Pensa solidale. Un'altra idea di paese, una nuova proposta politica

Grazie di questo caloroso applauso Buongiorno a tutto e tutti e benvenuti all'auditorio Seraphicum grazie per aver accolto questo invito a essere qui in questo sabato mattina
Oggi siamo riuniti per avviare un confronto politico forse un percorso lo vedremo
Cercheremo di farlo senza slogan e senza idee precostituite ma partendo dalla realtà e mettendo insieme le nostre esperienze in un incontro
Che speriamo veramente ci auguriamo possa essere soprattutto di ascolto e di dialogo
Viviamo in tempi di grande cambiamento nei quali è difficile individuare coordinate chiare per affrontare il futuro con speranza e responsabilità
Crediamo dunque occorra uno sforzo creativo non di una persona o d'un gruppo elitario di persone ma di tutti e sottolineo di tutti
Crediamo sia giunto il tempo per ricominciare a parlarsi senza urlare
Cercando risposte semplici concrete ai bisogni delle persone
Di qui il senso di una proposta che nasce dal vissuto della società e non nasce dal ceto politico
Che nasce
Con non nasce contro qualcosa o contro qualcuno ma nasce per creare ponti di pace dialogo e convivenza
Ne parleremo con Paolo Ciani consigliere della regionale del Lazio fondatore vedremo
E ne parleremo con due ospiti d'eccezione che oggi ci onorano della loro presenza ecco il piacere di presentare a cui do il più caloroso benvenuto Andrea Riccardi fondatore della Comunità di Sant'Egidio
E Paolo Gentiloni presidente del consiglio dei ministri prima delle elezioni
Grazie presidente grazie professor Riccardi avrebbe notato che c'è un megafono che accompagna il titolo dell'iniziativa di questa mattina è una bolina lente di solito in relazione al messaggio pensa solidale ne parliamo subito con il promotore della mattinata che Paolo Ciani una lunga esperienza in ambito sociale che parte nel mille novecentottantaquattro nella Comunità di Sant'Egidio
E che approda con successo al Consiglio regionale del Lazio a seguito delle ultime elezioni amministrative con il Movimento Centro solidale
Pensa solidale una nuova proposta politica per un'altra idea di paese grazie Paolo che ascoltiamo
Grazie e buon giorno a tutti soprattutto Benvenuti
Permettetemi di prima di iniziare di fare un po'di saluti perché ci teniamo
A ringraziare tutti della presenza di oggi partirei da chi è arrivato più lontano non solo da Elena da Torino con i suoi amici ma gli amici da Catania da Prato dalle Marche dalla Calabria Dan
Aversa da Napoli da Cava dei Tirreni e poi gli amici laziali che ringrazio e mi tengo anche buono da consigliere regionale del Lazio da Viterbo da Frosinone da Ferentino da latina e da reatino e poi soprattutto vorrei ringraziare i tanti rappresentanti di molti mondi associativi che hanno guardato con interesse con amicizia con stima questa nostra iniziativa il presidente delle ACLI Rossini la presidente delle ACLI di Roma di via Borsi
Riesce
Il vicepresidente dell'Azione cattolica i i rappresentanti Luigi ma caro di Exodus i rappresentanti della comunità Giovanni ventitresimo il presidente delle foto della Fox SIB i rappresentanti di auxilia Umma
Il direttore di confronti Claudio pare Avati Silvia stili la presidente delle a voi e gli altri rappresentanti delle ONG i rappresentanti del Centro sportivo italiano
E poi tutti tutti tutti gli amici che hanno deciso e perdonatemi chi non ho nominato so che ci sono deputati senatori tanti amici che hanno accolto questo nostro invito che ringrazio veramente uno per uno
Perché ritrovarci oggi qui insieme perché per ogni cosa c'è il proprio momento e a nostro avviso questo è il momento di muoversi di mobilitarsi perché ora
Perché tanto di ciò che accade intorno a noi dal locale al globale non ci piace ci preoccupa lo vorremmo diverso
E poi perché è il tema della nostra iniziativa vogliamo pensare solidale e vogliamo capire cosa vuol dire pensare solidale oggi in un mondo che cambia e in un'Italia che è tanto cambiata
Siamo in un momento politico particolare per il nostro Paese ma anche per il contesto internazionale
Con nuovi soggetti che vanno affermandosi su cui si addensano nubi inquietanti
Dove ancora con troppa superficialità si parla e si compiono azioni di guerra e dove ancora troppa violenza quotidiana strappa la vita a migliaia di persone
La guerra degli altri è divenuta il sottofondo della nostra epoca di cui non si parla nemmeno più e nemmeno sembra ci se ne accorga
Pensiamo solo al dramma della Siria
E poi un livello internazionale in cui inizia ad essere messo in crisi il valore stesso della democrazia
Basta vedere ciò che accade in Europa dove in alcuni paesi vengono meno dei diritti acquisiti e colle e quello che accade con le cosiddette democrat pure
Sempre più spesso sembra che un nuovo modello di democrazia di autoritaria che comprime le libertà individuali e collettive e quindi l'essenza stessa del concetto democratico di Stato
Sì ha guardato dal mondo con un certo interesse
In Europa uno spazio di pace dopo guerre fratricide dove si è toccato l'abisso dello sua con la seconda guerra mondiale
L'Europa dei diritti e dello sviluppo l'Europa del sogno comunitario è diventata troppo in fretta
Una matrigna allontana di cui molti vorrebbero liberarsi chiudendosi in se stessi con l'unica prospettiva di un futuro di litigi e frammentazione
Ecco in questo quadro preoccupante c'è la nostra Italia
Da troppi anni ormai sballottata è scossa da uno strano mix di politica gridata e comunicazione totalizzante
Dove l'avvento della globalizzazione ha cambiato nel profondo i tratti modelli culturali e sociali del Paese ma anche le relazioni interpersonali quelle della vita quotidiana delle persone
Sì è svilito il ruolo della politica insultata ridicolizzata banalizzata
Con indubbie responsabilità gravi degli attori in gioco ma anche con l'incoscienza di credere che della politica si potesse fare a meno e assieme ad essa
Che si potesse fare a meno delle regole comune della convivenza delle leggi ed in ultima analisi della democrazia stessa
Descritta troppo spesso come un fastidioso orpello che appesantisce il decisionismo i risolvere il fare
Ma un conto sono le lentezze burocratiche altra cosa è la democrazia conquistata e difesa a caro prezzo in altre epoche storiche
Democrazia ricordiamolo sempre i cui principi e valori vanno riscoperti raccontati e mai mai messi in dubbio
Ma la politica va riscoperta e banche ripensata non ci piacciono le semplificazioni del liberismo della continua polarizzazione della politica qui tata o dell'autoreferenzialità
Tutto si consuma troppo in fretta in chiacchiere e risse continui senza spessore senza memoria diciamocelo sinceramente una politica così allontanato tanti le persone comuni non la capiscono più si sentono estranea percepiscono una distanza siderale tra la loro vita quotidiana i propri bisogni e desideri anche i sogni di una vita e questa politica dello schiamazzo
Non si tratta solo del problema della forma partito dell'organizzazione ha mi ha visto si tratta di qualcosa di più profondo
Nel corso del ventesimo secolo i partiti e la politica si basavano sulle grandi ideologie che erano con una fede e plasma Avano nel profondo la società la cultura e le scelte individuali
Superate le ideologie di cui certo non abbiamo rimpianto i partiti però non hanno voluto o saputo o non sono riusciti a proporre nuovi ideali è come se con l'ideologia fosse stata seppellita l'idealità
E purtroppo talvolta anche le idee lasciando un vuoto anche esistenziale che ha generato smarrimento e assenza di punti di riferimento
Contemporaneamente è arrivato il vento impetuoso della globalizzazione Ca'perché ha aperto nuove speranze e orizzonti ma anche tanti problemi nuovi spesso poco capi di e mal digeriti
Si è affermato il consolidato un modello di società separate divisa tra vincenti e scartati quello che il Papa Francesco parla dice della società che scarta
Gli scartati lasciati da parte una società che ha perso nella brama di sulla competitività il suo tessuto connettivo
è un'idea di società che non ci piace che non è la nostra una società frammentata e atomizzata in cui li io ha prevalso sul noi in cui si è lasciato più spazio alla contrapposizione e poco alla sintesi
Questo è avvenuto in tutti i campi io contro gli altri Prima il Nord contro il Sud poi il Nord contro Roma ladrona i giovani contro gli anziani pensate tutte alla retorica sulle pensioni di posti di lavoro
Poi periferici contro i radical chic il popolo contro le élite degli italiani contro gli immigrati che ognuno di noi potrebbe aggiungere a questo altre categorie ecco diciamocelo chiaramente per noi la divisione è una sconfitta dividere contrapporre è fare male
Nessun Paese nessuna società ma nemmeno nessuna squadra divisa insiste essa funziona può essere giusta armoniosa
Nessuno può essere felice con la divisione noi qui vogliamo proporre un'altra idea di società quella del mettere insieme dello stare insieme del rapporto tra le persone del rapporto tra i popoli
Nelle nostre società l'impoverimento non riguarda soltanto l'aspetto economico che peraltro si vorrebbe risolvere per decreto quindi saremo tutti a cavallo la povertà e anche una povertà relazionale e sociale molto più trasversale è una povertà culturale l'esplosione comprende problematiche molto diverse tra loro di marginalità di precarietà economica di deprivazione educativa carenza di legami familiari e sociali il grande dramma della solitudine
Ecco sono questi i temi profondi su cui secondo noi dobbiamo lavorare e intervenire insieme
Crediamo che non si risolvano i problemi come si è fatto troppo spesso dicendo guarda che se tu non hai qualcosa ad esempio la casa il lavoro la felicità è colpa di qualcun altro che la presa al posto tuo
Questi è un inganno è una bugia velenosa
Prendertela con qualcun altro
Rendertela con qualcun altro non ti darà la casa il lavoro i soldi la felicità ti farà solo essere più arrabbiato più triste e più deluso è un grande inganno e alla fine io solo
I diritti e la giustizia si affermano e si conquistano insieme permettetemi di dire una cosa molto romana non si può più sentire la frase non c'è posto all'asilo perché ci sono i bambini degli immigrati
Siamo un Paese che invecchia non si fanno più figli apriamoli questi asili facciamo una vera politica di sostegno
Alla natalità e alla famiglia
Ma questa Buggìa e figlia del nostro tempo perché l'individualismo arrabbiato va a braccetto col vittimismo
Siamo abituati a sentirci dire che se in Italia le cose non vanno la colpa è sempre di qualcun altro delle euro dell'Unione Europea dei migranti del complotto dei poteri forti dei mercati finanziari questo vittimismo fa crescere la rabbia alimentata ad arte da una comunicazione spregiudicata
Incosciente e molto pericolosa
Ecco hanno e non piace una società che propone il vittimismo e la ricerca del capro espiatorio come valore
Che annuncia apocalissi inesistenti fa del cattivismo il suo faro e in questi anni questo cattivismo ai eroso le nostre coscienze
Ha imbarbarito involgarito la società ci ha reso tutti peggiori e più violenti
Siamo abituati alla barbarie quotidiana non si trova più pietà e non si prova vergogna davanti ai corpi senza vita di bambini in mezzo al mare anzi si criminalizza addirittura la solidarietà
Ci si abitua alla guerra e al dolore degli altri
A quarant'anni dalla legge Basaglia si riparla della malattia mentale come di una colpa ed era e della riapertura dei manicomi come una soluzione
Si propone la diffusione delle armi per la difesa personale
Si accerta che per una città sia peggio una casa occupata che gettare famiglie per strada si trattano milioni di nostri concittadini circa sei tanti sono i cittadini non italiani regolari nel nostro Paese si tratta come se fossero cittadini di serie B parlandone in continuazione con termini di disprezzo evocando un quotidiano razzismo
Si continua a pensare agli anziani come ad un peso ha qualcosa di cui liberarsi immaginando come unica soluzione la solitudine spersonalizzare ante degli istituti e potrei continuare
Ecco una società così ma noi proprio non ci piace
Troppo poco si parla dei grandi mali dell'Italia le mafie la lentezze burocratiche i tempi della giustizia civile
La corruzione l'evasione e l'elusione fiscale la sanità diseguale le disuguaglianze ancorato forti tra uomini e donne il gatto tra nord e sud
In cui si parla tanto della sicurezza che gli altri ci toglierebbero ma poco ricordiamocelo si parla e si opera sull'insicurezza che producono i nostri come il femminicidio le violenze domestiche la corruzione negli appalti pubblici il bullismo nelle scuole il sesso a pagamento anche con le minore mi l'abbandono degli anziani la mancanza di casa l'abbandono scolastico ritorno alla fa dettare l'analfabetismo funzionale basta basta
Perplessa Pisapia muore
Bisogna muoversi verso nuove direzioni verso una politica che abbia ideali che possa contribuire a ricomporre un tessuto sociale sempre più disgregata e Complesso
L'uguaglianza la fraternità la mutua solidarietà il perseguimento del bene comune
L'affermazione dei diritti i diritti collettivi non solo individuali la pace sono i nostri valori cominciamo a vivere proporre esplicitamente questi ideali anche perché se non si opera per raggiungere un obiettivo alto tutto si farà sempre solo per soddisfare la propria necessità reale oppure o percepita del momento
Tanti ancora credono in questi ideali e sono smarriti dinanzi al vuoto dei nostri giorni
Solo questo rompere irromperà la dicotomia il Litta popolo perché gli ideali uniscono uniscono gente differenza differente e superano tutte le differenze così crediamo che la politica si debba innervare con un contributo dal basso di chi per anni è stato accanto alle persone concrete ai loro problemi quotidiani agli anziani alle famiglie ai disabili e bambini
Ai nuovi cittadini che ringrazio perché sono presenti qui in aula varie associazioni
I nuovi italiani
Questa è la nostra proposta un nuovo mix tra identità e futuro per questo proponiamo oggi thermos perché vogliamo rilanciare una democrazia solidale
Vogliamo ricostruire attraverso processi nuovi un tessuto di umanità semplice e sincera favorendo una nuova aggregazione politica
Credo che dobbiamo compiere una scelta culturale oltre che politica ripartire la noi dalla forza del noi e non da un mio solitario arrabbiato e gridato
Proponiamo un'idea di sviluppo nuove sostenibile da ogni punto di vista fondata su robusti valori etici sulla salvaguardia del Creato sulla conoscenza e sull'innovazione tecnologica
Su una più efficace visione del sistema Paese che non ha paura di essere Glocal cioè attenta locale e aperta al mondo
Vogliamo dare rilievo al web farà la famiglia all'istruzione al lavoro alla vita alla cittadinanza e all'ambiente
Non sono elementi secondari perché il benessere sociale costituisce il tessuto attraverso cui una società cresce e non si frammenta
Siamo convinti anche che se non si riparte dal basso non si può ritirare il tessuto comunitario necessario necessario al nostro vivere comune
La parte più fragile delle nostre città e dei nostri Paesi mostra il bisogno profondo di una società che non sia solo mercato
Ma abbiamo una sostanza di famiglia solidale di vita colta soprattutto quando particolarmente fragile
Demo vuole essere questo una Rete con al centro la S di solidarietà
Una Rete perché in giro per le nostre città le nostre regioni tanti sono già impegnati o vorrebbero esserlo ma non sanno con chi e non hanno rappresentanza
Tante liste civiche associazioni singoli a cui dare rappresentanza senza cambiarli
Con una nostra identità chiara e al contempo aperti a tanti che vivono desiderano sognano un'altra società
In un tempo in cui tornano espressioni come me ne frego tornano la xenofobia il razzismo la lotta tra gli ultimi noi vogliamo dire chiaro e forte
Che preferiamo la i curry don Milani cinte ressa ci sta a cuore ci importa
Tutto ci interessa tutto cinque io strisce la vita ci appassiona ci piace capire conoscere informarci studiare ascoltare parlare ci interessa non gli altri riscopriamo la cortesia l'attenzione la passione per gli altri innanzitutto per i più fragili e poi per tutti potremmo dire prima il Noemi dai periferici e dalle periferie
Reali o simboliche per arrivare a tutti perché è una società a misura di fragili e a misura di tutti per questo vogliamo continuare a pensare solidale
Tanti
Tanti non solo cristiani non si sentono rappresentati da partiti che non offrono più proposte alte in cui riconoscersi per sperare provare a costruire una società e un mondo migliori
Quelle idee e queste idealità noi che abbiamo se saremo capaci di proporle insieme potremo cambiare le cose grazie ancora a tutti
Grazie Paolo una società a misura di fragili è una società misura di tutti una frase molto bella
La crisi attuale globale lo sappiamo ha messo in luce l'insostenibilità di un modello di sviluppo che sembra marginalizzare sempre di più i poveri appunto i più fragili
Papa Francesco ci parla di ecologia integrale e ci ricorda che esiste una profonda connessione tra i poveri e questo pianeta che soffre
Siamo all'alba di una strada di non ritorno o possiamo e dobbiamo agire subito passando come diceva Paolo dall'io al noi e uscendo da egoismi ed ha paura
Sono domande
Chiaramente non è non è oggi che ci possiamo dare queste risposte ma delle buone domande sono importanti perché abbiano un ragionamento una riflessione che quella che manca nella politica l'ha detto Paolo
C'è una politica che grida ma che non riflette che non pensa
Bene lo dicevamo prima oggi abbiamo illustri ospiti è qui con noi professor Andrea Riccardi professore di Storia contemporanea numerose lauree honoris causa
Fondatore della Comunità di Sant'Egidio noto per il suo impegno sociale di numerosi progetti nel sud del mondo e il suo lavoro a favore della pace e del dialogo
Dal due mila undici al due mila e tredici molti di noi lo ricordano come ministro per la Cooperazione internazionale e l'integrazione
Nel governo Monti e dal due mila e quindici presidente della società Dante Alighieri lo ascoltiamo grazie professore
Grazie
Il problema per continuare il discorso di Paolo Ciani il problema che lui poneva mi sembra si può riassumere nel fatto che oggi siamo tutti prigionieri del presente mi scrivono bene De Rita e Galdo nel loro ultimo libro
Un presente che sembra protegge Ricci dal futuro un futuro che appare minaccioso bisogna allora allargare il presidente
Allungarlo difenderlo
E davanti a questo mondo frammentato
Noi preferiamo chiuderci nel presente
Piuttosto che guardare
Al domani
Il grande problema
La mancanza di visioni
Mi torna sempre in mente un verso di tanti anni fa di Karol Wojtyla
Negli anni plumbea i del regime polacco quando era in Polonia e quando la storia della Polonia sembrava morta e non si vedeva il futuro lui scriveva
Io credo che l'uomo soffra soprattutto per mancanza di visione noi soffriamo per mancanza divisione
Sono accettare i tempi duri e anche tenti antipatici ma bisogna coltivare visioni
Perché le visioni sono icone di speranza
Sì oggetti Juliet pure e al massimo scemo l'undici il fondo o
E oggi
La politica soffre di mancanza di visione una politica accorta sottomessa al presenti Isma'degli annunci dei fuochi d'artificio degli scontri
Ne soffre però anche la cultura che si confonde con un'informazione veloce con i noti difetti dalle tecnico USA figlia
Del resto diciamoci la verità ma che bisogno c'è di visioni non è qualcosa di otto novecentesco nel mondo globale noi abbiamo la sensazione di vedere tutto in tempo reale
Ma abili revisioni
Vuol dire
Riuscire ai elaborare quello più possibilità
Direi che oggi noi vediamo tanto vediamo troppo ma senza visioni tante informazioni senza una cultura che gli ordini le filtri
E qui il grande spaesamento di cui siamo tutti malati
E anche sulla scena internazionale
Lo sappiamo lo Gentiloni che ci ha lavorato per tanti anni compassione
Assistiamo a tragedie di cui sappiamo tutto vediamo le immagini sentiamo le voci che fare un solo caso
Lo ha già accettato Paolo per me scandaloso la guerra in Siria dal due mila undici mezzo milione di morti cinque milioni e mezzo di profughi all'estero nel Paese esploso
Eppure
Difficile un'analisi una posizione in sette anni a partire dall'Unione Europea spettatori inerti
E soprattutto abbiamo constatato l'inerzia della nostra società chi ricorda le manifestazioni per la pace
In Iraq e contro la guerra ricordo una società che fu battuta ma vitale
Oggi una grande debolezza del di opinioni pubbliche si accompagna a quella della comunità internazionale e poi peraltro abbiamo pagato le conseguenze della guerra in Siria
Quando i profughi salivano i Balcani si è evidenziata quella divisione tra i paesi di Visegrad e i paesi occidentali ma come si è reagito
A cui profughi e a quella guerra
Non si ha cercato di finire
O di lavorare per finire la guerra la madre dei rifugiati
Bensì si sono posti blocchi e muri un mondo crolla e io orzo il muretto di casa mia non lavoro sulla crisi ma sugli effetti secondari
Una volta schierarsi forse era più facile nel tempo dell'ideologia ma è finito
Oggi però di fronte a tante informazioni troppe abbiamo la percezione di essere intrappolati nel muro di uno spaesamento
Io constato
Che questo spaesamento non è di chi ha perduto nel buio di una foresta di un mondo di cui non si vedono i profili non sa dove andare
Ma di chiesto per Dutto nella troppa luce tanti luci mediatiche tante reazioni con rapidità
Un critico d'arte inglese John Ruskin scrive l'eccesso di luce rende la vita di oggi perfettamente volgare
Queste vita quotidiana ma è anche la politica ridotta polemica continua polarizzazione permanente
Mentre si imbocca trasparenza c'è un eccesso di luce te tutto confondere
Fuochi d'artificio insomma molti fuochi d'artificio poche visioni
E questa debolezza si ritrova nel dibattito tra le forze politiche che si compongono e si scompongono
E soprattutto nel gusto della contrapposizione Taranto dallo svalutare quell'arte del compromesso politico che non è un inciucio
Ma
Perché non c'è ricerca del bene comune senza un compromesso che rinuncia e acquisizione
Ma soprattutto
La carenza di visioni
è la fine del rapporto tra politica e cultura
Non dico l'ideologia della repubblica dei partiti prima con la Seconda Repubblica di Berlusconi televisioni e politica oggi politica e sociale
E quindi questo che prima aggressivo teatrale calcistico
Che qualifica la politica
E poi anche questa lotta della politica con il tempo governare diviene esserci mostrarsi apparire immediatamente ininterrottamente
Insomma il regime del presente Isma'che lo storico Hartog chiama la tirannia la tirannia dell'istante e per il calpestio di un presente perpetuo
A parlare con tutti dicono ma non è conveniente ma come ci si può sottrarre
Se vuoi resistere devi accettare le regole del gioco quei tempi della politica che coincidono con i tempi dell'informazione
E così cari amici la realtà si appiattisce
Cronaca azione reazione dichiarazione contro dichiarazione
E la politica democratica avrebbe bisogno anche di riflessione e di visioni
Troppo vecchio
E in altri maestro del buongoverno di quando molti di noi non erano nati
Diceva conoscere per deliberare
Sembra una follia in questa epoca di veri prima deliberare e caso mai poi conoscere quello che si apre
Quale politico occidentale
Offre se stesso l'occasione di conoscere approfondire
Si ha la sensazione che molte decisioni siano affrettate
E alla fine non vengano prese
E certo
Si commettono errori evitabili restano approssimazioni superficialità
Si ingenera il ciclo continuo politico-mediatico che nutre l'informazione la regola diviene produrre tante notizie ogni giorno e qui potremmo prendercela con i media con i giornalisti che è rituale
Ma chi lavora nei media è sottoposto alla medesima tirannia dove stava notizia tira fuori la notizia
Si assiste così a una stravaganza pur avendo perso prestigio la politica è divenuta pervasiva e i politici
Magari stressati sono continuamente sui media
Ma fatemi fermare un secondo
Divorzio
Tra cultura e politica ma si può fare politica solo intuendo
è un'illusione che porta ad affidarsi sempre all'approccio emergenziale
L'approccio emergenziale produce notizie bisogna arrivare subito dire le cose giuste
Ma la politica si indebolisce
Sì sfaldarsi banalizzato
E continuamente sottoposta allo scrutinio delle contrapposizioni le repliche infinite esasperanti
E alla fine cosa resta solo le è
Specie
Dei sociale solo le parole d'odio e con il divorzio dalla cultura le parole si svalutano e diventa non solo evocative di sentimenti
Malgrado la ripetizione del governo del fare fatti e non parole
Oggi siamo in una marea di parole
L'esperto più grave e l'idea che la politica è inutile
La globalizzazione non cambia solo i tempi
Ma altera le cose
Sono cambiati le relazioni umane nelle relazioni economico sociali io insisto sempre sul fatto che la rivoluzione globale ha trasformato in profondità l'abito umana
E ha trasformato la politica
Che sembra sempre in ritardo e rincorre il tempo in altre parole se il mondo cambia in fretta a che serve la politica per cambiare
La realtà sembra più veloce della democrazia e le istituzioni vecchie e l'ente
Per questo tante volte sono considerati inutili ma quale visione del futuro ci può essere fuori dalle istituzioni democratiche
Siamo tutti cambiati in due decenni
La nostra società era basata sulla famiglia abitata da vaste i reietti politiche sindacali associative religiose
Era un mondo che produceva un insieme di culture e di visioni di interpretazioni di miti cultura popolare non che non ci fossero i problemi
Ma eravamo abituati a una società densa percorsa da movimenti e spazi di solidarietà da lampi
Sul futuro
Oggi tutte in fra genitori uno psicanalista Luigi Zoja parla della morte del prossimo un prossimo che si è tremendamente allargato tutti sono il mio prossimo con gli orizzonti globali ma le mie relazioni si sono indebolite spumante
Sì contorni comunitari della vita si sono sulla brace oggi si sono risolte rise dissolte le reti tradizionali rurali con l'inurbamento
E soprattutto si sono smorzate quelle del volontarismo politico sociale religioso perché il volontarismo non è arrabbiarsi sudisti volontarismo politico non è arrabbiarsi sui sociale una volta a settimana o una volta al mese ma il volontarismo politico è un tessuto che tiene la società
Lo diceva Paolo e non lo ripeto
La condizione prevalente
E la solitudine
Il dramma degli anziani abbiamo realizzato l'antico sogno di una vita lunga
Ma oggi valutiamo la vita degli anziani perché continuare a vivere nel proprio ambiente nella propria casa non si può se non sia una prossimo
Dice un proverbio anche la Reggina soprattutto se anziana ha bisogno di una vicina
Visto
Sulla condizione degli anziani perché mette in luce lo spreco di una conquista e la fragilità della solitudine di tanti italiani
Del resto il poveri in genere sono gente sola e povertà e solitudine sono un matrimonio che dura
Allora avviandomi a concludere la grande domanda da dove ripartire io vedo tra voi molte persone che vivono un disagio del presente
Desideri
Di impegno che vengono dal contatto con la realtà umana
Io vedo e sento da quello che capisco
Una grande voglia di futuro
Ma qual è il punto di partenza che non sia solo una contrapposizione senza visioni senza prossimità senza reti da dove ripartire
Oggi siamo nel tempo non delle visioni delle mozioni Dominique Moïsi parla di geopolitica delle emozioni soprattutto l'emozione prevalente ed ha paura
E la paura corrode la voglia di futuro un circolo vizioso
Ma non bisogna farsi dominare dalla paura
Da dove ripartire
Come
Dialogare con la paura di vincere la paura di un futuro
C'è bisogno di cultura e c'è bisogno di incontro per innervare la politica bisogna rimettersi insieme nella vita alla base
A Rita essere in controcultura partecipazione capacità di dialogo con le paure della gente
Con le emozioni della gente
Convinti che non si può abitare un tempo Complesso senza interrogarsi
Senza bere differimenti altrimenti siamo miste riccamente trascinati da intenti
Perché le semplificazioni le Paure i razzismi di Lodi si annidano nell'ignoranza
è un grande errore della nostra società e non essersi preparato con un di più di cultura all'impatto col mondo globale
Coltivare illusioni
Ecco Thuram memoria storica incontri amicizia dialogo insomma una base solida in cui inquadrare notizie gestire messaggi dei media e dei sociale e poi
Lasciatemelo dire bisogna rileggere alla nostra storia
Io mi sento il mal di stomaco quando si parla della nostra storia comune accumulo di macerie di errori tanto per l'unica cosa possibile realizzare messianica mente qualcosa di totalmente nuovo
Non è
Non è tutto sbagliato nell'Italia che la Prima Repubblica della Seconda Repubblica di Berlusconi di Prodi di ieri
Perché questa è la nostra storia io mi ricordo quando Umberto Eco disse all'ONU
In un mondo in cui si è tentati di ignorare tutto la riconquista del nostro passato collettivo è il primo progetto del nostro futuro non è tutto uno schifo
La visione non è solo fuggire da un passato di rovine credendo criticamente
Per un mese un ciclo in un futuro migliore
Visto proponendo un'operazione illuministica
Forse ci sono tante figure che ci impiega gli stranieri di Roma a parte che minaccia rappresenti no
Solo le espressioni ronde l'incapacità di gestire una politica sociale per un pugno di persone
Non possiamo lasciare andare tanti individui i nostri concittadini impauriti che diventa hanno tribù
Non popolo ma tribù tali tribù sono aggregazioni di sogni Maurizio Molinari ha parlato del ritorno delle tribù
La tribù non crea relazioni la tribù a un capo tribù la tribus sembra protegge
E la crisi della democrazia
Perdita di prestigio circo mediatico presentino Isma'mancanza di fiducia sistemi né autoritari
Tutto de potenzia l'idea della democrazia ma noi non vogliamo rimpiangere il passato
Non vogliamo lamentare la disaffezione dei cittadini
Noi crediamo
Di dovere ricostruire un tessuto umano di cultura incontro da cui i germi Nino visioni
La globalizzazione non è onnipotente
Non è la Provvidenza
Non è in grado di occuparsi di chi resta indietro né di dedicarsi all'economia reale
Lenta rispetto a quella veloce
E invece di correre dietro alla globalizzazione che sarà sempre più veloce la politica democratica non deve aver paura di interessarsi della società lenta delle classi basse e medio-basse
Base del consenso non per verificare la loro rabbia ma per invece intercettarle in un tessuto di dialogo e di incontro
Dobbiamo uscire da un equivoco quello di credere che si la globalizzazione ha rubato alla politica una parte del mestiere non resta che inseguire la globalizzazione
Per reagire tornare autorevole alla politica basta occuparsi del resto parola chiave solidarietà
Della maggioranza del novantanove per cento come dicevo in movimenti del Forum sociale
Bisogna negoziare con la globalizzazione non rincorrerla
Per le democrazie questo e più legittimante piuttosto che andare alla ricerca di una legittimità alternativa del di tutti delle verismo quella securitaria
Abbiamo bisogno di sicurezza attorno
Contro il terrorismo prima di tutto ma trattare di questioni di sicurezza e anche occuparsi di abito sovrano del risparmio delle persone della povertà della violenza diffusa della situazione della solitudine della integrazione
Della tenuta della società
Cari amici le indicazioni dello scenario globale mostrano che tra le prime cose che ci sono da fare per chi vuol fare politica è connettere
Connessioni reali per vincere le logiche emotive delle tribù riallacciare rapporti è un'opera che oggi nessuno fa sembra inutile
Ma c'è un vuoto immenso con una politica
Divisiva e polarizzata
Occorre un'iniziativa di connessione tra mondi che non si parlano ma non nei termini consociativi ma su una base civica e questo avviene in molte realtà di cui voi siete testimoni
Connettere integrare
Connettere diventa un metodo un'opera di cultura
Significa spiegare quello che succede ascoltare fare spazio ai problemi reali ricreare una cultura popolare uscire dalla fretta e non farsi imporre in tempo dalla fretta di un circolo infernale
Creare
Un processo di rammendo città per città comune per comune
L'urgenza
Non c'è urgenza di Noemi e non si è spenta a causa della rassegnazione
C'è tanto da costruire
Ci sono tanti temi da proporre da divulgare
Io credo che da questo movimento
Nascerà qualcosa perché nella società e delle persone ci sono risorse domande che non immaginiamo c'è un mondo immenso fuori dalla politica preoccupato inerente
Con slanci che ci spengono ma un mondo immensi
Condivido i valori che Paolo ai Nucci atto
Sembra che solo il populismo siano in grado di interpretare la gente
O il ribellismo risentimenti volle paura sia in grado di interpellare il giovane
Ma la globalizzazione non arriva
C'è il tema d'una cultura politica che rimane la una sfida appena da insomma d'un umanesimo democratico che non dobbiamo mettere in biblioteca tra i libri vecchi manca va vissuto con impegni e con le gambe io credo che questo lavoro che è un lavoro politico che è un lavoro culturale che è un lavoro di iniziativa policentrica ma in Rete può ridare prestigio alla politica o almeno
Può costruire una base solida di un popolo e non di una tribù un popolo perché pensa agisce e ha una visione insomma una riserva per il nostro fare
Grazie professor Riccardi grazie per queste parole così preziose connettere rammendare
Coltivare la visione recuperare il rapporto tra la politica e la cultura è recuperare la fierezza della nostra storia è veramente esserlo tale importante di cui abbiamo bisogno e che sentiamo poco onestamente poco
Prima di introdurrà il nostro ultimo ospite della mattinata permettetemi di ringraziare di introdurre Mario Girotti che noi no
Sta il suo il primo intervento nel pomeriggio quindi i lavori proseguono poi nel pomeriggio alle quattordici no rimanete con noi
Introduco quindi al passo la parola al nostro all'ultimo ospite della mattinata il presidente Paolo Gentiloni
Ex presidente del Consiglio dei ministri già ministro delle Comunicazioni nel governo Prodi e ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale del governo Renzi
Presidente che ha fatto nel tentativo costante di dialogo e di superamento delle divisioni la cifra del suo agire politico
Pensa che esiste ancora la possibilità di costruire uno spazio democratico stiano parlando di democrazia dove stiamo a che punto siamo grati al presidente la spacchiamo
Ma a che punto
E poi
A che punto
A che punto siamo
Ma stamattina un buon punto secondo me nel senso che io vi ringrazio ringrazio Paolo Elena
Mario Andrea
Perché credo che sia una mattina di innanzitutto di discorsi interessanti
E comunque sia importante una mattina in cui nasce una proposta nuova
Poi la proposta farà la sua strada non mettiamogli fretta non gli non mettiamogli etichette non l'asso sovraccariche a Moratti
Domande
Ma certamente nasce una proposta
Nuova
In un momento in cui noi abbiamo bisogno di proposte nuove abbiamo bisogno di idee e abbiamo bisogno innanzitutto di esserci quindi la prima cosa che voglio dire grazie a tutti voi per essere qui
Abbiamo bisogno di
Perché il quadro è quello che hanno descritto Paolo Ciani Andrea Riccardi
E non è un quadro incoraggiante forse
Perché
Non è giovanissimo come come il sottoscritto è uno dei momenti più più difficili più delicati più preoccupanti del contesto globale e Italia
Andrea ricordava come siamo spesso prigionieri del presente nel modo in cui facciamo politica spesso talvolta anche nel modo in cui facciamo cultura facciamo impresa
Abbiamo le nostre relazioni
Io penso che questo presente la cosa mi preoccupa ancora di più
Tende sempre più a volgere lo sguardo verso il passato
Ma non nel senso di quel patrimonio condiviso cui faceva giustamente riferimento Andrea
Ma la tendenza a guardarsi indietro a guardare verso il passato a guardare magari a quella singola pagina di di di storia
Strepitosa che ciascun Paese anche i paesi più piccoli hanno avuto negli ultimi secoli da loro
L'esistenza commi uno guarda indietro a quella a quel periodo quella pagina quell'impero quel piccolo regno la quella situazione in cui egemonizzare il tuo vicino a quel momento in cui l'influenza attua nella regione o nel mondo era più forte
E guardate che è sorprendente in quale misura oggi in giro per il mondo
Si facciano frequenti riferimenti I sonnambuli
I sonnambuli la famosa definizione delle classi dirigenti classe di governo del mille novecentotredici
La fine della Belle Époque
Uno dei periodi apparentemente di travolgente successo e ottimismo del mondo
Conquiste scientifiche trasporti trendy
E poi negli ultimi anni la la psicanalisi la alla Secessione viennese
Una meraviglia
E improvvisamente con pochissimi segnali premonitori alcuni dei quali anche purtroppo provocati dal nostro Paese penso alla invasione della Tripolitania della Cirenaica
Esattamente poco prima di questi di queste dinamiche delle guerre balcaniche
E improvvisamente nel giro di poche settimane il mondo precipitò nella guerra più sanguinosa della sua storia
Siamo a questo
Io non credo che siamo a questo ma credo che saremmo
Cecchi
Se non vedessimo che ci sono dei segnali di ritorno al passato di ritorno indietro e di rischi di contrapposizione tra paesi popoli e idee che non sono mai Stati così gravi
Ce ne rendiamo conto
Rischio è davvero grande
E l'Italia è un laboratorio purtroppo laboratorio molto avanzato di queste dinamiche
Forse dopo gli Stati Uniti e il paese in cui più chiaramente si gioca
La partita che è in corso per determinare
Il futuro
Di questi anni per capire in che direzione andiamo se andiamo in una direzione
Di un futuro migliore o se andiamo tutti a rinchiuderci
In quel in questo presente con quei richiami al sovrani Isma'
E e i rischi di cui parla l'Italia è un laboratorio fondamenta
Quindi esserci tutti
Ciascuno a modo suo cioè ciascuno con le sue esperienze con le sue tradizioni con le sue forme politiche o di organizzazione sociale molto importante in questo momento
Noi abbiamo rischi economici come sapete bene rischiamo di uscire da un sentiero faticoso di ricostruzione di crescita faticoso è insufficiente
Perché se fosse stato sufficiente
Se la consapevolezza della gravità della crisi
Fosse stata più forte se il tempo a disposizione per curare le ferite le cicatrici fosse stato maggiore
Le elezioni forse sarebbero andate in modo diverso al di là dell'onda globale che in parte le ha influenza
Però quel sentiero c'è stato in questi anni in questi anni l'Italia faticosamente si è rimessa
In sesto
E avrebbe le condizioni in parte aveva anche cominciato ripeto con gravi ritardi e gravi insufficienze a mettervi mano
Per affrontare proprio perché hai ripreso un pochino questo cammino
Le ferite che sono aperti
Ferite sociali le ingiustizie che non sono mai state così drammatica del nostro Paese
E nei Paesi occidentali
Non abbiamo mai avuto dal dopoguerra una situazione come negli ultimi anni in cui alla crescita economica
Non è corrisposta una riduzione delle diseguaglianze ma un aumento delle diseguaglianze e purtroppo ce ne siamo resi conto con un gravissimo ritardo
Ora questo sentiero di ripresa il ministro dell'Economia Pato Angelo definiva il sentiero stretto
è molto a rischio
A me non interessa descrivere questi rischi dal punto di vista dell'unione europea dal punto di vista dei mercati va tutto bene
E certamente sottovalutare il ruolo dell'Unione Europea sottovalutare il fatto che viviamo in un'economia di mercato
Sarebbe semplicemente un sintomo
Di irresponsabilità
Mentre resta da dire che noi rischiamo di uscire da questo sentiero di abbandonare questo sentiero frutto non dei miracoli del Governo ma dei sacrifici delle famiglie e delle imprese italiane
Per una girandola di promesse parole
Debiti annunci che non ha precedenti nella storia del nostro Paese non ho mai visto una cosa del genere
Vogliamo
Mettere più risorse per la povertà ma certo che dobbiamo mente
Quando abbiamo presentato la il nostro reddito di inclusione insieme a me molti di voi
E all'alleanza contro la povertà la prima cosa che ci siamo detti
Che insomma questa questa misura riguarda al momento due milioni due milioni e mezzo di persone platea potenziale e dovrebbe riguardare almeno il doppio
Ci sono più risorse meraviglioso
Ma nessuno ha capito minimamente come queste risorse saranno messe in campo minimamente
Sì è solo capito una cosa
Che è una cosa che funziona che si chiama rettitudine prolusione che ha raggiunto in appena sei mesi un milione cinquanta mila italiani e non è facile perché guardate lo sapete molto meglio di me non è che devi solo staccare un assegno o peggio mettere un cip su un bancomat
Le misure contro la povertà sono misure hanno una fatica relazionale sociale di individuazione delle persone potenzialmente interessate non basta scrivere il decreto
L'unica cosa chiara ho visto che stamattina il nostro uno dei due vice presidente del Consiglio ha detto
Ma di delle limitazioni e delle modalità di questo famoso reddito di cittadinanza le scoprirete quando sarà approvato ho capito
Capisco che era anche un modo per frenare il delirio degli ultimi giorni noi le spese immorali in Unieuro il bancomat e ognuno che diceva la sua ma se c'è
Un esperimento che tutto sommato sta funzionando
Ma rafforziamo colonie volete cambiare nome cambiargli nome non ci offendiamo se viene cambiato il nome cifre occupiamo se si butta a mare è un lavoro che è stato fatto e si spiegano risorse pur avendo fatto promesse imprevedibili in questi anni in questi giorni
Vuole occupare del disagio sociale ma perché devi cancellare i piani e i progetti per il risanamento delle periferie che negli ultimi anni faticosamente erano stati messi in campo questo mi preoccupa
Il governo di Penelope e l'idea che
Che che il primo obiettivo è sfasciare quello che è stato fatto come ricordava giustamente Andrea dandone anche un profilo ahimè culturale a questa idea sfasciare tutto quello che è stato fatto
Continuamente primaria
E contemporaneamente a proposito
L'Italia non solo rischia di uscire da quel sentiero di
Di faticosa ripresa della nostra economia sia pure ancora piena di guai di giustizia sociale di disagi da affrontare
Ma rischia anche un isolamento internazionale questo davvero senza precedenti nella nostra storia recente ma parlo non non di storia recente degli ultimi anni parla di storia recente degli ultimi sessanta
Un'Italia sola incattivita è un'Italia che in fondo non abbiamo mai visto negli ultimi sessant'anni e noi abbiamo questo rischio oggi di fronte
Si dice che
Per affrontare seriamente il tema migratori bisogna innanzitutto
Trovare i meccanismi per governare i flussi
Figurarsi
Bisogna trovare i meccanismi per governare i flussi anzi aggiungo
Il mio governo affatto da questo punto di vista un lavoro straordinario ce qui Mario Morcone
Il mio è stato uno dei protagonisti
è una base
Perché è chiaro che se voi passare da migrazioni
Pericolose gestite dai trafficanti a migrazioni legali basate su quote
Basate su corridoi umanitari
Oltre che sull'accoglienza come un'integrazione che funziona devi essere in grado di governare i numeri
Il famoso discernimento che ricorda spesso papa Francesco applicato alle migrazioni vuol dire anche questo
Ma noi la base per fare questo lavoro ce l'abbia e non per il lavoro di saldi per il lavoro che abbiamo fatto nell'ultimo anno in questo Paese ora poi lavoro rischia di essere messo in discussione
La cosa incredibile che vedo in questi giorni
Guardando le statistiche fornite su questo tema
è che noi anche con il nuovo decreto che è stato proposto
Rischiamo di non rendere migliore la capacità di integrare di accogliere
Rischiamo semplicemente di moltiplicare le ragioni di tensione a livello sociale
Perché se tu
Fai un decreto il cui risultato è praticamente una specie di fabbrica continua di clandestini perché questo è il risultato che produce questo decreto nuove aggiunge obiettivo che stai promettendo
E se
Nei primi mesi di questo governo precipita il numero dei rimpatri
Volontari e assistiti e leggo su qualche giornale
Che invece sta aumenterà e di brutto il numero dei rimpatri verso l'Italia dalla Germania
Hai fatto un capolavoro cioè abbiamo nemici dappertutto dalla Francia alla Tunisia a mezzo Mediterraneo e contemporaneamente facciamo meno rimpatri
E riserviamo più rimpatri da un altro Paese vicino come la Germania
Dove il passo in avanti da questo punto di vista quindi io credo che noi corriamo grandi rischi in questo momento
E abbiamo bisogno in un momento così pericoloso di una reazione
Domenica scorsa c'è stata una bella manifestazione del PD a piazza del Popolo
A me non interessa tanto il profilo politico le dibattito interno ma ho visto una bella piazza a piazza del Popolo piena di gente
E ho visto questo con un segno di risveglio così come vedo questa Assemblea come un segno desideri
Perché c'è tanta politica nella nostra Italia nella nostra società non solo in Parlamento non solo
Né i partiti
E questa voglia di politica che c'è nella nostra società anche in modo
Non necessariamente ordinato una cosa di cui si è parlato poco presente poco un po'si è parlato ma non abbastanza e che quella stessa domenica in un'altra piazza Milano a piazza Duomo c'era una manifestazione
Un un po'più piccola ma di decine di migliaia di persone piazza Duomo
Cui dà il cui dal cui palco parlava
La senatrice Liliana Segre
Organizzata da una rete praticamente auto organizzata
Abbiamo bisogno di questo abbiamo bisogno del fatto che ciascuno nel modo che ritiene più utile se condivide l'idea che siamo in un momento allarmante pericoloso
Dia il suo contributo esserci oggi è la prima condizione fondamentale
Poi verrà
Verrà il momento delle delle scelte più politiche le liste le elezioni le elezioni locali le elezioni europee avremo il tempo per parlarne e per discutere ma del risveglio c'è bisogno qui che ora
E deve essere basato su un atto di volontà come è sempre stato nei passaggi fondamentali della nostra storia a un certo punto
Si decide anche superando delusioni amarezze divisioni si decide che non puoi permetterti di non partecipare di non essere presente di non dare il suo contributo questo è uno di quei momenti
Non possiamo permetterci di non essere perfetto
Risveglio ha bisogno
Di buona politica
è stato detto molto da Paolo ed Andrea quindi
Faccio proprio due o tre annotazioni conclusive buona politica
Avendo come primo credo obiettivo fondamentale
La consapevolezza che
Come era finita la Belle Époque nel mille novecentotredici I sonnambuli non se ne accorgevano
Anche la Belle Époque della globalizzazione è finito
Non è finita la globalizzazione
Solo una guerra può mettere fine alla globalizzazione nel mondo di oggi
è finita l'idea
Un po'illuministica che è stata coltivata nell'intervallo tra la caduta del muro di Berlino e la crisi di dieci anni fa la globalizzazione alla fine
Fosse come un'onda di marea che fa salire tutte le barche che aiutasse un po'tutti che il re arricchisse un po'tutti che rendesse un po'tutti
Più liberi
E più uguale non è così la globalizzazione contiene molte minacce e ha prodotto nelle nostre società disagio sociale ingiustizie
Che dobbiamo mettere finalmente
Ed è un discorso di critica alle cose che abbiamo fatto in questi anni nonostante il buon lavoro che tutto sommato abbiamo fatto dobbiamo mettere finalmente al primo posto se non capiamo
Quanto è grave la crisi che la globalizzazione sta provocando in vasti settori della nostra popolazione non solo tra gli ultimi ai più poveri ma in vasti settori della nostra popolazione non andiamo da nessuna parte
Secondo direi
Dobbiamo essere molto attenti a queste espressioni politico sociali
Del meraviglioso tessuto della società italiana volontariato corpi intermedi associazioni
Questa idea che ogni tanto si è coltivata scusate la parola della disintermediazione
Cioè del rapporto diretto tra la leadership e il cittadino tra la leadership che il popolo
è un'idea sbagliata che fa a pugni con la storia la realtà del nostro Paese Italia non è così non è il paese
In cui puoi permetterti di non valorizzare queste articolazioni
Però se la società e infine
Non farsi contagiare dalla cattiva politica
Mi ha parlato molto Andrea io sono molto d'accordo con lui
Perché noi se vogliamo sconfiggere
Il nazionalismo
E il populismo
Lo dobbiamo fare anche rifiutando i loro linguaggi i loro modi di fare politica la loro aggressività
Non possiamo
Contagiare da questo modo di fare
La disinvoltura con cui qualcuno può dice me ne frego tiro dritto
Molti nemici molto onore
La disinvoltura con cui qualcun altro fa comizi dal balcone di Palazzo Chigi o dichiara che la povertà est è stata abolita
Certamente ci fa ribollire il sangue però prima di rispondere con una cosa altrettanto violente altrettanto improvvisata altrettanto veloce prendiamoci un attimo di riflessione perché i cittadini
Ci riconoscono
Anche nella misura in cui vedono in noi una capacità di rasserenare di tranquillizzare
Di offrire credibilità competenza capacità di governo
è chiaro che in questo momento sembra di parlare di cose fuori da ogni grazia di Dio la competenza la credibilità la capacità di rasserenare la serietà ma noi a questi valori non possiamo rinunciare guai a contabile veniamo fiscale con il nostro modo di essere e di fare politica
Piuttosto
Cerchiamo di alimentare speranza
Cerchiamo di
Pubblicizzare il più possibile i risultati che riusciamo a ottenere sul terreno dell'inclusione
Cerchiamo di trovare antidoti e soluzioni efficaci
Alla grande emergenza sociale dei nostri tempi che come è stato detto
è la solitudine
Contrapponiamo ai teorici della decrescita l'idea di una crescita felice
La crescita felice in tempi di grande sfida ambientale e di maturità economica come questa è per forza di cose una crescita più sobria
Né i consumi né i comportamenti
Ma non è certo decrescita
Raccontiamo questo modello di società e soprattutto raccontiamo il fatto
Che alla democrazia rappresentativa liberale non siamo disposti a rinunciare
Perché alla fine
Se non siamo in campo alla fine la posta in gioco diventerà questa
L'idea delle democrazie illiberali di cui parla da qualche anno il primo ministro ungherese
Oppure l'idea della democrazia immediata della Rete che sostituisce la democrazia rappresentativa di cui parlano alcuni dei populisti in Italia e in giro per l'Europa
Non deve essere
Un pretesto
Per rifiutare il nesso tra democrazia e libertà guardate che questa minaccia in un mondo in cui già ci sono presenze fortissimi di grandi modelli pensate al modello cinese
Che teorizzano la possibilità di essere efficienti sul piano economico anche senza
Democrazia e libertà
Consentire la disconnessione tra democrazia e libertà che una cosa inaccettabile c'è democrazia nella misura in cui c'è il diritto delle minoranze
C'è il ristretto delle diversità
C'è l'autonomia della magistratura c'è la libertà di stampa senza i principi liberali non c'è democrazia e di questo alla fine andremo a discutere alle prossime elezioni europee
La vera posta in gioco sarà addirittura sulla democrazia liberale ecco perché è così importante
Ecco perché è così importante
è esserci
è così importante dimostrare
Che c'è una politica popolare che non coincide con il nazional populismo c'è una politica popolare che non coincide con il nazional populismo
E questo è anche il contributo credo che da questa incontro può venire
Mettiamoci in cammino e facciamolo insieme
Grazie
Allora la strada è stretta ma possiamo affrontarla con il senso che le istituzioni sono un valore non un disvalore e tutti insieme libertà democrazia permettetemi di se avete ancora cinque minuti di tempo abbiamo parlato di lentezza
Vorrei leggervi e salutarci così con la lettura del di un pezzo della nostra Costituzione
E l'articolo tre della nostra Costituzione
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge sesto senza distinzione di sesso
Di razza di lingua di religione di opinioni politiche di condizioni personali e sociali è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini impediscono il pieno sviluppo della persona umana
E l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica economica e sociale del paese
Se la democrazia e iniziare la dove si cerca di dare a tutti e a tutte le stesse opportunità per realizzare pienamente se stessi
Continuiamo a pensare solidale e auguriamoci credere mostra con la S nel mezzo
Sappia trovare nuove genuine risposte ai bisogni dell'essere umano e al profondo bisogno di rinnovamento che c'è oltre che al bisogno di democrazia grazie ancora tutto e a tutti buon lavoro a ognuno di noi e buon cammino
Sulla ormai
Non signora no