"Guerre intelligenti - stampa, radio, tv, informatica: la comunicazione politica dalla Crimea al Golfo Persico"

Signore e signori buonasera
Le ragioni per le quali l'Archivio disarmo
Ha preso l'iniziativa di presentare il libro di Rossella Savarese guerre intelligenti
Possono essere Ratti drappi da mentre riassunte così
In primo luogo noi come archivio siamo direttamente interessati all'argomento del quale la Savarese si occupa non a caso del resto Rossella dirige presso di noi
Un dipartimento quello di intitolato armi e informazioni
Che ogni anno pubblica
Un'analisi dei comportamenti della stampa italiana terre novantuno anche dalla stampa europea
Sulle questioni che riguardano appunto fu armi di guerra i conflitti informazioni tensioni varie
Sono analisi piuttosto serie approfondire condotte con rigore scientifico che tengono sotto controllo una ventina dei nostri principali quotidiani per vedere in che misura ciascuno di essi ha corrisposto alle esigenze largamente diffusa di una informazione il più possibile ampia seria completa
Obiettiva
Nel capitolo settimo di questo libro troverete non a caso proprio perché il libro e il lavoro della Savarese e in qualche misura certo non è misurato tale collegato con la presenza con il lavoro dell'archivio nel capitolo settimo ripeto del libro troverete il sunto la sostanza dell'ultima ricerca che è stata condannata qual è stato il comportamento dei dieci principali quotidiani europea dei di fronte alla guerra del Golfo non ci siamo sforzati di presentare questo lavoro in vari modi debbo dire che sui nostri organi di stampa alle o è stata minore di quel che non ci aspettavamo
è che in realtà i mass media e in genere non hanno l'abitudine a rimettere in discussione se stessi
E nel lavoro della Savarese che troverete ripeto qui al capitolo settimo
Ci sarebbe motivo perde i nostri quotidiani di riflettere un po'su certi loro atteggiamenti risulta per esempio in modo evidente
Che i nostri due maggiori quotidiani edile Corriere della Repubblica gli unici che abbiamo preso in esame tra quelli italiani sono quelli che hanno sparato insieme alla divelte tedesca i titoli più grossi gli aggettivi più pesanti nei confronti del dittatore iracheno e d'altra parte contemporaneamente non a caso quelli che hanno fornito meno informazioni meno analisi meno motivi di riflessione e non hanno mai dato se non in qualche raro caso conto delle controtendenze informazione di controtendenza come invece hanno fatto quasi tutti gli altri quotidiani europei che abbiamo appreso in esame un ritratto come vedete impietoso ma forse le ritiro della stampa italiana se si vuole anche della società italiana nel suo complesso questa dunque la prima delle ragioni
Che ci ha spinto a prendere l'iniziativa di presentare Astori il libro della professoressa
Sapere se è un libro ricco articolato pieno d'informazione scritto con molta intelligenza stimola la riflessione anche se non direi che è un libro per esempio di facilissima lettura perché e il libro di una di una sociologa che lavora con i metodi della sociologia più moderna e che avanzata e con rigore scientifico la seconda ragione per la quale abbiamo assunto questa iniziativa
Ed è un carattere un po'particolare in realtà arrivato io personalmente assieme a molti dei miei collaboratori dell'archivio e naturalmente assieme alla professoressa sapere se alla conclusione del libro ci siamo resi conto che esiste un problema della informazione durante nel corso di conflitti armati
E ce ne siamo resi conto tanto più perché le conclusioni alle quali la Savarese arriva fatta l'analisi della guerra del Golfo dicono che quella guerra
Che tutti noi abbiamo in una certa misura vissuto indiretta comunque grande spettacolo comune armate che dal l'alto del di uno degli alberghi di Baghdad trasmetteva al mondo per la prima volta nella storia la guerra indiretta
è in realtà una guerra della quale sappiamo molto poco molto meno di quel che sappiamo di tante altre guerre
E non a caso come forse qualcuno di voi sanno la federazione internazionale della stampa che ha sede a Bruxelles e anche altre grosse organizzazioni tutti i giornalisti mi pare anche quella americana
Hanno assunto nel corso della guerra e subito dopo delle posizioni molto polemiche rivendicando il diritto dei giornalisti ad informare all'entità delle conferenze stampa rituali che spesso dando l'idea della grande trasparenza ma che poi in realtà lasciano molti interrogativi sospesi
E sulla guerra del Golfo restano interrogativi sospesi certo io non dico per colpa del comando alleato intendiamoci bene ne voglio assumere alcuna posizione pro o contro quella guerra si badi non è certamente questa la sede per farlo
Ma per un complesso di situazioni sta di fatto che grossi interrogativi sono rimasti sospesi quanti sono i morti iracheni non lo sappiamo sappiamo con precisione quanti sono fino all'ultimo uno per uno i morti americani
Ma quanti sono stati le vittime irachene di questa guerra il mondo ha diritto di saperlo di cinque miliardi di uomini appena il pianeta hanno il diritto di essere informati le bombe intelligenti hanno funzionato uno sono state veramente intelligenti o hanno provocato guai seri
A questa domanda una qualche risposta se ha tentato di darla ma non si è arrivati fino in fondo
Romeno nel corso della guerra nei giorni immediatamente successivi la stampa nel suo complesso su questi argomenti non ha fornito granché si interessava molto dello spettacolo relativamente meno
Dei problemi reali severi delle questioni che che stanno al fondo di tutto no tra l'altro tema è vero o no
Che i soldati iracheni sarebbero stati sepolti nella sabbia
Da da da da me da dai panzer oltre ottanta strumenti americani dagli stessi carri armati americani
La la la la fine della della Guardia repubblicana che schiera successo di questa guardia repubblicana per la quale si è parlato per molte settimane poi all'improvviso ma non oggi non se ne non se ne parla più
Ecco sono questi anche altri potrebbero essere interrogativi che arrestano sospese
Allora la federazione internazionale della stampa è arrivata all'idea di fare alcune richieste precise una specie di decalogo e e noi come Archivio disarmo abbiamo intenzione di assumere l'iniziativa di sospingere o ancora un po'più in avanti
Queste cose avrà luogo tra qualche giorno proprio qui a Roma su iniziativa della per la delegazione dell'ONU a Roma una riunione di tutte le organizzazioni non governative e noi siamo tra quelle che si occupano di queste questioni solleveremo lì il caso e tenteremo la via per arrivare se possibile all'ONU a fare approvare in quella sede
O in una sede internazionale adeguata adesso non vogliamo nemmeno essere oltranzisti
Una qualche Carton qualche codici che stabilisca che in caso di conflitto il giornalista a determinati delitti anche certe determinati doveri non vogliamo che le informazioni mettano a rischio e un in pericolo
La la vita dei soldati impegnati nel conflitto
E ma tra la salvaguardia delle viti e il vuoto dell'informazione ci sono molti gradini intermedi che bisogna poter valutare con serietà e con attenzione perché se da una parte c'è il diritto degli stati maggiori accanto fare sì che la informazione non giovi all'avversario e c'è dall'altra parte però il diritto dei cinque miliardi diciamo quattro forse un miliardo di uomini figli ancora in una condizione da Alemanno interessarsi a queste cose ma perlomeno quattro miliardi di oneri che vogliono sapere che hanno il diritto di sapere che è bene che sappiano cosa succede come stanno andando le cose che prezzo di vite umane che prezzi sociali si pagano in caso di conflitto
Forse una decisione in questo senso potrebbe servire ma insomma è solo un auspicio che io faccio a convincere qualcuno o a contribuire a convincere qualcuno a non iniziarla una guerra se sa che avrà alle costole dei giornalisti agguerriti capaci di dare dei resoconti veritieri e obiettivi e di mettere a nudo
I drammi che effettivamente la guerra Finzi produce
Ho parlato anche troppo vado a presentarvi con la massima rapidità possibile coloro che interverranno nel corso di questa presentazione dunque il generale Carlo fascia consigliere del presidente della Repubblica
Forse tra
Militari più italiani più Esperti in materia visto che prima di andare a fare il consigliere del Presidente della Repubblica si occupava del centro di alti studi militari dove questi problemi vengono quotidianamente affrontati
Il professor Giovanni Bechelloni
Che insegna anche lui una materia molto affine a quella che la nostra Savarese affrontato Carlo Bassi all'estremo dall'altra parte
Sandro Medici redattore del manifesto che certamente molti di voi conosceranno e e infine non avrebbe bisogno che io della presenti Lilli Gruber che al mio fianco
Comincerei col dare la parola al generale Jean
Condivido completamente quello che ha detto il senatore Anderlini e circa la qualità del libro se un libro stimolante molto ben informato
Tratta molto compiutamente le interrelazioni tra quelle che sono le decisioni strategiche i li comunicazioni la politica comunicativa che si intreccia sempre maggiormente con le decisioni strategiche
E così come sempre c'è sempre maggiormente la politica perché la politica di comunicazione stentano a coincidere nel mondo dell'informazione del mondo della comunicazione quale quello che stiamo attraversa il
Il libro
Scritti in forma molto Piana si legge molto facilmente ritengo che ponga all'attenzione per lui sui problemi fondamentali sufficiente il diritto all'informazione che sui problemi fondamentali che poi ha messo in rilievo il senatore Anderlini
Dico che questi questi Tito questi temi questi problemi e non solo specifici solo del campo di una guerra no ma avvengono presente anche nel campo delle grosse operazioni di polizia quelle destinate al controllo del territorio
Evidentemente un'informazione completa
Farebbe fallire l'operazione di polizia
Si pone questo problema anche per esempio in caso di eventi tipo quelli di protezione civile
E sapete che ci sono delle sintomi i pareri monitori un terremoto no
Se e ad ogni sintomo premonitore di un terremoto venisse dato l'allarme succederebbe quello che è successo in Garfagnana se non erro un cinque sei anni fa in cui metà della popolazione italiana rimarrebbe poco obese obese étoile tutte la sera
Tutte le notti
Evidentemente con turbamento e di tutta l'attività sociale economica produttiva ma anche proprio dell'attività civile delle persone che con i Trio responsabili delle decisioni si trovano confrontati spesso sull'alcol né il proprio il dilemma se rispettare questo diritto completo all'informazione oppure mettere determinati censure determinati freni a quest'informazione
Guardiamo quinto soprattutto in caso di disastri tipo Cernobyl no in cui il danneggiamento non si vede non è e completamente percepibile
Anche da un punto di vista psicologico il danno e causato dall'informazione dalla comunicazione che viene data dal Dante il danno
In un Paese Penteo nel caso di Cernobyl la politica comunicativa seguita un paese come l'Italia è stata completamente differente da quella seguita presenta dalla Francia
Francia che per inciso appresso il blocco completo sull'informazione ha detto affermando che la Francia non era interessata al
Fatto Chernobyl all'inquinamento
Nucleare per lo più in là evidentemente per una decisione politica governativa che mirava a tutelare il programma scritto di centrali nucleari francesi e così via
Però è l'informazione è stata molto più aperta
Però c'è un problema che e c'è nel nell'informazione il diritto all'informazione spesso diventa oggetto giustamente no perché costa questi sono i fatti della vita
Anche e di di un certo qual senso di competizione di mercato tra i vari mezzi d'informazione
Alla ricerca del San sezionale
Del più drammatico possibile perché facendo così fanno mercato
Allora che cosa capiti in pratica
Capita che dei il danneggiamenti soprattutto danneggiamenti qualcosa di oscuro di misterioso un danno che non si vede una minaccia latente vengono con la mente amplificati provocando veri e propri problemi non solamente di ordine pubblico di ordine economico ma anche di ordine psicologico influendo sulla mentali sulla
Mentalità delle delle persone perdiamo un pochettino cos'è successo per i primi sulla guerra del Golfo quando si è creato quel fenomeno di panico che ha provocato l'accaparramento dei genieri nei mercati a mio avviso la nuova Società dell'Informazione questa Rosella Savarese lo mette che molto molto bene in evidenza comporta un rivoluzione culturale
Che sia corrispondente alla rivoluzione tecnologica che si è verificata nei mezzi del supporto della comunicazione
La possibilità di una comunicazioni in tempo reale no la comunica la possibilità per esempio che il la guerra venga trasformato in una specie di partita sportiva no
Non so del Petri otto che va a rincorrerlo lo scarto no e che evidentemente e concentri l'attenzione del pubblico su questi aspetti particolarmente drammatici particolarmente visivi che si prestano bene al mezzo televisivo per esempio no
Che però danno l'impressione un'immagine del tutto distorta perché si vedeva
Illa riprese dello scatta no come fossero riprese le partite di calcio i prossimi gli indici d'insieme spedirli Patroclo tale delle operazioni non si vedevano due mila cinquecento cacciabombardieri che comportavano lira
E giusta giustissima questo riguardo qua e il il fatto che per quanto attratto il parallelo l'intreccio tra tecnologia degli armamenti tecnologie di nuovi armamenti nuove tecnologie dell'informazione i ricchi il le osservazioni che fa l'autrice del volume
E per quanto riguarda il fatto che il
Il il di informazione necessariamente competitiva cerca di sottolineare gli aspetti drammatici no gli aspetti più lo spettacolare i no dei fatti dando una minuscoli un una miriade un ingorgo comunicativo di piccoli particolari che fanno perdere di vista però il quadro globale di quello che sta capitando
A mio avviso il predominio netto del mezzo televisivo rispetto all'informazione stampata rispettate corrispondenti di guerra no
Vecchio corrispondenti di guerra che aveva tempo tra parentesi tipo tiri decifrare il corso degli avvenimenti quello che stava capitando Titerno immagine globale che dalla poi un senso
Alle alle cose perché collegato i singoli fatti era molto da un punto di vista di informazione i pirati creazione di una
Opinione informata di quello che stava realmente capitando
Molto più completo di quello che posso dare il mezzo televisivo che necessariamente per la sua stessa natura tecnologica per la trasmissione in tempo reale per la trasmissione in diretta della guerra crea una guerra differente da quella che è la guerra reale
Solamente doppi ricco pretesto anche dei riflessi proprio sulla conduzione stessa delle operazioni militari
In cui il il problema non è tanto quello della chiusura dell'informazione e quello della disinformazione
Informazione come mette giustamente il ridicolo l'autrice è una risorsa l'informazione potenza è sempre stata così no
Si può inediti classici dell'arte militare i classici della politica tutti quanti insistono sempre su questo fatto qua informazione Potenza il conflitto e al tempo stesso uno scontro di volontà è una lotta un combattimento di forza
Quello che è importante non è il con la la distruzione delle forze dell'avversario ma l'effetto psicologico che provoca subito il responsabile avversario la distruzione delle forze perché la decisione
Il patto Us soggezione is come chiamavano il romani no è sempre un fatto di carattere psicologico
Nel corso d'un conflitto esiste sempre una comunicazione fra gli avversari ripensamenti la guerra sarebbe l'ultimo sangue no
Da guerre invece limitata proprio perché esiste questa comunicazione tra gli avversari
Il della televisione è stata impiegata per esempio date le sue capacità di comunicazione in tempo reale come mezzo di comunicazione tra gli avversari durante la guerra del Golfo oltre che come mezzo di consenso mezzo di coesione dell'alleanza interno eccetera eccetera
Ed è stato utilizzato anche in campo diciamo strategico operativo tattico come mezzo di disinformazione
L'esempio più classico e derivato dall'impiego dei marines del
Marines Expeditionary fosse imbarcata nel Golfo Persico in cui praticamente hanno concentrato il pool di giornalisti che dovendo fare il loro mestiere cioè dovendo fornire pezzi i loro giornali praticamente esaltavano la presenza di marines in targati quando gli americani sapevano benissimo dopo si è saputo insomma perché ha ben poche allora evidentemente l'avevano detto non sarebbero mai sbarcati data la presenza di minerale infatti come si sono avvicinate alle coste di sono partite due navi dice intende in un'ora e mezza no diritti intervallo la la la la Prince come la nella Tripoli è quindi quella di cui venti mila tonnellate l'incrociatore pesante un trasporto anfibio
Insomma people
Notevole insomma
Concentrando il pool di giornalisti sul rispedisce la riforma dei marines praticamente hanno inondato il mondo di queste notizie sulle spedisce un tifoso di queste esercitazioni dei marines
Che praticamente hanno indotto il comando iracheno disposta a spostare diverse divisioni per difenderla costate non esatta attacca e poi sono stati presi alle spalle dell'offensiva principale
E sì indubbiamente ci sono diciamo le ragioni militari e le regioni dell'efficienza militare il che essenzialmente consiste nel massimizzare la sorpresa
No nel colpi di punti vulnerabili del nemico che sono vulnerabili finché il medico non sa che sono dei punti vulnerabili che non ci prestiamo ad attaccarli
Rispetto alle ragioni del diritto all'informazione sono delle regioni contrapposte
Si pone indubbiamente un problema
Di conciliare
La realtà della politica che di che sempre lotta e adesso stati venuta identificandosi con la comunicazione
Con le esigenze del diritto all'informazione che un diritto di stile riconosciuto degli da parte di tutti i cittadini e questo è un problema aperto a mio avviso di difficilissima soluzione
Tanto più che i nuovi mezzi di informazioni le nuove tecnologie si prestano a delle manipolazioni estremamente sofisticate ne abbiamo avuto degli esempi anche a parte la guerra del Golfo vediamo per esempio dall'esempio della rivoluzione romena Timisoara no in cui sessanta mila morti dicevano che ci sono c'erano stati e tutto questi era disinformazione disinformazione fatta secondo una regia se noi vediamo per esempio la una gestione eccellente della comunicazione di crisi della comunicazione di emergenza comunicazioni di conflitti è stata fatta dagli sloveni dal venticinque al tre luglio metti cinque giugno tre luglio no quando c'è stata la la la la la la guerra la notte in Slovenia
E il fatto che nel il ventotto giugno l'aviazione federale incomincia a bombardare i ripetitori televisivi e sintomatico dell'importanza che
Essenziali di questi mezzi di comunicazione nel caso della Slovenia per esempio lì l'utilizzazione della disinformazione massiccia
In in maniera massiccia ha dato luogo a un impiego molto limitato delle forze praticamente ottantun morti di cui settanta sessantasette dell'esercito federale quattordici sloveno no e cambiamento completo dell'opinione pubblica internazionale
Raggiungimento da parte della Slovenia degli Obiettivi del conflitto degli obiettivi politici che si proponeva dal conflitto praticamente senza impiego delle forze
E Harper Miglio il problema fondamentale adesso per concludere per non tediarvi con queste variazioni sul tema no il il problema fondamentale che si pone
E come affrontare culturalmente questo precotti lire questa differente e approccio
Questa differente l'oggi interno attratta dal mutamento di tecnologia dei mezzi d'informazione
E premia la risposta non può essere che di carattere culturale
E da una cultura e soprattutto ideologica che predomina abbastanza all'in tutto il mondo occorre passare uno cultura di carattere empirico
Occorre recuperare le radici della storia
Occorre cercare di analizzare casi di disinformazione per trarre ammaestramenti per omessa disinformati non lasciarsi disinformare la volta successiva
Cercare di riuscire ad attenere le chiavi di lettura in modo tale da potere che quanto meno diventare insensibili alle disinformazioni più più ma grossolane insomma no e perciò stesse aveva un effetto deterrente nei confronti di un'azione di disinformazione di una protezione dei propri diritti diritta essere informati
Da un punto di vista di un conflitto militare
La Grosse diatribe che ci sono che si sono aperte no nella gestione informativa del conflitto del Golfo dal conflitto del Golfo è stato
Avessero già aperta al conflitto del Vietnam ma se non aperte già in Afghanistan seconda perché numerose altre ripristino
Ma il nel conflitto del Golfo mentre nel Vietnam la notizia ci metteva tre giorni ad arrivare e negli Stati Uniti perché la tecnologia delle riprese cinematografiche non positiva la ritrasmissione satellitare noto attualmente automatica no adesso a dieci ad in tempo reale
Questo Fassi che il tempo della comunicazione fa premio sulla qualità dell'informazione
C'è una lista evidentemente portata fa questo no
E precedere il collega no nel fornire un'otite qualsiasi se non c'è sotto la pressione che le circostanze anche un po'inventarsi alla no
La dalla dalla dalla buco fatto dalla Reuter che peraltro è la la stella che non sia più siriano di informazione Dini le a Vukovar notte il quarantuno bambini uccisi del nell'asilo no
E smentita dopo se otto nove ore
E uno degli esempi più marchiani di come e possono essere filtrate notizie non per cattivi e via delle informazioni istituzionale
Ma per il fatto che il giornalista non avendo niente da raccontare vedendo che i suoi colleghi più fortunati di lui hanno qualcosa da raccontare ce crea la notizia
Si crea un mondo del tutto irreale e una volta che la notizia ha provocato delle rimozioni è ben difficile poi montarla
Si creano praticamente di condizionamenti da proprio o per causa da delegata over dose di informazioni di notizie spettacolari no per cui la notizia po'irrazionale
E la notizia Print derivante dalla carta stampata diventa una notizia che molto minore credibilità e per concludere ancora un apprezzamento per quello stile scritta Rosella Savarese sul fatto della soggezione della carta stampata dalla televisione che a mio avviso è una questione estremamente pericolosa per e avere un informazione veramente in forma
Grazie
Grazie a lei grazie a lei nel cinema
Capisco le difficoltà di arrivare alla definizione di una carta dei diritti del cervello chiamato prego prego capisco le difficoltà ma non sono tali non devono essere considerate tali da scoraggiare un tentativo di muoverci in quella direzione perché resta sempre il problema dei quattro miliardi di uomini che vogliono sapere quel che succede
Va bene adesso
Sandro Medici Sandonaci deve prendere un aereo quindi e è bene che anticipiamo un poco il suo intervento lo conoscete è stato direttore del manifesto oggi è uno dei redattori più in vista s'è occupato spesso di questi problemi
Io intanto mi scuso appunto
Per quello che accennava un attimo fa il senatore Anderlini e cioè del fatto che che purtroppo il vero alcune cose
E non potrò però partecipare concretamente al al dibattito e me ne dispiace perché
Davvero penso che i anche per le
Per le parole di chi mi ha preceduto immagino che questo sia un dibattito di grande interesse
Ma è soprattutto di grande interesse
Va dato atto con
Sottolineando al massimo lo sforzo e il lavoro te proprio perché parte da da questo libro questo libro è un libro molto importante è uno sforzo davvero serio e altri libri anche se ho qualche pudore esprimermi così nel senso che non considero l'obiettività scuola scientificità un valore in assoluto è comunque un libro che attraverso categorie come quelle della Sociologia e quindi con uno sforzo è un una storia che c'è dietro
Appunto a questa categoria c'è uno sforzo scientifico di dimostrare alcune cose
Rimosse alcune cose che forse sono le stesse che abbiamo un po'un pochino tutti intuito ragionando intorno a certi eventi chiaramente la guerra del Golfo ma in ogni caso vedercele
Ordinato e analizzati con dovizia di materiali e con appunto uno studio così puntuale e bene fa un po'impressione
Fa un po'impressione perché sempre diverso il sentire e arrivare alla fine di un processo che è un processo
è fatto di tante categorie che sono categorie emotive che sono categorie politiche ed anche ideologiche diverso invece avere una cosa che fa un tentativo di freddezza
E dimostra esattamente lo stesso che magari uno pensa
Per questo ne dobbiamo ringraziare sella sapere se per il suo lavoro perché dà anche una costituisce un modello che forse in Italia poco e poco seguito poco sviluppato ma che invece in altri Paesi
Va avanti da più tempo che appunto un analisi della stampa rispetto i contenuti rispetto ai grandi argomenti in questo caso si parla di guerra che un grandissimo commenta
Inoltre il libro della professoressa Savarese svela anche alcuni trucchi di del nostro mestiere diciamo così
Che forse
Non è tutti sono sono vicini no e ed è interessante questo perché vuol dire che c'è proprio un tentativo di entrare dentro il mondo della comunicazione e gli strumenti attraverso cui essa avviene e per cui certi tratteggi certe analisi sulla collocazione nella pagina di un certo articolo il tipo di di formulazione che si usa per un titolo che sono le cose che arrivano a destinazione immediata dietro tutto questo c'è un lavoro una scelta e quindi c'è un processo piuttosto complicato
E c'è una cosa che dobbiamo dire con tranquillità nessuno deve per questo sentirsi offeso c'è una faziosità anche nella scelta di un titolo o anche semplicemente della collocazione di una notizia
Io penso che questo libro dica una cosa di fondo e cioè che non esiste una stampa obiettiva soprattutto non esiste una stampa obiettiva rispetto a un argomento così
Scabroso che tende a far schierare le persone come la guerra
La guerra è il massimo
Delle semplificazione o si sta da una parte o si sta dall'altro
Non si possono tollerare articolazioni sfumature posizioni intermedie
O meglio sostenerlo assai arduo e questo è successo è successo anche recentemente appunto un anno fa intorno alla guerra del Golfo
Che cosa è successo è successo che l'informazione italiana
Di fronte a questa
Gravi semplificazione di fronte a questo
Questa spinta irresistibile a schierarsi da una parte o dall'altra
Invece di cercare di articolare le posizioni cercare di sostenere che c'è un ventaglio di questioni intorno alla guerra e quindi intorno all'ordine di sparare o di bombardare e quindi che questo è l'esito finale di una cosa che comunque va ragionata infatti analizzata a fondo ecco di fronte a tutto questo la stampa non ha fatto secondo me il suo mestiere
Cioè non arricchito le posizioni
Non le ha messe a confronto
Non è stata per dirla con una parola non è stata al servizio dell'intelligenza dell'opinione pubblica l'opinione pubblica si forma attraverso che cosa attraverso il confronto delle cose che che arrivano all'opinione pubblica e chi gliele portatile porta i mezzi di comunicazione di massa giornali la televisione la
Questo non c'è stato
C'è stata invece una una specie di un tifone assolutamente unilaterale
Addirittura e questo la professoressa Savarese lo dice addirittura si è verificato il caso in cui i giornali erano a perfino più interventisti più spostati verso posizioni guerrafondai che non chi chi chi doveva fare le scelte in questo caso il governo
Perfino gli stati maggiori non sono sicuro ma credo che sia Stato siano stati più zelanti perfino degli stati maggiori
In tutto questo non c'è stato un contraddittorio dobbiamo dire problema anzi lo possiamo dire con tranquillità senza volerlo eliminare in maniera particolare
Si era per la guerra e si era contro Saddam Hussein punto
Ecco se io devo
Denunciare una responsabilità del mondo dell'informazione italiana a proposito di questa guerra è stato esattamente questo cioè il fatto di non aver consentito
A molti a moltissime persone
Di assumere delle posizioni che non fossero così netta e quanta gente c'era che non era né col né con gli americani né con Saddam Hussein quanti
Erano contro la guerra in assoluto a prescindere Chilla combattesse
Queste posizioni non sono state registrate dal mondo dell'informazione e questa è una responsabilità anzi chi ha tentato di esprimere queste posizioni è stato immediatamente collocato nello schieramento opposto e cioè è stato collocato con Saddam Hussein non c'è stato uno spazio per posizioni diverse tra queste due
Per questo
Questa funzione della stampa appunto di di sottrarsi alla alla semplificazione che ogni guerra impone e qui è stato negato
E ce le ricordiamo le cose insomma no ce ne ricordiamo ricorderò sempre come un incubo il faccione di Giuliano Ferrara che in televisione diceva ormai siamo in guerra bisogna vincerla e questa era il era il era la cifra era la cifra di
Di che cosa era quel momento da parte dei grandi mezzi di informazione
E quando qualche pacifista è riuscito a entrare qualche redazione del telegiornale tutte le trasmissioni televisive beh è stato ridicolizzato è stato maltrattato addirittura non soltanto da chi sosteneva una posizione contraria a quella perfino legittimo ma non ha avuto garanzie da chi invece in quel momento doveva darne cioè del conduttore televisivo cioè da chi in quel momento gestiva la trasmissione
Rossella Savarese lo dimostrano dimostrare le sue analisi a proposito di Repubblica e Corriere della Sera
Che sono i due giornali che le prende in esame rispetto a un ventaglio di giornali europee
Dove viene fuori che questi due giornali rispetto anche ad altre già ricoperti paesi in guerra come esattamente come l'Italia hanno avuto un atteggiamento sicuramente più
Interventista
E qui
Generale Jan ci ricorda che forse quando si è in guerra non bisogna poi raccontare troppo le cose perché il nemico poi lo viene a sapere per certo ma non è questo il problema almeno non è stato questo il problema che si è posto
E ma e quello che viene prima cioè come si arriva a una scelta di questo genere dice appunto quella di un Paese che entra in guerra e come viene formata questa volontà e come viene fatta partecipare l'opinione pubblica questa scelta questo è il problema non è un problema di segreti militari
Anche se poi il segreto militare lo sappiamo la storia di questo Paese è stato usato per altri scopi non è in discussione questo
E non è io non sono neanche in discussione le catastrofi o gli allarmismi o lo stesso
Ha ricordato sempre regionale Gianni il problema dicendo anche il io voglio semplicemente ricordare una cosa che mi riguarda direttamente vedi guarda il manifesto il manifesto improvvisamente ha cominciato a vendere più copie lo sapete quando esattamente durante l'incidente di Chernobyl
E poi ci siamo interrogati intorno a questa cosa ed è venuto fuori una verità molto semplice e cioè che in quel momento noi che non abbiamo alcun interesse vivo particolare
E venivamo visti dalla gente anche da quelli che non ci conoscevano che non erano in sintonia con le nostre posizioni politiche come quelli che dicevano la verità questo era semplicemente il problema
Mentre e lo ricordava ancora al generale Gian per esempio i francesi la stampa francese non ha parlato della dell'incidente di Chernobyl ma c'è perché è uno Stato così nucleari Zardo che probabilmente ha assolutamente non ha assolutamente intenzione di mettere in discussione questa scena
E i motivi di questo comportamento della dell'informazione ma insomma lì sappiamo sono motivi di poco no oggi insomma la stampa fa parte della del gioco economico ci sono delle proprietà di testate di giornali e ci sono motivi motivi politici e come s'improvvisa ce l'ha pensiamo che il Corriere della Sera o la stampa improvvisamente si mettesse a fare
Una grande campagna contro l'inquinamento da gas di scarico lo vuol fare
è evidente
Ci sono motivi politici generale già lo sa bene perché è un collaboratore del Capo dello Stato
Ci sono c'è in questo momento una campagna una battaglia politica molto aspra e al alcuni giornali sono anti cossighiani altri giornali sono invece fino consiglia ma questi sono i motivi ci sono motivi
Come non in astratto ma che attengono a questioni concrete strutturali o di tipo politico generale
Certo poi per fortuna ci sono delle iniziative
Non voglio usare il termine coraggiosa perché Portorico e poi francamente insomma siamo tutti quanti dei professionisti come sono le iniziative che invece sono sorgono spontaneamente all'interno del mondo dell'informazione perché sono controcorrente valga per tutti
L'esempio di Ustica che proprio è una una di quelle battaglie che l'Italia democratica sta conducendo da un decennio e che ha trovato settori della stampa non necessariamente
Di Stampa Alternativa o comunque di opposizione che ha fatto questa battaglia e forse e forse la vincerà
Ma il quadro generale secondo me resta esattamente quello che cercano di delineare che appunto la professoressa sapere se si ricorda
In questo in questo libero
Si può dire che forse c'è stato un eccesso di zelo da parte della stampa italiana del mondo l'informazione
Nessuno qui discute la scelta che ciascun giornalista o direttore di giornale quel momento Toniolo legittimo di come dire sentirsi alleato di George Bush non non è questo in discussione
Quello che è in discussione è una scelta militante faziosa fatta passare per stampa indipendente o neutra oggettiva obiettiva non è vero questo non è vero
C'è una faziosità
In un senso o nell'altro problema messa non è che la faziosità sta solamente da una parte vi faccio un esempio clamoroso dal punto di vista della mia professione
Non so se al settimo l'ottavo giorno di guerra non mi ricordo bene
Il prestigioso come si dice quotidiano francese Le Montù implica una intervista al dall'ora segretario generale dell'ONU Pérez dettaglia
Questa intervista naturalmente le Mola mette in prima con molta evidenza cosa diceva benessere che varie cose in particolare diceva questa non è una guerra dell'ONU
è una guerra che l'ONU ha in qualche maniera autorizzata con varie pressioni di carattere internazionale ma non è una guerra dello
Bene questa notizia non è comparsa sui giornali italiani
Salvo che sul manifesto che c'ha aperto perché la riteneva una notizia importante in quel momento no se voi pensate per un attimo
Il tipo di
Anche di battaglia politica che c'era stato intorno all'uomo e quindi al fatto che questi ci sentivamo tutti coperti ad ammazzare gli iracheni perché l'aveva detto lo invece improvvisamente il Segretario generale l'ONU dice no non è una guerra dello noi abbiamo pensato che fosse una grande notizia enfatici abbiamo aperto il giornale nessun'altro la ripresa tranne un giornale la Stampa
Che aveva il Copyright cioè aveva un accordo con le Monde per pubblicare quell'intervista ma la messa sesta settima pagina molto nascosto
Se un esempio clamoroso di che cosa vuol dire ma legittimo l'importante che non passi tutto questo come scelta neutro obiettiva giornali sono faziosi tutti
Finisco su
Scusate
Un altro esempio il contrammiraglio borraccia che a un certo punto decide di dare un'intervista a famiglia cristiana e lui dice che forse questa guerra si poteva evitare
è cascato il mondo è successo il finimondo intorno a questo povero contrammiraglio che aveva espresso un suo pensiero dopodiché lì al suo posto era comandante nella flotta italiana e la stampa come ha reagito a questo ha reagito croci fingendo il contrammiraglio borraccia così ha reagito all'asta
Un altro esempio
Il Gatti anche uno dei giornali presi in esame
In questa analisi della professoressa Saverio se non certo punto ha fatto una specie di giochino ha visto come la stampa inglese giudicare valutava le due parti in conflitto
E per cui veniva fuori che in i nostri ragazzi cioè i militari occidentali che erano in guerra erano professionali avevano un cuor di leone concludo prudenti fiduciosi in se stessi eroi audaci e giovani cavalieri dei cieli
Leali risoluti coraggiosi gli iracheni invece erano usciti dal lavaggio del cervello tigri di carta coda disperati carne da cannone bastardi di Bach ciecamente obbedienti cani rabbiosi spietati fanatici c'è ed è un'analisi fatta sulla stampa britannica
Non so forse non siamo arrivati a questi punti da noi però mi sembra che il tono era un po'era un po'questo
Chiudo facendo un accenno a un un'altra questione che nel libro cioè che forse altri meglio di me potranno trattare anche stasera e cioè l'aspetto più televisivo quindi la l'informazione
Televisiva
E sembra generale prima ricordava getta l'amo non so se il senatore Anderlini è il in America questo hanno fatto hanno evitano tentato di evitare in tutti i modi quindi introducendo anche la censura pesantemente
Ricordate che ci fu anche una fortissima opposizione dei giornalisti americani delle reti televisive americane contro questa censura
Bene la scelta fu quella di utilizzare questo strumento estremo
Che di usare soprattutto tecniche come posso dire di invisibilità di questa guerra esattamente per evitare un secondo pietre certo dopo che finita la guerra abbiamo capito tutti che non poteva mai essere obiettare quello lì però l'inizio qualche dubbio scene
Nel senso che durante la guerra del Vietnam le immagini televisive che arrivavano dai corrispondenti di guerra avevano un peso sull'opinione pubblica un peso potenti
E questo piacessero già Esiodo esattamente questa volta l'anno voluto evitare e quindi noi abbiamo avuto una guerra non cruenta pulita confortante che magari ogni tanto suscitava qualche brivido ma certamente non orrore
E quando qualcun altro ha provato a fare questa operazione cioè del dittatore di Baghdad
Mandando in televisione che i prigionieri occidentali con
Le facce un po'un po'tumefatte
Oppure quando non so se vi ricordate mandò in onda un breve
Un breve passaggio su le vittime del di quel rifugio di alla media che vennero
Che vennero Punto carbonizzata eccetera e quindi vedevo per la prima volta questi corpi
Che appunto sono l'esito tragico della guerra in quel caso ci fu una reazione esattamente opposto e cioè a dire il dittatore di Baghdad usa strumentalmente queste immagini
Non mette in sostanza quella complicità che in qualche maniera chiedeva alla stampa internazionale soprattutto alle televisioni di tutto il mondo perché anche in questo senso oggi oggi una censura
Peccato che però non abbiamo visto altri consiglieri che forse le televisioni occidentali potevano farci vedere tipo insomma il seppellimento nelle trincee
Da parte dei carri armati robusta americani oppure il bombardamento della delle truppe irachene che si ritiravano da Bassora
Forse in questo senso avremmo avuto davvero un contributo ma non un contributo di orrore o di spettacolo ma forse un contributo utile Rita
Grazie grazie grazie medici Emilio cara cogliere l'occasione anche per ringraziare un po'il manifesto
Lo posso fare medici si
Il manifesto etico degli emiliani quello che segue forse più da vicino il lavoro dell'archivio e si può pensare che lo faccia perché c'è una convergenza o addirittura coincidenza di posizioni politiche non è affatto così e medici è il primo a saperlo io personalmente non condivideva le ieri gioviale
Che le manifesto anche se è un giornale che leggo spesso con attenzione io credo che la ragione per la quale troviamo ospitalità sul manifesto Novi nell'archivio
Le i libri dell'astro della della professoressa sala rese sta nel fatto che abbiamo una cultura comune non una politica una cultura comune
La cultura nelle analisi
Pare tonica forse questa è la ragione per la quale mi toccherà si gioca ancora una volta ringraziare medici e il suo giornale
Adesso diamo la parola al professor Bechelloni invece Bechelloni insegna Sociologia nella comunicazione non vorrei essere minacciato caro professore all'università di scienze politiche di Firenze credo che abbia delle cose interessanti da dire
Bah non so se saranno interessanti trovo senz'altro e ho trovato senz'altro molto interessante il libro di Rossella Savarese
Mi ha aperto l'attenzione su un tema che è quello appunto del rapporto tra tra tra strategia militare strategia comunicativa
Sul quale io non ho alla competenza anche a il generale Jean che hanno altri intorno a questa parola
Sicuramente il libro appare in molte direzioni su questo tema mi pare che sia il primo libro che esce in Italia su questo il primo libro documentato serio e approfondito
è questo senz'altro il tema centrale diciamo del libro nel libro però vi è anche un tema diciamo parte implicito in parte anche parzialmente argomentato che è strettamente legato a queste sul quale io forse qualche competenza in più e sul quale dirò qualche cosa il tema implicito è sulla scia di una storia che la Savarese ricostruisce nel suo libro dei rapporti tra tra guerra informazione a partire dalla metà dell'Ottocento
Il tema implicito è qual è il destino del giornalismo qual è l'evoluzione prevedibile della televisione della comunicazione ma nella sostanza qual è il destino del giornalismo
Abbiamo oggi un giornalismo che consente di essere maggiormente informati di rispondere meglio al quel diritto all'informazione di cui parlava il generale Gian oppure no
Allora la guerra del Golfo che è un po'tema poi portante su cui anche gli altri si sono soffermati da guerra del golfo
C'è posti di fronte a un altro tema no che è quello della Cnn ti libera Savarese dice bene che la Sea NN poco prima che la la guerra scoppiasse fece una campagna propagandistica di immagine di comunicazione molto intensa sui suoi meriti su che cos'era questa rete televisiva su come i capi di Stato i politici praticamente facessero politica stando davanti a te al teleschermo davanti ecco lo schema molti altri giornalisti hanno enfatizzato che ormai erano strumento del loro lavoro e così via
Quello che è accaduto dopo e di cui tracce molto numerose vi sono sulla stampa a tutt'oggi ha portato nella sostanza a identificare la sia indenne come la punta avanzata del giornalismo televisivo né mera contemporanea
Capita spesso di leggere giornalino di leggere o di ascoltare giornalistiche dicono purtroppo noi ancora non siamo la sia merende purtroppo non abbiamo la CNN il giorno in cui anche noi a un mo'i mezzi della Sea ammende quasi a scusarsi che insomma quello che si può fare senza la si NN ben poco se molto di più si potrebbe fare
Sul avendo la sia nel
Ecco io penso che in realtà la si arrende sia la morte del giornalismo e allora vorrei discutere in qualche modo questo piccolo problema che poi non è così piccolo perché la morte del giornalismo quindi il tema si potrebbe declinare
C'è un momento in cui la velocità dell'informazione e la visibilità dell'informazione cioè l'esigenza che l'informazione sia veloce e che sia visibile in immagini c'è un momento non so bene ma noi credo che siamo là dentro questa storia in cui velocità e molto e visibilità distruggono il senso invece di arricchire il senso invece di aiutarci distruggono il senso e quindi condivido molto
Quello che accennava prima entrerà nel Jeanne a proposito delle pene maggiori capacità di raccontare la notizia di mostrare notizia che ha l'inviato faceva l'esempio del corrispondente di guerra ma l'inviato quindi la mia declinazione la si Nm non solo è la morte del giornalismo ma la morte dell'inviato il quale è la figura più emblematica quel tipo di giornalismo che se le tendenze in atto dovessero verificarsi porterebbe alla alla quasi scomparsa dalla nostra possibilità come pubblico generale di capire quello che accade
Perché la questione pericolosa la questione pericolosa perché in questa questione delle aziende in questa questione della infatti Zare l'aver citare la visibilità si incontrano ed è per questo che la questione pericolosa si incontrano due tendenze apparentemente opposte distanti
C'è la tendenza dell'editore
A fare audience quindi la tendenza all'editore a a vendere tendenze l'editore a fare soldi la tendenza all'editore anche a risparmiare noi sappiamo che la Sea NN si spende in tecnologia a tecnologie ma poiché a Giovinco giovine ragazzi no in cui la loro maggiore risorsa è quella di di portare in mezzo di fronte
E quindi c'è questa spinta forte dal dall'editore da chi ha i soldi da chi ha il potere a a fare audience a fare soldi a risparmiare
Dall'altro c'è la tendenza
Che viene dal mondo dalla professione
Che è quella
Per rispondere forse in parte al di al discorso del diritto all'informazione abbiamo diritto a sapere quindi è una questione come dire molto radicata etica è una questione alla quale difficile dire di no accetto che abbiano diritto a sapere
E abbiamo diritto a sapere prima possibile ora non voglio entrare nel merito le cose sono state dette c'è se sapessimo tutto è bene forse eviteremmo di fare la c'è questo c'è questa spinta etica del diritto all'informazione ma c'è anche come dire qualche cosa di più sottile
Se volete cresciuta nel corso degli ultimi anni
E che si è tradotta per esempio nel nel nell'ultimo contratto giornalistico in una questione che ha una spinta oggettiva reale quando i giornalisti dicono non è giusto che ci siano alcuni restano sempre al desk
Ci sia la possibilità per tutti di uscire
E in alcuni giornali ormai si parla della figura dell'India Tino cioè la persona sta giornalista star cinque giorni sei giorni Anders che poi un giorno può uscire allora l'India Tino non è più l'inviato di cui parlavamo prima il corrispondente colui che
Va in un posto anche il tempo per per per informarsi per fare inchiesta per diventare in qualche modo competente o per accrescere la sua competenza le nei giornali quanto c'erano in parte ancora ci sono molti inviati poi vi sono degli inviati
Che hanno delle competenze di settore e quindi non solo hanno tempo per farsi la competenza attraverso l'inchiesta ma hanno anche il tempo di fare hanno anche un retroterra di competenza che li aiuta nella cresce questa loro competenza
In via Tino spesso questa competenza non ce l'ha non ce la povera e non è colpa sua non ce la e anche poco tempo perché e quindi vi è una tendenza come dire a cercare quello che trova come prima si diceva se non trova niente qualcosa deve trovare cioè lo scoop lo scoppi ISMU in qualche modo e anche il prodotto perverso
Di una spinta professionale che ha la sua legittimazione nella RAI possa dare la notizia purché sia
Allora ecco che
Ci sono due forze molto potenti a mio parere che apparentemente sono tra loro contrastanti uno che viene dal mondo dell'editoria dal mondo del potere uno che viene investito da da dal mondo della professione dal mondo etico diciamo che però vanno nella stessa direzione
Che legittimano cioè l'idea che la notizia
Appena la sia deve essere data c'è diritto del pubblico a sapere così
E questo secondo me porta alla fine del giornalismo dei suoi significati più profondi che non è quello di dare il prima possibile ma di far capire attraverso un lavoro che tende all'obiettività ma sappiamo bene che erano questo non significa che che che che si possa raggiungere ma tu che sta pendenza l'obiettività questa tendenza la ricostruzione questa tendenza contestualizzare notizia
La un senso agli eventi e quindi consente poi al pubblico alle persone di essere opinioni pubbliche informate non opinioni pubbliche più o meno esasperate più o meno accattivante più o meno prese
Beh questo mi sembra uno dei temi forti che è venuto fuori dalla guerra del Golfo e al di là delle questioni pure molto importanti che sono state toccate vie quest'altra questione cioè si è legittimata dall'idea
Di un giornalismo migliore che legato a l'immediatezza alla velocità all'immagine
Vorrei vorrei fare un esempio banalissimo ma siccome loro faccio delle esercitazioni con gli studenti per abituarli da un lato osservare le situazioni e dall'altro a capire che pur dovendo andare sul posto e osservare le situazioni non basta osservarne per capire a delle esercitazioni che faccio fare di mandarli a seguire dei convegni delle manifestazioni eventi di questo tipo
Che loro sono addestrati a cercare di descrivere in termini di prossimità delle persone di Inter per illazioni e a capire che cosa in qualche modo significa naturalmente rimando a vedere il venti sui quali posso cuoio avere delle informazioni ci sono questi chi sono questi altri quali sono le relazioni con queste per far capire che anche la la la descrizione più attenta
Di un di una prima teatrale di un salotto di un convegno di così via non consente all'osservatore pure attento a tutti gli aspetti della Pro semi che dell'interpretazione se non a un'informazione
Di retroscena cioè se non conosci ruoli se non conosci rapporti tra le persone se non conosce la storia se non conosci in altri termini il contesto
E la stessa cosa e per qualsiasi immagine televisiva
E le immagini parlano ma fino a un certo punto la maggior parte dei casi sono molte come è il caso che che prima faceva eccetera sono mute se non al contesto cala se torniamo ai giornali ai giornali del periodo ma anche la previsione ma i giornali del periodo del
Della guerra del Golfo nei giorni immediatamente precedenti a parte questa memoria che
Che gli ho in un pomeriggio mi pare del diciassette a Firenze in cui c'erano le civette della nazione edizione straordinaria cinquecento lire
Bassora rasa al suolo ma grande una cosa enorme che erano nemmeno comprato perché ho detto va be'lo sapranno tutti Tiziano sicché era notizia falsa ovviamente
Ma le dieci pagine di foliazione dei quotidiani italiani nella maggior parte dei casi di quei giorni tranne quell'unica colonna dell'inviato dal corrispondente della Perrelli Corman e della situazione che chi raccontava qualche cosa perché aveva tutti i retroscena di che cosa significava questa cosa tutto il resto
Come già qui è stato detto non non era notizia no
Allora foliazione su foliazione come sui teleschermi a imitazione passiva dei teleschermi su niente su niente che produce solo sconcerto nella sostanza produce qualche cosa che non ha non ha senso ecco appunto centrale
Che
Uno degli effetti disastrosi prodotti dalla guerra del Golfo a mio parere l'aver esaltato questo strumento della della Sea MM come la punta avanzata del giornalismo mentre questa punta avanzata rischia di essere la morte del giornalismo la di un giornalismo che assenso se riesce a dare senso agli eventi nei limiti in cui ovviamente questo è possibile grazie grazie grazie all'epilessia ricordiamo per inciso proprio prendendo spunto dalle parole conclusive del nostro professor Bechelloni che Rossella nell'intero affronta in termini molto espliciti anche come dire suggestivi la questione
Si comincia con
Russell e il mitico corrispondente del Times di Londra che descrive la battaglia di Balaklava durante la guerra di Crimea
La battaglia di Bala grava per intenderci è la la quella dei seicento dalla carica dei seicento e e e la riflessione che che l'autrice fa su quest'argomento estremamente interessante come
Si ricorda non poteva non essere così Luigi Pasini l'altro mitico un giornalista italiano inviato del Corriere l'unico giornalista che ebbe accesso
La battaglia di molti anni che poté vedere da vicino con i suoi occhi una battaglia tragica settanta ottanta mila giapponesi uccisi insomma nel corso di un mese perché tanto però o quella bancaria
Oppure si potrebbe andare ancora più lontano il primo giornalista in un certo senso reporter e diciamo ora il maratoneta no
Che fa quarantadue chilometri di corsa per portare ad Atene la notizia che le le truppe greche hanno sconfitto i Persiani appunto a Maratona insomma o se volete Erodoto è che ci descrive le guerre del San o perché non Giulio Cesare De bello gallico anche De bello civili insomma
Grazie corrispondenti di guerra che davano un senso alle cose il loro senso professore ma certo glielo davano è molto precisa ma io la sto tirando per le lunghe adesso la parola e ha Carlo Bassi Carlo Bassi è un nome
Mi consenta poco conosciuto e che invece ha un ruolo importante in tutta questa materia perché oltre ai giornalisti che firmano sui grandi quotidiane
E il cui nome conosciamo tutti esistano coi giornalisti che lavorano per le agenzie
E spesso per agenzie hanno un ruolo nel sistema informativo estremamente importante Carlo Bassi è capo servizio esteri della Adnkronos un'agenzia di notizie essa sia abbastanza nota in Italia ma è anche autore di un volume sulla guerra del Golfo il diario segreto di Saddam Hussein a lei la parola
Sì ringrazio sono contento del fatto che abbia citato il libero perché il libro mi fa entrare direttamente in argomento non per parlare del mio libro
Ma per spiegare come è nato
Non è altro forse un autore fra virgolette non dovrebbe dire queste cose che un collane di notizie da me raccolte durante tutta la guerra del Golfo
E tranquillamente trasmesse ai giornali
E tranquillamente ignorate
Succede
Quindi ho pensato di raccogliere queste queste notizie fra cui non lo so tredici pagine di New Republic sui coinvolgimenti di Kiesinger e della lotta irachena negli Stati Uniti che ha fatto miliardi per anni steccato con Saddam Hussein e e o semplicemente ha trascritto questo queste notizie erano andati in Rete la mia agenzia passato a cavallo del Golfo qualcosa come centoventi centocinquanta notizie solo sul Golfo al giorno
E io ne ho ho scritto e ho lette tutti e poi ho un altro difetto che ho preso solo trent'anni fa alla società Press che è quella tutte le mattine di controllare di quindici principali giornali italiani e fare quello che gli americani chiamano il locale
Cioè mi segno quali giornali hanno preso le nostre notizie per sapere quelle che vanno per sapere come vanno le direttrici
E beh
Basta leggersi libero di Rossella basta ricordare quello che ha detto Sandro mi dispiace lasciare semmai
Sembra quasi un plebiscito sarà
Però purtroppo le cose stanno così io delle idee ben precise su questo fatto no credo che lasciamo perdere la parte sulla disinformazione e su una regista del segreto questo siamo tutti d'accordo trenta
E è un'arma vitale in guerra fa parte della strategia della guerra
Parliamo però delle delle motivazioni e cioè ci sono dei problemi politici all'origine di tutto questo che qualunque sia la fede politica del del Ettore o dello scrittore di notizie non dovrebbe non dovrebbe comparire io forse sono molto ingenuo
Però credo che la notizia che ci sono certi interessi dietro certi movimenti una volta che uno la manda in rete con un'agenzia eccetto giornali italiani sono in grado di utilizzarla e uno la usa
Voi non non avete idea di quante notizie io mi dispiace non aver riportati perché non ho pensato a questo sviluppo del dibattito
Dove sono segnati come fruitori della notizia solo il Manifesto e l'avvenire stranamente insieme e in coppia
E questo non è avvenuto solo per la guerra del Golfo vorrei dire quasi ci fosse una francescana comunione nel nella scelta delle notizie
E lo segnalo perché è interessante
Ritorniamo all'argomento di fondo io quando ho finito di leggere il libro di Rossella mi sono sentito come come quando uno legge un un libro filosofo un poeta rimane esterrefatto c'è qualcuno che ha avuto prima l'intuizione e poi la pazienza di mettersi lì spiegare nero su bianco i due più due fa quattro il perché di certe cose
Ragioni politiche sono evidenti
Quello che con ventotto anni di di giornalismo dei quali dodici all'estero in Inghilterra
Gli altri sedici in agenzia di stampa a cominciare dalla società presso americani
Mi sono sempre chiesto perché noi dobbiamo essere più realisti del re questo nella la cosa che mi chiedo
Ha ragione il professore quando parla della velocità e dei problemi della Cnn nella sia nel e la morte del giornalismo
Però la sia nel è stata la prima farci vedere il il bunker dormitorio distrutto contro centoquarantadue morti e non crediate che siano meno sono trecentoquarantadue
Se volete sapere i morti iracheni e ci sono cifre che oscillano il Pentagono non è ancora riuscito a mettersi d'accordo
La la marina con l'aviazione con l'esercito però le cifre le hanno insomma queste sono quelle che ha rivelato Greenpeace sono cento mila sono centotrenta mila potete togliere aggiungere mille non non fa differenza
Il problema è perché queste notizie non arrivano sui nostri giornali questo è il problema
Un'altra cosa importante
L'altro giorno abbiamo tattile abbandoniamo un attimo la guerra del Golfo l'altro giorno abbiamo dato una notizia secondo cui il presidente Bush è sotto accusa
Perché dalla fine della guerra del Golfo cioè in un anno ha veicolato qualcosa come diciannove miliardi di dollari quindi parliamo di venticinque mila miliardi di lire
Di tecnologia doppio uso definita con grande astuzia diplomatica mantenuta vale a dire utilizzabile anche per armamento nucleare alla Siria
Siria cioè ai nemici di quattordici mesi fa improvvisamente diventati amici
Ora o abbastanza dimestichezza con la politica americana per sapere che questo è il normale non gli Stati Uniti
Prendono un taxi
Compiono alcune miglia poi scendono pagano la corsa finché devono prendere un altro
Però quello che non capisco questa per esempio ricchi lassa è un'informazione importante ti aiuta anche a schierati se non vuoi Skillet Arditti aiuta a capire
E non capisco perché questo tipo di informazione
Non avvenne
Uno dei motivi fondamentali temo e illustrato molto bene da Rossella
E il fatto che i nostri giornali preferiscono polveroso molti dei nostri giornali la maggior parte preferiscono ponderose
Analisi
Scritte in politichese ai fatti
Questa notiziola fatta di tre righe con scritto diciannove miliardi di dollari in tecnologia nucleare veicolati in una ma
è molto più importante di un editoriale due mila parole
Il tutto poi una una piccola chicca forse non so se te ne ho parlato ma durante il mio periodo a Londra ci sono stato undici dodici anni ho conosciuto ovviamente vari personaggi e arrivo sempre
Accese discussioni con il mio vicino di di ufficio in bosco era che era il direttore della tassa e quando riusciva a sopravvivere al diciotto bicchieri di vodka finiva sempre con il discorso
Su chi era più onesto
E lui diceva se ci pensiamo più onesti Noemi perché noi lo diciamo che siamo totalitari schegge
Noi diciamo che la nostra verità e unica e scriviamo questa verità
Voi fate finta di essere più realistici e poi in realtà piegata all'opinione pubblica i vostri desideri e sono oggi economici domani di questo dopodomani quello
Allora ero giovane adesso credo per dire che non lo so mi disturba sempre più spesso il ricordo di questa conversazione
E possibile arrivarci dubito credo che che Sandro l'abbia spiegato molto bene
Io personalmente la mia soluzione lo trova
Tutti i giorni anche se non lavoro sento tre giornali radio uno due tre
E leggo cinque giornali diversi
E siccome sono una vecchia volpe unite uccelli centri commerciali
E tutto
Grazie grazie
Il primo tiro si conclude dando la parola a Lilli Gruber io non ho bisogno di presentandola però forse possiamo ricordare insieme che tra novità e e l'unica che ha vissuto in maniera personale dirette le vicende di cui stiamo parlando forse ci potrà dire delle cose estremamente interessante lei che ha visto da vicino
Sia quel che accadeva sia tipo di rapporto che si andava instaurando tra i mezzi di comunicazione la direzione le direzioni militari politiche ma realtà insomma nella quale siamo tutti più o meno immessi grazie in anticipo
Grazie
Allora anch'io innanzitutto devo dire che ho letto con grande interesse il libro della professoressa Savarese perché in qualche modo
Niente imponeva ulteriori riflessione su quello che
è il mio mestiere nostro mestiere su quello che ha significato
Fare l'inviato speciale nell'area di crisi un anno fa nelle aree di guerra prima di Crisippo di guerra
E
E le persone che si impongono sono ovviamente moltissimo e mi dispiace che ma poi in genere la mia categoria è un po'poco incline a fermarsi un attimo
E riflettere e cercare di capire
E del resto mi pare che anche questa sera quello che
Così che che viene fuori è che
I giornalisti sono un po'sotto accusa
In parte credo giustamente gli stati maggiori Simenon mi pare che e l'attenzione su sia puntata molto di più sui mezzi di informazione quindi di comunicazione in particolare sulla sulla previsione che ha
Come sappiamo tutti un ruolo sempre più importante sempre ormai preminente nella comunicazione delle notizie
Per quanto riguarda la
Il mio lavoro e il nostro lavoro come inviati nella nella guerra del Golfo
I punti diciamo da da sottolineare sarebbero tanti io vi potrei
Raccontare così cosa è stata da un punto di vista pratico questa questa esperienza per cui intanto devo dire che per quanto mi riguarda durante la guerra sono stata in Giordania e poi anche in
In Siria
Parla dalla Giordania la questura della censura era ovviamente molto meno pesante nel senso che c'era un tipo di censura preventiva perché dovevamo avere il permesso per girare qualsiasi cosa che la porta per l'albergo soprattutto nei giorni successiva allo scoppio della guerra nei giorni successivi alla appunto alle immagini del rifugio di alla Miriam agitata cordate che la la Giordania una popolazione composta quasi per il settanta per cento di palestinesi che erano notoriamente in qualche modo coinvolti in prima persona che può in questa guerra visto che Saddam Hussein aveva promesso di liberare la Palestina
Però sto bene perché sono tornata o in Iraq subito dopo la guerra civile c'era ancora la censura per i giornalisti stranieri ho lavorato in Paesi dove in genere c'è la censura sono come hanno lavorato i colleghi che venivano censurati dalla parte da parte americana che l'Occidente sulla diciamo che la censura c'era da entrambe le parti in modo in forme diverse ma anche questo va detto perché diciamo in Iraq significava
Aprire uno scarso accesso alle fonti di informazione ai luoghi c'era una restrizione dell'accesso e poi a questo si aggiungeva un controllo molto severo dei testi che i giornalisti
Dovevano sottoporre ai censori prima di poterli trasmettere qui di censura di parole immagini da parte occidentale
Americana la censura era riversa poteva che quasi non non sembra però la censura nel senso che quotidianamente giornalisti venivano forgiati di notizia tante
Che però non erano in grado di verificare perché non potevano non avevano accesso a loro volta i luoghi tutela venivano le operazioni militari combattimenti per anche ovvi motivi sicurezza
Per cui insomma diciamo che il giornalista era assolutamente sopraffatto credo anche perché per la prima volta una generazione di giornalisti si è trovata a coprire una guerra mondiale
Non c'erano più motivi colleghi
Come dire potevano avere l'esperienza di altri conflitti di questo genere perché l'ultimo conflitto come sappiamo e ti chiudi quarant'anni fa
Per cui noi ci siamo trovati anche molto spiazzati credo molti giornalisti si sono trovati un poster Satie privi di un'esperienza anche perché questo credo sia un altro punto che impone una riflessione e noi abbiamo trattato questo conflitto seguendo uno schema di lettura e di interpretazione di conflitto est-ovest mentre invece questo credo sia stato il primo conflitto nord sud
E questo però sembrava che pochi lo avessero capitolo Police ero capire poi c'è naturalmente tutto problema delle tecnologie che chi lavorava chi lavora per la televisione sente in moto
Diretto sulla propria pelle per cui voi giornalisti della televisione italiana certo rispetto ma non dico rispetto alla Cnn ma che rispetto ai colleghi della televisione britannica della televisione francese latte la stessa dell'isola spagnola
Beh insomma eravamo equipaggiati non molto bene
Da un punto di vista anche tecnologico
Per quanto riguarda la provocazione è una constatazione dello professor Bechelloni che la Cnn rappresenta la morte del del giornalismo alla morte dell'inviato io credo che come sempre di fronte a diciamo a a una nuova tecnologia
Non ci si possa chiudere
Non non si possa far finta che non sia una realtà perché poi nei fatti la Cnn è oggi una realtà e in Europa ci sono in network delle tutti i vari paesi europei network televisivi che stanno preparando le cosiddette Euronews quindi avremo una Cnn europea non so tra quanto ma sicuramente presto quella tendenza e questa sul fatto che la velocità e la visibilità annullino spesso il senso
I e soprattutto bis che tutto questo sia a scapito della qualità e della dell'analisi dell'approfondimento su questo io sono assolutamente d'accordo credo che l'unica cosa che si possa fare visto che la se n'è non possiamo Spain gerla e visto che i telefoni satellitari insieme ai piccoli sette letti discesa questi ciò piccoli satelliti portatili che hanno permesso peraltro le sementi continuare a trasmettere da Baghdad nonostante l'intero Paese fosse in stato di le cappotto
Ecco visto che tutto questo è una realtà dobbiamo imparare a gestirle a gestirle al meglio per imparare a gestirli dobbiamo innanzitutto conoscerle questo va da sé
E poi cercare di attrezzarci da un punto di vista culturale su questo sono solo assolutamente sono assolutamente d'accordo e quindi la professione tutto questo significa che la professione del giornalista
Si sta modificando in parte si è già modificata in modo vistoso in modo profondissimo e credo che che questa è una cosa molto italiana
Ci stiamo pensando ci stiamo riflettendo troppo poco e credo che abbiamo anche pochi strumenti poi per i equipaggiata civili e attrezzarci meglio e questo grosso pericolo
Perché ne va di mezzo non solo la la nostra il senso della nostra professione
E e anche la nostra credibilità ma ne va di mezzo anche poi diritto vostro dell'utente punti essere
Informato
Per tornare ancora un attimo c'è poi dopo mi riallaccio Roma invece c'è una cos'è una piccola proposta che volevo fare anche visto che ci sono anche i professori universitari Pico che ne ne parlano fra poco ma non vi tedierò corte molto nove secondi premeva solo fare alcune considerazioni a proposito della
Della per informazione sulla guerra del Golfo io credo che la guerra che l'evento
E il motivo è drammatico
Per eccellenza se vogliamo abbia acuito i problemi tradizionali del sistema delle comunicazioni in Italia parliamone non parliamo dell'Italia
Nel senso che ancora una volta è prevalso il criterio dell'organizzazione del del consenso
Per cui e l'esigenza della dello schieramento era prevalente
Rispetto all'esigenza della descrizione quindi qualcuno
Quasi tutti forse l'abbiamo detto che c'era l'esigenza di schierarsi tu da che parte stai dalla parte dei nostri eroici ragazzi che vanno a combattere per la democrazia e la libertà o dalla parte di questo mostro di Saddam Hussein
Allora qualcuno ci deve anche spiegare però e ci doveva spiegare un po'meglio perché improvvisamente Saddam Hussein è diventato il mostro il ladro di Baghdad
Lochi Claire del Medioriente cioè delle cose
Sono assolutamente poi non comprensibili credo per lo spettatore il lettore comune che non è in grado giustamente non rimettere gli eventi in un contesto appropriato che peraltro una delle uno dei concetti che anche lei professoressa approfondito c'è la necessità che il giornalista il dovere del giornalista di inserire gli avvenimenti in un contesto perché con
Con questa molle di notizie che non sempre sono informazioni
Do spettatore assolutamente oberato è assolutamente incapace di di dare una lettura corretta poi agli avvenimenti quindi io credo che per esempio i giornalisti rispetto alla guerra del Golfo abbiano fatto cattivo lavoro durante la crisi del Golfo
Perché poco hanno spiegato i retroscena poco hanno ricordato quello che che è avvenuto negli anni precedenti nei rapporti diplomatici militari economici tra l'Occidente e l'Iraq per esempio chiamato l'Iraq
Insomma siamo stati noi no fermare tra gli altri lui interloquire con l'Occidente
Perché l'abbiamo armato faccia tanto comodo quando Saddam sembra
Conduceva una guerra contro l'Iran che in quel momento era assolutamente minaccioso con l'altro pazzo di Khomeini
Voi qui si parla sempre in termini
Come dire un po'eccessivi credo in questo io apprezzo molto la la stampa diciamo di stile e anglosassone perché io durante leggevo i giornali italiani meritano mandati via fax
Ovviamente poco con dei ritardi e leggevo so
Herald Tribune quindi Washington postino Hortense accanto giornali locali altri giornali stranieri ovviamente quando in Giordania e devo dire che questo lo si sa lo sapevo anche prima
Il dittatore di Baghdad tutor solo uno forse mai trovato per non parlare di altri aggettivi come chi Lerna il Medioriente e via dicendo era il presidente dell'Iraq Saddam senza
Il leader iracheno Satan consente mista Satan consenso
Va be allora io apprezzo molto costoso cultura l'ottica apprezzo una uno stile un po'più pulito e credo sia anche molto più corretto
Va bene quindi insomma credo che in Italia come parliamo ripetuta non dico che gli altri Paesi siano molto migliori ma insomma abbiamo
Diciamo Rizzi è stata usata molta retorica nel raccontare nel descrivere questo questo conflitto
E
E appunto quando si si usa la retorica in qualche modo si diventa meno obiettivi sì di menta meno lucidi e quindi si diventa anche meno formativi credo e poi perché appunto c'è sempre questo bisogno di schierarsi ostacola Pato sta dall'altra ma io non io come giornalista avvenuto costare né dall'una né dall'altra parte io sto in mezzo allora
Sto in mezzo e cerco di aveva il più informazioni possibili
Cerco di avere più preparazione possibile sull'argomento quindi la necessità di un becco e in modo da essere un mediatore corretto e questo credo credo che non manchi moltissimo nella nella stampa e nella previsione nella televisione italiana
Per cui a a poi per esempio è stata una noi come inviate sono d'accordo che il ruolo dell'inviato in questa guerra è stato sicuramente molto ridotto
Soprattutto del suo se lo si faccia per televisione perché era una guerra degli e Sperti era una guerra dei commenti
Del controllo dei commenti quindi il mio pezzo poteva essere o di un altro collega i nostri pezzi dalla i testimoni dei fatti al di là del fatto che non molti casi non era neanche possibile esserlo
Venivano comunque poi commentati in studio da Milito Sperti militari esperti di altro genere
E quindi a in qualche modo veniva anche vanificato certe volte il nostro il nostro lavoro
E
Quindi il bisogno di parcheggiare sempre è proprio la negazione del nostro mestiere e questa è una ripeto ancora una volta una malattia molto io la considero molto italiana
Che sicuramente non si può spiegare in mille motivi non ultimo il fatto che l'Italia è stato il peso occidentale con il più forte partito comunista per cui informazione molto ideologica neanche questo conflitto sono è stato un'informazione molto ideologica
Allora a guerra finita che cosa si può dire che cosa su che cosa si può riflettere
Allora innanzitutto pensare che era un conflitto nord-sud che non è finito perché probabilmente il bello ancora da venire
Quindi tutti i problemi dell'immigrazione dell'integrazione dei diritti
I paesi del terzo mondo
E poi io mi chiedo se dopo questa guerra abbiamo imparato a conoscere questi popoli mediorientali meglio
E se abbiamo informato i nostri lettore spettatore in modo stunt completo
Se il modo di descriverlo è cambiato
Una mi viene quasi da dire che in in lo spirito stato quasi molto spesso lo spirito coloniale da grande uomo bianco se quarto
Leggo quello che è stato detto e scritto sulla sulla rivolte in Algeria adesso mi pare che non abbiamo fatto grandi progressi su questi estremisti islamici o fondamentalisti islamici vengono descritte come delle bestie che si sono svegliato la mattina che sono usciti dal così tra mondo medievale
E
E quindi ci vuole sicuramente una
Come dire credo che bisogna introdurre nella nella mestiere del giornalista un abito scientifico adesso mi riconduco quello che che dicevo all'inizio cioè il giornalista non può più pensare di fare
L'ok Mingo Eim del Duemila perché non esiste più quella figura dell'inviato del giornalista è morto defunto perché le tecnologie lei i moderni mezzi di comunicazione ci ci impongono un modo diverso di fare questo mistero dobbiamo essere in realtà anche molto più bravi credo
Non sono più veloci ma più preparati con maggiore informazione con maggiore ecco perché se no rischiamo di dire stupidaggini perché con questi
Lo stress di essere i primi a dare la notizia certo che spesso sì dicono delle cose anche magari sbagliate o si dicono delle inesattezze poi la Cnn che trasmette ventiquattro ore su ventiquattro
Alle sette e quindici mi dà una notizia me la smentisce alle sette e venticinque ma lo spettatore comune non è tenuto stare ventiquattro ore davanti al teleschermo
E e poi anche il problema delle agenzie qui c'è
Il collega che lavora in un'agenzia illusa molto bene che noi per raccontare paesi diciamo Nun del mondo occidentale noi dell'Occidente
Abbiamo pochissime fonti di informazione a disposizione perché certo nei in tutti i Paesi
Diciamo del del terzo o quarto mondo del Medioriente come lo vogliamo chiamare ci sono la Reuters Société presto ciò sposta in tutte queste agenzie internazionali però per esempio questi Paesi sono quasi sempre non in grado di produrre una propria informazione che forse sarebbe anche utile per un giornalista che si occupa di politica internazionale
Per cui e quindi anche la diversificazione delle fonti che è una cosa importantissima e l'archivio per il disarmo per esempio poteva essere potrebbe essere una fonte di informazione per un giornalista che soffre di questo DTT questi settori vengono da noi sempre alcuni credo sì credo e spero terroristi
No questo proprio perché perché giusto diversificare le fonti un lavoro in più certo ma noi veniamo pagati anche per questo voglio dire quindi e poi credo che si debbano moltiplicare gli osservatori sugli sugli avvenimenti e e il tono ricollego anche al mondo accademico che secondo me a a troppo troppo poco ha consuetudine a confrontarsi con il mondo giornalistico cioè voi lavorate nelle vostre
Università con i vostri ragazzi noi lavoriamo chiuse nelle nostre relazioni sempre più ossessionati dagli tempo dalla velocità dalla al ritmo
Sempre più stressati sempre più nevrotici in realtà poi non riusciamo ad avere uno scambio delle reciproche conoscenze comprò quei competenze invece questo credo che sia assolutamente fondamentale
Perché a noi manca spesso proprio questo elemento della diciamo della riflessione
Per riuscire a dare una lettura diversa degli avvenimenti e a voi ma anche dall'altra parte la nostra esperienza diretta sul campo
Quindi questo è proprio un un invito anche ai scritti uno sostituire o dei corsi o del dei dei creare dei momenti di riflessione comuni cioè inventiamoci qualche cosa per riuscire a
Ma così ad ammettere movimento un processo di integrazione delle reciproche competenze questo ovviamente parlo adesso del mondo del mondo accademico potrei ovviamente parlare anche puntella che il settore militare
Tutte per noi è fondamentale riuscire ad avere un un contatto e delle informazioni allo scambio di uno scambio di idee in altri Paesi si fanno i libri i film per esempio no per i giornalisti nella lista dei vari settori più svariati settori resti vengono chiamati e viene dato
Viene venne venne dato il cosiddetto la cosiddetta informazione
Dietro le quinte che ma solo informazione che il giornalista sì promette diciamo di non usare di non pubblicare però che gli permettono di allargare il raggio di di conoscenza e di informazione
Ecco quindi insomma siccome sta diventando tutto molto più complicato molto più difficile cerchiamo c'è chi in qualche modo deve accollarsi anche poi con la la dose di responsabilità non da poco e mi fa esotico subito concluso
Lei prima si chiedeva perché in Italia siamo più realisti del re beh Giorgio Bocca probabilmente risponderebbe perché la categoria dei giornalisti in Italia è sostanzialmente una categoria di servi e io purtroppo in moltissimi casi li devo dare anche ragione Emilio e mia molto colpito quando diceva aveva questo scambio di idee con il collega della tassa anni fa molti anni fa mi pare di capire quanto
Dibattito era chi era e chi è più onesto
Ma quando mai oggi i giornalisti si interrogano su qui è più onesto più corretto più preparato insomma è una tragedia quindi in questo io faccio proprio la un esame di stiamo coscienza e credo che che vada assolutamente
Imposto un un maggiore rigore un un maggiore rigore anche intellettuale da parte l'acqua categoria dei giornalisti però insomma cerchiamo di darci anche una mano e non tutte le colpe sono solo nostre ovviamente perché poi
Il giornalista a
Un
E detentore di un di un o di potere ma insomma non non sempre ne abbiamo troppo un non sono comunque non è sufficiente e poi per determinare delle scelte ed è anche delle linee editoriali grazie
Non è ancora una ventina di minuti
Qualcuno degli intervenuti vuole replicare o a delle piccole precisazioni da da fare
Vorrei sentire se anche tra voi c'è qualcuno che ha delle domande ma solo domande non interventi perché vorremmo ad utilizzare al meglio questi venti minuti
Se ci sono c'è qualcuno c'è qualcuno che intende porre qualche domanda domande uno solo
Non ce ne sono altri allora prego resta
Via
Va
Che sarà
Allora io intanto non lo so l'arabo
E per quanto mi risulta
Beh inviati e donne sicuramente no tra gli inviati italiani nemmeno per quanto mi risulta maschi e femmine che siano ho incontrato qualche collega straniero che sapeva un po'chiaro se iniziale
No no no ma le lei non vive in Italia quindi non può sapere quanta scarsa tradizione ci sia sul fronte della formazione e dell'aggiornamento professionale
No
Io
Ci sono cinquanta ma lista
A
Lì va be'
Per
Poi sono andato so che ci sono e il problema è che poi sui nostri pesca arrivano quelle cinque agenzie che usiamo abitualmente s'posso giungere a un accordo sempre
Uno dei problemi importanti che non conoscere l'arabo può essere una pecca abbastanza veniale se vogliamo non conoscere la mentalità non è più una pecca legna io mi sono spiegato quei mujaheddin in Afghanistan a gesti
Non capire che Saddam Hussein con la mentalità direi arabo non poteva essere messo in un angolo era troppo stupido per non essere voluto
A quell'uomo sarebbe passato dare un centimetro quadrato di terra
E si sarebbe si sarebbero evitate decine di migliaia di morti o si sarebbe comunque potuto piegare con con un embargo fatto bene
Ma voglio dire
Il problema però e sempre volersi capire io non non sono mica iscritto a nessun partito Non sono comunista e non sono neanche
Supposizioni
Mi sono ritrovato pacifista per boh semplicemente per perché ma lo dettava la mia coscienza
Sono d'accordo con Sandro mi sono sentito un paria ero io sono capo servizio ero l'unico nella mia relazione con dieci giornaliste
A dire momento la verità non può essere per definizione da una sola parte
Cerchiamo di produrre almeno un notiziario che se ci dice
Una determinata cosa non censuriamo la noi i giornali la devono avere portato ci hanno pensato i giornali a censurarla mi il problema è stato risolto rapidamente
Grazie grazie mi pare che il Signore abbia messo il dito sulla piaga in maniera molto come dire serena ma pertinenti stima generale lei forse ha qualche cosa da aggiunge
Sì
Ne sia stato molto interessante che abbia permesso abbastanza nudo proprio il nocciolo del problema il centro del problema
Per quello dell'effettiva oggettività e pluralità dell'informazione
Gente da fare se uno filtrati lunghi informazione con un presupposto pacifista con un presupposto guerrafondaio di informazioni viene completamente travisata no e per quello lì che io cercavo di dire così che effettivamente il forse l'unico sistema di uscire fuori da questa situazione di fatto è quello di aumentare il livello culturale non differiva i giornalisti Mattel pubblico sì sì dall'adesso ma di terroristi non ne conosco tanti quindi non
Indubbiamente poi per esempio il problema della dunque fondamentale perché se non si conoscerebbero si po'conosce la mentalità da un popolo
E estremamente praticamente praticamente impossibile ci sono delle cose interessanti che son venuti fuori la guerra del Golfo Pedullà degli interrogativi da porse questo qui perché Saddam Hussein si auto demonizzato
Generalmente dei conflitti in Europa uno demonizzando l'avversario
Nel caso del conflitto del Golfo ha fatto tutto Poli possibile per apparire ai nostri occhi cattivo no perché molto verosimilmente perché suo pubblico era differente
Sicuramente e tutt'altro che uno sprovveduto Lusi rivolgeva valutarlo Simmenthal pubblico o interno lo per ricercare una coesione politica interna al mondo islamico o il mondo arabo quantomeno e poi Gubbio voglio ma un grosso inconveniente che sono nata a Cuneo di conseguenze lo posseggo la verità
E sono conscio di non possederla e ritengo che proprio queste affermazioni apodittiche che sono talvolta è stata infatti a questo riguardo qua siano quanto di più distorcente e esiste esiste e di corrisponde abbastanza un purtroppo a dei parametri costanti della cultura nazionale di ragionare in termini più processi anziché in termini empiriche in pirici
Per cui l'opinione in Italia è un'opinione dai identificazione
Non è un incubo Pignone da comunicazioni informalmente
Per cui uno è però è uno e contro
Non c'è per esempio anche nella stessa stampa può darsi che dipenda dalla Sistina tipo sentiti di villa proprietà note inviti di come se la stampa non so di queste cose qua no non c'è un otto un un giornalismo che rappresenti degli interessi diffusi
Che una forma un po'femministi catarro per dire Huff interessi generando interessi nazionali no molto molto velocemente perché non siamo se città fortemente frammentata
Frammentata che obbedisce a a delle ideologie che sono i biologi autoreferenziali
E non a un'analisi empirica di quelli che sono gli interessi pratici per cui anche non so nella stessa comunicazione istituzionale ha difficoltà a esprimersi come servizio anziché come mezzo di manipolazione del consenso
Indubbiamente è uno stadio avanzato che si ispira che possa di evitare ma che richiede innanzitutto un recupero culturale molto profondo e un senso di identificazione di interessi naziste generale se nazionali dà fastidio a qualcuno abbastanza notevole
Qualche altro spunto di riflessione se voi considerate la maniera di gestione del caso Buracchi a e la maniera di gestione del caso tu gran no capo di stato maggiore americano dell'Aeronautica sostituito penso che incisione del cose molto interessanti da prendere nelle gestioni proprio pratiche delle due cose
E poi per il resto non mi sembra da aggiungere altro per esempio una delle azioni di informazione più colossali che capitati in Italia no e presenta la mancanza di informazione sul Paesi del socialismo reale
Guardiamo qual era la situazione dell'informazione solo cinque sei anni fa
E indubbiamente oppure per esempio al tempo della rivoluzione culturale le cosiddette Fonderie di villaggio no che credo
No cosa folle pensare che il un acciaio di alte caratteristiche tecnologiche che non scoppi che non Spartak conto Sarfatti fatti in fonderia che facciamo cento tonnellate d'acciaio al mese una roba simile no
Tuttavia tutti quanti noi siamo stati condizionati
Quanto meno una forte parte dell'opinione pubblica è stata condizionata i tecnici io non sapevo quello fonderie dovesse avere giudice nell'arte almeno no ma e i tecnici stessi non avevano la possibilità di esprimersi ma perché perché c'era un blocco ideologico
No perché necessariamente quello che veniva fatta una parte va bene della verità di giusto no e che forse adesso è proprio il momento di superare un pochettino questa fase di Infanti sì ma appunto che c'è affetta afflitto che provoca forate nazionalizzazione molto forte e che ci ha fatto sentire e dipendenti da ideologiche sostanzialmente autoreferenziale
Etero referenziare non autoreferenziali come invece dovrebbero essere potate sulla forte cultura nostra insomma
Grazie grazie a lei signora
Potremmo dire conclusa questa fase però ci resta la cosa forse più interessante l'autrice di questo libro ha diritto alla parola
Allora osserva Savarese
Per un intervento che io considero conclusivo
State tranquilli non vi racconto il libero
Invece voglio ringraziare gli intervenuti per avere preso in seria considerazione il mio lavoro
Credo di averlo meritato forse soltanto perché c'ho messo dieci anni
E in più invece mi ha fatto piacere verificare che alcuni nipote simile alcune mie intuizioni trovano con firma
E poi voglio anche confessare una cosa
Non è facile non è pace verso fare il sociologo che si occupa di queste cose qui Bechelloni possano perché anche noi poi c'abbiamo le nostre regole interni e io con questo libro ho rischiato molto perché ha utilizzato paradigmi disciplinari non semplicemente sociologici
Rischiato di fare un po'di confusioni tra semiotica sociologia della comunicazione approccio globale approccio analitico cioè io volevo come avete tutti capito bene come
Generale ci hanno detto subito io volevo pormi pragmaticamente di fronte ad analisi di alcuni fenomeni volevo se possibile impostare delle domande non avevo la pretesa di rispondere molti molte risposte le avete date voi qui
Però forse una cosa posso aggiungerla voi vite molti di voi hanno detto si fa informazione come una base ideologica
Forse qualcosa di più non è solo una base biologica la guerra fredda è stata una guerra ideologica di copertura vero a una impossibilità di combattere sul piano militare un'altra guerra
Quindi c'è alla base io credo di tutto un fatto politico un fatto politico che poi si riverbera nell'in verso i Paesi e nelle diverse culture con colorazioni diverse ma il problema essenzialmente politico
E io credo di aver cercato di sottolineare questo con il capitolo introduttivo in cui metto in evidenza come
Gli anni cinquanta e gli anni Ottanta siano stati fondamentali non solo nella rivolgimento tecnologico sia a livello appunto della tecnologia militare che di quella della comunicazione ma anche rilevanti per quello che è stato il cambiamento
Bella comunicazione politica così come essa è stata gestita dalle presidenze americani
Le quali in qualche modo hanno sempre avviato i nuovi stili di comunicazione politica
Dentro i quali poi funziona tutto il meccanismo che io ho cercato di evidenziare con con questa parola del Music menati me
Tre e quell'altra della media diplomarsi cioè si che tutta una serie di scelte vengono fatte sulla testa
Dei giornalisti e anche dei militari io credo ecco quando vengono fatte a livello così così alto e così generale è chiaro che poi
Tutto rientra dentro queste scelte e quindi
Ci sono i soldati semplici della notizia ci sono i capitani ci sono i generali e poi ci sono i vertici che sono sempre quelli che governano un po'tutte le cose
E io quindi in questo senso dopo avere accusato nel mio libro i giornalisti credo anche di aver cercato però di spezzare una lancia certe volte per loro perché tante volte il singolo alle porte perché non ha sufficiente cultura
Per andare in quella situazione e quindici si trovano di abbastanza spiazzato e anche il prodotto di un modo di coltivare
E di di di di di coltivare una classe un ceto giornalistico di farlo in esso quindi tutte le battaglie che sono state fatte per esempio anche in Italia
Sulle scuole di giornalismo e ha ragione di di Gruber quando dice facciamo qualcosa e e forse lei sa che qui proprio a questo tavolo c'è qualcuno che da anni l'otto in questo senso perché Giovanni Bechelloni uno di dei più come dire accesi sostenitori di una preparazione professionale giornalistica che vada fatta
Interagendo e appunto con una reciproca collaborazione quindi c'è c'è il soldato dell'informazione che può essere più o meno bravo
Per i suoi meriti personali certamente però anche dentro un sistema che più o meno lo vuole così con con alle spalle un sistema editoriale che non vuole tanto le le singole specializzazioni
E competenze se non sbaglio e con un sistema politico che tutto sommato soprattutto in Italia preferisce che le cose restino come stanno
Allora per concludere perché qui si tratterebbe di di di parlare ancora a lungo in cady risentirci ancora spesso cerchiamo effettivamente di raccogliere l'invito di Lilli Gruber cerchiamo di raccogliere anche quello fatto da Anderlini in apertura vediamo se presa non lavorando su una prospettiva come può essere questa di una carta dei diritti si si riesce a interagire più facilmente o comunque a dare quel piccolo contributo che a livello individuale o o di piccoli gruppi di di di di pressione di opinionisti si può raggiungere e e forse questo può essere un primo semi grazie
Grazie soprattutto che Rossella noi possiamo concludere qui la marcia serrata
Credo che abbiamo tracciato un panorama abbastanza preciso che la situazione vorrei proprio per finire dire che l'archivio intende continuare questo lavoro
Non so quali saranno le forme ma certo nelle prossime settimane nei prossimi mesi noi riprenderemo questo argomento per vedere se insieme possiamo dare un contributo alla formulazione di questa carta dei diritti del giornalista impegnato in momenti di conflitto grazie ancora buona sera