Più libri più liberi 2018 - Non erano eroi ma giornalisti. La libertà di stampa oggi

Buongiorno buongiorno a tutti scusa del ritardo allora
Io mi chiamo Lirio Abbate sono un giornalista di professione faccio
Quello che si occupa dei cavoli altrui
Dei fatti altrui
Partiamo da una cosa e io oggi vi racconterò delle storie ma parto da un
Da una premessa fondamentale
Che il lavoro dei giornalisti è un è un vaccino contro l'ignoranza
Soprattutto un vaccino contro le stecche Mius
Ed è necessario perché l'opinione
Sviluppi di anticorpi dunque bacino anticorpi ignoranza stecche di uso i giorni si servono per evitare tutto questo
E al giornalismo e i giornalisti sono anche una pillola che purtroppo non sempre va giù a tutti quanti in particolare ai politici ai potenti che hanno qualcosa da nascondere
Dunque lavoriamo per illuminare fatti nascosti riportare alla luce episodi sepolti anche nella memoria spesso in questo modo più di una volta sia restituita un po'di verità a questo Paese
Che troppo spesso sembra aver paura di conoscerla
La tentazione di rimuovere alla memoria dunque è forte per alcuni come forte e la reazione contro i giornalisti che fanno il proprio dovere cioè quello di informare chi detiene il potere
Vede spesso della stampa libera un pericolo per il mantenimento del consenso e quindi ricorre alle lusinghe o alle minacce sempre fedele ad una massima
Che diceva chi non è con noi è contro di noi
Dunque è una tentazione cui non sfuggono nemmeno personaggi importanti della politica dovete sapere a tempi Chennedy che sono stati dei personaggi della politica molto importante in America
Dissero una volta un importante reporter americano del luglio Times che che li criticava ecco si chiamava Jeffrey Stone
Risolo disse ai Kennedy quando voi siete arrivati noi c'eravamo quando poi ve ne andrete noi ci saremo ancora a raccontare ai informare a documentare
Michele di però
Non si sognano mai di appurare la morte ai giornali e la disoccupazione ai giornalisti
Avevano rispetto e hanno avuto rispetto dei giornalisti e così quando si parla di giornalismo investigativo si può pensare ai cronisti italiani che portano in superficie fatti e storie che potenti e governanti
Vorrebbero invece annegare nell'oblio o ancora i reporter americani quelli che interpretano il loro lavoro come la pensiamo noi indifesa della società indagando e controllando attraverso reportage e inchieste il potere capaci di mettere in discussione anche i loro presidenti
Trovano notizie i giornalisti sui traffici illeciti che coinvolgono uomini d'affari o governatori e pubblicano e vanno avanti perché hanno il sostegno dei lettori dell'opinione pubblica che ha fiducia nei giornali e nei giornalisti la libertà di informazione dunque un principio fondamentale della democrazia
Quando viene disatteso con intimidazioni violenze censure e la libertà stessa delle persone delle istituzioni a correre seri pericoli
Sono cose che dovete tenere bene in mente dovete basare la vostra informazione partendo sempre da quello che ho detto all'inizio il lavoro del giornalismo è il lavoro del giornalista è un bacino un vaccino contro l'ignoranza
E soprattutto per identificare le stecche Museum
Vi racconto a oggi
La storia di giornalisti assassinati su ordine dei boss uccisi
Per mano delle mafie
Mi raccontò di un giornalismo in trincea che tiene insieme la vicenda umana di persone uccise
Da questi criminali
Con il fatto che occorre fare memoria su questi delitti su questi nomi che dimostrerò
E sul sacrificio di queste persone
Sono giornalisti uccisi in Italia per aver fatto consenso di decenza e professionalità la loro attività perché nessuno di loro è stato un errore ma erano soltanto giornalisti
C'era un grande bisogno di decenza cioè di restituire al mestiere di giornalista la sua funzione civile raccontando le mafie in periodi storici in cui nel nostro paese non si poteva nemmeno pronunciare pubblicamente la parola mafia
OPA piovosi
C'è direttore di un quotidiano in Sicilia che pretendeva dai suoi redattori che ogni qual volta capitava
Descrivere di Salvatore Riina che nel capo della mafia al capo di Cosa Nostra ecco questo direttore diceva ai suoi giornalisti dovete anteporre
Al nome di Riina presunto mafioso ecco questo fa per farmi capire il garantismo di qualcuno fin dove arrivava e la paura di altri giornalisti che non sono tutti gli stessi
Ecco negare l'esistenza e la mafia è tipico proprio della mafia
Un Paese degno e occidentale avrebbe dovuto attrezzarsi eticamente contro la criminalità organizzata
Raccontando il dovere della verità nei confronti dei metodi mafiosi e del bisogno di silenzio che le mafie provavano ad insegnare
è interessante scoprire come queste storie abbiano realmente un denominatore comune perché sono storie normali di persone normali sono storie che appartengono a molto alla vicenda umana politica e civile di questo Paese
Non esiste un'altra nazione occidentale dovete sapere
Che in periodi di pace in cui sono morti undici giornalisti per mano della mafia e del terrorismo in Italia questo è accaduto
I giornalisti purtroppo muoiono durante le guerre in Italia
Invece i giornalisti sono stati uccisi avvengono ancora adesso intimiditi perché fanno il loro lavoro perché hanno fatto il loro lavoro quello di informare documentale di raccontare
Quello che i potenti ai criminali non andava bene e sono stati assassinati perché nella mente dei criminali e dei mafiosi occorreva dare una lezione ai vivi
Insegnare loro il dovere del silenzio l'obbedienza dell'oblio
E se a questo silenzio non ci siamo abituati lo dobbiamo a questi uomini che dimostrerò a queste storie ai tanti che hanno imparato a fare la professione di giornalista imitando questi colleghi che non ci sono più
Imparando a tenere la schiena dritta
Che poi è la virtù di un buon giornalista serve dunque ricordare questi colleghi per fare memoria
Vi faccio vedere la prima parte di questa di questa testimonianza di queste persone che sono state uccise
Il ventuno dodici un enorme confusione penso un po'in Vietnam più sono in tempi e luoghi della classe stanno in Parlamento
Reputo opportuno ministri nevrotico pubblici volevo capire questo nello sono identici della nazione c'è un cd unisce questo equivoco di fondo più non si può definire qualche volta piccolo delinquente rifiuti impone all'appello sulla Turri con attività commerciali però guarda piccola criminalità anche partono e rapidi tutte le città d'Italia tutte le città europee
Programmare molto più tra Pubblico di per la gestione dell'azione di un problema portare alla rovina il ghiaccio culturale
La questo che avete visto si chiamava si chiama Giuseppe Fava e parlava così dei mafiosi parlava in televisione parlava sulla RAI dei mafiosi e dei loro complici e la faccenda durante una trasmissione importante si chiamava film storie la conduceva un giornalista molto importante che si chiamava Enzo Biagi
Questa questa intervista questa testimonianza è andata in onda il ventotto dicembre mille novecentottantatré fate attenzione ventotto dicembre mille novecentottantatré
Potrebbero bastare quelle parole che avete sentito pronunciate da Fava che soltanto lungimiranti per spiegare i motivi per cui questo giornalista coraggioso
è
Puntuale era una spina nel fianco di politici collusi e di mafiosi
L'uso operava e stava a Catania che in Sicilia una città anche purtroppo alla mafia ha dato un contributo notevole di collusioni e di e di criminali
Ecco Giuseppe Fava con le sue incessanti denunce sul connubio tra i boss gli imprenditori catanesi con i massoni con i criminali con i politici corrotti ecco
Aveva colpito nel fianco queste queste persone con il suo lavoro ha saputo interpretare la scrittura come analisi spietata sui sistemi di potere siciliano e catanese tutto ciò ha raccolto negli articolo di un giornale che l'UE aveva fondato si chiamava i siciliani
Poi arriva poi arriva il cinque gennaio mille novecentottantaquattro
è una fredda sera in una strada poco illuminata un sicario della mafia uccide a Catania Pippo Fava è trascorsa una settimana dalla sua apparizione in tv con Biaggi quella che avete visto poco fa quando parlava chiaro contro la mafia
E dei complici dei boss il suo messaggio arriva chiaro ai clan siciliani Cannes
Entrano in azione come il loro messaggio di morte
Di quel delitto di questo delitto sono con gli esecutori che si adesso si conoscono e sono stati condannati ma restano impuniti mandanti molto si è scritto però spesso lo Stato lo è stato fatto a bassa voce per non disturbare molte persone
Ecco Fava diciamo è stato un grande giornalista ed era soprattutto un grande uomo e così lo ricordava anche Enzo Biagi
Il mondo dei cellulari no
Dovrebbero andare in onda fare
L'altro
Quando pensava una certa grandezza che c'è nella mia professioni mi tornava in mente Tommaso Besozzi che scoprì la verità sulla morte del bandito Giuliano e con la sua con la sua inchiesta e ci assolvere in Francia un povero emigrante Gino corni che era stato condannato innocente alla ghigliottina
Oppure mi venivano in mente due colleghi che non ci sono più
Carlo Casalegno e Walter Tobagi
Ma adesso sento in me anche un senso di colpa devo aggiungere un nome che ha riempito le tristi cronache di questi giorni
Giuseppe farà dovevamo invitato a film storico perché venisse a raccontarsi la sua idea della mafia perché lo stimavano e sapevamo della passione che metteva nell'indagare sui fatti
Per cercarvi una qualche verità
Ma ormai in Italia qualche volta anche la parola è diventato una colpa si può morire perché si sa o perché si parla questo è il discorso che ha fatto Giuseppe Fava un discorso che è stato troncato da cinque colpi di rivoltella
Ognuno degli omicidi eccellenti come vengono chiamati di solito
Certi omicidi che riguardano alcune vittime e in questo caso di giornalisti si contraddistingue sempre per quell'alone di mistero che resta attorno all'omicidio per anni di distanza
E sugli omicidi dei giornalisti sui giornalisti assassinati
Poi sciacalli
Si sono sembra avventati dicendo che quella quell'omicidio per ognuno dei giornalisti degli undici giornalisti assassinati come adesso vedremo c'è sempre stato una motivazione di vox populi che non era quella per il lavoro che aveva fatto per le denuncia che aveva riportato prede i documenti che aveva raccontato ma soprattutto peraltro storie di femmine altre storie storie di ieri società di di mala vita mai centrata su quello che la sua professione quella che era veramente la motivazione dell'omicidio questa perché la mafia le mafie sanno ben depistare sanno veicolare le false informazioni le stecche mio uso le la la la mala informazione e di questo e per quello la mafia le mafie hanno paura
Vedete
Alla mie spalle questa in questa foto
Questo si chiama si chiamava Cosimo Cristina ed è stato il primo giornalista assassinato da Cosa Nostra in Sicilia
Era il tre maggio mille novecentosessanta è questo ragazzo aveva ventiquattro anni
Era un giornalista della provincia di Palermo collaborava con diversi quotidiani raccontava le storie della mafia della provincia di Palermo e la raccontava come altri non non riuscivano a farlo
E questo è questa e questa sua e questo suo lavoro di denunciate di rendere pubbliche certe storie che dovevano secondo alcuni restare segrete dovevano stare in silenzio ne ha portato alla morte per ucciderlo
Hanno finto un falso suicidio
Hanno finto al fatto che è stato trovato vicino alla abbinare di una ferrovia con il cranio fracassato hanno sostenuto i malavitosi di quella zona i mafiosi del del canna di quella zona che si era suicidato
Ed è andato avanti così per tanti anni finché poi dopo decenni il caso è stato riaperto ed è stato scoperto che è stato ucciso per mano della mafia messo esecutori e mandanti non sono stati mai
Mai individuati perché era passato troppo è tanto tempo però su di lui il fango il fango delle mafie era era calato il depistaggio per il indagine era già stato avviato
E così pure un'altra storia
Che voglio raccontare e la voglio introdurre con questo breve filmato per dirmi di che stiamo parlando di un altro giornalista vittima della mafia che si chiamava Mauro De Mauro
Walter cioè levavo come stai
E allora perché sto studiando un terreno sull'attenti riducendo la ricostruzione delle due giornate che ha passato in Sicilia fino a ricoprire
Sì la gente che ha e spero che al contrario non è stato i discorsi che ha fatto sì l'accordo è inutile che continui a tappeto d'accordo e poi caschi bene perché dopo la morte di materia mio giornale mandorle a intervistare i contadini Gagliano sei dove fece l'ultimo discorso
Va bene allora ciao ciao
Il giornalista Mauro De Mauro del quotidiano palermitano l'ora è scomparso ieri pomeriggio dopo aver lasciato il Giornale per rientrare a casa
La polizia che indaga sulla scomparsa ritiene che il giornalista possa essere stato sequestrato da pentiti mafiosi
Non avrei parlò possono emergere
è vero
Non è però davvero Nicola per la regolare
Dopo aver operato bene la battaglia ipotesi della polizia e invece che De Mauro indagando sulla morte di Mattei sarebbe venuto a virgola sia pure per caso virgola alla scoperta di importantissime cose
E che avendo riferito questo segreto a uno dei personaggi concordi era venuto a contatto virgola abbia così determinato la propria condanna punto e Mauro avrebbe scoperto cose da far tremare tutta l'Italia
De Mauro aveva avuto l'incarico il costruire le due ultime giornate in Sicilia di Enrico Mattei sì tesissimo
Ecco qua se Mauro De Mauro quello che avete sentito la ricostruzione cinematografica ma che dà il senso delle cose Mauro De Mauro era un giornalista del giornale L'Ora di Palermo
E alle sedici settembre mille novecentosettanta viene sequestrato
Interrogato dai mafiosi è ucciso il suo corpo non è stato mai più ritrovato
Perché viene sequestrato interrogato è ucciso perché Mauro De Mauro aveva scoperto le cose importanti importantissime che coinvolgevano non solo la mafia ma anche altri personaggi importanti e doveva essere eliminato
Ci sono voluti decine di anni per arrivare alla condanna di alcune persone e non di tutte perché alcuni come Toto Rina è stato assolto decine di anni
Di questo delitto hanno parlato il collaboratore di giustizia cioè quegli ex mafiosi che si sono pentiti gli hanno detto sì
L'informazione del giornalista De Mauro ci dava fastidio e lo abbiamo eliminato ecco la condanna a morte De Mauro arriva proprio per questo motivo perché l'informazione del giornalismo
Fatto a Palermo in quegli anni fatto in un certo modo e creava dei problemi a Cosa Nostra
Ecco Mauro De Mauro contribuiva anche alla sceneggiatura di un film il film che poi il grande regista Rossi affatto sulla morte di un un grande manager italiano
Enrico Mattei e anche in quella morte Mauro De Mauro aveva trovato delle storie delle dei collegamenti con Cosa Nostra
Partiamo dal fatto dovete subito sapere il giornalista non fa l'investigatore privato
E non fa il giudice non fa l'inquirente non emette sentenze non fa ordinanze di arresto
Il giornalista mette in moto il cervello è di fuoco vuol far ragionare il giornalista opera sull'azione sociale sulle notizie quello che fa notizia cosa fa notizia otto quello che ha una rilevanza sociale e politica morto molto spesso la notizia
Giornalistica non corrisponda alla notizia di reato hanno in sé il reato è quella su cui operavano i magistrati su cui vengono eseguite le sentenze vengono fatti gli arresti
è molto spesso la notizia giornalistica supera supera notizia del reato Autizi errato deve essere contenuta dentro un grande libro che il Codice penale il Codice di procedura penale
Ma la notizia la notizia giornalistica va oltre
Va oltre deve essere scontrata provata documentata
è molto più spesso come abbiamo visto le notizie giornalistiche fanno più danno delle notizie giudiziarie ecco Mauro De Mauro viene assassinato per questo perché le sue notizie facevamo più danno di quelle alte
Quello che vedete adesso su questo schermo all'immagine di un altro giornalista siciliano si chiamava Giovanni Spampinato
Era un giovane giornalista di Ragusa
E viene ucciso il ventisette ottobre mille novecentosettantadue
Aveva avuto il coraggio di raccontare la mafia della sua zona la zona in cui viveva nel centro della Sicilia
Era anche lui un giornalista del giornale L'Ora di Palermo
E prima di morire si è occupato dell'uccisione di un facoltoso imprenditore fu l'unico a rivelare che proprio il figlio di un giudice era tra gli indagati di quel delitto è quel delitto era collegato alla mafia la sua attività giornalistica in una zona in cui molti giornalisti facevano altro di scaldavano l'acqua eh non andavano in profondità la sua azione invece giornalistica
Ha colpito nel segno
Quello che voglio mostrare adesso è un'altra storia
Si segnala
La fortissima strutturazione gerarchica del tutto immutato negli ultimi decenni
Il principio secondo cui nessun omicidio nessun reato neppure di minore rilievo può essere impunemente commesso senza l'autorizzazione dell'organizzazione criminale
E in parte getta un ulteriore spiraglio di luce anche sull'omicidio del giornalista Beppe Alfano
In quanto dai recenti e aggiornate fonti investigative viene confermato che questo omicidio è stato deciso al più alto livello gerarchico dell'organizzazione mafiosa
Per tutelare l'organizzazione dai concreti pericoli che per la sua struttura il suo mantenimento costituiva un giornalista
Investigatore come in Corea e anche coraggioso investigatore come Beppe Alfano ci saranno presto sviluppi sul caso dell'omicidio di better fatalmente le indagini su questo omicidio sono aperte e sono attività nel senso che non foss'altro per puro scrupolo professionale ma che è anche uno scrupolo etico non riterremmo
Conclusa la nostra attività finché non avremmo fatto opere proveremo a far luce su tutti gli aspetti di questo omicidio sia che attengano i moventi sì anche che attengono gli esecutori ci sono
Quello che avete sentito era il procuratore di Messina che stava indagando sull'omicidio di chi di Beppe Alfano
è un altro giornalista siciliano ucciso dalla mafia il caso è ancora aperto sulla BCE sui mandanti di questo omicidio Beppe Alfano si occupava nella provincia di Messina
Di di di di storie che coinvolgevano Cosa Nostra la massoneria viene assassinato l'otto gennaio mille novecento novantatré
Collaborava con alcuni con alcune tv radio locali con un po'di con il quotidiano la Sicilia
Ecco la sua attività ha dato fastidio
Ad alcuni personaggi che sono stati indagati processati ma soprattutto dalla sua attività emerge il fatto che aveva messo le mani su Foggia attori che avevano coperto la latitanza di grandi boss della mafia che si rifugiavano proprio lì nel nel suo paese nella sua cittadina in provincia
Di Messina viene assassinato a Barcellona Pozzo di Gotto a poco più di trenta metri dalla casa in in cui in cui abitava
E questo caso è un caso ancora aperto dove però i depistaggi hanno avuto il sopravvento negli ultimi anni
Quello che all'epoca immemore del ventotto quello che vi voglio far vedere
Voi
Quello che voglio far vedere adesso se riusciamo a fermare l'immagine è lavorare alla guerra in uno
è la storia invece di un altro giornalista molto importante che si chiamava Mario Francese
Mario Francese
Perché vedete tutti questi nomi tutte queste cose che bisogna ricordare che bisogna anche far vedere le facce collegarli e i nomi sono la cosa cui di cui dicevo prima fare memoria ricordare che cosa c'è stato in Italia una guerra contro l'informazione in cui ci sono state le vittime per strada contro pronto chi faceva informazione documentando la e Mario Francese era un cronista di giudiziaria cioè si occupava
Di cronaca giudiziaria racconta retrocessi la mafia per conto di un quotidiano di Palermo il Giornale di Sicilia è stata un Bronx un grandissimo conoscitore della mafia
Qual è il militare ha dalla mafia corleonese dei complici de che hanno che hanno rafforzato Riina e Provenzano
Ma cosa più importante Francesco francese ha scavato nella pioggia di miliardi di lire
Che il governo aveva fatto arrivare in Sicilia per ricostruire
Le case del post terremoto della Belice
E poi ancora per ricostruire per costruire grandi opere che
No magari no andavano fatte e che finivano tutte nelle tasche dei mafiosi ecco lui raccontava come i mafiosi si stavano arricchendo con i finanziamenti che il Governo faceva arrivare
Vien prendo le casse della mafia di miliardi di lire
La sera del ventisei gennaio mille novecentosettantanove Mario Francese viene ucciso davanti a casa sua
A sparare
è un boss si chiama Leoluca Bagarella
Che è anche una mia vecchia conoscenza
Ed è il primo omicidio eccellente fatto dai corleonesi a Palermo
è un segnale ai palermitani ma soprattutto un segnale all'informazione palermitana fatta da questi nuovi boss che entrano in possesso
Della città di Palermo della Sicilia cioè i corleonesi Riina Provenzano Bagarella per l'appunto
Vedete la storia di Mario Francese ha una storia particolare che ogni volta che la racconto
Di rabbrividisco perché
Non è stato semplice giungere ad una verità processuale
Anche se se pur parziale su questo omicidio e sui motivi che hanno portato alla morte di Mario Francese perché per decenni è stata una vittima della mafia una vittima innocente della mafia che non ha avuto un processo che non ha avuto la motivazione
E che ha messo nell'angolo i familiari stessi di francese che non sapevano perché o chi aveva assassinato il Papa il marito
Ecco
Sullo sfondo resta l'amarezza per un silenzio durato per oltre vent'anni
E si è dovuto attendere l'aprile del due mila e uno perché la corte d'assise di Palermo riconoscesse la matrice mafiosa di quell'uccisione e accettasse che quel giornalista è stato assassinato per il suo straordinario impegno professionale e perché la sua esecuzione serviva da monito
Così viene sgombrato definitivamente il campo da piste alternative che erano state fatte circolare dai mafiosi per dirle Giardullo quelle Stecchini USA e quelle false informazioni di cui vi parlavo prima
è una strategia eversiva
Scrivono i giudici quella di assassinare di uccidere i giornalisti è così è stato fatto
è stato eliminato Mario Francese
Ma cosa c'è il è cosa si collega a questa uccisione a questo travaglio familiare per cercare la verità a un omicidio di un giornalista bravo
Documentato cosciente con la schiena dritta quello che era Mario Francese c'è un'altra storia
Che è collegata
A quest'immagine che vedete
Non si chiama Giuseppe ed è il figlio di Mario Francese
E come dicevo prima i familiari non sapevano non avevano notizie per per decenni per vent'anni di che cosa era stato chi era stato ad uccidere Mario Francese Giuseppe francese si è inventato giornalista
Dopo aver letto tutte le notizie tutti reportage circa il Papa aveva fatto pubblicato sul Giornale di Sicilia sfida dalla cacciata a vedere se qualcuno conosceva degli ex colleghi del Papa
Di amici e c'è da chi poteva essere ecco sia ha iniziato a iniziato grazie anche all'aiuto di un avvocato di altri amici a cercare chi poteva essere per portare le prove alla Procura di Palermo
E la procura di Palermo
Ricevette dei documenti da Giuseppe francese che aveva trovato delle tracce che potevano portare ad individuare gli autori dell'omicidio del padre e Gian Carlo Caselli all'epoca procuratore di Palermo ne aprì
Un fascicolo quell'apertura di fascismo porto ad aprire nuovi interrogatori ad ascoltare nuovi collaboratore di giustizia che hanno raccontata che raccontarono la storia
Di Mario Francese che nessuno prima nessun collega prima di di Mario Francese l'aveva fatto
E così si scoprì che la mafia aveva puntato l'Olbia proprio per dare un monito per dà un'indicazione agli altri che non dovevano farlo
E vennero processate
Questi boss tra cui anche Leoluca Bagarella
Giuseppe francese con i suoi fratelli si costituirà parte civile a figurano i processi alla fine si arriva una sentenza una sentenza
Di condanna dell'esecutore dei mandanti una sentenza che dava finalmente dopo più di vent'anni dava finalmente riconosceva il valore giornalistico acque a quella vittima però Giuseppe con questa sentenza quando quando viene letta è felice
è felice di aver raggiunto se pur con tanta sofferenza sull'obiettivo
Perché giustizia finalmente era fatta
E così nel due mila e due poco tempo dopo a distanza di qualche mese dalla decisione dei giudici
Il mio amico Giuseppe che conoscevo
Decide che il suo compito il suo compito su questa terra è concluso
Saluta tutti con un semplice parole d'affetto scritte in una lettera si congeda da noi e raggiunge il suo papà per di abbracciarlo
Vedete la mafia uccide anche così incidente in questo modo incidenti logora dentro per più di vent'anni è quello dove era giunto otto Obiettivo ecco Giuseppa ha deciso di salutarci tutti di riabbracciare suo papà Mario
Illinois ma
Signor
Il
Un'asma
Anzi se
Ha
E ma
Figlio
Vedete quello che adesso si chiama Giancarlo Siani
Un giornalista campano giovane giornalista campano la sua storia è un esempio indelebile per i giornalisti italiani in particolari per i precari del giornalismo Giancarlo
Per cinque anni a un collaboratore senza contratto e senza diritti
Corrispondente da Torre Annunziata per la redazione de il Mattino di Napoli
Nell'estate dell'ottantacinque arrivare il suo primo contratto di lavoro un'assunzione a tempo determinato per due mesi con la promessa di essere definitivamente assunto in un secondo momento
è un periodo felice per Giancarlo a ventisei anni è un redattore a contratto vive finalmente in una redazione
Che il sogno della sua vita era davanti ai suoi occhi tutto il bello che giovani possono sperare di avere in quel momento la storia di Giancarlo però finisce una seria di quel periodo
Alle venti e cinquanta del ventitré settembre mille novecentottantacinque quando i sicari della camorra entra in azione in una stradina di Napoli e lo uccidono
Perché a turare i suoi assassini ci sono voluti dodici anni dodici anni e le dichiarazioni di tre collaboratori di giustizia
Si scoprirà
Dopo dodici anni che Giancarlo Siani questo giovane collaboratore del Mattino di Napoli questo giovane giornalista precario aveva messo il dito nella piaga
Dei camorristi quei camorristi Torre Annunziata che non volevano far scoprire i loro affari le loro i loro collegamenti
E alla messo con
La sua attività giornalistica proprio
La lente di ingrandimento su quello che i camorristi vorrebbero evitare cioè la pubblicazione di alcune storie di alcuni di alcuni favore giocatori
E per questo motivo che decidono una sera d'estate
Di ucciderlo di ucciderlo a Napoli
Per togliere di mezzo la firma un giornalista giornalista gobbe e poi è stato definito che purtroppo era una mosca bianca nel territorio in cui lavorava e per questo è stato colpito
E la camorra lo ha eliminato un altro nome da aggiungere da ricordare fra le vittime del giornalismo italiano ucciso dalle mafie
Io voglio dire ecco
Però due io dimentico
Lasciatemi dire la qualità la qualità sottile la qualità preziosa
Non può essere raccontata dalle ultime file non può essere raccontata dalle file di mezzo non può essere raccontata neanche dalla prima fila e quelli che potrebbero raccontarla cioè quelli che l'hanno vissuta perché quella è stata la loro vita guarda caso nulla racconta perché non sanno perché come ha detto pay per ci manca la parola la parola non c'è
Per quella cosa lì
Questa è Mauro Rostagno Mauro Rostagno
Ci sono voluti venticinque anni per capire che
La sua uccisione avvenuta il sedici sette ventisei settembre
Mille novecentottantotto era uccisione voluta eseguita dalla mafia
è stato ucciso vicino a Trapani
E Louie era un sociologo ma si era prestato essi era poi dedicato esclusivamente a Trapani al giornalismo da una tv locale raccontava le storie che in altri luoghi in altri organi d'informazione non riuscivano a entrare perché è l'unico li collegava faceva ragionare telespettatori e denunciava delle storie dei fatti di e la mafia della mafia
Trapanese di Cosa Nostra siciliana
Che
Ancora una volta volevano essere volevo le boss che restassero
Segrete
Ecco Mauro Rostagno
Viene ucciso
Su ordine di Vincenzo Virga
Che era capomafia di Trapani
Che è stato condannato dopo venticinque anni condannato perché aveva ordinato ha ordinato questa uccisione di questo giornalista importante ecco vedete
L'informazione
Di Rostagno come quella che faceva Pippo Fava come quella che faceva Mauro Mario Mario Francese come quella di Beppe Alfano dava e dà fastidio ai mafiosi e i mafiosi agiscono e hanno agito in un solo modo uccidendoli
Avendo poi la complicità del fatto che non venivano subito avviate indagini giudiziarie ma non c'erano le collaborazioni anche della Società per individuare i mandanti
Di quei delitti rimanevano al lungo e sono rimasti a lungo impuniti
Mauro Rostagno
Ha avuto dopo tanti anni questo riconoscimento purtroppo
Così anche un'altra persona che voglio far conoscere adesso
Sì ci siamo nei paraggi della
Ma principio il marchio
Mafioso era riunita la commissione edilizia
All'ordine del giorno l'approvazione drammaturgie sposterà undici
Innocenza utili fino al capo manovre rubò tira chi agirà uno scudiero
Nella piazza
Avevano
Peppino Impastato
Quella che avete sentito la sua voce vi sembrerà uno sketch radiofonico qualcosa di divertente invece no quella
Quelle parole pronunciate per radio
Eravamo era la fine degli anni settanta erano delle precise denunce contro i suoi vicini di casa contro i mafiosi che abitavano a poca distanza da casa sua contro i politici collusi con la mafia che abitavano a poca distanza da casa sua
Era un modo un linguaggio diverso per denunciare la mafia per raccontare le mafie un linguaggio nuovo non era giornalista non aveva bisogno del tesserino ma raccontavo l'operatore dell'informazione
Che aveva scoperto che attraverso le emittenti private le radio private che all'epoca
Nascevano in tutta Italia anche in questo piccolo centro alle porte di Palermo l'ultimo tema denunciare la mafia
La mafia che si era impossessata del suo paese e si era impossessata della provincia di Palermo e faceva affari e li denunciava così
Deridendo lì prendendoli in giro ridendo delle loro azioni dei loro nomi dei loro cognomi
E la gente rideva stava a casa chiusa ad ascoltare la trasmissione quando andate in onda e rideva rideva in silenzio di quei boss perché i passi si nutrono di apparenze si nutrono del fatto del consenso sociale di essere temuti Balloon è faceva ridere
è questo far ridere tema Filosi ai mafiosi alla fine degli anni Settanta non andava bene
Non andava bene per questo venne deciso all'uccisione di Peppino Impastato
Venne preso una notte
Legato massacrato di botte
è attorno posso proposta atto legato la quantità di esplosivo enorme sistemato sulla
Sì i binari di una ferrovia a Cinisi ed è stato fatto esplodere
Verso la portò
Si hanno pochissime tracce
Perché tutto questo perché la mafia aveva depistato anche in quel momento voleva depistare ha continuato a depistare le indagini
Sostenendo che Peppino Impastato era un terrorista era un eversore stava preparando un attentato sulla ferrovia ed è esploso
Ecco si può le indagini che ne sono susseguite i carabinieri che dovevano indagare dovevano accertare per cosa era accaduto per anni invece hanno dirottato depistato veicolato altrove e non sulla mafia le indagini che riguardavano la morte di Peppino Impastato
Ci sono voluti anche in questo caso più di vent'anni per far dire ai call abbordabili di giustizia agli ex mafiosi che è quello era un delitto di mafia ha voluto dal capomafia
Gaetano Badalamenti è inseguito dai clan dei palermitani insieme corleonesi per uccidere per imbavagliare un'altra voce
Un'altra voce libera dell'informazione perché anche quella era un'informazione si chiamava Peppino Impastato
Ecco vedete
La sua famiglia ha voluto giustizia alla sua famiglia che arrivava anche da da un collegamenti con la mafia il papà di Peppino Impastato era un affiliato alla mafia ma l'uno l'aveva voluto fare non aveva avuto seguito anzi denunciava con le storie ecco quella famiglia voluto giustizia dallo Stato davanti ai giudici ai giudici però ci hanno impiegato tanto tempo
Perché fino a quel momento non era mai arrivata una sentenza apre un'indagine è arrivata per la prima volta nel due mila e uno il cinque marzo del due mila e uno
E in cui la corte d'assise ha riconosciuto Vito Palazzolo un boss di Cinisi polpo e vuole
E lo ha condannato a trent'anni e poi l'anno successivo ha condannato anche Gaetano Badalamenti un allora un importante capo mafioso alcuno a cui è stato inflitto l'ergastolo
Ecco ancora oggi ai mafiosi legati ai vecchi clan palermitani soltanto il nome di Impastato fa paura
Fa paura ma noi piace ricordarlo così piace ricordarlo per quella sua freschezza per quella sua innovazione nel linguaggio e nel raccontare le mafie
è la vittoria di Peppino
Sta in quelle migliaia di ragazzi migliaia di ragazzi che ogni anno affollano cinesi
Nell'anniversario della sua della sua morte riscattano così Peppino
E gli amici che con lui hanno lottato contro la mafia e i mafiosi perché anche in questo caso come era stato per Bari o francese grazie a suo figlio Giuseppe qui gli amici di Peppino hanno voluto tenere viva la memoria
Di Peppino hanno voluto chiedere in e insisterò nella riapertura di indagine hanno sostenuto che quello era un delitto di mafia e hanno avuto ragione e hanno avuto ragione quando ci torno un giornalista e per ridurlo al silenzio ma se lo ricordiamo ne leggiamo gli iscritti allora ci parla ancora se continuiamo a raccontare Giuseppe
Cosimo Mario Beppe Walter re Carlo Casalegno Mauro Peppino Giancarlo hanno vinto e loro i mafiosi hanno perso
Chievo pagina
No
Dice che essere dato basta non appena
Intervengono verso l'Emilia Romagna come l'imperatore cambia tutto bene ma sulla droga contrarsi
Sono oggetto detto traffico di stupefacenti
Ma ieri la
Stabat avrebbe riaperta
Ma sulla però no corrotto al giornalista che ha fatto la faccia tanto rapportata a quella a quella conta
L'ombra
Sì va
E io ricordate liberi
E capacità
Oppure righe in città
Lei mente a brevissimo fascia apre villa Carminati ha criticato adatta
E a questo punto ndr perché giornalistico Boni perché da oggi non ce le ha
Ricorderete che tre anni e mezzo fa quattro anni fa L'Espresso se n'è uscito con un articolo con un servizio richiamato in copertina un servizio di incerto liscivio fa e il quale leader formò sistematicamente il nome e lo chiamo dei io parte che si intitola i quattro re di Roma e quattro ore di Roma erano identificati in quattro buttati
Vogliamo chiamarli eccellenti nel senso paradossale del Verdi
Ieri io appare del due mila dodici pubblicava un articolo nel quale richiama la esistenza e dominio criminale su Roma
Dei quattro
Vorrei che ha fatto solo come dell'estrazione del trattato territoriale
E asset esistono sguardi di Roma da chiesa capisco esserlo per il pilota la chiazza d'allarme verbalizzata dedicata vertendo composta dalle è andata in Baviera toccare in cui diceva dal giusto quattro totalmente non soltanto cosa che ad aggredirla efficacia alcune non aveva localistica toccata diverse dalla dello stesso nicchia stima
Sia partiamo da nominammo cautela no
E poi con la con la richieste questa opaca abolita la proprietà
Occupabilità cerca DVD avvocato Gambino
Così come Laurentino
In campo Rapid figura benzina valutazioni norme
Cultura gratuita dunque gasolio passa erano il possibile pacchi passò no
Autorizzare allora
Governo
Cercando Enrico questa proprietà per
Beretta
Qui Cibulkova
L'avete appena sentito
Anche a Massimo Carminati
Adesso condannato per mafia
Come a Tano Badalamenti come a Salvatore Riina come allevo Luca Bagarella
Come a Vincenzo Virga come ai boss nuvoletta come a tutti i capimafia e i criminali ai corrotti dà fastidio ottimo giornalista vada ficcare il naso nei loro affari per questo cercavo di intimi Pirlo forse è più corretto dire che cercano
Di spaventarmi di farmi smettere
Secondo voi cosa avrei dovuto fare cembalo da vagliarne censurare mi nascondermi cambiare mestiere no
Non l'ho cambiato mestiere non ho smesso di raccontare
Attorno però vedo colleghi
Che per il vizio delle notizie sono minacciati e intimiditi
Sono tanti spesso sconosciuti invisibili dispersi per paesi e città del nostro della nostra Italia
E sono decisi appassionati avvolta anche sfrontati sì e la passione e la passione per questa professione che li fa andare avanti
Molti non hanno neanche trent'anni più l'acconto metterò sono più bersaglio di questa criminalità organizzata
Quella che la passata Commissione antimafia chiamavamo e ha chiamato il giornalismo flesso è finito in un rapporto firmato dal dalla Presidente Rosi Bindi e dal relatore Claudio Fava figlio di Giuseppe Fava ed è la prima relazione parlamentare su come le mafie puntano a soffocare chi fa il nostro mestiere il mio mestiere quello di fare il giornalista
E mentre i giornalisti vengono intimiditi diventando bersaglio di criminali e potenti
C'è chi siede su poltrone delle istituzioni e urla contro i giornali che raccontano illuminano svelano storie allora non favorevoli ma vere e documentate
E quindi sperano nella chiusura di questi giornali abiurò alla morte di queste testate sperano che internet dove pascolano a branchi le stecche news gli spazzi via
Vedete alle mie spalle frattempo il tabellone con le facce volti
Dei giornalisti vittime delle mafie del terrorismo
Dovete imprime allora la vostra mente
Dovrebbero in prima la la la mente anche queste persone delle istituzioni che puntano il dito contro i giornalisti quelle che puntano il dito contro L'Espresso che pubblica storia documentate
Di milioni di Euro scomparsi i nostri milioni di euro finiti nelle casse dei partiti di altre storie
Di altre storie che sono illegali
Che sono storie che è la politica dovrebbe rigettare non siamo giudici siamo giornalisti raccontiamo notizie quello che fa notizia
E la stampa
Deve essere indipendente come lo deve fare giornalismo l'informazione la scrittura che sono nemici dei nuovi democratici all'Argot carne per intenderci
In Italia il messaggio dei nuovi potenti rischia di arrivare come un'intimidazione per tutti abbiamo visto di recente attacchi
All'Espresso a Repubblica che sono indipendenti a ed autonomi da ogni potere
Politico economico
Non siamo un partito politico siamo giornalisti
E siamo stati attaccati in modo vile augurando la nostra fine la nostra estinzione
Perché chi attacca non riesce a confrontarsi con i nostri argomenti più la nostra idee le idee di tutti i giornalisti
Che possono essere agitati in modo polemico ma sempre rispettoso
Delle persone soprattutto dei lettori hanno paura della nostra libertà sapendo che siamo schierati sulle notizie ma non appoggiamo nessun partito e non abbiamo nessuna intenzione di sconfinare in un ruolo che non è il nostro
Si può essere di parte schierati fedele a se stessi è ugualmente critici interrogativi decisi ad ascoltare le domande più che a far calare dall'alto le risposte si può essere tenaci sostenitori di idee
Principi valori identità e al tempo stesso essere indipendente anche da noi stessi dai nostri pregiudizi dai punti di vista logori e superati
Ogni giornale aperto ogni copia acquistata e regalata un amico è un dispiacere che si dà a Erdogan nei suoi epigoni italiani
Troppo giornalismo sul potere come su un mafie grandi e piccoli non piace loro preferiscono il silenzio stampa
Ma noi non staremo in silenzio
Proseguiremo a raccontare informare i nostri lettori perché lo dobbiamo a questi uomini di cui vi ho raccontato
A queste storie che abbiamo ripercorso e ai tanti che hanno imparato a fare la professione di giornalista imitando questi colleghi che non ci sono più
Perché le loro notizie facevano male alle mafie ed hanno aiutato la democrazia è i popoli a resistere e arrestare liberi liberi perché l'ora non era un eroi ma giornalisti grazie