24 OTT 2000

Intervento di Olivier Dupuis sulla riunione del Consiglio europeo informale di Biarritz (13 e 14 ottobre 2000)

STRALCIO | - PARLAMENTO EUROPEO - 00:00 Durata: 3 min 13 sec
A cura di Andrea Maori
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Registrazione video di "Intervento di Olivier Dupuis sulla riunione del Consiglio europeo informale di Biarritz (13 e 14 ottobre 2000)", registrato a Parlamento Europeo martedì 24 ottobre 2000 alle 00:00.

Sono intervenuti: Olivier Dupuis (parlamentare europeo, Lista Bonino).

Sono stati discussi i seguenti argomenti: Commissione Ue, Consiglio Europeo, Elezioni, Europa, Giscard D'estaing, Istituzioni, Parlamento Europeo, Riforme, Stato, Unione Europea.

La registrazione video ha una durata di 3 minuti.

Questo contenuto è disponibile anche nella sola versione audio.
  • Olivier Dupuis

    parlamentare europeo (LISTA BONINO)

    (FR) Signora Presidente, signor Presidente in carica del Consiglio, signor Commissario, onorevoli colleghi, non condivido affatto l'ottimismo del Commissario Barnier secondo il quale a Nizza si potrà mantenere il sistema comunitario. Mi sembra invece che si vada nella direzione contraria. Avevamo un secondo pilastro, avevamo un terzo pilastro, ne stiamo costruendo un quarto sulla difesa e, di fatto, esiste un quinto pilastro sull'Unione economica e monetaria. Dall'altro lato, i grandi equilibri fra le nostre Istituzioni vengono distrutti poco a poco. Abbiamo una Commissione indebolita e, invece di occuparci di questi problemi fondamentali, il nostro Parlamento disserta su temi un po' surreali come quelli di una Carta che non ha alcun fondamento giuridico e che nessun organo si incaricherà mai di far applicare, mentre tutti i nostri quindici Stati membri dispongono già di Carte dei diritti fondamentali. Mentre il nostro Parlamento disquisisce sulla costituzionalizzazione, il vero problema è dato, lo ripeto, dai grandi equilibri in seno alla Commissione. Non sono d'accordo con lei, onorevole Poettering. Il problema è di non fare della Commissione un secondo Consiglio, garantendo una presenza a ognuno degli Stati, il problema è di trasformare la Commissione in un vero e proprio organo sovranazionale, l'organo dell'Unione europea. Questi cambiamenti non possono certo intervenire a scapito dei piccoli Stati, intenzione che si può indovinare osservando le manovre di taluni grandi Stati che speculano sulle tabelle di riponderazione dei voti e della composizione della Commissione, giocando sulla ricomposizione della Commissione per guadagnare un po' più di margine di manovra sulla riponderazione. La vera posta in gioco consiste nel dare, attraverso l'elezione, una reale legittimità alla Commissione in un rapporto diretto con i cittadini. L'elezione a suffragio universale diretto del Presidente della Commissione e, perché no, del Vicepresidente incaricato per gli affari esteri, per toglierlo alla fine da questo secondo pilastro, sarà l'unico modo di ridare vigore alla Commissione. Si tratta dell'unico modo per ripristinare un reale equilibrio fra le varie Istituzioni della nostra Unione europea. Ma di questo non parliamo: utilizziamo la questione della Carta dei diritti fondamentali nelle nostre polemiche nazionali, senza pensare che il futuro dell'Europa passa per una Commissione capace di rappresentare tutti i cittadini e non più gli Stati membri e che non si trasformi, come pare delinearsi quest'oggi, in un secondo Consiglio, ove sia possibile mercanteggiare su tutto senza che possa mai emergere una vera espressione della volontà comune europea. Occorre dunque lanciare un invito a tutti per ritornare alle origini della nostra Unione, ad avere il coraggio che hanno avuto Giscard d'Estaing e Helmut Schmitt quando decisero l'elezione a suffragio universale del Parlamento europeo nel 1976 e nel 1979, e per deliberare che nel 2009 avremo finalmente un Presidente dell'Unione europea, Presidente della Commissione.
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