"L'Italia delle regioni"

Ci stiamo per dare inizio ai nostri lavori quindi prego i compagni che sono ancora in piedi
Di accomodarsi
Ecco incominciando adesso il dibattito abbiamo la possibilità di far parlare
Molti compagni esponenti di regioni
Che sono iscritti a parlare che
Dato l'equilibrio del dibattito stesso difficilmente godrebbero di un tempo di parola sufficiente per esprimere il loro pensiero
Io proporrei quindi di invertire l'ordine del giorno che era stato previsto
Di concludere nella prima parte della mattinata clienti il dibattito aperto ieri sera a conclusione di questo dibattito si riprenderebbe la parte dispositiva
Con l'introduzione del compagno Moroni e gli interventi dei compagni Boselli Finetti Balsamo l'aggancio e da tenere presente che abbiamo in tempi abbastanza stretti dovremmo allontanarci a questa sala entro le dodici e mezza una meno un quarto anche perché poi i nostri lavori in qualche modo riprendono nel pomeriggio col concerto verdiano e soprattutto con il comizio che il segretario del partito pronuncerà in Piazza della Loggia quindi darei ora la parola a coloro che siano iscritti che risiede a chi la chiede essenzialmente entro i limiti di tempo che sono concessi darei per primo la parola se non avete obiezioni anzi vedo che nessuno chiede la parola per proporre alternative
Quindi la proposta di inversione dell'ordine del giorno se non vi sono obiezioni accolte accolta
Riprendiamo la discussione generale e quindi con l'intervento del compagno Francesco avuto vicepresidente del Friuli-Venezia Giulia
Care compagne e cari compagni
Undici mesi fa qualche ora prima che a Budapest su iniziativa del governo italiano gli Stati della Mitteleuropa Austria Ungheria Jugoslavia si riunissero per definire un patto economico e politico tendente a migliorare l'interscambio superando le barriere erette dalla cortina di ferro cominciava a cadere il muro di Berlino in un susseguirsi incredibile ed esaltante di avvenimenti qualche volta anche cromatici i popoli di tutti i Paesi dell'est satelliti dall'egemonia sovietica furono protagonisti della cacciata dei loro dirigenti politici obsoleti alcuni corrotti
Sicuramente inadatti a risollevare le sorti economiche dei loro paesi
Imposero la democrazia
Il pluralismo un nuovo gruppo dirigente
Si apre un'era nuova della politica in questo continente che non può che avere in prospettiva l'obiettivo dalla casa comune europea
Si supereranno i confini di alta sarà stroncato il comunismo emergerà una nuova cultura
Si recupereranno il valore delle Autonomie
Delle etniche che trascende l'anno gli antichi confini degli Stati
Forse attento alle regioni di svolgere un ruolo primario del processo di integrazione e di sviluppo dei futuri Stati Uniti d'Europa
Ho voluto fare questa premessa nell'ottica dell'esperienza maturata dei socialisti del Friuli-Venezia Giulia Regione che confina con l'Est europeo
Una Regione solo meno di trent'anni fa ad economia povera rurale e priva di grandi infrastrutture ora inserita nel grande processo di internazionalizzazione
Con un sistema economico moderno fortemente industrializzato proiettato nel terziario evoluto certo che è una piccola regione certo che da ventisette anni fa parte delle cinque regioni a statuto speciale
Ma è anche vero che in questi ultimi tredici anni è stata distrutta dal terremoto
E nel pieno della crisi del sistema economico nazionale degli anni a cavallo del decennio Settanta Ottanta ha completato ottimamente la ricostruzione
Ed ha come strumenti di governo un piano urbanistico regionale
Un sistema pianificato nel settore distributivo un piano regionale per le discariche per i parchi per il recupero dei centri storici un piano dei trasporti della viabilità
Ci troviamo già ad operare nel secondo piano regionale della sanità
Faccio queste affermazioni non certamente per un atteggiamento presuntuoso
Ma solo per dimostrare alcune evidenze per manifestare
Una grossa preoccupazione per la prima evidenza la Regione Friuli Venezia Giulia
Ha potuto godere di una vera autonomia
E la specialità ha consentito di esercitare competenze primarie nei settori nevralgici dell'economia della sanità e dell'ambiente
L'altra dimostrazione dodici anni fa
Da un triangolo di rapporti tra le regioni di Carinzia sloveni naturalmente Friuli Venezia Giulia con il Veneto il Trentino Alto Adige e successivamente la Lombardia siamo stati promotori della comunità di Alpe Adria che ha raccolto altre regioni Austriache strade oltreché tedesche ungheresi e cecoslovacche
Abbiamo coltivato rapporti politici sociali ed economici
La programmazione è la cultura delle nostre imprese medie o medio piccole e decisamente già impegnata i rapporti concreti col sistema economico di questi Stati dell'Est
Avviati a costruire un modello privatistico dopo la tragedia del capitalismo di Stato che ha hanno inviato lei deve della gente e creato solo burocrazia inefficienze e miserie in sostanza non siamo impreparati a questo confronto e siamo convinti di poter offrire tutta la nostra esperienza alle altre regioni e fors'anche anche al Paese
Non vogliamo inoltre dimenticare di rappresentare una terza situazione
Noi socialisti abbiamo rappresentato per la comunità regionale uno preciso riferimento
Dapprima coltivando completa realtà socialiste di quei Paesi diversi confronti anche coinvolgendo le rappresentanze delle nostre categorie economiche e poi soprattutto assumendoci in prima persona il ruolo di guida nell'amministrazione regionale nei settori chiave e negli assessorati decisivi il risultato a mio modo di vedere stato esaltante
Il partito da alcuni anni viaggia abbondantemente oltre il venti per cento
Siamo il secondo partito con il PC già al diciassette per cento incapace della minima elaborazione strategica
Con la DC stabile ma la cerata e divisa
Abbiamo dopo quarant'anni appena conquistato alla guida del Comune di Udine
Abbiamo sconfitto in movimenti autonomistici in Friuli e della Lista per Trieste
Umberto Bossi da noi ha dovuto fare marcia indietro molto velocemente proprio poco tempo fa alcuni giorni fa
Cari compagni le deleghe e di poteri reali hanno consentito di far funzionare l'istituto regionale
Perché siamo decisamente a fianco perciò siamo decisamente a fianco delle regioni ordinarie che si sentono invece giustamente defraudate di impotenti
Ed è proprio qui che vogliamo manifestare la nostra grande preoccupazione
Se non c'è un po'un processo di reale decentramento attraverso un ruolo ovvero delle regioni non supereremo mai i nostri grandi mali e primo fra tutti quello del risanamento dalla spesa pubblica
Non servono i piedi vista vergognosi di alcune regioni che riportano a bilancio la loro incapacità di spendere per migliaia di miliardi
Lo diciamo a voce alta
Giusto è sacrosanto il concorso di tutti per risolvere i grandi problemi e perché si sappia che la nostra Regione lo Stato ci affida i quattro decimi del getto in positivo e fiscale
Vogliamo ringraziare Craxi per questo appuntamento tempestivo tutto il partito non saremo mai un paese europeo sino al nostro interno non supereremo i mali antichi con un governo centrale autorevole programmatore
E con un concerto di Regione che a livello operativo devono far cambiare la musica dell'inefficienza che solo conservazione
Ringraziamo il partito per questa iniziativa anche se questo appuntamento
Doveva essere fatto molto prima
Che il nostro Governo approvasse la finanziaria del mille novecento e novantuno
Avremmo impedito al Ministro della Sanità di voler caricare solo alle regioni il disavanzo delle USL quando lui sa bene qual è la quota dello sperpero sulla farmaceutica che è una spesa di competenza nazionale
Avremmo evitato di confrontarci con il ministro del Bilancio che inventando una è uno al mattino ce ne propinano un'altra al pomeriggio
E poi
Decideva quello che voleva lui alla sera
Avremmo forse anche invitato le dotato a rotazione del ministro del tesoro sulle politiche economiche
Per constatare la difficoltà della copertura del disavanzo finanziato il nostro Paese senza che ci fosse chiarita la genesi di questo male
Ma soprattutto avremmo protestato con molta più forza e copertura contro il tentativo di tagliare ed emarginare decisamente le Regioni volute dalla Costituzione
Concludendo
Noi proponiamo un grosso impegno il partito è stato detto già da alcuni compagni anche ieri
Per una proposta di legge tendente a riscrivere in termini attuali moderni l'articolo centodiciassette della Costituzione
Vorremmo credere che fossero consentite
Con competenze primarie alla Regione sui settori economici sociali ed ecologici ovviamente come reali garanzie finanziarie
Trasferendo alle regioni competenze ora dei ministeri ma tipiche della regione
Da un primo dalla prima ricerca molto sommaria fatta già sul bilancio dalla finanziaria di quest'anno si possono individuare circa tredici mila miliardi in questo senso
E vorrei anche aggiungere che ha ragione il compagno Marco quando lui dice uno Stato che si impiccia di tutto che pretende la responsabilità e quel muro esercita tirandosi addosso tuoni e fulmini apparendo inefficiente e sprecone
E io aggiungo anche alimentando di fatto il dissenso che favorisce delle
Ancora legare l'autonomia finanziaria ad una quota parte
Non tanto di un sistema impositivo regionale quanto del gettito reale incamerato dallo Stato in quella regione verificato di anno in anno aggiornato di anno in anno
Dare specialità alle regioni su basi reali per affrontare i veri problemi specifici o per coltivare l'evocazione ed attento ad evitare una Regione quale apporto alle indicazioni strategiche dallo Stato
Volevamo rappresentare con questa testimonianza alcune anche indicazione positive e propositive soprattutto dare conto della positività con la quale i compagni del Friuli Venezia Giulia usando e l'istituto della regione e la sua specialità siamo riusciti a rappresentare in questi ventisette anni di autonomia regionale grazie
Grazie compagnie Francesco Nuzzo
Ora la parola il compagno Arturo Bianco
Prego non storico Panebianco ma anche tutti quelli che parleranno dopo di lui
Di essere quanto più concisi sia possibile altrimenti è impossibile soddisfare tutte le richieste di parola
Bene allora molto
Brevemente io
Vorrei concentrarmi solo su alcuni punti in particolare su quattro punti
Io penso che
Qui a Brescia la proposta del partito
Di rivitalizzare
Le Regioni acquisti molto più forza e molta più credibilità
Perché a Quetta
Si sta annegando
Una iniziativa di
Cambiamento radicale del modo di far politica del nostro partito e dei partiti
E su questo vorrei semplicemente dare un accenno nel senso che
Uno dei limiti in limite probabilmente del discorso di Pontida uno dei limiti del regionalismo in questi anni è stato legato proprio al fatto che i partiti
Sono anche sir rimasti impermeabili Allo sviluppo delle regioni anche i partiti come lo stato come l'amministrazione sono rimasti dei partiti centrali
Che da Roma hanno preteso di guidare il modo uniformi i partiti in sede periferica quando si pensa
Al corso degli onori in un partito si pensa a un corso degli onori che parte dal Comune o dalla Regione e Zac verso verso Roma è questo un punto su cui la l'iniziativa nostra è una iniziativa che mi pare quanto mai opportune quanto mai tempestiva perché un'iniziativa che serve a dare credibilità forza al il discorso del decentra della vita rivitalizzazione del decentramento regionale
Io penso che accanto a questo occorra anche legare questo processo ha un processo di cambiamento reale del modo di far politica
Questo distacco questa separazione crescente tra la gente tra l'opinione pubblica
La politica o nelle regioni nelle autonomie locali Viazzi tenta di superare non solo attraverso un processo di decentramento dei poteri di valorizzazione del delle esperienze e delle realtà regionali Marazzi tenta di legare a dei cambiamenti concreti laddove proprio la gente era opinione pubblica avverte un distacco crescente rispetto alla politica
E penso in particolare ad alcuni aspetti penso in particolare alla quantità
Di personale politico che proprio nelle regioni dell'esperienza e delle Regioni nell'esperienza delle autonomie locali si è moltiplicata essi è crolli proliferate a questo svuotamento di irresponsabilità degli eletti della responsabilità politica diretti degli diretta degli eletti a vantaggio di personale politico che non risponde direttamente
Alla agli elettori a quello che con un termine spregiativo e anche un po'qualunquisti così è se sempre chiamato come il sottogoverno che si è moltiplicato che ha creato questa sorta di di tasca chiamiamola così e che invece proprio nelle regioni e nelle autonomie locali dobbiamo avere la forza di interrompere una spirale che dobbiamo avere la forza di interromperei rapporti tra la sfera della politica e la sfera della tecnica
Già alla legge sulle autonomie locali da su questo compie su questo delle innovazioni significative
Cominciando a valorizzare il ruolo di gestione delle sfere tecniche delle sfere burocratiche delle sfere dirigenziali bene questo è un percorso che dobbiamo scegliere che dobbiamo imboccare con più decisione con maggiore forza con maggiore con maggiore coerenza perché ha attraverso una separazione
Reale di compiti tra sfera politica estera tecnica passa sicuramente un recupero di efficienza della amministrazione due altri punti molto brevemente concludendo
Ieri io penso che il compagno nato ha fatto bene a ricordarci le responsabilità di coerenza di tutti quanti
Responsabilità di coerenza che spesso noi dobbiamo saper cogliere anche in moto in modo autocritico con i nostri ministri che quanto al centralismo non è che siano meno degli altri la coerenza che dobbiamo darci
Se vogliamo se scegliamo realmente un una linea io ci credo a questa linea di rivitalizzazione del ruolo delle Regioni una coerenza che poi nel comportamento concreto dobbiamo essere capaci di seguire devo devono essere esserne capaci i ministri devono esserne deve esserne capace impartito nella politica quotidiana poco l'intervento che del compagno Francesco tutto che mi ha preceduto ha ricordato il caso della legge finanziaria che accetto così come è stata proposta non è una legge finanziaria
Che in alcun modo incoraggia un una linea di decentramento e di valorizzazione delle regioni ma questa comportamento e questa coerenza deve passare ai compagni anche soprattutto nelle regioni perché il fallimento i vent'anni di delle regioni Lori si rilevava ieri il compagno nato Lori Berenson rilevava il compagno cammelli non è il il fallimento per unicamente di una legislazione centralistica di un'amministrazione che non si è centrale che non si è decentrata
E anche il fallimento legato a una so quella sorta di neo centralismo che nelle regioni appresso ha preso la mano a quei comportamenti concretamente amministrativi e gestionali e poco politici poco legislativi procuro poco programmatori che nelle regioni si sono susseguiti in questi anni
L'ultimo aspetto sul quale una attenzione particolare compagni dobbiamo avere e il l'aspetto delle realtà meridionale
Certo l'intervento straordinario è un intervento assolutamente in crisi per con è andato e però compagni un'esperienza di una prima parziale contraddittoria esperienza di
Assegnare poteri e competenze alle regioni meridionali in questi anni c'è stata e non è andata bene sicuramente per i limiti contenuti nella legge perché si è fatto finta di trasferire e poi nel c'è il reato i centri decisionali sono rimasti a Roma nel ministero del Mezzogiorno negli enti sicuramente però compagni non è che il le esperienze di amministrazione del modo di essere e di molte regioni meridionali o delle regioni meridionali sono delle esperienze che ci incoraggia fino in in positivo ecco io penso che per il Mezzogiorno bisogna puntare soprattutto su una linea di rafforzamento strutturale oggi la cosa che e importa di più la prima vera e il reale azione nell'i giornalisti chiacchiere possiamo e dobbiamo fare è quella di puntare sul rafforzamento delle strutture e delle regioni e delle autonomie locali nel Mezzogiorno cioè su una linea sì di valorizzazione del loro ruolo ma anche di attrezzarli dandogli gambe dandogli gambe per potere reggersi impieghi per potere cominciare a fare qualche passo grazie
Grazie
Compagnia bianco il compagno Spini ha telefonato di non poter essere presente per impegni di governo
La presidenza ha ricevuto questo telegramma di cui più rapidamente lettura
Da Bergamo da membro della Consulta amministratori PSI Franco Gasperini finalmente un passo importante per il rinnovamento plaudo tempestiva iniziativa concordo con previsione di autonomia locale delle singole aggregasse do ora la parola al compagno Renzulli
Care compagnie cari compagni l'applicazione della legge sul nuovo ordinamento del Autonomie locali Pia sostituito dopo lungo processo di elaborazione sia politica culturale i tradizionali testi unici comunali e provinciali
Rende ancora più attuale la necessità dell'approvazione del disegno di legge quattro due mila sette concernente il riordino del servizio sanitario nazionale ora all'attenzione del Senato
Il Servizio sanitario nazionale nei suoi profili di complessiva fosse funzionalità istituzionale sia in assoluto in relazione al disegno costituzionale dei poteri e delle responsabilità pone una serie di problemi
Gli scenari finanziari che potremmo definire in termini di teschi semplicemente tradizionali
Ovvero il problema del ripiano dei debiti accumulati ed accumulandosi automaticamente in virtù di un sistema di pressoché totale irresponsabilità terrestre ed è responsabilità
Il fortissimo incremento dell'onere di Esp-Disk pesa via via posta in termini crescente cittadini assistiti dalle finanziarie dai vari provvedimenti governativi
La diffusa coscienza che il servizio non offre quelle vello di prestazioni che dal punto di vista col quanto qualitativo dovrebbe questa volta sì
Quasi automaticamente assicurare ma che invece abbonda in una offerta globale che si caratterizza sempre più nella sua non eticità e che ha scatenato una domanda fortemente intossicata e di controllabile
Un diffuso stato d'incertezza che ormai pervade amministratori in condizioni di permanente precarietà ed operatori ormai in preda ad una strisciante deresponsabilizzazione professionale
Sono gli aspetti di un problema che ormai sta assumendo caratteristiche dei di drammaticità nella nostra vita democratica
La questione istituzionale della sanità acquista quindi a ben vedere una consistente consistente corposità ed uno ed una eccezione ed un eccezionale spessore
Ed è a ben vedere una questione decisamente irrisolta
Non si può non consentire con la corte costituzionale nella sentenza nota del mille novecentottantacinque quando chiede che il Parlamento faccia chiarezza nella quale intreccio delle competenze spettanti ai vari apparati corresponsabili in materia
Ed il processo di chiarificazione di resti di ricerca di un soggetto responsabile ha una sua storia sin da settantadue si puntò sulla regionalizzazione del servizio
Regionalizzazione che risultò assai problematica sia per la quota di funzioni trattenuta da enti nazionali sottratti al trasferimento le mutue
Sia per gli enti che si ponevano nei confronti della Regione in posizione di esacerbata autonomia se non di protagonismo d'antagonismo bastino per tutti gli ospedali
Il significato che assunse poi proprio per la sua natura di normativa di trasferimento
Il sei e sedici in materia sanitaria operò una separazione delle attribuzioni dei diversi livelli ed accentuò la peculiarità del settore sanitario rispetto all'ordinario assetto delle funzioni regionali
Risultò degna affetti legislatore del sei e sedici ancor più quello e la riforma sanitaria sottrasse diretta direttamente alla responsabilità delle Regioni la quasi totalità delle funzioni per attribuirne la titolarità
Ai comuni e quindi alle USA ponendosi fuori dal disegno costituzionale per quanto riguarda le competenze per quanto riguarda la decisione ultima di allocare le funzioni nel modo di eventuale verdure eventuale esercizio che fosse dalle regioni deputato agli enti locali
Dopo tre tre non poteva che a quel punto portare a svolgimento le fondamentali opzione assunte da sei a sedici collocandoli parco di funzioni e compiti ormai ritenuto scontato nel contesto di una disciplina riformatrice del settore
Ne scaturì in estrema sintesi che le Regioni residua avendo residuava una funzione di regolazione del servizio sanitario e quindi non potevano avere se non in parte la responsabilità di governo essendo l'EUR veri e propri centri di autonomia comunale
Se questo fu l'ordito istituzionale le vicende dal settantotto ad oggi siamo a posto con una assodata insoddisfazione per la resa del servizio in assoluto ed in relazione al suo posto non serve la disputa la quale scema se si spende poco o si spende molto di fronte alla constatazione che si spende male
Si pose con drammaticità il problema della governabilità dell'intero sistema
Ed è questa governabilità che cerchiamo di realizzare con il disegno di legge quattro due due sette che ad avviso dei socialisti
Che non sono affetti dal Complesso di Atlante e che non si schierano né con Tolomeo né con Copernico può e deve rappresentare un primo avvio del riordino del sistema certamente non esaustivo
Però dobbiamo tener conto di un fatto
Lavoriamo sulle macerie dell'esperienza tout-court comunale che sarebbe più corretto definire pare accumulare l'esperienza delle USL
E sarebbe a questo proposito molto istruttivo per i comunisti democristiani e per tutti gli aderenti all'Anci sanità ripercorrere la storia dei rapporti tra comuni è unità sanitarie locali
E dobbiamo operare anche la ripulitura del sistema dei tentacolo di uno Stato impiccione il quale andato ben oltre il principio della salvaguarda gli interessi generali
Quale criterio a quale orientamento qual è la strada percorrere la risposta ancorato ritorno alla Costituzione che restituisca la Regione il ruolo di efficace governo del sistema il potere e il dovere di garantirne l'attività la funzionalità assicurando la responsabilità complessiva anche se non direttamente operativa
Alle Regioni in un ambito in un ambito programmatico in cui le aziende locali ovvero le aziende delle unità sanitarie locali rappresentative di interessi comunali ed extra comunali
E gli ospedali di alta specialità di interesse regionale potranno fornire precise risposte e finalmente potremo contare su ospedali che perdita la francese sarà liberi delle vere e proprie macina Gary la partita con gli enti locali dovrà essere colata nel più ampio quadro dei rapporti tra enti locali e Regioni in un quadro appunto di lancio del regionalismo
Perciò abbiamo avanzato anche la proposta di un tavolo politico permanente presso la Conferenza Stato Regioni
Cui convengano appunto Stato regioni ed enti locali per definire le loro reciproche relazioni secondo lo spirito che la Costituzione quello stesso spirito ci consentirà il nome di quel compromesso alto a cui si riferiva ieri Giuliano Amato di sistemare i rapporti con gli organi centrali atteso che nessuno vuole assumere far assumere alle Regioni caratteristiche di Stato membro
Però non sarebbe frutto di mera suggestione o provocazione
Provocazione pressappoco Istica se a questo punto
Avanza Simo la proposta che il ministero della Sanità dividesse un ministero senza portafoglio e che il fondo sanitario nazionale nel suo divenire interregionale
Perdesse le sue caratteristiche di finanza derivata per essere invece il frutto di vere e proprie entrate regionali in virtù di sistema in positivo
Che definisce una volta per tutte la massima responsabilizzazione della regione
E il Ministero della Sanità liberato finalmente dall'ansia di riscoprire le regioni su al solo scopo di presentarlo ad essa i conti dei dissesti
Nazionali e locali
Attaccando in questo modo l'autonomia finanziaria accomuna disinvoltura veramente responsabile così dicevo il Ministero della Sanità
Potrebbe finirla con un esercitarsi improbabili programmazioni che solo il velo di shinto posto sopra innegabili quanto velleitari conati di rappresentazione di un potere che il più alle volte una sorta di potere autoreferente
E il ministero così potrebbe dedicarsi a fare quello che non ha mai fatto ad essere cioè strumento del governo di Indirizzo di programmazione di obiettivi generali di definizione degli standard nazionali di esercizio di sistemi di verifica e controllo sulla qualità delle prestazioni e sulla trasparenza dei flussi finanziari
In questo ambito anche il potere sostitutivo assumerebbe da parte dello Stato ben altra luce e rappresenterebbe quella curati di interesse primario della tutela della salute
Che non tollera cornici localistiche né metafisiche elucubrazioni ma esige l'efficacia di un sistema di tutela della salute poiché è spuntato ma va ma giova ripeterlo l'assenza di salute
è la più grave limitazione di libertà
L'epilogo delle vicende politiche di questi giorni l'intrecciarsi di ben quattro atti importanti tra Camera e Senato esigono coerenza ed univocità di impostazione ci dirà se c'è la volontà politica di imboccare finalmente la strada giusta in sanità
è iscritto a parlare compagnie onorevole Baget Bozzo deputato europeo
Per la verità questa volta volevo cantare il nuovo diverso dal coro e cioè dire Giuliano va gli Otto Binder lo ricordo Binder quarantaquattro quando era il punto di riferimento la Democrazia cristiana Periodo clandestino e già allora mi veniva da obiettare che Democrazia in America al limite del mille ottocentoquaranta e tira invece conosciamo nuovi nasce dopo con la guerra civile e nasce diventando in fondo anche se in qualche modo una nazione in qualche modo non soltanto questo nel medesimo processo delle nazioni europee che sono in fondo queste le nazioni europee quelle che ci hanno dato la civiltà moderna che hanno superato i vincoli locali che hanno creato il diritto come centro unificante ritroviamo Tupac di fisioterapia Baggio conosceva i quel Bellillo pertanto ha radici il doppio corpo del re per sapere come il il processo proprio creato dai tecnici del diritto francese in modo particolare
Indi da persone che hanno qualche modo tra storia cultura
Tecnici e politici
Hanno creato in fondo lo Stato moderno che è stato il superamento dei ministri un etnica
E quando
Noi siamo entrati con il volto mitica socialista nel dibattito curiosamente con le proposte per esempio che quei formulato in forma così e gareggia e per me in qualche modo definitiva nella nostra conferenza di Rimini che si lanciavano i tuoi interventi che ricordo bene girini ottantasette riforniamo appalti e dei grandi gli altri
Quell'intervento appartiene rami alti perché lì il punto centrale
Ebbene proprio per queste ragioni deve entravamo fortemente in quella crisi delle istituzioni e del dimensione istituzionale
è questa
La crisi di oggi perché non vi è dubbio che il modo apra norme in cui i partiti sono entrati nella vita politica italiana per ragioni storiche crisi drammatica dello Stato risorgimentale quarantatré CLN e così via il modo abnorme in cui Paris voi entrate realtà italiana ha fatto sì che il vincolo istituzionale quello civile che dice siamo qua tifiamo Italia sia lentamente è venuto meno e ciò abbia specificato si badi
Quelli venir meno una diminuzione della libertà del singolo cittadino dimodoché la rivolta che oggi vediamo e Pontoise tema politico dei partiti perché essi hanno effettivamente occupato tutto lo spazio dietisti tra istituzioni cittadino ed è avvenuta una devitalizzazione le istruzioni in cui la crisi drammatica della magistratura così giustamente denunciata con accorati puntuali interventi e al presidente Cossiga è oggi un esempio noi siamo entrati esattamente come il partito che riportava istruzioni con la quale tema politico
E su questi abbiamo stabilito alleanze ai due entro dal tema della governabilità e infine quello de la Repubblica presidenziale io ho posto ammette le storie diverse dal dell'azione diretta del capo dello Stato
Ma ritengo che sia impossibile qualunque riforma anche questa che qui l'ora parliamo essendo stili forme il sistema centrale dello Stato
Dando rilevanza all'espulsione e come tale ed è questo il senso delitti di Heather Capo dello Stato o del Presidente del Consiglio
Ma insomma fondamentalmente sinuosità un rilievo al vertice istruzioni non è possibile darlo alla base io sono d'accordo con discorso che hai fatto ora se esso fosse collegato come dire discosti Pontida com'è andato l'azione di Rimini ancora fondamentalmente al mutamento al vertice ma nel momento in cui noi ci presentiamo in dibatto politico aperto ormai in cui De Mita arriva a dire appunto scegliamo tra Repubblica presidenziale e riforma dell'eccezionale in senso coalizioni stinco
Nel momento in cui il pm a questo livello di non possiamo dire solo regioni dovremmo dire
Perché siamo finiti noi oggi a far sì che legge sistemo cristiana comunisti discutono oggi sul tema da riforme al vertice possiamo noi oggi abbandonare il terreno che abbiamo prescelto per Kandahar riforma dei rami bassi come colleghiamo questo intervento agli altri a tutta la Costa Rica politica di insieme
E questo mi pare il problema
Delle otto a ricordare che se c'è qualcosa che beve preoccuparci io non sono così ottimista come la Pergola sul fatto europeo
Non credo in questo paradiso le istruzioni innanzi a noi
In questo momento da grande entrate lesti d'Europa in Germania cambia lo scenario
Vedo che è già le voci per l'Unione economica monetaria e il Pioltello orsono abbastanza annacquati
Non è così
Non c'è questo sto ogni Europa regioni innanzi a noi
Ancora l'età degli stati conta eccome e lo si vede proprio in Europa quanto questa appunti quindi io
Vorrei portare queste o sul piano realistico cioè questo discorso va bene ma deve essere collegato al tema fondamentale giù rafforzamento istituzionale dei poteri dello Stato della giustizia
E a lotta contro la criminalità
E quindi all'ultimo punto lo trattare Mezzogiorno sto free moltissimo dal processo unitario
E se la parte Italia civile sviluppata dura arriva altolà statale fiutato incerto ma reale
E divenne da quel momento il Mezzogiorno c'è la terra dei migranti
Certamente però sono certa
Anche se come
Che segnato un illustre storico nel Mezzogiorno
Se quella fu una scorta Trise mezzogiorno complice ormai Romeo il prezzo Pell accumulazioni primitiva del capitale in Italia
Ebbene capisco
Si è svolta a quel prezzo umano così dolorante
Aiuto qualche significato anche se doloroso di
Però a questo punto io temo che sia il Mezzogiorno il perdente in questa prospettiva perché non vi è dubbio non perché dice un sentimento antimeridionale delle leghe come elemento fondamentale
E lega hanno abbandonato a Milano quella lega lombarda questo questa dimensione etnici istante anche sedi ancora sullo sfondo dei sentimenti di quelli che la multa
Ma perché credo che inevitabilmente le strutture locali Sindaut quelle che il Mezzogiorno debbo sopportare il peso diretto di strutture ormai internazionale come i corpi criminali e mi domando se nel momento in cui il commissario ci dice pietà nei giovani sfuggono al controllo dello Stato se in questo momento però fondamentale agli umili proprio non sta in questo nel sostenere di più
Queste regioni
Cioè io temo cioè che quella connessi proprio perché la Regione è nata come corpo debole politici tutti finalmente e complessa politicamente proprio nel Mezzogiorno
Questa dimensione suor diciamo così di pressione che è strutturata
In modo più forte ancora te lo Stato non posta a prevalere ancora di più
E sento che poi come il dibattito sull'integrazione di bilanci poniamo potrebbe diventare la competitività quando mi si dice per esempio facciamo un tetto per regioni tutte e diamo può e le altre regioni la chiatta persino a piè di lista io so per le regioni meridionali meno capaci perderanno pretendo sul piano europeo definitivamente miliardi creano difficoltà vede Europa la debolezza del re delle regioni meridionali che ripete son quelle che ammetta dato per quel grande edificio per la nazione Italia
Quindi io vorrei capire come questo discorso che oggi facciamo si inserisce in quelli da noi i fatti precedentemente come colleghiamo riforma locale con le istruzioni
Questa riforma della politica questa tutto alla grande impegno che oggi presidente Repubblica sottolinea nella lotta contro città criminali a struttura internazionale con cui con la band dicevano giustamente Vassalli Debbio farai Chang a convivere per la vittoria non è per domani
Cioè io vorrei che questa che noi non facessimo di questi scorso uno stralcio voglio capire in che modo questo non è uno stralcio ma stai è un discorso di insieme
In cui proprio nel momento in cui da un cardinale ed aziende viene criticata Risorgimento in modo inaccettabile come ha sottolineato il nostro segretario no apparisse Mimmo direi di Catania il Gioberti soltanto perché fine diciamolo pure non Cattaneo
Ma Gioberti
Hanno fatto l'Italia alla fatta Cavour Mazzini e Garibaldi con tutti i limiti cauti pazzie di Garibaldi ma questa Italia queste la codardia civile
Questo è la nazione europea queste resta oggetto vero della politica
Quando ci siamo entrati a vita politica si cantava canzoni ricordate risonanze dite nazionale era sostituita da un viva l'Italia ebbene la canzone di Kodori era un po'così sentimentale ma questo vorrei che rimanesse non vorrei che che questa dimensione istituzionale nazionale civile laica un prete che però dice moderna venisse in qualche modo attutito vorrei che insomma ciò che si corre delle regioni dovesse a rinsaldare rinvigorire L'Unità nazionale in senso istituzionale non politico e far sì che Italia conti di più in Europa e nel mondo tanto più in un momento in cui la storia atte e batterà drammaticamente
Nel Mediterraneo che torna il centro politico per il mondo tifato e drammaticamente la storia è sempre una cattiva Ostuni
è difficile comincia un drago cinese vivere in tempi storicamente interessanti in questo momento una forza Italia è una cosa essenziale
Ringrazio il compagno Baget Bozzo anche per aver risposto così sollecitamente all'invito della presidenza
Purtroppo i tempi sono molto stretti non posso dare la parola ad altri compagni che forse avrebbero desiderato a parlare
Desidero però avvertire che interventi già scritti non pronunciati in quest'aula possono essere consegnati per l'immediata pubblicazione sulla panchina ma direi di più
La direzione del partito intende raccogliere
I risultati di questi lavori in un volumetto che sarà certamente prezioso per l'indicazione del punto di vista del partito anche coloro i quali non avessero prese preparato interventi per ieri o per oggi possono purché la consegno tempestivamente inviare un loro intervento alla direzione del partito
Riprendiamo quindi il corso dei nostri lavori com'erano stati anteriormente programmati
Diamo subito la parola per l'introduzione alla seconda parte dei nostri lavori al compagno Sergio Moroni segretario regionale della Lombardia
Io sarò molto breve compagni perché l'introduzione sviluppata ieri dal compagno Amato mi sembra tale da non consentire ulteriori introduzioni offrendo di per sé è materia ampia e convincente
Per gli interventi per il dibattito che si stanno sviluppando io mi limiterò alcune brevissime considerazioni più di natura politica partendo dalla domanda che tutti noi ci siamo opposti il giorno dopo il risultato elettorale
E cioè a fronte del Successo perché questo si tratta della lega lombarda
E delle leghe in genere
Noi ci siamo chiesti perché questi fenomeni cioè insuccesso delle leghe assumono dimensioni assolutamente impreviste e imprevedibili
Proprio nelle realtà più sviluppate
E in concomitanza con una stagione una fase di grande benessere certamente di un benessere molto superiore a quello che possiamo ricordare in epoche recenti o più lontani
E la risposta che noi dobbiamo cercare di dare a questo quesito a me pare fondamento
Vita e matura consapevolezza dei propri bisogni e delle proprie esigenze
E a questo si lega da parte dei cittadini una interpretazione diversa del proprio anche individuale rapporto con lo Stato
E questo diventa indisponibilità da parte del cittadino a subire lo Stato
Quando questo si presenta nella veste del di inefficienza e quando lo stato stesso mascherato di inefficienza con atteggiamenti arroganti e prepotenti
Il terreno su cui questo contrasto si manifesta nella maniera più evidente e anche più stridente e certamente quello dei grandi servizi pubblici collettivi
Che rappresentano la grande questione delle aree sviluppate del nostro Paese
Nel nostro caso la grande questione lombardo
è proprio il contrasto qui si fa particolarmente evidente
Da un lato un sistema economico e sociale sviluppato da un altro dall'altro lato l'arretratezza ed inefficienza del sistema dei servizi
E l'esperienza ci insegna è ormai costituisce dato assodato che un sistema centralistico non è in grado di dare efficienza e qualità al sistema dei servizi sarebbe fin troppo facile parlare delle Poste o delle ferrovie
Per ricordare i fallimenti statali nella gestione ha per l'appunto di grandi servizi pubblici collettivi
Laddove oggi si pensa e si parla della privatizzazione di questi stessi servizi posto per ovvie come unica possibilità di uscita da un regime di inefficienza che non è ulteriormente
Tollerabile
Quindi proprio solo sulla strada del decentramento e della qualificazione nella responsabilità nella gestione dei grandi servizi pubblici collettivi
Che noi possiamo ricercare e trovare una strada che sia una risposta convincente
Consapevoli chi la complessità e la specificità delle situazioni e dei problemi sia per quanto investe l'aria dei settori così come facendo riferimento alle specificità delle situazioni territoriali questa complessità impone la strada del PCI e decentramento
Non decentramento che sia un fatto vero costruito su poteri e responsabilità reali è una strada obbligata per recuperare il rapporto tra cittadino e istituzioni
Ma non illudiamoci che solo attraverso la scelta del decentramento come fatto e come scelta formale corsia possibile è scontato recuperare questo diverso rapporto fra cittadino e Stato
Il terreno non è semplicemente quello della ridefinizione di un diverso sistema di equilibri fra i pozzi
L'Italia delle regioni deve dire anche l'affermazione necessario applicate parallela di una diversa cultura politica
Se oggi la contestazione dei cittadini si rivolge nei confronti dello Stato per la sua incapacità nel decidere e la sua impotenza nell'attuare
Le regioni allora devono essere soggetti sia autonomi si responsabili sia dotati di competenze reali ma anche soggetti autorevoli e capaci di scegliere e realizza e su questo dobbiamo dire che questi vent'anni non ci consegnano regioni a questa altezza
Non ce le consegnano perché sono state messe nell'impotenza di fare ad operare ma non ce li consegnano anche perché noi i soggetti politici non abbiamo dato a queste istituzioni la nostro contributo di autorevolezza di coraggio nel scegliere e nel PC il compagno Renzulli parlava prima dei problemi connessi alla sanità e alla sua gestione
Con osservazioni intelligente acute io ne aggiungo una sola non basta spostare le responsabilità dallo Stato alle Regioni se queste regioni non hanno poi il coraggio di chiudere gli ospedali a questo punto diventa solo uno spostamento di equilibri non cambia la cultura politica così come non è decisivo se noi trascorriamo dall'ambiente o dalle responsabilità ministeriali alle Regioni le competenze piene decisionali e poi non siamo capaci di realizzare né discariche né strumenti a tecnologia complessa per bruciare i rifiuti che ogni giorno più ampiamente produciamo è questo il terreno su cui si deve legare da un atto la scelta che di costruzione costituzionale istituzionale nella scelta di affidare ai poteri locali responsabilità diverse
Ma questo si lega anche la capacità di rigenerare la nostra capacità di fare politica
Perché non i soggetti politici dobbiamo dare alle istituzioni la cultura del coraggio dell'autorevolezza che in questi anni è stata troppo labile incerta certamente non convincente
In questo senso la modifica del sistema diventa una grande provocazione anche nei confronti delle forze politiche nel segno del rinnovamento e della modernizzazione
Chiudere davvero una stagione in cui ha prevalso la politica come timidezza ovvero la convinzione che non scegliere possa garantire il consenso di tutti in realtà i risultati gli avvenimenti dati politici ed elettorali invece ci dicono esattamente l'opposto
Che l'incapacità di scegliere diventa poi matrice di qualunquismo di fuga e di rifiuto aprire una stagione di coraggio e di autorevolezza
Dobbiamo essere consapevoli che affrontare concretamente con chiarezza
I problemi che abbiamo posto all'ordine del giorno proprio in questa due giorni di lavori bresciani
Comporta anche conseguentemente una decisione è una volontà non differibile di rinnovamento del partito
Oggi pomeriggio il segretario del partito in un discorso che non solo i socialisti ma il Paese attende con interesse e con ansia per alcuni versi
Illustre Remo le ragioni che ci portano ancora una volta estere coraggiosamente all'avanguardia nella scelta del cambiamento anche su quei terreni però così significativi perché spesso tabù della simbolo della simbologia e dell'immagine
Ma dobbiamo essere compagni altresì consapevoli che questo coraggio va vissuto tutti i giorni
E che questo coraggio significa che il cambiare il modernizzare il crescere e la stagione di un socialismo che dal vertice alla sezione al Comune si fa davvero il coraggio di essere proiettati nel futuro
Grazie compagna Moroni è ora iscritto a parlare i compagni Enrico Boselli presidente della regione Emilia Romagna
Care compagne cari compagni consentitemi di iniziare sì se dovrà ricordando soltanto brevemente un punto del documento di Rimini molto efficace
A vent'anni dal loro nascita si diceva regioni non hanno ancora realizzato fino in fondo la prospettiva di autonomia responsabilità e più larghe possibilità di governo le regioni abbiamo detto a Rimini
Avrebbero dovuto cambiare la fisionomia dello Stato limitare la pesantezza i poteri delle burocrazie centrali offrire garantire ai cittadini un più diretto controllo delle loro risorse e dei loro servizi
Le reticenze nel trasferimento di poteri statali le scelte compiute in questi anni dal Parlamento legiferando sino nei particolari nei settori di competenza regionale
L'assenza di autonomia finanziaria tutte queste condizioni hanno finiti invece per rinvigorire il centralismo
Questa è la terza occasione dopo Rimini e Pontida in poco più di un anno in cui i socialisti parlano del loro regionalismo
Per la verità sino a ieri del regionalismo nelle istituzioni e a partire da oggi anche del regionalismo nel partito
E penso che sia giusto ringraziare Giuliano Amato e gli altri compagni per le cose dette con grande efficacia ieri che corrispondono alla realtà dei fatti
Non me ne voglia al compagno Ruffolo
Ma le ragioni che ha sollevato ieri sera nel dibattito di fronte al fatto di essere finito anche se con qualche simpatia nella lista dei cattivi non mi hanno convinto purtroppo per Ruffolo per il regionalismo e per tutti noi l'analisi di Marco Cammelli non consente equivoci
è difficile scambiare per giornalismo convinto le procedure dei ministeri e quelle dei ministeri senza portafoglio di più recente istituzione non fanno eccezione anzi
Che pensano di risolvere ogni cosa attivando accordi di programma su materie ristretta anzi strettissima competenza regionale
Né tanto meno possono essere invocate le inefficienze regionali che pure esistono sino a quando le Regioni saranno chiamate a funzioni di semplice ed esclusiva gestione e lo ripeto nelle materie che l'articolo centodiciassette della Costituzione per quello che è oggi affida alle iniziative regionali
Una raffinata
Intelligente ed efficaci ed efficace pratica centralistica compagno Ruffolo esso resta sempre una pratica centralistica e non migliora
Anche se la si paragona con orgoglio a quell'arrogante da Ruffo uno dei lavori pubblici o della sanità già ieri venivano ricordati centocinquanta e oltre procedimenti amministrativi che sono rimasti in capo alla burocrazia centrale nonostante riguardino materie di competenza esclusiva o prevalentemente regionale
La vicenda della sanità è emblematica ne parlerà credo Ugo Finetti tra breve a proposito dei nodi finanziari
Anche qui il punto di fondo e quello che ricordava ieri Amato
Regionalizzare il servizio sanitario significa consentire ai Parlamenti regionali sarà l'autonomia di poter legiferare innanzitutto in materia di stanno nell'erogazione delle prestazioni che da dieci anni sono formalmente consentite tutte a tutti in maniera indiscriminata nella organizzazione di servizi nei rapporti con il personale nelle convenzioni con medici e strutture private nel prontuario farmaceutico
E assurdo compagni
Continuare a pensare ad esempio la ragione che rappresento l'Emilia Romagna debba continuare a fingere che offre gli stessi servizi sanitari della Calabria o della Valle d'Aosta e soprattutto agli stessi costi servizi tre Emilia Romagna una regione che ha un reddito medio pro capite all'anno di dieci milioni sono più estesi e costano di più
Ed è penso socialista riformista pensare che gli emiliano-romagnoli debbano concorrere di più dei calabresi i valdostani per finanziarli o per finanziare direttamente le specialità che sfondano
Il tetto stabilito in campo nazionale
Dunque il grande problema dell'autonomia impositiva che può raggiungere i due obiettivi un'autonomia regionale che rispetti le differenze le particolarità
E la responsabilità degli amministratori che può consentire gli obiettivi di contenimento della spesa pubblica dello Stato
Alcune riflessioni molto brevi sugli strumenti istituzionali sullo strumento istituzionale principale attraverso il quale governato attualmente rapporto tra lo Stato e le Regioni appunto la Conferenza Stato e regioni
La fisionomia della conferenza istituita in via amministrativa da un decreto del compagno Craxi come presidente del Consiglio nell'ottobre da ottantatré si caratterizza per alcune competenze di elevato profilo politico e anche da alcune potenzialità che possono essere sviluppati
La previsione che la conferenza debba essere convocato dal Presidente del Consiglio ogni sei mesi tenendo conto anche della richiesta dei presidenti delle Regioni costituisce una garanzia minima di continuità del confronto fra Stato centrale e governi regionali inoltre la composizione della conferenza non la configura come organismo misto e si è formata dai presidenti delle Regioni a statuto ordinario e speciale ed è presieduta dal Presidente del Consiglio salvo delega al ministro per gli Affari regionali che non è componente questa composizione va sottolineata perché enfatizza quanto diceva Marco Cammelli ieri e cioè che la Conferenza fra Stato e regioni deve costituire non già la sede in cui lo Stato bilancia col negoziato il consenso delle regioni interessate la quota di poteri regionali assorbiti per ragioni di esigenze unitarie ma il luogo in cui esecutivo e regioni concordano le linee comuni per l'attuazione ciascuno nel proprio ambito delle scelte operate dal Parlamento e dalla legge d'altra parte questa interpretazione trova conforto nella considerazione dei compiti attribuiti alla conferenza fra Stato e regioni l'informazione la consultazione il rapporto agli indirizzi di politica generale che hanno la possibilità di incidere in materia di competenza regionale l'attività normativa che interessa direttamente le regioni la determinazione della programmazione economica nazionale della politica finanziaria e di bilancio sono tutte queste funzioni importanti della conferenza il cui esercizio può venire tuttavia in momenti con finalità diverse
Ritengo che la funzione più appropriata della conferenza sia quella d'una sua attivazione sui documenti sulle bozze di lavoro sugli schemi di disegni di legge che il Governo si appresta a formulare ma che non sono ancora definiti e non intravedo per verità alcuna efficacia per una conferenza sminuita al luogo di mediazione negoziazione Minnuta su tematiche marginali oppure ha sede di acquisizione del consenso delle regioni e di ratifica da parte loro di scelte già definite a livello centrale e quindi modificabili
La trasformazione della conferenza fra Stato Regioni in una supercommissione che il centro gestisce nei tempi di convocazione
Non è funzionale ad uno strumento che si proponga di essere sede di confronto politico e programmatico fra i poteri dello Stato e quelli regionale c'è la tendenza a sovrapporre quindi alla impostazione originaria
Una prassi incentrata sull'acquisizione dei pareri sull'espressione di concerto su tabelle di riparto su regolamenti o decreti già predisposti dai ministeri di volta in volta competente considerò la Conferenza Stato-Regioni se ne parlava anche ieri una conquista importante
è un punto fermo forse l'unico in questi anni di caduta del ruolo e dell'immagine dell'istituto regionale proprio per questo è necessaria un'iniziativa politica forte dei socialisti per difenderne e svilupparne le potenzialità dal periodo iniziale di istituzione delle Regioni ad oggi vi è stata una innegabile evoluzione nei rapporti tra il governo centrale i governi regionali
Siamo passati da un sistema di rapporti in cui le relazioni fra i due livelli erano segnate esclusivamente dai controlli che il Governo esercitava sulle regioni e dai conflitti sollevati di fronte alla Corte costituzionale sino ad un modello cooperativo
Tra la fine degli anni settanta e gli anni ottanta difatti l'evoluzione politica del Paese ha riversato i suoi affetti nei rapporti fra governo regioni e quindi dobbiamo porci oggi momenti in cui il partito affronta la sua piattaforma per un regionalismo pieno l'obiettivo di salvaguardare e rafforzare e sviluppare tutte le potenzialità del modello cooperativo
Questa d'altra parte e il modello a cui fa riferimento lo spirito e la lettera dell'articolo dodici della legge quattrocento che ha istituito la conferenza stato e regioni
In conclusione
Nel richiedere una ridefinizione dell'attività della conferenza non facciamo che ripetere un'esigenza
Già avanzata dai presidenti delle Regioni nel novembre scorso
In questa proposta Sipro per prospettava l'organizzazione dei lavori della Conferenza Stato Regioni su tre fasce di attribuzione le prime relative alla programmazione e al coordinamento generale tra i diversi settori
Le seconde relative alle linee portanti della politica di settore che richiedono una visione d'insieme l'esperienza delle amministrazioni di settore e quindi infine le funzioni di ambito più ristretto natura gestionale
Che sono e mezzo citate con l'apporto dei tecnici e con una frequente consultazione degli interessi delle parti sociali che da questo esercizio sono coinvolti
Infine il problema
Di come questo processo di integrazione non potrà svilupparsi se le Regioni non in in si impegneranno direttamente nel confronto con il Parlamento
Sempre l'articolo dodici della legge quattrocento prevede prevede già che il Presidente del Consiglio dei ministri o ministro delegato riferisca periodicamente alla Commissione parlamentare per le questioni regionali sull'attività della conferenza a me sembra riduttivo un rapporto conferenza Parlamento limitata alla sola attività d'informazione della prima dalla prima al secondo
Credo invece vedo coerenza in questo necessario rafforzare tanto la commissione bicamerale dotandola di nuovi strumenti e di potere i quali ad esempio la richiesta di pareri sostanzialmente vincolanti che la Bicamerale oggi ha soltanto al Senato poiché Regolamento della Camera non lo prevede che la Conferenza Stato Regioni per permettere le regioni di avere alcuni punti di riferimento sicuri e di poter partecipare in modo diretto alle principali scelte politiche grazie
Grazie campagne Boselli per il bell'intervento sul coordinamento con lo strato e sulla Conferenza Stato-Regioni
Ora ci parlerà dell'autonomia finanziaria delle regioni compagni Ugo Finetti vicepresidente della Regione Lombardia
Proprio richiamandomi alla relazione del compagno malato credo che emerga come il punto chiave della crisi delle regioni così come punto chiave del loro possibile rilancio sia appunto la questione finanziaria
Questo è un punto ben chiaro la Costituente secondo cui appunto l'esistenza stessa delle regioni è una cosa sola con l'autonomia finanziaria ecco però che l'attuale sistema finanziario
La cosiddetta autonomia finanziaria delle Regioni allo stato attuale è assolutamente una finzione
Il dettato costituzionale è stato del tutto eluso
E oggi ci troviamo a fare i conti con una legislazione che si basa essenzialmente su tre stravolgimenti dell'articolo centodiciannove della Costituzione
Primo caso mentre la Costituzione prevedeva esplicitamente che alle Regioni venissero attribuiti tributi propri
Oggi cioè oggi il legislatore a suo tempo arriva a distorto questo mandato costituzionale realizzando le in modo fittizio e cioè attribuendo alle Regioni una scomposizione dei tributi statali esistenti
Noi abbiamo che anziché dotare le regioni di tributi propri sono attivati da un lato una scomposizione di tributi statali esistenti dall'altro una sovra imposizione rispetto ad altri
Con la facoltà da parte delle regioni di autodeterminare
Delle aliquote
Peraltro aliquote che sono risibili
Secondo aspetto di stravolgimento e che mentre la Costituzione diceva esplicitamente che alle Regioni andavano attribuiti
Attribuite quote di tributi erariali
Nel senso esplicito di quote del gettito riscosso in ciascuna regione bene invece oggi ci troviamo di fronte alla istituzione di un fondo comune globale nazionale
Che viene disaggregato
Prescindendo assolutamente dal prelievo tributario in ogni singola regione in sostanza non si tratta di autonomia finanziaria ma si tratta semplicemente chiaramente di trasferimenti dal bilancio dello Stato
E così è stato per il terzo aspetto
Previsto dalla Costituzione cioè me tra Costituzione prevedeva tributi proprie quote di tributi erariali per andare a finanziare le spese di funzionamento poi prevedeva contributi speciali per investimenti in ogni regione bene anche qui si è scelta una strada centrali Ispica
Del tutto
Di smentita del mandato costituzionale cioè si è costituito un fondo ordinario generalizzato da disaggregare di volta in volta quest'idea dei fondi specialità disaggregare
Ieri è come una larva di un'idea di programmazione che poi non c'è stata e non c'è il risultato oggi è patologico
E cioè abbiamo un'autonomia per così dire solo di spesa
Non abbiamo un'autonomia di entrata l'unica manovra consentita è l'indebitamento
E oltretutto si è regolamentato sia regolamentata la gestione finanziaria delle Regioni scimmiottando l'architettura della legislazione del bilancio dello Stato
Determinando così una rigidità impropria e assurda nella stesse delle stesse leggi di bilancio regionali che sono non ultima ragione di ritardi e dei residui
Il quadro attuale quindi è l'esatto opposto dell'autonomia finanziaria
Le Regioni hanno una finanza annuale derivata e vincolata
E tutto ciò ha determinato che la Regione non è più un organo di programmazione di legiferazione
Ma un organo di controllo burocratico sugli enti locali e di pura gestione è prevalsa e si è affermata la logica dei piani di riparto regionali che sono a loro volta una
Conseguenza di piani di riparto nazionali
Solo che bisogna anche chiarire
Come ha fatto bene il compagno Amato nella relazione introduttiva che tutto ciò non è accaduto per caso
Vi sono anche colpe nostre
Colpe nostre di altri colpi a destra e colpi a sinistra
Dico questo perché se tutto ciò è frutto di una volontà politica non ci si può illudere di rimuoverlo senza una adeguata volontà politiche senza mettere in conto di dover vincere per i merci e consolidate resistenze politiche
Un cenno autocritico fa per quello che è stata la politica socialista
Che dagli in questi vent'anni e in seguito troppo le illusioni di un dirigismo programmatorio qua ha ben ricordato appena poco fa il compagno Boselli
E dall'altra parte sì e in seguito esclusivamente un primato dei comuni soprattutto negli anni settanta sull'onda delle giunte rosse all'ombra delle presidenze regionali democristiane
Tutto questo ha portato a sguarnire da parte socialista il fronte regionale e a delegare di fatto la politica regionale alla Democrazia Cristiana
Tutto ciò si è tradotto
In un via libera al consociativismo al burocratismo e lo si è visto soprattutto nella seconda legislatura regionale che è stata quella decisiva per la vita delle regioni
Dove sono state attuate le leggi più importanti in campo nazionale in campo regionale e cioè la legislatura del settantacinque all'ottanta che è stata appunto la legislatura delle larghe intese e dove si è definito e cristallizzato un ruolo subalterno
Alla finanza derivata sia pure in anni Grassi perché quelli erano gli anni in cui le regioni avevano trasferimenti del trenta il con incrementi del trentacinque o del quaranta per cento
Ed è così che si è arrivati alla resa dei conti attuali una resa dei conti che viene anche dal deficit pubblico che sia andato
A creare il Bilancio del centralismo
Oggi e il fatto di deficit pubblico da un lato e di separatismo locale dall'altro ed è per questo che il rilancio riformista deve essere un rilancio in termini istituzionali ma anche di riforma della finanza
Occorre un'autocritica da un lato del centralismo ma certo anche un'autocritica da parte delle regioni così come sono oggi
Noto critica delle regioni deve essere schietta e ferma
Perché alle regioni è piaciuto anche il centralismo
All'ENI le regioni hanno trovato comodo
Essere la parte bassa dello stato anziché essere la parte alta dell'autonomismo locale e piaciuto del contenuto operare sotto i radar nella discrezionalità ministeriale e nella deresponsabilizzazione di fronte ai propri elettori
Così come insisto vi deve essere anche un'autocritica però del centralismo a cominciare proprio dal versante finanziario
Io capirei se dopo tanti anni di centralismo dopo anni di prassi consolidata fatta di fatti compiuti dice autonomia enti di surroghe avessimo oggi un risanamento finanziario
Se dopo tanta boria e tanti giri di vite avessimo oggi un risultato non dico conclusivo ma il meno convincente
Allora noi potremmo dire onore al merito ci sono stati tanti giri di vite tanto centralismo però la finanza pubblica è stata rimessa sotto controllo
Ma al contrario e basterebbe solo l'esempio della finanza legata alla sanità noi oggi ti ci troviamo proprio sulla spesa sanitaria di fronte a un o tenti Co. otto settembre ministeriale con dei demagogici scaricabarile
Decreti legge improvvisati clientelari inconcludenti e anticostituzionali
L'incomunicabilità le forzature le chiusure a che cosa hanno portato non certo a un'unità nazionale a un risanamento ma hanno aumentarla come si è visto nelle ultime elezioni il voto anomalo il voto localistico e l'aria del non voto
L'Italia del centralismo non è stata quella del risanamento e della unificazione
Ma è stata quella del non governo della politica rinunciataria
Si è privilegiato la discrezionalità lo spreco e la politica patologica dell'intervento straordinario
Oggi la Protezione civile e il vero Ministero delle regioni
Ricordo come la Democrazia cristiana nella gestione monocolore dalla Conferenza dei presidenti
Organizzasse incontrino col ministro delle Regioni ma con il ministro delle prove della protezione civile che ha rappresentato e rappresenta una corsia preferenziale clientelare che entra a gamba tesa
In tutti i settori di competenza regionale o degli altri dall'agricoltura l'ambiente dai lavori pubblici ai beni culturali
Oggi la legislazione di spesa dello Stato nelle materie che sono di stretta competenza regionale è un fatto rilevante e ordinario
Ma tutto ciò ha portato non a risanamento ha portato a un degrado anzi a un degrado istituzionale
Coro ormai il parlamentare che è in concorrenza frenetica e localistiche con l'assessore regionale comunale nel procacciare garantire anti minimi interventi con la finanziaria
Non l'ultima quando c'era Pomicino presidente dalla Commissione bilancio persino nella legge finanziaria
Si metteva dentro lo zoo di Napoli o gli interventi per questo o quell'altro ente assistenziale e questo sistema che è basato sui fondi globali sui fondi speciali e sull'intervento straordinario
Ha determinato una finanza parallela che è una sorta di governo ombra delle regioni e un gioco delle tre carte che è stato svolto cinicamente sulla pelle dei servizi fondamentali del cittadino
Si è così determinato un regime anarchico autoritario con i suoi paradossi
Quali sono emersi dalla posizione soprattutto in materia sanitario del ministro della sanità
Oppure altri parlo per la Lombardia
Il Piano Lambro
Che è diventato un vestito di Arlecchino con le voci che vanno dal figlio al piano ambiente alla finanziaria o la stessa Valtellina
Con le sue corsie preferenziali occulte o quasi occulte dell'Anas e delle Ferrovie dello Stato
Alla situazione sempre di un caso lombardo che è esemplare
Ma nel corso praticamente di un anno ci siamo trovati tra leggi piani e decreti legge ad avere tre grandi questioni Piano Lambro il Po e la Valtellina
Tutte e tre collegate con decreti e leggi
Che hanno stabilito una giungla un labirinto istituzionale finanziario
Ecco che quindi emerge ed è un'esigenza oggettiva quella di creare una finanza regionale che sia solida e certa l'obiettivo del risanamento è un obiettivo che deve essere di tutti e quindi anche degli amministratori locali degli amministratori regionali
Sulla Finanziaria noi non vogliamo trattative corporative o di stampo sindacale
Ma quello che deve esser certo e che i conti devono essere chiarita entrambe le parti e le regole devono essere reciproche
E bisogna muoversi essenzialmente in tre direzioni ritornando lo spirito di riforma della Costituente
Innanzitutto garantire le spese normali delle regioni con una compartecipazione fissa è garantita al gettito dei tributi erariali in ogni singola regione
Non bisogna più stare sulla finzione del fondo comune e soprattutto bisogna ben chiarire il rapporto nord-sud cessando questo contenzioso che divide le stesse regioni tra regioni del nord e regioni del sud
Vorrei dire con molta franchezza
La mia opinione è che la questione meridionale non si risolve frenando il Nord
E che la questione meridionale non è un problema delle regioni meridionali da scaricare sui bilanci delle regioni meridionali
Le Regioni hanno competenza e debbono occuparsi degli squilibri che vi sono all'interno del proprio territorio regionale ma gli squilibri tra Regioni è competenza è problema nazionale e va affrontato in campo nazionale
Secondo luogo
Occorre garantire la possibilità di prestazioni patrimoniali per gli investimenti e i servizi sociali
Attivando tariffe canoni diritti o altro a carico dei soggetti cui questi servizi si riferiscono un po'sul modello anche degli oneri di urbanizzazione naturalmente con le dovute garanzie in terzo luogo occorre abolire questa finanza occulta questo questa finanza parallela
Riformare il figlio
Le guerre smantellare i fondi globali dei trasporti della sanità o dell'agricoltura e soprattutto perseguire una politica positiva
Chiaro alla luce del sole degli accordi di programma tra stato regioni ed enti locali
Occorre quindi un disegno generale comune per il risanamento finanziario la riduzione del deficit pubblico e la riqualificazione della spesa che certo devono essere obiettivi non solo del governo ma di tutta l'amministrazione pubblica e quindi le critiche alla Finanziaria da parte regionale e comunale non possono essere nel senso di chiamarsi fuori da una politica complessiva di riduzione del deficit non può esserci un governo che monologhi a suo risanamento e un sistema di autonomie locali che venga presentato come protestatari o deresponsabilizzato spendaccione
Ma ripeto per questo occorrono conti chiari e regole reciproche
Si è sbagliato si è partiti col piede sbagliato in campo sanitario con la campagna di aggressione alle regioni portata avanti dal ministro De Lorenzo e dallo stesso ministro del bilancio
Stabiliamo regole per tutti non basta dire che l'usura se sfora il bilancio va commissariata
Bisogna dire che chi sfora del dieci per cento per il proprio bilancio si deve dimettere ma si deve dimettere l'assessore come anche il ministro altrimenti le regole sono palliativi
E sono fuga dalle responsabilità
Occorre riconoscere che il controllo dalla spesa pubblica richiede un decentramento del controllo richiede un decentramento di politiche di bilancio e quindi decentramento dell'ente uscite ma anche delle entrate su questo bisogna lavorare come socialisti per un patto di solidarietà finanziaria per Carlo per una carta di regole certe della finanza pubblica
Del resto abbiamo all'ordine del giorno l'attuazione della riforma delle Autonomie locali
Come si può attuare l'autonomia finanziaria regionale che è necessaria per l'attuazione di riforma degli enti locali cito l'articolo tre che chi è che recita testualmente
La Regione determina gli obiettivi generali della programmazione economico sociale e territoriale e su questa base ripartisce le risorse destinate al finanziamento del programma di investimenti degli enti locali ebbene con quali risorse con quale norma finanziaria
Quindi occorre molta riforma del centralismo e certo anche molta autoriforma delle regioni a questo proposito vorrei dire una cosa che riguarda la conferenza Stato-Regioni che certo non poteva dire il compagno Boselli la Conferenza Stato-Regioni non funziona ma anche per colpa delle regioni non solo dello Stato non funziona per ragioni politiche dove la rappresentanza nazionale la presidenza nazionale e da cinque anni della Democrazia cristiana e rimbalza
Su presidenze di regioni o addirittura di province a statuto speciale
Ecco quindi che da questa conferenza può anche un po'uscire un obiettivo concreto che quello di dare alla rappresentanza nazionale
Delle regioni una leadership che sia una leadership socialista di un presidente di Regione socialista che abbiamo e questo può essere il segno dal nostro rinnovato impegno ma anche il segno del rilancio delle regioni
Grazie compagnia Finetti e ora è iscritto a parlare il compagno Vincenzo Balzamo della direzione del partito sulla riforma degli statuti regionali
Ma il compagno a Giuliano Amato nella sua relazione di ieri
Ricordava il Progetto esposto da Craxi a Pontida per ridisegnare con chiarezza nella nuova realtà di oggi il confine dove finisce lo Stato e dove comincia la responsabilità piena delle regioni
In una rinnovata e rafforzata autonomia
Questo indirizzo comporta l'esigenza di riesaminare anche gli statuti regionali
Non solo per apportare miglioramenti ma per rivedere i principi portanti dell'intera struttura regionale
I punti da ripensare e da modificare sono principalmente il superamento dall'assemblearismo e del consociativismo
La funzione dell'esecutivo per un suo netto rafforzamento la funzione del presidente le tele che assessorili la riorganizzazione degli uffici con l'attribuzione di più nette e precise responsabilità
La riforma delle Autonomie locali ha dato incisività il agli organi di governo dei comuni spezzando quei moduli consociativi che ne avevano ritardato l'azione le regioni hanno ancora questo problema da risolvere
La loro forma di governo disegnata dalla Costituzione dagli statuti non è riuscita a concretizzare quel livello intermedio di decisione politica tra Stato ed enti locali che si era immaginato
Per adattare alle caratteristiche delle diverse comunità regionali la realizzazione dell'indirizzo politico espresso dagli organi rappresentativi centrale
Proprio dalla constatazione delle grandi differenze esistenti tra le regioni italiane sia sul piano economico sia su quello sociale politico e culturale
Traggono spunto coloro che propongono di ampliare l'autonomia statutaria delle regioni
Su questa strada a mio parere bisogna pervenire ad abrogare le norme costituzionali
Che stabiliscono l'organizzazione istituzionale delle Regioni stesse lasciando a queste la scelta dello schema ritenuto più confacente alla propria realtà
Lo statuto in sostanza non deve più aprire la sua derivazione dallo Stato ma deve nascere dal potere proprie naturale delle regioni della regione con le sue caratteristiche storiche amministrative e sociale
Certamente sugli statuti così deliberati dovrebbe rimanere il controllo
Della Parlamento ma inteso solo come controllo per garantire il rispetto dei principi costituzionali di carattere generale che presiedono un regime di democrazia politica
In sostanza questa ipotesi di riforma muove dalla premessa che non si tratta di sostituire un modello di governo regionale
Che non ha sino ad oggi dato buona prova di sé con un altro modello da imporre ancora una volta uniformemente a tutte le Regioni come avvenuto nel passato
Al contrario la possibilità di determinare liberamente le forme istituzionali della propria organizzazione politica rappresenterebbe la prima e fondamentale garanzia di autonomia reale per le comunità regionale
Naturalmente la libertà di scelta di cui parliamo dovrebbe pur sempre fare i conti con la natura e la quantità e la qualità delle funzioni attribuite alle Regioni dalla legislazione statale
Una regione che facesse solamente programmazione ad esempio richiederebbe verosimilmente un tipo di organizzazione istituzionale diversa da quella che sarebbe appropriata per una Regione impegnata anche in compiti di gestione
Altrettanto chiaro è che l'attribuzione alle Regioni di un'autonomia statutaria giro d'orizzonte de manderebbe ai soggetti politici regionali la scelta della stessa forma di governo così ad esempio una Regione potrebbe scegliere di adottare un regime di tipo presidenziale un altro quello parlamentare un'altra ancora una forma interne
Comunque il problema della forma di governo regionale deve essere affrontato e risolto con una revisione costituzionale
Non limitata alla sola abrogazione delle norme attuali come nel caso che abbiamo considerato ma tale da assumere l'aspetto di una vera e propria fase costituente
Intesa rinnovare ad amplificare le prospettive autonomistica a rafforzare le capacità di governo delle istituzioni regionali ed a collegarli a più alti livelli di responsabilità politica
Parlare di forma di governo dei meccanismi della decisione politica significa anche parlare del sistema elettorale e della riforma del sistema elettorale per l'elezione dei Consigli regionali si è parlato molto in verità
Su di un punto in particolare non sembra esservi dissensi
Vale a dire sulla necessità di modifiche che conducano ad un maggiore equilibrio tra la dimensione locale oggi determinata in virtù del sistema imperniato sul collegio provinciale e quella più propriamente regionale
Nella situazione attuale in effetti la rappresentanza regionale soffre un'eccessiva frammentazione ed il localismo esasperato che la determina si può una come una delle cause di fondo della instabilità e della debolezza delle giunte
Poiché il collegio uninominale specie se di piccole dimensioni sarebbe certamente inadatto a risolvere il problema e risulterebbe al contrario un rimedio peggiore del male
Un buon modo per uscire da questa strettoia sembra quella del ricorso a collegi più grande mantenendo la proporzionale lo scrutinio di lista
Ovviamente sempre valida ed efficace risulta in questa ipotesi l'introduzione di una soglia di sbarramento
D'altra parte è anche possibile immaginare forme ibride come ad esempio quelle caratterizzate da un collegio regionale nel quale attribuire parte dei seggi
Quale che sia il sistema di elezione dei consigli non ci sono però tutti di sorta sulla urgenza di ricondurre i Consigli stessi all'esercizio di funzioni esclusivamente legislativo
La confusione dei ruoli istituzionali e delle responsabilità politiche è infatti una delle connotazioni più tipiche dei nostri ordinamenti attuali di qui la diffusa convinzione dell'assoluta necessità di conseguire una più netta distinzione tra funzioni di indirizzo politico funzioni amministrative e funzioni di controllo
L'esperienza di vent'anni dell'Est di vita democratica delle istituzioni regionali e lì a convincerci che la commistione tra competenze politiche legislative ed amministrative ha progressivamente pregiudicato il funzionamento dell'ente Regione
Finora anchilosare nell'azione amministrativa appannando nel contempo l'imputazione delle responsabilità politiche conseguenti alle decisioni assunti dalle giunte
Da questo punto di vista risultata emblematiche decisiva la patologica espansione della funzione consultiva delle commissioni consiliari
Nella quale è facile individuare il luogo istituzionale del consociativismo nel sistema politico regionale
Qui la collegialità delle maggioranze diventa una mera enunciazione di principio e lo stesso confine tra maggioranza ed opposizione risulta spesso difficilmente individuati
Pare sulle forme di governo regionale si è concretizzato un nutrito pacchetto di proposte che offre tutte le possibilità di una scelta agevole che rimuova questi ostacoli
La redistribuzione delle funzioni tra Consiglio e Giunta attribuendo a quest'ultimo il potere di indirizzo amministrativo e la relativa responsabilità
La rivalutazione del principio di collegialità della giunta stessa ed il superamento della situazione di frantumazione del potere amministrativo tra i diversi assessorati
Lunga la strada della separazione tra funzione legislativa e funzioni amministrative ci può spingere ci si può spingere anche molto avanti sino a proporre un rigido sistema di incompatibilità tra cariche di governo presidente di giunta o assessore e mandato consiliare sistema che presuppone di norma una contemporanea accentuazione della funzione di controllo svolta dal consiglio regionale
La varietà delle prospettive di riforma dell'organizzazione di governo regionale si riflette infine anche sull'ipotesi di elezione diretta del Presidente della Giunta
Che viene diversamente configurata a seconda degli scenari istituzionali nella quale la si immagina inseriti è evidente che un presidente forte della legittimazione popolare
è sorretto da una salda collegialità avrebbe grandi possibilità di svolgere un'azione di governo incisiva e puntuale efficace non solamente verso l'interno della regione ma anche nella difficile gestione dei rapporti fra rassegna tra Regione è stato la rassegna delle proposte potrebbe certamente continuare l'altrettanto certamente ci condurrebbe a constatare una volta di più la diffusa consapevolezza delle due esigenze che abbiamo rivela rilevato in primo luogo quella del superamento del modello consociativo che schiaccia e confonde le competenze e le responsabilità della Giunta con quelle del Consiglio in secondo luogo quella del rafforzamento dei poteri decisionali e di gestione degli esecutivi regionali quale che sia la configurazione scelta per la presidenza
Siamo convinti che la nuova stagione del regionalismo debba muovere da queste premesse verso una prospettiva di riforma
In cui le cosiddette geometrie istituzionali perdano la loro astrattezza ed acquistino la capacità concreta di produrre scelte ed interventi pubblici all'altezza dei problemi che ci troviamo ad affrontare evidente che riformi autonomistica e così profonde delle regioni comportino come contrappeso un governo del paese è forte autorevole capace di garantire poi L'Unità nazionali ed è anche evidente che è un complesso così vasto di proposte esposte nelle relazioni di questo convegno che non sono un banale espediente come si esprime il leader della Lega Lombarda Brescia ma rientrano nel disegno generale di riforma delle istituzioni dello Stato sino alla Repubblica presidenziale disegno del quale da tempo il partito socialista penso sul quale da tempo il Partito Socialista Italiano è impegnato e solo indirettamente quindi il nostro convegno e anche una risposta in termini positivi e propositivi al confuso e demagogico autonomismo delle liti
Il successo della Lega lombarda che si accompagna all'area sempre più vasta dell'astensionismo del voto bianco e del voto nulla nullo va visto come un fenomeno che non riguarda soltanto una singola Regione o un'area geografica del Paese
Ma come un segnale d'allarme del crescente distacco dei cittadini dalle istituzioni e non soltanto dalle istituzioni centrali ma anche dalle istituzioni locali e regionali e dai partiti
E come una critica severa sul funzionamento della nostra vita democratica e di quella pubblica in generale
Nell'impasto di motivi che hanno concorso al successo della Lega Lombarda noi possiamo riscontrare la protesta il qualunquismo venature indubbio razzismo ed anche Nostalgia di tipo eversivo
Ma sarebbe errato limitare il nostro giudizio a queste manifestazioni esteriori della lega lombarda perché la risposta sarebbe parziale e quindi inadeguata ed insufficiente
Dobbiamo riflettere di più e meglio sulla base sociale che ha dato i suoi voti alla lega
E che è formata non soltanto Tarozzi fanatici ma anche da giovani imprenditori da professionisti da artigiani da studenti una base sociale e quindi molto articolata e nella quale ritroviamo i rappresentanti delle categorie che vengono classificate tra quelle più moderne
Su questi elettori affatto pesa il programma della Lega
Inesistente nelle sue linee di prospettiva e di concreta attuazione
Ma assai propagandistico nella miscela esplosiva dei suoi elementi agitatori l'inefficienza dello Stato e delle regioni l'ingiustizia del fisco l'arretratezza della pubblica amministrazione
Ma fatta un'che pesa la cultura dello sfascio e della delegittimazione dello Stato e dei partiti perseguita da ampi settori dalla stampa
Sì ha fatto leva su una realtà che diffusa tra i cittadini
E che principalmente riguarda i guasti che si sono determinati nel rapporto tra cittadini istituzioni e partiti ai quali del resto fece ampie riferimento il compagno Craxi della sua relazione all'ultima Assemblea nazionale se la battaglia contro le leghe ed in particolare contro la lega lombarda
Fosse soltanto una battaglia di cifre per quanto ad esempio riguarda la destinazione delle risorse nazionale alle varie aree geografiche del nostro Paese
Sarebbe facile rispondere agli slogan del senatore Bossi con i dati ufficiali forniti dal rapporto Svimez sulla ripartizione delle risorse nazionali
Ma non è questo o non è soltanto questo il punto
Il punto vero è come ridare fiducia ai cittadini come riavvicinare la gente alle istituzioni come battere i tentativi separatisti di rottura dell'unità nazionale
Come cambiare le regole ormai usurate che frappongono troppi ed inutili filtri fra lo stato e i cittadini
Del resto questa è una battaglia che il Partito socialista combatte da oltre un decennio
C'è poi l'altro aspetto del problema
Che riguarda il crudo egoismo sociale che riemerge attraverso le leggi e che non può essere sottaciuto né sottovalutato
Egoismo questo sì che genera razzismo e comunque genera insensibilità di fronte alle esigenze della collettività nazionale e delle aree più povere del nostro Paese
Credo che la sintesi della risposta socialista sia contenuto in questo concetto esposto da Craxi in collaborazione di Walter Tobagi
Il cristianesimo che tramanda rese con i principi fondamentali della convivenza umana
Il socialismo liberale riformista Khelil realizza nel mondo moderno riducendo le distanze sociali
Allargando la sfera dei diritti imponendo allo sviluppo economico il filo dell'espansione del benessere e della promozione civile ritengo che questo siano principi in mari Kabili per un socialista qualunque siano le prove che si debbano affrontare anche sul piano elettorale
Per completare quest'esame Chain fino da considerare che uno dei dati delle elezioni del sei maggio
Che merita di essere preso in considerazione soprattutto in Lombardia e nel nord d'Italia non è soltanto il voto che è andato alla Lega Lombarda
Ma è la mobilità del voto spesso che non è più rimasto ingessato come accadeva da oltre quarant'anni
Ma è passato da un partito all'altro fino a sconfinare nel notevole aumento delle astensioni delle schede bianche e delle schede nulla
Questo è un dato che comunque merita la nostra attenzione in quanto dimostra che esiste un potenziale di voti
Che potrà essere raccolto da noi a condizione che sappiamo dare risposte positive alle domande che questo voto ha messo sul tappeto
Così come oggi stiamo dando risposte positive al grosso problema della rivitalizzazione delle funzioni delle regioni del nostro Paese
Per concludere si può dire che la lega non è più un fenomeno ma una realtà politica con la quale dovremo misura misurarci non con esercizi mi ma con proposte concrete
Timidezza rinuncia assenza di decisioni giuste per il timore di favorire la lega sarebbero deleterie
A tutti i livelli la presenza socialista dovrà essere katakana The risata
Da forte adesioni ai principi di settorialità tessono affondamento del socialismo ma anche da una grande capacità operativa per risolvere adeguatamente i problemi antichi e nuovi della società italiana
Grazie Vincenzo per il tuo pregevole intervento rilevo che grazie alla discrezione
Dei relatori e degli oratori riusciamo ad avere ancora una mezz'oretta per far parlare alcuni dei compagni che abbiamo dovuto tagliar fuori apparentemente per mancanza di tempo quindi prima della conclusione di questi lavori che è affidata compagno l'Afghanistan darei ora la parola anzitutto al compagno surplus Perrone presidente del consiglio regionale della Campania
Le necessità di modernizzazione e di rinnovamento per una nuova fase autonomistica regionalista si pongono con maggiore forza e urgenza proprio nelle regioni del Mezzogiorno
La nostra crescita elettorale al sud alle ultime elezioni amministrative si spiega anche perché i i socialisti hanno saputo interpretare meglio di tante altre forze politiche quest'ansia di rinnovamento
Rinnovamento economico e sociale ma anche rinnovamento istituzionale
Certi vi sono incertezze e tentennamenti nella nostra stessa proposta politica per il Mezzogiorno
Essi nascono anche belli che le difficoltà di un confronto con un tessuto sociale debole
Disse educato dall'intervento assistenziale dello Stato guastato dalle politiche clientelari in particolare del partito di maggioranza relativa
Il problema di oggi per il Mezzogiorno
Il fenomeno della mafia e della camorra e questione propria delle strutture di una società assistita così come la contiguità riavvolta l'intreccio tra politica e camorra
Trovano origine in un sistema caratterizzato dal bisogno e dalle pratiche assistenziali
Nei venti anni delle regioni sia sulla forzata nel Sud inoltre la tendenza ad una identificazione tra i poteri dello Stato e la Democrazia Cristiana
Si è determinata cioè la continuità la indifferenza tra il vecchio modello statuale accentratore burocratico con il nuovo sistema delle Autonomie fondato sulla digiuni
Inoltre e forse con la sola eccezione della Sicilia
Dove con lo statuto speciale fu tentato di dare risposte alle antiche unitaria aspirazioni autonomistiche
La istituzione delle regioni è stata calata su di un territorio privo nella sua storia culturale e politica di una definita identità regionale
D'altra parte
Le vicende storiche del Meridione hanno avuto quale protagonisti municipalità urbane molto forti e vasta reali estremamente articolati e diversificate nella loro vocazione territoriale
Inoltre proprio al Sud ha pensato in questi anni più che altrove la classica dicotomia città campagna cresciuta come contrapposizione tra fra Jacques costiera viarie interni
Con un partito comunista saldamente insediato socialmente né i ceti urbani
E una DC sempre più espressione delle realtà rurale
Gli anni delle cosiddette emergenza in Campania in particolare del terremoto e della ricostruzione del bradisismo oggi della camorra
Attraverso la centralizzazione la mono creditizia azione delle decisioni della spesa hanno indebolito le già povere capacità di governo e di programmazione dell'istituto regionale in questo quadro la stessa classe politica le stesse istituzioni sono state indirizzate più verso la ricerca esasperata di mediazione
Che verso la capacità di direzione politica di programmazione di scelta delegittimando di fatto la democrazia degli enti locali
Questi intreccio tra protettorati e flussi finanziari straordinari può spiegare anche la caduta di tensione ideale la subalternità la superficialità e le un po'l'improvvisazione nell'amministrazione della cosa pubblica
Purtroppo in queste distorsioni istituzionali le stesse potenzialità anche offrirono le nuove figure professionali degli anni settanta
Sono state mortificati a vantaggio di figure Pseudo tecnocratica organiche al sistema che si era determinato di un rapporto forte tra consenso e affari
Il Mezzogiorno necessità al contrario ancora oggi
Di un sistema che promuova interventi strategici nei settori dell'economia
E che sia in grado di mobilitare le grandi risorse umani ambientali disponibili per il cambiamento in primo luogo dello Stato e delle istituzioni regionali e locale
Certo caro compagno Amato
Anche noi vogliamo scegliere Cattaneo
Anche la gamba nel Mezzogiorno scelgono la maternità il futuro e l'Europa
Ma devo rilevare che anche nella discussione del partito
Un clima di incertezza e di giudizio sospeso sul Mezzogiorno rende indispensabile un approfondimento vero sulle reali possibilità che hai vissuto di essere protagonista di questa nuova fase di sviluppo
La riforma del sistema delle autonomie locali e in particolare il discorso di oggi di un nuovo modello di Regione dotata di maggiori poteri
Più responsabilizzati più specialistica più efficiente più democratica tra presente e forse la risposta più efficace che si può dare i problemi del Mezzogiorno
Sono certo che l'Italia delle regioni posso aiutare lo stesso decollo economico del Sud verso l'integrazione europea
Occorre però e su questo vorrei essere estremamente chiaro un impegno preciso del Parlamento nazionale per quanto ci riguarda del nostro partito sulle questioni del Mezzogiorno per evitarne che nel nuovo scenario economico europeo
Questo spesso rilancio del giornalista possa rappresentare un pericolo per il Sud e favorire una tendenza alla sua emarginazione con riflessi negativi sulle stesse regioni forti del centro nord
L'ultimo rapporto Svimez così recita testualmente la realizzazione dell'unione economica e monetaria non potrà che a crescere enormemente lei ne ebbe interdipendenze tre la varie regioni d'Europa di avere ripercussioni di grande portata sulla istituzione e prospettiva di ciascuno di esse
Le ripercussioni in assenza di un'azione decisa di riequilibrio saranno negative per le regioni deboli ma sfavorita e saranno anche quello tra le Regioni forte per le quali vincoli di equilibrio nella del della finanza pubblica dei conti con l'estero
Risulteranno più stringenti proprio per effetto del permanere dell'esigenza di sostenere il tenore di vita di altre regioni appartenenti allo stesso Paese che abbiamo vista
Vista preclusa la via dello sviluppo della propria base produttiva i suoi salissero i socialisti le regioni del Mezzogiorno devono quindi essere proprio di protagoniste di questa fase di rilancio regionalista
Ha ragione Bobbio quando contesta l'affermazione che nel Mezzogiorno lo Stato è assente lo Stato cioè
La sua presenza si avverte fin troppo
Nelle degenerazioni del potere nei commissari al menti
Nelle ossificato e strutture prefettizie burocratiche negli apparati clientelari e assistenziali questo Stato c'è ma va radicalmente riformato proprio nell'interesse del Mezzogiorno del Paese della democrazia
Noi siamo pronti a fare la nostra parte
Grazie compaiono sui Cotrone ha ora la parola il compagno crescono segretario regionale del Veneto
Care compagne e cari compagni
Lo slogan dell'ultima nostra campagna regionale nel Veneto fu il Veneto ma ha ragione a statuto speciale
Ma è sufficiente uno slogan per raccogliere consensi rispondono ad una domanda politica forte non più ineludibile
è sufficiente oggi denunciare il neo centralismo di questi anni
Il lento ed inesorabile recupero dei poteri della piovra burocratica statale ma non solo lei anche qualche ministro che non so e non solo quelli dici
La verità che il neo centralismo è cresciuto anche tra la nostra disattenzione e il nostro silenzio certo noi abbiamo più frecce nel nostro arco
Sia per la nostra storia le nostre battaglie passate la nostra cultura
In fin dei conti siamo stati i padri del regionalismo italiano e oggi qui a Brescia riprendiamo io mi auguro con grande accelerazione la strada maestra del decentramento dell'autonomia della partecipazione
Valorizzando quelle scelte dei meriti e dei bisogni che valgono anche sul terreno dell'autonomia dei poteri e della regione sì se per i cristiani e nove nel Veneto ce ne intendiamo il pentimento e la salvezza dell'anima il cambiamento è quello della politica
E noi la strada del cambiamento la imbocchiamo conforto nelle istituzioni e nella struttura partito
L'unica risposta possibile a questi profondi malesseri che pervadono la Società italiana e che mettono in discussione la credibilità delle istituzioni e determinano un crescente distacco rifiuto e sfiducia
L'obiettivo e come a rafforzare i legami con i problemi della gente che sono il sale della terra e sulla quale e sulla cui capacità di risposta di risoluzione di efficienza la gente ci giudica
Sentiamo l'esigenza non più differibile come in tutti i Paesi europei di realizzare istituzioni efficienti
In cui si allarghino li spazzi dell'autonomia della democrazia e della partecipazione interpretando così l'intensità delle trasformazioni tecnologiche delle innovazioni produttive e culturali
In sintesi la capacità di intuire e interpretare i processi sociali e velocità dei cambiamenti
Crisi politica
Crisi della politica di un modo burocratico di rispondere a problemi all'insensibilità
E spesso all'ignavia nelle nostre regioni vi è una reazione crescente è una denuncia esasperata di uno statalismo spesso da operetta
Paralizzato ed inadeguato palla di piombo per una società moderna opulenta produttiva e la rabbia è il frutto della convinzione
Che i ritardi le bardature burocratiche
Lo Stato sia sinonimo di inefficienza incapacità una sorta di tassa sul macinato arcaica un prezzo da non più pagare non è estraneo a questo malessere
L'esistenza di di di fatto di due Italie al nord la crescita di una domanda di autonomia di maggiore partecipazione mista di iniziativa privata
Al sud un aumento di richiesta di presenza pubblica che spesso ha coinciso con l'allargamento dell'assistenzialismo
In ogni cittadino mentre ogni giorno sfiducia
Risultato di un potere centrale impotente che spesso prende piede una sorta di Teorema che sbaglia avremmo a sottovalutare perdere come nel mio Veneto Roma i partiti sprechi inefficienza criminalità cliente era di cui il crescere del tumore delle liti come protesta disperata e per molti versi qualunquisti Pia
Ma la fucina del qualunquismo non è solo il leghismo ma anche taluni ritardi certo l'etilismo è un minestrone di miscele esplosive unisce la voglia del fai da te con un sorte divismo con pezzi di razzismo egoismi frustrazioni ma anche istanze giuste ignorate s'è un gruppo dirigente per fortuna di avanspettacolo
E non a caso devo dire che molti guasti sono anche il prodotto di talune nostra insensibilità io sono convinto cari compagni che non ci aiuta nel silenzio negli indulti nel qualche volta la politica
Che approdiamo di fronte a terremoti e alluvioni credo anche compagni non me ne vorranno inoltre non ci aiuti nemmeno perché non è un tabù dirlo tali da talune presenza di un metro medio rotto il biennio di un medico meridionalismo piagnone
E un altro elemento la nostra fortuna dicevo è che l'etilismo ancora un gruppo dirigente da operetta pensate un po'dei loro polemica sul Risorgimento nel Veneto sia dipinto Garibaldi come un criminale
Oggi Bossi lo assurge a grande patriota e propone tra Repubblica e che sono la riproposizione
Per regno del regno s'savoiardo del regno papalino
Dei Borboni ma dette queste cose sbaglia avemmo se non dicessimo anche chiediamoci ritardi a cui dobbiamo dare delle risposte
Una risposta parziale è stata data io credo che anche da Taranto criticata riforma degli enti locali sia un passo in avanti che rischia di diventare una foglia di fico perché la domanda e più a e più avanti delle nostre elaborazioni certo
La centoquarantadue ci aiuta ad affrontare questioni importanti la fusione dei Comuni l'Area metropolitana le aziende miste di autonomia impositive l'accesso ai cittadini alle informazioni il referendum ma non è sufficiente
Perché la verità di fondo che vi è oggi una difesa rozza e restrittiva delle proprie prerogative vinto tra tutti i ministri difendono il loro potere le regioni anche se difendono il loro non danno le deleghe alle Province
I comuni alle circoscrizioni danno mandati inesistenti
Noi più che mai in questo momento
Abbiamo bisogno ai di dare risposte non più rinviabili e non v'è dubbio che la prima tra tutte per la richiesta universale ormai di gente che ci chiede quotidianamente sempre l'efficienza delle istituzioni della struttura pubblica
Che è diventata sinonimo di spreco di clientele ci chiede Città sicure ci chiede magari servizi dei vigili notturni che non riusciamo a portare avanti ci chiede dirigenti dire aziende pubbliche degne di questo nome e in questo sette rendo dovremo camminare con proposte attorno ai contratti non possono più esserci rapporti che durano una vita c'è bisogno terzo anche di una riforma elettorale ma soprattutto c'è bisogno di quell'efficienza che parte da una politica contrattuale diverso alta formazione dà coraggio che molto spesso viene meno anche a loro
La nostra proposta in sintesi con questo mi avvio rapidamente a concludere è un progetto di legge volto a ridefinire la distribuzione di compiti e di funzioni tra Stato e regioni e in più generale tra Stato e sistema delle Autonomie
E non v'è dubbio che anche nel mio Veneto si guarda con interesse a quello che accade nell'Europa centrale in Svizzera in Germania in Austria
C'è la necessità del superamento vecchio del superamento delle divisioni tra Regione e Stato centralista
E questo decentramento possibile non è la riproposizione di contrapposizione tra uno Stato forte è una è una regione che conti di più e più vicino alla gente
Se non vogliamo sul serio comportarsi come quelli quel giardiniere che alle piante ammalate toglieva solamente le foglie secche credo che ci sia bisogno sul serio di affondare il bisturi e di parlare chiaro la gente il nostro obiettivo ed è su questo obiettivo c'è il partito il partito nella mia regione ma soprattutto l'opinione pubblica
E quello di eliminare differenziale di autonomia e di potere tra le regioni a statuto ordinario e quelle a statuto speciale lista tutti dovranno essere tutti ordinari ma le Regioni dovrà essere concesso una larga autonomia sul modello di cui godono alcune province come quella di Bolzano una potestà legislativa primaria ed esclusiva in materia di spiega le regioni ci sono ancora troppi enti e qualche ministero inutili anche perché materie che non sono mai state trasferite rimangono ancora in questi punti entri di potere
C'è bisogno di sintesi di una forte riforma costituzionale che assegna alle Regioni competenze legislative primari quello che voglio dire è sostanzialmente questo non possiamo parlare di autonomia pensando che di fronte a questa situazione pesante visita Scelta sia quella di un'autonomia oggi le regioni a statuto speciale non hanno più motivo di esistere tutte devono diventare a statuto speciale con gli stessi poteri e con le stesse possibilità di decisioni perché non v'è dubbio a che altrimenti creeremmo nella struttura attuale squilibri non più rilevanti un'ultima considerazione di consenso e alla proposta chiamato rispetto alla riforma del Senato come rappresentanza mista popolare a suffragio diretto da parte territoriale cioè il Senato delle Regioni
E un'altra frecciata Avolio
Giocare attorno ai discorsi di autonomia finanziaria per quanto riguarda l'autonomia di per modifiche proponibile che mirino sostanzialmente a allineare le Regioni a statuto ordinario quelle a statuto speciale
Voglio concludere
Con un richiamo che è vero che molta acqua è passata sotto i ponti e i socialisti sono profondamente cambiata e in questa epoca di crescente ricchezza con ancora molti contrasti aria di emarginazione
Credo si ponga con forza esigenza di una forza politica articolata federalista
In grado di rispondere alla portando le sue radici di giustizia di cambiamento di sviluppo di progresso di concretezza che realizzi nei fatti sul serio la proposta di una società dei meriti ed episodi
Viviamo nel nord Italia una realtà opulenta la sua grande storia mitteleuropea
è fatta ieri di emigrazione sofferenza Patti che miseria oggi di lavoro operosità di centinaia di migliaia di micro attività in cui si sposano quanta Silvia impegno voglia di costruire per questo dobbiamo rispondere alle esigenze di questa società moderna in questo stato di benessere non si tratta solo di realizzare ricchezza e non solo di far funzionare i servizi ma di reali di realizzare anche un nostro modo di cambiamento
La proposta di reti erano maritare simboli e poteri è una risposta chiara di una scelta irreversibile su cui è possibile sconfiggere il verso altri divismo delle reti questo il PSI che noi vogliamo e con questo vi ringrazio per la vostra attenzione
Grazie compaio fresco gli auguri per la bella battaglia che state conducendo
Ha ora la parola l'accompagna spagnolo presidente del consiglio regionale del Piemonte
Io ringrazio di avermi dato la parola
E volevo fare a questo convegno che mi sembra importantissimo soltanto una riflessione di carattere politico
E mi riallaccio a una battuta che poco prima parlando con il compagno Amato si faceva
Amato diceva questo è un convegno di riflessione su dei temi sulle competenze su delle proposte è un convegno politico ma ancora interno ebbene io pensavo che a mio avviso questa invece uno dei pochi convegni a cui mi è capitato di assistere in tanti anni di vita politica che ha una reale
Qui da un primato alla politica e vi spiego perché li segua il dibattito regionale professioni o anche elettorali
Da vent'anni dalla fase istituendo te di istituzione delle Regioni vent'anni fa ho seguito le fasi che si sono succedute le speranze iniziali il grande le grandi aspettative nella fase degli anni settanta
La fase delle grandi speranze il decentramento delle funzioni la fase cosiddetta Giannini e via via li chiami invece più negativi che ci sono stati che hanno riportato ad un nuovo centralismo ad un nuovo centralismo che ha ha rischiato di svuotare di ruolo legislativo e di competenze alle Regioni ma ad un nuovo centralismo che ha sostanzialmente svuotato le Regioni nel loro rapporto politico
Ebbene queste uno ebbene noi abbiamo parlato molti anni molto in questi anni che le Regioni avevano bisogno di nuove competenze
Che dovevano essere riscritti gli articoli della Costituzione che davano le competenze alle Regioni che le competenze dovevano essere ritagliati nuovamente accorpate per materia
Abbiamo detto morì in questi anni molte volte nei convegni delle regioni nel convegno dell'ANCI nei convegni degli enti locali
Che era necessaria una nuova autonomia impositiva reale muoviti Bruti reali per le regioni
Ma il primato della politica di questo convegno viene proprio dal fatto che oggi è il partito nel suo insieme che si è reso conto che è necessario un nuovo vorrebbero giornalismo è in questo senso è proprio questo atto essere il partito che si accoglie questo tema che si accolla questo tema del regionalismo che da un ruolo estremamente importante a questo convegno è un ruolo estremamente importante al futuro
E cita una speranza vera di nuovo regionalismo
Perché nuovo regionalismo passa certamente attraverso nuove competenze
Passa certamente attraverso una enunciazione di quelli che sono i bisogni è un'analisi precedente di quelle che sono le malattie
Ma quello che è estremamente importante è che ci sia una consapevolezza politica nuova
Ripeto assunta da tutto il partito di un rapporto diverso del regionalismo e soprattutto che la prospettiva sia una prospettiva di un rapporto diverso con il Parlamento e con il governo
Perché vedete il centralismo e passato sulle regioni le ha sovente svuotate di contenuto siamo stati testimoni
Per esempio che in materia estremamente importanti
E qui ne voglio citare semplicemente in una quella del commercio della quale mi sono occupata in tanti in questi anni è bene in questa materia
Per esempio un recente decreto decreto battaglia che ha trasformato la politica della programmazione per esempio dei grandi centri di distribuzione è stato fatto senza sentire nemmeno le Regioni le regioni in questa materia che è una materia di programmazione territoriale oltre che economica non hanno avuto alcun ruolo e si sono susseguiti in questi anni
Tanti ricorsi da parte delle regioni fatti in materia di Aversa di costituzionalità ebbene questo tempo è un tempo chiedete e che può finire
E io credo che anche l'applicazione della centoquarantadue una corretta applicazione della centoquarantadue ed un apporto più serio
Nella articolazione democratica dello Stato tra Comuni Province Regioni sia ciò che oggi serve oggi serve
Che le Regioni facciano anche un momento di crescita che non ci siano gelosie di rapporti gelosie di competenze ma soprattutto che ci sia nel governo e nel Parlamento
Proprio perché c'è nel partito e perché deve crescere lei partiti una consapevolezza diversa del ruolo necessario ed è la maggiore forza politica delle regioni io credo quindi che siamo in una fase giusta perché siamo anche in una fase nella quale e voglio terminare
C'è nel nostro Paese una nuova ventata un nuovo orgoglio regionalista che passa nella gente un uovo orgoglio regionalista cone a quale noi ci dobbiamo confrontare e allora è giusta
La scelta dei socialisti no nuova ma riaffermata con forza politica da tutto il partito di una Italia delle regioni
è giusta una scelta regionalista che si concretizzi nel governo come leggi fatte in un confronto vero con con disegni di legge con proposte fatte in un confronto vero con le regioni
Giusta la scelta regionalista
Che porti anche ad un rapporto con il Parlamento di pari livello sostanzialmente questo convegno deve essere io dal punto di vista politico e mi sembra che abbia tutte le condizioni per poter essere uno di quegli aspetti politici di questa nuova fase costituente della quale il nostro Paese ha bisogno perché se c'è un'Italia delle regioni che voluta dalla gente in questo nuovo orgoglio regionalista
Indubbiamente questa deve passare attraverso degli istituti regionali
Che siano forti che facciano delle leggi importanti che sappiano vera un polo più vero con il Governo è il Parlamento i non c'entra lirismo che significa una valorizzazione delle diverse carenze
Che esistono nel nostro Paese e che fanno dell'Italia delle regioni l'Italia che tutti vogliamo
Grazie
Grazie compagnia spagnola ora la parola il compagno Gabriele Di Mauro
Il quale vicepresidente della Basilicata
Compagne e compagni
Chi come me opera nella trincea delle responsabilità regionali
Apprezza questa iniziativa che appare particolarmente tempestiva
E che si muove sul terreno della piena attuazione della Costituzione io credo dia un senso appropriato e non perverso alla discussione sulle riforme istituzionali
Il giusto è necessario completamento e contemperamento della legge centoquarantadue
Che siamo impegnati ad attuare
Il disegno di uno stato organizzato e non li Baník dato nelle sue stratificazioni
Che finalmente si prefiggeva di governare in maniera ordinata ed efficace il suo territorio
La giusta misura di governo la dimensione di un Governo che sfugga sia al burocratismo accentratore
Sì alla diaspora centrifuga più incontrollata
Sia alla omologazione astratta sia alla molecole o di trazione degli interventi pubblici
Siamo chiamati i compagni ad un impegno straordinario
In una fase che deve essere di nuova Costituente delle Autonomie regionali
Raccordando e coordinando le funzioni degli enti locali delle comunità montane delle unità sanitarie locali delle province e degli enti strumentali regionali e statali
Deputati a gestire interventi sui territori
Diciamo la verità
In tutti questi anni le regioni non sono spesso riuscite ad acquisire questa nuova dimensione ma è pur vero che la tradizione ministeriali vista sia difesa da un regionalismo
Puntando ad alimentare un erede un'evidente tensione tra i poteri locali cioè arbitrando in maniera instabile e contraddittoria le relazioni fra le Regioni e i comuni attualmente la centoquarantadue rispecchia ampiamente questo atteggiamento di ambigua equidistanza dello Stato
Senza un tempestivo rilancio della tematica regionalista
L'attuazione della centoquarantadue rischia di aprire nuovi terreni di conflitto tra le istituzioni locali e la frantumazione dell'autorità democratica
Si attribuiscono compiti di pianificazione di difesa del suolo di ambiente alle Province
Ma i passando in larga parte le regioni senza tener conto della grande difficoltà pratico operativa legata alla fragilità delle strutture provinciali e ai limiti della rappresentatività
Che viene istituzionalmente data agli eletti nelle province da un sistema elettorale basato su piccole circoscrizioni
Poco rappresentative delle complessive esigenze del territorio provinciale
Accavallano si accavallano attribuzione competenze tra i poteri attribuiti e le funzioni delegate ad enti vari
Occorre che la tenuta dello Stato specie nel Mezzogiorno
Faccia i conti largamente con la necessità di affidare a un disegno organizzativo generale una grande coerenza e compattezza
Abbiamo visto compagni come l'antistato che flagella tante regioni del sud si sappia abilmente infiltrare
Dentro i cosiddetti conflitti di competenza e sappia approfittare dell'incessante discredito che ne deriva alle istituzioni
Una più chiara e consumi è convinta riforma regionalista dello Stato oltre ad avvicinare di più la configurazione del nostro Paese
A quella dei Paesi e dei regimi democratici europei
Risponderebbe all'esigenza di fornire alle comunità locali e regionali l'immagine e naturalmente non solo l'immagine di un potere democratico di governo unitario e di una gerarchia ordinata di funzioni
Capaci di tenere l'attività politica e di governo all'altezza giusta per cogliere la specificità delle questioni su scala territoriale
Per promuovere forme efficaci di identificazione e di consenso superando le logiche del più chiuso localismo
Ma dobbiamo essere altresì convinti compagni che è una riforma in senso regionalista dello Stato significa anche una riforma dei comportamenti organizzativi anche dei soggetti politici
L'attuale stratificazione è separatezza
Degli ambiti istituzionali ha generato una vera e propria corporativi trazione dello stesso personale politico
Con un continuo accavallarsi interferire e confliggere delle aree di iniziativa dei parlamentari dei consiglieri regionali degli amministratori comunali
Con una dispersione di energie ed una produttività politica complessiva che è sotto gli occhi di tutti
L'unità socialista porre a presentare lo strumento di riferimento per una efficace azione in questa direzione
Il sistema democratico deve difendere la sua autonomia e la sua funzione specifica misurandosi con gli altri sistemi in termini di funziona di credibilità e di funzionalità
Il progetto illustrato da Giuliano Amato è la strada maestra mi pare che porta alla democrazia governante ad una democrazia che risolva il renda univoci e trasparenti i ruoli delle responsabilità e delle decisioni nel Sud
La capacità di governo in un quadro istituzionale ben definito dovrà sapere misurarsi con i vasti bisogni di cambiamento e di sviluppo
L'uso delle risorse e le politiche per innovare e modernizzare dovranno essere gestite da soggetti istituzionali capaci di coordinarsi in una definita è chiara metodologia di programmazione che sia capace coinvolgendo le varie istanze e i vari livelli con la responsabilità delle scelte e con il controllo democratico di
Rendere possibile giudizi sui risultati delle azioni e sugli obiettivi concretamente conseguiti per il bene comune
Gli amministratori socialisti nel Mezzogiorno compagni impegnati nelle regioni sono impegnati qui a Brescia a concorrere al progetto l'Italia delle regioni che il partito illustra anzitutto fornendo i risultati delle loro iniziative
Efficaci
E credibilità c'è poi raccordando costantemente le proprie azioni allo sforzo complessivo che il partito sta portando avanti per modernizzare e rendere più efficace lo Stato democratico unitario delle Autonomie la crescente forza dei socialisti nel sotto
Dovrà compagni essere estesa in questa direzione in questa direzione sono impegnati gli amministratori del Sud grazie andar via entro le dodici del mese il sesso
Grazie compagni di ma ora
Vorrei ringraziare i compagni
Luigi Di Maio dell'agenzia per il Mezzogiorno e Benelli presidente del consiglio regionale Toscana di aver tenuto conto delle esigenze di tempo che ci costringono a chiudere ora la discussione generale do quindi per le conclusioni ora la parola al compagno Giusi la Ganga responsabile degli enti nazionale degli enti locali
Compagno e compagni
Uno dei fattori più evidenti di debolezza del nostro sistema autonomistico
Tibet tuttora presenti e questa iniziativa può contribuire a Correggio le regioni da un lato hanno concepito il proprio ruolo come sovraordinato rispetto a quello di comuni e provincia
Rinunciando o attenuando di molto il proprio impegno sul piano programmatorio e legislativo
Scegliendo la strada della gestione diretta anche quando questa non era assolutamente necessarie rifiutando una pratica di delle che amministrativa agli enti locali minori pur prevista come normale dalla nostra Costituzione
C'è una spiegazione anzi ce ne sono due
Di questo comportamento la prima e che le Regioni evidentemente compresse da un potere centrale Restivo accedere la propria parte di poteri pensavano e pensano di recuperare verso il basso ciò che non ottengono dall'altro
E l'altra la spiegazione come dire sociopolitica
Quella relativa al come è stato selezionato nel corso di questo ventennio il personale politico e burocratico delle regioni che in realtà proviene quasi costa soltanto dall'esperienza comunale provinciale
E interpreta il ruolo regionale come quello di un ente più grande ma analogo a comuni e province
Si stenta ad accettare l'idea che si può esercitare una funzione rilevante decisiva fondamentale attraverso una intelligente legislazione attraverso una seria capacità di programmazione ci si rifugia nella sicurezza della ordinaria gestione amministrativa che giunge fino alla minuziosa e puntigliosa gestione di contributi
Gli interventi marginali dispersivi sul territorio
Comuni e province dal canto loro
Hanno reagito molto negativamente a questo comportamento regionale cogliendo anche elementi obiettivi che vanno al di là del pura accentuato centralismo regionale
Quante volte mi è capitato di sentirlo rimpiangere di fronte al comportamento dei Comitati regionali di controllo le vecchie giunte provinciali amministrative
Quante volte ho sentito rimpiangere il tanto detestato ministero dei lavori pubblici rispetto alle agli assessorati regionali corrispondenti in materia di approvazione degli strumenti urbanistici
La verità è che però questo sentimento ha portato comuni e province anche incentivati da un comportamento ministeriale e anche legislativo che li sollecitava in questo senso
A tentare di corto circuito dare per così dire le regioni puntando a una ripresa di rapporto diretto con il potere centrale con i ministeri innanzitutto
Il risultato di questa situazione in conflitto latente e talora esplicito fra i poteri locali minori e le regioni che è come evidente un fattore di reciproco
Indebolimento anche la legge centoquarantadue che riordina i poteri locali ha risentito di questo clima
Sono in extremis sono state introdotte una serie di norme che richiamano l'ordinamento regionale all'interno
Della logica del riordino dei poteri locali e pur tuttavia la legge mantiene ancora un impianto che poco tiene conto delle regioni
Si tratta quindi dal punto di vista politico oggi è questa iniziativa ha questo significato accanto ad altri
Di riunificare i due partiti autonomistici partito regionalista e il partito comunali sta
Che poi tende a vedere se anche come più importante diverso e qualitativamente superiore
Dalle Province che normalmente sono le parenti povere del nostro ordinamento locale e che invece la nuova legge rilancia in grande stile e che potranno essere uno dei fattori di rinnovamento
Dell'amministrazione locale
Accanto quindi alla riscrittura
Dell'articolo centodiciassette della Costituzione che ci proponeva marzo noi dovremo concepire un insieme organico di norme ci facciano sì che l'ampliata competenza regionale si realizzi attraverso una più generalizzata Pellegatti funzioni alle amministrazioni provinciali e comunali
Si diceva per opporsi a questa richiesta
Che mancava il nuovo ordinamento locale che il tessuto amministrativo periferico non era in grado di esercitare le tele che ora il nuovo ordinamento c'è e anzi bisogno di un ruolo regionale che esalti le potenzialità del nuovo ordinamento che come sapete per esempio in materia di dispersione dei comuni cioè di quei piccoli Comuni che qualche anno fa Craxi individuava come uno giustamente come uno dei fattori di arretratezza del nostro ordinamento amministrativo si prevede il meccanismo di incentivi per un successivo accorpamento che non viene determinato autoritativamente qui c'è bisogno di un ruolo della Regione che possano attraverso lo strumento delle deleghe favorire una razionalizzazione del tessuto
Comunale minore la stessa questione dell'autonomia finanziaria così giustamente enfatizzata
Così opportunamente infatti Zatta richiede una visione unitaria del sistema regionale e autonomia
L'autonomia impositiva non può essere solo delle regioni o solo dei comuni
O qualcuno dice anche delle province dell'essere di tutti i livelli di governo periferico naturalmente in base
Alla loro funzione alle loro responsabilità ai compiti ad esse attribuite
Se mi permettete scegliendo anche cespiti che siano coerenti con le funzioni attribuite e non ne individuati casualmente nel disordine affannoso della ricerca di maggiori entrate per il complesso del bilancio
Pubblico
Contribuendo tra l'altro concio possibilmente non a complicare non ad aggiungere tributi ma semplificare a potare a rendere più trasparente ed efficiente il nostro sistema tributari
Per i Comuni si è a buon punto
Ist l'imposta comunale sugli immobili da una parte la cosiddetta i sconta l'altro sono certamente due pilastri importanti so anche spinti dal maledetto bisogno di trovare quattrini non si affitti all'imposta comunale sugli immobili una funzione miracolistica di recupero di risorse così ingenti da rendere il trend tutto inapplicabile ingestibile prematuramente evaso rifiutato e dalle comunità e dalle amministrazioni
C'è tutto l'impianto tariffario già ampiamente corretto ma su cui ancora si può lavorare e c'è una idea che vedo finalmente farsi strada quello della possibilità di istituire per i comuni dei contributi volontari di scopo cioè contributi istituiti da ogni singola amministrazione in funzione di specifici servizio specifiche che opere pubbliche che introduce nel nostro Paese per la prima volta l'idea di una più diretta connessione fra prelievo e destinazione delle risorse cosa quanto mai necessaria in un Paese in cui la sfiducia nei confronti dell'uso delle risorse è diffusa e cresce per le Province si parla devo dire ancora con poca chiarezza d'una sorta di tassa ecologica a cui non credo si possa essere contrari anche perché le Province hanno rilevanti funzioni materiali in tale solo che si sappia che ad essa non si possono attribuire funzioni miracolistiche anche perché a seconda di come sarà costruita ci sarà da un muro a far sì che il gettito sia basso perché ove il gettito fosse alto dovremmo dire che il sistema si finanzia attraverso l'inquinamento e a tassa ecologica una chiara tassa i tecnici definirebbero preclusiva in funzione non del gettito materno scoraggiare un comportamento e quindi non possiamo pensarla come un pilastro della finanza
Decentrata si potrebbe fare una cosa più sensata di quella che è stata fatta attribuendo alle Province e non alle regioni per finanziare il deficit sanitario
L'utilizzo di possibilità di addizionali nel settore del trasporto privato voi benzina vuoi tasse di circolazione che si riconnette alle funzioni istituzionali provinciali in materia di infrastrutture di trasporto dico si potrebbe ma certo non possiamo appesantire più di tanto l'impianto per le regioni e qui è il punto delicato
Finora non si è fatto in realtà nulla si sono inventate delle sciocchezze spinti dalla necessità determinando una situazione che è assolutamente inaccettabile e che occorre correggere con una impostazione chiara in linea astratta direi quasi accademica scientifica Dieter come volete si potrebbe pensare che per le Regioni la soluzione migliore è un'addizionale all'IRPEF già un'addizionale azionata liberamente dalla Regione in rapporto alle loro necessità ma qui casca l'asino l'IRPEF nel nostro paese non è quel che dovrebbe essere l'imposta che colpisce la generalità dei redditi in capo al contribuente ahimè colpisce soprattutto i redditi di lavoro dipendente quindi esiterei ad accettare la tesi di qualche settore democristiano di considerare una manovra sull'IRPEF come il pilastro un'autonoma finanza regionale penso invece almeno in via transitoria ad una cosa anche chi più comprensibile regionalizzare la tassa sulla salute mai attribuiamo alle Regioni responsabilità di copertura dei deficit sanitari regionali diamo la tassa sulla salute ricolleghiamo quindi un prelievo fiscale ad una destinazione prendiamo alterni trasparente e il gettito è la responsabilità e anche prendiamo trasparente l'amministrazione che avrebbe un forte incentivo a esercitare una funzione di serio controllo sugli sprechi o su degenerazioni basterà il tetto del fatto che dovrebbe portare la responsabilità diretta i maggiori o minori pressione nell'insieme aggiungo la banda di oscillazione delle aliquote attribuite alla manovra locale non può essere così esigua come si sente dire
Giacché noi non abbiamo interesse ad un'autonomia impositiva fittizia in cui il novantanove per cento degli enti è costretto ad applicare le aliquote massime l'abbiamo bisogno di una banda di oscillazione che renda credibile la possibilità di politiche fiscali alternative deve essere possibile avere sistemi a più alto livello di servizi e a più alta pressione e amministrazione a più basso livello di servizi a più bassa pressione ciò che è inammissibile il basso livello di servizi e l'alta obbligatoria e sostanzialmente inevitabile pressione per tutti
Naturalmente tutto questo non ci deve sottrarre dalla responsabilità di riordinare tutta la parte relativa ai trasferimenti dello Stato i trasferimenti dello Stato non potranno che restare anche nonostante il nostro slancio autonomistico
Una parte cospicua delle risorse locali
Ma qui si tratta di dirci con chiarezza le cose che ci diceva già ieri il compagno Amato
Maggiore autonomia nella destinazione della Spesal trasferimenti di risorse a destinazione vincolata trasformano gli enti periferici in meri uffici decentrati dello Stato e aggiungo certezza di risorse tante o poche che siano che consenta non solo di fare i bilanci a tempo e luogo ma anche di stabilire un elementare principio fondamentale in una visione autonomistica che se le vacche sono grasse per tutti devono esserlo davvero e che cioè se l'andamento del gettito tributario o di un insieme i tributi o di tutti i tributi o di quel tributo che si sceglie come parametro per il fondo per la finanza regionale e locale dà un gettito crescente crescente deve essere il trasferimento e viceversa deve avvenire in caso opposto ciò che è inammissibile e che l'andamento del gettito tributario sia totalmente sganciato dall'andamento dei trasferimenti questo è avvenuto in questa fase era obbligatorio per varie condizioni particolare anche per la mancanza di un impianto organico di finanza locale regionale non è pensabile a regime
Non è pensabile a regime la discrezionalità i determinare i trasferimenti l'ammontare dei fondi regionali e i può
Indi per la finanza locale anno dopo anno da parte della finanziaria
C'è poi un tema
Che non possiamo dimenticare anche se assai delicato e che quanto più aumenti a mollare a dell'autonomia nel reperimento delle risorse tanto più si pone un problema serio di riequilibrio
Che non è solo fra il nord e il sud come normalmente si ritiene
Ma è anche all'interno di dare apparentemente omogenea del paese vi sono aree montane aree di pianura
Aree sviluppate creare non sviluppate are che conoscono momenti di crisi economica occupazionale di reddito aree che invece sono in fase di espansione si tratta di costruire un meccanismo che abbia la capacità di compensare
Gli squilibri che l'autonomia impositiva determina ma attenzione
Fin qui siamo nell'occhio ragionevole Gabriele la verità è che però i fondi di riequilibrio tendono se non sono accuratamente predisposti e gestiti con serietà
Apparire come il premio perenne per comportamenti amministrativi demagogici irresponsabili o inerti
Si tratta in altre parole di stabilire che le differenze di diciamo di riso
Di risorse disponibili derivanti da un cattivo uso per esempio dell'autonomia impositiva non appartengono all'area per il quale è necessario di equilibrio
Se in un Comune come avviene ahimè la tassa raccolta rifiuti era e incassata al trenta per cento delle potenzialità per neghittosità Demi demagogia comportamenti
Scadenti dell'amministrazione locale non è giusto che i cittadini di tutto il Paese concordano alla solidarietà con quell'amministrazione con quella comunità sia essa al Sud o al nord
In altre parole
Alle leghe
Che propagandano l'egoismo sociale territoriale i soldi sono nostri cieli spendiamo noi occorre opporre sì
Un rinnovato principio di solidarietà che è tipico della nostra cultura e della nostra tradizione in cui il bisogno viene garantito ma insieme deve essere riconosciuto e premiato il merito amministrativo anche qui ritorniamo alla felice
Intuizione dei meriti e dei bisogni anche nelle istituzioni esistono meriti amministrativi che non possono venire vanificati
In un atteggiamento della pubblica amministrazione centrale che alla fine fa diventare tutti eguali comuni seri comuni spendaccioni comuni bene amministrati comuni male amministra
La conseguenza di questa
Impostazione generale e che si rompe con una consolidata e diffusa cultura centralistica
Presente ovunque nel Paese ovunque fra le forze politiche
Anche nella sinistra politica italiana
E non sempre con argomenti disprezzabile
Sì in bocca
Il prevalente interesse nazionale di cui parlava Amato nella relazione
Si imbocca una presunta maggiore efficienza delle gestioni centralizzate
Si pretende una maggiore equità territoriale che sarebbe garantita da un maggior centralismo si imbocca la necessità di fronte a varie emergenze ambiente calamità naturali adesso l'ordine pubblico si reagisce in termini di richiamo al centro come risposta a condizioni straordinarie
Trasformando poi naturalmente la straordinarietà in ordinarietà al punto che ci ricordava stamane compagno Finetti che il ministro più importante agli occhi delle regioni il ministro della protezione civile
Perché è l'unico che gestisce risorse effettive immediatamente operanti rispetto a quelli che dovrebbero gestire risorse
Ordinarie e garantite
Ora tutti questi argomenti sono stati imboccati più volte come giustificazione del centralismo
Ma in realtà il risultato che abbiamo ottenuto perché abbiamo mortificato le autonomie senza raggiungere questi obiettivi dichiara non abbiamo in particolare né una maggiore efficienza ne è una maggiore equità
Tanto più in quanto abbiamo inteso l'equità territoriale
Come uniformità di risultati uniformità di prestazioni uniformità rispetto ai servizi offerti ai cittadini
Equità uniformità che non è stata raggiunta come ben chiaro agli occhi di tutti
Non è stata raggiunta ma in compenso abbiamo
Per responsabilizzato le amministrazioni periferiche
Vanificato fondamentali principi di auto-governo alimentato oltretutto attese impossibili verso uno Stato insieme provvidenziale che ogni faccenda
E che poi annulla provvede e nulla riesce a far abbiamo con ciò tra l'altro indirettamente ma gravemente favorito per molto tempo la vecchia demagogia comunista dei cortei contro il Governo di cui tutti abbiamo vivo ricordo
E infatti la nuova demagogia leghista che i dischi in senso opposto USA gli stessi argomenti e le stesse polemica
L'ossessione dell'uniformità sia perseguitato
E questo
è un vecchio vizio burocratico
Che fa dire ancora oggi ai burocrati del ministero degli Interni tutta la loro preoccupazione in ordine questa rivoluzionaria norma che concede l'autonomia statutaria a Comuni e Province autonomia che a ben guardare poi è assai limitata e che certe o non determinerà nessuno sconquasso ma l'ossessione dell'uniformità non è solo un vecchio vizio burocratico ma anche come ci ricordava Giuliano un residuo
Di una cultura giacobina e centralista tipica di una parte cospicua della sinistra Italia
L'idea e l'uguaglianza che diventa veicolo per politiche centralistiche per politiche autorizzabili o comunque per politiche burocratico
L'idea di eguaglianza che insieme alla solidarietà certo alla base del socialismo è stato da noi con i compagni ben sanno sottoposta ad una revisione radicale
L'idea di eguaglianza sostanziale quella dei risultati contrapposta alle quali danza forma
Tale quella delle opportunità quella dei punti di partenza è stata un'illusione che abbiamo tutti pagato caro
E che ha generato sistemi sociali burocratici inefficienti e per di più
Quando ormai il crollo del comunismo dimostra platealmente anche socialmente ingiusti
Ieri Giuliano ci ricordava tutto questo proponendo ci un suggestivo
E almeno per me è convincente ampliamento del concetto di eguaglianza
Dagli individui alle comunità e alle istituzioni chiede rappresenta
Autonomia regionali e locali sono eguali fra loro nomi in quanto producano uniformi i risultati amministrativi
Ma in quanto possono partire Congo risorse ed opportunità uguali scegliendo si ognuna le proprie strade e rispondendo dei diversi risultati raggiunti ai propri concittadini che sono anche insieme elettori utenti dei servizi e contribuenti e quindi hanno tutti gli elementi per giudicare premiando o punendo chi è responsabile buono o cattivo comportamento
L'appiattimento e lo svilimento della dialettica democratica locale è sotto gli occhi di tutti
Perché Connect è connesso alla centralizzazione delle entrate e delle spese
E potrà essere superata riaprendo attraverso una più ampia autonomia un reale confronto fra programmi progetti e capacità di governo diversi alternativi mentre oggi l'unica competizione e fra chi sceglie di destinare le spese clientelari in una direzione e quiche di destinarli in un'altra o chi è in grado di riuscita a soddisfare la più ampia pressione delle corporazioni e degli interessi locali
Un tempo dei comuni era facile distinguere fra destra e sinistra
Ricordiamoci quando vi era l'autonomia tributaria la destra e la sinistra non erano commettendo mai essere oggi
Confondibili
A destra si tendeva a far pagare pochi tributi locali anche a prezzo di rinunciare a certi servizi
A sinistra si puntava ad una pressione tributaria più elevata per finanziare servizi sociali realizzare la redistribuzione certi molte cose sono cambiate ma non c'è dubbio che restituire in questo campo
Un'area significativa di autonomia consente anche di distinguere meglio e di più le qualità degli amministratori e il senso politico e l'indirizzo generale delle amministrazioni
A certi propagandisti di riforme elettorali
Locali astratte e schematiche
Varrebbe la pena di ricordare
Quanto più efficace sarebbe questo recupero i effettive possibili opzioni alternative visibili nei contenuti e nella gestione anziché nelle formule e negli schieramenti tentare di fare in realtà le stesse cose
All'idea l'uniformità
Centralistica
I socialisti liberali quali sia interni
Riformisti
Contrappongono devono contrapporre l'idea della diversità autonomistica
Stimola trincee di energie e generatrice di una dialettica fatta non di buone intenzioni destinate sovente a essere tradite ma di buoni risultati concreto
Certo cari amici e compagni è una strada
Parte almeno nuova
Difficile
E anche rischiosa perché implica anche per noi stessi cambiare dei comportamenti consolidati al centro ST permettete soprattutto alla periferia
E rischiosa perché operiamo in un Paese dalle tradizioni amministrative e burocratiche certo non brillanti
Con unità statuale
Relativamente recente
Con una cultura dello Stato e del pubblico assai diseguale sul territorio che spesso come tutti noi sappiamo carente
Difficile anche
Per la forza dell'Induismo indispettire nuovi
Per l'arroganza di lobbies di corporazioni per lo scarso prestigio non sempre meritato
Della politica della pubblica amministrazione e di chi ad esse si dedica
Difficile infine per la presenza
E non paiono annotazione polemica
Di forze politiche che hanno prosperato su basi assai diverso e da questa impostazione
E che oggi vivono un travaglio destinato probabilmente a non concludersi tanto presto perché
è una strada come dicevo difficile ma è l'unica possibile
A me l'unica possibile per noi moderni riforme
Io credo che sia un'unica l'unica possibile anche per il nostro Paese che stretto fra problemi tremendi pur godendo di una salute non cattiva
Una competizione internazionale che pone con l'appuntamento del novantadue un'accelerazione della questione dei sistemi urbani del livello della qualità dei servizi che saranno un dei fattori fondamentali per governare controllare assecondare ampliare lo sviluppo rispetto a sistemi urbani e metropolitani assai più efficienti e competitivi
Del nostro stretto da un vincolo determinato da un debito pubblico giganteschi obbligano fare con un crescente deficit di infrastrutture di cui dobbiamo incominciare a preoccuparci
Nelle grandi città non solo non si fanno le grandi opere ma si tende a ridurre anche la qualità della manutenzione straordinaria e persino di quella ordinarie i cui effetti
Valuteremo appieno più avanti nel tempo
Con un clamoroso paradosso
Un insieme di pubblici servizi molto insoddisfacente è un livello di benessere diffuso individuale fra i più alti del mondo che accentua
Ovviamente lo stridore
Che produce un così basso livello di servizi pubblici recentemente in Calabria
Nel corso di una manifestazione il compagno mi chiedeva
Di fronte all'impatto che anche nel Sud è stato notevole del fenomeno
Delle leghe che mi chiedeva che cosa potrebbe unire un disoccupato calabrese è un piccolo imprenditore poniamo di Brescia
Io devo dire che riterrei mi sono trovato perplesso perché a prima vista poco punire questi due soggetti così diversi fra loro e poi però in realtà una cosa c'è che li punisce
Ed è l'esigenza di far funzionare lo Stato
E l'esigenza di fare sì che la nostra pubblica amministrazione sia in grado di fare fronte ai propri compiti
E che ogni comunità senza che ciò che la pubblica amministrazione fa non è solo figlia di un potere lontano ma di una propria responsabilità d'una propria decisione d'una propria autonomi
Naturalmente far funzionare lo Stato ma quale è stato
Il nostro Stato delle Autonomie della Repubblica dell'autonomia di cui con felice espressione ci parlava il compagno Aniasi tanti anni fa che ancora non abbiamo realizzato e non certo di quello stato presuntuoso e contemporaneamente inefficiente che ogni giorno vediamo all'opera
Che è una battaglia che richiederà non improvvisazioni ma continuità
E soprattutto richiederà coerenza dico
Porta menti al centro e alla periferia né una battaglia che merita di essere combattuta perché ne va dell'avvenire del nostro Paese
Grazie compagne la Ganga che ha concluso così i lavori di questo convegno ricordo e compagni che questo pomeriggio alle sedici
Vi è un concerto di musiche verdiane per coro e orchestra in Piazza della Loggia e che le diciassette parlerà sempre in piazza della Loggia compagno Bettino Craxi segretario del partito la seduta è tolta