Personaggi e fatti tra il 1968 e 1988 "Aldo Moro"

è un dibattito che credo non sia
Una forzatura
Far partire idealmente diciamo dal mille novecentosessantotto proprio perché la riflessione e il pensiero di Moro subirono proprio a partire dalla fine degli anni sessanta
A partire da di movimenti di massa che si svilupparono ai mutamenti profondi che sia ebbero nella società italiana
Dalla a partire dal mille novecentosessantotto sessantanove il pensiero di Moro ebbe un impulso un incremento e questo rappresentò effettivamente un punto di riferimento anche per lo sviluppo successivo ulteriore sul piano politico ma non solo sul piano dei rapporti politici per la riflessione di Aldo Moro basti ripensare ad esempio a che cosa significò
Nella riflessione di Moro rispetto allo stesso ruolo della Democrazia cristiana nella società italiana il referendum del mille novecentosettantaquattro sul divorzio
Ma sessantotto ottantotto si può dire che idealmente proprio scandito come un drammatico un tragico spartiacque centrale anche dalla data del mille novecentosettantotto
L'anno in cui appunto
Moro fu rapito e ucciso dalle Brigate Rosse
Vittima della ferocia del terrorismo vittima di una trama complessa non ancora del tutto chiarita diventi e di fatti questa sera quindi siamo a discutere del pensiero dell'azione della riflessione di Aldo Moro di un pensiero che è rimasto in un certo senso drammaticamente incompiuto e irrealizzato
E si tratta quindi di discutere anche rispetto a quella che è la realtà odierna non per fare un astratta distinzione Frati ciò che resta valido e ciò che non è più valido rispetto alloggi della riflessione di Moro ma per capire come in effetti si possono assumere dei punti di riferimento importanti
Per il più generale dibattito politico che oggi si svolge nel nostro Paese
Abbiamo qui con noi stasera come vedete una presidenza particolarmente numerosa anche qualificata
Abbiamo Tina Anselmi deputato della democrazia che fu da qui voi ricorderete anche come presidente della commissione la P due
Abbiamo Luigi Covatta
Del partito socialista sottosegretario alla Pubblica istruzione il relatore di minoranza alla Commissione d'inchiesta sul caso Moro abbiamo Giovanni Moro
Vice segretario nazionale del Movimento federativo democratico
E abbiamo Renato Zangheri
Compagno Zanichelli nella direzione del nostro
Io penso che possiamo cominciare un primo giro così dire di interventi proprio dando la parola a Renato Zangheri
Io non penso che
Si possa parlare di Aldo Moro
Della sua personalità del suo ruolo è stato grande nella vita politica italiana
Senza ancora tornare sul suo sequestro
All'eccidio della sua scorta alla sua prigionia la sua uccisione in quella primavera del mille novecentosettantotto
Che è stata ricordata di recente di cui è stato ricordato di recente il decimo anniversario
Non solo si deve tornare mi pare a quei giorni
Per un omaggio alle vittime
E per ribadire la condanna
Degli assassini
Ma terra elevare la rilevato l'onorevole Anselmi
Nel giugno scorso
Come a tutt'oggi restino aperti molti interrogativi
Su quelli avvenimenti
Come restino senza ha detto l'onorevole Selmi risposta certa
Restano aperte le questione dei corvi via Gradoli
Via Montalcini e via Monte nevoso a Milano del ritardo con cui furono scoperti
Dei materiali che vi furono sequestrati e non tempestivamente vagliati
O di quelli di cui si persino perduto la traccia
Degli stessi verbali scomparsi di importante importanti sedute
Di organi incaricati delle ricerche
Di informazioni non date tempestivamente
O non date le persone giuste
E la questione delle lettere del loro numero effettivo
E infine
Questione molto oscura
Dei collegamenti delle Brigate Rosse o almeno
Come ha scritto Giorgio Galli della decisione di qualcuno
Di lasciare agire le Brigate Rosse
Probabilmente
I servizi di sicurezza italiani
Di reti allora da uomini della P due
Probabilmente i servizi di sicurezza di altri paesi
I quali secondo dalle spesso avevano notizie
Dell'attentato
O almeno di un attentato
Che si preparava lei che avrebbero potuto prevenirlo
Limitando la libertà d'azione della colonna romana delle Brigate Rosse
Nella quale probabilmente questi servizi avevano degli infiltrati
Vi furono ecco quello che io volevo dire iniziando a parlare di Moro
Vi furono
Dieci anni fa debolezze
In preparazione forse la volontà è il disegno
Da parte della P due e di altri
Di spingere gli apparati dello Stato
Ad una degradazione tale da sollecitare successive misure di ordine cioè in realtà di restaurazione antidemocratica
Vi fu anche per contrario anche di questo si deve parlare
La resistenza delle masse popolari la fermezza
Dei partiti o almeno di alcuni partiti fra cui il nostro
Che non hanno ceduto alle pressioni favorevoli
Ad una trattativa che era detenuta
Errata anche se le motivazioni
Della famiglia e gli altri erano
Rispettabili e comprensibili
Del resto la saldezza della vita di Moro come poi è stata confermato da testimonianze di brigatisti rossi
Da non era legata alla decisione di accedere alle richieste
Dei suoi carcerieri
Questo non significa naturalmente che la preoccupazione umanitaria come fu chiamata allora
Non avesse in sei un fondamento
Credo che lo si debba dire al di fuori delle polemiche dal momento
Anche se qualche mossa del cosiddetto partito alla trattativa può avere offerto vantaggi volontariamente ai terroristi
E non escludo d'altra parte che non lo schieramento nel fronte della fermezza
Anche questo voglio dirlo fuori delle polemiche del momento
E per una ragione di obiettività storica
Non è escluso che vi fosse chi voleva utilizzare il rapimento di Moro per imprimere un andamento
La repressione Ivo di restaurazione autoritaria alla vita politica italiana credo che un atteggiamento storico debba riconoscere questi punti di vista
Ripeto la citazione di un saggio di Giorgio Galli che incluso in una
Volume pubblicato nei mesi scorsi dagli editori
Riuniti quello che invece non posso condividere dei Galli e qui entra nel vivo dell'argomento di questa sera
E
Che non si può pensare che le azioni delle Brigate Rosse
Mirasse a colpire con il Moro in Moro una politica di pura cauto progresso
E di apertura a sinistra
E in particolare in quella fase di collegamento con i comunisti o di associazione dei comunisti in qualche modo alla guida del Paese Moro secondo Galli non voleva cambiare bensì conservare
E io
Non condivido assolutamente questo punto di vista
Moro era stato l'artefice sia pure molto prudente
Dell'iniziativa che aveva portato i comunisti
Di Berlinguer nella maggioranza
Parlamentare
è vero che c'è chi sostiene allora sostenne
Oggi sostiene che
Questa iniziativa era intesa da Moro strumentalmente
Per mantenere il centro del potere alla Democrazia Cristiana
E di integrarli in modo subalterno i comunisti come negli anni sessanta erano stati integrati
I socialisti
Moro secondo questi commentatori
Non era portatore di un disegno politico nuovo
Ma ciò che egli si proponeva
Era di difendere e per effettuare l'egemonia della democrazia cristiana
Nel nostro sistema politico
Ora sarebbe difficile io penso negare che Moro presidente della Democrazia Cristiana è convinto sostenitore del ruolo
Del suo partito
Non abbia avuto in mente un disegno nel quale alla Democrazia Cristiana spettava una funzione di perno nel sistema politico italiano
Ma Annie più volte sostiene
Nei suoi interventi
Che questo non si ottiene con una pura occupazione del potere
Ma assecondando l'ingresso nell'area delle decisioni politiche di quelle forze
Che si sono espresse da un movimento
Reale della società
E rappresentano esigenze
Reali siano i socialisti prima i comunisti poi giovane i giovani del sessantotto le donne
E così via permettetemi
Di fare per aprire questo
Discussione per fornire anche qualche documento per rinfrescare la nostra memoria permettetemi di fare alcune citazioni diceva
Al consiglio nazionale del suo partito il ventisei novembre
Mille novecento
Settantacinque
Guai a Nori se si spegnesse o anche solo attenuarsi
Il carattere evolutivo della nostra esperienza sociale
E cioè quel progressivo allargarsi dell'area del potere
Quell'espandersi senza esclusioni dell'Area del benessere
Della dignità della iniziativa fino a coincidere con l'intera realtà sociale
è questo motto di eguaglianza e di giustizia che contraddistingue una società in progresso
E per quanto riguarda la sua guida un partito
Di progresso e quindi veramente popolare di fronte a un partito
Conservatore
E quindi parziale evidentemente in questa prospettiva l'accento è posto no non sugli equilibri esistenti
Ma su quelli nuovi
Che vanno
Dinamicamente esprimendo ed a sé stante
E qui continuava la situazione un po'lunga ma è molto interessante e quindi la base per il confronto con il Partito comunista
Confronto con il poeta comunista collocate in un grande quadro evolutivo progressivo della società italiana
Ebbene non si giunge ad un serio confronto fra democrazie cristiane Partito Comunista se non sul terreno dell'ordinamento globale della società
Se no nello sforzo di prendere possesso
Dell'intera realtà popolare
Rinunciare a comprendere e da farsi comprendere giovani donne lavoratori significa rinunciare ad una posizione storica
Ad una funzione storica per accontentarsi finché si possa dei gestire timidamente e do sicuramente
Il presente e possiamo e dobbiamo non condividere l'intuizione di fondo sulla base della quale il Partito Comunista interpreta e guida la vita popolare
Possiamo e dobbiamo contrapporre la nostra legata alla nostra visione cristiana dell'uomo
Ma non può essere di confronto efficace ove si rinunzia ad una parte cospicua della realtà sociale
E si sia differenti indifferente impotenti di fronte al grande moto evolutivo della storia
Umana mi sembra una pagina molto significativa molto
Molto
Molto importante anche molto complessa che
Sfata un boom munito di banale strumentalismo da parte del di Moro nei confronti del nostro partito
E l'anno dopo al congresso del suo partito
Egli afferma affermava
La stessa vastità e varietà del suo elettorato del Partito comunista
E la presenza in Italia di forti i fermenti democratici
Sollecitano e in un certo senso costringono a battere questa strada cioè la strada
Del dialogo del confronto poiché il partito comunista diceva è al centro del dibattito politico oggi come del resto
Lo è stato
Per trent'anni
E continuava un serio rigoroso rispettoso confronto con il Partito comunista nel quale si riflette in così larga misura la realtà italiana e allo stadio dell'evoluzione delle forze politiche lo strumento necessario per garantire la dialettica democratica
Eccetera
Alla fine del settantasei dopo le elezioni che avevano visto l'avanzata
Comunista
Mentre proseguiva una emergenza inflazionistica nel generale economica è è dell'ordine democratico
Diventano espliciti negli interventi di Moro i differenti di ferimenti
A quella
Che sarà chiamata
La terza fase una fase cioè in cui il dialogo e il confronto con la sinistra
E col Partito comunista diventa no
Una qualche forma di collaborazione alla guida
Nella guida del del
E del resto sostiene Moro nel suo disco rosso molto citato del celebre di Benevento il dialogo in realtà con i comunisti in questi trent'anni
Non è mai cessato e avanza una tesi un po'audace che forse
Non è possibile del tutto del tutto condividere
Poiché in quei trent'anni c'erano stati anche scontri duri hanno solo dialoghi
I comunisti si era anche tentato di mettere dei fuorigioco pesantemente non sempre il dialogo e il confronto aveva prevalso invece sullo sullo scontro
E quindi c'è forse in questo accenno ad un confronto permanente trentennale
Bah comunisti
Democristiani una qualche forzatura per rendere forse più digeribile per rendere meno ostico quel dialogo che invece in quel momento siamo appunto nel settantasei
Si voleva aprire però dice una cosa in quel discorso molto molto giusta mi pare molto interessante abbiamo mantenuto questo dialogo
E in conclusione possiamo dire che pure in questa forma di dialogo e cioè di un rapporto non di collaborazione dirette
Nella vita del regime democratico parlamentare non è mancato al Partito comunista un potere reale nella nostra società
Come conviene ad una grande forza di opposizione
No l'isolata e compressa
E non è mancata in questi anni una reciproca influenza
Tra le forze
E quale che sia la posizione nella quale ci si confronta
Qualche cosa rimane di noi negli altri e degli altri in noi esigenze Problemi di diritti civili problemi sociali ceti emergenti preoccupazioni di pace
Di sicurezza qualche cosa rimane
E non vorrei nemmeno in questo momento appare l'elencazione di quello che di nostro è rimasto nella piattaforma politica con l'acqua del Partito comunista pronta al momento politico
E non rifiuto di riconoscere che alcune sensibilità in minori sono state acuite proprio da questo dialogo con una grande forza popolare dall'altra parte
Ecco è un quadro che forse non è del tutto veridico nel senso appunto che dicevo che in certi momenti lo scontro
è prevalso basti pensare all'OSCE il verismo basti pensare al sessanta Tambroni momenti drammatici momenti di scontro anche frontale su su cui hanno prevalso però altri momenti
Di apertura di dialogo di confronto
A cominciare dal centro sinistra verso il quale i comunisti
Preso dal conto agli atti una posizione di acuta attenzione e poi dopo
E poi dopo la crisi del centro sinistra
E negli anni settanta ma che qualche cosa dell'una e dell'altra forza che si contrapponevano è che si confrontavano sia rimasto nell'una e nell'altra è un'osservazione a mio parere acuta
Importante è
Io per esempio potrei dire per quello che ci riguarda che molte importazioni relative alla politica agraria noto che era molto marcata dalla presenza Bacci Antille
E dalle tradizioni riformiste della mia regione che arma tradizioni collettivista
Molto di questi
Posizioni è stato corretto sulla base del riconoscimento della fondamentale importanza della proprietà
Del coltivatore della terra della proprietà contadina
Una posizione che ricordo sereni e lavoro con coraggio e introdusse nel patrimonio politico e intellettuale
Del nostro del nostro
Partito e così possibile per Moro avvicinarsi comprendersi collaborare anche se continuamente gli mette in guardia dei pericoli di questi avvicinamenti e dalla presenza di forze internazionali
Ultra sensibili a questi avvicinamenti
Non disposte a
Consentirne
Lo sviluppo c'è un articolo del del giorno che gli scrive per il giorno di Milano ma che poi non pubblica
Per ragioni di opportunità
E che Giovanni Moro ricorderà incluso nella raccolta che è stata curata di scritti e discorsi
Di Moro dal cinquantanove al settantotto c'è un articolo in cui Moro esplicitamente dice
Qui ci sono delle resistenze delle difficoltà lei gli americani probabilmente
Dovranno essere convinti di ciò che non vogliono essere convinti cioè dalla necessità dell'apertura di questa
Di questa fase nuova finché si giunge al discorso che Tina Anselmi probabilmente ascoltato ai gruppi parlamentari democristiani del ventidue febbraio
Del mille novecentosettantasette discorso a chi lo legge ora
Sofferto in parte innovatore in parte difensivo e giustificativo della decisione che si andava a prendere di una maggioranza parlamentare che includeva
Settantotto
Che includeva
I
I comunisti come i socialisti
Nel quale si mette ancora l'accento sul rischio di una paralisi del sistema politico italiano
Che potrebbe essere provocata da forze contrapposte mentre necessario sono sua parole qualcosa di costruttivo di positivo una iniziativa coraggiosa
E gli dice
Si andò alla formazione del governo come si sa il rapimento alla strage
La prigionia
Il delitto
Si può discutere
Ed è stato fatto
Se l'ultimo Moro quello della solidarietà nazionale
E che accenna come ho detto ad una terza fase di associazione
Del partito comunista alla guida del Paese
Non sia corrispondente
Se non ad un calcolo strumentale
Almeno ad un'esigenza temporanea ad una emergenza transitoria determinata oltre che dalle difficoltà economiche e politiche dall'affermazione elettorale
Del partito comunista nel mille novecentosettantasei
Dirai parlamentari democristiani Moro i vincitori sono stati due nessuno dei due ha vinto da solo
Sicché
Oggi ritiratasi per usare una parola
è stata usata
Da Craxi nei giorni scorsi ritirata Sill ondata del Partito comunista
Delineata assiri una avanzata del Partito socialista oggi il problema centrale non torni ad essere quello del rapporto tra democrazia cristiana e Partito socialista
Io non voglio qui affrontare il problema nei suoi aspetti politici attuali che sarà
Tema di altri dibattiti in queste serate
Fiorentino
Ognuno darà le sue risposte e noi cercheremo di dare la nostra soprattutto dimostrando che questa
Ondata che si ritira non si ritireranno
Più a lungo
Ed è questo
Ed è questo appunto parleremo in queste sere e parleremo poi nel nostro congresso
Del quale abbiamo iniziato
La preparazione ma quanto al pensiero politico di Moro
Io ritengo che se risaliamo all'indietro ma non vi voglio tediare questa sera con altre situazioni nella parte abbastanza
Troviamo le tracce e le fonti degli ultimi sviluppi che io ho voluto sottolineare in molti suoi scritti e discorsi degli anni sessanta e anche degli anni
Precedenti dove si può cogliere una sensibilità alla compiutezza della democrazia commedie diceva
Che non si esaurisce
Nel centrismo e poi non si esaurisce
Nel centro
Nel centrosinistra
Si dovrebbe probabilmente
Risalire
Forse questo è un tema di ricerca interessante e importante che questa raccolta non consente perché
Riguarda un periodo precedente
Si dovrebbe probabilmente risalire
Alla partecipazione di Moro alla Costituente
All'impegno solo di la Pira di Dossetti
E di altri cattolici democratici
Per costruire un regime nuovo
In cui istanze liberali e democratiche
Si unissero a distanze sociali e di solidarietà umana
E nel quale potessero trovare posto
Le aspirazioni
Alla giustizia
Di masse di lavoratori comunisti e socialisti
Era in modo il riconoscimento
In quel tempo
E lo era anche gli altri settori
Dell'antifascismo e qui basterà che io faccia il nome di Piero Calamandrei
Che la Repubblica
Che stava nascendo che stava costituendosi che stava dando sì le sue strutture costituzionali
Doveva superare il limite storico dello Stato unitario
Quella di avere tenuto fuori di sé
E spesso contro di essere
Grandi parti del popolo italiano
Che daranno poi vita e per proprio conto
Ecco un proprio sacrificio
E lotta ai movimenti e ai partiti socialista
E popolare cattolico
Ai sindacati dei lavoratori alle cooperative a tutto un mondo organizzato che il fascismo aveva disperso ma non era riuscito a schiantare
E che con la Resistenza era tornato più vivo e più ricco al centro della vita nazionale
Impegno dell'antifascismo
Nella stagione della Costituente
Dell'antifascismo laico e di quello cattolico
Era stato di sanare quella frattura
Storica fra lo stato e le masse popolari
E questo impegno io vorrei sottolinearlo caratterizza l'antifascismo italiano
Che pure si muoveva negli anni della Guerra e della Resistenza in un guanto grande quadro mondiale
E la costituzione nostra riflette quell'impegno
Nelle sue parti più ardite e innovatrici
Alle quali hanno lavorato insieme
Comunisti socialisti e democratici cristiani
Io penso che il pensiero politico di Moro sia figlio di quella matrice
L'originale
Che ora vedo si vuole cancellare dalla storia italiana
Come se fosse un pericoloso ingombro
Ed oggi sono intellettuali revisionisti
Come anni fa erano esponenti
Dell'estremismo
Ma se si vuole fare
Storia
E non propaganda contingente
Questa è la nostra storia questa è la storia dell'antifascismo italiano di cui Moro
Come De Gasperi come Nenni come Togliatti fanno parte integrante
Al problema posto dalla Resistenza
E dalla Costituzione
E chi è rimasto aperto in tutti questi anni pur ricevendo parziali risposte parziali soluzioni
Non è stato dato una risposta piena
Anzi vi sono stati
Anche in questi ultimi tempi tentativi per sfuggirmi negando il carattere peculiare della democrazia italiana
La risposta che cercava Aldo Moro
E dalla quale era vicino
è il punto più avanzato del pensiero e dell'azione dei cattolici democratici italiani
E poi che si riferiva
Ad una questione reale e profonda
Obiettiva
Della nostra convivenza nazionale
Essa e più che mai presente in questa risposta elaborata da Aldo Moro
Pure nel mutare della situazione dei rapporti politici ed elettorali
è presente io penso a tutti gli italiani che hanno una visione no riduttiva
E non rassegnata
Dell'avvenire del nostro Paese
La parola adesso a Giovanni Moro
Grazie
Grazie per questa accoglienza così calorosa ringrazio l'onorevole Zangheri grave credo nessun servizio tutti i relatori per
La disamina che ha fatto che è stata certamente ricca
E alcuni dei tratti fondamentali
Della vicenda politica di Aldo Moro
Io però qui in questa sera qualche riflessione
Che non è fatta da un punto di vista storico né da un punto di vista storiografico
Macché fatta considerando Aldo Moro soprattutto come certo come un leader politico ma soprattutto come un pensatore politico
Credo infatti che la circostanza che la sua vicenda politica oltre che la sua vicenda umana sia stata interrotta bruscamente renda difficile
E certamente prematuro
Trarre delle conclusioni precise e determinate quali sarebbero auspicabili
Sull'esito
Della sua vicenda storica
Certamente Aldo Moro aveva più a cuore
Che la formulazione dei progetti
Astratti o fatti a tavolino la interpretazione delle vicende della vita sociale
Una vera e propria strategia dell'ascolto del confronto che prima che con le opposizioni
E con i partiti della sinistra avveniva
Con i movimenti le esperienze che agitavano la Società italiana
Credo che in questa chiave di riflessione su un pensiero politico che si è sempre misurato con il grande problema di interpretare la realtà sociale prima che di giudicarla o di progettare su di essa
Credo che valga la pena di doma di farsi qualche domanda
E io me ne farò qualcuna sull'attualità
Del pensiero politico di Aldo Moro
Credo che chi ha pensato e organizzato questi incontri
Che hanno come
Punto di riferimento il mille novecentosessantotto abbia fatto bene a inserirci anche la figura di Aldo Moro perché certamente
Perché certamente
Il mille novecentosessantotto come ha anche ricordato l'onorevole Zangheri è un anno cruciale
Nella itinerario
Di pensiero
E poi anche di azione di Aldo Moro
In che cosa consiste la svolta
Che nel pensiero politico di Aldo Moro avviene
Nel mille novecentosessantotto che attorno a quegli anni diventa evidente che certamente ha delle
Dei prodromi
Credo che leggere i suoi discorsi da questo punto di vista sia la cosa più semplice Aldo Moro parla al suo partito soprattutto ma non solo al suo partito
E da una posizione che non è più quella di capo del governo lo era stato per cinque anni dal mille novecentosessantatré mai quella del capo di una opposizione interna
Al suo partito
Parla dei di quello che avveniva nel mille novecentosessantotto e che probabilmente era non compreso non compreso appieno da chi gli stava intorno
In termini che ancora oggi lasciano direi sorpresi Moro parla infatti di una nuova umanità
Che si sta facendo
Di un modo nuovo di essere della società
Parla del fatto che
Cito un suo discorso del novembre del mille novecentosessantotto
Che al di là del cinismo opportunistico e al di là della prudenza e del realismo una legge morale tutta intera senza compromessi abbia infine avvalere dominare la politica
Perché essa non sia ingiusta e neppure tiepida e tardiva ma intensamente umana
Ora
Io nel Sessantotto avevo dieci anni quindi
Certamente non sono la persona che può ricordare le reazioni che nel mondo politico nel mondo della cultura anche al di là della democrazia cristiana ma qui c'è Tina Anselmi che potrà meglio di me certamente darci qualche ricordo
Le impressioni che suscitavano queste frasi dette da un uomo che non era certamente
Un giornalista di opposizione un intellettuale
All'opposizione ma era l'uomo che era stato per cinque anni di seguito per gli anni del centrosinistra capo del governo
Che cosa pensava e che cosa ha cominciato a pensare in quel periodo Aldo Moro io credo che a vederla da lontano a vedere e a leggere da lontano quei discorsi si possa dire naturalmente con una
Forte approssimazione ma qui stiamo riflettendo e discutendo insieme quindi questo è legittimo
Che Aldo Moro stesse registrando in quel periodo quando parlava in questi termini della nuova società italiana
Un fatto nuovo che interpellava il mondo politico tutto il mondo politico
Si potrebbe dire semplificando che Aldo Moro prendeva atto che il movimento dei giovani delle donne e dei lavoratori che a partire dal mille novecentosessantotto si era era venuto in evidenza
Vendeva inutile
Ho superato lo schema tradizionale con il quale i partiti il mondo politico e lo Stato entravano in relazione con la società
Questo schema che io vorrei rendere per comodità con lo slogan dello Stato liberatore presupponeva che lo Stato appunto e quindi il mondo politico
Avessero il compito di portare nella società
Elementi di giustizia di riequilibrio di armonizzazione della vita sociale
Di portare nella società un sistema di regole di convivenza di valori ai quali conformarsi
A partire dal mille novecentosessantotto Aldo Moro parla di un processo di liberazione che è in atto nella società
E che avviene a prescindere
Da ciò che il mondo politico dello Stato fanno o non fanno pensano oh non pensano
C'è un discorso pronunciato a Milano nel giugno del mille novecentosessantanove
Nel quale
Aldo Moro dice ed è un brano che credo significativo almeno ai fini di quello che io sto cercando di esprimere
La responsabilità di chi esercita i pubblici poteri è fortemente condizionata dall'iniziativa e dalla reazione di coloro che non possono più essere chiamati i sudditi
E neppure propriamente governati ma in modo nuovo ed essenziale uomini liberi
Del resto una società sempre più presente a se stessa travalica le strutture dei partiti ed è sempre meno agevolmente riconducibile nell'ambito di una impostazione particolare
Sotto lo scudo di una ideologia ben definita ed esclusiva
Il fermento sociale insomma che prima alimentava in muoveva attraverso distinti canali i partiti
Oggi si amplia si approfondisce diventa in una certa misura influente per se stesso e si sviluppa al di là dei partiti con una spinta non differenziata
Di un mirando all'unità che non alla divisione
Certo Aldo Moro aveva una consapevolezza critica di quello che avveniva attorno al mille novecentosessantotto non era un fanatico sostenitore del movimento dei giovani così com'era soprattutto era in grado di sempre stato in grado dall'inizio di distinguere tra un movimento che aveva in sei germi di una vera mutazione sul piano antropologico
Dal sistema delle avanguardie politiche
E quel movimento aveva prodotto
E che interpretavano com'è noto quel movimento in termini
Accesa mente ideologici potremmo dire
Ma certamente quello che Moro andava pensando dicendo attorno alla sostanza profonda alla sostanza sociale del movimento del sessantotto
Aveva qualcosa a che fare come ho detto con il declino del ruolo tradizionale dei partiti
E anche con il declino di un certo modo di pensare lo Stato come fonte origine della liberazione della società
Io credo che parta da qui
La riflessione
Alcuni anni dopo
Aldo Moro cominciò a fare sulla terza fase della vita politica italiana
Non credo che sia un caso fortuito che la prima volta
Che questo termine viene utilizzato
è la circostanza di un Consiglio nazionale della Democrazia Cristiana se non sbaglio del venti luglio del settantacinque in cui
Parlando di due eventi fondamentali di quel periodo la vittoria dei no nel referendum sul divorzio
E la avanzata elettorale del Partito comunista delle sinistre nella nel nelle elezioni regionali del mille novecentosettantacinque
Aldo Moro collega questi due fatti politici di grande forza e cogenza per la vita della della società italiana a quelli che lui chiama in quel discorso i nuovi processi di liberazione che sono in atto nella società e che vedono protagonisti i giovani donne e lavoratori
Si è aperta dice in quel discorso e poi molte altre volte una nuova una terza difficile fase della vita politica italiana
Vorrei porre a questo proposito
A proposito di questa riflessione che certo non è una ricostruzione
Di quello che succede nel pensiero politico di Aldo Moro
A cavallo di quello che succede nella società italiana nel mille novecentosessantotto due questioni che credo abbiano qualcosa da dirci anche per l'oggi
La prima questione
E se Aldo Moro aveva quello che oggi dopo vent'anni potremmo definire un eccesso di visione
Pone cesso di ottimismo sulla società italiana
Se cioè vedeva le cose meglio di quello che non fossero nella realtà
O se scambiava dei processi transitorie e che erano destinati a morire
Con delle mutazioni imponenti
Addirittura di un modo di essere della intera umanità
E la seconda questione
E se la sua politica
Di cui ha parlato anche l'onorevole Zangheri
E che è stata interrotta nel mille novecentosettantotto
Si possa considerare o si debba considerare una politica incompiuta
Per quanto riguarda la prima questione
Se Aldo Moro aveva un eccesso di visione
Cioè per la mia militanza politica che come è noto non è una militanza politica in un partito ma è una militanza politica in un movimento politico di base qual è il Movimento federativo democratico e quindi con il punto di vista che io posso avere che è un punto di vista molto vicino alle radici dell'erba della nostra democrazia
E della società italiana e da questo punto di vista io credo di poter dire che non era quello un eccesso di visione che veramente al di là
Degli esiti più o meno felici e più o meno tragici
Del della storia delle avanguardie politiche del mille novecentosessantotto si possa dire oggi dopo vent'anni che la società italiana è veramente infinitamente più ricca più viva
Più piena di prospettive di quanto non fosse
Vent'anni fa
Credo che lo si potrebbe constatare anche guardando a fenomeni molto semplici come la crescita economica
Lo sviluppo delle piccole e delle microimprese o comunque di una imprenditorialità diffusa il fatto che in Italia oggi ci sono tre milioni di volontari cattolici laici
Comunisti socialisti
Gente che gratuitamente presta il proprio servizio per gestire servizi di interesse collettivo che
Nessuno dal punto di vista dei poteri pubblici sembra in grado di gestire quanto mai necessario fare penso alla coscienza ecologica che si è sviluppata nel nostro Paese
Penso a tante forme di associazionismo penso alla vita così ricca che c'è in tanti piccoli comuni
Del nostro Paese penso al fatto
Che tanta gente liberamente senza etichette si organizza per difendersi nel campo della salute nel campo dei rischi del territorio nel campo della criminalità nelle periferie urbane nel campo del funzionamento dei servizi sociali tutto quello che in un suo recente studio Giancarlo quaranta ha chiamato Sesto potere per indicare un nuovo potere che i cittadini esprimono
Al di là dei poteri tradizionali anche al di là del dei del quinto potere del potere dei mass media di cui Celentano ci ha dato lo scorso anno
Alcuni saggi un sesto potere che è nuovo che non risponde più a forme tradizionali e che non è probabilmente più ordinabile
Alla vita dei partiti alla vita dello Stato secondo moduli e schermi e forme tradizionali
Per quanto riguarda la seconda questione se la politica di Moro sia stata definitivamente fermata interrotta
Io credo che guardando magari un po'da lontano come io ho la fortuna di poter fare o da turista come sta come ho fatto a Lavarone l'altro l'altra l'altro giorno
La vita del mondo politico italiano credo che si possa dire che quella esigenza di un profondo e radicale rimescolamento delle carte nella vita politica italiana l'esigenza di una radicale riforma del modo di essere dei partiti in relazione alla vita sociale
Quel fenomeno di superamento della forza anche oppressiva delle ideologiche nei rapporti politici
Io voglio ricordare dato che Zangheri ha fatto un riferimento un discorso alla costituente di Aldo Moro del marzo del quarantasette nel quale Moro
Prendendo posizione contro la tesi liberale per la quale la Costituzione doveva italiana doveva essere una Costituzione
Non ideologica Aldo Moro prendendo posizione perché invece la Costituzione italiana fosse ricca di significati e di ispirazioni diceva che quello che univa
Le grandi forze popolari che avevano deciso di dare vita alla costituzione al nuovo Stato democratico era una comune elementare idea di un uomo
Ecco oggi c'è e si vede
Nel bene e nel male un superamento della forza
O di un primato assoluto di un dominio delle ideologia nella vita politica italiana
Oggi si vede che c'è una
Incapacità o impossibilità
Anche lì dove c'è la migliore volontà dei partiti e dello Stato a contenere quella che Moro chiamava la incandescente materia sociale
E soprattutto e sopra a tutti i Problemi credo
C'è una crisi della rappresentanza
Politica
Per gli interessi dei bisogni dei punti di vista dei cittadini che tutti i partiti vivono il sistema politico vive nel suo complesso
E lo Stato italiano così come oggi è strutturato vive proprio l'altro giorno a Lavarone
Mino Martinazzoli in un discorso di grande rilievo credo sottolineava come questo fosse il problema principale oggi della vita politica italiana
E come si dovesse constatare che per tutto il sistema politico italiano il consenso raccolto per via elettorale non garantiva non garantisce più
La possibilità di governare una società sempre più complessa e in cui esiste una soggettività assolutamente diffusa
Ecco credo per concludere
Che ci sia quindi un'attualità di un pensiero politico che noi possiamo credo legittimamente
Ricondurre a queste riflessioni di Aldo Moro
E che ha qualcosa da dire per questa fase della vita politica italiana e io credo che sia la terza fase della vita politica italiana
E che pone dei compiti nuovi ma essenziali ai partiti e soprattutto ai partiti popolari qualcuno parla della necessità di essere posta e va bene che sia pure un essere posta ma sia sempre un essere per il cambiamento e per il progresso della società italiana
E credo
E credo che ponga compiti
Che ha che ha che ha che sono di fronte a un banco di prova anche quello delle riforme istituzionali
Che sono in discussione e come significato profondo credo debba essere proprio ricercato in questa riflessione di Aldo Moro sulla nuova Società italiana che richiede un nuovo modo di essere dello stato e dei partiti
Se la riforma delle pubbliche istituzioni e in particolare se la riforma delle Autonomie locali di cui il Parlamento sta discutendo in questo momento non saprà essere
Una risposta alla esigenza di trovare un nuovo modo
Di costruire rapporti tra i cittadini lo stato e i partiti
O se vogliamo per dirla con questa immagine di quaranta un nuovo modo di mettere in relazione questo Sesto potere
Il potere dei cittadini organizzati con il potere tradizionale io credo che nel mondo politico italiano tradirà le attese
Come sempre il sistema di accendere una sigaretta funzione in questi casi come case gli autobus presidente
Io stavo in realtà concludendo stavo sottolineando l'importanza e la portata che può avere oggi nella chiave che ho cercato di descrivere
Un modo di affrontare la riforma del delle pubbliche istituzioni in particolare la riforma delle Autonomie locali
Prendendo lo come un grande compito di mettere in relazione o in sintonia di nuovo
I cittadini con le istituzioni questi nuovi Poteri che vengono espressi dalla dalla società
In modi non sempre gradevoli ma comunque in modi ineluttabili con i poteri tradizionali
Vorrei concludere il mio invito leggendo
Una facendo una citazione di un discorso del discorso
Che Aldo Moro fece al congresso della democrazia cristiana del mille novecentosettantasei che mi sembra molto appropriato nel quale diceva
Noi non siamo chiamati a fare la guardia alle istituzioni a preservare un ordine semplicemente rassicurante
Siamo chiamati invece a raccogliere consensi di vita popolare con consapevolezza democratica tutte le invenzioni dell'uomo nuovo a questo livello dello sviluppo democratico
Questo processo di liberazione che avanza con ritmo Sempre più veloce e va al fondo delle cose con penetrante e spregiudicato ardimento
Questa impazienza diffusa questa attesa ardente questa pretesa sacrosanta di contare tutti allo stesso modo è bene tutto questo non ci è estraneo neppure in minima parte
Certo si deve costruire lo Stato è ancora vi faccio notare a trent'anni dalla costituzione Moro parla di costruire lo Stato come un compito sempre nuovo
Che abbia nella sua fedeltà alla società che esprime strutture idonee a garantirne la indispensabile funzione
Ma la libertà dell'uomo la sua dignità personale il suo potere politico non faranno certamente passi indietro un grande compito di autentica promozione umana ci ha davanti grazie
La parola adesso a Luigi Covatta
Debbo dire che
Quello che mi ha sempre
Affascinato dalla figura di Moro
E la sua modernità non nel senso che lui fosse un modernista un modernizzatore
Nel senso che la sua figura è una figura tipica del moderno
Anche
Nella sua contraddittorietà
E nella sua curiosità
Moro è stato
Pensatore politico ha detto adesso Giovanni Moro
Io direi meglio
Intellettuale di questa epoca
Ed è vero
Che il Sessantotto
Rappresentò per lui
Un'occasione
Importante non lasciata cadere di riflessione
In qualche modo ne sono testimone quasi diretto
Perché io all'epoca aveva appena lasciato
Il Movimento universitario nel quale militavo supposizioni cattoliche
E Moro che era presidente del Consiglio
Mi fece chiedere
Di incontrare assi
Non commette
O con gli altri
Dirigenti del passato dal movimento giovanile cattolico
Ma con i leader del movimento
E allora mandai
Quello che allora era
Il
Massimo dirigente della parte cattolica del movimento studentesco schiera uno studente di architettura di Milano che si chiama Silvano Bassetti
Lui Aldo
Ed è un colloquio molto lungo
Dopodiché
Torno
Un po'come dire sorpreso perché i conti per politicismo che c'era l'
Ora
Lui pensava e infatti aveva un po'resistito all'idea
Di andare a parlare con il Presidente del Consiglio sia pure in forme riservate
Che Moro volesse parlare di politica
E Moro invece era interessato a capire
Che cosa culturalmente
Questo movimento rappresentata
Più specificamente
Come questa generazione di giovani cattolici
Mediava il rapporto fra fede e politica
E la cosa che stupendi o giovane amico
Era che Moro prendeva appunti
Tant'è vero che quando poi
Il presidente chiese di nuovo di incontrare qualcuno
Rappresentativo del movimento
Bassetti rinunciò perché non era un
Grosso teorico e mandammo Marco Boato
Invece sapeva di teologia
è un episodio
Che ha poi i suoi riscontri nelle parole che citavano prima sia Zangheri
Che Giovanni Moro sulla sui discorsi nei discorsi condotti da Moro specialmente nel periodo della sua opposizione interna la Democrazia Cristiana
E però io francamente la continuità
Fra la riflessione intellettuale di Moro
E la sua azione politica
Faccio fatica a ricostruirlo
Perché Moro è un intellettuale
Moro è un uomo politico uno statista
Uno dei massimi statisti di questo dopoguerra
E allora bisogna
Analizzare anche questa figura
Prendendo atto che c'è una discontinuità
Come è proprio
Dell'epoca in cui viviamo
E
Del dramma del moderno
E difficile
Fare un discorso approfondito su Moro statista in pochi minuti
Voi mi perdonerete se io userò molto sinteticamente
Le parole
Di un nostro amico di un vostro compagno che purtroppo quest'anno non c'è più
Di Aniello Coppola
Che
In un saggio pubblicato nel mille novecentosettantasei
E quindi nel periodo di massima
Di Dassin mo'sviluppo
Della linea politica che sinteticamente definiamo della terza fase
Definì Moro
Un nuovo Giolitti
E Giolitti è un'alta figura inquietante della nostra storia un'altra figura
Che mal si presta a definizioni univoche
Semplificatrice
Un nuovo Giolitti
E cioè
Un intelligente
Conservatore
Della costituzione materia
Io penso che Moro sia stato un politico
Disincantato
E quindi capace
Di
Sviluppare quel minimo di disegno politico che la complessità dei tempi consente di sviluppare
Con grande realismo
E
Utilizzando di volta in volta i pezzi del mosaico che aveva a disposizione
Non credo francamente
Che il suo obiettivo finale fosse quello di una radicale trasformazione dello Stato e della Società Italia
Era piuttosto e poi
Potremmo anche discutere se si data di un obiettivo da respingere o da accettare
Ma intanto definiamo di che si trattata
Era piuttosto quello di metabolizzare
L'insieme delle spinte che
Trovavano rappresentanza nei partiti dell'opposizione prima nel né i partiti della sinistra
In maniera che le istituzioni
Ne tra essere una condizione di stabilità
Capace
Sì di dialogare con la società civile ma forse anche di reggere all'urto
Della società civile
Sta di fatto
Che questo politico
Che forse
Conosceva meglio di tutti i limiti di prospettiva del cattolicesimo politico
E anche la sua sempre
La sua sempre più difficile
Legittimazione
Nell'ambito della cultura ecclesiale italiana
Questo a un politico che
Non era nato democristiano
Ma che addirittura
Non si sa se affini
Di
Intelligente provocazione o
Per una convinta adesione del mille novecentoquarantaquattro
Aveva chiesto l'iscrizione al Partito socialista
L'iscrizione che gli viene negata dal segretario dalla Federazione socialista barese
Compagno Laricchiuta che attualmente milita nel partito socialdemocratico perché non si poteva accettare l'iscrizione di uno che non era marxista
Che era stato respinto dall'establishment
Democristiano e cattolico barese
Sta di fatto che quest'uomo politico che non era nato democristiano che non era simpatico ai democristiani
E che i democristiani non aveva visto impartire
La sua corrente onorevole Anselmi correggimi se sbaglio non ha mai superato l'otto per cento nei congressi democristiani
Aveva comunque una bussola
Precisa e determinata dettata probabilmente dal suo realismo e da un suo ragionato pessimismo sulle capacità di evoluzione del nostro sistema politico
Chi era la garanzia e la salvaguardia dell'unità della Democrazia Cristiana specialmente sulla destra
Non devo ricordare ad Anghiari
Che quella tragica mattina del sedici marzo
Si andava a votare un governo
In cui tutte le richieste
Delle componenti più moderate il più bel prive della democrazia cristiana erano state accettate in cui nessuna trattativa era stata accettare
Coi comunisti con gli altri partner della maggioranza sulla modificazione della struttura del governo
Ripeto non è un delitto ovviamente voler garantire l'unità del proprio partito tutt'altro
E forse sarebbe utile capire qual era il ruolo
Che Moro assegnata a questa unità un ruolo forse di garanzia
Rispetto a possibili contraccolpi di destra
Ma quello che è certo e che in tutta la vicenda di cui è stato protagonista dal dall'inizio degli anni sessanta
Alla fine dei settanta
La tutela dell'unità della democrazia cristiana ha fatto premio
Suo ogni
Sviluppo del suo stesso disegno politico
Ultima considerazione
Moro intellettuale Moro politico Moro vittime
Io ho apprezzato le parole pacate
Dette da banchieri a questo proposito
Ho letto di recente un libro
Di un vostro compagno del mio collega senatore Flamigni
Chi ha lavorato con me
Nella Commissione d'inchiesta sul caso Moro e poi anche nella Commissione sulla P due
Ci sono molti interrogativi inquietanti
Debbo dire compagno banchieri che se questi interrogativi che sono gli stessi che sono contenuti nella mia relazione di minoranza
Il compagno Flamigni li avesse fatti mettere nella relazione di maggioranza che votò insieme coi democristiani forse sarebbe stato una sede più propria dice
Ci sono interrogativi
Inquietante
Che giustificano
L'opinione sprechi la il dubbio il sospetto Espresso prima da banchieri sul fatto che non tutti quelli che militavano da una certa parte
Avessero le carte in regola o fossero o fossero disinteressati
Io voglio solo ricordare una cosa
Che noi socialisti
Tenemmo fin dall'inizio una linea umanitaria
Ma
La rendemmo
Molto più drastica
Un giorno preciso
Il diciotto aprile di quel mille novecentosettantotto
Un giorno molto significativo
Perché il giorno della miracolosa scoperta del covo di via Gradoli
Ed è il giorno in cui tre quarti delle forze di polizia vennero mandate
Sul lago della Duchessa
Gelato da circa tre mesi
A cercare la salma di Aldo Moro che avrebbe dovuto essere sul suo fondo
Noi intuimmo allora
Che c'era qualcuno che non faceva sul serio
Nella esercizio di quello che doveva essere il primo dovere dello Stato
Che era quello di catturare i sequestratori a liberare l'ostaggio
Ed anche per queste
Insiste in modo in una polemica
Rispetto a chi
Ripeto probabilmente
Non aveva tutte le carte in regola per parlare di fermezza o quanto meno confondeva la fermezza con l'immobilismo
Vorrei fare un'ultima considerazione
Me ne offre lo spunto Luciano Violante nella prefazione a questo libro di Flamigni
Quando si chiede come mai
In questo dopoguerra specialmente in questi ultimi anni
I delitti politici quelli che
Nell'Ottocento erano i regi cd
Hanno
Vittime
Progressiste
Io non lo so quanto progressista fosse Moro non so perché banchieri
Moro è stato
Scelto come obiettivo
Fra la tua tesi è quella di Galli
Francamente non so
Quale scegliere oppure può dovremmo fare una lunga discussione su questo ma non è questa la sede
E quello che mi preme di osservare prendendo per buona
La
Pois considerazione
E quindi considerando Moro con Kennedy con Olof Palme
Con Luther King
E che
Ci sono due motivi
Il primo è sicuramente quello che indica Violante cioè che fortunatamente dico io nell'epoca in cui viviamo
I simboli del potere del successo e della notorietà non sono solo di destra e reazionari ma sono anche riformisti i progressisti
Dei democratici
Socialisti e democristiani anche i comunisti i simboli della potere del Successo
Ma c'è io credo da fare anche un'altra riflessione che caso specifico ci induce a fare
E che anche altri casi ci inducono a fare
E cioè che nella
L'epoca in cui viviamo
Si sono sviluppate ideologia rivoluzionaria e radicali
Che
Non distinguono
Fra
Riformisti e reazione
E che considerano entrambi nemici da annientare
Ecco io credo che questa riflessione vada fatta perché se è vero
Che qualcuno può aver lasciato che le Brigate Rosse operassero
è anche vero che le Brigate Rosse hanno operato grazie
La parola verso attiverà il servizio
Vi ringrazio per questo invito
Al quale
Ho aderito molto volentieri
Perché
Ritengo anch'io
Non conclusa
La stagione del pensiero politico di Moro
Ritengo che non si sia conclusa
Per il mio partito
E ritengo che non sia conclusa per il Paese
E allora una riflessione
Sul suo insegnamento sul ciò che ha fatto di nuovo
Uno dei più grandi leaders della vita politica del dopoguerra nel nostro Paese
è appunto una riflessione
Che vende aiutarci
A capire e a vivere
Questo passaggio questo momento di
Mutamento del nostro Paese
E non solo del nostro Paese
Per cercare
Il sistema dei partiti
Nel loro insieme
Sia capace di guidare nel segno della libertà ciò che cambia
Nel nostro Paese e nel mondo
Ebbene credo che di Moro
Vadano sottolineate almeno
Vorrei così
Tentare di dare il mio contributo
Non ripetendo ciò che altri hanno detto che condivido
Ma cercando appunto con ciò che dico di
Offrire altri elementi
Di valutazione e di approfondimento
Che cosa
Caratterizza il pensiero
E l'azione politica di Aldo Moro
Anzitutto c'è in lui
Una profonda unità
Fra
La sua visione
Religiosità della vita
La sua
Interpretazione
E analisi culturale
Della società
La risposta politica
Da dare a una società
A cui lui era estremamente attento
E rispetto alla quale
Ha sempre creduto
Il cristianesimo
Potesse offrire
Un elemento come lui ha detto rivoluzionario e nove conservatore rispetto alla domanda di cambiamento e di crescita della società
La forza rivoluzionaria del cristianesimo
Così in modo la definiva era la forza che doveva contribuire con altri
A guidare un cambiamento
E allora
Non mi dilungo non mi dilungo
Permette di Covatta di diritti
In una piccola storia no documentata
Che tenta un'attribuzione
E tenta una deformazione di un modo la cui coerenza
Sul piano
Culturale e non solo della vita personale
Non è certo discutibile e da poter mettere in discussione
E tant'è vero
Questa coerenza c'è
Se noi leggiamo
Ciò che scrive da presidente della Fuci
Negli anni
Immediati prima della fine della guerra
Se ciò che Moro ha dato come il suo contributo in sede di Costituente
Dove mi pare
Che già accogliamo uno
Degli elementi
Che distinguono il suo modo di fare politica
Una proposta
Una idea che li porta avanti coerente con la sua ispirazione cristiana
Ma questa coerenza
Ad un mondo di valori cristiani
Viene portata avanti e viene offerta io un confronto e un dialogo estremamente rispettoso delle altre posizioni
Se andiamo a leggere
Alcune pagine dei lavori costituenti
Il dibattito sulla libertà della cultura il dibattito di Marchesi
Dibattito di Croce
Dibattito di Moro
Sulla libertà della cultura
Sulla libertà della scuola
Sì andiamo a leggere altre pagine
Che attengono alla famiglia che attengono Allo stato ecco noi cogliamo insieme
Questa grande
Profonda convinzione
Che Moro en nei valori del cristianesimo ma insieme la ricerca sincera
Dei punti d'incontro con altre proposte culturali e politiche
Nella convinzione che Moro ha sempre avuto
Che se siamo necessari Cobelli diceva
Non ci siamo sufficienti
E lo diceva del suo partito
La necessità storica della presenza della Democrazia Cristiana ballano un sufficienza della Democrazia Cristiana a dare una risposta compiuta a tutti i problemi dello stato e della ciò cerca
Ed è qui credo
Il suo metodo
Un metodo che esercitava
All'interno del partito ma che esercitava anche nei rapporti con gli altri partiti
La ricerca del dialogo e del confronto
Una dialogo e dunque un pronto
Che esigono accerto che ciascuno abbia la sua identità non si dialoga se non si è se stessi
E quindi
C'è bisogno senza
Per dialogare
Devi sapere che insieme e che cosa si vuole
E allora poi
Si può aprire il confronto
Che è la ricerca
Do un della
Prevalenza di ciò in cui si crede
Ma la ricerca di un punto di incontro con gli altri nell'interesse generale di un Paese che si deve costruire con gli altri se ogni cittadino
è legittimato ad essere riconosciuto come tale in una società è uno Stato democratico
E questo
Posso dire
Era anche la strada
Attraverso la quale Moro
Caro covata che non ha mai creduto nelle correnti non ci ha creduto neanche in quella che qualcuno chiamava Moro Thea e diceva che sono il monoteismo guardandoci perché la luna la sua leadership non l'appoggiava sulle teste
La faceva valere sulla qualità della sua proposta culturale e politica e su quella è stato il leader per vent'anni della Democrazia Cristiana
Ma
Questo metodo
Questo questo confronto
Su una proposta che il Moro era sempre prima culturale che politica mi pare che questo
Sia il caso forse anche oggi di sottolinearlo
Perché
La risposta politica
Deve essere una risposta che dà ordine a una società
Ma la società deve muoversi libertà l'India autonomia
Se vuole
Essere una società che cresce essendo capace di assumere le domande le richieste che vengono dai cittadini
E non a caso mi pare tutti qui noi abbiamo
Senza che ne avessimo parlato prima
Abbiamo preso nel mille novecentosessantotto
Come il periodo più significativo
Di questa risposta che Moro tentò da parte sua vitale
Non solo in termini politici
Ma in termini politici in modo da assumere prima anche quegli aspetti
Che erano più attinenti
Alla cambiamento della società
E credo
Che sia opportuno ricordare quel momento con le sue parole
Dice Moro parlando del sessantotto
Sono in gioco grandi processi di liberazione
Verso l'espansione dell'Area di dignità degli uomini e dei popoli
Entro questa generale tendenza vi sono attualissime accentuazioni
Proposte particolari e complesse di liberazione
E se caratteri seguono caratterizzano questo tempo
Emergono dal sessantotto ad oggi
Perché la liberazione in corso nella società moderna
Si esprime nella forte carica critica ed innovatrice portata dai giovani
Dalle donne dai lavoratori
Da un'età che essa stessa avvenire Esperanza dalla condizione della donna
Che reca nella società la forza dirompente della scoperta di se medesima
Dal mondo del lavoro con una problematica sempre più complessa e per così dire civile non è in gioco solo il giusto assetto della nostra società
Ma veramente la sua ricchezza e la qualità della sua vita
Perché la vita non è la stessa ma migliore sei giovani possono essere i giovani le donne donne nella pienezza novità è formata e costretta della loro natura
E i lavoratori cittadini in assoluto al più alto grado dei dignità
Moro dunque questo
Capisce
Che c'è nel profondo delle inquietudini del sessantotto che non erano solo venti e to utili del nostro Paese perché nel mille novecentosessantotto una domanda di libertà si è alzata anche in altri Paesi
La domanda di libertà e di pace
E nata anche in altri continenti c'è stato dunque un richiamo
Degli uomini dei popoli
Ad avere una risposta politica più alta
E Moro
Se lamentava
La violenza la lamentava
E l'ha condannata dicendo
Non si può con la forza spezzare ciò che non si piega con l'intelligenza ma diceva subito dopo
Prima di condannare i giovani
Per come ci domandano nel cambiamento domandiamoci se è giusto il cambiamento tesi ci chiedono
E la risposta di Bono era che quel cambiamento era giusto e che dunque
Le parti
Dovevano organizzare le istituzioni
E offrire alla società una risposta capace di accogliere questa domanda
E allora mi pare che il terzo punto
Sul quale io credo si esprime l'azione politica di Moro
Incoerenza con questa sua lettura della società e con il suo modo di essere cristiano nella politica
Era la risposta
Che mono ha dato nei confronti dello sviluppo e dell'assetto democratico del nostro Paese
In questo senso
Il centro sinistra prima voluto da Moro
E poi la politica della solidarietà nazionale rientrano Jun assuma visione politica della democrazia italiana
Una democrazia
Che deve avere
La capacità di esprimere una al permanenza che diventi alternativa ma che possa avvenire all'interno di una piena vitalità democratica di una piena sicurezza democratica
Ed ecco perché Moro
Trovandoci qualche volta anche lui come De Gasperi dal resto
Nuovo solo anche rispetto ad alcune realtà del mondo cattolico
Chi di noi in ogni no
Contro l'avvio del centro sinistra
Qualche vescovo
Parlo contro la politica di centro sinistra
Va Moro che aveva proprio perché
L'uomo di cultura cattolico
La concezione della laicità della politica della laicità di un partito anche dei ispirazione cristiana
Che all'Hoyt la responsabilità storica
Di realizzare ed incarnare i valori
Ma no un un partito quindi e che obbedisce solo ad interessi di parte
Moro come De Gasperi diceva
Se noi dobbiamo conservare le radici con la realtà cattolica
Dalla quale siamo nati e che vogliamo in qualche modo rappresentare tuttavia non ci siamo nella politica portatori di scelte che sono affidate alla nostra autonoma responsabilità questa autonomia e questa responsabilità
Per cui la Democrazia Cristiana
Con De Gasperi e con mano ha saputo esprimere interessi e convergenze che andavano al di là
Dello stesso mondo cattolico che pure si è autonomamente riconosciuto nella nostra azione politica
Se qualche critico di spiagge non lontane conoscesse più la storia della democrazia cristiana probabilmente non sarebbe in corso incerti errori di valutazione in questi giorni
Va Borrelli a ricordarci
Che la Democrazia cristiana eh
Partito de ispirazione cristiana ma laico
Portatori degli interessi del paese e quindi quanto portatori di interessi del Paese un partito che Moro ha voluto aperto al dialogo al confronto che ha voluto aperto a collaborazioni che fossero capaci di farlo avanzate la democrazia nel nostro Paese
E per questo io credo alti ok
Che
L'uccisione di Moro
Non hanno segnato la sconfitta della sua politica
Non segna la fine della sua politica
Perché quella intuizione
Per cui Moro ha saputo anche se partendo dall'Unar situazione di emergenza
Come sempre ha fatto
Ricavare dall'emergenza una indicazione che arricchendo le portava in avanti la vita politica del Paese urgono diceva
Buona parte sempre dalla necessità certo palpebra sempre
Dal dato reale e sempre in un certo senso contattò praticante per il politico
Ma per farne una scelta che era sempre di libertà e di avanzamento della vita democratica del nostro Paese
Per questo io credo
La sua politica non è morta
Perché da quegli anni quegli anni
Abbiamo messo le premesse per questa stagione nuova
Della vita politica del nostro Paese che secondo l'insegnamento di Moro mi auguro che tutti noi partiti diversi e siamo qui questa sera
A ricordare il suo pensiero e la sua azione ci ricordiamo di una cosa
Moro credeva profondamente
Nella
Interdipendenza del sistema dei partiti
Diceva sempre ogni partito deve essere se stesso ma deve ricordare anche che dalla sua qualità dipende anche la qualità degli altri partiti
E non è quindi per chi voglia essi attento agli interessi del partito del Paese voglio dire non è che allora la la lotta politica
Debba tradursi di una lotta alle al ribasso allo scasso se vogliamo che il sistema dei partiti
Si è in grado di guidare la vita democratica
Con i cambiamenti che oggi sono in atto
Occorre che tutti nel nostro confronto cerchiamo non solo di essermi migliori di noi ma di aiutare anche i nostri avversari
Ad essere avversari al livello più alto delle loro capacità politiche perché solo così cresce la democrazia e il paese ha una risposta compiuta ai suoi problemi
Bene abbiamo così concludo questo primo giro
Nel quale sono già stati messi a fuoco molti problemi molte questioni adesso daremo l'addio ad una seconda serie di interventi cominciando da Giovanni Moro al quale do subito la parola grazie
Io penso che
Alcune delle cose che sono state dette prima dall'onorevole Covatta siano utili per chiarire
Alcuni ponti che mi sembrano in particolare un punto che mi sembra fondamentale in questa riflessione
E in questa discussione su Aldo Moro
Quanta ha detto che Moro era che considera Moro un intellettuale di tipo moderno
Gli ha detto anche ha ricordato anche un giudizio di Aniello Coppola
Secondo il quale Moro assomiglierebbe a Giolitti in quanto intelligente conservatore della costituzione materiale
Del nostro paese ecco io partirei da questo per fare una semplice Breve
Riflessione
Io son d'accordo che è si possa o si debba considerare Aldo Moro l'intellettuale a patto di non distinguerlo
Dall'homo politico allora non era assolutamente un intellettuale prestato alla politica ma non era nemmeno naturalmente un politicante era un intellettuale che che faceva politica e cioè faceva politica guardando la realtà studiandola riflettendo e ragionando
Io credo che ci sia una qualche verità
Nel giudizio di o che si debba riconoscere una qualche verità nel giudizio che Coppola da Moro Moro non era un feroce rivoluzionario lo sanno tutti
Era certamente un uomo moderato era anche uno ma Hristo pratico come qualcuno dice anche se se voi andaste in giro per la Puglia per i Paesi della Puglia trovereste una memoria di un grande leader popolare non di un leader aristocratico della vecchia tradizione meridionale
Però certamente non era
Un tipo di intellettuale che avesse idee particolarmente rivoluzionaria no io su questo son d'accordo
Però aveva una particolarità che esattamente la ragione per cui io sono d'accordo nel considerare Aldo Moro un tipo di intellettuale moderno anzi oserei dire un nuovo tipo di intellettuale
Era il fatto
Che considerava gli avvenimenti della vita sociale in qualche modo come ineluttabili
Dinanzi al mi ha ricordato ha fatto cenno a una polemica che anche dall'interno della democrazia cristiana per molto tempo è stata fatta nei confronti di Moro di presentare Sempre le grandi svolte della vita politica italiana di cui fu protagonista quella del centrosinistra è quella della politica di solidarietà nazionale come stati di necessità
Qualcuno soprattutto a sinistra se non erro diceva ma è possibile mai che noi
Ci muoviamo solo sulla base di stati di necessità non ci sarà almeno una volta che faremo una libera scelta e Moro invece insisteva
Sul fatto che ognuna delle scelte che la democrazia nelle grandi scelte della democrazia cristiana aveva compiuto era compiuta in uno stato di necessità
Ecco io credo che questo punto sia veramente fondamentale Aldo Moro non era un feroce rivoluzionario non erano intellettuale di usciste
Era un intellettuale e politico
Moderato se vogliamo dire con un accesso conservatore anche se sappiamo che non lo era
Ma quello che è importante è che era un tipo di intellettuale che non aveva la pretesa
Di modificare una realtà sociale in rapido mutamento come quella italiana
Con un semplice atto della sua volontà o della sua intelligenza riteneva questi cambiamenti in atto nella società non quelli del mondo politico quelli della Società intendo dire
In qualche modo ineluttabili c'è in questo senso un articolo io considero molto importante l'ultimo articolo lui stava scrivendo aveva appena finito di scrivere non ancora rivisto è stato trovato nella sua borsa via Fani e che è un intervento nel dibattito strage Orgiu amendolea Caudo per Claudio Petruccioli sulla natura del sessantotto che appunto a dieci anni dal sessantotto era un dibattito che nella sinistra vedeva contrapposto chi attribuiva al sessantotto tutti i mali presenti in quel momento nella società italiana soprattutto dal punto di vista della degenerazione della vita
Politica del terrorismo eccetera e chi era Petruccioli invece riconosceva questo movimento un valore
E Moro parla della sua esperienza del suo modo di vivere il Sessantotto
E nel farlo da ragione a Petruccioli
E afferma che nonostante le deviazioni
Nonostante le cadute delle avanguardie di quel movimento la sostanza di quel movimento era una sostanza largamente positiva
E dice anche tutti noi in quel momento noi che stavamo al Governo che avevamo responsabilità comunque di governo questo movimento lo abbiamo assecondato e lo abbiamo temuto ma non potevamo fare altrimenti né di assecondarlo né di temere
Per gli sbocchi che questo movimento avrebbe potuto avere però era un movimento positivo qui forse c'è un legame
Con la ispirazione cristiana che ricordava a cui faceva riferimento prima Tina Anselmi che certamente considera e c'è qualche riferimento negli scritti giovanili di Aldo Moro su questo
Che considera l'essere storico dell'umanità in questo momento come quell'essere storico in cui si è in cui è avvenuta l'incarnazione e che in qualche modo è un essere storico che è stato santificato e quindi riconosciuto
Degno di ricevere l'incarnazione quindi un senso positivo al fondo di quanto avveniva nel processo di sviluppo bella umanità
Ma certo no nonna ferocia entusiasmo questo non lo troveremo mai in Aldo Moro
Ma nemmeno la pretesa e questa per me è la cosa più importante è una delle cose più attuali ma nemmeno la pretesa di dire come
La società italiana avrebbe dovuto essere come doveva essere
Senza nessuna pretesa di fare Progetti di programmi o disegni astratti da portare poi nella società per modificarla
Sempre una visione dialettica
Nel fondo una visione positiva ma sempre con la consapevolezza che il potere del mondo politico era in qualche modo e dei partiti era in qualche modo nei confronti della società un potere illimitato
Quasi una sovranità limitata dei partiti o un sistema politico a sovranità limitata rispetto a una società
Così autonoma libera ricca quale era secondo Moro la società italiana dopo il mille novecentosessantotto
E quindi io non so se l'obiettivo finale
Dell'Aldo Moro intellettuale politico fosse quello di trasformare radicalmente
La società italiana il mondo politico però sono sicuro e ce ne sono ampi riscontri
Che Aldo Moro
Aveva capito
Che ora il mondo politico si trasformava radicalmente oppure non avrebbe avuto più nessuno spazio e nessuna possibilità
Di assicurare a un un governo a una società che era molto più viva più ricca più libera e quindi più terribile l'ente più difficile da governare di quale di quanto non fosse la Società degli anni Cinquanta
O degli anni sessanta o dei primi anni sessanta in un celebre discorso fatto nel alla fine del settantaquattro presentando il suo governo il governo Moro la Malfa alla Camera
Mauro diceva questa Italia disordinata e disarmonica e però infinitamente più ricca e viva dell'Italia più o meno bene assestata del passato
Ma questa è solo una piccola consolazione perché anche nel crescere del crescere si può morire
Ma noi siamo qui perché l'Italia viva
E non come uno stato di gracili strutture economiche e politiche ma come un grande Paese moderno e civile che abbia trovato il giusto ritmo tra lo sviluppo economico e sociale e il progresso istituzionale e politico
Ecco io questo modo di essere
Del Moro intellettuale politico credo che vada ricordato
E credo che si tratti di un mondo molto attuale
Molto prezioso di una lezione molto preziose che è un mondo politico che è chiamato a cambiare radicalmente sta cambiando radicalmente
All'interno di un processo che sicuramente di medio periodo se non di lungo periodo di trasformazione radicale che è necessaria per essere ancora all'altezza di una società che si è trasformata radicalmente io credo che il mondo politico italiano debba Venere questa lezione come una lezione preziosa
In modo anche da non fare
Clamorosi errori che potrebbero derivare dall'illusione di poter fare tutto di poter disporre tutto nella vita sociale
Chiudo dicendo semplicemente rendendo la mia testimonianza del fatto che l'episodio che Aniello Coppola riporta che adesso Covatta ci ha ricordato di una richiesta di iscrizione di Aldo Moro al Partito Socialista barese
Non è vera almeno non è vera nelle dichiarazioni del protagonista della cosa che io personalmente ho raccolto anche nelle dichiarazioni di molti altri giovani che
Vissero direttamente
Quell'episodio e quindi ho l'impressione che a questo proposito veramente
Si sbagli
Il compagno socialdemocratico ora della federazione barese
Credo che sia stata una fesseria non so per quale motivo sia stata detta ma posso ricordare nel momento in cui uscì cioè nel mille novecentosettanta
Sei in un momento di grandi tensioni per la Democrazia Cristiana il Partito Socialista Aldo Moro ci si fece sopra una grassa risata
La parola adesso a Luigi Covatta
Non credo che questo episodio che adesso ricordata
Giovanni Moro
Che mi sembra abbia irritato Tina Anselmi sia così rilevante rispetto alla biografia politica e intellettuale di Aldo Moro
Credo che quella generazione di giovani cattolici di cui Moro faceva parte
Discussione
Su cosa si doveva fare nel dopo fascismo
E discusse
Se si doveva dar vita a un partito che rappresentasse l'unità politica dei cattolici
O se si dovessero trovare altre forme di rappresentanza politica
E d'altronde in quell'epoca
Ci furono giovani cattolici della stessa formazione di Moro di Andreotti e degli altri Puccini di allora
Che fecero scelte politiche diverso e come sempre
Anche con qualche avallo all'interno della gerarchia ecclesiastica
E non credo quindi che sia un delitto
Mettere in discussione l'unità politica dei cattolici
Credo che il discorso che ha fatto adesso Giovanni Moro
Non modifichi gran che
Le cose che ho cercato di dire io e mi sembra anzi che non le abbia colte nel loro significato più quella meno che io intendevo dare certi
Io considero una virtù del politico
Di oggi
Del politico moderno quella di non pretendere di ridurre la realtà sociale
A schemi progettuali a schemi
Intellettuali istrici
E ritengo che il ruolo dell'intellettuale politico non dell'intellettuale prestato alla politica che è un'altra cosa che si sta un po'diffondendo
Sia quello di analizzare con la sua intelligenza la complessità sociale
E di organizzare lo Stato le istituzioni perché se sappiano governare il cambiamento
Perché se sappiano governare
Una trasformazione che sempre meno
Nasce da volontà soggettive
E sempre più invece si sviluppa quasi spontaneamente
Dalla complessità del reale dall'interazione fra i vari soggetti che nella società civile si sviluppa
E quindi la mia osservazione sulla discontinuità
Fra l'azione politica di Moro
E la sua riflessione culturale
Non era un'osservazione denigratoria era una considerazione che dal mio punto di vista e positiva
Della modernità ripeto della figura intellettuale e politica di mo'
E da questo punto di vista io non vorrei che invece per amore di coerenza
Di una coerenza un po'vetero in questo caso sì volesse stabilire un filo rosso che comincia con gli articoli di Azione Fucina e finisce con gli articoli sul Giorno perché questo lo considero un cattivo servizio reso a quella che stata la figura intellettuale e politica di l'ultima considerazione
Ho detto prima
Che
L'intenzione
Che mi sembra si possa cogliere
Nei venti anni di azione politica da protagonista di Moro
Era quella di metabolizzare il sistema politico italiano
Di omologare
Partendo da un presupposto
Quello della necessità assoluta di garantire
L'unità
Della democrazia cristiana di evitare rotture sulla destra
Tutti i prezzi che c'erano da pagare
Su questo terreno
Moro chiedeva di pagarli ai suoi alleati
Questa è stata la vicenda del centro sinistra
Questa cominciava ad essere la vicenda dell'unità nazionale
Insisto nel dire che non si trattava di una bizzarra pretese ma di una valutazione realistica
Che un uomo politico che giustamente come devono fare gli uomini politici
Operava partendo dagli stati di necessità proprio perché aborriva il volontarismo
E ora una condizione del suo operare politico
E allora però la questione che si deve porre in questo clima che mi sembra sia fortemente attratto da una Nostalgia
Di una politica
E se in Partito Comunista
Era e
Disposto
Apparsi omologare a quella condizione
E questo è il problema che è rimasto aperto
Nel mille novecentosettantotto al di là della assassinio di Aldo Moro
Nel mille novecentosettantotto ha avuto una risposta
Non so se oggi ne ha un'altra
Sarebbe probabilmente interessante
Anche nel contesto di questo dibattito saperlo
Ringraziamo
Anche lui titolata la parola ora finanze
Non voglio
Dire che lamiere vita azione perché
Mi disturba
Che qui si tenti di
Catturare Moro come noi come
Aspirante socialista è un'altra occasione dire che morì invece era monarchico questo detto da un altro esponente socialista stiamo parlando di Moro democratico cristiano
E non mi risulta
Che ci sia stato un altro modo
Allora
Parliamo
Sì sì e già chiuso con la perché non lo ritengono l'Omen devozione migra raccoglie mi pare che in tutti i miei i miei due interventi uno fatto nessuna captatio proprio
Se è un'accusa non mi puoi rivolgere è quella di aver tentato di catturare chicchessia mi pare di aver fatto un discorso allora o meno accattivante di quello che ci si poteva aspettare
Allora era inutile dirlo non essendo fra l'altro vero
La RAI utile il record era amato dai democristiano credo io credo che invece sia importante
Porre la nostra attenzione la nostra riflessione
Su il ruolo di Moro
E sul ruolo che la Democrazia Cristiana
Con Moro ha avuto nella vita del nostro Paese
Io credo
Perché
Moro come politico
Avverte il
Allora come credo sia vero oggi
Che importante per la vita democratica del nostro Paese
Che vi sia
Un partito che esprime sul terreno democratico
La presenza politica dei cattolici democratici
Senza una Democrazia Cristiana capace di
Rappresentare nello Stato
La presenza
Del movimento dei cattolici democratici
Noi oggi possiamo dire credo tutti
Dopo avremmo avuto
Una vita democratica così ricca e così piena nel nostro Paese se è vero che tutti oggi qui
Facciamo non in modo strumentale un discorso critico su ciò che è stato nel movimento comunista nel mondo
E allora
La presenza della Democrazia Cristiana
Che si è mossa sul terreno democratico
Riuscendo a rappresentare sul terreno democratico
Anche
Espressioni
Che potevano avere nostalgie
O ripensamenti
Di tipo fascista
Questo è stato un fatto
Garante per la democrazia italiana
Non dimentichiamo che De Gasperi
Visse
Uno dei momenti più dolorosi
Della sua esperienza politica
E anche del suo essere cattolico
Quando
Si tenta proprio a Roma
Il nome dell'anticomunismo
Di dare detta a una lista che comprendesse tutti dai fascisti ai democratico cristiano
E De Gasperi si oppose
E fece fallire
Questo tentativo
Dunque l'unità politica
Dei cattolici
E stata voluttà
E realizzata
Da De Gasperi e da Moro
Per garantire che questa forza forse disponibile solo a una esperienza democratica
In questo senso quindi non è
Che l'unità politica dei cattolici è un dopo
Un fatto politico
Dovuto a circostanze storiche particolare
Ma che oggi noi possiamo valutare credo tutti come un dato positivo della vita democratica di questo dopoguerra
Certo
Si vivono stagioni politiche diverso
Oggi
Non è possibile immaginare di riesumare
La politica
Della solidarietà nazionale non c'è mai nella politica qualcosa che si ripete oggi viviamo omento diverso da quello di ieri
E io non è che oggi
Ho Nostalgia di quella politica ritengo che oggi
Dobbiamo inventare una risposta politica adeguate ai problemi di oggi
Quello che non accetto è che oggi si demonizza i una politica che ha permesso al Paese di affrontare il problema della crisi economica è il problema delle Brigate Rosse
Gli garantendo
Che quei due passaggi
Estremamente difficili e pericolosi
Non fossero vissuti dal nostro Paese diminuendo l'area della libertà le certezze democratiche e fossero pagate solo dai ceti più deboli del nostro Paese per questo io credo quella politica pur con gli aspetti critici
Che suo che Suessa possiamo vedere
E con delle valutazioni anche di sufficienza che oggi possiamo dare io ritengo che quella pagina politica abbia avuto questa esigenza da salvaguardare
E che a quell'esigenza sia stata data una risposta che era
Se non adeguata ma certamente utile a far uscire il Paese da quel terribile momento
La morte
Di Moro
Ha segnato la fine
Io ho detto no
Secondo me
Il disegno di quanti
Forse hanno voluto
L'uccisione di Moro
Per chiudere
La intuizione politica
Che animava quella risposta
Secondo me
Questa tentativo è stato sconfitta
Come è stato sconfitto
La motivazione esplicita che le Brigate Rosse
Hanno dato
All'uccisione di Moro
Abbiamo colpito Moro perché vogliamo colpire il cuore dello Stato
Si voleva la fine
Della esperienza democratica nel nostro Paese
Quell'obiettivo non è stato raggiunto anche sì abbiamo pagato come sistema politico come
Democrazia Cristiana in particolare certamente un prezzo molto alto
E allora io credo che dobbiamo guardare al futuro
No non
Riproponendo
Una
L'idea un giudizio della democrazia cristiana una democrazia cristiana giolittiana trasformista che va a caccia degli altri partiti
E via via gli utilizza e li consuma per poter far sopravvivere un sistema di potere di cui essa è ingenuo questo non è
La Democrazia Cristiana caro Covatta perché se questo Porcino tu mi devi dire perché da vent'anni accettate di essere maggioranza con la democrazia
Quando
Quando Moro
Voleva definire
Quando Moro voleva definire la Democrazia Cristiana
La definiva sempre in questo modo
La Democrazia Cristiana
è un partito di ispirazione cristiana
Popolare
Democratico antifascista
Questo abbiamo cercato di estrarre sempre
E abbiamo cercato con queste nostre caratteristiche
Di saldare
Intorno alla democrazia tutte le palazzine popolari e democratiche del nostro Paese
Per questo abbiamo voluto il centro sinistra
Per questo non abbiamo creduto
Che si esaurisse
Nel centro sinistra
La necessità di dare buona prospettiva piena alla vita democratica del nostro Paese riconoscendo e legittimando la presenza del Partito comunista poi del partito democratico nel nostro Paese
Questo è ciò che noi pensiamo
Su questa base noi crediamo si debba svolgere e si debbano assumere le responsabilità politiche che riguardano il domani dal nostro Paese
Grazie Peppino Anselmi la parola adesso a Renato Zangheri
Ma molto molto in breve perché il dibattito si è protratto utilmente del resto perché mi sembra che sono venute fuori molte questioni della vita del pensiero dell'lezione
Di di Aldo Moro io non vorrei rovesciare la prospettiva dei giudizi e partire dalla morte di Moro ancora una volta per giudicare la sua vita
Però
No no o i dubbi io le incertezze di Covatta circa le ragioni per cui è stato scelto Moro per essere imprigionato e ucciso
Sono abbastanza certo del perché perché rappresentava una certa linea politica non c'è dubbio
Non c'è dubbio è in ogni caso nell'incertezza resta il fatto che proprio Moro è stato preso di mira proprio lui e non
Eh sì è proprio lui non certo allora a caso
No non indipendentemente da un giudizio su quello che era il corso lo sviluppo del suo pensiero politico e gli obiettivi
Che la sua azione politica
Sì proponeva io non non sono affatto favorevole
Alla ricerca di quello che Moro avrebbe fatto se fosse sopravvissuto eccetera e sarebbe un sei introdotto ancora una volta nella storia in modo illegittimo in modo non sostenibile
No va fino a quel momento era stato il principale Tessitore di una politica che si voleva stroncare
Che si voleva spegnere
E che in qualche misura è stata anche spente
Pagato covate sì dissi voi avete Nostalgia dei quel momento
No
No mai abbiamo fatto i conti con la politica di solidarietà nazionale ne avevo visto
I pregi e i difetti
Abbiamo visto le debolezze
Anche nostra in quel momento
Però è fin troppo facile
Osservare che i socialisti
Non hanno nessuna Nostalgia
Di un rapporto privilegiato con la democrazia cristiana perché questo rapporto l'hanno mantenuto lungamente continuano a mantenere
Una è una realtà
Il vostro rapporto continua prolungato
E non credo sempre egemone con la Democrazia Cristiana
Quanti elementi di cambiamento di trasformazione voi siate riusciti a introdurre in questo rapporto è un problema che non riguarda in tema di questa sera è un tema che verrà approfondito in altra sede in altri in altri momenti questa sera vogliamo parlare vogliamo parlare di Moro e ora però non si può
Meravigliarsi se
A voi comunisti interessa
Può avere interessato allora e continua ad interessare oggi nella riflessione
Retrospettiva nella riflessione storica
La personalità di un cattolico democratico il quale è capace di aprire un dialogo con le forze della sinistra socialiste e comuniste
Senza chiedere a queste forze una rinuncia alla loro identità lesto mi pare importante
L'arte del parco
Moro
Discuteva con Nenni discuteva con la Malfa discuteva con Berlinguer non chiedeva loro di essere diversi da quello che erano
Che poi abbia cercato di insabbiare questo quella riforma abbia presentato contribuito a far presentare
A da Andreotti un governo al di sotto delle attese di tutti
Che non sia stato un elemento propulsivo
Della politica di governo del centrosinistra in certi momenti questo è vero ma è una critica che a Moro si fa sul terreno politico
Non sul terreno dell'integralismo queste un punto chiave mi pare del dell'analisi della figura
Di Morrone quello che Tina Anselmi diceva la laicità
Della politica cattolica una politica cattolica che non sempre è stata una politica laica
è stata anche una politica clericale è una politica integralista
E l'interesse che suscita un dirigente cattolico democratico che non è integralista
Che non è che le ricade ma che laico è un interesse a mio parere legittimo un interesse comprensibile un interesse che non è stato del resto soltanto a vostro è stato anche dei compagni socialisti nel momento in cui Moro svolgeva la sua attività
Politica in un dialogo molto stretto con il partito socialista viene ndt De Martino eccetera è una figura importante significativa della storia politica italiana alla quale guardiamo con rispetto
Alla quale guardiamo con stima
Di cui non ci nascondiamo i caratteri contraddittori che non vogliamo evocare dal passato da un passato che ormai chiuso
E da questo punto di vista punto ci sono problemi nuovi
Politiche nuove esigenze esigenze nuove che non è il caso questa sera non è comunque la sede questa sera di approfondire Moro non si proponeva una radicale trasformazione della Società italiana no
No non era un rivoluzionario
Giovanni Moro ha ragione
Però
Assisteva con interesse alle trasformazioni della società italiana e si proponeva di assecondarla e non di contrastarli fermarle presta il suo merito
Queste somme non necessitava certa non era l'unica società non è la doveva chiamare la gente a lottare a combattere per la trasformazione ma di fronte a un movimento evolutivo come lo chiamava
O di trasformazione o di riforma esigenze di novità che sorgevano dall'interno della società italiana
è ora
Il più acuto interprete nella democrazia cristiana di queste esigenze egli si proponeva di favorirla di assecondarle verso sviluppi positivi perso sviluppi che lui chiamava coraggiosi perché sapeva quanto coraggio fosse necessario per affrontare positivamente un problema formidabile come quello di fare entrare nella direzione dello Stato
Il popolo di sinistra i partiti i partiti di sinistra verso i quali c'era un diniego drastico non soltanto gli ambienti
Conservatori nazionali ma degli ambienti conservatori internazionale una cosa di cui non abbiamo parlato questa sera e che merita un accenno e la scarsa popolarità di Moroni circoli dirigenti americani
Presto no
No
Anche questo non credo sia un caso
L'ostilità che gli mostrava e che non è stata mai negata Kissinger lo ha altri dirigenti americani nascevano dal sospetto
Che quest'uomo del quale si dicevano che non capivano bene tutto quello che diceva
Aprisse la strada a sviluppi progressivi avanzati nella politica italiana che per loro erano da temere che per loro verranno erano da scontro e dunque è una personalità ricca una personalità innovatrice una personalità complessa una personalità che non si può ridurre a paragoni con il passato perché ogni epoca e ai suoi uomini
E l'epoca di Aldo Moro è stata un'epoca che Aldo Moro in qualche modo ha contribuito a Contra essa a contrassegnare ha contribuito a marcare come del resto altri poco protagonisti della vita politica italiana dei quali parliamo in queste in queste sere una cosa mi pare da sottolineare che è giusta
Che diceva Covatta e la modernità anche nella contraddizione della figura
Di Moro che del resto è la modernità anche di un Papa che io non considero un papà di secondo ordine
Papa Montini
Che adesso vedo è molto molto disprezzato da alcuni il commentatore del mondo cattolico nei confronti di Papa voi TWA ma come abbiamo sentito invece vicino questo Papa inquieto questo Papa appunto moderno questo Papa che gli si diceva
Incerto incerto perché il mondo comportava comportava incertezze e difficoltà e interrogativi
Venisse un uomo del quale non possiamo dimenticare il colloquio profondo rispettoso rigoroso
Con Enrico Berlinguer
Non lo possiamo
Non lo possiamo dimenticare anche se non vogliamo riproporre nessuna ripetizione del passato e riteniamo che sono esperienze quelle di cui parliamo non
Non più non più ripetibili
Non più ripetibili
Ma una cosa interessante
Diceva Giovanni Moro con la quale io vorrei concludere c'era in Aldo Moro l'esigenza di un rinnovamento dei partiti di fronte al muoversi
Della realtà sociale
Non credo che pensasse solo agli altri partiti credo che pensasse anche al suo partito
Non credo che guardasse la democrazia cristiana come ad un motore immobile
Credo che pensasse che nel sistema politico italiano da riformare
Anche la democrazia cristiana dovesse essere riformata che poi questa riforma sia avvenuta con grande lentezza in modo inadeguato rispetto alle esigenze dei tempi è una considerazione
Che non si può
Non si può non fare forse e anche Stato un limite dell'azione
Dell'azione di Aldo Moro volontario in parte involontario nel senso che il controllo della situazione del suo partito Moro non l'ha sempre avuto e anzi forse l'ha avuto soltanto negli ultimi anni negli ultimissimi anni
Della sua vita tant'è che appunto la sua corrente ad una corrente limitata e al nella quale lui stesso non come diceva l'onorevole Anselmi non si riconosceva
Pienamente pensando invece a qualcosa di più largo e di più Complesso all'unità del suo partito che è un problema del quale si è parlato questa sera forse ora un un ricerca esasperata dell'unità del suo partito anche qui può esserci stato un limite è stato probabilmente un limite nella relazione nella azione di di Moro e però è anche vero Covatta l'ha riconosciuto che ogni partito
A salvaguardare la sua unità e che nel caso di Moro c'era un'esigenza che provata riconosciuto
Di evitare contraccolpi di lettore all'azione che lui stava svolgendo era consapevole
Dei contraccolpi che la sua azione comporta era consapevole dei pericoli
Non c'è dubbio tutti i suoi scritti degli ultimi anni sono disseminati da una consapevolezza acutissima che a noi a loro sembrava esagerata
E persino strumentale
E persino pretestuosa dei pericoli che l'avanzare su un terreno di apertura a sinistra comportava
Purtroppo la sua morte ha dimostrato che le sue previsioni non erano infondato
Ringraziamo Luigi Covatta Giovanni Moro Tina Anselmi Renato Zangheri ringraziamo anche voi che avete attentamente i partecipate il dibattito il conclude