Sono stati discussi i seguenti argomenti: Letteratura, Libro, Minori, Rapimenti, Storia.
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scrittore
Radio radicale ben tornati ad un nuovo appuntamento delle parole le cose la nostra trasmissione di approfondimento culturale siamo in compagnia quest'oggi di Alessandro Perissinotto benvenuto a radio radicale Alessandro ringrazio
Siamo qui per parlare del tuo ultimo romanzo edito da Mondadori il silenzio della collina un libero molto interessante molto
Affascinante un libro che si muove su due registri un fortissimo registro narrativo e un fortissimo registro di racconto di una discende a ritrattata
Riformulata che arriva dal passato allora iniziamo con raccontare i nostri ascoltatori
Che cos'è questo silenzio della collina
Anche i silenzi della collina è un po'una metafora raccontare la rimozione e la mancanza di attenzione che c'è stato su quello che fu fisico in un caso di rapimento di una minorenne nell'Italia repubblicana siamo nel mille novecento sessantotto nel dicembre Maria Teresa Novara scompare dalla sua casa di mirano ad Asti e
Di lei non si sa più nulla
Cominciano a intrecciarsi le voci si dice che fuggita con un uomo che la mantiene Maria Teresa Novara solo tredici anni qualcuno ha visto in Svizzera propone di stanotte Carlo le voci piano piano si spendono e otto mesi dopo ci sarà un epilogo tragico che
Chi vuole lo ritrova negli archivi dei giornali vuole legge il romanzo e lo ritrova nella stessa maniera perché ho cercato di non alterare i fatti di riportarli così come
Il protagonista di di questo romanzo è Domenico boschi se che un un uomo che è nato vissuto per un certo periodo nell'armi in questa terra straordinaria bellissima teatro diciamo di di tanti romanzi di tante narrazioni nella nostra letteratura
E praticamente scoprì che che il padre cui ha perso il mai contatti da diverso tempo ha scelto poi di di rimuovere i contatti da prese da parecchio tempo
E e malato e si trova in un hospice quindi in una struttura che accoglierà termina Anita la i malati terminali un posto non l'ospedale ma semplicemente un posto di transito così
Dicemmo viene anche raccontato all'interno di questo libro un posto di transito che diciamo interroga innanzitutto il il protagonista su qualcosa sia quell'hospice
Che serve forse per riprendere e riannodare quel luogo così senza ritorno con dei punti irrisolti con dei punti di quel rapporto che ovviamente voi si svilupperà allora perché la scelta di ripartire in modo così forte tra una storia padre e figlio in un luogo in cui di fatto non c'è speranza ma solo l'idea fondamentalmente di andarsene con il minor dolore possibile
Ma sul nuovo partito dall'hospice perché c'è una piccola componente autobiografica in in questo romanzo che poi rapporto padre-figlio
L'hospice un luogo che
Non scopre finché il lentamente ci porta
E volevo raccontando per motivi molto alti e per motivi anche vicini motivi alti sono quelli della riflessione sulla dignità degli ultimi giorni sulla dignità del del morire sull'essere padroni della propria vita fino all'ultimo momento
I motivi più pratici sono al fatto che in questa realtà abbastanza nascosta sì c'erano alcune eccellenze del nostro sistema sanitario
Dice una componente autobiografica io mi sono reso conto che il nostro sistema sanitario ma in quanto mio padre si è ammalato di tumore quando è mancato non mi ha lasciato solo un minuto
Sono sempre stato assistito lui è stato assistito mi piaceva restituire all'immaginario collettivo quest'idea di di un'Italia efficiente proprio laddove LIPU dove ci porta a nascondere qualcosa
Chiaramente negli ultimi giorni della vita di una persona si cerca anche di riannodare dei fili
Sentimentali e nel rapporto tra protagoniste suo padre i fili da riannodare erano tanti non solo quelli di un rapporto personale ma un'intera generazione di padri
Che aveva mancato la paternità un'intera generazione di pari che ecco quattro sberle
Date al figlio la moglie pensava di aver risolto la il ruolo di paternità
Ecco queste riflessioni è molto interessante perché è il punto partendo da questo dato autobiografico così delicato così intimo perché intenso ma la la morte di un padre e la malattia soprattutto scava all'interno di ognuno di noi dei dei fossati che poi si riempiono con il tempo prendono però ha diciamo le movenze
L'Arlas storia la diciamo l'architrave di questo romanzo allora perché come è stato mescolare questo dato così intimo con un dato
Così tra virgolette direbbe dire poco però così in qualche modo cronachistico rispetto alla diciamo alla vicenda in sé che che dalle movenze a tutto questo è un'unione molto interessante a mio avviso per me è stato fondamentale
La storia di Maria Teresa annoverare
Rapita chiaramente poi uccisa seduti a un finale che è noto
Andava raccontata io volevo raccontarla da dieci anni ce l'avevo in testa da dieci anni e non trovavo la chiave per raccontarla perché
Quando racconti il il vero dolore quello accaduto realmente
Devi farlo con estremo pudore
Carrère quando racconta la storia dell'avversario da in carcere e tassati dunque lunghe ore con l'autore di una strage
Quindi eccome se servisse una comunione di dolore per raccontare il dolore altrui senza lo sguardo dell'avvoltoio che vuole spettacolarizzare la sofferenza degli altri
Quindi questa vicenda personale questo dolore familiare mi è servito
Per avvicinarmi alla racconto di un alto valore che andava fatto comunque in punta dei piedi che andava fatto comunque con grande delicatezza perché la sofferenza di Maria Teresa
è utile
A alle nostre generazioni per capire dove affonda le sue radici la violenza contro le donne ma andava anche raccontata nel rispetto del dolore dei familiari
Ecco una storia parlavamo prima a microfoni spenti che forse non ha avuto la giusta eco mediatica e questo diciamo ci fa anche riflettere su come in verità anche se siano passati molti anni da questo accadimento le notizie che riguardano la violenza sulle donne o comunque su coloro che non sono il cosiddetto anello forte della società affacciano letizia alla fine lì per lì ma poi cadono in un dimenticatoio abbastanza vasto senza vedere che ad esempio se pensiamo a una storia che che chiaramente non ha nulla a che vedere con quella che tu racconti che però il più odierna quella di Tiziana Cantone che in questi giorni diciamo sta sta in qualche modo ritornando un po'sui giornali per via di un libero
Alla fine vediamo che la storia inizia ma cantore per la gravità ad esempio di quello che ha significato
Non viene poi così introiettare dalla società così come questa storia ecco c'è forse una sorta di pregiudizio ancora forte non solo nei confronti delle donne ma anche nel sangue delle donne nella violenza nei confronti delle donne
Quello che io cerco di fare con questo libro di fare un cammino a ritroso quindi Maria Teresa Navarra che lo anticipo viene rapita stuprata per otto mesi venduta
è una delle tappe di questo cammino a ritroso poiché proprio perché siamo in terra di langa
Recupero Fenoglio e da nella malora di Fenoglio anche se non si parla di violenza sessuale si parla di un atteggiamento contro le donne
Che è un atteggiamento continuamente vessatorio ma se facciamo salto molto più lungo indietro andiamo alle Metamorfosi di Ovidio noi vediamo costantemente Giove impegnato violentato di ninfe
Il Giunone sua moglie a punire le ninfe
Colpevoli di essersi fatti violentare allora c'è quest'idea della colpa perché non se ne è parlato così continua a rimanere nel silenzio la violenza contro le donne
Perché si continua a stendere il velo per la colpa sulla persona che ha subito la violenza sulla vittima
E poi ho scritto questo libro anche per ritrovare una sorta di fino all'osso con episodi analoghi pensiamo alle vittime di Malta fu a amassi nel lasciarla qua le ragazze chiuse nel cantine morte soffocate che sono state dimenticate lì per così dire pensiamo a Cleveland pensiamo ai casi in alte cioè queste violenze si ripetono uguali nelle forme e nei contenuti senza che noi vogliamo ammette perché se una sorta di guerra degli uomini contro le donne finché non non mettiamo fine a questa guerra non è la singola violenza che può essere prevenuta
Ecco all'interno di questo romanzo la la scrittura rispetto anche ai tre precedenti lavori l'ho trovata modificata possiamo dire questo dolore di cui tu parlavi entra anche all'interno delle righe di questo libro entra anche nella formulazione delle parole sono apparse diciamo da un lato drammatiche in alcune circostanze ma dall'altro quasi sfondate forse quasi ripulite alle volte da ha diciamo la la la tua volontà insomma di descrizione delle cose insomma è un romanzo molto interessante che per chi ha letto i due precedenti per comprendere una certa evoluzione linguistica ecco come è stato proprio scriverlo materialmente comporre
Sì io cerco sempre di adottare la lingua alla specificità specificità del del romanzo
Alle caratteristiche della vicenda
Questo per forza di cose per lamentazione nell'hospice per il fatto che si riferiva a una storica cinquanta anni faremo domandato più meditativo e la lingua stessa come dici tu strumentata
Non aveva bisogno di inseguire la cronaca non aveva bisogno di durezza proprio perché raccontare una storia molto cruda ma cinquant'anni di distanza significa inquadrato in una riflessione
Scrivere questo romanzo è stato
Accostarsi alla dimensione tragica la vicenda di Maria Teresa navata e un davvero una vicenda da tragedia in cui l'eroina muove ma muore lasciando qualche cosa anche involontariamente alle generazioni successive
In passato scritto dei romanzi penso quello sulla dittatura Gentilina
Guidati dalla rabbia questo romanzo era guidato dal dolore ma da un dolore meditato da un dolore che in fondo anche provato una sua detenzione e quindi le parole hanno seguito per usare un'immagine anche i profili di dolci del delle colline delle Langhe tutto e
Filtrato attraverso una la la una mediazione del tempo
Ecco in conclusione questo è anche un romanzo che cerca di analizzare il problematico rapporto con la verità la vita con la quale insomma un autore si trova generalmente a fare i conti su ogni romanzo
Però forse alla fine di questo libro ci si convince sempre di più che
La parola verità
Andrebbe declinata al plurale ci sono delle dei Rita che tutti insieme concorrono ad una tenuta complessiva della nostra storia
E questo aperte quanto è stato problematico quanto diciamo è stato un un argomento di trattazione
Ma io sono partito scrivendo questo libro con l'idea di non cercare la verità
Quanto meno di non cercare
Di portare avanti un'indagine che limpidissima U che dell'indagine giudiziaria condotta cinquant'anni fa non era questo il mio obiettivo che perché i protagonisti
Di questa vicenda sono in gran parte morte quindi sarebbe stato del tutto inutile
Mi interessava di più rapportarmi alla realtà verità in realtà non sono necessariamente la stessa cosa
La realtà di una campagna che aveva distrutto questa storia come una sorta di di colpa collettiva
La realtà di un'Italia
Che era stata molto crudele con questa storia ricordo che famiglia Cristiana
Fece ricadere la colpa su sulla ragazza in qualche modo sui giovani d'oggi come si si diceva si dice
Quindi anche questa è una delle verità di cui parlavi
Mi interessava di più di costruire il clima umano prima di di sentimenti relazioni perché poi è lo stesso clima che porta ancora oggi ai femminicidi
Molto meno mi interessava trovare il nome
Un colpevole
Non è compito dello scrittore soprattutto non era il compito che mi prefigge questo
Allora il silenzio della collina edito da Mondadori grazie ad Alessandro Perissinotto per essere stato con noi grazie veramente grazie a tutti
Grazie perché ci avete ascoltato il seguito fino a questo momento rimanete con voi perché continuano le trasmissioni su Radio Radicale
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