Nel 1958 la legge Merlin ha segnato la fine delle case chiuse, ma non della prostituzione.
Il lavoro sessuale si è infatti spostato nelle strade, negli appartamenti privati o nei centri massaggi.
Ma prostituirsi oggi non è un crimine e sebbene oggi esistano reati come il favoreggiamento e lo sfruttamento della prostituzione, secondo l'ISTAT nel 2014 questa attività ha raggiunto un valore di 3,7 miliardi di euro.
Secondo le stime presentate alla Camera in una proposta di legge del 2015 con primo firmatario Turco, regolamentare il lavoro sessuale permetterebbe allo … Stato di recuperare intorno al 40% di questo giro d'affari, portando nelle sue casse e sottraendo alle organizzazioni criminali 2 miliardi di euro l'anno.
Ma nonostante le numerose proposte, il Parlamento non ha ancora votato alcuna legge su questo tema.
Nel frattempo chi decide di intraprendere questa carriera deve affrontare problemi di ogni tipo, dalla mancanza di una assistenza sanitaria adeguata, alle difficoltà con il permesso di soggiorno e con l'affitto di una casa.
Per non parlare della mancanza di un trattamento pensionistico o delle vessazioni subite.
Per questo nella società civile sono numerose le voci di chi chiede una legge che salvaguardi i principi di libertà e autodeterminazione di chi sceglie consapevolmente di prostituirsi.
Come Pia Covre, che dal 1982 porta avanti le sue battaglie con il Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute (http://www.lucciole.org/).
O l'Associazione Radicale Certi Diritti, che sta per lanciare una mobilitazione a favore di una nuova legge di regolamentazione della prostituzione che garantisca la sicurezza e il benessere dei sex workers e che allo stesso tempo difenda le vittime di tratta.
leggi tutto
riduci