Assemblea Generale della Confindustria

Vinsi
C'è quindi un'urgenza raffronta
La divergenza fra l'andamento dei costi è quello dei ricavi e tale da indurre se non rapidamente corretta a un declino degli investimenti del nostro Paese
E a una crescente convenienza delocalizzare le nostre produzioni all'estero
Si amplierebbe un processo di cui già si avvertono i primi sintomi in band Ustica inserzione del Paese che avrebbe gravissime conseguenze non tanto per gli industriali in quanto categoria sociale ma per le possibilità di mantenere il livello di vita oggi raggiunto da una larga parte della popolazione
Occorre convincersi che è interesse di tutti puntare su una rapida riduzione dell'inflazione
In un regime di cambi fissi la riduzione degli incrementi nominale dei salari determina un proporzionale abbassamento dell'infrazione
Salvaguardando quindi potere d'acquisto della busta paga insieme alla competitività dell'impresa e dell'intero sistema
Nei giorni scorsi noi ci siamo confrontati con le altre rappresentanze delle imprese del commercio dell'assicurazione del credito dell'artigianato delle imprese fu
Ed abbiamo riscontrato una piena convergenza
Abbiamo richiesto che negoziato inizi senza Rita
Non ci possono essere alibi per nessuno
Quando firmammo l'accordo dei sei luglio dello scorso anno
Il governo si impegnò a non prorogare per legge oltre il novantuno la scala mobile
Noi ci impegniamo a riavviare i negoziati per i contratti allora in scadenza
Il sindacato
Si impegnò a sua volta ad un confronto sulla riforma del salario a partire dal giugno del novantuno
Questo è l'impegno che oggi vogliamo sia onorario
Nel consiglio direttivo del quindici maggio
Noi abbiamo definito gli obiettivi del confronto
Attraverso il quale è necessario conseguire una riduzione del tasso di crescita del costo del lavoro e del livello di inflazione in linea con quelli europei
La via per conseguire tale risultato è a nostro avviso quella della concertazione per una politica dei redditi è quella della riduzione semplificazione dei livelli di contrattazione
In tale ambito deve essere conseguita una riduzione del carico degli oneri sociali pagati dall'impresa
Una redistribuzione di tale carico sul sistema fiscale è un superamento della scala mobile
E degli alti automatismi all'interno della contrattazione nazionale
Al fine di ridare ruolo alle parti contraenti
In questo contesto isolare il problema della scala mobile riduttivo
Ma rifiutarsi di prenderlo in considerazione o considerarlo un non problema significa fuggire dalle proprie responsabilità
Ebbene sia chiara una cosa
La necessaria riduzione della crescita del costo del lavoro
Non può essere raggiunta senza toccare tutte le sue componenti
In nessun Paese occidentale se si esclude il Belgio esiste un sistema di indicizzazione del salario
Il superamento degli automatismi non ci spinge quindi verso il Terzo Mondo ma verso le democrazie industriali più avanzati
In nessun caso comunque esistono ben tre livelli di contrattazione
Ognuno dei quali comporta costi rilevanti per l'impresa e oltre a innescare un'elevata conflittualità
In buona sostanza noi riteniamo che il confronto debba avviare rapidamente una politica dei redditi con il vincolo della convergenza dei tassi nominali di crescita del costo del lavoro rispetto ai nostri concorrenti europee
E ciò in un quadro di riforma strutturale del costo del lavoro e dei sistemi di contrattazione
Che punti a un modello di relazioni industriali in cui viene esaltata la capacità delle parti sociali di governare autonomamente i rapporti di lavoro e il salario
Vi è una diffusa sensazione appesa da parte di molti
Per fare di questo negoziato un momento in cui l'impresa e lavoratori si alleino scaricare i costi sullo stato
Questo è il vero senso delle parole di chi invita a non parlare di scala mobile di salario affermando che il vero problema è un altro
E il fisco iniquo e lo stato sociale inefficiente sono le infrastrutture carenti e i servizi inflazionistici
Certo questi problemi esistono
E lo Stato si è finora dimostrato incapace di risolvere
Ma questo non può in nessun caso eliminare le responsabilità delle parti sociali e di affrontare i problemi del sistema retributivo che è fra i più squilibrati più costosi d'Europa
Così come i problemi della finanza pubblica non possono costituire un alibi dietro al quale ci si ripara per rinviare ulteriormente la necessaria riduzione degli oneri sociali
Che gravano impropriamente come la sanità sull'impresa
è chiaro che ogni politica dei redditi deve partire da una precisa indicazione del governo e da un suo atteggiamento consapevole nei confronti del pubblico impiego
Dopo la disastrosa tornata contrattuale
Apertasi nell'ottantotto con il contratto della scuola
Che per i prossimi anni con i soli trascinamenti comporta aumenti superiori all'inflazione prevista occorre bloccare qualsiasi negoziazione fino al novantatré solo così infatti sarà possibile dare pratica attuazione all'intento pure enuncia
Il piano triennale di programmazione approvato due giorni fa
Il volersi limitare a mantenere l'invarianza delle retribuzioni reali dei pubblici dipendenti
Non siamo contrari a una vera riforma del pubblico impiego
Ma non dobbiamo lasciarci ingannare da formule propagandistiche
Privatizzazione in questo caso è un termine usato impropriamente
Essa non può consistere nel sommare i privilegi del pubblico impiego ai vantaggi di relazioni sindacali di tipo privato
Una reale privatizzazione deve invece basarsi sull'esistenza di precise regole aziendali
Sull'obbligo di rispettare i vincoli di bilancio sull'accettazione del rischio sia da parte del responsabile della gestione che da parte del lavoratore in caso di insuccesso
Occorrerà infine discutere
Occorrerà infine discutere sulla base di un serio confronto con quanto avviene negli altri Paesi europei sull'assetto i vincoli del mercato del lavoro
Non occorre che ricordi le analisi del professor Sylos Labini
Per affermare che è una disciplina così rigida ostacola l'incremento dell'occupazione
Riduce la convenienza delle aziende operare per una crescita dimensionale
Limita le possibilità di sfruttare tutte le opportunità offerte dal mercato urbanistica occasioni di presenza che spesso possono tramutarsi inserimenti permanente
Occorre quindi liberalizzare l'avviamento
Adeguare le assunzioni obbligatorie agli eventi degli altri Paesi europei
Rivedere le forme normative per gli esuberi di manodopera favorire forme flessibili di lavoro come il part-time il tempo determinato il lavoro interinale
Invece nel nostro Paese si persiste su una strada opposta
Aumentano i vincoli per le piccole e piccolissime imprese
Si ostacola l'utilizzo degli ammortizzatori sociali sia un mento hanno le quote di assunzioni obbligatorie
E questa è una politica che va contro gli stessi interessi e le aspirazioni di molti lavoratori soprattutto i giovani
Che troverebbero maggiore facilità di inserimento nel mondo del lavoro con norme più flessibili
Flessibilità non vuole dire mancanza di regole o arbitrio del datore di lavoro
Ma regole e garanzie che disciplinano le diverse più articolate modalità di accedere al lavoro che una società avanzata in grado di offrire
Autorità
Cari colleghi
I problemi che il nostro Paese ha di fronte non possono essere considerati di ordinaria amministrazione
Il forte peso nel settore pubblico
La crescente invasione dei partiti nello Stato e nella società civile
L'uso non produttivo del denaro pubblico
Richiedono che si provveda con urgenza quelle riforme istituzionali che sono richieste dalla grande maggioranza dei cittadini
Purtroppo al dibattito in corso appare limitato da proposte parziali ed incomplete
E ancora troppo dominato da logiche di schieramento più che da una coraggiosa visione dei problemi della società italiana
La nostra proposta intende richiamare all'attenzione di tutti sulla necessaria globalità del processo di riforma
E sull'urgenza di fissare un termine ultimo entro il quale avviare il processo
Noi siamo convinti che i nuovi meccanismi istituzionali dovrebbero favorire la nascita di un nuovo modo di fare politica da parte dei partiti
E la liberazione delle leggi e dei singoli e delle potenzialità del mercato
Noi dobbiamo rafforzare anche nel settore pubblico la cultura di impresa
Non come egoistico possesso dei beni ma come cultura del fare
Come imperativo morale verso lo sviluppo
In questo gli imprenditori come associazione ma anche nella loro attività quotidiana
Debbono sentire l'orgoglio e la responsabilità
Che operare in modo da essere esempio per tutta la società
Solo così noi potremo mantenere accresce della nostra legittimazione peso delle nostre proposte
Per meglio organizzare la nostra associazione
Ad assolvere ai compiti sempre più impegnativi e quale chiamata noi abbiamo lanciato un progetto di riforma
Esso è stato approvato la settimana scorsa dalla Giunta
Ed è il frutto dell'impegno e della passione della commissione presieduta dall'amico Emilio Mazzoleni
Tale riforma è stata un grande momento di dibattito e di coesione associativa
Testimonia la capacità del nostro sistema associativo di rinnovarsi
Rappresenta un importante passo non solo verso il miglioramento organizzativo ma anche per la crescita della capacità di proposta politica della Confindustria
Il documento politico
E il codice etico che l'accompagna
Segnano le linee guida che la nostra associazione dovrà seguire in futuro
Imprenditori non chiedono privilegi
Noi vogliamo che sia riconosciuto il ruolo che le imprese che svolgono a vantaggio del Paese
E che siano salvaguardati i nostri diritti
Soprattutto il diritto operare in un ambiente non sfavorevole all'impresa
E in un mercato con regole chiare non discrezionali ai quali per tutt'
Noi non siamo portatori di una filosofia che aderì impresa una concezione totalizzante
Da cui promana per definizione ogni bene
I nostri ideali sono quelli del rafforzamento della democrazia e dell'ampliamento delle libertà dell'uomo
E rivendichiamo con orgoglio
I grandi meriti che l'impresa il capitalismo e il sistema di mercato hanno avuto ed avranno proprio per l'edificazione di una società nella quale oltre ad assicurare a tutti la liberazione dei bisogni primari vi sia un'ulteriore diffusione della cultura
Un rafforzamento della consapevolezza di quanto sia prezioso il bene della libertà della democrazia e della giustizia
Ma proprio la giustizia è oggi un valore o felice
E ciò non solo a livello di singoli individui ma proprio perché è sempre più evidente la frattura fra due italie
Una chiamata a confrontarsi con l'Europa l'altra che continua a vivere senza al vincolo della concorrenza e senza l'assillo della ricerca dell'efficienza
è un'opera altamente moralizzatrice quella di superare la frattura fra le due Italie
Attraverso l'eliminazione dei monopoli
L'ampliamento dell'area di mercato il contenimento della nomenclatura politica burocratica l'aumento della libertà di scelta per ogni cittadino
Ricongiungere le due Italie è il presupposto per riprendere la via dello sviluppo
Noi sappiamo che l'impresa italiana ancora molta strada da fare
Noi sappiamo che dovremo affrontare ancora dolorosi i processi di ristrutturazione
E che alcune imprese dovranno cedere il passo ad altre più competitivi
Anche la crescita dimensionale non avverrà senza tensioni
Noi saremo guidati dalla scelta di stare in Europa ed all'operare della concorrenza ma insieme a noi anche l'altra Italia dovrà accettare la sfida del mercato ha perso
Dovrà misurarsi con la riduzione dei costi e con l'aumento dell'efficienza
Senza volere superare il confine del nostro ruolo noi abbiamo cercato di proporre a tutti un progetto di riforme all'interno delle quale si collocano legittime aspettative degli
Noi siamo convinti fermamente che l'Italia abbia tutte le potenzialità necessarie per entrare in Europa dalla porta principale
E crediamo anche che una parte importante crescente degli italiani desideri che vengano affrontati i nodi veri che frena non nostro cammino e non abbia paura di temporanei sacrifici purché siano inquadrati in un progetto globale e credibile
Spetta ora alla politica recuperare la capacità di elaborare progetti complessivi per la società
La classe politica italiana ha dimostrato in passato di saper fare le scelte giuste
Nei momenti più importanti della nostra storia
Ora deve ritrovare la forza e la coesione per affrontare i grandi problemi di fondo
Io mi auguro che il sistema politico assuma piena consapevolezza delle grandi responsabilità che ricadono sulle sue spalle
Imprenditori dentro e fuori le loro fabbriche
Continueranno a operare
Non per alimentare una sterile e scomposta protesta
Ma per offrire analisi e proposte in grado di cogliere le grandi opportunità di sviluppo e di miglioramento della qualità della vita che l'Italia possiede al suo interno
E che il contenitore internazionale oggi ci ci offre con la costruzione economica e politica dell'euro
Vi ringrazio moltissimo
Inviterà io ora il rappresentante del Governo prenderà la parola invito quindi l'onorevole Guido Bodrato ministro dell'industria partendo dal classe
No signor presidente signori del Signore
Questa Assemblea generale ha una particolare importanza negli appuntamenti in cui si sviluppa il dibattito sulla situazione economica e sugli indirizzi da assumere
Per quanto negli ultimi giorni la maggior parte degli indicatori segnali una tendenza alla ripresa
Non c'è dubbio che la fase che stiamo attraversando presenta non poche difficoltà per il nostro Paese ed in particolare per l'industria italiana
A partire dal secondo trimestre del novanta il ciclo congiunturale entrato prima in una fase di rallentamento
E poi sul finire dell'anno ed ancora nel primo trimestre del novantuno si è avuta una più marcata flessione tanto negli investimenti quanto nei consumi finali
Questa preoccupante dinamica non è invero peculiare dell'Italia lo ha puntualmente ricordato nella sua relazione il presidente della Confindustria
In un sistema fortemente integrato qual è oggi quello delle economie dell'Occidente
Gli andamenti dei diversi Paesi tendono ad allinearsi rapidamente
E quello italiano non è oggi un caso specifico ma una variante di una situazione più generale
Non faccio questa constatazione per sminuire la gravità della situazione economica del nostro Paese anzi
Per un'economia sempre più strettamente integrata nell'area comunitaria
Verso la quale si dirigono i due terzi delle nostre esportazioni una condizione di difficoltà sul piano mondiale costituisce non già un'attenuante
Ma una gravante per le nostre prospettive poiché rende in tempi brevi più aspra la concorrenza
Per cogliere appieno la realtà attuale è utile considerare anche gli andamenti di lungo periodo
E le modificazioni strutturali che si sono verificate su scala internazionale nell'ultimo decennio
Il rallentamento produttivo dell'ultimo anno segue un decennio di alta espansione di tutte le economie industriali la nostra industria vissuto sette anni di congiuntura espansiva
Registrando sviluppi rilevanti ben visibili nei risultati economici
E c'è pre difficile certamente stimare la dinamica dei profitti
Ma credo sia indicativo che dà i dati cumulativi dalla Mediobanca emerga con tutta evidenza come dopo le perdite registrate nei primi anni ottanta a partire dall'ottantaquattro ci sono avuti i risultati d'esercizio
Progressivamente crescenti fino a tutto l'ottantanove
Possiamo cioè dire che l'industria italiana dall'ottantaquattro ha cominciato a cogliere i risultati di un profondo processo di ristrutturazione interna alle singole impresa
E di una non meno importante razionalizzazione dei processi produttivi
La crisi della grande impresa che aveva segnato gli anni settanta è stata così superata
Con un buon rafforzamento finanziario dei grandi gruppi industriali
A questo percorso di sviluppo hanno concorso indubbiamente capacità imprenditoriale
Ma anche una consapevole atteggiamento dei sindacati e l'azione del governo che a partire dagli accordi dell'ottantatré dell'ottantaquattro ha promosso un nuovo approccio alla politica dei redditi
Che ha trovato disponibili le forze sociali con un profondo travaglio nel sindacato
Se guardiamo alla sostenuta crescita degli anni scorsi potremmo allora ritenere ingiustificati gli allarmi per una fase di pausa e per certi versi può apparire quasi fisiologico
Ma in realtà il perdurare della buona congiuntura ha contribuito insieme a favorire la riduzione dell'inflazione anche a celare alcuni ritardi strutturali del nostro apparato produttivo
Che vengono pienamente alla luce in una fase che è segnata non solo da una battuta di ristagno
Ma ancor più da una ridefinizione complessiva degli spazi di mercato dopo la grande mutazione politica dell'ottantanove
Nel processo che si è appena aperto con la necessità di ricostruzione e di ristrutturazione dell'economia dell'Est europeo e con la ricerca di un nuovo assetto del Medioriente dopo le vicende del Golfo
L'industria italiana si trova ora competere non solo con i concorrenti tradizionali ma anche con i giapponesi e con i Paesi di nuova industrializzazione
E questo mentre si fanno più stringenti i tempi della piena integrazione economica nell'ambito
Della CEI
è in riferimento a questo più ampio scenario che dobbiamo allora cogliere i limiti e di nodi strutturali del nostro apparato produttivo ed anche i vincoli che ci saranno imposti per la politica di risanamento della finanza pubblica
In particolare a me pare che sia utile soffermarsi per ciò che riguarda l'industria su tre punti
Abbiamo partecipato sinora in misura insufficiente a quel processo di internazionalizzazione delle imprese che nella maggior parte dei settori produttivi assegnato alla seconda metà degli anni ottanta
La nostra presenza produttiva in Europa e negli Stati Uniti per non dire in Paesi più lontani appare modesta rispetto a quella tedesca e francese
Per citare un solo dato si pensi che nell'ottantotto i grandi gruppi pubblici francesi
Hanno investito circa venti mila miliardi di lire in acquisizioni societaria all'estero quando nell'intero biennio ottantanove novanta il complesso dell'acquisizione italiani all'estero non ha raggiunto i quattro mila miliardi di lire
E questo un discorso che riguarda soprattutto i grandi gruppi
Che rispetto ai loro concorrenti straniere hanno proporzionalmente quote assai più elevate sul mercato nazionale e di gran lunga inferiore su quelli esteri
Si rende quindi necessaria una adeguata risposta al modificarsi della competizione internazionale
E nella seconda metà degli anni ottanta si è progressivamente allargata dalla sfida sui prodotti e sui processi a quella sul controllo dei mercati
Una sfida che non è stata ancora raccolta in modo pieno dalla nostra industria sia pubblica che privata
è ben vero che le nostre impresa quando hanno in via avviato iniziative in questa direzione hanno dovuto scontrarsi ed ancora si scontrano con resistenze diffuse Penati
Sì impone a livello comunitario l'assunzione di regole effettivamente comuni per rimuovere barriere all'ingresso
Che rispondono sostanzialmente alla logica di una sorta di protezionismo proprietario ben visibile in alcuni paesi europei
Secondo punto
Sul piano mondiale lo sviluppo della internazionalizzazione e sostanzialmente coinciso con la tendenza verso una più elevata concentrazione
Diversi settori sono sempre più dominati da produttori globali che per le loro dimensioni possono ottimizzare le spese di ricerca e sviluppo e giungere al pieno controllo del ciclo distributivo
Mentre si affermava a questo indirizzo le nostre grandi imprese sono state tentate ad orientarsi verso una struttura per così dire conglomerati
Disperdendo forse finanziaria di imprenditoriali su un gran numero di attività invece di concentrarsi su quello che gli economisti industriali chiamano borghesi disse dell'impresa
Che richiede sempre più dimensioni minime elevate per essere competitivi sul mercato internazionale
Forse dipende anche da questo
Se il settore in cui siamo più forti nell'interscambio solo a quelle in cui predominano le piccole e medie imprese che realizzano come ben noto a lor signori del settantacinque per cento del prodotto lordo industriale
Mentre quelli cui siamo più deboli sono i settori guidati dalla grande impresa dove la crescita dimensionale ed organizzativa presenta una particolare rilevanza
In questi giorni si è parlato sin troppo di classifiche e non vorrei aggiungere ulteriori elementi di confusione al riguardo
Ma forse si può ricordare che tale prime cinquecento imprese internazionali solo sette sono italiani e qui sono ben dieci Paesi prima del nostro in questa graduatoria
Infine tende oggi ad affermarsi un modello di impresa sempre più orientato alla scala mondiale
E diventa quindi in prospettiva sempre meno adeguato ragionare di industria italiana e oramai anche di industria europea
Questa è una realtà di cui dobbiamo prendere atto anche per i riflessi che comporterà nella definizione delle politiche comunitarie
La terza questione
All'insufficiente internazionalizzazione del nostro apparato produttivo
E dei suoi limiti dimensionali ci unisce un impegno troppo debole sia pubblico che privato nella ricerca sviluppo e quindi nell'innovazione
Questi ritardi strutturali producono nel loro combinarsi una perdita di competitività che può diventare ogni giorno più preoccupante
Se guardiamo alla penetrazione sul mercato internazionale vediamo che abbiamo sinora ottenuto buoni risultati nei settori tradizionali ed abbiamo anche una buona capacità competitiva in settori relativamente più nuovi
Ma tecnologia consolida mentre stiamo perdendo terreno nell'esportazione di prodotti tecnologicamente avanzati
Non sto a dire i dati che sono stati ricordati mi pare molto opportunamente già da Pininfarina
L'insieme dei fattori che ho richiamato per larghe linee rischia di pesare non poco nei prossimi anni è già ora sta manifestando i suoi effetti
Il rallentamento congiunturale fa intravedere una più aggressiva competizione a livello internazionale ripropone debolezze del nostro sistema che i mutamenti degli ultimi anni non hanno ancora risolto
La grande impresa che pure ha un ruolo trainante decisivo per lo sviluppo della nostra economia si muove con difficoltà su questo scenario internazionali e la piccola impresa e talora la piccolissima che garantiscono la flessibilità del sistema italiano si scontrano con i limiti dimensionali
Che non consentono alle piccole imprese di inserirsi in modo compiuto nei grandi circuiti mondiali le medie imprese sono probabilmente quelle che hanno saputo proporzionale si meglio negli ultimi tempi
Per integrazione qualificazione tecnologica
Ma sono relativamente poche nel nostro sistema
E anche esse sono penalizzate dalla inadeguatezza della gamma
Dei servizi funzionali all'impresa
Che va dal comparto bancario assicurativo a quello della distribuzione ed anche qui mi pare che la relazione di Pininfarina abbia sottolineato l'esistenza di questo problema e di queste difficoltà del nostro sistema
Le problematiche dell'industria ma dovrei dire più in generale del sistema produttivo vanno quindi considerati un quadro che è profondamente mutato
La crisi dei sistemi politici ed economici dell'Europa orientale deve spingere i Paesi occidentali a rivedere il loro atteggiamento rispetto al problema dello sviluppo economico
La vittoria del modello economico che si basa sul mercato è l'occasione per una rivendicazione dei meriti storici da parte dei Paesi occidentali ma deve essere a mio parere soprattutto uno stimolo ad accettare la sfida che deriva dalla nuova situazione e le conseguenti grandi responsabilità
La stabilità può essere l'obiettivo prioritario di una nazione economicamente appagata come era la Germania Federale fino al crollo del muro di Berlino
Lo sviluppo diventa un dovere o come si è detto un imperativo morale quando bisogna allargare l'area del benessere integrando mercati e popoli sinora rimasti ai margini del benessere tra di loro separati
Non vorrei certo che queste affermazioni venissero scambiate però un invito ad una dissennata politica espansionistica
Condivido anzi l'obiettivo di un'ulteriore riduzione del tasso di inflazione Interna in quanto presupposto per una politica dei fattori dal porto del lavoro al posto del denaro
Che stimoli gli investimenti produttivi soprattutto nei settori più aperti alla concorrenza
La manovra di finanza pubblica per gli anni novantadue novantaquattro delineata nel documento di programmazione economico finanziaria approvata dal governo punta infatti ad un'accelerazione del tasso di sviluppo del prodotto interno lordo rispetto agli andamenti tendenziali
Per potere realizzare gli obiettivi di risanamento della finanza pubblica richiesti per una piena partecipazione dell'Italia alla seconda fase dell'unione monetaria europea
Ed è ed anche per favorire con il rafforzamento della base produttiva una ripresa occupazionale
Lo sforzo richiesto è rilevante sia sul fronte delle entrate che su quello del contenimento della spesa
Tra maggiori entrate e minori spese si tratterebbe di raggiungere un ammontare pari a quasi il cinque per cento del prodotto interno lordo già nel mille novecento novantadue
Nel documento appena ricordato è considerata inevitabile di conseguenza almeno temporaneamente una crescente pressione fiscale che va al di sopra del valore medio degli altri Paesi europei
La qual cosa però non impedirà di perseguire la necessaria armonizzazione delle imposte dirette a carico dell'impresa e di quelle che gravano sui redditi finanziari
Per evitare effetti distorsivi nell'allocazione degli impianti produttivi e dei movimenti di capitale
Sul fronte della spesa assume un rilievo particolare la riforma del sistema previdenziale che appare indispensabile non solo per ridurre in prospettiva i trasferimenti a carico dello Stato
Ma anche per ridare elementi di sicurezza alla grande maggioranza dei nostri concittadini
Affinché la manovra posso produrre pienamente i suoi effetti è necessario accompagnarla con una politica dei redditi che vincoli le dinamiche delle re numerazione di tutti i fattori produttivi ai tassi d'inflazione programmati
L'imminente trattativa o meglio il confronto e come lo ha definito il presidente Pininfarina tra il sindacato impresa e Governo e il primo momento per verificare la praticabilità della manovra
Una verifica alla quale le parti interessate dovranno presentarsi con la necessaria disponibilità a ricercare soluzioni innovative ai problemi che solo in discussione
Che consentono a tutti di superare le posizioni tradizionali di una prospettiva di reale modernizzazione del nostro sistema
La ristrutturazione del costo del lavoro può essere un'opportunità positiva le condizioni per ridurre la rigidità nell'organizzazione del lavoro
Poi si pongono insieme a questa questione e insieme si pone il problema di una piena valorizzazione della professionalità dei lavoratori
Che sono sia il la questione della maggiore flessibilità che quello della valorizzazione della professionalità fattori rilevanti per la produttività dell'impresa
Di fronte al tentativo di impostare una politica industriale in linea con le esigenze che sono stati enunciati e che mi pare corrispondano a quelle indicate
In apertura di questa Assemblea
Emergono le profonde relazioni esistenti con la politica economica generale e con le altre politiche dalla formazione
Chiederei delinea il livello della competizione tra sistemi produttivi nel prossimo futuro all'ambiente
Per rendere tra loro sempre più coerenti interventi che attengono ha competenze diverse per potere valutare gli effetti immediati indotti della vasta gamma delle misure economiche che si possono adottare
Io credo occorra prima di tutto creare strumenti sempre più efficienti sul piano conoscitivo anche a livello delle decisioni e delle realtà che maturano in orizzonte europeo
Occorre però anche ripensare gli strumenti di coordinamento
Alcuni strumenti istituzionali di cui si è avvalsa la politica industriale non rispondono più all'esigenza di coordinare i molteplici soggetti istituzionali in grado di incidere direttamente sul sistema dell'impresa
Dobbiamo anche affermare precisi criteri di compatibilità ne indico alcuni come esempi peraltro non del tutto casuale
Per la politica dell'ambiente costituisce oggi uno specifico obiettivo
Nella ricerca di una qualità globale della vita e crescono quindi in questo senso le responsabilità dell'impresa ed insieme quelle pubbliche non solo nel contrastare l'inquinamento
Ma insieme nell'orientare gli investimenti verso le più avanzate tecnologie che rendano compatibili produzione e ambiente
Nel suo svolgersi concreto la politica ambientale
Che non a caso è stata indicata i lune libro recente di grande successo
Come un limite allo sviluppo capitalistico non può però prescindere dal vincolo della competitività del nostro apparato con quello degli altri Paesi europei
Anche in questo caso a me pare che la sede più idonea per definire linee di intervento strategico e strumenti che le rendano realizzabile e soprattutto quella comunitaria
La politica delle tariffe pubbliche cioè non può ignorare le esigenze di carattere sociale anche per contenere l'impatto sugli indici del costo della vita
Non deve però comportare distorsioni della struttura dei costi delle imprese non c'è dubbio che nel settore elettrico ad esempio la mutualità tra le diverse tipologie di utenza non può essere ulteriormente esaspera
Nella prospettiva di conferire maggiore efficacia alla politica industriale
Credo che occorra anche riconsiderare il nostro posizionamento nei confronti della comunità europea che è il nostro naturale quadro di riferimento la percezione attuale è e in materia di industria crescono più in vincoli che le opportunità
La politica della tutela della concorrenza sembra sovrastare ogni altra iniziativa
Trovando in questo campo l'Italia particolarmente indifesa per le caratteristiche di trasparenza degli interventi legislativi sviluppati a sostegno dei processi di ristrutturazione
Per gli interventi a favore dell'innovazione tecnologica ed anche per la protezione di particolare aree territoriali
Iniziative che a Bruxelles vengono tutte genericamente ricomprese nelle politiche di aiuto
Non vi è dubbio che dobbiamo in questo campo anticipare gli interventi della Commissione
E sostenere nel modo più efficace le ragioni delle nostre scelte delle nostre attività produttive ma questo non basta
C'è la necessità di un rilancio della politica industriale europea
Contro tentazioni che a me paiono per qualche aspetto ideologiche di affermare che nessuna politica industriale eh la migliore tra le politiche industriali
Non è possibile tra i Paesi della CEE affrontare in ordine sparso la duplice sfida degli altri paesi industriali e della crisi dei Paesi dell'Europa orientale
Se ne stanno accorgendo la stessa Germania impegnata nello sforzo di unificazione economica e per motivi diversi ma convergenti nel loro esito ultimo anche la Francia nei settori strategici per lo sviluppo la CEE deve dotarsi di una sua politica attiva così come ha iniziato a fare recentemente per l'informatica e per la componentistica elettronica
Verso l'attività di ricerca applicata vanno indirizzati fondi più consistenti che in passato
Coordinando i progetti comunitari con quelli dei singoli Paesi e raccordando l'in modo più diretto con le esigenze della competizione a livello mondiale
Il nostro impegno nei prossimi mesi dovrà essere quello di portare a livello c'è una serie di problematiche che a livello interno non è possibile affrontare positivamente
Sviluppando così l'impegno che ha caratterizzato il semestre di presidenza italiana e che nel campo specifico della politica industriale ha già prodotto una prima assunzione di comuni responsabilità
Quando ho detto finora non ci esime da un esame critico della strumentazione di politica industriale interno
Anche se negli anni Ottanta questa politica è stata mirata ad obiettivi più specifici che in passato i risultati raggiunti non solo ancora soddisfacente certamente le leggi di incentivazione finanziaria sono stati migliora ma è mancata poi la necessaria continuità degli stanziamenti
Nel breve periodo quindi considerata la flessione degli investimenti
Assume carattere di priorità il rifinanziamento delle leggi esistenti a cominciare da quella a favore delle regioni meridionali per la quale vogliamo un positivo riaccendersi di interesse nelle imprese industriali
L'affermarsi di una cultura industriale è fattore decisivo per la crescita civile di queste regioni
Parimenti merita di concludere rapidamente il suo iter parlamentare la legge a favore delle piccole imprese
Alle quali anche a livello europeo sia riconosciuta recentemente una rilevante funzione e sarebbe poi contraddittorio se dopo questa decisione assunta nel consiglio dei ministri dell'industria
Avessimo come conseguenza degli interventi restrittivi a livello di Commissione nel medio periodo la priorità va data alla politica dello domanda pubblica è l'offerta dei servizi reali
Dobbiamo dire con molta chiarezza che per responsabilità di tutti la domanda pubblica mentre è servita a mantenere un certo livello dell'offerta non è riuscito a cogliere tutte le potenzialità che si presentano in termini di sviluppo
In alcuni settori non si è così creata un'industria competitiva anche per dimensioni in grado di affrontare nuovi mercati
Oggi questa presa di coscienza non può più tardare avvicinandosi l'unificazione del mercato europeo
Dove dovremo affrontare la concorrenza di imprese cresciute anche in forza di una concentrazione dell'offerta in relazione alle grandi commesse pubbliche
Considerato che nel campo delle forniture per il settore pubblico operano molte imprese a partecipazioni statali
Le residue possibilità dipendono dalla volontà di indurre queste impresa solide alleanze con imprese private pena la perdita di posizioni sia delle urne che delle ali
La fornitura dei servizi reali può avere successo soltanto si sviluppo l'offerta da parte di enti che essa spia associano il momento pubblico a quello privato
E veniamo alla questione
è diventata di grande interesse delle privatizzazioni depredazioni solo un capitolo essenziale
è molto impegnativo della politica industriale la presenza pubblica nell'attività economica assunto in Italia ha dimensioni molto ampie
Ma sono dimensioni che per origine storica e per situazioni ancora permanenti in molti casi si comprendono con riferimento anche alle caratteristiche del capitalismo italiano
è un dato di fatto che le imprese pubbliche hanno trovato la loro ragione di esistere di una situazione di crisi del nostro sistema industriale nella insufficiente propensione del risparmio privato a trasformarsi in capitale di rischio
Mentre la motivazione
Pertanto le continuare a esistere Offerta qualche volta strumentalmente questo dobbiamo riconoscerlo dal forte grado di concentrazione del grande capitale privato
A torto o a ragione l'impresa pubblica nella percezione comune ha rappresentato anche uno strumento di riequilibrio dei poteri
Anche se poi questa esigenza di riequilibrio aperto lo varco ad una eccessiva ingerenza dei partiti nella vita economica e talora nella stessa gestione delle imprese pubbliche
Spiegare il fenomeno spiegare il fenomeno non vuole dire giustificarlo ma essenziale se si vuole imboccare la strada del cambiamento resa più importante dei nuovi orientamenti emergenti nella Comunità europea
La prenotazione la privatizzazione di enti ed imprese pubbliche deve allora accompagnarsi ad una piena affermazione delle regole del mercato
Si è detto che il mercato è e il più efficace antidoto contro la corruzione
Ed io convengo con questa affermazione ma per poter svolgere anche questa funzione il mercato deve essere reso trasparente e davvero concorrenziale
A queste finalità ha cercato di dare una risposta la legge antitrust dall'ottobre novanta con la costituzione di un'Autorità garante della concorrenza
Il recupero della logica del mercato e l'indirizzo verso la privatizzazione che ne consegue non sono però sufficienti e non sono risolutivi del rapporto tra pubblico e privato in
In campo industriale
Tra imprese pubbliche imprese private e essenziale realizzare iniziative di collaborazione
Abbiamo sperimentato in questi campi clamorosi fallimenti
Devono essere considerati con attenzione per non ripetere gli stessi errori ma non possiamo rinunciare ad un'esperienza che in molti casi a nostro parere non ha alternativo
Non possiamo infatti dimenticare le carenze del nostro mercato mobiliare assolutamente inadeguato quanto a dimensioni da comportamenti per assorbire una consistente offerta di azioni di imprese da privatizzare
Anche il mercato mobiliare infatti uno specchio dei comportamenti pubblici e privati
C'è l'autorità pubblica non riesce a imporre una reale trasparenza del mercato si registrano scorribande piuttosto che comportamenti rassicuranti per i risparmiatori
Fino a quando funzioneranno i meccanismi di trasformazione del risparmio non funzioneranno i meccanismi produzione del risparmio in capitale di rischio
Saremo in presenza di un capitalismo zoppo incapaci dello sviluppo torvo auto propulsivo e di alimentare una reale democrazia economica
è questo uno dei punti d'incontro tra le problematiche del sistema economico e quelle del sistema politico
Qui nel sistema politico i problemi nascono certamente da un logoramento delle istituzioni
E in certo modo anche da un esaurirsi delle motivazioni che sono all'origine della nostra Repubblica c'è quindi un esigenza di rinnovamento che insieme morale e polizia
Non si coglierebbe però la questione centrale
E non si metterebbero nella giusta evidenza le ragioni più vere che sollecitano in positivo una riforma delle istituzioni
Se si ignorasse che questa nuova esigenza e anche il riflesso positivo di una crescita della società nella sua dimensione civile ed economico
C'è una più diffusa domanda di autonomia un più vivace pluralismo associativo una più forte capacità contrattuale nella società italiana degli anni novanta
Questo processo poi certo provocare una articolazione esasperata delle rappresentanze degli interessi particolari e l'affermarsi di comportamenti corporativi che smarrisco nel senso dell'interesse generale
Corriamo il rischio che si affermi un'idea della politica che si esaurisce pragmaticamente nello scambio e che per questa via accentua invece di ridurli i pericoli nel tradizionale clientelismo in un perverso intreccio tra affari e politica che distrugge la credibilità delle istituzioni
Ogni mutamento sociale può comportare diverse letture e diversi ed anche opposti risulta ma non c'è dubbio che in ogni caso viviamo una stagione di grandi mutamenti nel modo di essere della politica si riducono certi spazi tradizionali e se ne creano di nuove e più importa
La parola vado
E
Cioè
Rischia di così signori
Enzo
Militari
Prima
Quarantuno
Anzi un anno fa
Anch'
Fuori
Signori
Grazie
Signori
Vecchio
Signori
Signori
Io dichiaro validamente costituita l'Assemblea
Essendo fin d'ora presenti delegati muniti di nome mila settecento era otto voti su tredici mila settecentottantanove spettante al complesso delle associazioni confederate più del settanta per cento comunico che le funzioni di segretario dell'Assemblea
Sono affidate dal dottor Luigi Napoleone notaio in Roma
E del signor per la firma del verbale per la funzione di sfruttatori delegati com'è andato Araldo Bernucci dell'Unione industriale di Roma
E l'ingegnere Guglielmo Moscato dell'Associazione mineraria
Do inizio alla mia relazione
Signor presidente del Senato
Ministri
L'autorità signore e signori cari colleghi
Tre anni fa
Assumendo la presidenza della Confindustria
Io affermai che gli anni che ci separavano dalla nascita del mercato unico europeo
Dovevano essere utilizzati per una profonda opera di modernizzazione
Io dissi allora di vera e propria ricostruzione
Sia in campo politico istituzionale
Sia in campo economico e sia in campo sociale
Purtroppo l'attuale legislatura
Che doveva essere anche costituente
Si avvia alla conclusione senza avere varato riforme realmente significative
Per il riassetto delle nostre istituzioni
Certo alcune cose sono state fatte
è stato avviato è stato meglio regolamentato il voto segreto in Parlamento
è stata avviata una prima riforma delle Autonomie locali
è stata varata una più moderna regolamentazione dei mercati finanziari
è stata introdotta una legislazione di tutela della concorrenza
Il governo ha saputo tenere con successo la presidenza della Comunità europea
In un momento delicato sul piano internazionale per la crisi del Golfo e sul piano europeo
Per l'avvio del negoziato sull'Unione monetaria e su quella politica
Io non voglio sottovalutare questi progressi
Si tratta però di modifiche parziali
Che non sono bastate ad evitare
Che l'Italia entrasse in una delle fasi più difficili e critiche della sua recente storia
Non si tratta solo di una preoccupante stagnazione dell'economia
Ma di un malessere più profondo
Che pervade vasti strati di cittadini
Che accentua il distacco dalle istituzioni
Che mette in discussione quella spontanea adesione ai valori più profondi di cultura e di solidarietà
Che fanno di un insieme di gente
Un popolo è una nazione
Grave sarebbe la sottovalutazione da parte delle forze politiche di tali fenomeni
Soprattutto della frattura psicologica
Prima ancora che razionale
Che sta alla base di tante proteste
Così come è preoccupante
La leggerezza con cui i singoli cittadini o gruppi organizzati
Si avvicinano alla politica
Con proposte estremiste
Che sono incapaci di risolvere i veri problemi del Paese
E che rappresentano sono la conseguenza esasperato di un grave scollamento sociale
Io ritengo che sia indispensabile
Avviare una grande stagione di riforme
Che consentano al Paese di reggere la sfida europea
E di avviarsi al terzo millennio
Con la capacità di concorrere alla soluzione dei problemi internazionali come compete a un Paese che al di là delle classifiche incerte strumentali
E non solo parte dei più grandi paesi industrializzati
Ma anche l'espressione chiedevate tradizioni civili e culturale
Si pone perciò una continua attività di riforma
Sono la garanzia per mantenere unito e solidale intorno all'istituzione un corpo sociale ed economico che per sua natura non è mai fare
Ma evolve cresce esprime nuove esigenze e nuove ispirazioni
Imprenditori ritengono che l'Italia abbia ancora la possibilità di riguadagnare il tempo perduto
Ci sono le risorse materiali ma soprattutto le qualità umane e professionali dei cittadini da mobilità
Per un grande progetto di modernizzazione del Paese
Le imprese
Come emerso con chiarezza nel nostro recente convegno di Firenze
Non si limitano ad una critica ad una protesta seppure motiva ma vogliono partecipare con progetti e proposte
A quell'opera di riforma delle istituzioni e delle economie
Che è nell'interesse generale di tutti i cittadini
Questo è il senso delle analisi e dei progetti che abbiamo lavorato in questi anni
E che abbiamo raccolto nel volume la nel volume Confindustria per le riforme
Tutte le proposte
Sono ispirate ai valori dell'economia di mercato
La cui progressiva affermazione acconsentito alla crescita economica e civile del secondo dopoguerra
Ad essi questa mia relazione farà costante riferimento
Nella certezza che non solo il progresso economico ma soprattutto la libertà e la dignità dell'uomo in tal modo potranno trovare ulteriore realizzazione
Economia internazionale
Fatica a trovare nuovi equilibri dopo la lunga fase di sviluppo degli anni ottanta
E in seguito ai nuovi grandi problemi derivanti dalla rete ventina di soluzione dei regimi comunisti dell'Est europeo
Ed è la grave crisi che sta attraversando l'Unione Sovietica
La rapida e positiva conclusione della guerra del Golfo
Aveva fatto sorgere in alcuni la speranza di una immediata uscita dalla fase recessiva
Ma l'ottimismo ha ceduto rapidamente il passo a una maggiore cautela
Confermando le analisi di quanti ritenevano che gli squilibri dell'economia mondiale
Avevano le loro origini in problemi preesistenti alla crisi del Kuwait e che la ripresa sarebbe sostanzialmente dipesa dalla capacità dei governi di affrontare e rimuovere in maniera coordinata quelle carte
Ciò non stava bene
Alcuni Paesi come gli Stati Uniti
Puntano attraverso la riduzione dei tassi di interesse a rimettere in moto la loro economia
Altri paesi europei stanno solo ora entrando in una fase di rallentamento
Senza peraltro aver eliminato il pericolo di una possibile accensione di alcuni focolai di inflazione
Il Giappone continua lo sviluppo sia pure a ritmi meno elevato
Ma teme per la stabilità dei prezzi e quindi non si mostra disponibile a una riduzione dei tassi di
Nel complesso non c'è dubbio che mille novecentonovantuno è un anno difficile
Tutti i Paesi appare nel rallentamento alcuni non potranno uscirne tanto rapidamente altri non potranno evitare di entrarci
Ma sollevando lo sguardo dei temi più strettamente congiunturali per esaminare le prospettive di medio periodo
Emergono alcuni grandi problemi
Dalla cui soluzione dipenderà non solo l'uscita dalla recessione
Ma la possibilità di innescare una stabile e duratura ripresa
L'Europa ha dato una prova limitata
Della sua capacità di essere entità politica di fronte alla crisi irachena di più e meglio dovremo fare in avvenire
E sempre più chiare infatti che dal futuro assetto del nostro vecchio continente
Dipenderanno non solo la possibilità di affrontare con determinazione
I problemi dei paesi dell'Est
Ma anche le grandi questioni dell'assetto politico e degli equilibri strategici delle aree calde del mondo
Non si può nascondere che i problemi interni della Germania da un lato e i persistenti squilibri economici e finanziari di altri paesi tra cui l'Italia dall'altro
Stanno portando se non a un rallentamento a maggiore difficoltà nel processo di integrazione economica e monetaria dell'euro
è il momento
In cui si pone più l'accento sulle differenze e sulle debolezze dei vari Paesi che su ciò che riunisce
Questo non vuol dire che stiano sorgendo ostacoli insormontabili
Anzi io credo che da qui a qualche mese il processo di revisione dei trattati
E la sempre più stretta integrazione economica e monetaria condurranno una ripresa del cammino verso l'unità europea
E l'avanzamento dell'integrazione europea importanti
Non solo per i cittadini europei ma anche per potere dare un efficace contributo alla soluzione dei problemi dei Paesi più poveri
Che ricevano dalla stagnazione dello sviluppo un colpo molto grato
E in primo luogo un impegno etico e di solidarietà nei confronti del Sud del mondo
Ma è anche un problema politico economico
Che va affrontato in un quadro complessivo e con gli strumenti tecnici più adatte non si può pensare infatti di cancellare semplicemente i debiti accumulati da molti di quei Paesi
Senza esaminare a fondo le responsabilità delle classi dirigenti locali
Che spesso hanno sperperato le risorse ottenuto da altri Paesi e dai mercati finanziari internazionali
Non è in questo modo che si risolvono i problemi
L'unica alternativa possibile la promozione di un adeguato sviluppo mondiale
Operare per lo sviluppo
è questo il grande obiettivo strategico
Che deve essere posto al centro dell'impegno dei paesi più industrializzati
E a cui si deve ispirare la costruzione dell'Europa
E in quest'ambito la politica economica del nostro Paese
E l'avere smarrito
Questo riferimento essenziale lo sviluppo
Che ha portato al nostro Paese ad adottare una politica economica che ha avuto come effetto quello di farci entrare in recessione prima degli altri Paesi europei
è illusorio pensare di risolvere i problemi del debito pubblico
Con ritmi di crescita così bassi come quelli dello scorso anno e di questa per non parlare poi della disoccupazione
Che nel nostro Paese colpisce con particolare gravità
Le regioni del Mezzogiorno
E che certo non può essere riassorbita senza una più forte crescita dell'economia
Nell'assemblea dello scorso anno affermammo con decisione ma senza allarmismi
Che si delineava un rallentamento della congiuntura e che la crescente perdita di competitività dell'impresa lasciava prevedere una fase negativa
A meno di tempestivi interventi capace di ridurre la dinamica dei costi di produzione ai livelli dei paesi concorrenti
Invece fummo accusati di essere delle Cassandre o peggio di strumentalizzare i dati nel tentativo di condizionare i contratti di lavoro dell'industria che erano allora in fase di rinnovo
Come conseguenza di quella disattenzione
Abbiamo avuto un autunno inverno di recessione
Io cito questi avvenimenti non per riaprire vecchie superate polemiche
Ma nella speranza di ottenere una più prudente valutazione
Sulla nostra analisi dell'attuale situazione economica e sulle proposte che abbiamo messo a punto per uscire dalla crisi
I problemi veri della nostra economia
Anche quelli congiunturali hanno ormai radici profonde negli assetti e negli ordinamenti economici e sociale
è chiaro che se non affrontiamo in maniera decisa alcuni squilibri di fondo
Noi rischiamo di avere quando la situazione internazionale lo consentirà solo un piccolo rimbalzo congiunturale
Magari trainato da riconosciuto
Ma no una crescita stabile ed elevata
Basata su un adeguato volume di investimenti
Molte sono le spie
Che indicano il permanere anzi l'aggravarsi degli squilibri consolidati nel nostro sistema
Del debito pubblico e del deficit che lo alimenta
Si è già detto tutto quello che si poteva dire
Ad essi si è aggiunto un nuovo preoccupante indicatore su quale pochi finora si sono soffermati
Quello dell'indebitamento estero
Che ha raggiunto i centoventi mila miliardi di lire
Già oggi i soli interessi annullano l'intero attivo di una voce tradizionalmente positiva della bilancia corre come il turismo
Il peso dell'indebitamento estero non è per il momento insopportabile
Però occorre pensare alla sua progressione che deriva sia dall'alimentazione degli interessi sia dalla prospettiva di dovere continuare a finanziare il disavanzo della bilancia dei pagamenti correnti così come è accaduto con limitate eccezioni negli ultimi dieci anni
Se non interverremo in tempo potrebbe quindi verificarsi in pochi anni un ampliamento dell'indebitamento esterno tale da farci rivivere l'incubo già approvato della crescita del debito interno
La spirale dell'indebitamento sia interno che estero rischia di risucchiare quote sempre più ampie del risparmio che le famiglie continuano accantonati
Sia pure con ritmi inferiori a quelli del passato
Questo provoca crescenti difficoltà
Di reperire risorse finanziarie per soddisfare le necessità di investimenti sia pubblici che privati
Ciò disegna un futuro di strisciante degrado della società e dell'economia italiana
E vicino al momento in cui i singoli cittadini saranno chiamati a ridurre il loro tenore di vita per finanziare il debito pubblico
A questo processo
Noi imprenditori non intendiamo assistere passivamente
Un evento esterno può agevolare una più generale presa di coscienza dei pericoli che corriamo
E consentire un'inversione di rotta
La costruzione del mercato unico e dell'unione monetaria europea
Non potremo sottrarci a questa sì gli altri Paesi non consentiranno a lasciarci fuori
Ma nel contempo non ci permetteranno di sedere al loro fianco la dove si decidono le sorti di tutti
Come comincia a diventare chiaro dopo le recenti riunioni dei ministri finanziari
Verranno poste regole stringenti per impedire che i nostri squilibri possano danneggiare gli altri
Ma poco o nulla verrà fatto per aiutarci a vincere anche quegli squilibri che danneggiano noi stessi
Questo è in senso delle rigide regole imposte sui disavanzi correnti dei bilanci statali sull'ammontare dell'indebitamento
Nessuno vuole correre il rischio di dover finanziare con il proprio risparmio le politiche spensierate del nostro Paese
Ma nessuno si preoccupa più di tanto se l'Italia avrà un'inflazione maggio
Che in regime di cambi fissi e il paese dove più veloce la corsa dei prezzi
Che subisce le più forti penalizzazioni in termini di Investimenti di produzione e di occupazione
Questo significa che noi dovremmo curare da soli i nostri mali
Se non ci metteremo al passo dei nostri partners
Decisioni fondamentali che riguardano il nostro futuro saranno prese da altri in sedi nelle quali la nostra voce non potrà risuonare con pari forza ed autorevole
Non c'è quindi tempo da perdere per elaborare e proporre agli italiani un ambizioso programma di risanamento e di rilancio dell'economia e dell'intero Paese
Oggi ancora troppo spesso si continua a operare sul vecchio valutazioni dei comportamenti elettorali
Invece sono sempre più numerose
Coloro che hanno capito che l'immobilismo non vuol dire salvaguardare il livello di vita o il guastafeste
Ma che è vero esattamente il contrario
E cioè che senza reali provvedimenti di riforma continueranno a degradarsi servizi collettivi e la qualità della vita
è imperativo costruire una convergenza di interessi sociali e politici
Intorno a un vero progetto di ripresa dello sviluppo del sistema Italia
Senza una forte accelerazione dello sviluppo
Ed è l'accumulazione di capitale
Non potremmo immaginare intaccare nemmeno marginalmente quello che è il più grave problema Italia
Il milione e duecento mila disoccupati meridionale
Se si considera che per tutto il decennio previsto in queste regioni
Un aumento di forza lavoro di cento mila unità l'anno
Si può ben intendere la che la vita della situazione
Se a quelli del Mezzogiorno si aggiungono i problemi
Non meno rilevanti che son comuni a tutto il Paese
Qual è l'adeguamento delle infrastrutture
Il rinnovamento dei centri urbani
Il rilancio degli investimenti industriali e di quelli sempre più strategici nell'istruzione e nella ricerca è urgente individuare dove e come andremo a prendere tante risorse
Certo i problemi sono molto grande
Ma non si tratta di compiti impossibili
Le cose da fare sono già state più volte indicato
Risanamento del bilancio pubblico lotta all'inflazione e politica dei redditi sono le strade maestre da percorrere
Quando si parla del bilancio dello Stato si evocano questioni di grande valenza politica
Negli ultimi dieci anni abbiamo elaborato piani di rientro che invece di mettere sotto controllo le spese
Puntavano un deciso aumento delle entrate fiscali
E così negli anni ottanta
La pressione fiscale aumentata di dieci punti raggiungendo a livello degli altri Paesi nostri concorrenti
Nel frattempo però il ritmo di crescita della spesa è stato eguale a quello delle entrate
Per cui il rapporto fra il deficit del prodotto interno lordo non è stato intacca
Mentre si è verificata un'enorme espansione del settore pubblico
E delle risorse Intermediate dallo Stato
E utilizzate in gran parte per le spese correnti e non per gli investimenti
Ciò ha provocato un abbassamento della produttività del capitale
Una maggiore inflazione a causa del peso fiscale e contributivo e tariffario e in definitiva un arresto dello swing
Ora siamo di fronte al nuovo programma di rientro del debito pubblico
Di esso noi condividiamo l'obiettivo di pervenire a un arresto della crescita del rapporto fra il debito e il prodotto interno lordo
Insieme con la ripresa dello sviluppo e con un deciso rallentamento dell'inflazione
Condividiamo le indicazioni volte arginare la spesa per retribuzioni per le pensioni per la sanità
Riteniamo giusto procedere sulla via delle dismissioni della responsabilità di Bilancio di enti decentrati
Nonché l'esigenza di concertazione per battere l'inflazione rilanciare la competitività del Paese
Ma restiamo contrari a un così forte aumento della pressione fiscale e contributiva ciò infatti rischia di rendere impossibile la riduzione dell'inflazione
E di aggravare le condizioni di competitività
Bisogna cominciare a procedere così come è avvenuto in altri Paesi perso un alleggerimento del carico fiscale e contributivo
Ai fini di sostenere lo sviluppo questo non significa accettare un maggiore disavanzo pubblico occorre far pagare di più certi servizi
Che quindi devono essere forniti in maniera efficiente in regime di concorrenza
Contemporaneamente occorre ridurre quelle vere e proprie tasse sull'impresa e sul lavoro che sono gli oneri sociali
E che oggi pongono l'industria italiana completamente al di sopra di quella che è la media dei costi sopportata dai concorrenti europee in altre parole occorre uscire
Da quella spirale di statalizzazione che ha ispirato la politica fiscale sin dalla seconda metà degli anni settanta
è una spirale dove lo Stato concede gratuitamente a tutti e dei cattivi servizi e pretende di finanziarle con continui a gravi del prelievo fiscale e contributivo
Bisogna recuperare anche nel settore pubblico la logica di mercato
Ciò significa dare un prezzo molti servizi abolire i monopoli lasciare liberi i cittadini dice
Compito dello Stato e quello di fissare regole per organizzare un'offerta pluralista e concorrenziale
E intervenire direttamente a sostegno di una fascia ben individuata di cittadini effettivamente bisogno
Ricoprì di gettito si possono e si debbono ricercare attraverso la lotta all'evasione che sia effettiva e non fatta solo di sterili intere
Vi sono alcune categorie da alcune attività che godono di ingiustificati privilegi fiscali
Questi sono gli ambiti in cui si deve agire
Anche per eliminare le iniquità fiscale
Causa questa non ultima
E il crescente disagio di tanti cittadini che invece sono obbligati a pagare al fisco tutto il dovuto
Poiché però la pressione fiscale complessiva italiana Emma è uguale a quella degli altri Paesi industrializzati
La riduzione dei privilegi deve condurre una contemporanea revisione verso il basso dell'attuale sistema fiscale contributi
Non si devono confondere le acque
Denunciando la pipì opinione del fenomeno cosiddetto dell'illusione
Come il più distruttivo per le finanze pubbliche il più riprovevole moralmente
Quasi che studia nelle leggi per applicarle in maniera da contenere il carico fiscale
Come si fa in tutto il mondo
Forse esercizio anche solo paragonabile al furto nei confronti dello Stato che compiuto dall'evasore
In realtà questo appare come un tentativo di mobilitare l'opinione pubblica contro delitti inesistente
Per avere poi la giustificazione per procedere
Dietro il paravento della lotta reclusione a veri e propri aumenti delle imposte
Non vi è più spazio per l'incremento ulteriore della pressione fiscale
Occorre invece lavorare molto per rendere il sistema più equilibrato rispetto agli altri Paesi più equo
E soprattutto permettere lo strumento fiscale al servizio dello sviluppo degli Investimenti
Che sono il vero prioritario obiettivo a cui il Paese bevete
Una crescita alla quale la politica industriale deve poter dare il suo fondamentale contributo
Ma per poter attuare efficacemente politica di sostegno all'innovazione alla ricerca di agevolazione alla crescita delle piccole imprese
Di incentivo al riequilibrio territoriale
Occorre evitare contraddizioni tra i provvedimenti macro economici e gli obiettivi della politica industriale
Il risanamento del bilancio passa quindi per la riduzione per la riqualificazione della spesa ma ciò non può essere fatto con misure di semplice rinvio dei pagamenti o con operazioni di tesoreria
Sono necessarie modifiche degli ordinamenti e delle leggi
Che attualmente esso spingono la spesa fuori da ogni controllo
Balzano in evidenza i capitoli già altre volte discussi della previdenza della sanità e della finanza locale
Io vorrei sottolineare ancora una volta che le cifre del bilancio nella loro essenzialità
Dimostrano con eloquenza gli effetti perversi delle Fallaci ideologica
Delle piccole grandi demagogia di coloro che hanno alimentato l'illusione che si potesse dare di più a tutti senza costi per nessuno
L'opera di risanamento quindi non è solo un problema tecnico ma coinvolge a fondo il modo di fare politica
Occorre convincersi che lo Stato non può più gestire direttamente attraverso un apparato burocratico un così grande numero di servizi sotto il peso di tanti compiti si è giunti vicini al collasso non sono delle più importanti funzioni sociali
Ma anche dei compiti più tradizionali è proprio di uno Stato di diritto
Quali la giustizia e la sicurezza dei cittadini
Bisogna rendersi conto che senza cambiare profondamente la logica degli interventi pubblici
Non risana Remo nelle finanze statali ne daremo più efficienza al sistema italiano nel suo complesso
La filosofia generale che deve guidare quest'opera di Risanamento può essere così riassunto
Occorre inserire più mercato nell'ospedale
In questo senso quando parliamo di privatizzazioni intendiamo non solo la vendita di beni o aziende pubbliche ai privati ma anche l'apertura di molti servizi oggi gestiti in monopolio alla concorrenza di più operatori
Siano essi pubblici o privati solo in questo modo sarà possibile inserire nelle grandi burocrazie il principio della responsabilità
Responsabilità verso il proprio bilancio
E perso la qualità del servizio offerto alla collettività
Di volta in volta bisognerà trovare soluzioni tecniche adatte ma il principio ispiratore deve rimanere ben salto
Non si può né continuare con la politica del rinvio perché il motto del degrado rischia di accelerassimo
Nei vanificare i buoni propositi con misure gattopardesca
Per fare finta di cambiare lasciando in realtà tutto come prima
Quest'ultimo è il caso delle privatizzazioni
Io credo che sia indispensabile per uno Stato così indebitato come il nostro
Procedere insieme al controllo dei disavanzi correnti a politiche di dismissione che possono contribuire a ridurre l'ammontare del debito accumulato
Così si sono comportate negli anni Ottanta le nostre aziende
Così hanno fatto molti altri paesi occidentali con risultati apprezzabili
Non è affatto vero che le privatizzazioni non sono in grado di dare notevoli contributi al risanamento del bilancio
Possono aiutare invertire la tendenza alla continua espansione del debito
E ad imboccare invece la strada del risanamento
Ma l'effetto più importanti e di una politica di privatizzazioni consiste nell'apertura di settori monopolistici al mercato e alla concorrenza
Ciò vale per le Poste per le telecomunicazioni per l'Energia ma anche per la scuola per la previdenza per la sanità
Questo processo presuppone una vigile attenzione da parte dell'autorità per la tutela della concorrenza affinché l'operatore pubblico non goda di privilegi finanziario normativi che inducano distorsioni del mercato
E ciò comporta anche un deciso ampliamento del mercato finanziario
La nascita e la crescita di intermediari finanziari come i fondi pensione che possano consentire una larga diffusione presso il pubblico delle proprietà dell'impresa
L'avvio di un capitalismo diffuso
Implica che lo Stato possa accedere così come avvenuto in altri Paesi la maggioranza del capitale
Quello che non si può fare
E tentare di fare passare le privatizzazioni
La vendita di quote di minoranza di aziende che per legge debbono rimanere sotto il controllo
In tale caso saremo presenti non di una privatizzazione ma di una pubblicizzazione del risparmio dei cittadini
La mano dello Stato rischierebbe di ampliarsi ulteriormente invece che ridusse
Quanto alle partecipazioni statali
Io voglio chiarire che l'interesse primario del Paese
Richiede una aperta collaborazione
Per consentire al nostro apparato industriale al sistema Italia nel suo complesso
Di presentarci unito e più forte nel grande mercato europeo
Ma un sistema per essere tale presuppone che tutti gli attori che operano in condizioni di parità che siano abolite tutte le specificità
Dietro le quali si nascondono i privilegi che le cessioni di aziende non siano considerate un problema politico ma che siano indotte da scelte rigorosamente aziendali in presenza di risorse scarse e priorità sulle quale indirizza
Oggi che lo Stato ha un debito enorme su cui paga un interesse elevato è necessario che il sistema delle partecipazioni statali non vengano più affidati impropri compiti politici
Occorre invece che esso di Munari fondi di dotazione
Ad un livello almeno pari al tasso di interesse dei titoli pubblici
Così sì allevierebbe il disavanzo pubblico e soprattutto vi sarebbe parità di trattamento
Tra pubblici e privati
Il grande tema della previdenza è tornato nei giorni scorsi al centro del dibattito politico
Ancora una volta la necessità di una riforma è stata riconosciuta in teoria e ostacolata nei comportamenti
Si sono lasciate correre interpretazioni assolutamente false sulle intenzioni di chi come noi vuole la riforma non è quindi gioco il reddito e la tranquillità degli attuali pensionati né si vogliono intaccare improvvisamente le aspettative di quanti sono già alle soglie della pensione
Tuttavia scorre intendersi bene
Sul concetto dei cosiddetti diritti acquisiti
Esso non può comprendere le aspettative di tutti coloro che sono oggi in attività lavorativa compreso chi in essa entrato da poco tempo
In un sistema previdenziale a ripartizione
Regolato da norme di legge e non dall'accumulazione di quanto accantonato
I diritti sono legati alle leggi che lo Stato può variare
In base a considerazioni generali e a equilibri economici da salvaguardare
Da tutti gli studi compresi quelle fatte dalla stessa Hinds
Ed altri organi dello Stato
Risulta con chiarezza che senza profonde modifiche il nostro sistema previdenziale
Che promette le prestazioni più elevate fra tutti i Paesi occidentali
E destinato a costare tali cifre da schiantare l'intera nostra economia oppure a non mantenere le promesse
Ci sembra di grande importanza e l'indicazione del governo del quindici giugno
Come termine ultimo per presentare un disegno di legge tiri fuori
Coerenza vuole che tale disegno comporti una reale riduzione della spesa
E non già aumenti di contributi
E che venga discusso ed approvato anzi senza modifiche sostanziali
E in tempo per poter essere considerato nella prossima legge finanziaria
Se tali indirizzi verranno disattesi allora saremo di fronte a una vera e propria crisi di sfiducia
Non diverso il discorso per la sanità
Dove la recente ed importante riforma delle ustioni deve rappresentare solo il primo passo verso una più generale revisione del sistema
Occorre infatti creare un mercato basato su una reale contrapposizione di interessi tra gli enti pubblici o privati che pagano le prestazioni e chi li organizza
Il servizio deve essere basato su una più ampia concorrenza dando effettive opportunità di scelta all'utente
Un ragionamento certo più specifico ma non dissimile nei principi ispiratori può farsi per la scuola
Il sistema formativo sarà la base della futura ricchezza delle nazioni
Oltre alla formazione di base occorre organizzare sistemi di formazione permanente
Che le esigenze tendono a diversificare articolare sempre di più
Occorre procedere lungo la strada dell'autonomia delle scuole e delle università
E lo stesso mondo degli operatori della formazione a chiedere che la scuola come servizio pubblico sia gestita con l'efficienza delle aziende
E questo implica anche una maggiore collaborazione col sistema dell'impresa
Anche in questo campo lo Stato deve lasciare più ampia libertà ai cittadini chiamandoli a pagare di più ma organizzando l'Offerta in maniera flessibile così da rendere effettivo l'esercizio della libertà dice
E non si tratta di una rivoluzione classista
Esistono sistemi per assicurare a tutti meritevoli l'accesso all'istruzione superiore
Classista invece l'appiattimento verso il basso di una struttura burocratizzata
Che è una struttura burocratizzata offre lasciando solo a chi può per censo Opel posizione familiare la possibilità di perfezionare la propria preparazione
E gli esempi potrebbero continuare
Quello che importa però è sottolineare che la riduzione della spesa pubblica richiama Problemi che attengono direttamente al modo di funzionare delle nostre istituzioni e alla crescita della nostra democrazia
E necessario cioè passare da un sistema media torio
Forse sarebbe meglio dire clientelare
A una più avanzata democrazia governante
Essa si può definire con le parole usate da Franco Mattei nell'ottantacinque
Pochi mesi prima della sua scomparsa
Un sistema dove uno stato credibile riesca effettivamente a dare quello che giuridicamente promette
E in cui regole di responsabilità guidino l'azione dei governi così come le richieste dei cittadini
Ma l'opera di risanamento dello Stato non sarà possibile
Se insieme le grandi misure strutturali che sono indispensabili anche se spesso nei feti diluiti nel tempo non si adotterà una coerente ed efficace politica dei rei
Essa può contribuire in maniera determinante alla rapida riduzione dell'inflazione
Verso i livelli degli altri Paesi europei
Europee
La lotta all'inflazione è di estrema urgenza
Perché l'inflazione la prima responsabile della perdita di competitività dell'impresa che sta raggiungendo livelli di estrema gravità
Il recupero di competitività dell'impresa e la condizione fondamentale per puntare su un più alto tasso di crescita del prodotto interno lordo
Solo un'efficace politica dei redditi potrà innescare quel circolo virtuoso
Che è fatto di contenimento del deficit pubblico di bassa inflazione e di alto sviluppo che potrà condurre l'economia italiana fuori dalla crisi
Negli ultimi anni
Solo l'industria è stata sottoposta a una reale politica dei redditi
In quanto è stata costretta a mantenere i prezzi dei propri prodotti in linea con quelli del mercato internazionale
A ciò è stata indotta dagli accresciuti effetti della concorrenza che sempre più piena
Specie dopo l'accettazione del rigido legame che vincola la lira le altre monete europee
I prezzi dei manufatti sono cresciuti nel novanta del due virgola sette per cento
Contro l'aumento dei prezzi dei servizi e delle tariffe
Appartenenti a settori protetti dalla concorrenza di quasi nove per cento
Il costo del lavoro è salito di oltre l'otto per cento nel settore industriale del dodici per cento in quello pubblico
Ciò ha determinato uno schiacciamento dell'autofinanziamento dei profitti
Che ha dato luogo a una contrazione degli investimenti e che rischia di fare perdere alle nostre aziende consistenti quote non solo del mercato internazionale ma anche di quello interno
La politica dei redditi a due aspetti fondamentali
Il controllo della dinamica delle retribuzioni e del costo del lavoro e l'abbattimento delle barriere e protezioni per aumentare gli stimoli della concorrenza
In quei settori che ancora sono al riparo dai cioè i vincoli e che possono aumentare di veramente i prezzi
Obbligando i settori aperti al mercato internazionale ad assumerli come costi
Nei giorni scorsi noi abbiamo presentato al governo un nostro progetto di politica economica
In esso abbiamo delineato una strategia complessiva
Documentando che per un'opportuna combinazione di politiche di bilancio dei redditi
Consentirebbe un rapido e consistente abbassamento dell'inflazione un'accelerazione dello sviluppo basato sulla ritrovata competitività delle imprese
A fronte della nostra proposta
Noi abbiamo avuto una manovra che lo stesso Governo ha definito limitata nei suoi obiettivi
Anche la riduzione del tasso di sconto
Certamente favorevole all'impresa
Operata all'indomani di tale manovra è da ritenersi come detto dal ministro del Tesoro dal governatore della Banca d'Italia
Prevalentemente prevalente conseguenza della recessione italiana
E delle mutate condizioni internazionale
La manovra vera di politica economica dunque deve ancora incominciare
Le questioni più delicate come la politica dei redditi sono state demandate al confronto di giugno tra imprenditori e sindacati
Con la partecipazione dello stesso governo
Mentre misure più incisive sulla finanza pubblica dovrebbero trovare posto
Nella prossima legge finanziaria
Noi abbiamo già detto
Che nella delicata situazione nella quale si trova l'economia
E nell'incertezza delle vicende politiche i tre tempi frantumano il disegno unitario
E rischiano di vanificare nella carica di incisività
Ciò non toglie che noi attribuiamo un grande ruolo nel grande importanza al confronto che si aprirà aggiunge
Sarebbe riduttivo dare a questo confronto la valenza di una tradizionale trattativa sindacale
Esso è molto di più
è un adeguamento strategico del nostro sistema di relazioni industriali
Per allinearci ai parametri agli ordinamenti prevalenti in euro
E non si tratta certo di Paesi meno forti di noi economicamente o più arretrati socialmente
La perdita di competitività dell'industria italiana deriva in misura rilevante
Dalla forte divergenza della dinamica del costo del lavoro rispetto ai nostri concorrenti
I confronti sono estremamente all'Arma
La crescita del gruppo è stata in Italia nel novanta più che doppia rispetto a Francia e Germania
Già oggi il costo del lavoro per ha detto del nostro Paese superiore a quello di tutti gli altri Paesi occidentali con l'eccezione della Germania
In alcuni casi anche il costo tedesco è stato superato
Nei prossimi tre anni sulla base di previsioni che si possono desumere dai contratti e dagli automatismi in essere crescerà ancora la distanza rispetto agli altri Paesi
Mentre raggiungeremo in pratica il livello tedesco
Una tale corsa del costo del lavoro
Deriva sia dall'eccessivo carico degli oneri sociali
Che pesano molto di più sulle aziende italiane rispetto ai concorrenti esteri
Sia dalla dinamica delle retribuzioni
Sospinta dagli automatismi e da un sistema contrattuale che articolato su troppi rivela
Riferimento al ruolo del Governo
Non è soltanto una questione italiana
Anche se la tradizionale debolezza della nostra amministrazione pubblica
Ed il malessere sociale particolarmente profondo in alcune regioni danno in Italia un significato del tutto particolare al dibattito sulle riforme istituzionali c'è un rapporto stretto tra questi tè e mi e le riflessioni che si stanno facendo sempre più rilevanti sulla costituzione economica e c'è un rapporto sempre più stretto come ho cercato di dimostrare prima ai
Finché con le riflessioni sulla costruzione dell'euro
Se si sposta il baricentro del potere se ad un altro livello si definiscono le regole del gioco politico e del mercato
Se si allarga l'area economica e si fa al suo interno scempi è più complessa occorre allora riconoscere che si pongono nuove esigenze e nuovi problemi alle istituzioni politiche si tratta di guardare al futuro di rinnovare l'ordinamento democratico non di restaurare il passato
Non tutto è riducibile a questioni formali di trasparenza delle scelte elettorali o di efficienza delle azioni amministrative del Governo ma questi restano in ogni caso problemi non rinviabili
L'esperienza di altri regimi europei dimostra che di fico da per i Parlamenti e per i governi si riscontrano anche nella patria della democrazia parlamentare ed è la capitale del presidenzialismo c'è però in Italia un livello di ristabilire mai di incertezza che preoccupa l'opinione pubblica e che rischia di rovesciare il primato della politica in un sempre più diffuso fastidio per tutto ciò che si richiama alla politica
Lo stesso discuterne in termini senza sempre più preoccupati ma senza arrivare poi a conclusioni concrete provoca un ulteriore delegittimazione delle istituzioni
Il ricorso agli stessi istituti della partecipazione popolare previsti dalla Costituzione acquistano col sì un significato di rottura che non dovrebbero in alcun modo aveva
Nella società industriale essenziale un Parlamento capace di esprimere un esecutivo forte e al tempo stesso di assicurare in modo pieno quella dialettica tra maggioranza ed opposizione che caratterizza le grande democrazia occidentale questo disegno di riforma che confermi ai principi della nostra Costituzione deve essere certamente accompagnato dai tre riforme che rendano più efficiente più tempestiva l'amministrazione della giustizia
E che modifichino il funzionamento dello stato sociale adeguandolo alla stagione che viviamo nel nuovo orizzonte europeo
Non saranno certamente le forze politiche io penso a sottovalutare il fatto che tali questioni ritenute decisive e centrali per la moderna l'azione del nostro Paese sono il tema attorno al quale ha ruotato la relazione che ha aperto questa Assemblea
Parte mia vorrei solo aggiungere concludendo che i valori dell'impresa il senso della responsabilità
La razionalità delle scelte lei efficienza che bisogna continuamente a ricercare sono essenziali in un processo di modernizzazione tenevo ignora certamente le esigenze umane di solidarietà su cui si è posto un dalla società democratica il ruolo che riconosciamo all'industria anche se nessuna categoria dopo il fallimento della cultura marxista può più ritenersi classe generale va ormai oltre la sola produzione di beni e questo comporta al dovere di assumere di fronte al Paese una più alta ed impegnativa responsabilità e per l'Est cioè democratiche il dovere di riconoscerlo come momento assai significativo di crescita della società civile grazie
Scusa
Indizi
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Nos che facciamo così facciamo cadere no
Marino Marina
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Io ringrazio il ministro dell'industria per il suo intervento
E ringrazio tutti i ministri e le autorità che ci hanno onorato con la loro presenza dal io gli oneri sospese già per quindici minuti e continuerà la nostra assemblea privata alla presenza dei soli delegati quindici minuti di sospensione