L'intervista è stata registrata mercoledì 11 marzo 1992 alle ore 00:00.
Nel corso dell'intervista sono stati discussi i seguenti temi: Guerra, Onu, Pace, Politiche 1992, Somalia.
La registrazione audio ha una durata di 13 minuti.
15:00
09:00, Napoli
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9:30 - CAMERA
10:00 - SENATO
8:30 - Parlamento
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8:30 - Parlamento
8:45 - Parlamento
13:30 - Camera dei Deputati
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Abbiamo i nostri microfoni Stefania Pace del Cispel comitato internazionale per lo sviluppo dei popoli un'associazione che realizza
Dei programmi di sviluppo di cooperazione formazioni in Italia e soprattutto all'estero dunque Stefani in quali settori innanzitutto per il Cispel che cos'è
Ci spera una organizzazione non governativa
Che opera appunto in progetti di sviluppo
Essenzialmente nei settori sanitari nei settori agricoli nel settore di pesca e nei settori di attività generatrici di reddito abbiamo dei programmi in in Africa in Etiopia Tanzania e Somalia
è in partenza una programma in Namibia
E in Sudamerica Argentina Ecuador Perù e Colombia
E così Fania pace l'abbiamo intervistata perché di ritorno appena da Mogadiscio
Come sapete è la capitale della Somalia martoriata da una guerra che in atto dal diciassette novembre dello scorso anno e che ha già provocato circa trenta mila morti nella sola Mogadiscio che cosa facevi anzitutto a Mogadiscio
Dunque intanto c'è da dire che il Cispel Somalia dal mille novecentottantacinque con un programma di sviluppo che era nella regione del Medio Giuba non ci occupavamo di primary perché dalla guerra di Siad Barre questo programma ovviamente è stato interrotto e partito invece un programma di emergenza sanitaria nascita di Mogadiscio
Dal maggio del novantuno
Questo programma d'emergenza contemplava la gestione di quattro centri materno infantili di una distribuzione di razioni alimentari alle famiglie dei bambini malnutriti di cui
Ci occupavamo con un programma nutrizionale fatto sul posto
Attualmente c'è tutto questo è stato sconvolto ovviamente dall'ultima guerra iniziata il diciassette novembre
E ci occupiamo invece ancora dei centri di cui ci occupavamo prima tranne uno che è stato completamente distrutto e che erano tutti nella zona nord di Mogadiscio
E ci occupiamo di tutti i
Profughi diciamo così
Che sono fuggiti dal dalla città e si sono rifugiati in un raggio di territorio di circa sessanta settanta chilometri a nord di Mogadiscio
E che vivono praticamente in accampamenti di fortuna intorno ai pozzi che che ci sono nella nella zona nel territorio controllato però con la soluzione
Questo è il territorio controllato se si può dire controllato in realtà si può dire cioè avvitato storicamente dall'a famiglia di Ali Mahdi c'è da tutto il gruppo degli Abbiati
La stessa cosa cioè succede esattamente a sud della città quindi anche a sud della città ci sono tutti questi campi profughi che non sono dei veri e propri campi profughi naturalmente come noi cioè siamo un po'abituati a vedere
Ma sono semplicemente degli accampamenti di persone che si raggruppano intorno ai polsi e vivono in condizioni assolutamente disastrosa perché ha veramente non c'è nessuna nessuna struttura sanitaria non c'è nessuna nessuna struttura dal punto di vista di latrine o di o di case quindi vivono solamente seconde rifugi di stoffa reo di o di
E chi si chiamano ecco facciamo un passo indietro un attimo lo scontro in atto a Mogadiscio tra due fazioni della stessa organizzazione combattente l'UE est il congresso unito somalo sono due le due fazioni del presidente ad interim il cosiddetto presidente ad interim Alimadhi e del G del generale Mohammed Farah Aidid
Ecco tu che sei un po'un'esperta di queste Kabili e tribù somale a quali gruppi a quale tribù appartengono
Dunque il presidente Ali Mahdi appartiene alla al grosso gruppo degli Hawia
E alla sotto clan negli hangar ed il generale edibile invece appartiene sempre al clan degli Ewe a al sotto clan degli alberi di dire
Ecco partire dal dagli ultimi anni di SIAD Barre la lo scontro politico militare in Somalia è ritornato a a far riferimento appunto alle tribù e ai clan questo dato tribale quanto pesa oggi in Somalia
Beh direi che pesa al cento per cento non si ragiona più in termini di unità nazionale in termini di Stato ordinazione si ragiona esclusivamente in termini di clan
E quindi di regioni perché non bisogna dimenticare che ognuno di questi clan
Appartiene a un territorio
E quindi come tale vuole controllare quel territorio il grosso problema è sempre stato Mogadiscio naturalmente il perché cioè storicamente appartiene agli hangar però naturalmente Mogadiscio essendo la capitale essendo stata sempre cento degli aiuti il centro del potere
è sempre stata piuttosto volata anche voler altre popolazioni
Con le altre organizzazioni umanitarie operano la vera città dunque dal punto come organizzazioni non governative a parte noi che siamo l'unica ONG italiana chiesta
Operando a Mogadiscio ce n'è un'altra invece berbera che il copy cessa il the children inglese
Mensa sans frontières Belgio o Francia a seconda dei periodi
E e poi c'è dalla Croce Rossa internazionale ovviamente e l'Unicef che praticamente supporta tutte noi
Come si presenta ora Mogadiscio dopo un anno di devastazioni che sono iniziate con il bombardamento della città da parte delle truppe di Siad Barre che fuggiva che cosa è rimasto in piedi ma praticamente mai ma se anche assolutamente niente
Magari c'è stata completamente distrutta era già stata molto molto danneggiata
Dai bombardamenti di Siad Barre a gennaio del novantuno adesso in pratica non esiste più il centro è stato completamente devastato quello che non è stato distrutto dalle cannonate è stata poi distrutto dai saccheggiatori da queste bande armate che girano e che e che saccheggiano rubano distruggono violentano le donne fanno di tutto e e quindi non è rimasta in piedi ha solamente più niente polacchi sicure dell'assistenza medica e con quali strutture
Dunque chi sicuramente senza America sono sempre organizzazioni non governative
Chi si occupa proprio degli ospedali c'è da dire che tutti gli ospedali erano già c'è proprio fisicamente concentrati nella parte sud di Mogadiscio
Questi ospedali già da gennaio dunque venivano seguiti da mensa sans frontières che si è sempre occupata più di della parte ospedaliera diciamo e curativa che non della parte di assistenza sul territorio
E a nord cioè una parte nord di Mogadiscio naturalmente era stato invece c'è riattivato da poco una ex prigione
Dalla Croce Rossa internazionale ed era stato trasformato in un ospedale chirurgico essenzialmente quindi con la sala operatoria e con letti di degenza postoperatorio
Volevo chiederti ora chi è rimasto a Mogadiscio perché sappiamo che gran parte della popolazione fuggita in seguito agli scontri
Ma che rimasta Mogadiscio essenzialmente sono quelli che stanno combattendo quelli che in qualche modo son rimasti isolati e non si son potuti potuti muovere o quelli e disperatamente cercano di non lasciare le loro case
Perché hanno paura duramente dei saccheggiatori appena escono dalle case cioè legate vengono saccheggiate quindi quei pochi che ancora posseggono una casa posseggono qualche cosa cioè rimangono tenacemente attaccati a le loro proprietà
Stefania Pace appena tornata da Mogadiscio ma ovviamente il Comitato per lo sviluppo dei popoli è in contatto costante con gli operatori che sono ancora a Mogadiscio è stato firmato un cessate il fuoco grazie alla mediazione dell'ONU del l'Organizzazione per l'unità africana della organizzazione della conferenza islamica della Lega araba un cessate il fuoco è stato firmato martedì della scorsa settimana ecco la tregua sta reggendo
In un certo senso sta reggendo i combattimenti sono diminuiti rispetto ai giorni passati però o ci sono degli sporadici cannoneggiamenti che è difficile dire tra l'altro se vengono da una delle due fazioni o se invece arrivano da
C'è da altre fonti non controllate ecco qual è la situazione in proprio qui volevo arrivare perché pare che soltanto una parte dei guerriglieri combattenti a Mogadiscio sia riunita nelle nelle due fazioni del Congresso somala unito invece la maggior parte appunto sembra che siano dei semplici Devastator i saccheggiatori
Esatto infatti questo è il più grosso problema di qualunque cessate il fuoco
A anche anche se arrivassero ad un reale accordo completo le due fazioni nessuno può garantire la tenuta del cessate il fuoco proprio perché ci sono queste bande questi
O questi singoli individui che hanno però delle armi potenti dei cannoni dei delle delle delle mitragliatrici eccome se li procurano
Se le procurano perché cioè la Somalia era piena di armi erano a con un qualcosa di incredibile già dai tempi di Siad Barre non tutte armi che erano state non c'è prese da Siad Barre e poi tenute lì è tuttora Salzano andando avanti con queste armi
Cioè probabilmente c'è stato qualche rifornimento di munizioni questo è anche
Cioè anche probabile Mariani che fino adesso sono quelle che c'erano anche prima e cena una quantità inverosimile
Per cui si vendono si comprano si rubano
C'è molto giro
Dove è possibile giungere ad una pacificazione con l'intervento di osservatori ONU oppure di truppe di di di pace di caschi blu sul modello ad esempio di quanto sta avvenendo in Croazia
è difficile dirlo io credo che a questo punto l'unica soluzione forse potrebbe essere un intervento
Armato dei caschi blu non tanto l'intervento di osservatori è un intervento pacifico diciamo di di caschi blu
Questo potrebbe essere un sistema anche se si poteva trasformare in quello che è una strage anche di caschi blu quindi veramente molto difficile da dire ed è molto difficile da valutare la somma è stato smembrato completamente Mogadiscio nel caos più totale
E la gente è stanca da morire di guerra però nello stesso tempo sembra che sia l'unica cosa che poi riesce a fare
Un'ultima domanda Stefania sarebbe possibile otto ville con quali margini una mediazione italiana in questo nel conflitto in atto
Ma la mediazione italiana diretta in questo momento non la vedo possibile nel conflitto di Mogadiscio non la vedo possibile perché l'Italia non è riconosciuta
Cioè diciamo non è riconosciuta abile a fare questa mediazione da tutte e due le parti
Per cui diventa molto difficile cioè avere credito quello che che invece Italia può fare può lavorare ai fianchi diciamo e quindi può convincere tutti tutte le altre fazioni tutti gli altri movimenti armati e non armati
A fare una conferenza di riconciliazione nazionale e a cerca di risolvere da soli questo problema questo sì lo può fare qualcuno pensava intanto ad una contrattazione internazionale del tipo Food for Peace
Aiuti alimentari in cambio del cessate il fuoco
Ma questo in un certo senso è stato già fatto è stato fatto
Con un velato con un velato ricatto anche da parte delle Nazioni Unite che hanno fatto vedere che c'erano molti fondi per per gli aiuti però questi aiuti hanno condizionati a un cessate il fuoco
Questo secondo me lascia un po'il tempo che trova nel senso che loro possono benissimo fare una cessate il fuoco finché non arrivano gli aiuti e poi scaricarsi cioè non appena quegli aiuti arrivano ricominciare a sperare cede una se convinte i loro non sono bambini affetti anche anche se poi lo sembra non c'era chi si può far vedere la caramella così stanno buoni
La ringrazio per questa intervista dedicata alla situazione in Somalia e particolarmente a Mogadiscio intervista con Stefania Pace del Cispel comitato internazionale per lo sviluppo dei popoli
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