Si tratta dell'undicesima elezione del Capo dello Stato (comprendendo anche quelle per nominare il Capo Provvisorio dello Stato nel 1946 e 1947).
Il Presidente della Repubblica uscente è Sandro Pertini.
Il 24 giugno Cossiga risulta eletto al 1° scrutinio con 752 voti, contro i 16 di Arnaldo Forlani.
Pertini, il cui mandato sarebbe scaduto il 9 luglio, si dimette il 29 giugno e Cossiga presta giuramento il successivo 3 luglio.
Queste elezioni vengono considerate da tutti un piccolo capolavoro di Ciriaco De … Mita.
Il segretario della Democrazia Cristiana propone una rosa che comprende anche Andreotti e Forlani: entrambi bocciati dal Pci.
Poi, pian piano, nelle diverse "rose" di candidati esce il nome di Cossiga.
Al Pci, che esce sconfitto dal referendum sulla scala mobile, il nome di Cossiga non dispiace: viene dalla sinistra dc, è fuori dai giochi da tempo, è riservato e parente di Berlinguer (cugini di terzo grado).
Natta, che ha già votato Cossiga alla presidenza del Senato, ci sta subito e spera anche di fare un dispetto a Craxi.
Il Psi, a parte Pertini, fatica a trovare nomi da contrapporre.
Inoltre, Craxi tiene al governo, non al Colle ed ecco che arriva il via libera del Psi.
De Mita si convince che è fatta e che Cossiga può essere eletto al I scrutinio, votato da quasi l’intero arco costituzionale: Dc, Psi, Psdi, Pli, Pri, Pci, Sinistra indipendente.
Solo missini, demoproletari e radicali tuonano contro l'inciucio maggioranza-opposizione all’insegna del compromesso storico: voteranno scheda bianca.
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