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Milosevic torna a scagliarsi contro il processo 'farsa' e i 'falsi testimoni'.
La Procura forse utilizzerà anche la terza settimana prima di concludere il caso Kosovo.
Nere le previsioni per la deposizione di Lilic.L'Aja, 26 agosto 2002 - È ricominciato oggi al Tribunale Penale Internazionale per la ex Yugoslavia il processo a carico di Slobodan Milosevic dopo le quattro settimane di interruzione estiva.
L'ex uomo forte di Belgrado ha sostenuto con la solita verve polemica i controinterrogatori dei testimoni e ha protestato per la mancata scarcerazione preventiva.
Il giudice May ha chiesto un … nuovo rapporto sullo stato di salute di Milosevic ed è sembrato poco propenso a lasciare tempo alla difesa per pronunciare comizi.
Il sostituto procuratore Geoffrey Nice ha chiarito che la Procura deve ancora ascoltare una trentina di testimoni, per questo in settimana sono previste almeno 16 deposizioni, ma con ogni probabilità l'OTP usufruirà della terza settimana suppletiva e Milosevic ha protestato nuovamente per le limitazioni temporali al controinterrogatorio, nonché per l'ammissione di deposizioni in forma scritta in base all'art.
92bis.Per quanto riguarda Zoran Lilic Nice ha spiegato che "i negoziati sono ad un punto morto" e quindi probabilmente l'ex presidente yugoslavo non riceverà l'autorizzazione a deporre in aula dal Consiglio di Sicurezza guidato da Kostunica.
Senza tale autorizzazione Lilic potrebbe incorrere nell'accusa di alto tradimento nel suo paese per aver rivelato segreti di stato.Sono poi state ascoltate le deposizioni di due testimoni appartenenti all'Uck che hanno assistito ai massacri di Kacanik e di Izbica.Milosevic si scaglia contro la Corte Onu Slobodan Milosevic non ha perso l'occasione della ripresa del processo, evento che scatena una maggiore attenzione mediatica, per scagliare i suoi anatemi contro la Corte Onu che lo sta giudicando per crimini contro l'umanità, genocidio, crimini di guerra.
Prima ha attaccato il TPIY come istituzione che non è in grado di giudicarlo e ha commentato in modo sprezzante la mancata decisione sulla richiesta di scarcerazione preventiva, in seguito ha sostenuto che le testimonianze sono 'false' e sono una costruzione dell'accusa.
Infine si è decisamente opposto alla richiesta della Procura di ascoltare la deposizione dell'investigatore dell'OTP Kevin Curtis.
La deposizione di Muharren DashiMuharren Dashi ha assistito come 'osservatore' dell'Uck al massacro di oltre un centinaio di persone nella sua cittadina, Stagovo nella municipalità di Kacanik.
Le milizie serbe sono entrate nella cittadina, hanno iniziato a cannoneggiare le abitazioni, hanno separato gli uomini dalle donne e dai bambini, uccidendo arbitrariamente più di cento persone.
"Ero nelle colline intorno alla cittadina e da lì potevo osservare quanto accadeva - ha raccontato il teste dell'accusa durante il controinterrogatorio - e ho visto in modo più che chiaro quello che hanno fatto i serbi.
Hanno iniziato a cannoneggiare la cittadina e gli abitanti sono stati costretti a lasciare le proprie abitazioni".
"Le forze serbe hanno separato gli uomini dalle donne e i bambini dai giovani - ha proseguito Dashi - Quando hanno diviso gli uomini, hanno insultato tutti, la NATO, Clinton, Thaci.
Ho visto 39 persone uccise con i miei occhi, ci sono stati però anche altri due gruppi di una quindicina di persone che sono stati uccisi, ma non li ho potuti vedere"."Uccidevano chiunque - ha ricordato il teste - una donna anziana non era in grado di muoversi e l'hanno bruciata viva sul posto, altre due persone anziane sono state bruciate vive su un trattore, due persone con le stampelle e una sulla sedia a rotelle sono state 'giustiziate'".Dashi ha inoltre affermato durante l'interrogatorio da parte dell'amicus curiae Tapuskovic che "la grande maggioranza [dei miliziani dell'Uck della sua unità, ndr] non indossava uniformi".La deposizione di Sadik XhemajliSadik Xhemajli è un ex miliziano dell'Esercito di Liberazione del Kosovo e ha testimoniato su quanto avvenuto a Izbica, nella municipalità di Skenderaj.
"Ho abbracciato l'Uck dopo l'uccisione di Adem Jashari, nel marzo del 1998", ha specificato il teste dell'accusa che per problemi di vista si è presentato in aula con occhiali scuri.Il 27 marzo del 1999, a tre giorni dall'inizio dei bombardamenti NATO, le milizie serbe sono entrate ad Izbica, dopo aver fatto confluire i civili nella cittadina.
Le morti accertate sono 116, ma Milosevic ha sostenuto che "non vi è stato alcun massacro ad Izbica".Il teste dell'accusa ha descritto nei particolari l'azione delle milizie serbe e le atrocità commesse dalle forze militari, specificando che nella zona vi era una forte presenza dell'Uck.
Unità dell'Esercito di Liberazione del Kosovo, proprio in quella zona, avevano catturato e ucciso alcuni agenti serbi; questo ha causato una reazione a dir poco sproporzionata sui civili kosovari da parte delle forze armate del regime Milosevic.
L'ex uomo forte di Belgrado ha chiaramente focalizzato il controinterrogatorio proprio sulla presenza dell'Uck e sulle azioni 'terroristiche' contro i militari serbi.
Nonostante la lunga interruzione estiva, Milosevic non ha quindi cambiato strategia e sta cercando ancora di dimostrare che le milizie serbe hanno condotto delle azioni di lotta al terrorismo islamico dell'Esercito di Liberazione del Kosovo.
Per quanto riguarda i massacri, la difesa sostiene che non vi siano stati.Domani l'accusa presenterà in aula un video in cui verranno mostrate le immagini del massacro di Izbica e la difesa potrà concludere il controinterrogatorio di Sadik Xhemajli.
La Procura forse utilizzerà anche la terza settimana prima di concludere il caso Kosovo.
Nere le previsioni per la deposizione di Lilic.L'Aja, 26 agosto 2002 - È ricominciato oggi al Tribunale Penale Internazionale per la ex Yugoslavia il processo a carico di Slobodan Milosevic dopo le quattro settimane di interruzione estiva.
L'ex uomo forte di Belgrado ha sostenuto con la solita verve polemica i controinterrogatori dei testimoni e ha protestato per la mancata scarcerazione preventiva.
Il giudice May ha chiesto un … nuovo rapporto sullo stato di salute di Milosevic ed è sembrato poco propenso a lasciare tempo alla difesa per pronunciare comizi.
Il sostituto procuratore Geoffrey Nice ha chiarito che la Procura deve ancora ascoltare una trentina di testimoni, per questo in settimana sono previste almeno 16 deposizioni, ma con ogni probabilità l'OTP usufruirà della terza settimana suppletiva e Milosevic ha protestato nuovamente per le limitazioni temporali al controinterrogatorio, nonché per l'ammissione di deposizioni in forma scritta in base all'art.
92bis.Per quanto riguarda Zoran Lilic Nice ha spiegato che "i negoziati sono ad un punto morto" e quindi probabilmente l'ex presidente yugoslavo non riceverà l'autorizzazione a deporre in aula dal Consiglio di Sicurezza guidato da Kostunica.
Senza tale autorizzazione Lilic potrebbe incorrere nell'accusa di alto tradimento nel suo paese per aver rivelato segreti di stato.Sono poi state ascoltate le deposizioni di due testimoni appartenenti all'Uck che hanno assistito ai massacri di Kacanik e di Izbica.Milosevic si scaglia contro la Corte Onu Slobodan Milosevic non ha perso l'occasione della ripresa del processo, evento che scatena una maggiore attenzione mediatica, per scagliare i suoi anatemi contro la Corte Onu che lo sta giudicando per crimini contro l'umanità, genocidio, crimini di guerra.
Prima ha attaccato il TPIY come istituzione che non è in grado di giudicarlo e ha commentato in modo sprezzante la mancata decisione sulla richiesta di scarcerazione preventiva, in seguito ha sostenuto che le testimonianze sono 'false' e sono una costruzione dell'accusa.
Infine si è decisamente opposto alla richiesta della Procura di ascoltare la deposizione dell'investigatore dell'OTP Kevin Curtis.
La deposizione di Muharren DashiMuharren Dashi ha assistito come 'osservatore' dell'Uck al massacro di oltre un centinaio di persone nella sua cittadina, Stagovo nella municipalità di Kacanik.
Le milizie serbe sono entrate nella cittadina, hanno iniziato a cannoneggiare le abitazioni, hanno separato gli uomini dalle donne e dai bambini, uccidendo arbitrariamente più di cento persone.
"Ero nelle colline intorno alla cittadina e da lì potevo osservare quanto accadeva - ha raccontato il teste dell'accusa durante il controinterrogatorio - e ho visto in modo più che chiaro quello che hanno fatto i serbi.
Hanno iniziato a cannoneggiare la cittadina e gli abitanti sono stati costretti a lasciare le proprie abitazioni".
"Le forze serbe hanno separato gli uomini dalle donne e i bambini dai giovani - ha proseguito Dashi - Quando hanno diviso gli uomini, hanno insultato tutti, la NATO, Clinton, Thaci.
Ho visto 39 persone uccise con i miei occhi, ci sono stati però anche altri due gruppi di una quindicina di persone che sono stati uccisi, ma non li ho potuti vedere"."Uccidevano chiunque - ha ricordato il teste - una donna anziana non era in grado di muoversi e l'hanno bruciata viva sul posto, altre due persone anziane sono state bruciate vive su un trattore, due persone con le stampelle e una sulla sedia a rotelle sono state 'giustiziate'".Dashi ha inoltre affermato durante l'interrogatorio da parte dell'amicus curiae Tapuskovic che "la grande maggioranza [dei miliziani dell'Uck della sua unità, ndr] non indossava uniformi".La deposizione di Sadik XhemajliSadik Xhemajli è un ex miliziano dell'Esercito di Liberazione del Kosovo e ha testimoniato su quanto avvenuto a Izbica, nella municipalità di Skenderaj.
"Ho abbracciato l'Uck dopo l'uccisione di Adem Jashari, nel marzo del 1998", ha specificato il teste dell'accusa che per problemi di vista si è presentato in aula con occhiali scuri.Il 27 marzo del 1999, a tre giorni dall'inizio dei bombardamenti NATO, le milizie serbe sono entrate ad Izbica, dopo aver fatto confluire i civili nella cittadina.
Le morti accertate sono 116, ma Milosevic ha sostenuto che "non vi è stato alcun massacro ad Izbica".Il teste dell'accusa ha descritto nei particolari l'azione delle milizie serbe e le atrocità commesse dalle forze militari, specificando che nella zona vi era una forte presenza dell'Uck.
Unità dell'Esercito di Liberazione del Kosovo, proprio in quella zona, avevano catturato e ucciso alcuni agenti serbi; questo ha causato una reazione a dir poco sproporzionata sui civili kosovari da parte delle forze armate del regime Milosevic.
L'ex uomo forte di Belgrado ha chiaramente focalizzato il controinterrogatorio proprio sulla presenza dell'Uck e sulle azioni 'terroristiche' contro i militari serbi.
Nonostante la lunga interruzione estiva, Milosevic non ha quindi cambiato strategia e sta cercando ancora di dimostrare che le milizie serbe hanno condotto delle azioni di lotta al terrorismo islamico dell'Esercito di Liberazione del Kosovo.
Per quanto riguarda i massacri, la difesa sostiene che non vi siano stati.Domani l'accusa presenterà in aula un video in cui verranno mostrate le immagini del massacro di Izbica e la difesa potrà concludere il controinterrogatorio di Sadik Xhemajli.
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