24 SET 2003

Intervento di Benedetto Della Vedova sul risultato della riunione dell'Organizzazione mondiale del commercio (Cancún, 10/14 settembre 2003)

STRALCIO | - PARLAMENTO EUROPEO - 00:00 Durata: 3 min 49 sec
A cura di Andrea Maori
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Registrazione video di "Intervento di Benedetto Della Vedova sul risultato della riunione dell'Organizzazione mondiale del commercio (Cancún, 10/14 settembre 2003)", registrato a Parlamento Europeo mercoledì 24 settembre 2003 alle 00:00.

Sono intervenuti: Benedetto Della Vedova (parlamentare europeo, Lista Bonino).

Tra gli argomenti discussi: Agricoltura, Cancun, Commissione Ue, Consiglio Europeo, Europa, Importazione, Italia, Ministeri, Protezionismo, Riso, Tariffe, Unione Europea, Urso, Usa, Wto, Zucchero.

La registrazione video ha una durata di 3 minuti.

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  • Benedetto Della Vedova

    parlamentare europeo (LISTA BONINO)

    Signora Presidente, signor Presidente in carica del Consiglio, Ministro Urso, signori Commissari, a Cancún si è giocata innanzitutto una partita di accordi commerciali. Credo che questo, se l'OMC sopravvivrà, debba rimanere il principale tema dei negoziati. Essenzialmente, tuttavia, si è giocata una partita politica, vissuta su un paradosso - richiamato più volte dal Commissario Lamy negli incontri con la delegazione del Parlamento europeo - per il fatto che si discutesse, all'inizio, pressoché solo di agricoltura, che conta per il 20 per cento del commercio internazionale. E' vero, è un paradosso che però noi abbiamo contribuito pesantemente a creare. A Cancún si è giocata una partita di propaganda, e non bisogna certo spiegare agli eredi di Metternich e di Talleyrand quanto la propaganda conti nella politica internazionale. Noi europei abbiamo offerto su un piatto d'argento un argomento di polemica e di propaganda formidabile ai nostri "avversari", se mai lo erano, nei confronti dell'opinione pubblica internazionale. E' stato detto che c'erano delle linee rosse che riguardavano l'agricoltura, l'abolizione generalizzata dei sussidi alle esportazioni - odiosi come pochi - e un tetto massimo per i sussidi della Green Box , quelli che, in teoria, non dovrebbero distorcere i mercati. E' stato detto che, piuttosto che oltrepassare questa linea rossa, era meglio che il negoziato fallisse, così come poi è successo. Il fatto che una potenza industriale come l'Unione europea si presenti con questa remora, con queste "linee rosse", è una delle ragioni per cui oggi piangiamo un fallimento che pesa sull'Unione europea molto più di quanto pesi, ad esempio, sugli Stati Uniti. E non avrò il tempo di spiegare perché, a mio parere, questo succede. Il fatto stesso che il Commissario all'agricoltura - e non ce l'ho certo con il signor Fischler - oggi sia qui, a pari grado del Commissario Lamy, a spiegarci quello che è successo a Cancún, è un'anomalia, è il paradosso europeo sulla politica agricola. Certo, noi diciamo che il protezionismo agricolo europeo, dopotutto, non è così diverso da quello degli Stati Uniti; anzi, forse con la riforma della politica agricola europea siamo riusciti a superare gli Stati Uniti; i giapponesi con il riso fanno peggio di quanto facciamo noi. Ma noi pensiamo agli interessi dell'Europa! I colleghi sanno che tutte le delegazioni parlamentari che abbiamo avuto modo di incontrare insistevano sulla questione agricola. Lo facevano per ragioni strumentali, per coprire le tariffe vicine al 90 per cento sul tessile indiano. Sarà pur vero, ma come facciamo noi a spiegare a questa gente che vogliamo regole nuove per gli investimenti? Chiediamo a paesi in via di sviluppo regole sulla concorrenza, sugli appalti pubblici, e poi continuiamo a sussidiare l'esportazione di carne o di riso o di altro. Potremmo poi discutere a lungo, signora Presidente, dell'Everything but Arms . Abbiamo rinviato al 2010 la definitiva cancellazione delle tariffe sull'importazione del riso, delle banane e dello zucchero. E' questo tutto quello che riusciamo a offrire ai paesi in via di sviluppo? Facendo, per di più, perdere gli interessi (Il Presidente interrompe l'oratore)
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