Confindustria - Le sfide della politica economica per rafforzare la crescita italiana

Gli ospiti e sono pregati di riprendere posto
A
Saluta otto
Che benvenuti e a questo evento che è il perno e
è sempre un evento molto importante e che ci aiuta ad avere
Un orientamento su quelli che sono
Le tendenze e dell'economia internazionale dell'economia italiana ringrazio le persone che sono a questo tavolo e che discutono
Il nostro rapporto e portano il loro contributo
Ringrazio il Ministro Gelmini per essere qui e essere disposta essersi dichiarata disponibile a parlare
Di economia e di education mi pare o di ricerca insomma dei suoi temi e ma anche di quelli che sono un po'tradizionalmente anche se non in via esclusiva al centro di
Questi seminari
Ringrazio Stefano Fassina perché
Contribuirà alla dibattito nella seconda parte di questa mattinata
Do subito la parola a
Luca Paola si l'autore il responsabile della rapporto che vi è stato distribuito
Nella sua qualità di capo economista di Confindustria grazie e buona giornata a tutti
Ovviamente i miei ringraziamenti a
A tutti voi che siete qui oggi
All'Autorità al ministro
Ai colleghi del Centro studi Confindustria che hanno fatto l'ennesimo piccolo miracolo per questo rapporto l'abbiamo confezionato
E in tre settimane scarse
E
Devo dire che
Un rapporto
Di cui si può andare orgogliosi per
Il taglio e contenuti elaborazione
E i suggerimenti quindi
Lo faccio ormai ogni volta che che presento qualcosa però ogni volta che chiude rapporto e vedo io vedo il lavoro e vedo come è stato assemblato e come è riuscito dico beh questa volta ce l'abbiamo fatta di nuovo avere uno lavoro ben fatto
L'appuntamento
Io dove dopo l'estate
Del Centro studi Confindustria era tradizionalmente legato alla presentazione della Finanziaria a vicende valutare internazionale che coinvolge una lira a decisione della Banca d'Italia sui tassi di interesse per questo si chiamava una volta
La politica economica alla ripresa autunnale
La cui economica macro economica oggi meno importante omento meglio abbiamo meno sovranità nel condurre la però non è meno importante quello che decide il Governo
Decidono in Parlamento per i destini di questo Paese e quindi di nuovo le le sfide della politica economica
Con il sottotitolo per rafforzare la crescita
Italiana dopo vedremo perché questo rapporto è stato suddiviso appositamente in due parte in una parte previsivo anch'
Che cercheremo di contenere una presentazione
Perché e quello diciamo su cui
Più si sente parlare di più si sente dire
In giro daremo la nostra view e una parte invece di benchmarking competitivo perché quella invece su cui bisogna insiste nell'azione per poter alzare le nostre prospettive di sviluppo che negli ultimi
Diciamo vent'anni quasi ormai non sono state particolarmente brillante
Ora
Cominciavano con la presentazione
La prima slide ci siamo tutti incatenati la crisi per scappare dalla crisi occorre cooperare
A tale livello a livello globale per stabilizzare i mercati per coordinare le politiche economiche per trovare il modo di sostenere la crescita
E uscire dalla difficile situazione che si trascina ormai da quattro anni questo è il quarto anno della crisi siamo entrati nel quarto anno alla crisi che che emersa nell'agosto due mila sei due mila sette
A livello europeo
Dove c'è bisogno di di più Europa di più governance europea e questo è emerso con chiarezza già all'inizio la crisi nello turno
Del due mila otto ma poiché esplosa nuovamente nella primavera del due mila dieci con le difficoltà dei debiti sovrani e stiamo riformando
L'istituzione della governance europea e il fra poco i Consiglio europea o povera
Misure che riguarda non solo riforme dei mercati ma presto anche il modo in cui cioè peer review con confronto fra gli Stati in direzione di una maggiore competitività di tutti
E infine
C'è bisogno di più cooperazione in Italia quello che manca nel nostro Paese F saper fare sistema
E abbiamo sempre più bisogno di avere una società innovativa e chi è nuova sono l'impresa e quindi abbiamo io ho bisogno si sta imprenditoriale fondamentalmente che sappia suddividere gli sforzi e anche però i risultati di questa ricerca
Di innovazione
Per sintetizzare in un modo non
Serio ma sicuramente divertente un piccolo filmato
Raccolga grazie
Crea
Andiamo
Quali attese
Atto
Forse è stata la mia immaginazione
Scusateci
Proprio loro alto annullare tutti insieme sono incatenati tra di loro io credevo una famiglia molto unita
Ecco non siamo una famiglia molto unita a livello
Globale sicuramente ci sono interessi nazionali molto forte che spingono
A politiche nazionalistiche non siamo forse una famiglia molto unita a livello
Europeo
E di nuovo interessi nazionali
Spesso prevalgono
Vorremmo cercare diventare una famiglia più unita all'interno del Paese non pretendiamo di esserlo però almeno diciamo perseguire interessi obiettivi comuni questo sì
L'idea appunto che siamo incatenati è fatto e siamo obbligati a cooperare
Allora guardiamo le previsioni la pretesa è in frenata questo ramo detto già a a luglio
Nell'ultimo congiuntura flash il punto d'ordine di domanda è è una frenata fisiologica come normale che sia dopo l'accelerazione Brusca fra due mila nove due mila dieci o viceversa eh il prevalere di nuovo dei venti contrari della crisi di cui parleremo dopo comincia a vedere molto rapidamente questi indicatori che delineano il rallentamento
Questo indicatore riguarda il settore manifatturiero se prendiamo il sotto là sotto componente degli ordini era lentamente o e anche più marcato
Nell'area euro cioè sicuramente meno pessimismo che in precedenza soprattutto per le imprese manifatturiere però il livello come vedete non è da economia in crescita
In Germania invece sì la fiducia è tornata ai top storici eretto cominciamo un segnale positivo un po'per tutti noi però consente Pirelli
Aprire una breve presente il prevalenti sulla così detto modello tedesco l'economia tedesca
A
Sta godendo di alcuni vantaggi di natura congiunturale il primo come vedremo fra poco a un deficit strutturale che aumenta moltissimo quest'anno cioè tutti gli stimoli
Che erano stati varati arriveranno per attivi soprattutto quest'anno il secondo un peso sull'export del PIL del dell'ex sul PIL che ricicla cinquanta per cento e con una crescita trainata ed esportazioni questo commenta la dinamica del PIL tedesco
Il terzo elemento è che e la crisi dell'Euro debiti devo dedurre levi che ha portato a una forte fuga verso la qualità e titoli Teresi qui non riduzione marcata ai minimi storici dei titoli dei tassi sui titoli lunghi e quindi questo beneficiare
La Germania in termini di costo del capitale quindi investimenti e mantiene più basso di quello che sarebbe altrimenti l'euro di nuovo vantaggio soprattutto per gli esportatori tedeschi
E e poi diciamo abbia avuto queste sì un paio di comportamenti da dal sistema tedesco il fatto di aver difeso le loro filiera in modo massiccio comma molto meglio con un fatto agli altri così non avere
Come dire strozzature nella ripartenza e in secondo luogo
In Germania i pagamenti della pubblica amministrazione verso le imprese sono stati accorciati i tempi di pagamento contrari come è successo in molti altri Paesi proprio per consentire
Di avere liquidità
Quindi e l'ultimo elemento che la Germania non soffre di uno sboom immobiliare perché non ha avuto il boom tutti questi fattori aiuto nel particolare economia tedesca alcuni di questi verranno meno l'anno prossimo a cominciare dal sostegno pubblico
Bastare successiva
C'è un allentamento in corso negli nel l'export mondiale si vede di più negli emergenti di avanzati la linea verde fa vedere gli ordini esteri globali appunto anche questo c'è crescita ma meno forte di prima
L'OCSE
Prego tre di per e dice un rallentamento questo indicatore
Vale per i prossimi sei mesi grosso modo quindi qualcosa che avverrà fondamentalmente a cavallo fra due mila dieci due mila undici prima parte due mila undici
è più forte questo rallentamento in Italia in Francia perché non che non altrove
Le materie prime comunque rimangono ancora sostenuta e quindi non segnalano un ovvero proprio indebolimento della domanda mondiale anche se rimangono molte molto fluttuanti e poi
Slide dopo
Il
Il conforto viene dal fatto che nel mondo continua a essere molto forte la crescita dei Paesi emergenti che hanno un peso così rilevante ormai sull'economia mondiale tanto che si prevede che il prossimi cinque anni contribuiamo a circa un terzo della crescita
Mondiale
Mentre diciamo in passato davano molto meno quali sono però ritardi ancora da recuperare quello che vediamo in questa slide non è molto lusinghiero per noi noi abbiamo sofferto una delle peggiori cadute
Dal della recessione sei virgola otto punti di PIL in meno dal dal punto di picco al punto di minimo abbiamo dal dallo recuperato un punto tre rimane ancora un po'cinque virgola sei punti
Peggio di noi fa la Spagna come in ritardo di quattro virgola sei e così via diciamo che gli Stati Uniti sono quelli che fanno meglio anche se con un deficit pubblico che è esploso meno uno e tre per cento da recuperare
Di questo passo dove andiamo a finire gli Stati Uniti recuperano il la perché la crisi nel primo trimestre due mila e undici più o meno lo stesso fa Germania il Giappone tutti nel due mila undici Regno Unito nel primo semestre mille dodici noi finiamo al quarto turno due mila e tredici la Spagna
Visto e sta recuperando molto lentamente almeno finora affine nel terzo trimestre due mila diciassette
Se guardiamo non prima di pagare questi rischi ostacoli quelli che sono i
Le le produzioni ancora da recuperare ci sono alcuni settori alcuni Paesi che sono sotto del cinquanta per cento rispetto ai livelli pre-crisi
E ci sono perdite del trenta quaranta cinquanta per cento in molti comparti è difficile immaginare che questi dislivelli questi gap vengano recuperati
Durante la ripresa anche perché il probabilmente nel frattempo vengono dislocati in altri Paesi quali sono rischi gli ostacoli come dicevo all'inizio onoramento amento naturale oppure
è qualcosa legato alla crisi alle cause la crisi e le conseguenze della crisi
Vediamo quali possono essere questi anzitutto una delle case la crisi è stato il credit crunch cioè che continua a operare
Questo grafico e lavoro rielaborato da noi abbiamo già presentato inverte la curva dell'offerto transizione acque d'offerta per far vedere come
E quanto più stretta
L'offerta la domanda era continuato a salire per un certo prete imporrà sta ripartendo viceversa la restrizione da parte delle banche linea rossa la tornata esserci essere più forte di prima e quindi si allarga la forbice fra
Che richiesta capacità del sistema bancario volontari scampo bancarie di erogare
Un'altra un'altra questione quella che riguarda l'occupazione o la difficoltà di creare posti di lavoro si parla spesso di ma anche job esso ricopre c'è una una ripresa senza occupazione Stati Uniti
Sicuramente è vero che in questa crisi c'è stata meno creazione che in altre fasi passate però di questa gioco del ricopre si parlava anche nei primi anni Novanta nei primi anni Duemila
La verità che risponde lei nelle esperienze precedenti la le esclusione del pigra stato molto più forte e molto più intensa e questo lo ha consentito di via sommaria subire più rapidamente
Il sottoutilizzo del lavoro il fatto di allungare le ore lavorate che il modo in cui si risponde inizialmente la ripresa
Cioè
Comunque molto da recuperare in termini di margini
Per le imprese soprattutto nell'area euro soprattutto
In Italia e anche in Germania perché il gruppo è aumentato molto con la crisi siamo ancora se non ricordo male intorno
A qualcosa come quattro per cento di margini in meno per le imprese italiane nonostante la ripresa costante recupero dalla produttività
E infine c'è un problema diciamo strutturale di aggiustamento strutturale questo grafico è stato elaborato sulla base di quello che era successo nella recessione novantuno novantatré
Con il calo dell'occupazione dovuta recessione poi con il calo che ha continuato anche dopo durante la ripresa per effetti di aggiustamento ora ci sono una marea di filtri
Tra la ripresa in questa fase in questa crisi e
La ripartenza del numero di occupati perché molti molte nazioni sia affrontata la la recessione riducendo le ore lavorate per consentire di conservare i posti di lavoro o ricorrendo a strumenti come il Kursaal baite in Germania e la cassa integrazione in Italia questo vuol dire che prima
Di ricreare posti lavoro dovremo passare attraverso una fase di riassorbimento di queste persone
E poi c'è il problema di un mismatching
Fra fra poco domande offerto soprattutto se appunto l'economia si deve riaggiustare
Sì e c'è un aumento disoccupazione strutturale che fa sì che le competenze e persone più a lungo stanno disoccupate
Più si riducono e quindi di riducono lì impiegabili tra delle stesse un altro ostacola crisi il problema dei debiti pubblici e quindi delle politiche
Di bilancio
Perché diventano restrittiva e questa è la RAI euro la linea blu come vedete è la Germania che ancora al rappresentava una forte
Deficit in aumento rispetto al due mila due mila nuove nel due mila dieci con due virgola cinque punti di PIL o due virgola sette punti di PIL di deficit che diventa invece un attivo
Seduto strutturale
L'anno prossimo e quindi diciamo abbiamo poi di fatto una un a
Un forte restrizione di Bilancio e questo diciamo tenderà a frenare ripreso l'anno prossimo
Assai dopo c'è un problema che giustamente come dicevo prima dei prezzi delle case che sono ancora troppo elevati sia nel rapporto prezzo reddito sia nel TERNA il trend storico
Dove questo
Aggiustamento c'è stato e Giappone Germania e Stati Uniti ma come dicevo prima dai successiva si vede c'è un problema né in America legato all'abbondanza di case invendute
I contratti di vendita son tornati a scendere sono scesi nuove icone il le Sistel le vendite di case esistenti cioè uniche rischio diciamo che il mercato immobiliare rimanga imballato ancora lungo tanto più che i prezzi sono sostenuti non sia giusto no in molti Paesi proprio per i tassi bassi
E per una domanda di come dire patrimoniale che si sposta da
Azioni e obbligazioni verso il settore immobiliare
Un'altra farei una potenziale e che avevamo illustrato inizia questa crisi era l'aggiustamento dei risparmi delle famiglie americane in parte già avvenuto siamo sei per cento di tasso di risparmio da quasi zero pari prima della crisi però siamo ancora lontani se vogliamo i tassi risparmio
Gli inizi anni in due anni ottanta e probabilmente ci sarà c'è il rischio di un ove asciutto Inga visto che c'è un molto debito delle famiglie da rimborsare
Ancora nel all'interno dell'area euro
C'è una questione che che riguarda la diversa dinamica tra le economie del Sud dell'economia del nord sia diciamo prima della crisi sia dopo
E questo creerà qualche difficoltà qualche grattacapo alla Banca centrale europea aveva gestito né della politica monetaria e questo è vero anche per quanto riguarda i saldi correnti dai bilanci correnti
C'è un rischio deflazione in giro per il mondo risposta essi Cemmo non è mai stato così alto
è più alto oggi quanto era nel due mila quattro quando Greenspan ha denunciato questo rischio trentenne bassi tassi di interesse
Noi riteniamo che questo rischio non si materializza RAI tuttavia però bisogna
Stare all'erta su questo fronte
E poi
Bilanciando diciamo queste tendenze di fondo
Positive e negative abbiamo reperibili lanciato le nostre previsioni
Lo svolgere sono le seguenti
Il commercio mondiale continua cresceva ancora meglio di quello pensavamo giugno diciassette virgola uno per cento l'aumento in volume quest'anno un sei virgola nove per cento l'anno prossimo torna a crescere un po'meno del potenziale
E quindi fa appunto poco meno del sette abbiamo fissato persecutoria intorno tanta doll il barile non è una previsione è semplicemente
Come dire prendere atto della situazione intendere mettere un prezzo che sia prudente per le previsioni il cambio del dollaro è uno e trenta l'ultima previsione era un eventi e questo diciamo
Agisce a ridurre la dinamica del nostro PIL
Meno crescita negli Stati Uniti meno crescita tendenzialmente nella RAI lo dovrà allentamento arriva dopo crescita ancora sostenuta nei Paesi emergenti i tassi d'interesse che rimangono bassi lungo tutto l'orizzonte di previsione
Le previsioni nostre sono le seguenti
Crescita del PIL uno e due quest'anno uno e tre erano prossimo la precedente previsione dava uno e due uno e sei
Ancora uno scenario moderatamente ottimistico con il traino che viene soprattutto dalle esportazioni più sette quattro il volume quest'anno il più quattro e tre l'anno prossimo
Gli investimenti fissi lordi ripartono grazie soprattutto macchinari e mezzi di trasporto e quest'anno soprattutto grazie agli incentivi erano prossimo perché appunto con il procedere la ripresa il legame esportazioni Investimenti funziona
Viceversa non va bene continuano andar bene i consumi zero quattro zero sette legati a un mercato del lavoro fragile l'occupazione continua a scendere quest'anno sia in termini di unità di lavoro sia in termini di persone il tasso di occupazione tende a salire
E a fine anno prossimo arriva al nove virgola tre per cento
Anche perché aumenterà la forza lavoro
Quindi le persone si affacciano sul mercato lavoro cercare occupazione mentre durante la crisi c'era stato un fenomeno di scoraggiamento e quindi di riduzione e la forza lavoro infrazione rimane bassa più o meno in linea con quella
Europea retribuzioni che
Che
Aumento non più dei prezzi
Con una ricomposizione fa contratto nazionale e quello che invece avviene come slittamento sarà reale a livello aziendale i conti di finanza pubblica sono grossomodo in linea con le con le stime del governo tenuto conto
O scontando la piena efficacia da manovre appena varata
Oltre diciamo a queste previsioni però c'è un problema
Che riguarda un lungo periodo e di lenta crescita del Paese
Non è diciamo da oggi che l'Italia cresce poco e quindi guardiamo la frenata del PIL potenziale siamo passati comunemente negli anni Settanta qualcosa intorno al tre e mezzo per cento a qualcosa che
Scarsamente l'uno
E questa previsione non è solo nostra cioè questa peraltro del Fondo monetario mancato giorno uscito un'analisi di Citigroup che da un aumento del PIL potenzialità dello zero nove per cento negli anni nei prossimi dieci anni
Abbiamo avuto la performance peggiore
La slide successiva negli ultimi dieci anni
Tra i Paesi dei dieci anni precedenti a crisi tra i Paesi industrializzati
E se contiamo anche la crisi siamo arrivati a una variazione del PIL cumulato due mila due mila nove solo dell'uno virgola quattro per cento contro ventitré per cento la Spagna i sedici Stati Uniti numeri vi lascio legge le slide verranno distribuite
Ne ha un pochino veloce per cercare di recuperare tempo per
Rispettare i tempi della mattinata
Il nostro PIL pro capite in relazione ai Paesi dell'area o è diminuito da centosette per cento nel novantuno a novantacinque per cento rispetto agli Stati Uniti
Eravamo intorno all'ottanta per cento siamo intorno al sessantasette per cento
Il dramma è che nonostante la lenta crescita il nostro debito estero aumenta abbia un deficit corrente del tre virgola quattro per cento credo questo significa che difendo diciamo aumentando o diminuendo addirittura perché il PIL pro capite nostro sceso nel due mila nove livelli del due mila euro del nominarmi novecentonovantotto viviamo al di sopra dei nostri mezzi
Dovremmo
Ridurre la domanda interna paradossalmente
Consumare di meno investire di meno il nostro debito estero
Sopra il venti per cento del PIL
Abbiamo un problema di forte dualismo territoriale è impressionante secondo me questo grafico pensiamo un unico Paese all'interno del dell'Unione europea
Che a contemporaneamente un'alta quota di popolazione che sta
Bene cioè sopra centoventicinque per cento del reddito pro capite medio europeo anche se in tre lo paurosamente in calo il cinquantasette per cento del due mila
E però un'altissima quota di popolazione che vive sotto il settantacinque per cento reso meglio pro-capite europeo circa trenta per cento a quali sono
I problemi della frenata l'economia italiana una crescita o meglio una decrescita dalla produttività globale dentro tale economia per totale dei fattori meno due per cento
Tra novantasette due mila e sette contro le vedete percentuale si vada al sedici per cento degli Stati Uniti al dieci per cento o della Germania in particolare questo si traduce in termini di gruppo manifatturiero in un un aumento del diciannove per cento quasi venti per cento in Italia
Con una crescita del costo del lavoro che non è particolarmente forte ma è proprio un problema di produttività che aumenta poco i punti di competa persi uno rispetto alla Spagna
Cinque rispetto Regno Unito ventisette verso la Francia trenta metri verso gli Stati Uniti trentadue verso la Germania
Eppure le industrie riesce attenere
Le quote di produzione mondiale come abbiamo illustrato a giugno inscenare industriale siamo la quinta potenza industriale nel mondo le quote di esportazioni a prezzi correnti rimangono
è prossimo riconciliare la facciamo un rapporto non sto qui a spiegarlo perché altrimenti diventerebbe lunga la storia polacco si è venisse riconciliare una
Tendenza difficoltà declinante del pre del prodotto pro capite e la tenuta del settore manifatturiero a livello globale
Quali sono le leve su cui dire nel rapporto appunto analizziamo sei settore chiave
L'efficienza pubblica amministrazione che consenta all'impresa un ambiente competitivo più favorevole plus una maggiore concorrenza che stando diciamo le stime dell'OCSE commentare
Fino al quattordici per cento il PIL italiano un potenziamento l'infrastruttura dovrà iniziare settanta ramo leader in Europa e adesso siamo fanalino di coda il capitale umano
Dove il teste di Pisa e i riti le cifre che riguardano gli anni istruzione ci dicono che non siamo particolarmente ben posizionata e la ricerca dove spendiamo troppo poco e breve chiamo troppo poco
E infine il fisco che e che metti insieme aliquote elevatissime e pressione fiscale elevata in presenza però
Di una evasione enorme e poche battute su quello su su quest'ultimo aspetto del dell'evasione nove giugno abbiamo presentato una stima di circa centoventicinque miliardi di imposte e contributi evasi
Nel frattempo
L'Istat uscita con le stime del sommerso e noi pensiamo che a questo punto l'evasione da noi indicata sia sottostimata questi grafici
Ci dicono fondamentalmente che
Il sommerso in percentuale del PIL
Al netto di pubblica amministrazione e banche che dovrebbero essere a prova di evasione
Supera il venticinque per cento del PIL in Italia con un forte aumento tra due mila sette due mila otto soprattutto nel due mila e nove ci sono neanche le ragioni economiche
Per giustificare questo aumento di nuovo rapporto ne parliamo
Come si distribuisce
Stai successiva
Questo diciamo l'incidenza effettiva della pressione fiscale che intorno al cinquantacinque per cento del PIL del PIL contro
Il quarantatré virgola due per cento di quella apparente che quello ufficiale e questo vuol dire che chi paga tasse imposte nostro Paese a una pressione che ben oltre quella dei paesi scandinavi
Lo sai dopo per favore
La distribuzione settoriale dice che le irregolarità e molto forte l'agricoltura che però
Settore che pesa molto poco e molto bassa indusse in senso stretto intorno a quattro per cento e intorno al dieci per cento delle costruzioni
Supera il sedici per cento
Nei servizi al netto del Pubblica amministrazione
A livello territoriale è massima al sud
è minima
Al nord qui c'è un problema anche di distribuzione territoriale
Nel chiudere qui la presentazione con le due citazione che abbiano un volume
è chiaro che difficile per il nostro Paese e fare il salto e quindi bisogna scegliere riforme significa un processo comunque di graduale però signori non cominciamo a farlo è difficile costruire nostro futuro grazie
Grazie Lucca
Bello Ciro meno
E anche l'eccidio citazione alla fine il giudizio di merito è lasciata e di scarsa entità andiamo in ordine alfabetico
L'unica differenza che farò rispetto all'ordine alfabetico è che io mi metterò per ultimo perché questo mi dicono essere un meccanismo in sentir compatte Bonnaire senza se e come chairman non vi confermo hai quindici minuti
Concessi da
Come dire dall'organizzazione complessiva del nostro tempo poi sarò io a dover tagliare il mio intervento quindi
Sperando di aver rimesso un pochettino di sensi di colpa do la parola secco potenziale diciamo nel caso in cui intendesse sforare do la parola Sergio De Nardis
Direttore dell'Area macro economica dell'ISAE
Ecco che allora
Nel centro studi milioni dall'economia dal Centro studi Confindustria quindi Caretti ricordarmelo dimenticata la posizione portoncino
Ringrazio il Centro studi Confindustria volermi invitato a discutere questo rapporto che
Come i TIR tradizionalmente i rapporti e centro studi
Sono ricchi di tematiche di spunti
E io
Gianna quali questa direzione
Spero e Giampaolo nomi istituiscono questi secolo diversa
Non mi soffermerò sul sul ciclo è sulla previsione che grossomodo condivido lo scenario forse un antichi si appropri di pessimismo
Riguarda l'anno prossimo forse dipende anche la situazione soggettiva in cui ci si trova in particolare il Ministro Fitto si è venuto a trovarmi in questi ultimi tempi io metterei soffermerò
Principalmente su due questioni strutturali la prima la questione del quella che è stata detta modello tedesco questioni tedesca
Lo squilibrio tedesco e la seconda la situazione dell'industria italiana e attraverso queste due argomenti queste due tematiche che sono trattati nel rapporto del Centro studi sono stati toccati anche nella presentazione di Lucca Paola sì
è per vie diverse può arrivo a questa considerazione che quella scritta lì sotto
Che forse nella retorica di un crescente degli ultimi anni della crisi della ripresa c'è una linfa si sulla magistratura sul ruolo e l'importanza della magistratura però cercherò di argomentare bene questo
Che può essere fuorviante richiamo subito alla Germania
Ok
Ok alla Germania c'è un al grosso surplus commerciale e questo e determinato da un fatto fondamentalmente virtuoso una
E straordinaria accelerazione della produttività il punto che questa situazione la produttività è stata molto sbilanciata in Germania si è concentrata nel settore manifatturiero il settore manifatturiero il settore aperto al commercio internazionale e quello che vieti finito tredici
è stata del tutto assente la crescita della produttività nel settore e negli altri settori in cui si addensano e si concentra una parte i settori non aperti al commercio internazionale ora questa particolarità non è solo della Germania
Capra anche degli altri Paesi europea e i cioè però il punto e che
Ok che il punto è che pancia rimanga questo sbilanciamento è stato a partire dal due mila due molto più forte che negli altri Paesi europei
Questa situazione squilibrata
Eh densa di instabilità porta instabilità per fare un esempio
Uno squilibrio analogo
Dovuto h al se e di natura diversa e di proporzioni diverso si era dovuta ai tempi della riunificazione tedesca
In quel caso ci fu uno choc molto forte di domanda che riguardava un Paese la Germania in quest'altro caso ce lo sciocco molto squilibrato dal lato dell'offerta che riguarda la produttività di un settore
Questi squilibri un'area integrata comportano che ci siano delle modifiche nei prezzi relativi dei Paesi tra i Paesi
E i prezzi relativi tre paesi non sono altro che il cambio reale tra i Paesi
Quindi se ci fossero cambi flessibili
Questa situazioni sbilanciata dovrebbe corretta da un apprezzamento della Panetta tedesca ma i cambi flessibili non ci sono c'è lei euro c'è la moneta unica ma anche con la moneta unica
Sì determinano dei meccanismi di aggiustamento interno in altri termini
In Germania che ha colto lo choc positivo tecnologico stress nel settore che ha guadagnato produttività si deve sia un al momento di Barenghi etilista data loro in quel settore il settore manifatturiero
Che d'accordo a dinamiche salariali più accentuate che quel settore si può permettere perché ha avuto
Guadagni di produttività ma che si trasmettono anche nell'altro settore in cui c'era più attrezza della ignora produttività nel settore nutriti d'e questo comporta accelerazione dell'inflazione tedesca rispetto ai concorrenti
E accelerazione dei salari tedeschi rispetto i concorrenti quell'apprezzamento del cambio orario che non si riesce a determinare quel cambio nominali sia attraverso questo tra il meccanismo di maggiori informazioni in Germania questo non è avvenuto
L'infrazione relativa delle produzioni non crediti in Germania e sta e inerme in aree prestata
Più alta che in Germania dovessero opposto e i prezzi salari tedeschi sono scesi rispetto ai partner euro perché questo non è avvenuto
Perché
Di dove sia il punto lo choc tecnologico positivo in cui quindi la domanda di lavoro in Germania nel settore manifatturiero è cresciuta
Questo non si è tradotta spunta sui salari industriali che quella curva nella vostra salario reale nella magistratura in rapporto alla produttività del lavoro nero in agricoltura
Che sono cresciute meno di quanto sarebbe stato consentito dal Governo di efficienza tedesco a parte l'ultima vicenda il due mila otto due mila nove della crisi ma ha fatto molto continuamente
E perché nella crisi i profitti vanno assorbito lo shock recessivo queste comune alla Germania al da all'Italia e da altri Paesi industriali
Arrivo a conclusione da questioni tedesca i ricchi una slide è contemplato
Impulsi depressive tendenza all'ipertrofia manifatturiera questa problema è un problema grosso di governance europeo ma è del tutto assente in questi termini nella discussione diciamo
Produrre porto addosso ingessata comunitari
C'è una questione di superare sporta io direi anche di mini importati da dei dati dei transitori di rimbalzo del secondo trimestre tedesco che è compete e determinata anche dal cambio reale debole
L'avanzo tedesco nei confronti del recesso tutto il mondo e pari al sei per cento del PIL e negli anni mediamente precetti era sette otto per cento il PIL sei per cento nelle recessioni tedesca
Il sessanta per cento di questo sei per cento nei confronti dei Paesi dell'area euro
Ora data l'impostazione tedesca esigenze di riequilibrio di questo squilibrio interromperemo ricadono sugli altri Paesi è quasi una strada un percorso obbligato
Ma chi ha delle conseguenze che sono quelle che ho indicato con le freccette
Il primo e che cioè e in altri termini il pensiero di partner della Germania dovrà fare simmetricamente quello che non è stato fatto in Germania
Per quanto riguarda il varo di inflazione che deve essere attuato in Germania che nel Paese ed all'albo per abbassare i salari e prezzi e questo è un input su depressivo per l'aria e devono onorare la Germania facendo crescere naturalmente la manifattura
E in modo sbilanciato un paio di punti domanda e desiderabile e auspicabile e questo è precisato nella stima
La freccetta anche e soprattutto il pronostico che tutti i Paesi dell'area euro espandono in molto sbilanciato il settore manifatturiero ma soprattutto dubbi del consumatore europeo e consumatore italiano
Il sessanta per cento circa della spesa forse più del consumatore europeo e i servizi distribuzione Public Utilities i settori con basse efficienza
Non c'è da sorprendersi che in Europa i consumi siano stagnanti intatta che l'efficienza non c'è in questi settori in pace nel manifatturiero
E vengo forse sta nei tempi rapidamente alla questione italiana
La questione italiana
Imprese industriali nell'accordo sull'altare questo
Insomma nelle valutazioni nei commenti che avrei potuto prendere articoli di Tabellini di qualche tempo fa anche qualcun altro e mite in contrasto Cabassi promozione fortemente contrastati
La prassi italiane sono
In una situazione disastrosa norma il Presidente a nessuno eccellenti
E quindi c'è una uscito azione un pazzo diciamo un'oscillazione extra scarso no anzi eccellente profitti sbagliasse innata Turati ed altro
Il prodotto e che c'è un problema di misura nei prezzi particolare nei prezzi all'esportazione e questi dei grafici che spero siano visibili cerco di argomentare questo è un contributo che
Cerco di dare ad analisi dei centri sparuto di Cristo che forse l'ISAE per
Tengo a ridurre i fascicoli dell'ONU e che prevede questa possibilità ma cerco che
Queste considerazioni si diffondano e e si stimoli anche l'istituto stracci tali statistiche in questo senso
Ora c'è un problema detta misura dei prezzi all'esportazione incolpando grafico vedete un rapporto tra il Procuratore delle esportazioni che avete e la variabile che viene utilizzata
Per trasformare l'esportazione davvero tanto esportazione avrà nelle statistiche ufficiali
Ma
Rispetto a quei prezzi all'esportazione che è una variabile Istat o degli altri uffici di statistica che è un vero e proprio invece il prezzo
Lì evidente c'è una norma che in Italia come rapporto tra queste due indicatori il dei fattori che serve a trasformare in volumi le esportazioni italiani e il prezzo all'export in Italia
Cresce in modo quasi monotematico dal due mila cinque in poi negli altri Paesi conosce mettono all'unità anzitutto
Poi dovrebbe
Scendere colorato in Germania perché un cenno dottor Rota perché questa è una cosa statistica tecnica cioè statistica
L'indicatore dei prezzi e a partecipare a queste costantemente un peccatore del depuratore appesi variabili e questo dovrebbe far sì che avvenga quello che c'è in Germania
Trattando c'è tutto il contrario però costituisce la piena e qualitativo chimica accadimenti accetta questa imparato essi
Taniche c'è un miglioramento qualitativo ma come è possibile questa barricati trimestri trimestre non avvenga in Germania o negli altri Paesi ed aree per me è un'anomalia
Correggendo per la normativa e di esportazioni propone al grado di consulenti cessi IVA
Per italiano risultano ben più alte di quelle ufficiali la spugna blu
Continua è quella ufficiale di Newport tratteggiata e la correzione che apporto dei frazionando le esportazioni italiane con l'indice di prezzo non ho con depuratori con un indice di penso che mi dall'Istat non lo sono inventato io ma dall'Istat
Tra il due mila cinque due mila ma delle esportazioni Ivo con me
Italiane ma io sono sicuro che gli imprenditori questo lo sanno e lo conoscono nel sulla loro pelle sono più alte del due virgola cinque per cento all'anno rispetto a quelli ufficiali
Però l'export non è tutto calore aggiunto perché l'export è output il fatturato e produzione mi dobbiamo toglierci i per iter medi
Strategie un settanta per cento a questo del resto il trenta per cento il valore aggiunto
Allora si trasforma inondando raggiunto evitati gli input che vengono impiegati una produttività manifatturiera più alta dello zero sette zero otto per cento affanno in questo periodo
C'è da dire che la Banca d'Italia prendendo strade diverse da queste partendo sempre dal problema della sottovalutazione dei prezzi all'export giunge per quanto riguarda il valore aggiunto manifatturiero a una cifra molto simile ma allora se è così
Si hanno delle conseguenze sulle dinamiche la produttività di questo settore il settore manifatturiero
La linea marrone e la produttività totale dei fattori manifattura tedesca la linea verde la produttività nulla Area euro escludendo Germania Italia e la linea blu continua e la produttività manifatturiera secondo l'Istat
La linea blu tratteggiate la produttiva e manifatturiera Istat ma corretta per il
La maggiore valutazioni delle esportazioni
Questa correzione e porta a far sì che nel periodo antecedenti la crisi tra il due mila e sette e illibertà due mila tre due mila sette
Però da Pontida manifatture italiana sarebbe cresciuta di circa due una Ottone nove per cento e il trenta che regolano negli anni Novanta e tazza non c'è più
Nel senso che c'è stata
Argomento meglio
C'è stata una crisi di produttività dell'Italia evidente noi io non direi dal novantacinque al duemila inclusivo cinquemila nei primi anni Duemila perché la produttività manifatturiera italiana
E andata crescente per tutti gli anni Novanta con regolarità c'è stato un primo periodo di forte accelerazione che ci sono state anche le protesi valutazioni del cambio nei primi anni Novanta per correzione
E la crisi la produttività nei primi anni due mila portando ci sono gli sbagliati sciocche tecnologici e competitive citati anche traducano nel rapporto cioè se c'è adesione all'euro China
E nostri fibre che colpisce il Aldo specifico l'economia italiana e quel periodo di crisi la produttività
Per gli anni due mila e il periodo comuni
Grazie a queste Jacques competitive grazie a queste sciocco periti rimborso Italia le imprese italiane si riorganizza né si ristrutturano infatti in questa riorganizzazione noi vediamo dell'accelerazione di operatività anche la seconda metà degli anni Duemila dopodiché
C'è la crisi della recessione
Punto due slide però
Un minuto il multiplo slide caratteristiche di questa ristrutturazione che sia avvenuto nella primi anni Duemila non tanto rivoluzioni settoriali si i settori tradizionali del made in Italy sono contratti sono espanse
La meccanica urbanisti investimento i beni intermedi tanto distruzione creativa dentro in settori nostri e dentro l'impresa
Lascio queste slide per male disponendo ormai non non m'perdo tempo ma la cosa dire a descrivere quei nomi la cosa importante che in quel lasso di tempo due mila due macine quella produzione è cresciuto pochissimo ma sicuramente pronto il progetto pochissimo mai avvenuto un granché memento
E sa sono aggiuntivi e si sono tolti i prodotti dentro l'impresa in misura molto più ampio di quello che sarebbe stato necessario per accomodare questo piccolo tre per cento ventiquattro per cento prodotti nove prodotto giunti nelle tre per cento prodotti eliminati rivoluzione dentro le imprese
E questa di produzione
Ed è la torta c'è stata nel senso quella torta il centro di cura torta da dimensioni per la torta indica l'aumento del valore unitario dell'output dell'impresa per un periodo che cinque per quattro per cento
Ora
La gran parte di questo momento l'ottanta per cento del voto a notifica del mix produttivo
Solo quando il diciannove per cento venti per cento e sono gli stessi prodotti che c'erano due mila i cui dal proprietario i prezzi sono aumentati la gran parte un mutamento di composizione
E che si è un autentico posizione sanzionando al tutore unitario e mutamenti composizione nel senso di alta qualità
Ultimissima slide e quindi
Problemi di crescita alla sfida
Gli anni due mila
A e tenendo presente che le argomentazioni che ho fatto per non sono stato un decennio perduto per l'industria italiana non sono stato invece hanno perduto per la manifattura italiana
E la recessione con altri due anni è intervenuta sulla struttura che si erano ampiamente e diffusamente riorganizzata e se li vedono i frutti nell'accelerazione esportazione temetti non si capisce perché esportazioni vanno bene e
Noi la produttività dal mare è stato un aggiustamento spontaneo non c'è stato un intervento che attraversi McRae è stato un aggiustamento dettato dal mercato globale
Piemonte ed è stato un aggiustamento che aveva dato solo coloro che non esposti alla concorrenza internazionale cioè gli esportatori esportatori sono pochi
Ne ha mai fattura sono diciassette su cento
Però fanno il settanta per cento il valore aggiunto manifatturiero datate però questa non è una casa in caso italiano comunque esportare un fatto raro perché questo si definisce un anno sono i migliori anche in Germania gli esportatori sono una minoranza
E su questa questione politica ed esportazioni volte c'è un fraintendimento Borioli indi ippica negli ultimi secondi su questi ultimi punti
Non è che e esportare porta produttività e tutto il contrario di regola esportare non porta produttività il produttivi sono gli esportatori e quindi
Quello che porta poi produttività non solo ma le nostre esportazioni sono esportazioni degli altri perché le esportazioni dei competitori spingono a selezionare i produttori i migliori e i prodotti migliori dentro l'impresa
In questo senso uno dovrebbe dire grazie c'è una
Perché è stata una spinta selettiva molto forte di questi anni e l'export e degli altri competitori e quello che manca negli altri settori purtroppo ce l'abbiamo né manifattura
Ora assicuratore magistratura porta a risultati migliori
Nonché abbiamo non è stato il miracolo non ci sono mira a cui è stata la normalità secondo me dell'aggiustamento di un settore aperto alla concorrenza internazionale si possono risultati migliori forse sei
E però non tutte Ferrando con gli esiti della globalizzazione ma agendo sulle condizioni di contesto la dotazione di capitale emanano certamente
Innovazione le infrastrutture le risorse la mobilità dei risorse tra settore improvvise la dimensione questo e lo spazio del cloro per politiche per attori sociali e poi si pratica
Però è un percorso di un caducata però qui il punto ora possiamo anche raddoppiare la produttiva manifatturiera dal due per cento che dico io li state dice molto di meno dice uno virgola due per quattro sino all'otto per cento a quattro per cento
Però se gli altri settori non crescono
La dinamica debbano essere dei consumatori e il rimanente su un sentiero molto modesto
E i perché gli altri settori sono o non esposti alla concorrenza di questo il compito quindi del policy maker
Cercare intervenire nel modo più efficiente per lanciare finalmente il settore che incide maggiormente sul benessere consumatori italiani ed europei
Grazie Sergio anche per la vertenza citato un pochettino di coraggio diciamo o in mezzo Torrieri
UAL tanti che sono qui
Che in questi anni si sono dati molto da fare per aumentare la loro competitività
Ma la parola
Giuseppe Pisauro professore di scienza delle finanze alla Sapienza e
Cher manda o membro di tutti i comitati e gli organismi che in Italia si occupano di finanza pubblica in passato rosso facile dire quali non più naturali non si è fondato
Ringrazio innanzitutto per l'invito
Nell'occasione di
Di grande interesse ma io appunto come accennava Galli mi sono cupi occupo di finanza pubblica quindi e naturale che andrò diciamo a concentrare il mio quarto d'ora
Su su quei temi nel rapporto c'è una parte molto pregevole che
Su cui è un po'sorvolato porre Luca Paola sì che è riguardo appunto questioni come l'efficienza della pubblica amministrazione il i problemi del del debito pubblico e così via ecco io
Partirei partire dall'invio Couperin sostanzialmente di di codesto debito pubblico nel rapporto si dice abbiamo un problema ovviamente di debito pubblico molto cresciuto e si fanno esempi di Paesi come il Belgio
O l'Irlanda che
Nei decenni passati sono riusciti a ridurre gli anche di tantissimo diceva il Belgio quarantacinque punti in dodici anni di riduzione del rapporto debito pubblico PIL l'Irlanda ancora ancora di più
Questa è l'esperienza del passato e quindici dice ma è possibile no ridurre in modo significativo il debito qui ci sono però alcune novità
Innanzitutto non c'è non è più la riduzione in un Paese solo quella riduzione in tutti i Paesi contemporaneamente questo il primo è il primo dato
Siamo a un livello di gabbie di debito pubblico che in tempi di pace non ha precedenti
Nel
Fra il due mila e sette e il due mila e dieci il rapporto debito PIL nelle se nelle sette economie più avanzate del G venti compreso nel G venti è cresciuto di circa trenta punti
Abbiamo avuto debiti pubblici molto alti e generalizzati ma in tempo di guerra e con prospettive sul futuro molto diverse
Quindi grande la grande incognita che la Puglia la prospettiva demografica per l'economia avanzata
L'invecchiamento e le pressioni che con esso produce produrre destinata a produrre sulla spesa
Sono un dato che cambia contenti
Radicalmente il contesto
Mamma esperienze passate usciti dalla cura dalle guerre quando c'erano debiti alti la situazione ovviamente non è ora di
Invecchiamento delle liste
In passato da queste cose si è usciti sempre con l'inflazione
Tra l'inflazione e a qualcuno può avvenire durante la tentazione dire ma un po'di inflazione civica aiuta a risolvere il problema ecco
Infrazione naturalmente risolverebbe il problema ce ne vorrebbero dosi massicce vi cito solo un
Un esempio un
Il Fondo monetario qualche mese fa stimava che anche se sono se accettassimo un'inflazione del sei per cento per cinque anni questo ridurrebbe
Di cui quaranta punti che il fondo allora prevedeva di aumento del debito pubblico ridurrebbe a trentadue
Quindi aumenterebbe comunque ritenete due punti si ride si ridurrebbe l'aumento no
E allora se questa strada è preclusa l'unica strada possibile è quella di un lento io entro
Ricostituendo gli avanzi primari
Sempre fra sempre il Fondo monetario stima che
Sarebbe necessario per riportare al sessanta per cento dal
Centoquindici centoventi a cui arriverà degli altri nel due mila dodici due mila tredici rapporto debito-PIL nell'insieme delle economie avanzate per riportare al sessanta per cento
Occorrerebbe
Occorrerebbero otto punti e mezzo di miglioramento dall'avanzo primario in dieci anni e per questo miglioramento andrebbe tenuto stabile per altri dieci anni in questo modo Aldo intorno al due mila e trenta siamo tornati al sessanta per cento del rapporto debito e PIL
Come si fa a ottenere questo risultato
Come vedete la situazione italiana è leggermente migliore da questo punto di vista in termini non di livello del debito vale ma di miglioramento dell'avanzo primario che sarebbe necessario per conseguire il risultato
Diciamo le ricette sono
Essenzialmente tre
Evitare l'impatto del della bomba demografica sui conti pubblici quindi mantenere costante in quota di PIL spesa pensionistica e spesa sanitaria congelare in termini reali
Le spese diverse da quelle legate diciamo all'invecchiamento
Poi vedremo cosa significa questo per l'Italia
E
Temo anche dice il Fondo monetario aumentare la pressione fiscale nella media di questi Paesi di circa tre punti
Questo diciamo il e il
E la buona notizia il messaggio diciamo adesso andiamo a vedere questo che cosa significa naturalmente con mille cautele
Infatti si negli ultimi mesi sono diciamo venuti sono stati pubblicati tutti una serie di studi di organismi internazionali principalmente ve lo dico del Fondo monetario in cui
Come come ottenere più entrate senza avere effetti negativi sullo sviluppo
Ovviamente il quello su cui tutti si incentrano e quindi abbiamo
Più spazio degli altri eh
Ridurre l'evasione
No che diciamo è quello che avrebbe impatti meno forti
Sullo sviluppo e può intervenire su basi imponibili immobili no quindi tendenzialmente imposte sul
Più imposte sul patrimonio spostare l'imposizione del reddito al consumo tassare di più
L'inquinamento e così via
Vediamo la situazione italiana allora questo adesso devo imparare a usare questo Giorgio io ho fatto una proprio un paio di calcoli sul retro della busta come si dice per vedere diciamo doveva il come facciamo a rientrare dal debito ho assunto obiettivi meno ambiziosi del cui di voler fondo io mi accontenterei di un rapporto debito PIL stabilizzato all'ottanta per cento ad esempio piuttosto che al sessanta per cento nel caso nel nostro caso
Senza andare diciamo sulle tecnicalità allora il punto di partenza è un avanzo primario prendendo per buona l'ultima manovra quella del di prima dell'estate un avanzo primario e zero nove del due mila undici due e quattro nel due mila dodici
Vi racconto solo il primo scenario più scenario eh molto favorevole
Perché ovviamente dipende dal
La dinamica dipende dal differenziale da tasso d'interesse nominale tasso di crescita nominale del PIL
Immaginando che sia quello implicito nelle stime ufficiali del governo ultima relazione unificata sull'economia la finanza pubblica zero sei che è
Storicamente
Favorevolissimo
Rispetto agli ultimi anni ai implicito un tasso di crescita reale del PIL dal due mila tredici in avanti del due per cento l'anno fisso che come abbiamo visto molto diciamo
Ottimistico
Ecco
Anche in questo quadro ottimistico
Per arrivare a un debito pubblico all'ottanta per cento nel due mila ventiquattro dovremmo aumentare l'avanzo primario altre dal due quattro del due mila e dodici ammettendo che la manovra abbia stretto esso è pieno successo
A tre e nove del due mila quattordici poi dovrebbe versare costante per dieci anni fino al due mila ventitré
E poi
Possiamo andare riportare diciamo ritornare a un pareggio di bilancio nel due mila ventisette
Questo è il quadro
Naturalmente cambiano diciamo
Gli scenari se ipotizziamo ipotesi ipotesi più realistica e sul differenziale tasso interesse tassi di crescita del PIL loro se ipotizziamo di articolare esser più ambiziosi portare
Il
Il rapporto debito PIL sessanta per cento che essa si vede si vede poco
Comunque mi sono chiesto la questo che cosa implicato estesa ed entrate naturalmente può implicare qualsiasi cosa perché sono i due due dice è un'equazione con due incognite però giusto per fissare le idee per renderci conto ora negli ultimi dieci anni la spesa pubblica al netto degli interessi è cresciuta mediamente del due per cento reale l'anno
Tenete conto che negli anni Ottanta cresceva ed è cresciuta del del quattro e negli anni Settanta o il cinque per cento ore all'anno grossi media quindi comunque diciamo è un tasso di crescita più basso del
Allora l'esercizio che ho fatto
Crescita della spesa reale diversità si cresce la spesa reale primaria qua che dove possono andare dove può andare da Porto entrate PIL qui da un distinguo tra fiscale non fiscale prendo tutte le entrate insieme
Il punto di partenza è il due mila dodici in cui rapporto entrate PIL e quarantasei e otto naturalmente se la crescita reale della spesa primaria del rimane del due per cento
Poiché
Il spille come ho detto in questa ipotesi già molto ottimisti accresce il due per cento reale all'anno l'aggiustamento si deve fare tutte sono entrati
E quindi
Quel punto e mezzo per che manca da due quattro per arrivare a tre nove deve essere tutto
Entrate per forza sei riusciamo a dimezzare rispetto al trend storico il tasso di crescita reale della spesa
Dobbiamo tenere ferma la pressione fiscale diciamo le entrate per i prossimi anni anzi dobbiamo legge dovremmo leggermente aumentarla vera quarantasei otto al quarantasette del due mila e quindici e poi possiamo permetterci
La riduzione
Qui dobbiamo stringere la cinghia ancora per qualche anno
Naturalmente se
Riusciamo a non far crescere ma questo del tutto illusorio viste le premesse che fra dicevo prima per nulla la in termini reali astuta la spesa pubblica al netto degli interessi
La riduzione delle entrate compatibile con quell'andamento imprese anzi un PIL che cresce dove centro anno non ha limiti le entrate si possono ridurre a piacere
Ho ma questi diciamo andamenti che rispetto alla storia
Questo grafico è il saldo primario del bilancio italiano negli ultimi
Sono già andato oltre forti
Essendo privo dei del bilancio italiano negli ultimi diciamo dal da presiedere davanti come vedete sono pochissimi la linea rossa il tre e nove che dovremmo avere come come obiettivo la riunione Zonta alle quella
Fucsia diciamo la manovra
Di di prima prima dell'estate sono relativamente pochi gli anni in cui siamo stati con abbiamo avuto un avanzo primario superiore a quello che sarebbe necessario
Vado rapidamente a
Concludere quanto un paio
Quanti minuti ho ancora
Due va
Allora dove intervenire
Allora seguendo diciamo quello che diceva il fondo e dobbiamo tenere ferma la spesa diversa da pensione sanità
Come si fa
Allora ci sono due cosa su cui
Che vengono subito in mente uno
Temo congelare in termini reali salari pubblici
L'altro intervenire sui
Sui sussidi alle imprese
No in Italia ci sono ancora diciamo a parte le imprese pubbliche uno due punti di PIL di trasferimenti alle imprese squadre si può intervenire
E l'altra questione e l'efficienza
Capisco che non è la sede
Che ha fatto per far questo rischio fra
Tuttavia diciamo la fantasia si esaurisce guardando diciamo le varie voci e le varie voci del bilancio pubblico l'efficienza come si fa al ad avere più efficienza dalla pubblica amministrazione oggi c'è uno spazio enorme
Però lo spazio e lo spazio enorme
Lo spazio enorme eh diciamo nelle e qui si vede anche delle analisi del Centro studi nelle
Nelle grandi differenze che ci sono
A livello acqua siamo all'Iper qualsiasi servizio sia a livello di servizi e sia l'amministrazione centrale sia di quei locali a livello territoriale ecco su quello bisogna intervenire lì c'è un enorme spazio di miglioramento dell'efficienza e o di riduzione dei costi
Quella è la strada
L'ultima questione e come si interviene sulle entrate
Anch'si interviene abbiamo detto non si riesce ad abbassare probabilmente nei prossimi anni il livello diciamo delle entrate però una ricomposizione per avere un fisco più favorevole diciamo così alla crescita si può fare ci sono spazi
E con questo chiudo non
Senza diciamo prendendo di nuovo le costo del fondo
Chi fa il fondo in una in un lavoro di qualche mese fa di questa primavera stimava uno spazio di aumento delle entrate e quindi di riduzione di altre entrate visto che vogliamo tenere stabile la pressione di quattro virgola sei punti di PIL per l'Italia
Di cui tre dall'IVA
Soprattutto con riduzione diciamo del dell'evasione ma anche con riduzione di tutta una serie di esenzioni e così via
Zero sei punti di PIL tra tappe le dalle varie accise
Tabacco ma anche soprattutto diciamo accise sul sugli oli minerali e un punto da imposte sul patrimonio questa è la grande differenza che c'è nel tra il sistema fiscale il
Italiano in parte quelli europei e i sistemi fiscali
Canadese o americano
Imposte sul patrimonio in Canada e negli Stati Uniti da nel tre per cento del PIL
Nei paesi europei danno circa l'uno e qualcosa in Italia danno decimi decimali
Spostare verso il patrimonio l'imposizione spostare diciamo verso forme nello distorsive l'imposizione può dare un contributo alla crescita
Un'ultima battuta
Tutto questo però non dobbiamo dimenticare il punto di partenza lo dobbiamo fare in tutti i Paesi contemporaneamente per cui il coordinamento delle politiche fiscali
E sempre più
In quell'ente sempre più necessario il problema di un Bilancio
Più ampio a livello comunitario e quindi spazi di interventi più ampie a livello comunitario di coordinamento dei poli e fiscale e ineludibile lo diciamo da
Da decenni
L'unico diciamo elemento di di speranza che si può vedere che
Sono solo le grandi crisi che mettono in discussione gli equilibri di governance viene in mente che del cambiato in
In modo radicale la struttura del federalismo americano con la crisi del ventinove
Il ruolo del Governo federale eh cresciuta enormemente in quella fase ecco qualcosa del genere potrebbe avvenire
Anche
Nel
Contesto europeo grazie
Grazie Giuseppe sapevo che dopo la buona notizia saresti arrivato anche a quella cattiva anzi è una sequenza di cattive notizie e ora ora la parola
Allora la parola Lucrezia Reichlin attualmente Londra Scurria ISTRESCO culla a fino a non molto tempo fa
Direttore della ricerca della Banca centrale europea Lucrezia
Grazie Gelpi grazie a Confindustria per avermi dato l'opportunità di discutere questo rapporto abbiamo un quarto d'ora quindi quanto tempo mi dai cinque minuti io sette minuti no perché Cesena che tenga
La RAI inizia la nuca eccetera
Cercherà di esistenti di tagliare
Dunque il mio compito quello di discutere le esogene da quanto ho capito quindi soprattutto vorrei concentrarmi a discussione sulla avrei delle euro invece che dell'Italia di cui si è ampiamente discusso
Di cui hanno ampiamente discusso i miei predecessori vorrei fare quattro punti probabilmente però ne ne taglierò un po'o parlare velocemente dell'area dell'euro e qual è la mia visione sia sui dati recenti che le previsioni
Discutere un momentino d come design come si deve capire l'eterogeneità delle performances dei diversi Paesi dell'aereo soprattutto perché questo
Un punto molto importante per interpretare la volatilità recente sulla sulla questione del debito sovrano
E quindi mi vorrei concentrare poi soprattutto sul problema della contabile o della crisi sovrana come mai dalla Grecia si è passati ad una crisi
Di fiducia verso l'area dell'euro che sembra più generalizzata anche quindi pone dei del dei punti interrogativi su sulla ripresa
E come bisogna interpretare la politica della BCE in questo contesto rischi che possibile uscita del dalle politiche straordinarie
Quindi sarò molto veloce sulla prima parte dato dalla la i limiti del tempo a disposizione
A mio avviso furto lontano si riceva la crisi hanno quarto ma la recessione
è finita nel secondo trimestre del due mila nove come sembrano dati i dati mostrare i dati del PIL naturalmente il PIL non è tutto i rischi rimangono però se si
Se si rimane diciamo hai dati il punto di svolta c'è stato e siamo diciamo in ripresa dal secondo mondo trimestre due mila nove quindi già da un po'di tempo
Siamo anche in una fase due nel senso che il contributo alla crescita non è solo scorte ma anche consumo quindi siamo è una ripresa che sta prendendo piede in modo più in modo solido
Le previsioni non solo le vostre ma anche quelle dell'OCSE del del fondo e la Commissione ha radici e sono state riviste al rialzo
Ho e direi anche la mia lettura dei dati sul credito non è così catastrofica come la vostra nel senso dell'altro esulta il credit crunch se si vedono i dati
Dei prestiti a alle non farà cioè corporations o sì quello che si nell'area dell'euro nel suo insieme
Quello che si vede è un ritardo rispetto al ciclo che in linea con l'evidenza storica
No questi sono i punti che voglio fare appunto sulla prima parte e quindi non vi farò vedere i grafici appunto perché appunto non c'è tempo e però insomma va ben oltre i limiti i miei i punti sulla prima parte parecchie
Che fossero ciò che spero che siano chiari questa la decomposizione della crescita dell'output tra cumulata dalla secondo trimestre due mila nove
Per settori consumo co spesa governativa investimento scorte
E Trezza plesso e come si vede il consumo che quello blu un po'che ho e contribuisce in modo decisivo
Ha i numeri positivi che si sono osservati dal secondo trimestre del due mila nove
Ho
Bisogna in che senso la ripresa è ovviamente debole come è stato osservato dal rapporto però in un certo senso ai business ASI usuali in che senso di sensazioni dal
Ripresa nell'area dell'Euro è generalmente più lenta che negli Stati Uniti e il ciclo è ritardato il cito europeo è ritardato rispetto agli Stati Uniti sta parlando dell'area dell'euro nell'aggregato
Questo è un grafico secondo me molto carino perché è molto semplice il il PIL per capita della gli euro è della d'area dell'euro in blu
Rispetto a quello del in tasso di crescita dal settanta al due mila sette quindi pre-crisi
E il verde quello degli Stati Uniti come si può a ben vedere c'è una rapporto di Lidl hangar molto robusto che fa pensare che
Saremo fuori della crisi quando gli Stati Uniti saranno fuori dalla crisi
Questo è il problema questo è il rapporto tra PIL per capita Stati Uniti euro area dell'euro
Come vediamo dal punto di vista prima ha fatto vedere la crescita ora vi faccio vedere i livelli
Il ora messo zero e mille novecentosettanta e il gatto e costante da più di trent'anni a questa parte siamo più poveri nell'area dell'euro nell'aggregato del trenta per cento rispetto agli Stati Uniti e non c'è cacciato fa non c'è dal cioè non c'è stato nemmeno centosettanta questi gli ultimi dati degli ultimi anni non sono particolarmente
Strani rispetto alla storia dei dei di quarant'anni quindi vorrei diciamo mettere del il focus su i fatti robusti e i fatti robusti quindi si devono vedere dal punto di vista storico
O questo quindi il problema del cacciata non è solo un problema dell'Italia è un problema delle del dell'area dell'euro in generale inclusa la Germania
Sui prestiti non parlo perché perché non c'è tempo appunto qualcosa devo tagliare vorrei dire qualche parola sulle eterogeneità tra Paesi
Anche il punto di svolta di cui ho parlato il secondo trimestre due mila nove per l'aggregato ma è anche per la maggior parte dei Paesi dell'euro direi tutti all'eccezione della Grecia
Ci sono differenze
Sono un po'anche nell'in accordo APPA disaccordo su quello che è stato detto nel passato sulle grandi difficoltà di aggiustamento all'interno dell'area dell'euro
E vi farò vedere un grafico che sostanze questo punto ci sono delle differenze ma queste differenze anche quelle sono abbastanza in linea col passato le differenze diciamo di di punti di PIL tra diversi Paesi
E per quanto riguarda l'Italia anche lì se si prendono i dati storici non è chiaro che l'Italia sia un underperformance in modo sistematico
O anche se in i numeri diciamo degli Uday dal due mila anch'io ho dato dal due mila la debolezza dell'Italia sono c'è destano qualche preoccupazione quindi è molto importante di capire come
Si uscirà da questa congiuntura
Salto questi grafici che appunto illustrare il punto che volevo fare
Ma vi voglio far vedere un altro grafico che un menù e meno leggibile però secondo me abbastanza illustra attivo in blu ci sono quelli che io chiamo i Paesi del Corretja i Paesi che nel mille novecentosettanta circa quarant'anni fa
Avevano una o un reddito pro capite più o meno simile a questi Paesi in blu
Se no no o il Belgio la Germania la Francia e Paesi Bassi l'Austria ma anche l'Italia che ha avuto dal punto di vista le caratteristiche cicliche comportamenti molto simili a quelli del corpo
In rosso con quel compro con una valuterete una parete Zaman maggiore una minore sincronizzazione vediamo tutti gli altri il Portogallo la Grecia eccetera quindi questa eterogeneità che si nota oggi nella ripresa
è un'autorità che anche lì è in linea con l'evidenza storica se vedete nel mille novecentonovantanove da quando o si è entrati nell'area dell'euro questa questo tipo di questo tipo di Paternò non è cambiato quindi tutta una serie di ragionamenti sulla difficoltà dell'aggiustamento macroeconomico
All'interno dell'ora dell'aria sembrano essere forse non così importanti dal punto di vista quantitativo quando si guarda al PIL per capita che è la cosa misurata meglio perché i dati di produttività hanno un'enorme margine di errore
Ok non parlerò dell'Italia perché ne avevano parlato i miei predecessori ma a questo punto avendo detto questo su o sull'Europa che in fondo diciamo il messaggio è business Stasi usuale
Perché come dobbiamo capire il contatto della crisi sovrana
Allora i problemi chiave a mio avviso sono o
C'è un problema di Solvency in alcuni Paesi un problema di liquidità nel rapporto tra le banche di rischio di controparte come si dice in termini tecnici che è legato anche lì ha problemi di Solvency tra le banche ma il problema come vorrei spiegare un paio di slide per me eh l'interazione
Tra il problema di Solvency di liquidità che implica dei rischi sui mercati finanziari e delle difficile scelte dal dal punto di vista la politica monetaria
Allora il problema del contabile o il problema al contagio legato all'incertezza cioè l'incertezza e l'incertezza sulla Solvency dei Paesi più deboli quello che si chiama il suo per riesca
E da una parte quella su dell'incertezza sulla Solvency dell'istituzione finanziarie più deboli quello che si chiama appunto il fine ancia riesca
Questo porta al contati giochi e di cui abbiamo visto appunto le conseguenze tweed sui tassi negli ultimi mesi
Perché i mercati non hanno fiducia tra i meccanismi di politica monetaria efficaci fiscale e di management della crisi dell'area dell'Euro
Quindi dal punto di vista della di della discussione sull'Euro il problema chiave a mio avviso è l'incompletezza del Trattato il problema della separazione tra politica monetaria e fiscale
E diciamo l'incertezza su quale sarà il prossimo passo molto è stato fatto diciamo nella Governo anzi europea come anche si dice nel rapporto
Però molto è ancora da fare a il problema della della Sol della Solvency Della solvenza tra assolvere e le banche sono in cui sono problemi legati
E la ragione per cui sono legate perché le regole sul collaterale adottate dalla BCE collaterale che le banche devono usare quando prendono a prestito i soldi dalla BCE
Incoraggiano le banche a comprare titoli di Stato perché
Perché questi titoli di Stato o o possono essere poi usati come collaterale nelle operazioni con la Banca centrale quindi si può pensare ad uno scenario in cui le banche si scambiano titoli solo al fine di creare collaterale
Questo aumenta la loro capacità di accedere a alla BCE per avere prestiti
Anche se diciamo la situazione fondamentale sottostante una situazione che non è affatto solida quindi se cascano le BA anche cascami Paesi se cascami Paesi cascano le banche chi assume questi rischi tutto è nella bara uscite della Banca centrale
A quindi come dobbiamo capire i rischi della politica della BCE in un certo senso si può dire la BCE a salvato il sistema finanziario o e quindi aiutato in qualche modo la ripresa che stiamo vedendo
Ma come l'ha fatto diventando un enorme intermediario finanziario si dice un intermediario finanziario dell'ultima risorsa si è sostituito alle banche nel prestare nel prestare soldi né a brevissimo termine la questua dei rischi ci sono naturalmente delle banche che sono di zombie che sono tenute in artificialmente in vita
E inoltre si è creato un potenziale conflitto tra politica monetaria e politica di liquidità
A quei per far vedere questa è la bara città della BCE della BCE non ve la descrivo i mimi indefinibile in dettaglio
Perché però quello con le diciamo il punto è che è diventata molto grande cioè sopra vedete gli asset sotto vedete le l'AIA abiliti se è una balla uscite come nelle vostre imprese
Quello che si vede che è diventata più grande insomma questo è il messaggio fondamentale diventata più grande perché e la perché siccome le banche non si prestano tra di loro quindi vanno alla BCE l'apice presta
Queste sono o questo è un avviso al mercato interbancario drogato in blu addette
I prestiti ed entra istituzione finanziari reti che includono o la l'apporto della BCE sotto quello che lo escludono quindi vedete che diciamo quelli Gatta e quello che ha fatto la Banca centrale
Diciamo la situazione trovare quel di questo fondo quindi diciamo nella storia recente dopo le turbolenze di aprile
Questa exit dalle politiche straordinaria è stata rimandata a me questo ha portato ad un aumento dei prestiti radici alle banche dopo una stabilizzazione due anni fa e di un anno fa
A un aumento dei depositi alle banche l'abc è e anche diciamo una politica straordinari di acquisti di buoni del tesoro del mercato secondario che è stato il momento i nidi di recente
Quindi a mio parere il problema un problema molto importante per capire la la stabilità finanziare la sfiducia dei dei dei mercati e di capire se questa situazione diciamo di droga del mercato interbancario può continuare
A esistere così non vedo facile l'uscita da queste politiche straordinarie da parte la Banca centrale
E quindi ci sarà una scelta di politica di politica economica la viciniore se scenario alla BCE rimane e continua ad alimentare queste banche zombie con la Giunta una possibile scenario di tipo Giappone
O o scenario bilanci la la ricetta ottavo il togliere il gas la toglie lato voglia diciamo la il smette di fare prestiti alle banche malate
Ma questo naturalmente pone problemi di possibili ancore turbolenze finanziarie nel futuro
Ho l'ultimo punto ero
Perché molto probabilmente a mio avviso questa situazione diciamo eccezionale continuerà a a esistere perché non ve non vedo la possibilità
Di uscire ora senza creare turbolenze dalle politiche straordinarie
E quindi né
Né adesso né diciamo con la ripresa ci sarà una possibile confusione tra politica monetaria e politica di liquidità in cui la politica di liquidità continua a tenere bassi i tassi di mercato
Ma il tasso diciamo di prolissi quello che si chiama il il tasso il mero e finanzia operation retta
Probabilmente comincerà a un certo punto del ciclo a dover essere aumentato per possibili riprese di rischio sul fronte prezzi
Quindi vedo questa diciamo questa situazione in cui l'abc ieri riempie il vuoto della governance europea facendo sia politica monetaria che politica di stabilizzazione finanziaria come uno dei rischi dell'area dell'euro che potrebbe avere
Diciamo un riflesso negativo sulla ripresa incluso naturalmente l'Italia anche se l'Italia il sistema bancario e più solido che nei Paesi della periferia
Grazie Lucrezia ci hai dato una cattiva notizia ci sono molte su un bilico Banks la buona notizia che la BCE le tiene in piedi con i nostri soldi
Chiedo a Luca di controllare i miei tempi perché se no il meccanismo in sentir compatti vuol potrebbe non essere TAN consistente aiuto stare
Meno di un quarto Luca presentato il quadro macro economico la presidente Marcegaglia ne trarrà dopo le considerazioni di politica economica io vorrei
Scusa io vorrei proporvi
Brevemente un ragionamento
Su una delle questioni che abbiamo posto al centro del nostre analisi delle analisi eccessi deciso di gatto e competitivi dell'Italia e cioè il tema dell'Education in particolare legato a quello della ricerca
Un ragionamento che abbiamo fatto ve lo dico supera i tipi riconoscerlo subito con il prezioso aiuto di Claudio Gentili di Nicoletta Amodio e con faccia così sì me la bora sezioni
Didattici fatte da Francesca Sica
Uno dei dati più impressionanti dell'Italia non solo come dire del tema education è la scarsità
Del numero di laureati se si guarda la prima colonna sul totale della popolazione in età fra venticinque e sessantaquattro anni
I nostri laureati sono il quattordici per cento con una media OCSE che è il doppio e alcuni Paesi che sono davvero molto sopra
Di noi
è chiaro quest'questa è la misura corretta per capire quale la
La disponibilità del fattore cosiddetto skill lei Borghi a disposizione dell'economia
Ed è anche chiaro che questa è una delle ragioni certo non l'unica per cui in Italia si fa poca ricerca certamente ripeto non l'unica
Negli ultimi anni se si guarda al flusso di nuovi laureati le cose sono un po'migliorate
Ma siamo ancora lontani dagli standards internazionali so che i dati qui sono controversi
A nostro avviso il numero più significativo e che abbiamo verificato analiticamente sui dati MIUR l'OCSE lo fa invece sui dati Istat
Il numero di laureati
Sulla popolazione fra venticinque e trentaquattro anni che è la seconda colonna di questa tabella
Noi siamo al venti per cento la media OCSE al trentacinque tantissimi Paesi stanno attorno al quaranta per cento
Forse nei prossimi anni questo numero è destinato ad aumentare mari Magna ma sta aumentando anche negli altri Paesi quindi rimaniamo
Lontano stiamo indietro e corriamo più piano
Quando si dice che l'economia ha bisogno di più laureati e ci si scontra con un generale scetticismo la gente studia si dice ma poi non trova lavoro
Abbiamo quindi una sorta di paradosso di un'economia comporti laureati che non riesce a dare occupazione a quei pochi che si formano
La domanda che ci siamo posti è se questo sia vero e perché
In generale non è vero
I laureati mostra questa slide hanno più chance di trovare lavoro in tutti i Paesi le i quadratini verdi sono il tasso di occupazione dei laureati in Italia ottanta punto sette sul totale della popolazione in età di lavoro
Ottanta punto sette per cento i diplomati sono settantaquattro per cento come tasso di occupazione i non di promana ti cinquantadue per cento
Anche se c'è un problema che egli econometrici chiamano di identificazione delle relazioni di causalità cioè possibile che le condizioni familiari
Incidano sia sulla proprietà di laurearsi sia su quelle trovare lavoro è verosimile che l'essere laureati sia un vantaggio
Questa figura però mostra anche un'altra cosa cioè che
L'Italia il Paese in cui i tassi uno dei Paesi in cui i tassi di occupazione dei laureati sono più bassi fanno peggio di noi Giappone Corea Turchia come vedete e questo è un problema dovuto essenzialmente ai giovani che ci mettono molto tempo a trovare un'occupazione dopo che si laureano
Lo si vede chiaramente in questa ulteriore figura
Che mostra i tassi di occupazione per fasce di età nella fascia di età che vedete nella parte superiore di questa slide si venticinque trentaquattro anni
Solo il sessantotto punto otto per cento dei nostri laureati è occupato
Questo è uno dei valori più bassi in Europa
Se la cavano da noi un po'meglio in questa fascia di età
I diplomati
Sia rispetta i laureati italiani si è rispetta i diplomati degli altri Paesi se invece andiamo nella parte Bra bassa del grafico cioè oltre i trentacinque anni vediamo che gli orpelli di laureati se la passano abbastanza bene in termini di tassi di occupazione anche rispetto
All'Europa quindi evidentemente il problema è il ritardo di ingresso nel lavoro il tempo che ci vuole fra la la
La laurea e il lavoro
A
Il problema naturalmente più grave al sud e per le donne
Quindi laurearsi conviene in termini di chance di avere un'occupazione prima o poi anche ci sono analisi che dimostrano che conviene anche in termini di reddito futuro ma ci vuole tempo dopo la laurea per trovare un lavoro
E quindi ritorniamo al paradosso come mai un'economia con pochi laureati non li assorbe rapidamente come un po'uno potrebbe aspettarsi
Lei è possibile spiegazione andrò molto velocemente sono abbiamo tante piccole impresa il nanismo delle imprese
Che hanno meno bisogno forse di laureati in mismatch bassa qualità della formazione per cui le imprese non sono laureate a quella interessate questi laureati che non
Annua e poi quell'altra teoria che va sotto il nome
Ormai bipartisan di bamboccioni
Penso e sono le spiegazioni possibili su cui abbiamo
Ragionato
è ovvio che l'impresa l'Italia è fatta di piccola impresa e credo che sia ragionevole pensare che le piccole imprese
Abbiano meno bisogno di laureati è anche vero che
In questa Italia di piccole imprese lo Stato aiuta abbastanza poco rispetto ad altri Paesi compresi gli Stati Uniti questa è la quota della speso in ricerca e sviluppo fatta dall'impresa e che ottiene un qualche finanziamento
Ho agevolazione da parte del settore pubblico
Solo due Paesi Germania e già questo lo trovate sul rapporto del CSC solo Germania Giappone due Paesi che non hanno piccole imprese o in cui le piccole imprese sono poco rilevanti hanno una quota più bassa del nostro di solito
Il i giovani sono quelli che vengono messi iniziano la carriera facendo ricerca
Insomma di qui la nostra richiesta di
Guardare a quello che fanno anche gli altri Paesi per quello che riguarda la ricerca in particolare le piccole e media impresa deve
Da qui la nostra considerazione che va benissimo un piano nazionale per la ricerca e quello che si sta delineando ci sembra
Eccellente
Ma abbiamo l'impressione che senza risorse serva a poco
Il mese e mezzo è una cosa ovvia una ricerca recente su dati MIUR mostra
Che ciò che tutti sappiamo c'è carenza di laureati nelle facoltà tecnico-scientifiche è un eccesso di laureati nelle altre Facoltà
Nel momento in cui i giovani scelgono le Facoltà dovrebbero avere qualche dato sulla probabilità di trovare lavoro Facoltà per Facoltà e non solo per grandi indirizzi è questo manca completamente in Italia
La
Bassa qualità dell'informazione
Come dire
Testimoniata da questi impietosi giudizi che vengono fuori da un'indagine sulle in prese
Sulla qualità dei laureati solo o meno me tali giudica buoni e ottimi dal punto di vista delle competenze di base si va ancora sotto al trentanove per cento quando se ne giudica
L'attitudine al lavoro e questo forse è un problema quindi
Problem solving lavoro in capacità di lavoro in team e così via
E forse questo è un problema ancora più serio del mismatch le imprese forse prenderebbero anche laureati in lettere se avessero l'attitudine giusta lavorare insieme
Per risolvere i problemi eccetera
La bassa qualità della formazione come è già stato ricordato prima
è dimostrata da ITEA SPISAL anche quelli lettura oltre che quelli in matematica e scienze specie quando si va
Alla scuola media superiore
Ed è testimoniata prossima slide sa anche dal fatto che le nostre
Università stanno piuttosto è drammaticamente indietro nelle graduatorie internazionali qui abbiamo messo una delle più notte
è chiaro che se la formazione scarsa all'impresa un basso incentivo ad assumere un laureato che tra l'altro costa di più
In più c'è un chiaro problema di informazione quanto vale un centodieci e lode dell'Università x dell'Università y in mancanza di valutazione di impresa
Rischia di prendere un centodieci e lode che vale poco e anche questo scoraggia
Infine c'è la tesi bipartisan dei bamboccioni
Questi sono innanzitutto quelli che non studiano e non lavorano e qualità atti sono veramente impressionanti
Un giovane su quattro in Italia nella fascia venticinque ventinove non studia ne lavora secondo l'Istat più che in quasi tutti gli altri Paesi
Sono due milioni Giovanni
Della fascia che non studiano e lavorano nella fascia quindici ventinove
Può darsi che ci sia una componente di lavoro sommerso in questi dati
è difficile ma in ogni caso i numeri sono molto elevati ci sono poi quelli che rimangono all'università fino a trenta o trentacinque anni addirittura per cui l'età media di laurea in Italia e di beni ventisette anni
La tesi dei bamboccioni
Rafforzata da un recente studio di Almalaurea
Che dice che i tempi di ingresso si allungano al crescente del reddito della famiglia di provenienza insomma se hai bisogno il lavoro lo trovi magari non è il tuo lavoro ideale ma lo trovi lo trovi l'appuntamento
Conclusione occorre una formazione più seria selettiva basata sul merito l'impresa e saranno più interessate a prendere laureati se la qualità sarà superiore
E se ci saranno ovviamente informazioni attendibili sulla loro qualità
A nostro avviso vanno in queste direzioni lo dico le due riforme quella della scuola già fatta e anche quella in itinere dell'università
Che abbiamo l'impressione convenga lasciare così come perché vediamo pulsioni nella società italiana peggiorato in seconda lettura piuttosto che migliorarci
Sui bamboccioni non ci possiamo fare moltissimo ma studi più seri selettivi
Scoraggia eletto il fenomeno quanto meno sul piano culturale sarebbe utile anche una regola del tipo che è applicata in alcune università ma non non certo in tutta questa private
Che se non hai valide giustificazioni quando è perso due anni non ti puoi più riscrivere a quell'università
Un ultimo punto e concludo
Migliorare l'istruzione non significa necessariamente spendere di più qui c'è un confronto Italia Germania vedette numero di alunni di insegnanti di altro personale
E insomma il totale del personale in Italia è il più alto di quello della Germania malgrado che gli alunni siano molto meno in Italia il numero di studenti sul totale del personale
E sei virgola nove in Germania il dodici virgola sei
Molto curioso che in Italia si senta parlare solo di aule sovraffollate quando il rapporto alunni insegnanti
E notevolmente più basso di quello della media OCSE dieci o uno contro sedici a uno
E di precari che hanno diritto al posto a vita pur non avendo mai vinto un concorso
C'è molto da risparmiare anche nella scuola forse si potrebbe suggerire so che è molto difficile agli insegnanti che
Se fossero di meno lavorassero con gli orari tedeschi forse avrebbero più titolo diciamo ad ambire a salari tedeschi
Grazie
Qui ad giungere qualcosa dire un paio di osservazioni sulle cose già dette dai relatori del convegno che ringrazio
Ma la prima osservazione che mi è da fare e quando Sergio gravissimi diceva che non è stato un decennio perduto pari manifatturiero
Due elementi il primo è che sicuramente è stato un decennio perduto per il Paese
Si discute molto dice né per di più in questo periodo perché si ricorda l'esperienza giapponese degli anni Novanta di stagnazione e si teme
L'economia mondiale a causa delle zoom debenza ordine in generale l'incapacità di soli tre risulta crisi possa sperimentare un decennio simile
Noi l'abbiamo già fatto
E i risultati non sono stati molto piacevoli
Rischiamo di di farne un altro se non facciamo le riforme necessarie mancia alla crescita del Paese
De per quanto riguarda il manifatturiero non è stato perduto se guardiamo appunto le imprese che esportano peccato che su una quota piccola come diceva giustamente prima
Sergio ci sono tantissime micro imprese il nostro Paese sono legate al mercato interno non hanno la stazza per stare su quelli esteri qui di nuovo c'è un problema questo diceva Sergio prima di dimensione di governance
I manager ma la ricezione di innovazione da parte dell'impresa
Riguardo a quello che diceva prima Lucrezia Reichlin sul fatto che la crisi è finita perché cominciata la ripresa
Poi la stessa RAI che diceva però la crisi c'è perché c'è una lezione di Bengasi ecco nuovi abbiamo sempre distinto fra
Recessione e crisi la recessione torno definita nel secondo trimestre l'anno scorso si è stati i primi a chiamarla ripresa abbiamo sempre detto che però è un'impresa difficile lenta faticosa proprio perché rimaniamo dentro la crisi
Il fatto che ci sia Zombie Bank non è secondo me molto rassicurante per il futuro della prestiti bancari alle famiglie se questo poi sarà selettivo fra paesi e quindi noi ci serviamo come il come come Italia ben venga però
Se ci saranno ulteriori turbolenze finanziarie a causa del fatto che l'ossigeno al gas
Della BCE viene tolto alle zombie Bang temo che neri sentiremo anche noi non è che le banche italiane l'avevo performances borsistiche assegnate meglio di quelle degli altri Paesi purtroppo
Su singole imprese citati da da Pisauro c'è un grosso dibattito al riguardo grosso dibattito sì simili due per cento del PIL che tu dici
Francamente numero che non ho mai visto ecco cominciamo a dire uno
E cominciamo a dire che in quell'uno ci sta dentro anche e i soldi a Tirrenia ci stanno dentro anche come dire gli aiuti è a imprese di trasporto pubblico
Che sovvenzione uno in questo modo biglietti pagate consumatori più bassi una stima più giusta fatta da monitoraggio economia territorio dice che i sussidi tra virgolette dati all'impresa un circa lo zero virgola quattro per cento del PIL possiamo tagliarle
Non mi sembra che andiamo molto lontano
Sul sommerso che aumenta la pressione fiscale
Per ridurre il deficit pubblico la nostra posizione la mia posizione neanche le la lotta all'evasione dovrebbe servire a ridurre le aliquote che sono molto elevate sono tre più elevate al mondo
Questa diciamo erano le quattro cose che volevo a chiosare e vi ringrazio ancora per partecipare
Grazie ora la parola alla politica economica quindi vi invito a venire qui per
Par condicio da Stefàno Fassino se Fassina
E Mariastella Gelmini
Stefano
Anch'io ringrazio per l'invito
A discutere l'ennesimo eccellente rapporto del Centro studi Confindustria un esercizio
Quanto mai difficile in una fase come questa che credo
Si faccia sempre più
Fatica a considerare come congiuntura del resto lo stesso o Lazzi ricordava che siamo all'inizio del quarto anno di crisi quindi a me pare più giusto deve finire
Neri cani e questo motore di crescita si è definitivamente esaurito anzi come abbiamo visto dei grafici c'è un al momento del tasso di risparmio inevitabile e
Il punto di fondo
è che non abbiamo ancora trovato Molteni di crescita alternative tutti sappiamo che le mie economie emergenti avranno davvero via via crescente e tuttavia sappiamo pure
Che questo cambio di motori della crescita non è un cambio repentino anch'
E questo giustifica
L'analisi di quel periodo che stiamo attraversando come transizione e non con le congiuntura quindi a me pare che più che discutere tra di noi e non è il caso di questo rapporto che invece
Diciamo fa un'analisi approfondita in particolare dell'Italia in particolare del settore industriale
Negli scontri gradirei del
Lo zero virgola in più in meno di tasso di crescita del PIL che per carità rileva per i bilanci delle aziende dove
Per l'occupazione dovremmo capire quali sono i nodi fondamentali sui quali intervenire a me pare che
Appunto al di là della disputa un po'nominalistica sul crisi io ripresa rimanga ancora valida
La qualificazione che qualche mese da illustrata
Ha fatto la rissa ammazza proposito appunto del della situazione in cui siamo
Oggi quando gli orli Summers in qualità di una scenata economica balzo del Presidente Obama quando ha ricordato che siamo in una statistica alle Corderie Human reception cioè una ripresa
Senza occupazioni erogare faretti in questo breve intervento
Dunque io credo caro due punti fondamentali uno più di più di fondo perché credo che come ci ha fatto vedere il video di palazzi all'inizio siamo in quella condizione siamo legati quindi lo spazio di manovra
Dei Governi nazionali degli Stati nazionali e limitato quindi nonostante il relativo scarso peso nel dell'Italia nello scenario globale
Dobbiamo tener presente a questo punto il primo punto quindi io voglio fare tutto questo quadro globale
è che a me io sono molto preoccupato
Per l'insistenza con la quale in particolare in Europa ma non solo
Si è scelta la strada di una crescita tutta terminata dalle esportazioni la c'è l'umanizzazione dei sentieri di crescita europei lo ricordava
Lo ricordavano gli interventi precedenti a me pare che ci sia fondamentalmente un problema di domanda che non può essere a livello globale affrontato
Tutti insieme congiuntamente con la soluzione delle esportazioni mi ha molto colpito nei giorni scorsi
La risposta del delle stabili Derek ter di business Lante il bonus che una signora appunto che presiede questa dirige questa associazione
Che raccoglie le principali imprese degli Stati Uniti quando
A fronte gli si chiede un commento sulle proposte di Obama che come sapete
Messi in campo ulteriori ipotesi di crediti di imposta per la ricerca e lo sviluppo delle imprese e poi un ammortamento immediato per gli investimenti delle imprese macchinari
Ebbene questa signora ha risposto a chi gli chiedeva un commento che le aziende negli Stati Uniti si preoccupano sostanzialmente di tre cose oggi e queste sono domanda domanda domanda
E cioè incentivi all'offerta il giusti necessari
Rischiano di essere poco voi efficaci in un quadro in cui
C'è una carenza strutturale e di di domanda ecco io credo che a livello europeo si sono fatti importanti passi avanti sia il
Il
Il dieci maggio tanto si sono messi in campo strumenti per intervenire
Sui rischi di credo di crisi degli Stati sovrani
Sia però successivamente quando si è dato finalmente uno status un po'più un rilevante agli National Reform Program che c'erano già ma che diventano
Vengono analizzati congiuntamente rispetto
Ai piani di stabilità sono passi avanti importanti sulla politica con economica a me pare che
Ne vada fatto qualcuno qualcuno in più io credo che Loretta abbia bisogno di mettere in campo un piano per la crescita e di lavoro che intervenga
No anche a sostegno di politiche di domanda per interventi strutturali riprendendo diciamo non si inventa nulla riprendendo ipotesi che abbiamo già conosciuto Dan ma che mi pare allora
Siano di straordinaria attualità utilizzando anche qualcuno di quegli strumenti che hanno rotto ti tabù hanno rotto dei tabù perché
Il l'ipotesi di eurobonds ora non è più un'ipotesi è in campo come possibile strumento da attivare per la raccolta delle risorse necessarie a intervenire
Eventualmente a spegnere crisi di debiti sovrani quindi
Questo mi pare un filone un filone fondamentali
Insieme a questo
E che diciamo sempre
A supporto i quella di domanda carente
Io credo che bisogna affrontare il capitolo della distribuzione del reddito
Questa crisi è figlia ormai non lo dicono diciamo dietro dossi ormai lo dicono economisti mainstream
Questa crisi è figlia anche della diciamo drammatica regressione della distribuzione del reddito
Il professore ha Gianna che credo molti di voi conoscono che
Tra l'altro non uno che si occupa di questi temi uno che si occupa di finanza è stato
Direttore del resto recite partner del Fondo monetario internazionale in una recente invece un libro crescente quindi un economista molto mestrini ha ricordato che negli Stati Uniti ma una tendenza a quaranta
Lì che poi avuto
Forme meno diciamo dirompenti ma comunque delle
Dello stesso segno anche nei negli altri Paesi OCSE ha ricordato che dal mille novecentosettantasei al due mila sette potendo dollaro di crescita reale
Cinquantotto centesimi sono finiti all'uno per cento pubblico delle famiglie
Quindi una regressione l'andamento dei redditi delle ricchezza che per la richiesta la finanza di svolgere un ruolo di supplenza ai fini della dinamica della crescita quindi correggere la distribuzione del reddito sia
Sul primario sia soddisfatta distribuzione primaria sia attraverso politiche fiscali politiche di welfare eh oggi non solo un punto di equità
Ma anche un punto straordinariamente importante ai fini della crescita vale
In generale in particolare poi
Farò un passaggio
Sull'Italia quindi questo è la la prima questione di fondo che volevo porre sulla quale io credo che in in Europa dobbiamo discutere di più perché appunto fa parte di quelle catene
Che ci tengono legati insieme
Il secondo punto lo voglio fare rapidamente
Sull'Italia e la tesi che vorrei provare a sostenere con qualche riflessione e qualche dettato
è che
E rigore e crescita possono andare insieme anzi ricorre rigore e crescita devono andare insieme affinché
Il risanamento signor risanamento possibile signori un risanamento con risanamento strutturale io con condivido l'analisi che viene fatta nel rapporto
Abbiamo perso un già abbiamo perso un decennio è vero che in molte parti dell'INPS dell'industria non è stato così ma a livello politico sicuramente abbiamo perso un decennio le riforme e le nella politica
Non ha fatto le riforme necessarie nel disegnare notte alle nostre spalle
Credo sia anche abbastanza inutile oggi diciamo fare il Bilancio di chi ne ha fatti di più degli anni a fatti di meno
Capiamo cosa dobbiamo fare e vediamo se ci sono le condizioni
Per fare qualcuna di quelle riforme che non abbiamo fatto che dobbiamo e che dobbiamo fare sono quelle elencati oggi ma anche
A maggio scorso nelle negli altri appuntamenti
Che Confindustria ha dedicato al tema
Delle riforme strutturali su questo sulla appunto sulla necessità di tenere insieme il rigore e crescita
Faccio faccio due considerazioni
La prima riguarda le politiche di bilancio la politica di bilancio che abbiamo avuto
Ha tenuto sotto controllo l'indebitamento il debito
Io non credo che fosse l'unico che quello che è stato messo in campo fosse l'unico bellissimi se possibile noi
Potevamo raggiungere quegli obiettivi forza anche obiettivi più ambiziosi come un policy mix diverso per farmi capire faccio un esempio
Se in tempi sono dati tratti dalla relazione unificata di economia e finanza quindi non dati che ho calcolato io
Se noi guardiamo ai consumi intermedi delle pubbliche amministrazioni i consumi intermedi delle pubbliche amico in via non ci sono le spese per ammortizzatori sociali pensioni e quant'altro
Nel due mila sette a eravamo a centoventitré miliardi nel due mila dieci è previsto una sorpresa di centoquaranta miliardi
Diciassette miliardi in più in tre anni equivalgono a quattordici a una crescita del quattordici per cento in una fase in cui il PIL Stato
Una dinamica ha avuto una andamento negativo
Nel nelle stesse tavole se guardiamo invece gli investimenti fissi lordi passiamo da sessantatré miliardi del due mila sette a sessanta miliardi del due mila dieci
Ecco io credo che
Questi numeri potevano essere anche diversi avremmo potuta vere
Maggiori investimenti e minori crescita e minore crescita dei consumi intermedi con ed affetti evidentemente molto diversi sulla crescita perché più investimenti ad esempio avrebbe potuto
Consentire a tanti enti locali di tenere aperti i cantieri di fare opere rilevanti per la per lei contesto e per
E per l'occupazione
Avrebbe potuto evitare dei pesanti interventi su settori importanti strategici come la scuola io non voglio entrare troppo nel merito però
è evidente che ci troviamo di fronte soprattutto e innanzitutto a un taglio molto molto consistente di risorse
Non valutiamo la qualità degli interventi sulla scuola in base al numero dei precari che vengono assunti
Queste chiaro non c'è dubbio che la scuola ha bisogno di profonde riforme come l'università intorno al principio del merito della valutazione dei risultati mi su questo non Parlamento
Abbiamo sostenuto ansia alcune volte anche proposto iniziative più incisive sul punto della valutazione
Del
Della valutative del premio dal al merito e tuttavia è difficile chiamare riforma un intervento che riduce gli orari degli di insegnamento che riduce e il il tempo pieno che in qualche modo ridimensiona la scuola la scuola pubblica
E così
Come quei tagli che potevano trovare altra compensazione intervengono su aspetti ancora troppo poco valutati anche dalle imprese mi riferisco in particolare alle politiche eredi
Regionali per dei servizi dagli delle Regioni sui quali
Credo del prossimo anno ci saranno pesantissime conseguenze
Allora un altro policy mix è in termini di politiche bilancio sarebbe stato possibile controllando di più la spesa
Per acquisti di beni e servizi con interventi incisivi nell'organico sulla organizzazione della pubblica amministrazione non facili per carità non facili per carità ma
In una fase in cui siamo sarebbero stati possibili è polacco l'altro punto fondamentale
E mi e chiudo
La strategia delle riforme
Non è non è scritto da nessuna parte che in una fase di crisi le riforme dovevano essere rinviati io credo che
Le riforme strutturali di cui noi
Abbiamo bisogno da tanto tempo come vent'come viene indicato nel rapporto debbano tornare al centro dell'agenda politica ci sono riforme che non ancora si fanno in termini di bilancio parlo di di tutto il capitolo delle liberalizzazioni sul quale
Noni non è non entro nel merito abbiamo più volte
Presentato proposte su questo ma penso alla distribuzione delle energie alle professioni ai servizi pubblici locali nonostante la legge che è stata approvata
Le deroghe previste rendono sostanzialmente molto poco liberalizza Trichet quella riforma
Penso
Alla politica industriale altro capitolo fondamentale che abbiamo sostanzialmente rimasto dall'industria due mila quindici
Alla banda larga al agli interventi di sostegno agli investimenti delle imprese altro prima automatici e poi sostanzialmente svuotati con il PD Dei
E poi da un ultimo chiudo la la riforma del fisco ora professore Pisauro ha tratteggiato anche gli atti hanno tratteggiato nascono scenario che evidenzia i margini strettissimi
Alcuni dicono inesistenti
Lungo i quali ci muoviamo io penso che
A parità di gettito sia possibile redistribuire il carico fiscale sia possibile distribuirlo
Dal lavoro e dall'impresa verso innanzitutto
Levarle parlare dell'evasione e poi anche
Attraverso su altri redditi da capitale io credo che
Per le ragioni che dicevo prima per per quei nodi strutturali tra i quali dei quali fa parte
Certamente la distribuzione del reddito sia importante una riforma fiscale che alleggerisca il carico vero sui redditi bassi redditi medi
Penso che sia importante anche fare una riforma della tassazione di impresa
Che
Chiesta un diciamo esposti il carico dal
Dall'impresa al socio correggendo una stortura che anche un po'un fattore di inibizione per gli investimenti esteri
In italiano elimini lo straordinario vantaggio che oggi esiste sto diciamo per indebitamento rispetto al capitale proprio
E sostenga in modo molto molto robusto la patrimonializzazione con nomi con
Anche con un annullamento dell'IRES su una quota dei dei profitti che vengono reinvestiti i nell'azienda nei prossimi giorni
Noi presenteremo una proposta compiuta di riforme fiscali
Che appunto riguarderà l'impronta riguarderà lire se riguarderà il capitolo del federalismo che che capitolo importanti
Quindi
Ecco il la mia ultima il mio ultimo punto è che perché approvato
Sostenere dall'inizio
Che ci sono le condizioni per coniugare rigore e crescita seppur entriamo la nostra attenzione intorno al tema delle riforme strutturali della politica industriale
Del fisco capendo che non siamo in una congiuntura ma siamo in una fase straordinaria l'Italia ha bisogno di fare un salto di qualità perché appunto c'è nella già perso
Ringrazio Stefano Fassina
PUA contributo al nostro seminario
Do la parola
è strano Gelmini prego
Grazie buongiorno a tutti un ringraziamento particolare ananas che anche per questo invita e per l'opportunità che in mi è stata rivolta di potere di potermi confrontare
Alza la voce di potermi e confrontare con voi sulla
Li illustra
Ne del rapporto
Del Centro studi sulla situazione dell'economia sulla sfida della politica economica
La prima riflessione che mi suggerisce l'ascolto delle relazioni di questa mattina che si capisce anche per chi non è un economista come la sottoscritta che la posta in gioco è veramente molto alta
Qui il domani è sempre il figlio dell'oggi e quindi credo che
La necessità
Di fare sistema e
La necessità anche di far scattare sulle logiche di parte anche di contrapposizione che appartengono alla politica quindi non bisogna nemmeno sorprendersi troppo però la necessità oggi di una forte assunzione di responsabilità
è un qualcosa che deve accomunare tutti ebbene proprio dalla capacità di fare sistema di collaborare di fare sinergia
In capo non solo a chi governa dal livello nazionale a livello territoriale ma direi all'impresa la Società al terzo settore ecco da questo sforzo da questo lavoro qui noi sapremo mettere in campo dipenderà
I tempi di
Aumento della crescita visto che siamo già insomma in una fase di ripresa ma la ripresa ancora troppo lenta e la capacità di consegnare alle future generazioni I giovani un'Italia migliore e più
Come dire più nuova più riformista con quei progetti di cambiamento che
Da troppi anni occupano il dibattito politico ma che troppo spesso non trovano una soluzione chiaro che
Cosa sta facendo il Governo in questi
Due anni noi abbiamo iniziato un faticoso cammino verso le riforme e sicuramente ha ragione la Presidente Marcegaglia quando dice che questo percorso non va interrotto perché a rimetterci sarebbe il Paese ecco
Anch'io sono certa che dobbiamo andare avanti ma
Voglio dire a tutti che di questo
Di questa necessità il più convinto sostenitore è da sempre il Presidente Berlusconi che sta mettendo in campo uno sforzo enorme per
Poter far sì che il programma di governo
Non venga come dire affievolito voi indebolito da qualche difficoltà politica della maggioranza che è sotto gli occhi
E di tutti ma che
Crediamo grazie all'impegno del Presidente Berlusconi possa essere superate e questo non c'era stato
Per alle notizie che si leggono
Sui giornali di recupero di parlamentari fatto nel peggiore dei modi nulla di tutto questo
Semplicemente il Presidente Berlusconi ha il massimo rispetto del Parlamento del ruolo dei parlamentari e a
Solo rivolto un appello alla responsabilità
E ad una condivisione che può essere più ampia di quella garantita dall'attuale maggioranza sulle cose da fare sulle riforme da approvare
E dicevo qual è l'impegno più forte che ha impegnato maggiormente il Governo in questi due anni la faticosa tenuta in
In ordine insicurezza dei conti pubblici questo dovrebbe essere
Un impegno come dire ordinario consueto ma se oggi l'Italia purtroppo è penalizzata dal terzo debito pubblico al mondo e a una spesa improduttiva
Significa che non è poi così facile la tenuta in ordine dei conti il contenimento della spesa
E se possibile l'ottimizzazione della spesa pubblica
Ebbene
Io credo che voi capiate più di altri questo sforzo perché se guardata le vostre singola impresa ognuno di voi ha dovuto confrontarsi con il tema della crisi con la scarsità delle risorse magari con una contrazione
Della domanda ebbene
Al governo del Paese non è stato fatto niente di diverso si tratta di combattere ogni giorno una lotta agli sprechi alla spesa che non produce
Si tratta di sopprimere gli enti inutili tutto questo ovviamente ha un prezzo a livello di consensi perché sempre più facile aumentare le risorse distribuire che non convincere della necessità di un sacrificio della necessità di una contrazione
Di risorse e di opportunità
D'altra parte io credo che noi siamo arrivati ce lo dobbiamo dire con schiettezza alla
Fine dell'impunità del debito pubblico che inevitabilmente e destinata a travolgere ogni struttura onerosa e improduttiva e ogni regola
Che o prima lo sviluppo quindi questo è uno spartiacque che cambia il modo di fare politica cambia il modo con cui si può e si deve governare un Paese ci avviamo finalmente io direi verso un modello che è fatto di meno Stato
E di più società si parla della big society
Contrapposta al picco poco vanno a me quindi abbiamo la necessità di
Corre veloce su questo percorso
E quando leggo nel rapporto di Confindustria che siamo cinque può cinque punti sotto il PIL pro capite medio dei Paesi dell'area euro
Mentre vent'anni fa eravamo sette punti sopra capisco quanto è dura la battaglia che ci attende e quanto poco e il tempo questa non è una variabile
Secondaria quanto può quel tempo che abbiamo a disposizione per intervenire mantenere e possibilmente aumentare la competitività
Del nostro Paese e quando rivedo i dati impietosi
Del divario nord-sud mi sforzo di cercare una giustificazione ma francamente non la trovo
Forse non è sicuramente non parlandone negando questa realtà che si risolvono i problemi
Eppure poi quando analizziamo i segni tutto sommato positivi della nostra industria mano fattori era capace comunque di stare a galla dignitosamente anche nel
Mercato globale che spesso feroce fortemente competitivo B il pensiero va mai tanti profeti che negli anni passati hanno parlato
Ho a bando era di fine della fabbrica di fine del capannone io dico qui che noi
Dobbiamo dire con forza che se il nostro Paese ha risposto meglio di altri alla crisi
E grazie al sistema manifatturiero e grazie anche al lavoro manuale che noi dobbiamo rispettare e sapere che in quella cosa ci sta una parte un bel pezzo del nostro futuro per noi e per i giovani
E questa è una delle considerazioni che informa poi le riforme sulla scuola e sull'università che stiamo
Portando avanti quindi l'agenda delle cose da fare si dipana da qui un'agenda che lo dicevo all'inizio
Abbiamo la necessità che sia condivisa improntata non al fare consenso facile ma improntata a un grande senso di responsabilità
E un'agenda che necessariamente non può essere solo italiana
Ma che nemmeno possiamo totalmente delegare e nella speranza che la svaluta azione dell'euro sul dollaro o la rivalutazione pure doverosa della moneta cinese facciano tabula rasa dei nostri problemi quindi ci dobbiamo rimboccare le maniche e cominciare a fare la nostra parte e in non possiamo negare che guardando all'Europa oggi l'Europa si prova si presenta sicuramente provata ma in piedi capace di reagire alla crisi mettendo finalmente in campo un uno strumento credo significativo forse determinante che la politica
E penso che sia stata storica la decisione di tenere insieme tutte le sessioni di bilancio
Dell'Unione Europea mettendo così al riparo molte nazioni dai rischi drammatici della speculazione quindi è chiaro che in questa fatica che tutti gli Stati dell'Unione Europea stanno compiendo per
Tenere in ordine i conti pubblici per una come dire un utilizzo delle risorse in maniera più efficiente più efficace anche l'Italia non può che
Il
Assumere anche scelte dolorose scelte e difficili ma assolutamente indispensabili e accanto al tema della della finanziaria che oramai somma con incide in tutti gli Stati europei abbiamo anche il tema d'Italia venti venti
Bene della necessità di un piano di riforme che riguarda il nostro Paese così come altri Paesi dell'Unione europea in tal senso
Il Presidente Berlusconi il Ministro Tremonti stanno lavorando
E il Governo sta predisponendo lo ha quasi chiuso il documento sulle grandi
Riforme e certamente i temi sono gli stessi individuati
Nella nel vostro documento nel vostro studio cioè la semplicità la semplificazione delle regole la necessità di mettere mano al carico fiscale
E poi sicuramente il tema della concorrenza e poi istruzione università
Ricerca
E penso che a livello di semplificazione sia utile e ci auguriamo che in Parlamento ci siano
In numeri di una maggioranza molto ampia trattandosi della modifica di un articolo della Costituzione l'articolo quarantuno
Che rappresenterebbe una manifesto culturale prima che un provvedimento di tipo politico perché si tratta di ribaltare è l'abitudine con la quale lavoriamo e quindi ritenere libero ritenere
Possibile tutto ciò che non è espressamente vietato questo porterebbe ad una deregulation fortissima di cui noi abbiamo un estremo
Bisogno ma
Vorrei ora concentrarmi sui temi che ha toccato il direttore Galli e nella sua illustrazione che riguardano la mia competenza e su questo voglio dire
Senza enfasi e ben conscia del fatto che il cammino è ancora lungo
Che però sono sicura che la strada che non abbiamo intrapreso sia l'unica possibile
E sì anche quella giusta per garantire al Paese una scuola di qualità indipendentemente dal ceto sociale degli studenti dal loro luogo di residenza
E voglio anche dire che questa riforma non è frutto di una impostazione ideologica
Ma è nasce dalla lettura di quei dati che hanno occupato le pagine dei giornali la settimana scorsa cioè riferite ai dati OCSE qualcuno ha interpretato come dati post riforma in realtà sono del due mila sette quindi precedenti alla lavoro parlamentare e governativo che non abbiamo messo in campo in questo settore e sono proprio quei dati la come dire
La nettezza di quei dati che ci hanno spinto a mettere al centro del programma di riforma del governo proprio la scuola l'università
E la ricerca li ha per altri sono stati peraltro prima evidenziati la situazione
Della
Di questi ragazzi di molti ragazzi che purtroppo non completano il ciclo di studi non sono è la generazione nient'e tre ovvero ne impiegati n in un percorso di formazione e Mimmo meno in una possibilità occupazionale
E allora partendo da questi dati nudi e crudi abbiamo messo in campo una riforma della scuola che vuole anche consentitemi di dirlo
Superare un certo qualunquismo che ingenera accompagna i dibattiti sulla scuola io in questi due anni
Ne ho sentite tante di cose di accuse di critiche per carità tutte legittime però quando si dice per esempio che
La scuola del merito che noi stiamo cercando di affermare sarebbe una scuola elitaria una scuola per pochi
Beh io credo che si dica una grande Resia in realtà è vero il contrario e solo una scuola che premi altare il talento che premia il merito che finalmente crea mobilità sociale in questo Paese
Perché oggi uno dei problemi della scuola e dell'università è la scarsa mobilità sociale che riescono a garantire e allora è solo creando facendo sì che la scuola rito torni ad essere una grande istituzione
Capace di essere ascensore sociale in questo territorio al nord in questo Paese al nord come al sud e che si migliore si crea un elemento
Di competitività
E poi si dice la scuola deve essere uguale per tutti chi può chi può contestare questa e questo assunto ma non confondiamo lessero quale con tutti i colleghi stare falsamente egualitaria perché io non credo che in un momento in cui la competizione globale fortissima quasi feroce sia abbassando i livelli della qualità
Dell'istruzione della formazione della preparazione dei ragazzi che si mettono queste persone
Nelle condizioni di corre di avere un'occupazione e di programmare il loro futuro quindi francamente io lo dico con chiarezza la cultura del sessantotto del sei politico
Del diciotto politico delle occupazioni è finita a plasticamente danneggiato questo Paese a plasticamente si vede danneggiato la scuola quindi io credo che noi abbandonando ogni ideologia dobbiamo avere
Proprio la forza della considerazione dei fatti
E quindi cambiare pagina voltare pagina creare una nuova impostazione
E vorrei anche dire che non c'è sviluppo del Paese se non c'è attenzione al Mezzogiorno
Questo divario nord-sud non è un dato inconfutabile ineluttabile rispetto al quale noi dobbiamo essere rassegnati dire sempre stato così
Sarà così anche in futuro niente di più falso noi dobbiamo pensare che il nord sta dando
Quello che che è possibile dare il sud ha grandissime potenzialità inespressa grandissimi talenti grandissime capacità
E allora il il piano per il Mezzogiorno che il Presidente Berlusconi sta mettendo in campo vede al centro la valorizzazione proprio del comparto scuola e del comparto università e mi si dirà ma come fai a dire queste cose visto che avete fatti tagli
E allora io voglio rispondere anche a questa critica sui tagli lineari io non so se sono
Come dire il metodo migliore per favorire un risanamento dei conti pubblici vi dico con certezza che sono l'unico modo perché se cominciamo in Italia a fare l'eccezione
E la scuola non la sicurezza non la giustizia no sono più le eccezioni della regole e da qui ci spieghiamo il debito pubblico la spesa che abbiamo accumulato negli anni
Quindi la scelta che noi abbiamo fatto è una scelta anche di equità dove si chiede a ciascuno a ciascun comparto
Della pubblica amministrazione dello Stato di fare la propria parte e fare uno sforzo di contenimento io vi assicuro che questo sforzo che forse difficile metterlo in campo perché poi nelle strutture pubbliche c'è una certa resistenza che
Come dire rischia di scoraggiare anche il politico più determinato ma superato l'impatto iniziale poi vi assicuro che questi risparmi sono molto meno difficoltoso di quelli che fate voi nelle vostre impresa o di quello che fa la famiglia media italiana
Allora io non riesco a capire il perché
Ci sono famiglie con stipendi modesti che mandano a scuola che mantengono negli studi due e tre figli
E perché non si possono eliminare enti inutili sprechi che sono presenti ovunque e che oggi ahimè non ci possiamo più permettere non perché c'è il Governo Berlusconi
Potrebbe esserci anche un altro Governo ma quegli sprechi l'Italia visto le cose che abbiamo sentito questa mattina
Non se li può più permettere e allora venendo alla scuola si dice la scuola è una priorità assolutamente sì
Vero ma se analizziamo il Bilancio della scuola e vediamo come ha sottolineato prima
Il direttore Galli che il novantasette per cento delle risorse pari cioè il totale di investimento sono quarantatré miliardi non una cifra di poco conto ecco ebbene il novantasette per cento se ne va in spese correnti
In una pianta organica che di anno in anno anche se magari gli studenti in alcune regioni diminuiscono va aumentando ma come io non non ha che abbiamo tagliato la spesa nella qualità la qualità il tre per cento
Avendo contratto il novantasette per cento cosa dovrebbe succedere a medio termine lo dico non essendo un economista non avendo competenze particolare ma credo che sia un ragionamento elementare che capisce chiunque
Che se noi continuiamo ad aumentare la pianta organica le i soldi per la qualità saranno sempre meno allora non ci dobbiamo lamentare se poi manca l'edilizia scolastica scolastica
C'è un'edilizia fatiscente non ci sono i laboratori e quant'altro allora il tentativo che noi abbiamo messo in campo è quello proprio di cominciare a governare i numeri e guardare esattamente quanti insegnanti la scuola italiana in grado di assorbire e ne ha bisogno per garantire l'istruzione i nostri figli
E allora se si va a vedere si vede che oggi abbiamo
Circa
Settecento mila insegnanti
E certamente le aspettative di dei nuovi giovani talenti dei giovani studenti che vogliono diventare professori vanno salvaguardate ma inevitabilmente dentro un contesto di contenimento della pianta organica
E anche qui non è che si può far credere come
Succede in questi mesi soliti settembre ottobre che il fenomeno del precariato che davvero un problema
Ed è un'ingiustizia sociale cioè il se l'è inventato Berlusconi e questo Governo perché guardate è un'operazione maldestra perché ciascuno di noi nella propria memoria sa
Che questo fenomeno avuto inizio negli anni ottanta quando la politica pensava di vendere posti di lavoro e invece ha venduto posti di attesa nelle graduatorie è purtroppo è andata così e quindi si sono vendute illusioni che sono poi si sono tradotte in cocenti delusioni con una frustrazione legittima e comprensibile di tanti giovani che per anni
Stanno nelle graduatorie e non hanno la possibilità di svolgere il lavoro per il quale si sentono portati
Cosa ha fatto il Governo Berlusconi non è vero che siamo stati insensibili non ce ne siamo occupati in realtà abbiamo fatto un grandissimo lavoro certo tra le pieghe del bilancio
Seguendo la strada possibile non quella che avremmo voluto quella che era possibile dal punto di vista
Economico e sostenibile e abbiamo siglato un decreto salva precari abbiamo anche siglato accordi con le regioni ma abbiamo cercato di contemperare due interessi altrettanto importanti uno quello di alleviare
La situazione dei precari ma dall'altro anche quello di buttare un occhio alla qualità dell'istruzione che secondo i dati OCSE-PISA eh
In fondo alle classifiche internazionali quindi la difficoltà di operare in questo contesto è quello di
Prestare attenzione a chi lavora nella scuola perché sicuramente non c'è come dire una buona scuola se non ci sono buoni insegnanti insegnanti
Come dire preparati e motivati ma dall'altro noi dobbiamo anche investire nella qualità e finché continueremo ad aumentare le risorse per le spese correnti non ci sarà mai spazio per la qualità
Quindi il ragionamento che ha fatto il Governo è improntato a questa a questa logica e sulla base anche
Di un dell'esigenza di garantire I ragazzi una scuola utile non autoreferenziale abbiamo con il Ministro Sacconi steso il documento Italia due mila e venti c'è con riferimento proprio
Alla necessità di un incontro fra il sistema della formazione il sistema del lavoro perché non sono due universi destinati a non incontrarsi mai noi dobbiamo superare un altro luogo comune che si studia per non lavorare si lavora perché non si ha studiato
La verità è che la formazione
è fatta di lavoro ed è fatta di studio di studio teorico queste due cose devono convivere come in tutti gli altri sistemi europei e non solo
Ecco da qui il potenziamento sulla base di un lavoro fatto anche dal precedente Governo
Dal Ministro Fioroni dell'IST e anche da con una collaborazione importante di gentili di tanti esponenti di Confindustria sull'istruzione tecnica e sulla formazione professionale
Perché è vero in linea generale che i laureati hanno più possibilità di occupazione
Rispetta i diplomati
Ma è anche vero che se andiamo a scomporre il dato e andiamo a vedere
Le chance occupazionale dei laureati in scienza e della della comunicazione piuttosto che in altri settori poco richiesti beh quella percentuale di Jean soccu occupazionale si abbassa notevolmente rispetto a chi ha una formazione tecnico un profilo preciso e una disponibilità anche ad inserirsi in un contesto lavorativo che anche questo è un elemento che secondo me un corso di formazione dovrebbe
Tener presente quindi cosa abbiamo fatto abbiamo cercato di
Puntare su una maggiore istruzione tecnica su una maggiore
Formazione professionale su più lauree scientifiche perché l'orientamento
Deve aiutare i ragazzi ma anche le loro famiglie a fare scelte consapevoli e quindi a intraprendere percorsi che poi consentano un'autonomia un percorso professionale
E poi più tecnologia più lingue straniere somma la nostra direttrice è stata questa unitamente ad una tavolo che abbiamo aperto con i sindacati con quella sindacato che
Che può giocare un ruolo importante per rendere più competitivo il nostro Paese per favorire la crescita ma che deve decidere di sposare il cambiamento e non
Di rischiare di apparire come
Il difensore di logiche corporative perché così il Paese non corre così non si dà una mano alla crescita e allora
Noi un'altra cosa che un'altra critica che ci viene mosse quella non siete attenti agli insegnanti non è vero io credo che in questo Paese dobbiamo recuperare il prestigio in capo agli insegnanti e anche la retribuzione economica deve cambiare
Ma non puoi sono esserci insegnanti motivati se non per passione
Laddove ci sia un avanzamento legato solo allo scatto di anzianità ma è possibile che nel due mila e dieci cioè i professori vengano sono valutati in base all'avanzare
Dell'anzianità sta in un sistema che se vogliamo credere nella scuola se vogliamo con scommettere nell'istruzione noi dobbiamo completamente abbandonarlo
Grazie ai risparmi questa è un'altra cosa che non si dice mai perché ne abbiamo fatti i tagli abbiamo cominciato utilizzare bene le risorse pubbliche risultato è che
Proprio perché ilo stipendi degli insegnanti fra i più bassi della pubblica amministrazione non ci sembrava giusto bloccare lo scatto di anzianità come avviene negli altri comparti perché in questo voleva dire dare a tutti stipendi da fame
Grazie a quei risparmi al trenta per cento che noi abbiamo accumulato la scuola sarà l'unico comparto che non avrà il blocco dello scatto di anzianità ma questo non è sicuramente sufficiente
Cioè noi abbiamo il dovere di superare questo meccanismo di affermare e Valentina Aprea eh come dire una oltre che la Presidente della Commissione Scuola presentato su questo un disegno di legge da sempre
Si batte perché esista la carriera degli insegnanti la valorizzazione degli insegnanti noi dobbiamo distinguere
E
Premiare in modo diverso chi lavora bene da chi non insegna bene perché se mettiamo tutti sullo stesso piano arriviamo sempre a quel falso egualitarismo che ha
Indebolito fortemente la scuola italiana e allora abbiamo aperto un tavolo per il merito e quindi abbiamo detto che questo Governo vuole arrivare alla carriera degli insegnanti agli incentivi e quindi lo faremo per via contrattuale se il sindacato sposerà questa linea o lo faremo per via legislativa ma in qualche modo questo
Diretto allo dovremo sicuramente e colmare e poi veniamo all'università condivido ancora una volta le parole di Ghali effettivamente il Senato affatto contro qualche mia previsione una
Un addirittura uno sforzo per rendere più riformista il disegno di legge sull'università
E quindi noi vogliamo che
Si diventi ricercatori a trent'anni non ha trentasette anni negli Stati Uniti da sempre si diventa ricercatori a trenta perché
Nel nostro Paese deve essere spostata Cusin la
La questo traguardo
Vogliamo che si diventi associati a trentasette nonna quarantaquattro anni vogliamo che ci siano meno figli di
Parenti di e che ci siano talenti che diversamente scatterebbero all'estero che devono invece avere il massimo dello spazio nella nostra Università
Poi
Sul tema della ricerca indubbiamente questo Paese dovrebbe investire di più ma credo che c'è un tempo per tutto se noi oggi riusciamo
A a sistemare a riparare il motore della formazione della scuola dell'università e della ricerca poi avrà senso in mettere più benzina
Ma se noi oggi non andiamo a riparare il motore semplicemente mettiamo più benzina quella benzina viene buttata via quindi oggi è la fase della rigore e la fase del contenimento della spesa soprattutto del cambio delle regole del cambio della mentalità
Della cultura nel nel governo di questo settore
E su questo certamente come dire una rapporto con chi fa impresa non significa privatizzare la scuola significa semplicemente puntare su questo settore e far sì che alcune principi di buon senso di normale e saggia amministrazione entrino anche in questo settore strategico
E per lo sviluppo e quindi con riferimento alla ricerca e so che è un tema che interessa particolarmente la vostra presidente ma ovviamente tutti gli imprenditori ebbene noi anche qui abbiamo deciso
Di
Evitare di spendere risorse in tanti micro progetti che non hanno nessun impatto nessun tipo di trasferimento tecnologico
Abbiamo la necessità di concentrare le poche risorse che abbiamo a disposizione su tanti grandi progetti dai quali può dipendere la crescita la competitività il fare impresa
E quindi non è vero che però le risorse non esistano perché per esempio sul Mezzogiorno non esiste in materia di ricerca un problema di risorse perché abbiamo ancora a disposizione il PON
E complessivamente ci sono sei miliardi e duecento milioni da spendere
Tre miliardi e due sono in capo il mio ministero quindi la sfida eh
Come verranno spesi e come verranno investite queste risorse quanti posti di lavoro rende renderanno quante aziende potranno beneficiarne che tipo di sviluppo potremo creare in quel territorio
E allora noi abbiamo cominciato a bandire la prima tranche quattrocentosessanta milioni per le quattro regioni Calabria Campania Puglia in Sicilia
A cui si è riusciti ad aggiungere altri cento milioni per promuovere le necessarie collaborazioni anche al nord con le istituzioni con le imprese
Settentrionali e quindi la valutazione è in corso sono stati presentati cinquecentotrentatré progetti
E questo è un elemento positivo anche perché non abbiamo messo una soglia di sbarramento al cinque milioni insomma una cifra tutto sommato che
Sfrondarle molto dai piccoli progetti poco incisivi
E di imminente uscite anche la seconda azione prevista dal pone che legata ai distretti tecnologici e ai laboratori pubblico-privati novecentoquindici milioni
Di euro
E del resto anche il piano di ricerca nord-sud che Confindustria
Ha presentato va in questa direzione è quella di fare sistema di non di distinguere tra ricerca pubblica e ricerca privata ma di fare il massimo della sinergia e
Soprattutto applicare il massimo della trasparenza e della valutazione abbiamo anche cercato di sbloccarlo una serie di provvedimenti che a livello burocratico erano fermi presso il Ministero penso allo sbocco delle risorse del Fondo per le agevolazioni alla ricerca e il fare
E del decreto legislativo due nove sette novantanove dedicato a sostenere investimenti ricerca del tessuto industriale
Nazionale negli ultimi mesi sono state poi liberate nelle risorse disponibili degli anni due mila sette otto nove che erano ancora
Bloccate quindi insomma un grande lavoro per far sì che tutto ciò che noi abbiamo disposizioni in materia di ricerca
Possa essere utilizzato al meglio e parallelamente un lavoro di riordino degli enti di ricerca con una governance duale dovrà essere così per tutti gli enti di ricerca cioè una Presidente con una forte competenza
Scientifica con una forte autorevolezza internazionale ma anche un manager capace di far quadrare i conti questo sarà l'impostazione
Per gli enti di ricerca dal CNR a tanti altri enti presenti nel nostro Paese
E così una forte sinergia con l'impresa è una forte attenzione al talento anche agli accordi internazionali quindi
Io penso che ha problemi seri servano risposte concrete e qualche volta difficili qualche volta costoso in termini di consenso ma indispensabili e non rinviabili
Credo che e auspico un confronto sulle soluzioni che ovviamente
Possono essere anche divergenti possono essere come dire improntate a logiche diverse ma io credo che dobbiamo superare
Il chiacchiericcio e dobbiamo superare anche la tiepide Enza nell'affrontare e nel proporre soluzioni oggi invece drastiche e urgenti
E in questo senso penso che il nostro Paese abbia bisogno di un grande gioco di squadra la presidente Marcegaglia aveva auspicato un patto per l'Italia
Un un grande gioco di squadra fra tutti gli attori fare il ovviamente la politica le governance territoriali l'impresa il sindacato il terzo settore ecco io credo che l'Italia
Potrà dare grandi risultati potrà recuperare competitività in magari
Come dire superare in positivo le previsioni non ottimistiche che oggi abbiamo ascoltato mettendo in campo un grande coraggio una grande capacità di lavoro e soprattutto un atteggiamento costruttivo
E non distruttivo perché gli irriducibili
Professionisti del tanto peggio tanto meglio andranno avanti a farla la la loro parte ma sarà dalla nostra capacità di fare squadra che dipenderà il futuro dell'Italia grazie
Ringrazio il Ministro Gelmini del che peraltro ha avuto un ringraziamento platea vari applausi hanno segnato il suo intervento ringrazio anche molto Stefano Fassina diciamo il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia per le conclusioni
Bene buongiorno a tutti
Io sarò piuttosto veloce perché sono state dette molte cose abbastanza Tati intanto
Lasciatemi
Ringraziare moltissimo Luca palazzi e tutto lo staff del Centro Studi credo per questo documento che come nella tradizione del Centro studi Confindustria un documento ben fatto molto ricco che ha offerto e offre a tutti noi una serie di spunti di riflessione molto molto profondi è molto importante ringrazio veramente
Tutti i relatori che hanno partecipato e in particolare appunto oltre i professori ringrazio molto Stefano ma Fassina e il Ministro Gelmini per ad Erchie dato anche non solo un contributo dal punto di vista dell'informazione delle riflessioni ma anche delle policy da portare a tanti
Io cercherò di
Riprendere alcuni temi che sono stati già trattati e poi appunto soprattutto dirvi
Che cosa intende fare e Confindustria quali sono le azioni sulle quali vogliamo lavorare
Da qui ai prossimi ai prossimi mesi molto velocemente sulla congiuntura mi pare che le cose sono state dette il nostro punto di vista è molto chiaro abbiamo probabilmente il peggio alle spalle lo diceva prima la professore sarà che la recessione
Certamente terminata ma siamo in una fase comunque di a livello globale certamente pone anche a livello europeo e italiano
Di incertezza sta di scarsa visibilità di forte differenziazione tra aree di dati spesso anche contraddittori quindi entriamo in una fase in cui certamente migliore della
Della della di quello che abbiamo vissuto nel due fine due mila otto e due mila nove ma una fase che probabilmente ha rimarrà
Strutturalmente incerta complessa da leggere e questo chiaramente ha un impatto su chi fa il nostro mestiere deve fare in uno scenario di questo tipo scelte di investimento e di cambiamento delle proprie delle proprie impresa
La come avete visto le previsioni nostre rimangono previsioni
Uno virgola due di PIL due mila dieci uno virgola tre nel prossimo hanno
Però appunto la crescita sta rallentando sta rallentando un po'ovunque sta rallentando in particolare in Europa e appunto l'Italia è uno dei Paesi che rallenta rallenta di più
Allora che cosa che cosa fare in questo scenario come muoversi ma partirei a dal punto di vista globale molto velocemente ma direi che
è abbastanza evidente pur vivendo una rallentamento che riguarda anche alcuni Paesi emergenti
Che però c'è stato detto prima un terzo della crescita turbare verrà
Futuro viene già adesso in futuro dai Paesi emergenti laser su questo gioca giocherà un ruolo molto importante quindi una prima sfida che riguarda noi io lo dico sempre ma colgo l'occasione per ripeterlo qui che c'è una platea
Molto qualificata di imprenditori per noi questo ha un significato molto chiaro tutti noi ognuno nella propria impresa ognuno a suo modo tutti dove dobbiamo ragionare e lavorare per spostare la nostra attenzione sui mercati
Emergenti in particolare sull'Asia
C'è una cambiamento in atto importante se guardiamo i dati del due mila dieci evidenziano una maggiore flusso di esportazioni delle aziende italiane
Verso i Paesi dell'Asia ma se prendiamo il nostro benchmark che piaccia o non piaccia e la Germania non su questo siamo ancora molto indietro quindi il tema per noi di spostamento verso l'Asa di capacità di penetrare meglio questi mercati
Di avere posizioni forti su questi mercati è un tema che riguarda noi come singoli imprenditori ma certamente riguarda anche Confindustria che nel dell'accompagnamento delle nostre imprese sui mercati internazionali in particolare su quelli asiatici fa una delle proprie mission delle proprie micio fondamentali
A livello di policy è stato detto prima io credo che
Serve una cooperazione internazionale è facile dirlo in consesso di questo tipo è molto più difficile ottenerlo ne abbiamo visto i G venti subito dopo la crisi
Arrivare a delle decisioni utili il G venti poi successivi hanno mostrato una difficoltà ad arrivare a come dire scelte condivise ma questo non toglie la necessità sempre più di avere una governance globale di approntare alcuni dei grandi problemi
I mercati finanziari le avevo dei mercati finanziari regoli
Le ire voi del commercio internazionale ma anche altre regole più in generale della competitività a livello globale quindi questo rimane uno dei grandi temi su cui lavorare anche in futuro a livello europeo vado molto velocemente per poi concentrarmi sull'Italia è stato anche qui
Ricordato l'euro crisi di maggio la Grecia che al di là dei problemi appunto dei debiti sovrani e della sostenibilità e della credibilità dei Paesi hanno evidenziato appunto divari crescenti di competitività molto forti lo abbiamo detto spesso lo ripetiamo anche qui oggi
Divari crescenti di competitività all'interno di un hub con una moneta unica
Hanno comunque creato problemi è stato detto prima molto bene la Germania se avvantaggiate in modo chiaro di questa situazione se avessimo muto monete diverse il marco se sarebbe sopravvalutato le monete
Dei Paesi mediterranei se sarebbero sotto come dire svalutate noi oggi però abbiamo una moneta unica abbiamo divario di competitività crescenti e molto pesanti questa situazione non può reggere
Allora la la soluzione più Europa
E una capacità di arrivare a quanto meno un coordinamento vero serio delle politiche non solo diciamo file non solo monetarie che già ci sono ma anche di di politiche ed economiche politiche di competitività
Quello di cui si sta discutendo proprio in queste ore in questi giorni cioè quello di arrivare un nuovo patto di stabilità e crescita
A livello europeo che da una parte veda una sorveglianza sul tema dei deficit dei debiti pubblici ma dall'altra anche una sorveglianza sulle politiche di competitività che i vari Paesi
Portano avanti è un fatto positivo siamo all'inizio bisognerà vedere come dire a quanto si riuscirà realmente ad arrivare un risultato di questo tipo ma non v'è dubbio che questa è una CIG necessità assoluta qui non come mondo del business non solo italiano
Ma anche europeo spingiamo per più Europa spingiamo per un coordinamento vero delle politiche economiche di competitività
E anche dal punto di vista italiano riteniamo che questo possa essere uno sprone vero forte a vincere anche le grandi resistenze che all'interno del nostro Paese ci saranno nel varare una vera politica per la crescita di cui tornerò tra poco ecco anche su questo per Confindustria questa è una mission importante
Noi certamente dobbiamo continuare a guardare ai governi regionali
Al Governo nazionale ma dobbiamo sempre più avere una capacità di comprendere di incidere a livello paneuropeo perché non vi è dubbio che la che molte decisioni verranno prese e la che si coordineranno le scelte di politica economica e di competitività
E quindi anche per noi questo significa appunto una attenzione è un focus europeo anche maggiore rispetto a quello che abbiamo avuto in passato
Vengo all'Italia vado veloce perché le cose sono già state dette
L'Italia è stata colpita duramente dalla crisi palazzi lo ha evidenziato bene con i dati anche per noi probabilmente il peggio alle spalle noi dobbiamo continuare attenere una politica di rigore dei conti pubblici
Quello che è stato detto in precedenza relatori lo evidenzia in modo molto chiaro quindi lei il rigore dei conti pubblici non è un'opzione non è una discussione una necessità assoluta che abbiamo avuto sono i dati detti prima sono evidenti insomma noi
Per ridurre ad arrivare a un livello di debito pubblico dell'ottanta per cento dobbiamo fare ad anzi primari significativi per i prossimi anni
E quindi come dire il tema del rigore nei conti pubblici è un tema che rimane molto forte e colgo ancora una volta l'occasione per dire che Confindustria è a favore di una politica di rigore lo è stata
Durante la crisi questo ha comportato sacrifici importanti anche per il nostro mondo ma ne siamo consapevoli che non ci può essere
Un futuro come dire solido per il nostro Paese quindi anche per le nostre imprese se non appunto all'interno di una politica di rigore dei conti ma tengo a sottolineare quanto è stato detto prima
Il rigore nei conti non lo possiamo fare aumentando le entrate fiscali aumentando la pressione fiscale in un Paese che ha già per chi paga le tasse una pressione fiscale che non è
Più correggibile ma lo deve fare diminuendo la spesa pubblica è stato detto ancora una volta prima lo ha ricordato anche il Ministro Gelmini lo ha ricordato Fassina c'è un lavoro importante da fare sulla spesa pubblica
Non sulla spesa pubblica improduttiva ma la spesa pubblica corrente in generale che nel nostro Paese è sempre cresciuta
Non possiamo più andare avanti così su questo serve una determinazione forte
A tagliare spesa pubblica enti inutili tutto quello che appunto a fare meglio gli acquisti
Qualche cosa nella manovra di maggio è stato fatto ma ci tengo a sottolineare che noi lo consideriamo solo un tiepido inizio cioè moltissimo ancora da fare su questo versante che per noi eh fondamentale
Il federalismo fiscale come abbiamo detto spesso per noi deve essere questo deve essere un modo per avvicinare
Chi decide ai decisori che poi avranno la facoltà attraverso il voto di giudicare avvicinare aumentare la la la responsabilità e quindi per noi deve essere un modo per tagliare la spesa pubblica improduttiva quella che non produce per nessuno gli sprechi
Se non sarà questo il federalismo non serve deve essere questo
E noi auspichiamo che sia questo e ci impegniamo perché questo possa essere quindi in Italia la politica del rigore deve continuare ripeto non è una scelta ma è una necessità
Assoluta e i dati anche del proiettati da qui a dieci anni lo dicono con molta chiarezza
Ma è venuto il momento lo è stato detto da molti lo voglio ripetere anch'io che accanto ai temi che riguardano rigore si aggiungano i temi le scelte le riforme per tornare a crescere
Noi siamo cresciuti troppo poco negli ultimi dieci anni a circa un uno per cento di PIL meno rispetto alla media europea il nostro reddito pro capite non si è mosso sono tutti dati che sono già stati evidenziati che
Dicono con chiarezza che l'Italia entrata in crisi già in crisi con una capacità di crescita molto bassa
E quello che vediamo per il momento pur avendo il peggio alle spalle che stiamo uscendo dalla crisi ancora una volta con una capacità di crescita troppo bassa né cresceremo secondo le nostre stime uno virgola due per cento siamo tra i più ottimisti mi pare
A la Germania cresce del tre virgola quattro per cento per i motivi che abbiamo detto prima però cresce del tre virgola quattro per cento la media degli dei Paesi europei cresce dell'uno virgola sette otto per cento allora quello che si sta evidenziando e ancora una volta una
Capacità di crescita del nostro Paese troppo bassa il dato che è stato citato prima di Citigroup Crispi e che stima la crescita potenziale per i prossimi dieci anni nel nostro Paese ha zero nove
Evidenzia tutta la problematica che noi abbiamo tra allora noi dobbiamo tornare a crescere
Io lo dico continuamente colgo l'occasione per dirlo anche qui
Noi vogliamo che il Paese maggioranza opposizione ovviamente il dibattito tra le forze sociali si concentri su questo punto perché questo è il punto essenziale
Se noi non recuperiamo una capacità di crescita noi perderemo come dire livello di benessere noi attueremo meno investimenti non riusciremo a tenere in piedi le nostre imprese non aumenteremo
E il gli occupati aumenteremmo nostro tasso disoccupazione ridurremo nostro tasso di occupazione che già somma
Noi dobbiamo ritornare accresce quindi la prima cosa che serve una grande concentrazione su questo tema non è più possibile parlare di altro e non parlare di questo tema questo è il grande tema l'ossessione alla crescita che è un po'noi
Abbiamo tutti nelle nostre impresa deve diventare uno dei il punto fondamentale su cui si discute
Vorremmo sentire come dire maggioranza opposizione ripeto dibattito tra le forze sociali concentrato su questo punto e il nostro ruolo ed è quello che vogliamo continuare a fare e tornare continuamente a richiamare tutti
A parlare di questo di questo tema
Ecco ci sono delle cose da fare perché ovviamente la crescita non viene da sola
Io credo che le cose da fare siano abbastanza condivise
Noi abbiamo presentato un documento a maggio Italia dunque l'amico due mila quindici che parla di dieci punti che sono quelli su cui lavorare il Ministro Tremonti qualche giorno fa ha parlato di otto punti su cui tornare
Credo che la stessa opposizione come dire ragionerà su a questi temi allora io credo che c'è una analisi condivisa ha un buon livello probabilmente non saremo d'accordo al cento per cento potremmo essere d'accordo a sessanta settanta per cento
Ma è piuttosto chiaro che cosa bisogna fare adesso le cose però bisogna farle possiamo più solo annunciarle non possiamo solo più fare riflessioni
Dobbiamo mettere in piedi una politica delle riforme fatta di passo dopo passo
Che abbia una visione ovviamente a medio termine perché le grandi riforme non si fanno oggi essi al risultato subito oggi ma se noi non iniziamo oggi a fare le grandi riforme nostro Paese continuerà
In questa china di bassa crescita con le conseguenze di cui parlavo prima quindi è venuto il momento di fare un vero piano delle riforme
L'Europa appunto come dicevo prima col suo patto di stabilità e crescita diventa un vincolo importante ma ci aspetteremmo che il Paese faccia questo passo a prescindere dal vincolo esterno lo faccia
Perché quello che serve è proprio questo punto vado molto velocemente a dire quali sono secondo noi i punti che cosa ha fatto e anche come intendiamo dare un contributo a questo ragionamento
C'è un problema che riguarda noi è già stato detto
Perché le imprese hanno tenuto bene in questo in questa crisi lo diceva prima Sergio De Nardis probabilmente questo è un dibattito che anche nel nostro interno facciamo spesso la produttività del manifatturiero probabilmente un po'più alta non lo so però insomma
I risultati anche in piedi ci dicono che il nostro settore manifatturiero almeno la sua parte quella più forte è quella delle medie imprese
Che esportano è una produttività probabilmente più significativa Perotti c'è tutta una parte ancora del nostro sistema imprenditoriale che ha dimensioni troppo vi piccole per vincere la competizione di oggi
Non possiamo fare una generalizzazione ci sono io dico sempre sono in prese
Leader Dini che mondiali che fanno tre milioni di euro il fatturato e stanno benissimo che sono leader assolute
Ci sono imprese come nel mio settore se dove anche fatture tre miliardi di euro se troppo piccole quindi non possiamo non possiamo generalizzare però non v'è dubbio che abbiamo una parte del nostro sistema manifatturiero
Che guarda soprattutto al mercato interno in settori tradizionali quindi non in nicchie mondiali ad alto valore aggiunto che ancora una dimensione troppo limitata per me questa è una sorta di ossessione
Ne continuiamo a parlare
Non siamo d'accordo su quanto diceva prima Fassina relativamente al fatto che servirebbe anche una spinta
Fiscale verso la poltrona esazione all'aumento dimensione oggi ne abbiamo due strumenti oltre
A quello fiscale su cui vogliamo lavorare molto seriamente uno è il fondo per la Patria esazione delle piccole e medie imprese
Oggi finalmente è una realtà concreta quindi non ci impegneremo molto già a partire dai prossimi giorni facendo però ciò nelle principali città la nostra piccola impresa cercherà di raccogliere il più possibile i casi di impresa è
Che potenzialmente sono come dire possono accedere a questo fondo può ovviamente le scelte
Investimento lo farà il Comitato di investimenti però noi vogliamo veramente cercare di spingere fare in modo che questo strumento che uno strumento vero concreto parliamo di due miliardi di Euro quindi un'enormità
Di risorse possa essere uno strumento concreto a servizio dell'impresa
L'altro tema sul quale stiamo molto lavorando il tema delle reti di impresa guardo Aldo Bonomi mio vicepresidente dei dedicato oltre che delegato
A questo tema noi pensiamo che le reti di impresa possono essere uno strumento intelligente uno strumento che mantiene l'individualità delle singole imprese ma che mette insieme l'impresa su singoli progetti di marketing e ricerca
Di distribuzione all'estero ovviamente questo da diventare uno strumento reale concreto dove ci sono ci presso uno stanziamento fiscale deve portare a sempre semplificazioni burocratiche vere presso uno strumento che veramente diventi a servizio noi su questo ci stiamo impegnando molto continueremo a farlo e lavoreremo in questa direzione
Secondo tema che ci riguarda l'internazionalizzazione ho già detto per me questo è un impegno fondamentale lavoreremo molto chiediamo però che
Ecco nella logica
Dei tagli lineari di cui parlava prima il Ministro Gelmini che io comprendo che quando c'è da fare un taglio in pochi giorni probabilmente non si va molto per il sottile si taglia però io credo che adesso si vive ci sia venuto il momento
Di non ragionare più su tagli lineari perché suo almeno poche cose questo Paese deve scommettere deve mettere soldi privati e se altri soldi pubblici perché altrimenti se noi
Tagliamo tutto nello stesso modo chiaramente non riusciamo a fare quel minimo di politica di contesto che è necessaria per andare avanti allora noi pensiamo che i tagli nell'ultima manovra sui fondi per l'esportazione per l'internalizzazione
Vanno ripristinati e chiediamo anche che si ragioni in termini intelligenti e buoni per avere una unificazioni delle reti del sistema Italia all'estero non possiamo avere
Troppe dispersioni frammentazioni non ripeto le solite storie in base al quale la Regione Basilicata fa promozione in Cina dell'area della Regione Basilicata e magari non riusciamo invece a mettere insieme una coordinamento vero però questo è un tema sul quale non possiamo più andare avanti bisogna anche qui decidere con intelligenza senza
Ridurre né competenze né intelligenze però anche su questo dobbiamo andare avanti con la forza e con determinazione
C'è poi il tema della ricerca innovazione per quanto ci riguarda noi su questo stiamo scommettendo molto Diana Bracco sta lavorando moltissimo le stiamo cercando di mappare eccellenze stiamo cercando veramente di fare tutto il possibile
Per sensibilizzare l'impresa ognuna proprio modo però a fare la scelta della ricerca innovazione senza la quale sappiamo benissimo non c'è capacità competitiva non si può stare sul mercato
Però ci sono altri temi che non riguardano solo noi riguardano
Il Paese le istituzioni e la politica uno riguarda noi e i sindacati e in parte la politica ma soprattutto noi sindacati lo voglio ripetere ancora una volta qua e il tema della produttività
Forse la produttività del manifatturiero non ha perso il due per cento ha fatto più due per cento ma siamo sempre molto indietro rispetto alla Germania la Francia gli Stati Uniti che hanno fatto comunque lo stesso periodo più quindici più dieci più
Più più dodici quindi noi comunque abbiamo un tema vero che riguarda la produttività sono d'accordo che nel nostro manifatturiero qualcosa è stato fatto c'è tutto il tema dei servizi dove questo tema nemmeno viene posto e bisognerà porlo
Però c'è un problema anche di produttività che riguarda il nostro sistema manifatturiero
Noi su questo ci vogliamo impegnare vogliamo come dire ragionare seriamente per far sì che il problema della produttività insieme al problema dei bassi salari che sono i due grandi problemi che questo Paese ha
Trovino una soluzione comune quindi spostare rendere il contratto nazionale
Più come dire ridotto perché deve essere un diritto minimo del come che deve tutelare tutti nello stesso modo
E molto invece deve essere fatto a livello aziendale dove lì che ci può essere veramente il matrimonio tra produttività e livello dei salari ne abbiamo fatto una riforma degli assetti contrattuali in questa direzione
Stiamo ovviamente supportando tutte le imprese che vogliono andare in quella direzione certamente la FIAT di Pomigliano ma ce ne sono tante altre
Questo tema non è più eludibile noi lo dico anche qui siamo aperti al colloquio con tutti su noi auspichiamo che anche quella parte del sindacato che oggi non si siede con noi con gli altri sindacati per discutere di questo tema
Sì risieda
Ragioni con noi perché il risultato vero l'avremo se tutti saranno d'accordo nel fare questa questa strada però lo dico con altrettanto chiarezza questi non è in momenti di tavoli che durano decenni senza decidere
Queste sono i momenti in cui bisogna andare avanti decidere non guardare indietro non fermarsi all'ideologia avere un atteggiamento molto pragmatico molto concreto
E noi intendiamo farlo quindi non si tratta qua di ridurre i diritti dei lavoratori queste cose sono sciocchezze che non esistono e siamo anche stufi di continuare a sentirlo dire perché qui
I toni del dibattito nel Paese rischiano veramente di arrivare a dei livelli pericolosi noi invece vogliamo fare un discorso serio
Dove certamente si tutelano i diritti dei lavoratori
Ma certamente dobbiamo avere due fabbriche sono gestibili fabbriche che sono più produttive aziende che sono più competitive perché se ne mettiamo aziende competitive noi non possiamo mantenere posti di lavoro non possiamo mentali quindi questo è un tema
Serissimo sul quale noi ci impegneremo abbiamo già cominciato a farlo continueremo a farlo con grande apertura ma anche con grande determinazione perché ribadisco questi non sono tempi
Dove si può vivacchiare questi sono tempi in cui bisogna prendere decisioni anche impopolari che però aiuteranno tutto il nostro sistema Paese ad andare avanti quindi su questo noi ci siamo e poi ci sono i grandi temi
E vado verso la conclusione
Le grandi riforme che bisogna fare
I temi sono chiari a indicati prima palazzi li abbiamo invitati tutti sappiamo la burocrazia le tasse le infrastrutture l'Energia maggiori liberalizzazioni capitale umano e università
Questi sono secondo noi i grandi temi ne possiamo aggiungere uno ne possiamo levare uno certamente il Sud sono d'accordo ma la nostra percezione che al sud non serve una politica straordinaria che in passato ha creato tanti problemi
Serve una maggior iniezione vedi queste stesse cose serve lavorare ancora di più sulla scuola la formazione serve lavorare di più sulla ricerca serve lavorare ancora di più sulla burocrazia
Ma certamente noi dobbiamo affrontare questi problemi allora i problemi sono molto chiari
Noi siamo d'accordo per quanto riguarda la burocrazia anche di affrontare un tema di articolo quarantuno l'importante è andare avanti fare in fretta
Non dire che ormai tutto è stato fatto perché non è così certamente tante cose sono state fatte manie rimangono ancora molte da fare sul tema delle tasse voglio dire una cosa molto chiara
Noi sollecitiamo un'apertura e il Ministro Tremonti
Recentemente ha detto che è d'accordo su questo sollecitiamo l'apertura di un tavolo realmente sulle tasse che deve avere un obiettivo però molto chiaro che quello di abbassare le tasse su chi tiene in piedi questo Paese che sono appunto le in prese
E i lavoratori noi ci presenteremo a questo tavolo con una nostra proposta complessiva
Però ecco deve essere chiaro che anche a parità di pressione fiscale noi auspichiamo che era stato semestrale si abbassi ma anche a parità di pressione fiscale
Bisogna proprio ridurre le tasse su impresa e lavoratori il tema dell'evasione fiscale è un tema serissimo anche noi pensiamo che sia importante che una parte quanto meno del gettito che viene recuperato dall'evasione fiscale
Venga proprio utilizzato per abbassare le tasse e l'evasione fiscale in questo Paese ce n'è tanta bisogna andare avanti come dire c'è stato nell'ultima manovra se sono ripristinati una serie di iniziative che
Dal nostro punto di vista sono positive nella lotta all'evasione fiscale
Bisogna andare avanti certamente in quella in quella direzione non parlo di infrastrutture energia perché se ne parla sempre molto conoscete la nostra idea voglio dire solo una cosa prima di chiudere
Sul mercato e sulle liberalizzazioni
Noi pensiamo che questo Paese ha bisogno di una grande iniezione di concorrenza e di mercato lo si diceva prima
In tutto il settore che non è manifatturiero nel servizio nei dei servizi nelle public utilities il livello di concorrenza è ancora troppo basso questo vuol dire
Minor reddito spendibile per per le persone vuol dire maggiori costi per le imprese vuol dire non apparire questi mercati a nuove aziende mantenere privilegi ecco questo è un fatto per noi essenziale ecco nell'agenda
Di questo Paese le liberalizzazioni ormai sono sparite da tempo si sono fatte alcune cose sui servizi pubblici locali
Ma ancora piuttosto tiepide ecco noi e dall'altra parte invece vediamo logiche di tariffe minime
Per i professionisti per i trasportatori cose che non ci piace Aquilino invitiamo
Il Paese a lavorare su questo tema della concorrenza perché più concorrenza vuol dire ripeto fa maggiore attenzione ai consumatori alle imprese vere quelle che stanno sul mercato quindi sicuramente un vantaggio complessivo per il Paese
Sull'università il capitale umano
Ha già parlato Giampaolo Galli io mi limito a dire che Confindustria fin dall'inizio quando anche eravamo forse una tra le poche voci
Noi fin dall'inizio abbiamo supportato fortemente lo sforzo di riforma del ministro Gelmini e del Governo perché riteniamo che quella sia la strada giusta condivido le parole
Che ha detto prima il ministro anzi noi la sollecitiamo pur nella difficoltà assoluta di un Paese come questo a fare ancora di più ad andare avanti in questa direzione
A dare ancora più fondi a chi fa ricerca a aumentare le percentuali a lavorare veramente per premiare i professori bravi cioè a lavorare ancora di più a favore del merito
A favore appunto di chi merita e anche a penalizzare chi invece non fa il proprio mestiere quindi questa riforma una riforma
Che noi condividiamo e chiediamo appunto di andare ancora più avanti perché è un inizio intelligente buono ma c'è tantissima ancora da fare i dati
Che citava prima Giampaolo Galli lo evidenziano in modo molto chiaro chiudo dicendovi che quindi noi
Cercheremo di dare il nostro contributo
Facendo due cose la prima su questo tavolo delle riforme ovviamente supportando il Governo se deciderà realmente di fare queste riforme anche per rispondere alla logica della europea
Però ribadisco è il momento veramente in cui le cose vanno fatte quindi non mi ci mettiamo a disposizione con le nostre proposte con le nostre capacità per supportare dare un contributo nella creazione di questo piano di riforme che andrà
Presentato a a Bruxelles
E dall'altra parte che ringrazio Ministro Gelmini per averlo ricordato noi cercheremo proprio di condividere una serie di riforme di iniziative di progetti di proposte con tutte le altre parti sociali
Nell'Assemblea di maggio scorso io avevo appunto parlato di una assise delle parti sociali di un tavolo diciamo delle parti sociali per condividere proprio questo tema della produttività delle riforme proprio oggi
Ho firmato una richiesta ovviamente un invito a tutte le altre parti sociali quindi a tutti i sindacati e a tutte le altre rappresentanze di impresa alti riunirci
Nei prossimi giorni e condividere un'agenda di riforme noi ci presenteremo con le nostre proposte
Gli altri magari ne avranno altre e il nostro obiettivo è proprio quello di a vere
Tutto il mondo delle parti sociali che condividono un'agenda di riforme
E farlo in modo serio siamo anche ovviamente aperti a
Condividere iniziative
Anche con l'opposizione ovviamente ho già detto prima della colazione col Governo insomma noi faremo veramente tutto il possibile perché questo momento che è un momento difficile
Un momento anche di incertezza diventi un momento in cui il Paese si concentra realmente sulle forme
E magari che riesce con l'aiuto di tutto con la volontà
Di cooperazione da parte di tutti a superare le grandi difficoltà e le grandi resistenze che in questo Paese ci sono nella consapevolezza che
O vinciamo tutti insieme o perdiamo tutti e che arriva
SCO e chiudo questo il momento in cui bisogna decidere questo il momento del coraggio questo momento delle riforme noi ci siamo faremo tutto il possibile perché davvero pur nelle difficoltà
Possiamo veramente andare avanti fare un bel piano di riforme e quindi avere un futuro migliore per noi per i nostri figli grazie