziare la lettura
Vi racconto un piccolo episodio che invece
Riguarda me perché
Perché nessuno Satta come dire testimone ma ricevo un premio a Roma qualche anno fa in cui P tre minuti poi Donna dell'anno non so adesso percorsa
Tra le molte persone che ci sono qui si avvicina una piccola un piccolo drappello
Di donne anche piuttosto agenti che spingono una carrozzina con un signore anzianissimo sopra questo signore mi viene presentato con grande enfasi lui
Pierluigi Pirandello e faccio un po'di conti di come sarà il nipote probabilmente in effetti era il nipote di Pierluigi Pirandello
E queste signore intorno mi dicono guardi noi abbiamo in mente un progetto che sicuramente le interesserà
Noi vorremmo portare in teatro
L'unica opera di Pirandello che nessun regista
Ha mai messo in scena in teatro certamente non lo conosce questo romanzo perché poco noto ma è molto bello sa e noi abbiamo pensato che se lei si interessasse della cosa e se lo prendesse a cuore certamente noi troveremo un finanziatore una produzione un teatro che vuole finanziare quest'opera perché insomma sarebbe bello che è netto e cosa qual è questo romanzo io già me lo preventivato
Dice e suo marito ha presente
Altro momento di silenzio può io avrei potuto simulare mille cose ma in quel momento l'IMI San ho pensato fosse tipo uno scherzo ho detto cioè voi state chiedendo a una sarda di aiutarvi a trovare i soldi per mettere in scena in teatro
Il romanzo che Pirandello ha scritto contro grazie a delle del suo marito
Va be'però son passati tanti anni ormai centoquattro le sembrano tanti a me non sembra votanti francamente
Sarà che c'abbiamo una buona memoria non in Sardegna non vi aiuterò è il fine ultimo di tutto perché non troviate aiuto anche se o cercate per dieci anni
Devo dire che dieci anni poi
Probabilmente il progetto nel momento signore non è morto pochi anni dopo nessuno poi più messo in scena suo marito e così spero per i prossimi trecento anni
Presi in giro da vivi ok ma pure da morti anche no
Questo è considerato universalmente il capolavoro di Grazia Deledda Canne al vento rileggerò tre capitoli cercando di non farli addormentare durante eventualmente anche fermandomi sessanta agente fu sale
Tutto il giorno è fissa il servo delle dame Pintor aveva lavorato a rinforzare l'argine primitivo da lui stesso costrutto un po'per volta
A furia danni e di fatica giù in fondo al potere top lungo il fiume
E al Kater della sera contemplata la sua opera dall'alto seduto davanti alla capanna sotto il Ciglione Glauco di canne a mezza costa sulla bianca Collina dei colombi
Eccolo tutto ai suoi piedi silenzioso e qua e là scintillante da alcune nel crepuscolo
Il potere toccherei fisse considerava più suo che delle sue padrone trent'anni di possesso e di lavoro lo hanno ben fatto suo
E le siepi di fichi d'india che lo chiudono dall'alto in basso come due muri grigi serpeggianti di scaglioni in Scaglione dalla collina al fiume gli sembrano i confini del mondo
Il servo non guardava al di là del potere top anche perché i terreni da una parte e dall'altra erano un tempo appartenuti alle sue padrone perché ricordare il passato rimpianto inutile meglio sperare dell'avvenire
Pensare all'aiuto di Dio
Il dio prometteva una buona annata o per lo meno faceva ricoprirlo di fiori tutti i mandorli peschi Della Valle
E questa fra due file di colline bianche con lontananze cellule di Monti a occidente e di Mario Oriente coperta di vegetazione primaverile da quieti macchie di fiori
Data l'idea di una cullati gonfia di Zelig venerdì di nastri azzurri quel mormorio del fiume monotono come quello di un bambino che s'addormentava
Ma le giornate erano già troppo calde ed è fissa pensava anche alle piogge torrenziali che gonfiano il fiume senza argini e lo fanno balzare come un mostro e distruggere ogni cosa
Sperare sì ma non fidarsi anche star vigili come le canne sopra il Ciglione che a ogni soffio di vento si battono l'una contro l'altra le foglie come per avvertire il sì di un pericolo
Per questo aveva lavorato tutto il giorno e adesso in attesa della notte mentre per non perder tempo intessendo una stuoia di Giunchi pregava perché Dio rendesse valido il suo lavoro
Che cos'è un piccolo argine se Dio non lo rende col suo volere formidabile come una montagna
Sette giunti attraverso un Viminale dunque e sette preghiere al Signore e a Nostra Signora del rimedio benedetta nell'Assia
Ecco laggiù nell'estremo azzurro del crepuscolo la chiesetta il recinto di capanne quieto come un villaggio preistorico abbandonato da secoli
A quell'ora mentre la luna si bocciava come una grande rosa fra i cespugli della collina e Leo forbice odorava lungo il fiume anche le padrone di RFI si sprecavano
Donna Ester la più vecchia benedetta nell'Assia si ricordava certo di Luís peccatore bastava questo perché gli si sentisse contento compensato delle sue fatiche
Un passo in lontananza gli fece sollevare gli occhi gli sembrò di riconoscerlo era un passo rapido e lieve di fanciullo passo dammi il gelo che corre ad annunziare le cosiddette elettricisti
Sì ha fatto il volere di Dio e lui che manda le buone e le cattive notizie ma il cuore comincio a tremare gli e anche le dita nere screpolature tremano cui giunti argentei lucenti alla luna come fili d'acqua
Il passo non sull'Iva più e fisso tra via rimase ancora alla immobile ad aspettare la luna saliva davanti a lui e le voci della sera avvertivano l'uomo che la sua giornata era finita
Era il grido cadenzato del cuculo il c.d. lido dei grilli precoci qualche gemito d'uccello era il sospiro delle canne e la voce sempre più chiara del fiume ma era soprattutto un soffio
Una sito misterioso che pareva uscire della terra stessa
Sì la giornata dell'uomo lavoratore era finita ma cominciano a fare la vita fantastica dei folletti delle fate degli spiriti erranti
I fantasmi degli antichi Baroni scendevano dalle rovine del castello sopra il paese di Galtellì su all'orizzonte a sinistra di fissa e percorrevano le sponde del fiume alla caccia dei cinghiali e delle volpi
Le loro armi scintilla vanno in mezzo ai bassi Ontani dell'arriva e l'abbagliante fiocco dei cari lontananza indicava il loro passaggio
E fissa sentiva il rumore che le Panazza facevano nel lavare i loro panneggio il fiume battendoli con uno stinco di morto
E credeva di intravedere la mattatori folletto con sette berretti entro i quali conserva un tesoro bazar di qua e di là sotto il bosco di mandorli inseguito dai vampiri con la coda d'acciaio
Era il suo passaggio che destava lo scintillio dei rami e delle pietre sotto la luna e agli spiriti maligni si univano quelli dei bambini non battezzati
Spiriti bianchi che volavano per aria tramutandosi nelle nuvolette argentei e dietro la luna
E i nani e le già nell'ASS piccole fate che durante la notte
Stanno nelle loro case di roccia attesta stoffe Doro in telai d'Oro e ora basavano all'ombra delle grandi macchie di fillirea mentre i giganti si affacciavano fra le rocce dei monti battuti dalla luna
Premendo per la briglia gli enormi cavalli verdi che essi soltanto sanno montare
Spiando se la Giunta fra le distese devo fuorvia malefica si nascondeva qualche Drago o se il leggendario serpente Cananea vivente fin dai tempi di Cristo strisciava sulle sabbie intorno alla palude
Specialmente nelle notti di luna tutto questo popolo misterioso anima le colline e le valli l'uomo non ha diritto a turbarlo con la sua presenza come gli spiriti hanno rispettato lui durante il corso del sole
E dunque tempo di ritirarsi e chiudere gli occhi sotto la protezione degli angeli custodi e Fix si fece il segno della croce e si alzo ma aspettava ancora che qualcuno arrivasse
Tuttavia spinse l'asse che serviva da porticina e di appoggio contro una gran croce di canne che doveva impedire ai folletti e alle tentazioni di penetrare nella capanna
Il chiarore della luna illuminata attraverso le fessure la stanza strette bassa agli angoli ma abbastanza larga per lui che era piccolo è scarno come un adolescente
Dal tetto a Corno di canne giunti che copriva i muri a secco e aveva un foro nel mezzo per l'uscita del fumo
Pendevano grappoli di cipolle e mazzi d'erbe secche Colucci Di Palma e rami d'ulivo benedetto un cielo dipinto una falce contro i vampiri è un sacchetto di orzo contro le Palace ad ogni soffio tutto tremava i fili dei ragni luci avevano alla luna
Giù per terra la brocca riposava con le sue ansie sui fianchi e l'attento la capovolta le dormiva affianco
E Fix preparo la stuoia ma non si Corico gli sembrava sempre di sentire il rumore dei passi infantili qualcuno veniva di certo e infatti a un certo punto
I cani cominciarono ad abbaiare nei poderi vicini e tutto il paesaggio che pochi momenti prima pareva si fosse addormentato fra il mormorio di preghiera delle Voci notturne fu pieno di echi di fremiti quasi svegliarsi di soprassalto
E Fix riaprì
Una figura nera saliva attraverso la china ove già le fave basse ondulavano Argentea la luna ed egli a cui durante la notte anche le figure umani pare parevano misteriose si fece di nuovo il segno della croce
Ma una voce conosciuta lo chiamo era la voce fresca ma un po'avanzante di un ragazzo che abitava accanto alla casa delle dame Pintor Tfsi se estese è accaduto tanto stanno bene le mie dame
Stanno bene sì mi pare solo rimandano per dirgli di tornare domani presto un Paese che hanno bisogno di parlare di sarà forse per una lettera gialla che ho visto in mano a donna Noemi
Donna novemila leggeva e donna rutto col fazzoletto bianco in testa come una monaca spazzava il cortile ma stava ferma appoggiata alla scopa e ascoltava
Una lettera e non sai Dickie
Io no no non so leggere ma la mia nonna dice che forse e disse il Nord già cento il nipote delle vostre padrone sì
E FIS lo sentiva doveva essere così tuttavia si grattata pensieroso la guancia a testa china e sperava e temeva di ingannare sì
Il ragazzo si era seduto stanco sulla pietra davanti alla capanna e si slacciato agli scarponi domandando se non c'era nulla da mangiare
Occorso come un cerbiatto avevo paura dei folletti
E fissa sollevò il viso olivastro duro come una maschera di bronzo e fissa un ragazzo quei piccoli occhi azzurrognolo i infossati e circondati di rughe e quegli occhi vivi lucenti esprimevano un'angoscia infantile
Che han detto se io devo tornare domani o stanotte domani vi dico intanto che voi sarete in paese sarò io qui a guardare il potere
Il serbo era abituato a obbedire alle sue padrone non fece altre richieste
Tira una cipolla dal grappolo un pezzo di pane della bisaccia e mentre il ragazzo mangiata ridendo e piangendo per l'odore dell'aspro companatico ripresero a chiacchierare
I personaggi più importanti del Paese attraversavano il loro discorso
Prima veniva il rettore poi la sorella del rettore poi milanese che aveva sposato una figlia di questa ed era diventato da venditore ambulante di arance diamo Fauré il più ricco mercante del villaggio
Seguiva don prevedo il sindaco cugino delle padrone di è fissa
Anche don Pedro era ricco ma non come il milanese poi veniva Carlina l'usuraia ricca anche lei ma in modo misterioso
I ladri ante intanto di rompere il suo muro ma inutile e staccato e lei rideva stamattina nel suo cortile dicendo anche se entrano trovano solo cenere Chiodi povera me povera come Cristo sono
Ma la mia nonna dice che zia Caylina un sacchettino pieno d'Oro nascosto dentro il muro
Mai fissi in fondo importavano poco queste storie
Con ricatto sulla stuoia con una mano sotto l'ascella e l'altra sotto la guancia sentiva il suo cuore palpitare e il fruscio delle canne sopra il Ciglione il sembrava il sospiro di uno spirito malefico
La lettera gialla
Giallo brutto colori chissà colta dove fa ancora accade ieri alle sue padrone
Da venti anni a questa parte quando qualche avvertimento rompeva la vita monotona di casa Pintor era invariabilmente una disgrazia
Anche il ragazzo si era coricato ma non aveva voglia di dormire
Non è fisso anche oggi la mia nonna raccontava che le vostre padrone erano ricche come don preview è zero o non è vero
Vero disse il servo sospirando ma ora non è il momento di ricordare queste cose dormi il ragazzo sbadiglio
Ma mia nonna racconta che dopo morta Donna Maria Cristina la vostra beata padrona vecchia
Passò come una scomunica in casa vostra è vero o non è vero
Dormi ti dico non è ora
E lasciatemi parlare perché è fuggita donna Lia la vostra padrona piccola
La mia nonna dice che voi lo sapete che la perché aiutata a fuggire donna Livia l'avete accompagnata fino al ponte dove sia nascosta finché è passato un carro sul quale essa è andata fino al mare la si è imbarcata
E Dom Zane suo padre il vostro padrone la cercava la cercava finché morto e l'ortolano accanto al ponte chi l'ha ucciso
Mia nonna dice che voi lo sapete tua non è una strega lei e tu due lei lasciate in pace i morti Dinoi fisso
Ma la sua voce era Rocca il ragazzo rise con insolenza non arrabbiate di chi fa male zia decise mia nonna dice che è stato il folletto a uccidere don zanne è vero o non è vero
Perché se non rispose chiuse gli occhi si mise la mano sull'orecchio ma la voce del ragazzo rom usava nel buio egli sembrava la voce stessa degli spiriti del passato
Ed ecco a poco a poco tutti vengono attorno penetrano tra le fessure Comin raggi della luna
Una è donna Maria Cristina bella e calma come una santa uno e don zanne rosso e violento come il diavolo
Sono le quattro figlie che nel viso pallido hanno la serenità della madre in fondo agli occhi la fiamma del padre e poi sono i servi che serve i parenti gli amici
Tutta la gente che invade la casa ricca dei discendenti dei baroni della contrada
Ma passa il vento della disgrazia la gente si disperde come le nuvolette in cielo attorno alla Luna quando soffia la tramontana
Dona Cristina è morta il viso pallido delle figlie perde un poco della sua serenità e la fiamma in fondo agli occhi cresce
Cresce a misura che don zanne dopo la morte della moglie prende sempre più l'aspetto prepotente dei baroni suoi antenati
E come questi tiene chiuse dentro casa come schiave le quattro ragazze inattesa di mariti degni di loro
E come schiave esse dovevano lavorare
Fare il pane tessere cucire cucinare sa per custodire la loro roba e soprattutto non dovevano solleva gli occhi davanti agli uomini né permettersi di pensare a uno che non fosse destinato per loro sposo
Ma gli anni passano novello sposo non veniva
E più le sue figlie invecchiano più Dong Zane pretendeva da loro una costante severità di costumi
Guai se ne vedeva affacciate alle finestre verso il vicolo dietro la casa o se uscivano senza il suo permesso e schiaffeggiava coprendo le di improperi e minacciava di morte i giovani che passavano due volte di seguito nel vicolo
Egli intanto passava le giornate a girovagare per il Paese o seduto sulla panca di pietra davanti alla bottega della sorella del rettore e persone scantonare vano nel vederlo tanto avevano paura della sua lingua
Litigava con tutti ed era talmente invidioso del bene altrui che quando passava in un bel podere diceva le liti ti dico Orino
Ma le liti finivano col divorare le sue di terre è una disgrazia inaudita lo colpì a un tratto come un castigo di Dio per la sua superbia e i suoi pregiudizi
Donna Lidia Laterza delle sue figlie sparì una notte dalla casa paterna e per lungo tempo non si seppe più nulla di lei
Un'ombra di morte grafo sulla casa mai nel Paese era accaduto uno scandalo uguale mai una fanciulla nobile ebbene educata come Elia era fuggita così
Dom Zane parve impazzire corse di qua e di là per tutto il circondario e lungo la costa in cerca di Lia ma nessuno seppe Daniele notizie
Finalmente ella scrisse alle sorelle dicendo di trovarsi in un luogo sicuro ed essere contenta di aver rotto la sua catena
Le sorelle però non per donarono non risposero
Don Zani era diventato più tiranno con loro
Vendeva i rimasugli del suo patrimonio maltrattava il servo annoiava mezzo mondo con le sue querele viaggiava sempre con la speranza di rintracciare sua figlia ricondurla a casa
L'ombra del disonore che gravava su di lui e sull'intera famiglia per la fuga di Lia gli pesava come una cappa da condannato
Una mattina fu trovato morto nello stradone sul ponte dopo il Paese
Doveva esser morto di sincope perché non presentava traccia alcuna di violenza solo una piccola macchia verde al collo sotto la nuca
La gente disse che forse Dom Zane aveva litigato con qualcuno e che era stato ammazzato a colpi di bastone col tempo questa voce tacque e predominano la certezza che egli fosse morto di crepacuore per la fuga di sua figlia
Lia intanto mentre le sorelle disonorata e della sua fuga non trovavano marito
Scrisse annunziando il suo matrimonio lo sposo era un negoziante di bestiame che l'aveva incontrato per caso durante il suo viaggio di fuga vivevano a Civitavecchia in discreta agiatezza dovevano presto avere un figlio
Le sorelle non le perdona roba questo nuovo errore il matrimonio con un uomo plebeo incontrato in così tristo modo e non risposero
Qualche tempo dopo Lia scrisse ancora annunciando la nascita di Giacinto
S mandarono un regalo al nipotino ma non scrissero a sua madre
E gli anni passarono Giacinto crebbe e ogni anno per Pasqua per Natale scriveva le zie Ezzedine mandavano un regalo una volta scrisse che studiava un'altra che voleva entrare in Marina
Un'altra ancora che aveva trovato un impiego poi annunzio la morte di suo padre
Poi la morte di sua madre
Infine espresse il desiderio di visitare l e stabilirsi con loro sia il Paese trovava da lavorare
Il suo piccolo impiego nell'ufficio della dogana non gli piaceva era umile e penoso gli sciupata la giovinezza e lui amava la vita laboriosa si ma semplice all'aperto così scriveva
Tutti gli consigliavano di recarsi nell'isola di sua madre per tentare la fortuna con un onesto lavoro
Le zie cominciarono a discutere e più discutevano meno si trovavano d'accordo
Lavorare diceva donna Ruth la più calma ma sentenza detto non da far Risorse neppure a quelli che c'erano nati Donna esteri invece favoriva i progetti del nipote mentre Donna Noemi la più giovane sorrideva fredda e beffarda a egli forse crede di venire qui a fare il signore venga venga andrà a pescare al fiume
Egli stesso dice che vuol lavorare Noemi sorella mia lavorerà dunque farà il negoziante come suo padre e doveva farlo prima allora i nostri parenti non hanno mai comprato buoi
Altri tempi Noemi sorella mia del resto i signori sono appunto in mercanti adesso vedi il milanese egli dice il barone di Gul te adesso sono io
Noemi rideva con uno sguardo cattivo negli occhi profondi il suo riso scoraggiava donna Ester più che tutti gli argomenti di sua sorella
Ogni giorno nella stessa storia il nome di Giacinto risuonava per tutta la casa e anche quando le tre sorelle tacevano egli era in mezzo al loro come del resto Lou era stato sempre fin dal giorno della sua nascita
E la sua figura ignota riempiva di vita la casa in rovina
E FIS non ricordava di aver mai preso parte diretta alle discussioni delle sue padrone non osava anzitutto perché se non lo interpellava no voi per non avere scrupoli di coscienza ma desiderava che il ragazzo venisse
Egli lo amava lo aveva sempre amato come una persona di famiglia
Dopo la morte di Dom Zambetti egli era rimasto con le tre dame per aiutarli a sbrigare i loro affari imbrogliati
I parenti non si curavano di loro anziché disprezzavano gli sfuggivano esse non eran capaci che delle faccende domestiche e neppure conoscevano il poveretto l'ultimo avanzo del loro patrimonio
Però ancora un anno al loro servizio aveva detto e fisse mosso a pietà dal loro abbandono
Ed era rimasto venti anni
Le tre donne vivevano della rendita del potere coltivato Daloui
Nelle annate scarse Dorfmeister diceva il servo giunto il momento di pagarlo
Abbi pazienza per l'amor di Cristo il tuo non ti mancherà
E lui aveva pazienza ma il suo credito aumentava di anno in anno tanto che donna Ester un po'scherzando un po'sul serio gli prometteva di lasciarlo erede del potere della casa sebbene egli fosse più vecchio di loro
Vecchio ormai e debole ma era sempre un uomo e bastava la sua ombra per proteggere ancora le tre donne
Adesso è lui che sognava per loro la buona fortuna almeno che Noemi trovasse marito se la lettera gialla dopotutto portasse una buona notizia
Se Annunziata un'eredità se fosse appunto una domanda di matrimonio per Noemi
E da me Pintor avevano ancora ricchi parenti a Sassari e Nuoro perché uno di loro non poteva sposare Noemi lo stesso d'un predone poteva aver scritto la lettera gialla
Ed ecco nella fantasia stanca del serbo il così a un tratto cambiano aspetto come dalla notte al giorno
Tutto è luce dolcezza le sue nobili padrone ringiovanisce cono si risollevano al volo come aquile che hanno rimesso le penne
La loro casa risorge dalle sue rovine e tutto intorno rifiorisce come la valle a primavera
E a Luís al povero servo non rimane che ritirarsi per il resto della vita nel potere tu
Spiegarla sulla stuoia e riposarsi con Dio mentre nel silenzio della notte le canne sussurrano la preghiera della terra che s'addormenta
Questo è il primo capitolo questo libro clamoroso
E ci sono già dentro tutti i temi di Grazia Deledda intanto questa questo sguardo vivi disse mo'sulla natura
Per Grazia Deledda la natura non è un elemento di abbellimento della pagina è una cosa viva che respira che parla che interagisce con le persone che cambia spesso il loro destino oppure glielo annuncia
Era un'appassionata della natura potremmo dire che era un ecologista ante-litteram attrae molti romanzi che ha scritto ce n'è uno che si chiama il nostro padrone quello piuttosto sconosciuto come romanzo ma in realtà molto interessante perché il padre di di Deledda
Era un commerciante
Era un piccolo borghese di Nuoro Graziano nasce in una famiglia povera nasce in una famiglia abbiente di quelle ricchezze fatte però di terra fatte di bestiame fatte di lavoro concreto della della campagna della donna ricchezza rurale diremmo oggi
Ecco quello che il padre fa un certo punto cominciare a trafficare con il carbonai che venivano soprattutto dalla Toscana e dal Lazio Perra
Vendere il legname che poi sarebbe servito non solo fare Carbone ma anche a fare tutte le traversine che su cui oggi tuttora per molti per molti tratti nelle delle zone più periferiche d'Italia reggono i treni sono le traversine dei treni le prime traversine vengono fatte con legname sardo quando c'era ancora il Regno di Sardegna
E il padre è un mediatore quindi i primi alberi vengono tagliati all'inizio del Novecento tra la fine dell'ottocento e l'inizio del Novecento il padre uno di quelli che collaborano a fare la barba al Monte dice Grazia
Grazie quindi Brolin racconta un grandissimo struggimento l'abbattimento delle foreste del Gennargentu
E in particolare dell'orto bene che lei vedeva addirittura da casa sua
Quindi c'è questa cosa meravigliosa di questa ragazza che piange gli alberi che vengono tagliati e dice so che qualcuno deve campare di quegli alberi e che lasciarli lì non è ricchezza per nessuno e tuttavia mi piange il cuore nel vedere mio padre quel Duomo di far la barba al Monte
Quindi una sensibilità nei confronti e la natura che lei mantiene per tutta la vita quando se ne andrà dalla Sardegna quindi abbastanza presto appunto a ventinove anni
Tutti i romanzi che seguiranno tranne due serrande ambientati in Sardegna e la natura avrà sempre un ruolo dominante in questi in queste narrazioni
Poi ci sono dentro altre due cose in questo capitolo
Grazia Deledda è una scrittrice
Nessun critico sarebbe d'accordo con me su questo ma non importa nulla e l'unica scrittrice gotica in lingua italiana l'Italia non ha avuto il gotico nella non abbiamo romanzo gotico il romanzo gotico appartiene al nord Europa terre dove c'è poco sole per re dove ci sono castelli dove ci sono nobili decaduti i fantasmi non fanno parte della narrazione tradizionale italiana
Non ci sono i Dangerous diciamo tranne in Grazia Deledda Grazia Deledda a
Questa dominanza fantasmatica di creature vampiri dalla coda d'acciaio c'è una roba da fare impallidire Stephanie Meier in Twilight d'cioè si leggono di di figure molto inquietanti come le Panamax io le nomino letto in Sardegna questo libro e subito comprensibile le pagasse sono donne morta di parto
La cui anima non trova pace perché ha perso il bambino che vanno al fiume a lavare i panni del bambino che non hanno mai potuto accudire e battono i panni con un osso di Morton appunto
Non possono far danno se nessuno rivolge loro la parola ma se una donna viva vede un appannare il fiume entrambe stanno lavando i panni
E rivolge la parola la Pavana la panna da quel momento ma sorta di legame psichico con questa donna e può ritrovare la sua casa e il suo bambino e quindi lo porterà via nella notte
Rubando sì la vita di fatto per riavere una creatura di cui occuparsi quindi vampiri a loro volta queste Tana sacche rubano la vita dei neonati
Come dire era un modo molto fantasioso per spiegare la morte in culla che rimane una morte inspiegabile a tutt'oggi però in questo Grazia Deledda e veramente una scrittrice della magia quasi fantastica certamente cupa e gotica
E poi c'è un altro elemento che l'ossessione per il matrimonio Erdogan amico in questa Sardegna del primo Novecento
I ricchi si sposano
Cui parenti quei cugini coi primi cugini coi secondi cugini Colizzi con i nipotini con questo elemento stacca ulteriormente Grazia Deledda
Dalla tradizione letteraria italiana in cui lei in realtà non si è mai collocata
Ma si è cercato per molto tempo di collocarla se leggete negli antologie nei libri di critica trovate Grazia Deledda volte accostata al decadentismo per questa ricerca
Delle sì con raffinato che la fa assomigliare per certi tratti alle descrizioni dannunziane le era molto amica di d'Annunzio
D'altro canto viene accostata al verismo non so come sia possibile se se in un romanzo ci sono i vampiri dalla coda d'acciaio
Ma non importa spesse volte la troverete nei libri accostata Verga non c'entra nulla né con lui né con l'altro né con Capuana né con tutti gli scrittori a quella costano Grazia Deledda e apparentata con Emily Bronte
Canne al vento e Cime tempestose possono essere letti come due libri gemelli
Stessi ambientazioni stessi rapporti folli amorosi feroci grandi vendette fortissimi sentimenti un cui concetto radicale di destino una natura rigogliosa e amori tra parenti
Tra consanguinei quindi questo elemento qua torna e ritorna ma per capire delle da non bisogna pensarla scrittrice italiana bisogna pensarla
Scrittrice di periferia complicata in una campagna del primo Novecento dove nessun verista e nessun decadenti stampa in realtà mai posato lo sguardo
E cosa succede in quella lettera gialla effettivamente la lettera annuncia l'arrivo del nipote di Giacinto di Giacinto arriva
E bussa alla porta io vorrei leggervi il capitolo in cui lui arriva e come lo accolgono non ve li non ve li leggerò tutti
Di seguito tutti interi perché sono lunghi e voi per quanto siate pazienti anche la serata e un po'umida quindi
All'alba
E fissa parti
Lasciando il ragazzo guardare il potere
Lo stradone fino al paese era in salita e degli camminava piano perché l'anno passato alle baffuto le febbri di malaria e conservava una gran debolezza nelle gambe
Ogni tanto si fermava volgendosi a guardare il potere tu tutto verde fra le due muraglie di fichi d'India
E la capanna lassù nera fra il Glauco delle canne e il bianco della roccia gli pareva un nido un vero mito ogni volta che se ne allontanava lo guardava così
Bene noi melanconico appunto come un uccello che emigra sentiva di lasciarla su la parte migliore di se stesso la forza che dalla solitudine
Il distacco dal mondo
E andando su per lo stradone attraverso la brughiera i Giunchi E.T. i bassi Ontani lungo il fiume mi sembrava di essere un pellegrino
Con la piccola bisaccia di lana sulle spalle è un bastone di sambuco in mano diretto verso un luogo di penitenza il mondo
Ma sia fatta la volontà di Dio e andiamo avanti e contratto la valle aprirsi e sulla cima picco d'una collina simile a un enorme cumulo di ruderi apparire le rovine del Castello
Da una muraglia nera una finestra azzurra vuota come l'occhio stesso del passato
Guarda il panorama melanconico rose o di sole nascente
La pianura ondulata con le macchie grigie delle sabbie e le macchie giallognolo e dei Giunchi E.T. la pena verdastra del fiume il paese ti bianchi con il campanile in mezzo come il pistillo nel fiore
In un tipo di sopra i Paesi ti e in fondo la nuvola con l'ormai vari Oro pedemontani enuresi
E si scambino piccolo e nero fra tanta grandiosità luminosa
Il sole obliquo fa scintillare tutta la pianura ogni giunco ha un filo d'argento da ogni cespuglio di un form via sale un grido d'uccello ed ecco il comma non perde il bianco del Monte di Galtellì
Sol Kato da ombre e da strisce di sole e ai suoi piedi il Paese che pare composto dei soli Rubegni dell'antica città romana
Lungo bui cinque ovina casupole senzatetto
Muri sgretolata e avanzi di cortile di recinti catapecchie intatte più melanconiche degli stessi ruderi fiancheggiano le strade in pendio selciati al centro di grossi macigni
Pietre vulcaniche sparse qua e là dappertutto danno l'idea che un cataclisma abbia distrutto l'antica città e disperso gli abitanti
Qualche casa nuova sorge timida fra tanta desolazione e piante di Melograni e di Karrubi gruppi di fichi d'India e Palmizi danno una nota di Poesia la tristezza del luogo
Ma misura che fissa saliva questa tristezza aumentata
è incoronati la si stendevano sul Ciglioni all'ombra del Monte fra siepi di Rolfi e di un forbice gli avanzi di un antico cimitero e la basilica pisana in rovina
Le strade erano deserte le rocce a picco del Monte apparivano adesso come torri di marmo
E fissa si fermò davanti a un portone attiguo a quello dell'antico cimitero erano quasi uguali due portoni preceduti da tre gradini Rottin basi d'erba
Ma mentre il portone dell'antico cimitero era sormontato appena da un asse corrosa
Quello delle tre Danae aveva un arco in muratura e sull'architrave si montava l'avanzo di uno stemma
Una testa di guerriero con l'elmo e un braccio armato di spada e il motto era coulisse resistito lui Hans
E potrà resistere gliela trascrizione errata
E fissi attraverso il vasto cortile quadrato lastricato al centro come le strade da una specie di Sol quei macigni per lo scolo delle acque piovane e si tolse la Bild la bisaccia dalle spalle guardando se qualcuna delle sue padrone si affacciava
La casa a un solo piano oltre il terreno sorgeva in fondo al cortile subito dominata dal monte che pareva incombere sopra come un enorme cappuccio bianco e verde
Tre porticine s'aprivano sotto un balcone di legno a veranda che fasciata tutto il piano superiore della casa al quale si saliva per una casa per una scala esterna in cattivo stato
Una corda nerastra annotata e fermata dei buchi vuoti piantati agli angoli degli scalini sostituiva la ringhiera scomparsa
E porta i sostegni e la balaustrata del balcone erano in legno finemente scolpito
Tutto però cadeva e il legno corroso diventato nero pareva il minimo urto sciogliersi in polvere come sgretolato da un invisibile Trivello
Qua e là però nella balaustrata del balcone oltre le colonnine svelte ancora intatte
Si osservavano avanzi di cornice su cui correva una decorazione di foglie di fiori e di frutta in rilievo etere fissa ricordava che fin da bambino a quel balcone gli aveva destato un rispetto religioso
Come il pulpito e la balaustrata che circondava l'altare della Basilica
Una donna bassa grossa vestita di nero con un fazzoletto bianco intorno al viso duro nerastro apparve un balcone si curvo vide il servo e suoi occhi scuri a mandorla scintillano di gioia
Donna rotto Buongiorno padrona mia donna rotte scienza svelta lasciando perdere le grosse gambe esca coperte di calze turchi né mi sorrideva mostrando i denti intatti sotto il labbro oscuro di peluria
E donna Ester dona Noemi
Ester è andata a messa Noemi Salza adesso bel tempo e il fisco me balla giù
Bene bene grazie a Dio va tutto bene anche la cucina era medievale
Bassa basta col soffitto a travi incrociate nere di fuliggine una sedia di legno lavorato poggiata lungo la parete al di qua e al di là del grande cammino attraverso l'inferriata della finestra verde già fa lo sfondo della montagna
Sulle pareti nude rossicce si notavano ancora i segni delle casseruole di rame scomparse
E più voi li levigati e lucidi ai quali un tempo venivano appese le stelle né bisaccia le armi ora parevano missili per ricordo
Ebbene donna Ruth interrogo ELI-FIS mentre la donna metteva una piccola caffettiera di rame sul fuoco
Ma è la volse il gran viso nero incorniciato di bianco e ammicco accennandoli di pazientare vammi a prendere un po'd'acqua intanto che scende Noemi
E FIS presenze cioè di sotto il sedile Salvio ma sulla porta si volse timido guardando il secchio che dondola
La lettera e titoli Giacinti no
Lettera è un telegramma Gesù grande non gli è accaduto niente di male nulla nulla va ed è inutile insistere prima che scendesse donna Noemi donna lutto sebbene fosse la più vecchia delle Tre sorelle e tenesse le chiavi di casa del resto non c'era più nulla da custodire non prendeva mai nessuna iniziativa e nessuna responsabilità
Egli andò al pozzo e pareva un nuraghe scavato in un angolo del cortile e protetto da un recinto di macigni sui quali entro vecchie brocche rotte
Che arrivano piante di viola ciocche e ci sputi vige il suo mini uno di questi si arrampicava sul muro vi si affaccia ha come per guardare cosa c'era di là nel mondo
Quanti ricordi destava nel cuore del servo quest'angolo di cortile triste di Musco allegro del loro brunito delle di allaccio che e del tenero verde dei gelsomini mi sembrava di vedere ancora
Donna Elia
Pallida il sottile come un giunco e la stessa affacciata al balcone con gli occhi fissi lontananza a spiare cosa c'era di là nel mondo
Così egli l'aveva venduta il giorno della fuga immobile lassù simile al pilota che esplora con lo sguardo il mistero del mare
Ne pesa no quei ricordi pesano come il secchio pieno d'acqua che tira giù giù nel pozzo
Ma sollevando gli occhi Ephydridae che non era Liliana don alta che si affacciava agire al balcone agganciandosi Polizzi della giacca nera asfaltate
Donna Noemi Buongiorno padrona mia non scende
E la si chinò alquanto quei folti capelli neri dorati splendenti intorno al viso pallido come due bande di raso
Rispose al saluto con gli occhi anch'essi neri dorati sotto le lunghe ciglia ma non parlo e non scese
Spalancò porte finestre tanto non c'era pericolo che la corrente sbatte se rompesse i vetri mancavano da tanti anni
Il porto fuori stendendo la beni al sole una coperta gialla
Non scende donna Noemi ripete fissa a testa in su sotto il balcone anch'esso adesso scendo
Ma è la stendeva bene la coperta
E pareva si indugia masse a contemplare il panorama destra il panorama sinistra tutti e due d'una bellezza melanconica
Con la pianura sabbiosa solcata dal fiume da fine di pioppi io Ontani bassi da distese di June chiedevo forbice con la basilica nera nerastra circondata di rovi
L'antico cimitero coperto d'erba in mezzo al cui verte bianche già fanno come Marguerite le ossa dei morti
In fondo la collina con le rovine del Castello
Nuvole Doro incoronata nulla colline in ruderi e la dolcezza il silenzio del mattino davano a tutto il paesaggio una serenità di cimitero
Il passato regnava ancora sul luogo le ossa stesse dei morti sembravano i suoi fiori il neo phone il suo diadema
Noemi non si impressionata per questo fin da bambina era abituata a vedere le ossa che in inverno pareva si scalda se lo al sole in primavera scintilla fanno di rugiada
Nessuno pensava a togliere di lì perché avrebbe dovuto pensarci lei
Donna estero invece mentre risale a passo lento e calmo la strada su Dalla Chiesa Nuova del villaggio
Quando in casa sempre fretta ma fuori fa le cose con calma perché una donna nobile deve essere ferma e tranquilla giunta davanti l'antico cimitero si fa il segno della croce e prega per le anime dei morti
Donna Ester non dimentica mai nulla
E non trascura di osservare nulla
Così appena nel cortile s'accorge che qualcuno ha attinto acqua al pozzo il rimette a posto la Secchia toglie una pietra sa da un vaso di viola Ciocchetti ed entrata in cucina salutari Fist domandando agli se gli han già dato il caffè
Dato dato torna esterna padrona mia intanto donna Noemi era scesa quel telegramma in mano ma non si decideva a leggerlo quasi prendesse gusto ad esasperare l'ansia curiosa del serbo
Esterni
Disse sedendosi sulla panca accanto al cammino perché non ti levi lo scialle
C'è messa nella basilica stamattina esco ancora leggi
Sedette anche lei sulla panca e donna Ruth la imito così sedute le tre sorelle si assomigliavano in modo straordinario solo che rappresentavano tre età differenti
Donna Noemi ancora giovani donna Ester anziana e donna Ruth già vecchia ma d'una vecchiaia forte nobile Serena per inciso nessuna delle tre Asafa ancora quarant'anni
Gli occhi di donna Ester un po'più chiari di quelli delle sorelle d'un color nocciola dorato scintillano però infantili in maliziosi
Il servo s'era messo davanti a loro aspettando mandorla Noemi dopo aver spiegato il foglio giallo lo guardava fisso quasi non riuscisse a decifrarne le parole e infine lo scosse indispettita
Ebbene dice che fra pochi giorni arriverà è questo
Sole con gli occhi Rossi guardando severa il viso di esiste anche gli altri due lo guardavano
Capisci così senz'altro come se venisse a casa sua
Che ne dici domandò donna Ester mettendo un dito fuori dall'incrociatore dello scialle
è fissa aveva un viso dei atto lei fitte rughe intorno ai suoi occhi vivaci sembravano raggi ed egli non cercava di nascondere la sua gioia
Sono un povero servo ma dico che la Provvidenza sa quello che fa
Signora vi ringrazio c'è almeno qualcuno che capisce la ragione disse donna Ester
Ma Noemi era ridiventata pallida parole di protesta che salivano le labbra e sebbene come sempre riuscisse a dominare assi davanti al serbo al quale pareva non desse molta importanza non poté fare a meno di ribattere
Che qui non c'entra la Provvidenza e non si tratta di questo si tratta aggiunse dopo un momento di esitazione si tratta di rispondergli netto chiaro che in casa nostra non c'è posto per lui
Allora i fisiatri le mani e ripiena un poco la testa come dire e allora perché mi consultate
Ma don maestra si mise a ridere e Saluzzo sbattendo con impazienza le due ali nere del suo scialle e dove vuoi che vada allora in casa del rettore come i forestieri che non trovano alloggio
Io piuttosto non gli risponderei niente propose donna frutto togliendo di mano Noemi il telegramma che quella piegava il ripiegava nervosamente
Si arriva ben arrivato lo si potrebbe accogliere appunto come un forestiere benvenuto l'ospite
Aggiunse come salutarlo qualcuno che entrasse dalla porta
Va bene e se si comportava male è sempre attento ad andarsene
Ma donna Ester sorrideva guardando la sorella che era la più timida e la più il risoluta delle tre e curvando scrive batte una mano sulle ginocchia
A cacciarlo via voglio dire bella figura sorella cara e mi avrà il coraggio tu rotto
E i fischi pensava
D'improvviso alzo la peste appoggia una mano sul petto per questo ci penserei io
Promise con forza
Allora i suoi occhi incontrano quelli di Noemi
Ed è lì che aveva sempre avuto paura di quegli occhi liquidi e freddi come un'acqua profonda
Comprese come la padrona giovane prendesse sul serio la sua promessa ma non si pentì di averla fatta ben altre responsabilità si era assunto nella vita
Egli restò in paese tutta la giornata era inquieto per il potere ma gli sembrava che un segreto dissidio tour basse del suo padrone e non voleva ripartire se prima non le vedeva tutte d'accordo
Domani estero dopo aver rimesso qualche oggetto in ordine usciti nuovo per andare nella basilica Efisio promise di raggiungerla
Ma mentre Donna Noemi risaliva al piano superiore egli rientrò in cucina e sottovoce prego donna Ruth che si era inginocchiata per terra e Gramola fa un po'di pasta su una tavola bassa
Di dargli il telegramma è la sollevò la testa e col pugno rivolto bianco di farina si tirò un po'indietro il fazzoletto l'hai sentita disse sottovoce accennando a Noemi è sempre lì l'orgoglio la regge
Ha ragione affermo il FIS pensieroso quando si è nobilissima nobilita una roulotte trova lei una moneta sottoterra
E sembra di ferro perché nera Masserella pulisce vede che Oro loro me sempre oro
Donna rotto capi che con i fischi era inutile scusare l'orgoglio fuori posto di Noemi e sempre pronta a seguire l'opinione altrui se ne rallegra
Ti ricordi com'era superbo che un padre disse ricacciando fra la pasta pallida le sue mani rosse venate di Turchino anche lui parlava così lui certo non avrebbe permesso a Giacinti non neppure di sbarcare che ne dici fissi io io sono un povero servo
Ma dico che don Giacinti non sarebbe sbarcato lo stesso
Figlio di sua madre voi dire sospiro donna Ruth e il servo sospiro anche lui l'ombra del passato era sempre lì intorno a loro
Ma l'uomo fece un gesto appunto come per allontanare quell'ombra eseguendo con gli occhi il movimento delle mani rosse che tiravano ripiegavano e battevano la pasta bianca riprese con calma
Il ragazzo è bravo e la Provvidenza lo aiuterà i sogna però stare attento che non prenda le febbri
Poi bisogna comprarli un cavallo perché in continente non si usa andare a piedi
Ci penserò io l'importante e che le loro Signorie vadano d'accordo
Queste sono le tre sorelle come grazie alle presenta
Le tre sorelle esistevano davvero
Non a Nuoro però esistevano che in un Paese che si chiama Galtellì che è un po'distante e nella valle del Cedrino in baronia non è già più Barbagia
Infatti grazie lo chiama Gal te ma chiaramente chi conosce la Sardegna sacche sicché si riferisce a un Paese ai Paesi di Galtellì il paese di Galtellì a differenza di Nuoro si è sentito molto onorato di essere diventato famoso per merito di questo romanzo e ha dedicato il suo parco letterario a Grazia Deledda un po'meno le diciamo le dame Pintor chiamiamole così anche se non si chiamavano Pintor di cognome
Che erano vive quando uscì il romanzo non tutte e tre ma due sicuramente
Non tradirono di essere state raccontate in quel modo Grazia prendeva spesso spunto da vicende reali
Delle persone che conosceva e questo inevitabilmente creava dei problemi perché tutte le persone si sentivano svergogna The messe a nudo
Attraverso questa sua capacità immaginifica lei descrive e proprio una pittrice cioè questa donna che avrà venticinque anni Noemi che scende le scale austera dritta di un orgoglio fuori posto perché povera c'ha una casa che le cade in testa
Dipendono dal lavoro di un servo che per loro ara un piccolo podere non ha nessuna ragione di di quella spocchia di quello snobismo
E si allaccia le maniche della giacca nera e tu la vedi ancora una regina perché il castello dentro non è fuori fuori può crollare tutto ma lei si sente ancora l'erede
Dei baroni che un tempo governavano Caltech il modo in cui grazie alle descrive queste tre donne una timida e totalmente succube una specie di passero Tino che non non ha carattere l'altra gran lavoratrice rozza Max completamente sottomessa al carattere di Noemi e questa sorella più giovane quella più energica con più vita che poi si rivelerà essere una figura chiave nel romanzo io non credo di posso fare un po'di spoiler c'ha più di cent'anni Storybrooke diciamo che dopo per scontato che sappiate come finisce
O no
No non vi sento
No ah quindi lo spoiler di Canne al vento no
Mazza pensavo che insomma dopo va bene come se fosse che nostromi se allora non vi dico niente diciamo poco
Quello che che accade che questa resistenza fortissima di questa zia giovane verso questo nipote che deve arrivare
Sarà la chiave di volta di tutto di tutto il romanzo perché ragazzo effettivamente arriva ormai giovanotto
Di vent'anni non è molto più vecchio perché il giovane di sua zia perché Lia la madre era terza sorella e Noemi era bambina quando quando lei è fuggita in realtà se nipote non hanno tanta differenza
Questo giovane che arriva
Ve lo presento
Invano nei giorni seguenti e per intere settimane le dame Pintor aspettarono il nipote
Donna Ester fece il pane apposta un Panebianco è sottile come Ostia quale si fa solo per le feste e di nascosto dalle sorelle comprò anche un cestino dei biscotti
Dopotutto era un ospite che arrivava e l'ospitalità era sacra
Donna Ruth a sua volta sognava una di notte l'arrivo del nipote e ogni giorno verso le tre ora dell'arrivo della dirigenza spiava dal portone manovra passava e tutto restava in moto intorno
Ai primi di maggio donna Noemi rimase sola in casa perché le sorelle andarono alla festa di Nostra Signora del rimedio come usavano tutti gli anni
Da tempo immemorabile per penitenza dicevano e anche un poco per divertimento Nostra Signora dei rimedia un paese vicino a casa mia quindi più o meno cento chilometri dal muro
Noemi non amava né l'uno né l'altro nel divertimento nella penitenza eppure mentre sedeva all'ombra calda della casa in quel lungo pomeriggio luminoso
Seguiva col pensiero nostalgico il viaggio delle sorelle
Rivedeva la chiesetta grigie rotonda simile a un grande nido capovolto in mezzo all'erba del vasto cortile la cinta di capanne in muratura entro cui si pigiava tutto un popolo variopinto e pittoresco come una tribù di zingari
Il rosso Belvedere a colonne sopra la capanna destinata al prete lo sfondo azzurro gli alberi mormorano anti il mare che luccicava laggiù
Tra le dune era urgente pensando a queste dodici cose Noemi sentiva vuota di piangere
Massimo si cava le labbra vergognandosi davanti a se stessa della sua debolezza
Tutti gli anni la primavera le dava questo senso di inquietudine i sogni della vita rifiorì fanno in lei come le rose fra le pietre dell'antico cimitero
Ma è la cattiva che era un periodo di crisi un po'di debolezza destinata a cessare coi primi calori estivi
E lasciava che la sua fantasia viaggiasse
Spinta dalla stessa calma sonnolenta che stagna va attorno sul cortile rosso di papaveri sul monte ombreggiato dal passaggio di qualche nuvola e sull'intero villaggio metà dei cui abitanti era la festa
Eccola dunque col pensiero raggiunti Peppard essere ancora fanciulla arrampicata sul belvedere del prete in una sera di maggio una grande luna di rame sorge dal mare e tutto il mondo pare Doro e di Perla la fisarmonica riempie questo i gridi lamentoso il cortile illuminato da un fuoco dalla Terni il cui chiarore rossastro
Fa spiccare sul grigio del muro la figura svelta i bruna del suonatore invisi violacei delle donne e dei ragazzi che ballano il ballo sardo
Le ombre si muovono fantastiche sull'erba calpestata e sui muri della chiesa
Brillano i bottoni Doro i galloni argentei dei costumi i tasti della fisarmonica
Il resto si perde nella penombra per l'Acea della notte lunare Noemi ricordava di non aver mai preso parte diretta alla festa mentre le sorelle maggiori ridevano e si divertivano
Elia accovacciata come una lepre in un angolo erboso del cortile forse sin da quel tempo meditava la fuga
La festa durata nove giorni di cui gli ultimi tre diventavano un Ballotta Hondo continuo accompagnato da suoni e da canti
Noemi stava sempre sul belvedere tra gli avanzi del banchetto intorno a lei scintilla vanno le bottiglie vuote i piatti rotti qualche mela d'un verde ghiacciato
Un vassoio e un cucchiaino dimenticati anche le stelle oscillavano sopra il cortile come scosse del ritmo della danza no e la non ballava non rideva ma le bastava vederla gente a divertirsi
Perché sperava di poter anche lei prendervi parte alla festa della vita
Ma gli anni erano passati e la festa della vita si era svolta lontano dal paese top e per poterne prender parte sua sorella Lia era fuggita di casa
Lei Noemi era rimasta sul balcone cadente della vecchia dimora come un tempo sul belvedere del prete
Verso il tramonto qualcuno batte al portone che la teneva sempre chiuso
Era la vecchia cotto che veniva per domandarle se occorre mani sui servizi
Benché Noemi nulla invitasse arrestare la vecchia stellette per terra con le spalle al muro e sciogliendosi il fazzoletto sul collo in gemmato comincio a parlare con Nostalgia della festa
Tutti sono laggiù anche i miei nipotini Nostra Signora gli aiuti a tutti sondaggio e a un fresco perché vedono il mare
E perché non siete andate anche voi
La casa il signoria per quanto porterà una casa non deve mai essere abbandonata del tutto altrimenti ci si installa il folletto i vecchi rimangano i giovani vanno
Sospiro curvando il viso per guardarsi aggiustarsi coralli sul petto raccontò di quando anche lei andava la festa con suo marito sua figlia le buone vicine poi sollevò gli occhi e guardo verso l'antico cimitero
Di questi giorni mi par di rivedere tutti i portieri suscitati tutti andavano a divertirsi laggiù mi sembra di rivedere la madre di monsignori a Donna Maria Cristina seduta sulla panca all'angolo per il grande cortile
Sembrava una regina con la gonna gialla nello scialle nero ricamato e le donne di tanti Paesi e stavano sedute intorno come serve essa mi diceva portò i tieni assaggia questo caffè cosa ti pare e buono
Sì così umile era a per questo non amo neppure tornare laggiù mi pare che ci ha lasciato qualche cosa e che non ha ritroverei più
Noemi assentiti faccia mente con la testa reclinata sul lavoro la voce della vecchia le è sembrata lecco del suo passato
E Dom Zannoni signoria era l'anima della festa gridava spesso sembrava la burrasca ma in fondo era buono l'arcobaleno c'è sempre dietro la tempesta
Essi proprio in questi giorni quando sto seduta giù affidare mi sembra di sentire un passo di cavallo Ellul che va alla festa col suo cavallo nero quelle bisaccia e piene passa e mi saluta potori viene in groppa assuma l'ha fatta
è la rifaceva commossa la foce del nobile morto poi a un tratto seguendo i suoi pensieri domando e questo dominio accinge non non arriva più
Non Imi-Sir rigidi perché non permetteva a nessuno di immischiarsi nei fatti di casa sua
Se verrà che gli sia il benvenuto rispose fredda mandata via la vecchia ripreso il filo dei suoi pensieri rileva talmente nel passato che il presente non lo interessano quasi più
A misura che l'ombra calda della casa copriva il cortile e l'odore delle o Forlì arrivava dalla pianura ricordava più intensamente la fuga di Lidia
Ecco e un tramonto come questo il Monte Bianco il verde incombe sulla casa il cielo e tutto d'oro
Lei ha sta assume le capre di sopra Ifi si aggira silenziosa s'affaccia al balcone pallida vestita di nero con i capelli scuri che parli spettano un po'la subodorato del cielo
Guarda laggiù verso il Castello
Poi d'improvviso solleva le palpebre pesanti si scuote tutta agitando le braccia pare una rondine che stia per spiccare il volo scendeva al pozzo innaffia i fiori e mentre il profumo dolce della viola ciocca
Si mesce all'odore acre o degli UFO Orobie le prime stelle salgono sopra il ponte li ha va sedersi sull'altro sull'alto della Scala con la mano sulla corda gli occhi fissi nella penombra
Novemila ricordava sempre così come l'aveva venduta l'ultima volta passando lì accanto bambina per andare a letto
Dormivano assieme nello stesso letto ma quella sera E la nave va tesa invano si era addormentata aspettando la e ancora lo aspettava
Il resto le si confonde fa nella memoria ori giorni d'ansia e di terrore misterioso come quando si ha la febbre alta rivedeva solo il viso livido contratto di ieri fissa che si curva va a guardare per terra quasi cercasse un oggetto smarrito
Padrone mie Titti sì te mormora fa ma egli stesso era poi corso per il Paese domandando a tutti se avevano veduto Lia e si curva va a guardare dentro i pozzi e spiava le lontananze poi era tornato don zanne
A questo ricordo un fragori di tempesta echeggiata nella memoria di Noemi ogni volta è la sentiva il bisogno di muoversi come per rompere un incubo falso dunque sani nella sua camera la stessa la stessa dove un tempo dormiva con Lidia
Lo stesso letto di ferro arrugginito a foglie d'Oro stint a grappoli d'uva di cui solo qualche acino conservata come nei grappoli interi Acerbi un po'di rosso di fioretto
Le stesse pareti imbiancate con la calce
I quadretti con cornici nere con antiche stampe di cui nessuno in casa conosceva il valore lo stesso armati ha parlato sopra la cui cornice arance e limoni in fila luci cavallo al tramonto con me pomi Doro
Noemi aprile armadio per rimettere il lavoro
E il cardine stridente nel silenzio come una corda di violino mentre il sole già senza raggi gettava un chiarore rose o sulla biancheria disposta sulle assi rivestite di carta turchina tutto era in ordine là dentro
In alto alcune trapunte logore tappeti di seta coperte di lana che lungo uso aveva ingerito come lo zafferano
Più giù biancheria odorosa di mele cotogne e Canestrini dia scodelle di Giunchi su cui il fondo giallino si disegnavano vennero invasi i pesci i colletti dell'arte sacra da primitiva
Noemi rimise il suo lavoro ventuno di questi Canestrini e mi sollevò un altro sotto c'era un plico di carte le carte di famiglia gli strumenti legati gli atti di una lite stretti forte da un nastrino giallo contro il malocchio
Il nastrino giallo che non aveva impedito alla terra di passare in altre mani e alla lite di esser vinta dagli avversari legata alle carte morte una lettera che Noemi ogni volta che sollevava il taglierino
Guardava come si guarda dalla riva del mare il cadavere di un naufrago respinto lentamente dall'onda
Era la lettera di Lia dopo la fuga
Quel giorno Noemi aveva come il male del ricordo
La lontananza delle sorelle e un'istintiva paura della solitudine la riconducevano al passato lo stesso chiarore aranciato del crepuscolo il monte coperto di veri violenti
L'odore della sera tutto le rive irride stava all'anima di vent'anni prima
Silenziosa nera nel chiarore tra finestrone l'armadio sembrava essa stessa una figura del passato
Salita assoluta l'antico cimitero per visitare la casa abbandonata rimise in ordine le trapunte i cestini chiuse reperiti l'armadio strideva e pareva la sola cosa vi fate la casa
In mente si decise e strappo la lettera dal fascio di carte era ancora bianca entro la busta bianca sembrava scritta ieri e che nessuno ancora l'avesse letta
Noemi sedette sul letto ma aveva appena svolto il foglio e messo una mano sul pomodoro Tone che qualcuno Picchio giù prima un colpo poi tre
Poi incessantemente e la sollevò la testa guardando verso il cortile con occhi spaventati il postino non può essere è già passato
I colpi e che già fanno il cortile silenzioso
Così picchiava suo padre quando tardavano ad aprirli abbandono la lettera e corse giù ma arrivata al portone si fermò ad ascoltare il cuore gli tra le batteva come se i colpi che arrivassero al petto
Signore e signori non può essere lui finalmente domando un po'aspra chi è Amici rispose una voce straniera ma Noemi non riusciva ad aprire tanto le tremavano le mani
Un uomo giovane che pareva un operaio alto e pallido vestito di verde con le scarpe gialle polverose che i piccoli baffi incolore delle scarpe stava davanti al portone appoggiato a una bicicletta
Appena vide Noemi si tolse il berretto che lasciava l'impronta sui folti capelli dorati e le sorrise mostrando i bei denti bianchi tra le labbra carnose
Bella lo riconobbe subito dagli occhi occhi grandi a mandorla d'un azzurro verdognolo
Era degli occhi dei Pintor ma il suo turbamento aumento quando lo straniero alzato sugli scalini del portone la strinse forte fra le sue braccia dure zia Ester sono io e le altre zie sono Noemi
Pella disse un po'comiche IATA ma tosto sir rigidi non che aspettavamo esteri Helmut sono alla festa c'è una festa e gli disse tirando sulla bicicletta cui era legata a una valigia polverosa
Sì ricordo la festa del rimedio ecco mi sembrava di riconoscere il luogo dove era ecco il portico tante volte ha ricordato da sua madre
Egli vi spinse la bicicletta e comincio a slegare la valigia battendosi su un fazzoletto per togliere la polvere Noemi pensata bisogna chiamare ceppo Toy bisogna mandar da Memphis come farò sola
Anche se lo sapevano che doveva arrivare mi ha lasciata sola
Abbraccio di quell'uomo sconosciuto arrivato non si stata dove dalle vie del mondo detestava Anna Vacca paura Mariella sapeva bene i doveri dell'ospitalità e non poteva trascurare lì
Entra voi lavarti porteremo poi sulla valigia chiamerà una donna che ci fa i servizi adesso sono sola in casa e non si aspettavo
Cercava di nascondere la loro miseria ma pareva che egli conoscesse anche questa perché senza attendere di essere servito dopo aver portato la valigia nella camera che zia Ester aveva già preparato per lui ridiscesa e disinvolto e andò a lavarsi al pozzo come il servo
Non è che lo seguiva con l'asciugamano sul braccio
Sì da Terranova sovvenuto che strada si vola sì devo esser passato davanti alla chiesa ma non mi sono accorta della festa sì coesa sembra deserto del molto decaduto si risponde bassista tutte le domande di Noemi ma pareva molto distratto
Perché non l'ho scritto dopo la lettera di zia Ester stavo incerto poi sono stato anche malato e non sapevo a dire la verità mi son deciso a tanti ieri c'era un amico che partiva allora ieri visto che il mare era calmo su un partito
Asciugandosi si dirigeva verso la cucina Noemi lo seguiva esterni ha scritto e lui è partito così come alla festa
E si sedette sull'antica panca i faccia al Monte che gettava la sua ombra violetta nella cucina
A cavallo le lunghe gambe incrocio sul petto le lunghe braccia palpando se ne con le mani bianche Noemi osservo che le calze di lui erano verdi
Un colore strano davvero per calze da uomo e acceso il fuoco ripetendo trasse
Esterne gli ha scritto di nascosto ma che se lo curi lei adesso
E provata un pacco timori a voltarsi a guardare quella figura Duomo un po'tutta strana verde gialla immobile sulla panca dalla quale pareva non dovesse alzarsi più
Mio nonno la percezione del tempo timidamente aiutare secondo me può darsi che abbia letto a sufficienza
Questo è un incontro d'amore
Lei non lo sa ancora perché troppo orgogliosa e a un carattere veramente pessimo
Lui però assomiglia disperatamente a quel gigante biondo che disse di no grazie quando aveva solo vent'anni alle gambe lunghe ai capelli biondi sotto il berretto le braccia lunghe
L'abbraccia forte ma non ha intenzioni esattamente come non le aveva Stanis Manca
Non ci sono storie d'amore e felicità dei libri di grazia delle da quegli se cercate una storia d'amore felice avete sbagliato libero d'altronde le storie d'amore felici non fanno letteratura
La letteratura si fa con la sfiga notoriamente in amore e in tutti gli altri frangenti vissero felici e contenti è la fine belli delle fiabe non l'inizio
Io non posso dire niente di Grazia Deledda perché per me lei è la madre ispiratrice del trasferimento in tutto ho avuto la fortuna di poterla interpretare in teatro qualche qualche anno fa grazie a un testo di Marcello Fois che si chiama quasi grazia
Non ho mai recitato prima nel reciterà un mai più dopo ma credo di non aver recitato affatto facendo Grazia
Perché nella matrice letteraria spirituale e anche umana di questa donna c'è un pezzo di tutto quello che poi sardi sono diventati negli anni a venire
Si parla di padri nobili quando si vuole richiamare l'origine della patria i uomini a cui ispirarsi ecco la Sardegna non ha padri nobili a una madre nobile però e anche per questo che a me la parola materiale piace di più perché io quando di combattere a pensate grazie
Vi ringrazio molto invito a leggerlo per vedere come finisce
Buona serata
Con loro
Per me è un piacere per incontrare la vincitrice del premio Città di Rieti quindi con il romanzo Accabadora
è nata un'amicizia e quindi per me è stata veramente un piacere ritrovarla questa sera
E averla così brillantemente presente quindi complimenti per per questa lettura straordinaria ci ha fatto vivere intensamente la realtà sarda della quale lei è una grandissima interprete grazie
Io invece essendo ringraziamento oltre a la strada ordinaria Migliara anche al Comune di Rieti e alla Fondazione Varrone che permettono una cosa bella come libro carni sembra bella come libri sulla carta
Un l'ultimo applauso chiedo per i volontari che anche oggi hanno fatto un grandissimo lavoro grazie ragazzi siete veramente forti Prada che io vengo qua mi vedete prendo gli applausi ma guardate che c'è un gruppo di ragazzi quasi tutti più giovani di me che stanno facendo in questi giorni
Un lavoro incredibile e poi l'invito è il raccolto i redivivi brani che avete appena tratti sono cali di sentieri sono stati anche incisi su un audiolibro Dellai non so che è in vendita presso quella postazione dove Michela credo che si fermerà per una firma copie e Paesi mi fate un giro degli editori anche quelli che si trovano all'interno della del padiglione data un segnale concreto di vicinanza libri sulla carta ci vediamo domani grazie a tutti