Meeting di Rimini 2014 - Nella storia, la compagnia del destino all'uomo

Buongiorno benvenuti a tutti a questo incontro con
Giorgio Buccellati Ignazio Carabba cosa
Nella storia la compagnia del destino all'uomo e già questo incontro la modalità di questo incontro e documentazione della verità di queste parole perché vedete quando qualche anno fa questi due signori
Sul palco del meeting hanno iniziato a dialogare
Forse non immaginavamo che quell'inizio si sarebbe rinnovato una due tre volte
Perché queste proprio della natura del meeting
è un inizio è un incontro
Che non termina
L'ultimo giorno del meeting
Ma segna l'inizio di una strada
Di un cammino di un percorso
Lungo il quale
Ciascuno sente in qualche modo
Ride è stato valorizzato accompagnato il proprio cammino
Il proprio cammino di lavoro di ricerca di studio
Ed è una ricchezza reciproca quella che
Che ci si dà
è il titolo di questo incontro evidentemente
Molto opportuno in questo senso perché
Sottolinea una parola una grande parola la parola storia
Perché vedete oggi non la ascolteremo delle riflessioni filosofiche o teologiche
Non la ascolteremo dei discorsi generici sull'uomo e sul suo destino
Ma School terremo
Il racconto la documentazione di qualcosa che è accaduto
Ed è caduto in una maniera così originale così singolare
Così particolare pure così universale che apra presentato un autentico spartiacque nella storia
I nostri due ospiti sono grandi conoscitori appassionati studiosi e ricercatori di quel momento
Direbbe il grande Elio di quel momento in cui
è cominciata la storia la storia come noi la numeriamo come noi la conosciamo
Giorgio minaccio regna azione non so chi lo conosca come tale ma tanti di voi lo conoscono come minaccia
Ci hanno abituati in questi anni a questo sguardo
Pieno di curiosità per il passato
Quasi dividendo nel dialogo tra di loro l'antico lo dialogo dei popoli antichi
L'antico lo dialogo del cuore dell'uomo antico la ricerca
Di un significato di un senso
Di quel destino
Che può essere lontane ostile
O può essere presente e amico della vita dell'uomo
Per me
La storia e tutto
Io
Ho imparato dalla storia
Sono parole di don Luigi Giussani
Ma sottolineare quanto
La realtà
Il succedersi delle circostanze degli avvenimenti sia
La grande risorsa la grande possibilità data l'uomo per fare la sua strada
E da questo punto di vista
Io trovo molto significativo i due inviti che Papa Francesco nel suo invito al meeting
Nel suo messaggio al meeting ci ha fatto quest'anno
A non perdere mai
Il contatto con la realtà
E secondo a cercare sempre l'essenziale
Le reti ogni volta che vi leggo vi ascolto rimango colpito da questo
Dalla vostra profonda accanita aderenza alla realtà
Alla ricerca di ciò che vale
Della pietra preziosa
Che può essere
Una iscrizione CUN informe di di due centimetri o un versetto biblico che potrebbe essere letto come poesia come favoletta
Ma che
Guardato nella sua profondità dice
Di una lettura assolutamente
Profonda del reale fino a ciò che è essenziale
Ma questo a
Una grande condizione e voce le date sempre testimonianza
Che perché tutto questo accada cuore un uomo che
Sia vigile
Che sia attento che tenga la sua vita
Che sia come
Come ha detto con una immagine splendida lunedì pomeriggio Alessandri filone in coro
Che sia vulnerabile
Allora c'è hanno del mistero disponibile ad accogliere l'evento
Attraverso il quale il Ministero si rende presente
E allora ascoltandoli vedrete come i dati del passato siano frammenti archeologici o brani dell'Antico Testamento cominciano a parlare
A un uomo che sa porre le domande giuste
A un uomo che e indagatore della realtà
E non si accontenta di meno del tutto cioè dell'essenziale di ciò che è necessario tutto il resto è secondaria conseguenza
Allora i nostri due amici questo dialogo che si rinnova quest'anno
Ci sono dati come compito di interrogare l'uno
Il mondo del poi Politeia ISMU Mesopotamia come greco l'altro
Di quella
Emergenza nuova di quell'uomo nuovo che collaborammo iniziato attraversare la storia che il popolo ebraico
E quindi cedo immediatamente a loro la parola a partire da Giorgio Buccellati
Grazie Alberto
Possiamo
Riflettere sul titolo proprio il destino non ha lasciato solo l'uomo che
Lo ripetiamo noto il più anzi lo leggiamo no alle mie spalle
Ed è
Una frase che ripropone
Con me sottotitolo dal del meeting un chiave di lettura un po'per tutti gli eventi di questo nuovo anno riminese
E vorrei richiamare l'attenzione su due presupposti che possono facilmente scappare all'attenzione
Il primo
In questa frase che leggiamo
è che il destino
Sia un soggetto
Capace di prendere iniziativa autonomamente
Il secondo è che il destino così concepito
Possa a un certo punto lasciar solo
L'uomo mentre prima
Cioè prima di aver lasciato solo lo stava accompagnando
Quindi bianchi del PCI per prima cosa cos'è il destino
E i commi loro possiamo tutti come possiamo tutti identificarsi con questo concetto credenti o no
E propongo di dare
Due risposte e se possiamo iniziare ecco già cioè non
Angius Franco grazie
Il
Ci sono come due mondi incontro appunto
E a
Il primo che è quello
Sia quel primo broglio descrivere quello Mesopotamia dico
Lo definisco come la
Rapporto il contenuto in contrasto tra coerenza e fedeltà
Immaginate
Che una mattina svegliando che all'alba vediate non uno ma due soli sorgere all'orizzonte dopo un po'attento di panico e dopo aver controllato
Prima i vostri occhi poi sentito i vari notiziari
In qualche modo vi rassicura resta ci sarà pure una ragione a trovarla quale lo sapete per certo licenziati sono già impegnati
Quindi il panico iniziale viene cancellato
Perché
Questa
Trauma di base che condizione il nostro atteggiamento emotiva all'impegno degli scienziati il motivo di fondo e la certezza del coerenza
Dell'essere
Quello che intendiamo tutti scienziati o no quando parliamo di natura di madre
Natura come si suol dire
Dall'altro la conclusione che ci sarà pure una ragione per i due soli nel cielo implica la fede
In un sistema dove tutto si articola in modi regolari e prevedibili specie dove tutto per l'appunto e coerente
Ecco questo
è a me sembra un moto di descrivere
La prima concezione del destino ed è il concetto
Politeia isterico del destino la coerenza delle cose
Il destino è come il codice genetico della realtà iscritto in tutto quello che c'è un che può esserci
Come si è manifestato sviluppato questo concetto
Facciamo un salto indietro
A circa settecento avanti Cristo
Diciamo questo testo
Assiro
La persona in questione è un tessitore di nome Shammah Stajano il quale dice testualmente
Quando la mia Scrofa ha partorito
Il maialino aveva otto piedi due code così l'ho messo sotto sale
E riposto in casa
è un rapporto inviato da una provincia
Del Regno assiro
Una corte del Re nella capitale di Ninive sarebbe come realtà del visto due soli sorgere all'orizzonte un maialino del tutto al di fuori della normalità
Ed ecco
Come continua
Il testo prosegue con una nota di carattere scientifico tecnico
Citando
Un
Testo preso da
Le spiegazioni dei questi venti anomali se il feto anomalo a otto piedi due code
Un principe si impossessa era
Del Regno universale è un modo
Di far rientrare l'anomalia nella normalità
Era già successo prima ed è comune dichiarazione succederà di nuovo per quello non è
A quel rapporto è destinato deve preoccuparsi
E come prima impressione ci viene naturale di sorridere forse per l'ingerenza superstizioso e che di questo testo sembra palesare ma
Se ci pensate bene si tratta invece di un modo di riconoscere la regolarità delle cose
Di identificare per l'appunto la coerenza della realtà
E di trarne
Delle conclusioni
Io
In netto contrasto invece il secondo concetto di destino
Quello che emerge dalla prospettiva mono tempistica
Dio
In questa prospettiva è il destino che interpella
L'uomo lo sollecita
Addirittura
Lo provoca
Questo della provocazione e l'aspetto forse più sorprendente perché sembra proclamare in un certo senso proprio l'incoerenza del destino
Il sacrificio di Isacco è l'episodio emblematico della prospettiva monoteistiche addio
Ha promesso intestino ad Abramo una discendenza senza fari e ora
Di chiede proprio di sacrificare quell'unico figlio che è il canale
Necessario per attuare la promessa non è quindi solo
La dimensione affettiva dell'amore ferito di un padre per il figlio a vendere l'episodio così tragico ma anche
Quello dello scontro con quello che sembra chiaramente essere io
Tradimento di una promessa
Divina il destino
Che tradisce se stesso
Questa alternanza tra promessa
E mancata realizzazione
Sottende tutto letto su biblico pensate alla narrativa posto all'inizio in genesi Dio minacce di morte i due esseri umani che appena creato ove dovessero mangiare del frutto proibito ma avvenuta la trasgressione
Non succede niente del genere Eva non muore tutt'altro trova il frutto gustoso e con un gesto di affettuosa generosità invita davamo a quello che sembra essere quasi un picnic nel parco e neanche Adamo muore
La minaccia
Che in effetti è una promessa negativa si realizza
In un modo del tutto diverso morte voleva dire non la morte fisica
Ma la rottura di un rapporto diretto interlocutorio non produttiva biblica quindi lungi delle ignorare quella che emerge come un'incoerenza del destino la sottolinea
E lei rigide a sistema il concetto di promessa e quello connesso di alleanza è strettamente legato verso il destino
E promesso e quindi anticipato eppure
Ogni volta l'assenza la promessa sembra
Essere rotta
Dal verificarsi di eventi completamente opposti che sia
La cappa
Prof dei reni di Israele di Giuda e lo smembramento dalla nazione o che sia la mancata realizzazione di un nuovo regno di Israele da parte di Gesù risorto come ancora
Si aspettavano gli Apostoli
Si tratta ripetutamente di una promessa mancata meno apparentemente di un destino fuorviante
E qui
Dove si innesca la dinamica della fedeltà pensarci bene
E questa è una caratteristica strana
Da attribuire a Dio eppure è una delle caratteristiche che non troviamo affatto nel poli teso Mesopotamia o altro e che invece
è insistentemente ripetuta nella narrativa biblica dal dell'utero nomi io
Dirlo è il fedele che mantiene l'alleanza e la grazia fino al mille e celebrazioni giù fino a San Paolo fedele e Dio che non permetterà che siate tentati più di quello che poteva
Perché insistere che io
è
Fedele
Proprio perché si vuole affermare che il destino e coerente pur nella sua manifesta incoerenza
Allora dice di questa concezione sta all'accettazione di Dino
Come vivente
Un'altra caratteristica centrale della concezione biblica in contrasto con quella Mesopotamia ci sono di certo
In questa tradizione movimenti oggettiva avanti e a non finire oggettiva anche della realtà divina alla legge l'alleanza il tempio e così via
Sembra che queste cose possono esistere come Consiglio se
Avulse dalla radice da un soggetto vivente che le pone in esistenza ma la radice invece sempre
Presente e più importante delle fluorescenza Veredice è il Dio vivente
Questa vita
Implica un forte elemento di imprevedibilità
Che emerge i nostri occhi come incoerenza ed è così
E nell'ottica biblica la coerenza di base è ricostituita dal concetto di fedeltà proprio in quanto vivente
Dio è fedele
Alla coerenza di una sua insondabile vita
Il destino è una realtà personale fedele alla dinamica
Della vita
Qui abbiamo considerato due concezioni del destino visto come soggetto dal nostro tema il destino che non lascia solo l'uomo in quale due modi analoghe possiamo ora parlare della compagnia di questi due tipi di destino
Nella posizione politica Istica
L'uomo non si sente lasciato solo perché per parte sua si può progressivamente appropriare della coerenza in cui si trovi scritto
Il destino è per così dire
In transitivo il soggetto attivo e l'uomo e l'uomo che accompagna il destino
Lo prende in mano identificando nelle dimensioni appropriando sane
Dalla concezione monoteistiche invece l'uomo non si sente lasciato solo perché
Attende le venti l'avvento
Non si tratta di un rimando a un dopo indefinito l'avvento del sentito come un accento che viene
Con un suo dinamismo continuo un l'ha detto che si realizza come compagnia attiva e transitiva nel momento stesso in cui il dio fedele
Sfida
La fede dall'uomo
Vogliamo
Alle posizioni politiche spiegasse il destino
E l'inventario delle dimensioni di coerenza
Misura in cui ci sia proprio di questo inventario
Diminuisce l'incertezza relativa al prestito
Se il destino si presenta come l'accumulo dei dati nei quali siamo immersi e se possiamo progressivamente integrare questi dati nel nostro sistema è analitico di conoscenza
Il destino non è allora che il residuo dei frammenti che ancora non abbiamo sotto controllo è un residuo in via di continuo di ministri diminuzione
Alla fine
Di estinzione possiamo estinguere il destino altre parole il nostro rapporto con questa grande matrice nella quale ci muoviamo è di carattere
Quantitativo il destino è una totalità di frammenti frammenti che noi possiamo progressivamente sottrarre alla sfera propria del destino facendo lì
Nostri
è solo il residuo che identifichiamo allora propriamente come destino un secolo fa
La tubercolosi faceva parte del prestito e quindi del destino se ne moriva
Trovare la cura voluto dire spostare questa malattia al di qua della zona del destino riducendo così il residuo riducendo la dimensione dal destino
Una tale concezione quantitativa si basa su un presupposto fondamentale e cioè
Che quello che rimane da scoprire è fondamentalmente possiamo dire ontologicamente uguale
A quello che è già stato scoperto solo che non abbiamo ancora scoperto scoprire vuol proprio dire fare luce sull'ignoto applicando i parametri che già sappiamo appartenere all'ordine delle cose ignote
Non ci si aspetta un realtà che sia qualitativamente diversa
Ma invece una realtà che già ci appartiene concettualmente anche se non la conosciamo e sono che non l'abbiamo appunto corde ben definite matrici sia avviciniamo sempre di più e come dice un proverbio sul merito
Ho guardato nell'acqua ho visto il mio destino che lui camminava
La certezza di un progresso illimitato si allinea perfettamente con questo ethos il limite lo sappiamo bene c'è ma è nella natura di una barriera e siamo in grado di spostare sempre un po'più in là appropriando accede nuovo territorio che prima era al di là della barriera e che già sappiamo essere della stessa natura del territorio dove ci troviamo ora
I contorni precisi del paesaggio di questo nuovo territorio non sono prevedibili
La prevedibile
E ci sia
Un paesaggio analogo al nostro e che sia possibile applicabili progressivamente il nostro pieno controllo ci si chiarisce così
Il significato più profondo del nostro titolo la compagnia del destino all'uomo
Compagnia vuol dire nell'ottica politica che e l'uomo che prende in mano il destino e vi si accompagna la nozione di progresso esaurisce inizio esteso a tutte le possibilità per la dinamica dei rapporti reciproci
Il rapporto è unilaterale e univoco e dipende totalmente da noi
Come soggetto non aspettiamo che sia il residuo a comunicarsi con noi a rispondere a una nostra aspettativa non attendiamo nessun avvento
E quell'evento che invece ci si attende nel monoteismo e nel cristianesimo in modo particolare
Se la compagnia del destino in senso politichese con voi in transitiva perché in effetti non ci accompagna non ci sollecita né tanto meno ci provoca
Il monoteismo ci propone invece una compagnia enfaticamente transitiva una compagnia dunque di cui dobbiamo attendere l'iniziativa
Non è una tesa di pezzetti e di frammenti ma di un pienezza che rimane sempre tale piena
Pur nella misura in cui il destino si rivela l'uovo non viene mai nessuna diminuzione non vi è mai alcun residuo la pienezza rimane sempre tale anche in quella che sembrerebbe il massimo della riduzione
Della diminuzione e cioè l'incarnazione
Il facile equilibrio fra pienezza e frammentazione
Trova proprio qui
La sua massima espressione l'incarnazione è vista come la rivelazione di un rapporto dinamico all'interno dell'assoluto che nega
La frammentazione nel momento stesso in cui sembra fermarla
Questa pienezza è
La pienezza della realtà personale
Non possiamo frammentare la persona
Come ben sappiamo dei nostri rapporti a livello umano e la stessa pienezza che si trova nel confronto con il destino
è un confronto che non sta
Del discreti darne le parti ma nell'accettarlo nella sua totalità nella sua irriducibile integrità la compagnia e quindi è una compagnia
Prepotente che arriva come e quando vuole né prevedibile né tanto meno controllabile è una compagnia che chiede accettazione
E peraltro in questa stessa accettazione c'è del tutto inaspettatamente
Una misura di controllo
Come che controlliamo intestino in questa prospettiva
è un grande paradosso o mistero che si voglia chiamare e il
Controllo del nostra libertà perché l'accettazione deve essere libera
Senso specifico che l'avvento può essere rifiutato
E la pretesa allora e di rifiutare il proprio destino di rifiutare la compagnia che il destino ci offre in chiave abbiam visto fatto personale è in fondo la nozione biblica di peccato
Non tanto un deviare dalle regole da i comandamenti una diminuzione del proprio ego ma soprattutto un rifiuto
La dimensione di controllo umane
Si esercita
Affermando la propria capacità di opporre resistenza e in un certo modo ci riusciamo
Riusciamo così a rompere la pienezza da rompiamo nella nostra percezione riducendo la
Alle sfaccettature che imponiamo noi dal di fuori
E qui che si innesca il richiamo profondo del messaggio biblico non indurire il cuore questo vuol dire accettare la pienezza senza sovrapporre
I nostri schemi
E l'invito insito in ogni rapporto personale anche fra di noi esseri umani che siamo dobbiamo accettare la pienezza gli uni dagli altri rimanendo aperti
Nell'accettazione
Alla sorpresa
Dell'alterità
è così che non certo qual modo la compagnia del destino vuole anche dire la compagnia
Fra di noi
Non siamo lasciati soli anche perché
Il destino ci parla per il tramite della comunione umana
E allora vero per tutti che il destino non ha lasciato solo l'uomo ma è vero in due sensi che sono esattamente l'opposto l'uno dall'altro possiamo dire che il destino
Nella sua accettazione Politi Istica
Accompagna l'uomo dal di sotto
è in contrasto possiamo dire che il destino biblico non lascia solo l'uomo al di sopra
Per un verso il destino non ha lasciato solo l'uomo perché in effetti non l'aveva mai neanche guardato in faccia non avendo il destino così concepito neanche un volto suo proprio né guardato in faccia né tanto meno
Amato non essendo per l'appunto il destino un soggetto
Capace di amare ma ecco l'altro verso della medaglia il destino non lascia solo l'uomo perché si evince come persona che guarda l'uomo in faccia
E non può non vederlo né può non vuole essere visto
A sua volta un destino
Che non lascia solo l'uomo perché offre di accompagnarlo vuole a sua volta
Tragicamente a volte
Essere
Accompagnato
Grazie
Vediamo allora
Con Ignazio come questo di destino ha cominciato inoltrarsi nella storia in un preciso momento
C'è veramente da stupirsi a guardare quello che il mio grande amico Giorgio ci ha appena detto chi mistero che fa tutte le cose ha fatto una mossa
Io stesso
è venuto incontro all'uomo in un imprevisto
In un avvenimento
E questo è accaduto nella periferia dei grandi imperi dall'ora scegliendo un uomo sconosciuto della Mesopotamia Abramo e un piccolo popolo Israele irrilevante nel concerto delle Nazione
Nel secondo nel primo millennio avanti Cristo
Ma
Proviamo
Ad andare avanti nel tempo
E arriviamo fino al centro geografico e culturale che si formò progressivamente al di fuori questa volta della Mesopotamia e che nell'uscire a conquistarla prima la Grecia con Alessandro Magno e dopo con l'impero romano
In questo viaggio nel tempo nello spazio ci fermiamo
Nell'ultimo quarto del primo secolo avanti Cristo e proviamo a guardare la città di Alessandria nel delta del Nilo
Uno dei centri della cultura greca che ormai faceva parte dell'impero romano
Non siamo più nella periferia geografica siamo proprio al centro dell'imperio Alessandria una grande città culturale ma ci troviamo comunque in un'altra periferia
Quella esistenziale e cioè
In un mondo che è passato dalla tensione della ricerca della verità
Nella filosofia greca a un edonismo è un cinismo disperato per la mancanza di significato della vita
Dio comunque
Anche adesso non ha voluto lasciar solo
Questo centro culturale divenuto periferia assistenziale come deve il Papa
Così simile al nostro mondo odierno
Ed è venuto incontro la sua disperazione con la presenza della piccola comunità ebraica
Che si stabilì
In Alessandria
Quasi fin dai tempi della fondazione della città
All'epoca di Alessandro Magno
Il libro biblico de la Sapienza ci ha lasciato la testimonianza di quella comunità ebraica che si trova si tratta
Anche all'interno per la propria fede dallo scetticismo dell'ambiente in cui si trova
Nella risposta del popolo scelto a questo mondo decadente troviamo la carezza del destino
Che vuole raggiungere anche la periferia esistenziale della grande metropoli
Allora secondo punto il mondo pagano sfida la mondovisione di Israele
Nel libro della Sapienza
Il pensiero degli enti
Dei padani
Dei greci e presentato con un unico un unico versetto introdotto come unico versetto che in modo sintetico
Esprime l'intera questione
Eccolo
Gli enti
Invocano su di sé la morte con gesti con parole ritenendo l'amica si consumano pressa
E con essa concludono alleanza
Perché son degni di appartenere
Dicono fra loro sono ragionando vediamo poi più avanti e con l'introduzione a questo ragionare sbagliato dicendo la Sapienza
Ma mi mi domando
Non sembra Forsu messaggera azione
Questa presentazione del mondo greco da allora
Ma veramente invocano la morte si consumano per essa e con essa concludono alleanza
Senza dubbio l'autore del libro così come la Comunità ebraica di Alessandria hanno negli occhi
Quanto è accaduto negli ultimi anni della convivenza fra Marco Antonio e Cleopatra ad Alessandria
E che non era che un riflesso di quanto accadeva nell'alta società della metropoli
Dopo la sconfitta navale
Di azione e fino alla morte alla loro morte nell'agosto del trenta avanti Cristo
Marco Antonio che ho padre nel loro rifugio di Alessandria costituiscono l'ordine dei co morenti in greco i Sina può fargli lume messi cioè quelli che muoiono insieme
Ovvero quelli che sono inseparabili e nella morte
Questo in realtà
E la continuazione di un'altra società precedente gli inimitabili
Coloro che entravano a far parte di questo ordine si dedicavano ad una vita di splendidi banchetti e di lussi
Sperimentando ogni sorta di piaceri
E nello stesso tempo accettavano
Di morire
Assumendo uno dei veleni che Cleopatra andava sperimentando su delle cavie
Alla ricerca del suicidio più facile ed indolore
Secondo quanto riferisce Plutarco nella vita di Marco Antonio il morso della vipera risulto il veleno più rispondente allo scopo
In quanto produceva una sensazione di sonno pesante e assieme dolce che conduceva la morte
Sembra sia stato questo il mezzo scelto
Da Cleopatra per suicidarsi nella sua camera reale
Circondata da due ancelle ed un eunuco dopo che Marco Antonio sera sui citato
Per aver ricevuto una lettera in cui la donna gli annunciava le sue intenzioni
Su una come davvero impressionante il giudizio del popolo e letto in questo versetto del libro da la Sapienza tenendo a mente la fine del primo patria per il suo ordine dei sino a può fargli un benessere Icco morenti
Si tratta di un giudizio su una modalità di vita che i giudei di Alessandria avevano sotto gli occhi
Un giudizio pubblico
Su una circostanza pubblica
Gli enti
Cioè coloro che non hanno conosciuto l'unico Dio creatore Redentore di Israele
Per il timore della morte la chiamano
Si alleano
Connessa appartengono ad essa
Eh sì non sanno che Dio non ha creato la morte che essa non è il destino
Degli uomini
Per timore della morte trascorrono la vita come schiavi attici libero la lettera librerie
Ebbene l'autore del libro della Sapienza proseguo nel discorso messo in bocca gli enti che definito errato
Questa qualifica sul modo di ragionare
E degna di attenzione
Perché implica un giudizio
Giù dai conti ebraica avremo ebraico assai pertinenti
In un ambiente greco nel quale il logos la ragione ed il ragionare lo Ghezzo mai Viterbo chiusa questo libro erano continuamente oggetto di discussione dibattito
Allora il popolo eletto che grande UDACE
Entra in questa discussione
Designando come illogico
Il modo di ragionare
Degli enti dei dieci
Sostenendo la logica della fede nel Dio della creazione passata sulle cose visibili
Ma sentiamo come ragionano riempi cioè i greci che circondano il piccolo po'po'di Dio ad Alessandria un ragionamento che troviamo assai attuale
E qui il primo paragrafo
Diviso in tre parti questo discorso degli enti vediamo insieme la nostra vita e vede triste non c'è rimedio quando l'uomo muore
E non si conosce nessuno che libere dagli inferi siamo nati per caso e dopo saremo come se non fossimo stati e un fumo il soffio delle nostre narici
Il pensiero una scintilla nel palpito del nostro cuore
Una volta è spenta si questa il corpo diventerà cenere e lo spirito si dissi per acume aria leggera
Il nostro nome sarà dimenticato con il tempo e nessuno si ricorderà delle nostre opere
La nostra vita passerà come le tracce di una nube si disperde era come nebbia scacciata dai raggi del sole e disciolta dal calore
La nostra assistenza il passare di un'ombra e non c'è ritorno alla nostra morte poiché il sigillo
E posto e nessuno torna indietro
Le più
Vive oppresso dal dato Della Morte
Per quanto la si pensi lontana la memoria di essa
Fa sì che la vita appaia breve e triste
La morte coro colpisce ugualmente tutti e nessuno le sfugge
Nessuno risulta essere
Mai tornato dall'ATER
Ciò impedisce loro di godersi impacci il tempo Presidente e un orizzonte troppo opprimente
Nemmeno il fatto di essere vivi nel presente
Corregge questo ragionamento o introduce un fattore nuovo
Quindi il ragionare degli enti errato
Infatti
Invece di domandarsi chi ci mantiene in vita
O come possibile questo spettacolo della vita
Oppure invece di essere i
Essere sorpresi dal dono sempre nuovo delle cose dell'esistenza
Gli enti attribuiscono il tratto della vita al caso
Vale a dire escludono il datore escludono l'intenzionalità la natura create delle cose per il caso siamo giunti all'esistenza
E un ragionare appunto sbagliato perché non parte dal tratto iniziale di esistere nell'essere
E della sorpresa domanda che l'essere suscita
E quindi irrazionale dire come fa più avanti che dopo saremo come se non fossimo stati
Si può dire così soltanto sessista in modo incosciente davanti al dato presente della vittima dell'essere
Non ci si deve quindi meravigliare
Che tale dato presente sia così giudicato
E un fumo il soffio delle nostre narici il pensiero
Il logos greco
è una scintilla
Nel palpito del nostro cuore
Tutto frutto del caso e quindi il Conserva ci invita l'alito
Non è che fumo
Qualcosa di inconsistente
Che scompare senza lasciare traccia
E la ragione il logos
Che dire di questo spettacolo che il ragionare il discorrere capace di mezzi tanto altri
Che dire della sede della ragione dell'affetto il cuore da cui sgorgano le grandi decisioni che un muovono la vita il mondo non è altro che una scintilla
Anche se destinata a passare inosservata a spegnersi come è nata
L'orizzonte apparentemente assurdo della morte sembra privare gli enti di questo logos impedisce loro
Di ragionare
In modo adeguato
E quindi
Giudicano tutto ciò come una scintillante destinata spegnersi senza storia un assunto
Da cui consegue che la vita sia prevede e triste
Il dato che scandalizza la morte e la dissoluzione del corpo
Si presenta come un orizzonte che incombe sul presente
A che serve tutta la storia con l'uomo può tessere
A che serve l'amore con cui egli ama
A che serve lo sforzo per costruire
Passa all'uomo e passa il suo nome
La vita così intesa così affatto così intensa Consi affascinante
Ed è scritta davanti all'orizzonte della morte come traccia di una nube
Che si disperde era come nebbia schiacciata dai raggi del sole
Tutto quindi sarebbe apparenza
La vita sembra essere
Qualcosa
Che ci interpella ci provoca muoverci ma in realtà e caso e apparenza e vento
L'istante non ha alcun valore e fumo non lascia traccia
Assolutamente diverso
E il modo con cui Israele guarda la fragilità dell'esistenza umana
Che è un dato del reale
Avendo presente la sua storia con il Dio che entrato nel mondo guardiamo
Al salmo otto
Quando vedo i tuoi Celli opera delle tue dita la luna le stelle che tu hai fissato che cosa mai l'uomo
Perché di Luigi ricordi il figlio dell'uomo perché te ne curi
Passiamo al secondo
Paragrafo di questo ragionare detto sbagliato ragionare degli enti
Conclusione
Se la vita a niente su godiamoci beni presenti facciamo uso delle creature con ardore giovanile INEA Briamo ci divino squisito di profumi non lasciamoci sfuggire il fiore della primavera
Coro amiamo cito boccioli di rose prima che a Vizzini Scanu
Nessuno di noi ma anche alla nostra intemperanza
Lasciamo dunque i segni della nostra gioia perché questo ci spetta questa la nostra parte
Allora
Se la morte la dissoluzione del la dimenticanza costituiscono l'orizzonte finale
I nostri atti non hanno alcun senso mi alcun valori
Non saranno giudicati non vi è alcuna responsabilità morale
Se la vita non ha senso non c'è qualcosa che sia migliore di qualcosa d'altro
Da un punto di vista morale non c'è differenza
Poiché la morte livella tutto e tutto sommerge nell'assurdo
Quindi
Unica legge la reattività
Il Godelli istante il carte di di Orazio
Ricercare il piacere e fuggire il dolore
Si tratta di supportare la vita consumando ciò che essa offre in ogni istante
Senza pretendere di più e senza alcun giudizio di valore
Si tratta di lasciarci
Lasciarsi sorte trasportare dall'attrattiva delle cose nel loro fiorire
Afferrando nel frutto prima
Che marciscono
Se le cose non hanno senso
Lasciare qualche qualcosa maturi non ci sarebbe a niente non ci storia nulla può essere costruito unica legge e la reattività presente
è evidente che ci sembra evidente
Che a questo godere si accompagna una grande amarezza
Perché l'orizzonte della morte non si allontana ed impedisce di correre
In pienezza
Per questo capiamo il suicidio
Uno gode codici piaceri quando i giovani dopo arrivano le malattie meglio morire
Piacere passeggero e amarezza di fondo perché in più la realtà si ribella se viene usata in questo modo
Un conseguenze come la violenza la malattia la tristezza eccetera
L'amarezza in questione assieme al suo compagno il cinismo
Si può intravedere nella conclusione di questa parte del discorso l'unica eredità
L'unica parte dell'uomo su questa terra e il godimento che si gioca né
Stante e che quindi diventa legge
La riflessione degli enti ha un fondamento di pre non è una finzione letteraria
Uscita dalla penna di un giudice o
Per una conferma esterna la Bibbia possono essere utili le seguenti parole che Lattanzio evidentemente i due si è secoli dopo mette in bocca lieti cure in
Ecco dedichiamo ci dunque i piaceri in qualunque modo ci sia possibile visto che imporrebbe scomparire mo'
Così dunque non lasciamo passare un giorno anzi un istante senza piazze
Perché non perdiamo il tempo che ci è concesso di vivere
Terzo
E ultimo paragrafo di questo discorso degli enti
Che la logica conclusione
Di tutto il ragionamento precedente spadroneggia amo sul giusto povero non risparmiamo le vedove
Nessun riguardo per le canizie arreca danni del vecchio la nostra forza sia regolante la giustizia
Perché la debolezza risulta inutile
Se la reattività
Ed il piacere nell'istante sono l'unica legge
Se non esiste responsabilità morale
Si deduce che non c'è alcun freno eliminare gli ostacoli che si frappongono alla propria pretesa
Il povero giusto la vedova l'anziano proprio quelli che la legge di Israele comanda di proteggere
Saranno oggetto di oppressione
Vuoi per i beni successivi di godimento che si posseggono
Voi perché si oppongono ai piani delle ampio o li rimpiazza rinfacciano le sue mancanze
I ve ne posso ed utile ai potenti non sono moralmente vietati agli enti
Ma l'ottenerli può comportare grandi fatiche allora sfondiamo ci con i deboli facile preda
La legge ultima
Rimasta finora implicita
Viene finalmente espresse in questa parte del discorso la nostra forza sia regola della giustizia
Perché la debolezza risulta inutile
La forza enorme e legge la legge del più forte la legge della Giunta
E la giustizia
Questo concetto non esiste
Giusto e ciò che fa le ampio con la sua forza perse quando il piacere o piuttosto se c'è una giustizia questa e la forza
Passiamo al terzo
Terzo punto
La risposta di Israele
Veramente il destino non ha lasciato solo l'uomo
Fin qui arriva la mondovisione greca che sfida la fede di Israele con quelli irrimediabile conclusioni il destino non si prende cura degli uomini siamo nati per caso e dopo saremo come se non fossimo stati
La prova più evidente di questa condizione di orfani e la morte
E questa progettazione che un pagano avrebbe potuto rivolgere al Dio creatore dei giudei
L'assurdo della morte
Questo dato testardo segnerebbe il limite di qualunque teoria positiva o benevola dell'esistenza
Davanti a questa sfida
Si capisce meglio l'interesse dell'autore del libro del della Sapienza per presentare la visione giudaica della creazione partendo da una lettura di insieme i primi tre capitoli della genesi
Ma sottolineo costa questa cosa
Era una sfida
Alla visione positiva della vita di Israele
Dio creatore di ho fatto tutto tutto d'
è buono ma la morte
Allora questi
Quest'questo testo de la Sapienza mostra che la morte non è una creazione di Dio che l'uomo non è stato creato per conoscere la corruzione
Il Dio che entrato nella storia del popolo scelto
Che gli ha fatto aprire gli occhi verso le sue tracce nella creazione diventa in questo libro tenerezza
Verso il mondo greco disperato eccesso
E con la prima parte della risposta di Israele
Perché dico non ha creato la morte e non gode per la rovina dei viventi egli infatti ha creato tutto per l'esistenza
Le creature del mondo sono sani in esse non c'è veleno di morte negli inferi regnano sulla terra perché la giustizia e immortali
Nel dire che Dio non ha fatto la morte
L'autore ha presente l'affermazione iniziale del primo capitolo della genesi primo versetto in principio io creo
Il cielo e la terra
Se c'è tutta la creazione
Ma non fece la morte
Questa non fa parte del disegno iniziale
Nel secondo capitolo del Libro de la Sapienza rispondendo al parlare sbagliato degli enti
L'autore riprende la questione della creazione mettendo questa volta in relazione
Il primo capitolo della genesi con il racconto del peccato originale igiene si tre
Ecco
Sì
Dio ha creato l'uomo per l'immortalità
Lo fece immagine della propria natura
Ma la morte entrata nel mondo per invidia del diavolo e ne fanno esperienza coloro che gli appartengono
Infatti secondo genesi due-tre il frutto dell'albero della vita assicura l'uomo la sua sussistenza e la sua immortalità
Dio proibisce solamente di mangiare l'albero della conoscenza del bene del male che produce la morte
Perciò
Nel suo progetto originale
Dio non vuole la morte
Ci troviamo davanti al primo racconto che identifica il serpente con il diavolo
Più avanti nei capitoli undici e dodici
Possiamo vedere la coscienza di Israele che il suo Dio era l'unico Dio creatore di tutti gli esseri colui che regge tutti i popoli
Egli non ha creato la morte e ama tutti gli uomini e quel testo
Hai compassione di tutti perché tutto tu puoi non guardie peccati degli uomini in vista del pentimento poi che tu anni tutte le cose esistenti
E nulla disprezzi di quanto i creato se avessi odiato qualcosa
Non l'avresti neppure creata
Come potrebbe sussistere una cosa se tu non voi
Ho conservarsi se tu non l'avessi chiamata l'esistenza
Tu risparmi tutte le cose perché tutte sont pure signore amanti della vita
Poiché il tuo spirito incorruttibile e in tutte le cose
Questo ce n'è la Bibbia
Bisogna leggerla ogni tanto come ci dice il nostro caro amico Wyler un ebreo
La prova che Dio ama tutti gli esseri
E data dal fatto
Che li mantiene in vita
Anzi
Zio di a Sequals cosa non lo avrebbe creato
Anche se dopo aver fatto un essere se ne pentì sia motivo delle sue cattive azioni non lo conserverebbe invita
Dio domina tutte le cose e se sono sue
Egli le ha create e le sostiene nell'essere
Lo spirito incorruttibile immortali di Dio si trova in tutte le creature
Già il ritornello del primo racconto della creazione anticipavo postumo redditi io per tutte le sue creature
E dico vide che era cosa buona
Si tratta di un giudizio su tutta la creazione
Che il Libro de la Sapienza e sviluppare insistendo sul fatto che la morte non nell'orizzonte finale della vita
Questo giudizio si oppone al manicheismo greco che affermava un principio del male ed un principio del bene con lo stesso potere in lotta fra loro
E allora
Conclusione dell'autore conclusione mia
Parallelamente
All'inizio del capitolo secondo con l'introduzione del ragionare sbagliato degli enti
L'autore del libro della Sapienza
Conclude tutto il discorso delle Alpi con una Giunta contenente ancora una volta e il verbo loghi insomma ragionare
E quel testo
La pensano per volo vizio mai la pensano così ma si sbagliano
La loro malizia li accecati non conoscono i segreti in isteria di Dio
Non sperano salario per la santità né credono la ricompensa delle anime pure sì
Dio ha creato l'uomo per l'immortalità lo fece immaginate la propria natura
Ma la morte entrata nel mondo per invitare il diavolo e ne fanno esperienza coloro
Che le appartengono
Di nuovo l'autore qualifico come arato il ragionamento degli enti la malvagità alla conseguenza di accettare la ragione
Si può affermare conferita che i malvagi non conoscono dice libro
La loro malvagità impedisce loro di conoscere
Gli ampi non arrivano a conoscere i segreti o i misteri di Dio
E questi misteri ministeriali
Non hanno nulla a che vedere con i Ministeri della letteratura apocalittica o delle misure
I culti misti misteri cinque
Relativi a insegnamenti per iniziate società segrete
Si tratta invece dei misteri di Dio accessibili ad ogni uomo uomo buono e giusto ma impenetrabile per quanti ragiona ragionano in modo contorto per riempire perisce occhi
Concludo
Veramente colpisce pensare a come il destino viene incontro al mondo greco contraddistinto fin dai tempi dei filosofi classici
Secolo quarto anno avanti Cristo dalla tensione alla conoscenza
Quella tensioni non è bastata per impedire che la cultura dominante
Diventasse
Scettica
Nel giro di pochi secoli
Schiava dall'apparenza della tristezza della disperazione che ne seguono
Proprio
Come accaduto nel nostro mondo
Il popolo il piccolo popolo ebraico che Pellegrina delle Sandri e
Si è fatto portatore di una conoscenza più acuta surreale
Grazie alla convivenza nella storia
Con i misteri di Dio
E così come il destino ben in conto la paura della morte che soffrono i pagani svelando il grande misteriosi Dio ha creato l'uomo prove mortalità siamo fatti a immagini sua
Grazie
Impressionante Giorgio
L'abisso che separa questi due mondi quello della
Conoscenza come inventare io come accumulazione quantitativa
Che non impedisce neanche alla gara al grande genio greco al grande alla grande tensione dell'uomo antico di decadere
Di cedere
Sotto una sproporzione strutturare un'incapacità radicale
A possedere ciò che si desidera forse il suo intervento che ha suscitato qualche domanda
Molte
Bah
In particolare pensavo due cose uno
La ringrazio hai messo in luce le estreme conseguenze
Che derivano dalla
Modo di pensare quindi li chiudere questa correlazione tra il suicidio
E tutto un sistema specifico di volerlo includere nella propria mondovisione come dice
E il
Fatto che
La il libro della Sapienza abbia preso specificamente in vista proprio questo fenomeno per molto interessante molto belle perché
Dopo
Mette in un contesto così concreto
E allo stesso tempo l'altra cosa che mi ha colpito con me
Li devo della Sapienza vuol dire che la
Morte non è
L'esito finale e che quindi il suicidio voluto preparato
Non è
Quello cui si deve mirare
Ma neanche colpito il
Scuole gestite come la tenerezza di Dio verso
Il mondo pagano e qui nella volontà alla
Pretesa se vuole ve lo dico da la Sapienza di insegnare
Ai pagani
Un realtà che è molto viva anche se combattuta per
Gli ebrei che hanno scritto il Lido della Sapienza
E che non vedono condiviso dagli altri quindi prosegue la domanda potrebbe essere questa come che pensi che
Fosse possibile dare una risposta o elaborare la risposta data la libero dalla Sapienza come che si può presentare un maestro
Per i pagani che costruisca sulla loro sensibilità
E non
Voglia predicare cose che non riescono comunque a comprendere o a con la quale possono verificarsi come che possono veramente comunicare
E quindi un maestro che possa veramente comunicare una realtà che a loro sfugge forse per la persona domanda
Ti ringrazio Giorgio di questa
Domanda che una domanda molto attuale non abbiamo visto che
La grande conoscenza greca non è bastata non son bastati aristoteliche Platone Socrate
Terrei sostenere
Questa tensione alla
Alla verità ci vorrebbe
Un altro maestro che accompagnasse il costo questo popolo greco a tutta la
La umanità
E così questa domanda prendo un po'di tempo ci mi permette di
Ti proiettare mina avanti
Per sorprende ancora di più lacche veti la creatività del destino
Che aveva ancora grazie a Dio una parola da dire a tutta
Tutta l'umanità una parola inaspettata per quanto a tesa
Più o meno incoscientemente tra i padani più o meno coscientemente
Tra gli eredi
I greci hanno sempre cercato la ragione di tutte le corse il logos in greco
E hanno così dato inizio a quello che chiamammo punto Filosofia
Io invece hanno avuto sempre con loro la parola divina Tabar in ebraico
Che descrive una parola che descrive lo stesso tempo la parola divina pronunciata sentita custodita e le opere parola e opere allo stesso tempo i fatti che la mano potente di Dio ha compiuto davanti al suo popolo
Il figlio la saperla de la Sapienza e figlio risulta nasce da questo da bar che si muove nella storia una parola vera di speranza nel mezzo del buio
Dell'Alessandria pagano ed allora ma in entrambi i
Entrambi
Cresce del re
Sottendeva un ultimo anno strategia
Per forza in esprimi
Dato che l'oggetto ultimo del nostro desiderio non si può che incontrare
Appunto non si può immaginare
Né tanto meno progettare
Parlo di una nostalgia ultima di un destino che si faccia vicino oggetto di esperienza sottomesso alla nostra ragione affezione
Ma è difficile
Desiderare almeno consciamente colloqui lo giudica impossibile
E come pente come pensare
Che il destino potesse diventare così vicino familiare
La filosofia greca ha sfiorato
Anche se confusamente nel pensiero di alcuni grandi maestri questa nostalgia di un destino che potesse fare una mossa verso l'uomo
Come quando Platone nel Fidone ipotizzava l'aiuto
Della rivelata puro lato in tv per compiere la traversata nel grande Pelago del significato nel settore
Ma come era possibile anche solo immaginare questo è giusto in quale forma
La tradizione Israele suo canto
Ha espresso con più coscienza questo desiderio di una
Più grande vicinanza del Dio che accompagnava con la sua parola il suo braccio potente la storia del popolo scelto
Come quando MOSE voleva vedere il volto di Tivoli
O quando Isaia implora Dio di squarciare ICI ieri e scendere
Per far compagnia concrete tenere
Al popolo smarrito
Nelle Silvio
Ancora una volta come immaginare questa compagnia vicine additivo l'uomo
La risposta ci arriva sotto forma di annuncio di un fatto accaduto nel tempo nello spazio
Il pescatore Galileo Giovanni filo ditte vedevo testimoni di questo fatto accoglie la portata di questo evento per padani ed ebrei
Il verbo
Si fece carne e venni abitare in mezzo a noi
Il verbo
E allo stesso tempo il logo
Serbo parola greco
Ragione di tutto
Evita par ebraico parola divina e braccio potente
La ragione di tutte le cose che era presso Dio fin dalla creazione del mondo la Sapienza creatrice
Che ha lasciato le sue tracce nel mondo si è fatta un uomo raggiungibile oggetto dalla nostra esperienza
La parola di Dio che accompagnava Israele nel suo pellegrinaggio lungo la storia si è fatta sorprendentemente vicina diventando uno di noi
Chi racconta con queste parole di grande avvenimento udente scrivere i tratti di quell'Logos fattosi carne Gesù di Nazareth
E può descrivere come così fan nel suo Vangelo il momento il luogo dove si imbattuto con lui per la prima volta
Erano le quattro del pomeriggio lungo la riva del Giordano non è una metafora
Il destino non ha lasciato solo l'uomo
Ero là allora ha ragione caro Giorgio
Quando dici che il nostro mondo come quello pagano
Ha bisogno di un maestro che lo prenda per mano
Trascinando ragioni affezione
E quello che aveva profetizzato Zaccaria riguardo le Nazione che confluiranno in Gerusalemme
Cito
In quei giorni dieci uomini di tutte le lingue delle Nazione afferrano non giudico per il lembo del mantello e li diranno
Vogliamo venire con voi perché abbiamo udito che Dio e con voi capitolo VIII Zaccaria
E l'esperienza di Giovanni e dei suoi compagni divenuti maestri
Per tutte le nazioni
Quello che un tempo è stata la nostra civiltà
Culmini deve era umanità e nata così
Uomini Pagani pare a Bari schiavi universi che afferravano il lembo del mantello di un pugno di ebrei
Nella cui compagnia
C'era il dio con noi
Così è nato
Così si deve ripartire
Ma allora approfitto anch'io per fare
Una domanda partite del testo
Di Giorgio
Anch'io sono stato colpito nel tuo intervento
Da questo parallelismo
Sotto inteso tra l'atteggiamento pulite istituto tu conosci bene hai studiato bene nel
Nel terzo secondo millennio avanti Cristo
E la nostra civiltà basata sul progresso scientifico
Tutte e due
Partono dalla coerenza del reale e tentano di appropriarsene di questa coerenza
Allora la storia non sarebbe altro che il cammino verso la progressiva
Riduzione del destino
Ci sarà un momento in cui non resterà niente per conoscere saremo padroni del nostro destino diciamo
Anche
Come hai detto se ci fa sorridere pensare Ippolita istinto siamo tutti
Tutti noi un popoli testi
Allora
E la dimensione personale del destino in chiave mono a testa credo ciò che colpirebbe dei più messo pota amico
Ora ti chiedono come è possibile che il destino il fatto
Si identifichi con qualcosa di in fondo così limitato
Un essere singolo individuale una persona e ancora
Se il destino può diventare un tu singolo vicino
Come è possibile che non finisca così si caccia
Sottomesso alla pretesa umana di afferrare possedere il destino
A volerlo ridurre sempre più progressivamente
E non ho una risposta
In indica in effetti qui mi rifaccio invece e solo di recente che ho cominciato a leggere don Giussani e lo devo al meeting devo dire di aver meglio introdotto i suoi scritti
E una cosa che mi colpito e la sua volontà DDA
Evitare ogni ambiguità e di
Mirare all'autenticità della propria
Personale duri quello che credeva Luigi e l'autenticità degli interlocutori con i quali parlava
Per esempio il titolo della pretesa cristiana è un titolo importante mi sembra perché riconosce
Hilla
Dubbio di chi non è cristiano e dove e
Presentai nella
Diciamo la la mondovisione cristiana come un pretesa come qualcosa che non è dato per scontato che bisogna quindi
Con la quale ci si deve identificare in un modo vissuto
Speciale
Mi rifaccio anche un convinto di
Emilia Guarnieri l'altro giorno all'intervento di padre pizza balla
Dove se ricordo bene ha detto qualcosa del genere è possibile essere vero
Si riferiva al modo in cui credo al modo in cui pizza balla parlava
Del rapporto umano vero autentico profondo tra cristiani e musulmani
Dove non c'era nessun proselitismo nessun interesse a voler fare convincere un'altra persona va volesse invece
Insieme come comunità costruire un
Vita una recezione di valori nuovi
Ecco quindi questo aspetto mi sembra
Importante non tanto poter dare una risposta specifica alla
Tu la pretesa cristiana è che il destino sia una persona e che ce lo stesso di abbia
Tradito se stesso nel senso di quello che dicevo prima cioè bionda apparente infedeltà se stesso perché è l'incarnazione un
Infedeltà al suprema trascendenza vista dal nostro punto di vista
E a
Accettarlo un cosa
Che non è
Strumento definibile in termini particolarmente logici è un incontro personale come
Riferito tutto l'incontro sul lago alle quattro del pomeriggio cose molto storicamente definite molto poco relaziona abbellire alla trascendenza dell'infinito
Quindi questa è una pretesa
E il
Mi sembra che un vantaggio di vedere tutto questo da un punto di vista l'ok cristiano come la Mesopotamia
Da un punto di vista posteri stiano come la nostra cultura di oggi
Ci permette proprio di mettere chiaramente in luce
La portata grande di questa
Pretesa per cui se uno aderisce a questa pretesa lo fa con una coscienza e una sensibilità ancora maggiore di prima
Mi sembra
Assente
Che il destino sia una persona
Dalla profondità delle vostre argomentazioni emerge questa grande presenza che è pretese che allo stesso tempo
E alla portata di mano di ciascuno
Perché non è alla portata di mano innanzitutto di una faticosa ricerca dell'intelligenza ma è la registrazione di un fatto da questo punto di vista l'unica cosa che mi sento di dire perché mi ha sorpreso di nuovo ascoltandovi
E che
Le tematiche che avete fatto affrontato oggi che sembrano
Affondare nel profondo del tempo in una distanza quasi per non è raggiungibile
In realtà sono attualissimi
Perché cito don Giussani pescano in una possibilità permanente
Dell'animo umano dice lui
In quella tristezza di mancanza di impegno
Di interesse di curiosità verso la realtà totale oppure aggiungo io
Verso un'apertura disponibilità curiosità verso il reale
Coscienti della
Sconfinata natura del proprio bisogno che mette nelle condizioni di registrare se per caso passa per strada la risposta e in questo capisco che
Il vostro contributo ci rende ancora più
Coscienti consapevoli della sfida che
Non hanno vissuto in Mesopotamia sui greci che gli ebrei ma noi oggi
In un mondo che quantitativamente sarà diverso ma come qualità cioè come natura del problema è se possibile ancora più grave perché si ripropongono è terribile questo gli stessi problemi gli stessi interrogativi
E ognuno di noi deve rifare
Quella strada
Come disse Papa Benedetto sedicesimo ogni generazione deve rifare
La strada l'inizio dei veri a che non è un'accumulazione
Un'accumulazione quantitativa che
Impedisce
Quelli rischio
Quel rischio di una libertà che
Non accetta
Niente di meno che tutto per questo vi ringraziamo della compagnia che ci state facendo gli auguriamo che la strada tra voi si è ancora lunga così da poterne godere
Per tanti anni grazie