28 NOV 2010
rubriche

Conversazione settimanale con Marco Pannella. Ospite Bruno Tabacci

RUBRICA | di Massimo Bordin - Radio - 17:16 Durata: 1 ora 53 min
A cura di Enrica Izzo
Player
Ospite in studio Bruno Tabacci.

Puntata di "Conversazione settimanale con Marco Pannella. Ospite Bruno Tabacci" di domenica 28 novembre 2010 condotta da Massimo Bordin con gli interventi di Marco Pannella (presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito, Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito), Massimo Bordin (giornalista), Bruno Tabacci (deputato e portavoce di Alleanza per l'Italia), Bruno Tabacci (deputato e portavoce, Alleanza per l'Italia).

Tra gli argomenti discussi: Politica, Radicali Italiani.

La registrazione video di questa
puntata ha una durata di 1 ora e 53 minuti.

Questa rubrica e' disponibile anche nella sola versione audio.

leggi tutto

riduci

  • Introduzione

    Massimo Bordin

    giornalista

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Bruno Tabacci, parlamentare dell'Alleanza per l'Italia, è ospite in studio
    17:16 Durata: 2 min 56 sec
  • Tabacci (Api): In Italia "abbiamo fatto credere di essere diventati un po' americani. In realtà noi siamo dentro un sistema parlamentare che ha delle regole molto particolari. La cosa grave è avere unito l'idea di un presidenzialismo che non è andato fino in fondo ad un parlamentarismo un po' acciaccato". "La nascita di Fli ha rotto il Pdl, il partito che aveva vinto le elezioni del 2008, e di questo Berlusconi dovrà prendere atto. Dopodiché il capo dello Stato avvierà le consultazioni. Inutile dire 'al voto! Al voto!'"

    Bruno Tabacci

    deputato e portavoce di Alleanza per l'Italia (API)

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Bruno Tabacci (Alleanza per l'Italia): "Il terreno politico mi sembra molto chiaro nei suoi termini. Quello che accadrà il 14 dicembre non sono in grado di prevederlo, però il Governo Berlusconi non ha più alla Camera i numeri necessari per continuare, e anche se dovesse con qualche escamotage raggiungere la maggioranza, va da sé che occorre ricercare una soluzione diversa. D'altro canto è ora che si chiarisca un punto: in questi anni si è finto di andare verso un sistema politico di natura diversa. Abbiamo fatto credere di essere diventati un po' americani. In realtà noi siamo dentro un sistema parlamentare che ha delle regole molto particolari. La cosa grave è avere unito l'idea di un presidenzialismo che non è andato fino in fondo ad un parlamentarismo un po' acciaccato. Questo ha determinato una confusione enorme. In un sistema parlamentare il popolo elegge il parlamento e non il governo, e quando Berlusconi ha fatto intendere - anche grazie a quella norma un po' maliziosa della legge elettorale che consentiva di scrivere il candidato premier, che è stata una forzatura nettissima, tanto che, come ha fatto intendere il capo dello Stato, questa è una prerogativa sua". "Il governo trae la sua fiducia dal Parlamento, non da altri". "Però voglio comunque sottolineare che Obama non considera le Camere come una sorta di 'passeggiata'". Pannella: "Nemmeno quelle dei singoli Stati!". Tabacci: "Certo, anzi gli stati federali hanno una composizione analoga, nel senso che l'elezione del governatore ha dei contrappesi formidabili. In Italia invece i governatori - si chiamano così per scimmiottare ma in realtà sono presidenti - pretendono di tenere sotto controllo l'assemblea legislativa". L'ipotetico ruolo di controllo delle assemblee legislative. Pannella: "Gestiscono, molto più che controllare". Tabacci: "La nascita di Fli, il partito che fa riferimento a Fini, ha rotto il Pdl, il partito che aveva vinto le elezioni del 2008, e di questo Berlusconi dovrà prendere atto. Dopodiché il capo dello Stato avvierà le consultazioni, e a quel punto credo che si incaricherà qualcuno di verificare - a partire dall'attuale maggioranza - qual è la situazione parlamentare. Inutile dire 'al voto! Al voto!', anche perché il problema del voto è oggi un po' complicato dalle questioni economiche che abbiamo sulla testa". L'Ecofin del 16 dicembre. "In una sintesi estrema devo dire che l'euro cammina con le gambe del marco, non cammina con le gambe della lira; quindi non è una moneta che tende a svalutarsi come tecnica per riequilibrare la contabilità pubblica e anche l'andamento dei mercati, il valore delle merci, etc. Anzi tende a rivalutarsi. Noi non possiamo prescindere da queste cose, ecco perché più che andare verso un referendum sulla figura di Berlusconi, gli Italiani dovrebbero iniziare a interrogarsi sul significato di stare dentro un'entità come quella europea, alla quale bisognerebbe guardare con spirito federale. Se c'è un'idea che va recuperata, è qui quella federale, non quella che abbiamo tentato di scimmiottare in Italia". Pannella: "Anche la Lega ha creato una fondazione Carlo Cattaneo. Mi ha fatto molto molto piacere, ma non so quanto questo influirà sulla classe dirigente e sulla politica della Lega". Tabacci: "Se i loro riferimenti fossero davvero alla cultura di quegli uomini che hanno creduto per davvero in qualcosa che non era la confusione istituzionale, sarebbe già un salto di qualità notevole. In realtà il pensiero leghista è spesso confuso su questa materia. Il governo Berlusconi e i ministri della Lega sono in assoluto tra i più centralisti che abbiamo avuto in Italia nel corso degli ultimi decenni"
    17:18 Durata: 6 min 14 sec
  • Pannella sulle parole del premier: "Un presidente del Consiglio di questa Costituzione, di questo Paese, che tratta avversari e tutto il mondo come 'anti-italiani' e parla di suicidio dell'Italia se questi anti-italiani prevalgono, francamente ho detto che chiarissimamente lui continua sempre di più a reagire quotidianamente avendo perso qualsiasi bussola, e trovando poi nella sua sacca cose vecchie: le risposte centraliste, autoritarie, private, con l'avversario politico che è contro la patria. Sono preoccupato"

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Bruno Tabacci

    deputato e portavoce (API)

    I rilievi di Pannella alle parole del premier, Silvio Berlusconi, in particolare in riferimento all'accusa di 'anti-italianità': "Mi riferivo proprio al 1935. Allora ero bambino, ma l'atmosfera e il linguaggio dell'anti-italiano era sparato continuamente. L'anti-fascista era anti-italiano. Un presidente del Consiglio di questa Costituzione, di questo Paese, che tratta avversari e tutto il mondo come 'anti-italiani' e parla di suicidio dell'Italia se questi anti-italiani prevalgono, francamente ho detto che chiarissimamente lui continua sempre di più a reagire quotidianamente avendo perso qualsiasi bussola, e trovando poi nella sua sacca cose vecchie: le risposte centraliste, autoritarie, private, con l'avversario politico che è contro la patria. Sono preoccupato". Non solo: "Sempre di più nascono partiti 'italiani' di nome. L'Europa è scomparsa". Tabacci: "Certamente questo problema dell'orizzonte che si restringe negli Stati nazionali è il punto di contrasto che c'è con la situazione della moneta. Chi batte moneta è uno Stato, e quando si batte moneta diciamo che si individuano anche dei percorsi che richiedono il rispetto di principi e regole economiche fondamentali; se noi all'Europa pensiamo solo una volta ogni tanto, e in realtà abbiamo davanti gli Stati nazionali perché gli elettori risiedono negli Stati nazionali, entriamo in un cortocircuito. Non c'è dubbio che oggi più che mai è impedito agli italiani che sono europei di uscire dall'euro, ma per restarci dovranno assumere delle posizioni politiche che trasferiscono in Europa la condizione della statualità". Pannella: "La nostra vita (di Radicali), tanto più tocca temi generali, tanto più è clandestina per gli italiani". "Sin dall'inizio mi pare che qui non fui solo io a sottolineare che l'eccezione partitocratica che contro Maastricht e la Costituzione europea, Ciampi fece il possibile perché non ci fosse alcun termine imperativo di rientro del debito pubblico, quando allora il nostro era al 120 per cento del pil, e il limite massimo tollerato era 60 per cento. In quel momento io ricordo che in Parlamento europeo, dopo un Ecofin in cui venne ripetuto che 'il patto era stupido', attaccai in Parlamento europeo molto duramente Tremonti; lui se ne offese, ma era il momento in cui noi votavamo contro Prodi, mentre Berlusconi e la destra votavano Prodi, per due anni. Noi lo facevamo contro il rischio dell'Europa delle patrie". "Quando non si va in televisione o sui quotidiani per parlare delle proposte, anche la classe dirigente ignora le cose. Ed ecco dove siamo arrivati". "L'urgenza europea sembra cancellata. E' un piccolo sintomo. Noi continuiamo a dire 'transnazionale', 'transpartito', è un leitmotiv di Radio Radicale. Mi pare chiaro che oggi l'Europa delle patrie ammazza la patria europea e le patrie". L'esempio del commercio Berlino-Pechino. Tabacci: "Io penso che questa impostazione che il Partito Radicale ha sempre sollecitato sui temi della 'transnazionalità' è in realtà il punto di maggiore rilevanza, e non aver seguito il quale ci porta in un mondo che è estremamente cambiato. Se pensiamo che siamo in un mondo che negli ultimi 40 anni ha visto raddoppiare la sua popolazione, e che c'è una internazionalizzazione che è data dalle nuove tecnologie". "L'Europa è un elemento di grande forza se la viviamo con uno spirito europeo pieno". Tabacci poi accusa le "invenzioni" di parte della classe dirigente italiana: "Una volta abbiamo inventato la polemica con l'euro, un'altra volta con la Cina, un'altra volta ancora con la euro burocrazia, adesso ce l'abbiamo con la speculazione. Ma queste sono false impostazioni". "Ancora dal 1980 al 1993 siamo cresciuti al 2,7-2,8 per cento. Dal '94 in poi siamo stabilmente diventati il fanalino di coda, e oggi c'è una crescita negativa. Di fronte a questo fatto non solo abbiamo fatto come il Belgio, curando il rientro del debito, ma abbiamo il debito al 120 per cento del pil e uno sviluppo sotto zero. Non siamo nemmeno in grado di pagare il debito". Tabacci contro il trasferimento del demanio agli enti locali: "L'attivo del patrimonio dello Stato è a garanzia del debito". "E il limite di questo governo è che Sacconi e Tremonti in particolare hanno negato la possibilità che si dovesse andare verso riforme strutturali profonde"
    17:25 Durata: 20 min 3 sec
  • Pannella: "Si sta facendo credere alla gente che noi saremmo 'il partito della morte', mentre te avrai assistito alla Camera al numero delle interrogazioni e delle interpellanze radicali per rendere la vita possibile". Tabacci: "Dare atto del lavoro parlamentare della rappresentanza del Partito Radicale è una cosa semplice, perché basta guardarne gli atti. Non credo che le posizioni dei Radicali siano assimilabili a quelle del 'partito della morte'. Aggiungo che su queste materie così delicate bisognerebbe essere capaci di far parlare soprattutto le coscienze, se ci sono"

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Bruno Tabacci

    deputato e portavoce (API)

    Pannella: "Noi siamo stati messi nelle condizioni di non potere dare il nostro contributo democratico al ceto dirigente". Il leader radicale fa l'esempio di Daniele Capezzone, di cui non aveva mai notato il presunto 'tradimento', ma piuttosto le sue poche presenze in Parlamento: "Noi Radicali siamo sempre stati un esempio di impegno parlamentare, impegno quantitativo, e poi la quantità a volte aiuta anche la qualità. Ma siamo arrivati a un punto per cui adesso noi abbiamo sei parlamentari, tutti tra i primi 10 nelle statistiche non fatte da noi. Viene fuori oggi che su questa cosa della 'vita' che non viene curata dal presunto 'partito della morte', noi abbiamo cercato di dare un aiuto a Fazio, soprattutto Maria Antonietta Farina Coscioni con la sua battaglia per i Lea. Lei li nomina e nessuno sa cosa siano: è un obbligo di legge assicurare da parte del ministro della Salute questi livelli minimi di assistenza sanitaria". "Hanno parlato da Saviano Mina Welby e Beppino Englaro. Sono il 'partito della morte', e il 'partito della vita' ha chiesto il contraddittorio. Ora però il problema vero è che per la loro storia e la nostra, ci si sta battendo da 15 anni per la condizione del malato che vuole vivere, per renderlo possibile. Welby scrisse al presidente della Repubblica dicendo: in queste condizioni è 'opportuno', non 'giusto', sospendere l'accanimento terapeutico". "Si sta facendo credere alla gente che noi saremmo 'il partito della morte', mentre te avrai assistito alla Camera al numero delle interrogazioni e delle interpellanze radicali per rendere la vita possibile". Tabacci: "Dare atto del lavoro parlamentare della rappresentanza del Partito Radicale è una cosa semplice, perché basta guardarne gli atti. Devo dire però che, a differenza di quando tu c'eri, il Parlamento di oggi è stato portato in una condizione di sostanziale inefficacia". Sull'epiteto di 'partito della morte': "Non credo che le posizioni dei Radicali siano assimilabili a quelle del 'partito della morte'. Aggiungo che su queste materie così delicate bisognerebbe essere capaci di far parlare soprattutto le coscienze, se ci sono. E avere un rispetto dei temi della vita e della morte, con nessun atto legislativo che può in maniera formale indicarne una via piuttosto che un'altra. Quando si arriva, come fa qualche ateo-devoto, a sostenere delle tesi un po' aberranti, allora mi preoccupa, perché significa ideologizzare a tal punto le cose da renderle 'inumane'"
    17:45 Durata: 9 min 18 sec
  • Tabacci: "Come è possibile immaginare che il capo del Governo vada da Putin e non è neanche accompagnato dalla Farnesina? E poi ci si paragona a De Gasperi". Pannella: "Lui non la conosce quella statura e quella cultura, e questa è la tragedia". Le iniziative radicali sulle pensioni; le opinioni di Tabacci sulle liberalizzazioni e sulle autorità indipendenti.

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Bruno Tabacci

    deputato e portavoce (API)

    Pannella cita l'intervento di Bruno Forte, arcivescovo di Chieti, sul Sole 24 Ore: "Mi sono permesso di chiamare Gianni Letta e di dirgli: 'Senti Gianni, io quello che vorrei dire a Silvio oggi lo trovo detto da questo. Come si fa a farglielo leggere?'. Io continuo a dire: se uno pensa che Mussolini sapeva cos'era il fascismo che lui costruiva. Non lo avrebbe costruito, perché passa alla storia come infamia. Questo vale anche per Hitler, Stalin, etc. E' quello che ho cercato di dire a Berlusconi negli ultimi anni. Se tu dici che ci sono gli 'anti-italiani', se sei rigoroso chiedi al compare e amico Massimo D'Alema di muovere subito i servizi segreti". Tabacci: "Io mi chiedo se sia più anti-italiano chi nega la profondità della crisi nella quale siamo rispetto a chi ha il coraggio di riconoscerla". "Io sono ottimista per natura, ma non accetto che l'ottimismo si faccia sulle spalle della falsa informazione. Il Presidente del Consiglio, tra l'altro, è lui che da un lato ha dato origine a questi fatti interpretativi; dall'altro, con comportamenti precisi, con i suoi comportamenti ha fatto sorgere qualche interrogativo nella comunità internazionale. Come è possibile immaginare che il capo del Governo vada da Putin e non è neanche accompagnato dalla Farnesina? E poi ci si paragona a De Gasperi". Pannella: "Lui non la conosce quella statura e quella cultura, e questa è la tragedia". Le iniziative parlamentari dei Radicali, non solo sulla 'vita', ma anche sulle pensioni. Tabacci sottolinea l'importanza delle liberalizzazioni: "Anche la notizia della rinuncia alla presidenza dell'Autorità per l'Energia apre un punto interrogativo su un tema al quale i Radicali sono stati sempre attenti: sulle autorità indipendenti si è aperto una sorta di Risiko. Le autorità indipendenti sono il passaggio dallo Stato imprenditore allo Stato regolatore, ma questo richiede una misure, un'attenzione, un rispetto, perché non sono delle agenzie del Governo. Eppure il modo in cui il Governo ci si è rapportato. Penso al presidente della Consob che è andato subito dopo a guidare Fs. Chi opera nelle autorità indipendenti dovrebbe avere subito dopo un periodo nel quale sta in stand-by". Pannella: "E chi prende oggi il posto di Bertolaso? Un esperto dei servizi!". Pannella: "Ma realisticamente l'Agcom è indipendente?". Tabacci: "Quando venne fuori la storia delle intercettazioni è emerso che Calabrò ha resistito a delle pressioni che sono state fatte nei suoi confronti. Certamente il meccanismo dell'Agcom, un po' troppo eccessivamente parcellizzato, con le rappresentanze 'politicizzate', pone poi degli interrogativi". Pannella: "Perché anche gran parte dell'opposizione non è estranea a questa impostazione". La tv e l'informazione in Italia secondo Tabacci: "L'Italia oggi è distrutta sul piano delle coscienze. C'è un ripiegamento etico rilevantissimo"
    17:54 Durata: 17 min 23 sec
  • Formigoni e il ruolo di Cl in Lombardia: "Devo dire che la struttura di potere che hanno costruito nel corso di questi anni, non sempre riconducibile alle ragioni della loro testimonianza, c'è una disinvoltura eccessiva. Il fatto che quella regione sia diventato il loro punto di forza, è una cosa che mi suscita una grande preoccupazione, perché io non credo nell'occupazione del potere". Le irregolarità di Formigoni per la raccolta firme alle elezioni: "Questa vicenda ha lasciato aperti una serie di punti interrogativi, come se il potere si potesse esprimere senza condizionamenti, senza contrappesi"

    Bruno Tabacci

    deputato e portavoce (API)

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Il caso delle elezioni lombarde e il blocco creatosi intorno al presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni. Tabacci: "Io sono molto critico e lo dico con una grande serenità. I ciellini li ho frequentati e li conosco dai tempi di Monsignor Giussani, e devo dire che avendo fatto anche il segretario della Dc lombarda avevo aperto a loro una porta, perché allora la polemica era diretta con il Cardinale Martini, e diciamo che il clero lombardo non vedeva di buon occhio i ciellini. Io ho aperto una porta perché sono portato a fidarmi; devo dire però che la struttura di potere che hanno costruito nel corso di questi anni, non sempre riconducibile alle ragioni della loro testimonianza, c'è una disinvoltura eccessiva. Il fatto che quella regione sia diventato il loro punto di forza, è una cosa che mi suscita una grande preoccupazione, perché io non credo nell'occupazione del potere; io credo che il potere sia lì per servire, non è lo strumento con il quale si esibisce una forza. Loro hanno un po' esagerato. Devo dire che lo si respira, lo si vede. Anche la sede che hanno costruito nel cuore di Milano lascia intendere di un'opulenza, di una forza, che Io non ho invidia, sia chiaro, ma è una cosa che non mi convince. Devo dire che anche il loro rapporto con Berlusconi è sempre stato un rapporto molto strumentale; non si può non vedere che i comportamenti del leader del Pdl spesso fanno a pugni con un minimo di tradizione cristiana. Io non rivendico questo, ma dal loro versante. Invece si sono messi a polemizzare con il direttore di Famiglia Cristiana perché aveva mosso alcune critiche a Berlusconi". "La stessa vicenda della raccolta delle firma ha lasciato aperti una serie di punti interrogativi, come se il potere si potesse esprimere senza condizionamenti, senza contrappesi". Pannella: "La cosa che più mi ha colpito sul governatore lombardo è che mentre c'era questa polemica - e Marco Cappato non gli rimproverava i costumi, come oggi si usa, ma poneva dei quesiti sulle firme e sulle procedure senza nessuna offesa morale -, nel pieno della polemica che metteva in difficoltà Formigoni, cosa succede? Convocano il popolo italiano al Colosseo - chi lo convoca? Santoro - e ci sono Formigoni, Bersani e di tutto l'arco partitocratico: nessuno, nemmeno Vauro, ha posto il problema di 'Formigoni'". "Bersani ci sta e non dice una parola". L'analisi radicale sulla partitocrazia. Tabacci: "Ma questa non è partitocrazia; questi sono simulacri di partiti". Pannella: "La partitocrazia non ha le caratteristiche di durata delle democrazie. La partitocrazia non può che autodistruggersi e quindi arrivare ai partiti di adesso. Ma era prevedibile: contro Giorgio Galli che parlava di bipartitismo imperfetto, io parlavo di 'monopartitismo imperfetto' che diventava 'perfetto'"
    18:11 Durata: 16 min 4 sec
  • Tabacci: dal "fallimento di questo assetto bipolare" alla necessità "di un'area centrale che sia equilibratrice rispetto alla esasperazione che questi due poli hanno avuto andando sugli estremi, perché considero estremiste le posizioni della Lega e di Di Pietro". Pannella sui rapporti storici tra Dc e sinistra liberale

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Bruno Tabacci

    deputato e portavoce (API)

    Tabacci: "Alla luce di questo assetto bipolare che è miseramente fallito, si può dire che abbiamo inseguito una illusione americana senza essere assolutamente seri negli obiettivi che ci ponevamo". Pannella: "Beh con il Mattarellum, francamente". Tabacci: "Ma non è solo un problema di sistemi elettorali. Io non ho nulla contro i sistemi presidenziali; devo dire che se dovessimo andare oggi verso un sistema presidenziale, sarebbe quello di Putin, o di qualche repubblica sudamericana, e non sarebbe quello americano perché qui non abbiamo la cultura dei contrappesi". Il parallelo con la Germania e con il Regno Unito. "Io penso che ci sia bisogno di un'area centrale che sia equilibratrice rispetto alla esasperazione che questi due poli hanno avuto andando sugli estremi, perché considero estremiste le posizioni della Lega e di Di Pietro". Pannella: "Posso ricordare una cosa, che tutti quelli che si occupano anche a livello accademico di diritto parlamentare, anche quelli di destra, sostengono che nelle legislature dal 1976 al 1979 e quella dal 1979 fino al 1982 - non a caso sciolte ogni volta per i referendum - lì c'è stato il trionfo dei problemi regolamentari". "Nel 1976 dal primo giorno abbiamo lottato per il rispetto dei regolamenti. Ma già dal 1983, con il debito pubblico che aumentava, con Bettino che voleva occupare lo spazio di Almirante facendo il proibizionista e gli altri errori che ci sono stati tra '83 e '87, poi la crisi democristiana. Negli ultimi anni popolari e democristiani, gli sono stato vicino. Non per altro, ma perché la sinistra liberale era quella che si era assunta la gravissima responsabilità di mandare a casa il governo Parri per il governo De Gasperi. Il Mondo era per la 'Legge Truffa' perché condivideva i motivi degasperiani di quella che oggi sarebbe una cosa utile e ultra-corretta". Tabacci: "Quella prevedeva un premio di maggioranza se la coalizione avesse superato il 50 per cento!". Pannella: "Per dire che questa sintonia e stima politica grave, positivamente grave, tra la sinistra liberale e la democrazia cristiana - certo non quella fanfaniana; De Gasperi era questo, e anche Dossetti questo tipo di attenzione istituzionale la dimostrava". Poi Pannella torna sulla vicenda Formigoni: "Perfino Pisapia su Formigoni non ha detto una parola, e men che mai il nuovo astro, per molti versi giustificato, Vendola - che va a Milano per appoggiare Pisapia -. Anche loro non si sono comportati in un modo diverso da quello garantito da Santoro che ha convocato la partitocrazia la quale, tutta, si è recata a rendere omaggio alla figura del governatore, non facendogli nessuna critica. Allora questo mi preoccupa. Sai che abbiamo una simpatia politica e personale per Bersani, ma su questo trovo che la tabe Pci-unione nazionale. La linea non è quella di Di Pietro, che poi in fondo non toglie un voto a Berlusconi. Il vero problema che gli pongo è: D'Alema e adesso l'ultima trovata, il Movimento democratico che crea Veltroni, che ideologicamente è Veltrusconi come D'Alema"
    18:27 Durata: 12 min 1 sec
  • Tabacci: "Penso che la costruzione di un nuovo polo sia comunque un atto necessario, doveroso". "Devo dire che c'è un percorso nel quale la cultura liberale e laica deve dare un contributo". Pannella: "Questa cosa del Terzo Polo la capisco, ma non credo nella sua solidità se non la nutriamo anche di ancoraggi negli obiettivi. Si parla molto degli aspetti valoriali. Da laico, sono assolutamente convinto che sia interesse intendere la politica come fatta da obiettivi politici"

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Bruno Tabacci

    deputato e portavoce (API)

    Ancora sul sistema tedesco e poi sulla politica europea di Berlino: "La politica nazionalista anti-adenaueriana; questa ragazza dell'Europa orientale non ha nulla di Adenauer. Somiglia piuttosto a uno sconosciuto socialdemocratico, Hollenauer. Il fatto che i tre principali democristiani pro-Europa parlavano tedesco: De Gasperi, Schumann, etc. Lo dico per continuare a insistere su una visione: le radici dell'Europa, le radici di questa Europa dei trattati, non dell'Europa geografica, dell'Europa geopolitica, quella per la quale trent'anni fa il re del Marocco - discendente di Maometto - scrive a Mitterand dicendogli che vuole entrare nella Comunità europea. O ancora: il re di Giordania l'ho sentito dire con le mie orecchie al Parlamento europeo: 'Abbiamo una realtà di 300 milioni che va dall'Atlantico all'Oceano Indiano. Voi siete 500 milioni. Il destino deve essere comune'. Scompare tutto, scompare per opera di questa Germania, che è la politica del marco". Tabacci: "Non credo sia tutto conseguenza del sistema elettorale, ma debbo dire che il sistema politico tedesco ha ottenuto delle buone performance. Il sistema politico italiano ha ottenuto risultati devastanti, soprattutto dopo il passaggio dalla Prima alla Seconda repubblica". Pannella: "Il regalo avvelenato che ti do, ti chiedo se non è possibile trovare nelle pieghe della nostra attività istituzionale la possibilità di intese politiche ufficiali con Francesco, con te, con voi, perché questa cosa del Terzo Polo, la capisco, ma non credo nella sua solidità se non la nutriamo anche di ancoraggi negli obiettivi. Si parla molto degli aspetti valoriali. Da laico, sono assolutamente convinto che sia interesse intendere la politica come fatta da obiettivi politici. Se si fa questo, tali obiettivi devono essere anche socialmente recepibili, altrimenti l'istituzione non vive del fatto sociale". La politica estera di Berlusconi e le responsabilità nella guerra all'Iraq. Tabacci: "Penso che la costruzione di un nuovo polo sia comunque un atto necessario, doveroso. Questo tiene conto della situazione parlamentare che è in atto, quindi da un lato la posizione assunta da Fini, dall'altro l'atteggiamento di Casini e il nostro di Alleanza per l'Italia; la stessa iniziativa che ancora appare titubante, di Montezemolo, mi pare si muova su quel crinale. E' evidente che bisognerebbe cambiare la legge elettorale, ma noi comunque siamo pronti a fare la nostra parte anche con questa legge elettorale". Quante truppe ha Montezemolo? "Questo non lo so. Però i sondaggi che sono usciti sui principali quotidiani accreditavano di un 20-21 per cento un'area siffatta. Se dovessimo pure esprimere una figura come Mario Monti alla guida del governo, di fronte al crocevia di queste scelte che devono essere prese, magari arriverebbe anche Marco Pannella e qualcun altro. Non sottovaluto i problemi, ma devo dire che c'è un percorso nel quale la cultura liberale e laica deve dare un contributo"
    18:39 Durata: 19 min 36 sec
  • Conclusioni

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    La settimana radicale. "Al filo diretto di oggi ho sentito diversi interventi polemici di destra; questo è confortante, vuol dire che noi manteniamo questo ascolto, non solo dell'area radicale o - con rispetto parlando - 'di sinistra', ma anche in una parte di elettorato cui abbiamo sempre tentato di parlare. Poi martedì Agorà Digitale ha rilanciato una disobbedienza civile su Internet che credo sarà interessante, anche per le presenza che sono annunciate. Il 1º dicembre abbiamo la Lega per l'Uninominale che si riunisce; è un appuntamento importante perché è indubbio che esistono due direzioni di marcia all'interno della Lega. Una è quella soprattutto di Piero Ichino, che stimiamo, ma che non è assolutamente la nostra. Mi pare che Ichino sia molto coinvolto nella speranza, nell'illusione, di riuscire attraverso Veltroni, Pd e altro, ad arrivare a una riforma australiana del sistema elettorale". "Nel corso di questa settimana dovremo sicuramente convocare il Congresso del Partito. Lo convocheremo forse già dicendo le date e il luogo italiano - non ce la facciamo a farlo in Africa -, tranne poi stabilire se sarà Roma o Chianciano"
    18:59 Durata: 10 min 21 sec