Tra gli argomenti discussi: Argentina, Cinema, Criminalita', Cultura, Film, Giovani, Omosessualita', Storia, Tortura.
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Rubrica
Convegno
14:00 - CAMERA
11:00 - Roma
11:30 - Roma
14:30 - Roma
15:30 - Roma
16:30 - Roma
9:00 - Santa Maria CApua Vetere (CE)
10:00 - Caltanissetta
14:00 - Roma
Un saluto agli ascoltatori di radio radicale
C'è una persistente tendenza particolarmente nel cinema basso o alto che sia ad attribuire del fascino agli autori di atti criminali e proprio in forza dei crimini che commettono a volte perché il crimine è visto come una forma di rivolta istintiva controlla società costituita a volte si intuisce perché il crimine è una tentazione latente anche degli uomini onesti perbene
E chi cede a quella tentazione può incarnare un desiderio tanto più prezioso perché proibito
In questa tendenza a idealizzare la figura del criminale
Sembrerebbe rientrare almeno a un primo sguardo il film del regista argentino Luis Ortega intitolato qui in Italia l'angelo del crimine prodotto anche da Pedro Almodóvar presentato l'anno scorso al Festival di Cannes
L'angelo a cui si riferisce il titolo del film è un'adolescente ladro e assassino con una gran capi di natura bionda dal corpo di una bellezza efebi che ha un po'femminile
Che commenta i suoi misfatti nell'Argentina dei primi anni settanta
è un po'una figura ispirata a un personaggio realmente esistito
Per il suo aspetto fisico per la grazia la disinvoltura con cui si muove nelle ville in cui si introduce per rubare
Per gli scatti felini con cui talvolta impugna la pistola e spara
è una figura che sembra fatta apposta per unire fascino e criminalità un fascino in questo caso anche erotico
Ma se è vero che il film di Ortega eccome ipnotizzato dalla figura del suo protagonista per fortuna non si risolve del tutto in un estetismo in un culto della bellezza più moralista potrebbe definire deteriore morboso
Perché poi non rinuncia a indagare le ragioni i moventi anche i più intimi che spingono il ragazzo sulla strada dell'autodistruttive ore
E scopre così che il crimine in questo caso una forma estrema di regressione di infantilismo di rifiuto della realtà
Non soltanto il giovane non sembra provare il minimo senso di colpa per le proprie vittime
Ma non sembra percepire nemmeno il senso del pericolo la paura per la propria incolumità
Certo di essere invulnerabile si crede del resto investito da Dio
Svaligiato un negozio una gioielleria come se si trattasse soltanto di un formidabile gioco
E la realtà su cui crudi chiude gli occhi è quella di un'argentina in cui già incombe lo spettro della prossima dittatura militare nella quale la polizia tortura abitualmente gli indagati
E in cui imperversa un maschilismo che fra l'altro istiga al disprezzo per gli omosessuali e giovani criminale è omosessuale si lega per i suoi crimini con un ragazzo dal quale evidentemente attratto
Senza mai però che quell'attrazione sfoci in un vero e proprio rapporto d'amore disinibito e consapevole
Perché forse alle radici della regressione c'è precisamente la fuga dal proprio desiderio dalla propria sessualità in un mondo che le è ostile
Questa notevole intuizione psicologica costituisce il filo conduttore profondo del film
Che ha forse però il difetto della ridondanza di accumulare avvenimenti anche dopo che ritratto del personaggio risulta già esauriente
Va detto che il giovane criminale è impersonato molto efficacemente da Lorenzo Ferrero si tratta di un film interessante l'angelo del crimine di Luis Ortega un saluto da Gianfranco Cercone
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