Convinta che il terzo tempo sia da vivere pienamente, senza mai smettere di cercare la felicità, ne scrive con spirito battagliero in una rubrica.
"Insegno malinconia positiva.
Soffrire da vecchi è la regola.
Soltanto i vecchi speciali ce la fanno.
E i vecchi speciali sono quelli che stanno bene." Quando eredita dal padre un austero ex convento a Civita di Bagnoregio si lascia prendere da un progetto vagamente sconsiderato: radunare in quella casa bella e nuda, incastonata in un luogo simbolico che si sfalda lentamente, i compagni con cui … giovanissima ha condiviso a Milano la vita e l'impegno politico, per ricreare una comune, una famiglia larga in cui spartire gli affanni e discutere del futuro perché un futuro c'è sempre, fino alla fine dei giochi.
È un tentativo di tornare all'età delle illusioni, "la leggenda d'aver ragione che ha nutrito la nostra seconda infanzia"? Energica, accentratrice, un po' egoista, Costanza è il magnete da cui tutti finiscono per essere catturati: gli amici di un tempo, con i loro dolori, le rivalse, i fallimenti; il compagno di una vita, Dom, che lei ha scelto di allontanare ma che la sorveglia con la tenacia di un'affettuosa sentinella; il figlio Matteo, che cova da grande distanza un suo carico di pena.
Mentre tutti convergono su di lei, Costanza si sente soffocata dall'enormità del suo disegno.
Riuscirà a portarlo a compimento? È proprio sicura di volerlo? E che cosa succederà?.
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