Tra gli argomenti discussi: Cinema, Citta' Del Messico, Cultura, Donna, Famiglia, Film, Infanzia, Matrimonio, Minori, Roma.
La registrazione audio di questa puntata ha una durata di 5 minuti.
Un saluto agli ascoltatori di radio radicale
Per Paolo Pasolini in un suo testo teorico sul cinema aveva distinto un cinema scritto in prosa e uccideva di poesia
Non era una distinzione di valore il cinema in prosa non sarebbe cioè inferiore artisticamente al cinema di polizia
è una distinzione di stile
Il cinema in prosa ci dà l'illusione dell'obiettività delle immagini che impiega e dimostrarci le cose come sono davvero nel cinema di polizia invece la realtà appare come deformata dal punto di vista di uno dei personaggi del racconto
Il mondo cioè si colora di la tinta di rumore magari della nevrosi di una specifica psicologica
Così che le immagini non appaiono neutrali ma ostentatamente soggettive
Mi è tornato in mente questo famoso saggio di Pasolini intitolato appunto il cinema di Poesia vedendo un film che mio Paride rientra in tale categoria di cinema
Si intitola Roma lo ha diretto un regista messicano Alfonso Cuarón ha vinto il leone d'oro al Festival di Venezia è uscito contemporaneamente in alcune sale e su Netflix
Il punto di vista dal quale sono visti i fatti e i personaggi raccontati dal film è quello dell'infanzia probabilmente di uno dei bambini che sono tra i personaggi del racconto
Ma tale punto di vista non è dichiarato da una voce narrante sovrapposta alle immagini come avviene in tanti film
è un punto di vista implicito nelle immagini
Così che ad esempio eventi minimali come l'ingresso della grande macchina del padre di famiglia nello stretto cortile di casa rientro da uno dei suoi viaggi all'estero
E dilatato nella durata ingigantito ha reso come carico di stupore e di ammirazione per le dimensioni monumentali dell'automobile per la perizia che la delicata manovra richiede perché come visto dallo sguardo di un bambino
Ancora non assuefatto agli oggetti e disposto dunque a mitizzare lì
La Roma a cui si riferisce il titolo del film è un quartiere di Città del Messico ma Roma è anche il titolo di un celebre film di Federico Fellini un autore al quale evidentemente Cuarón e si richiama forse più che a Roma
Ad Amarcord un film che Fellini aveva dedicato alle sue memorie d'infanzia e di adolescenza
Doveva essere mitizzata tv ingigantiti resi a volte anche fisicamente monumentali erano personaggi come una prostituta di provincia una tabaccaio AA
O piccoli avvenimenti come il passaggio di una nave da crociera sul mare di Rimini
Va bene inteso Roma dicono onde non è un'imitazione del film di Fellini perché i personaggi le situazioni che descrive e i dolori le angosce che quelle situazioni sottendono sono originali tutte sue
Se le immagini della riunione di famiglia
Il padre la madre di tutti i bambini raggruppati sul divano a guardare la televisione
Ecco portano al massimo grado di intensità il senso del calore e dell'intimità familiare
Prevale nel racconto la sofferenza di una mancanza fondamentale che si riflette su tutti i personaggi ed è la mancanza di un uomo
Perché il padre abbandonerà definitivamente la famiglia
Lasciando a lungo la moglie come tramortita così come il fidanzato della domestica di casa l'abbandonerà dopo averla messa incinta e lei a lungo e inutilmente andrà alla fuori circa
è un dolore attribuito ai due personaggi femminili il senso dell'attesa infinita di un ritorno che forse un avverrà mai
Macché colora della sua sottile angoscia
Tutto il film e che si indovina dominante nell'animo dei bambini rimasti senza un padre
Ora in questo ora conto così intensamente soggettivo girato in un bianco e nero di una rigidezza crudele che sembra incidere insieme all'aspetto delle cose e della persone il male della vita
è incastonato un personaggio sottile sfumato che l'aspetto più oggettivo del film
è il ritratto della domestica una indios de Mota quasi religiosamente alla cura della famiglia presso cui e a servizi una famiglia di Bianchi
Umile sottomessa sfibrata dalle sue sventure ma allo stesso tempo ti nasce
Nel perseguimento del suo dovere perfino eroica tanto da sfidare con il suo corpo le onde di un mare in tempesta per strappare aggrappare assi i corpi di bambini che le sono affidati questo ritratto allo stesso tempo mitico irrealistico di un personaggio ai margini di una società maschilista e classista ma centrale nell'esistenza dei bambini è forse il risultato più poetico di un film da non perdere
Roma di Alfonso Cuarón un saluto da Gianfranco Cercone
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