Sì, ma se poi in classe ci sono dei bambini stranieri? Potrebbero rallentare il programma.
Per farla finita con i luoghi comuni (e i timori incontrollati) che serpeggiano fra i banchi, Benedetta Tobagi è andata a vedere cosa succede nelle scuole primarie.
Scuole pubbliche, ovviamente.
Un viaggio che è cominciato ad Amatrice, l’ombelico d’Italia, e ha toccato Roma, Brescia, Ancona, Torino, i paesini della bassa mantovana, ma anche realtà più di frontiera come Udine … e Palermo.
In Italia ci sono molti maestri e dirigenti bravissimi, ma la buona volontà non basta a far funzionare bene una scuola.
I bambini stranieri in realtà si rivelano una ricchezza, non un ostacolo.
Crescere e studiare in una classe mista permette di conoscere una porzione di mondo più grande.
È come fare un Erasmus stando a casa e infatti capita a Palermo che studenti universitari e minori stranieri non accompagnati frequentino insieme gli stessi corsi di italiano.
A Genova e Milano invece uno dei momenti più attesi dagli alunni è la condivisione di parole e storie legate al proprio Paese d’origine.
Ci sono scuole che cercano di ampliare l’offerta formativa specializzandosi nello sport o nella musica, altre che istituiscono attività extra senza chiedere costi aggiuntivi ai genitori.
E poi ci sono tutti quei docenti che messi alle strette dai tagli alla scuola pubblica si ritrovano a fare i salti mortali con il solo sostegno di pochi colleghi motivati.Benedetta Tobagi racconta con grande partecipazione le piccole e grandi gesta di questi allievi e dei loro maestri che sanno come accompagnarli senza imbrigliarli, senza condizionarli, senza togliere dalle loro ali di farfalla la polvere sottile che consente di prendere il volo.
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