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La Francia e l'Italia: Contro un sistema che ha bisogno dell'illegalità per sopravvivere, il satyagraha deve crescere, per dare corpo all'alternativa possibile Roma, 22 aprile 2002 - All'indomani della conclusione dello sciopero della sete (ma non di quello della fame) Marco Pannella incontra la stampa per commentare i fatti dell'attualità politica soprattutto dopo il clamoroso risultato delle elezioni francesi che ha visto l'esclusione dal ballottaggio per la corsa all'Eliseo del candidato di centrosinistra, Lionel Jospin a favore del leader del Fronte Nazionale, Jean Marie Le Pen che … sfiderà Chirac nel secondo turno del 5 maggio.
Le vicende francesi, però, per Pannella divengono lo spunto per una analisi politica della situazione italiana a tutto campo: dagli obiettivi del Satyagraha radicale che prosegue e deve anzi crescere, al ruolo di Berlusconi "uomo della provvidenza" e salvatore delle "socialburocrazie" perdenti contro l'alternativa liberale, dai "magistrati scioperati" ai "sindacati anticostituzionali", dalla "sinistra di potere" "all'armata goebbelisana che da trent'anni occupa la Rai", emblemi di un regime che per sopravvivere ha bisogno dell'illegalità.
Il crollo dell'impostura socialburocratica In Francia vi è stato "il crollo dell'impostura socialburocratica, democraticistica contro i principi liberali e le forze di alternativa liberale".
Questo il giudizio di Pannella sull'esito delle elezioni francesi.
E se in Francia a subentrare è stato pronto Le Pen, questo è dovuto anche al fatto che è stato messo fuori gioco Bernard Tapie, colui che con una lista radicale aveva messo "in braghe di tela" il leader del Fronte nazionale francese.
In tal senso, Pannella annuncia di voler riprendere i contatti con il politico francese in vista delle scadenze elettorali.
Sul fronte italiano, per i radicali è necessario impedire che si realizzi un "futuro francese tradotto in termini del paese del partito comunista più forte dell'occidente, il paese del fascismo, il paese sede di quella che Dante definiva la puttana sciolta che è l'organizzazione vaticana, l'organizzazione del soffocamento storico della libertà di fede".
Berlusconi, "uomo della provvidenza" Per Pannella, in realtà, il tracollo delle socialburocrazie in nome dell'alternativa liberale era sul punto di realizzarsi in Italia con i referendum del 2000, ma questo non accadde a causa del sabotaggio prima dalla corte costituzionale con la 'falcidia' di 16 quesiti, e poi di quello che il leader radicale indica e definisce come "l'uomo della provvidenza", cioè Silvio Berlusconi che con la sua campagna astensionista divenne "il salvatore del regime, dei suoi stessi nemici, di Bertinotti, di Cofferati, dei magistrati".
A questo atteggiamento Pannella fa risalire quello che definisce "un malaffare gigantesco", un patto esistente dal 1995 tra Fininvest e Berlusconi da un lato e "i tenutari del potere italiano, sindacati, D'Alema, fondazioni, banche, magistrati" dall'altro.
"Fu Berlusconi - ricorda Pannella - a scendere in campo contro i referendum radicali definiti 'comunisti', ed annunciando di essere pronto a fare le riforme, ma 'non con l'accetta referendaria'".
"Chi è che chiede conto a Berlusconi di questa sua tattica di due anni fa? - incalza Pannella - La sinistra? No, perchè sono stati salvati da lui" spiega.
I nemici di Berlusconi Per il leader radicale, però, Berlusconi paga oggi a caro prezzo questa sua tattica e prevede che il premier non possa reggere tre anni, contro quello che definisce "l'esercito goebbelsiano che da trent'anni domina la rai Tv", frutto però anche "dei suoi errori e dei suoi vizi".
Se la critica a Berlusconi è durissima, Pannella però mantiene una flebile speranza, ancorchè altamente improbabile, che il primier possa ritrovare "l'amore per le parole liberali" del 1994, ispirate all'impostazione radicale e di Antonio Martino.
Dall'altro lato dello schieramento, però, per Pannella è pressocchè impossibile prefigurare analoghe, sia pur minime aspettative, ed il leader radicale spara a zero contro quelli che oggi appaiono come i più feroci nemici del Cavaliere.
Dai "sindacati anticostituzionali", che - accusa Pannella - "hanno speso decine di migliaia di miliardi senza controllo, rapinati dalle nostre tasche, senza obbligo di bilancio", ai "magistrati scioperati" che sono "l'espressione più chiara di un potere di classe satollo di danaro, potere, carriera".
L'armata goebbelsiana La polemica più dura da parte di Pannella è però contro quella che definisce "l'armata goebbelsiana", coloro che in questi giorni sono insorti contro il pericolo-Berlusconi in difesa della libertà di informazione: da Umberto Eco ("che si dovrebbe andare a nascondere come Jospin") a Moretti, da Santoro a Biagi, "i palermitani sconfitti che gridano contro i corleonesi", mentre - accusa Pannella - "noi cittadini siamo creditori di migliaia di ore di informazione sottratta in trenta anni".
Il leader radicale lancia nuovamente la sfida e chiede un confronto con coloro che in queste ore scrivono a Ciampi, fanno manifestazioni e propongono ai parlamentari di indossare il bavaglio: "Noi abbiamo la documentazione di trent'anni di scioperi della sete, di denuncie penali", e quanto al bavaglio "l'ho indossato per battere voi" ricorda Pannella.
Il Satyagraha cresce per dare corpo al nuovo terzo stato In realtà, conclude Pannella - "non rappresentano più nulla se non la forza dell'illegalità ancora possibile" e dunque, anche per loro il futuro francese è alle porte.Per questo il Satyagraha radicale deve proseguire crescere, per dare corpo "all'alternativa possibile" a partire dalla carceri, "dove si realizza lo scandalo dei 'delinquenti' che gridano forza alla legge", il "nuovo terzo stato", "la nuova grande alternativa liberale, liberista, libertaria".
Le vicende francesi, però, per Pannella divengono lo spunto per una analisi politica della situazione italiana a tutto campo: dagli obiettivi del Satyagraha radicale che prosegue e deve anzi crescere, al ruolo di Berlusconi "uomo della provvidenza" e salvatore delle "socialburocrazie" perdenti contro l'alternativa liberale, dai "magistrati scioperati" ai "sindacati anticostituzionali", dalla "sinistra di potere" "all'armata goebbelisana che da trent'anni occupa la Rai", emblemi di un regime che per sopravvivere ha bisogno dell'illegalità.
Il crollo dell'impostura socialburocratica In Francia vi è stato "il crollo dell'impostura socialburocratica, democraticistica contro i principi liberali e le forze di alternativa liberale".
Questo il giudizio di Pannella sull'esito delle elezioni francesi.
E se in Francia a subentrare è stato pronto Le Pen, questo è dovuto anche al fatto che è stato messo fuori gioco Bernard Tapie, colui che con una lista radicale aveva messo "in braghe di tela" il leader del Fronte nazionale francese.
In tal senso, Pannella annuncia di voler riprendere i contatti con il politico francese in vista delle scadenze elettorali.
Sul fronte italiano, per i radicali è necessario impedire che si realizzi un "futuro francese tradotto in termini del paese del partito comunista più forte dell'occidente, il paese del fascismo, il paese sede di quella che Dante definiva la puttana sciolta che è l'organizzazione vaticana, l'organizzazione del soffocamento storico della libertà di fede".
Berlusconi, "uomo della provvidenza" Per Pannella, in realtà, il tracollo delle socialburocrazie in nome dell'alternativa liberale era sul punto di realizzarsi in Italia con i referendum del 2000, ma questo non accadde a causa del sabotaggio prima dalla corte costituzionale con la 'falcidia' di 16 quesiti, e poi di quello che il leader radicale indica e definisce come "l'uomo della provvidenza", cioè Silvio Berlusconi che con la sua campagna astensionista divenne "il salvatore del regime, dei suoi stessi nemici, di Bertinotti, di Cofferati, dei magistrati".
A questo atteggiamento Pannella fa risalire quello che definisce "un malaffare gigantesco", un patto esistente dal 1995 tra Fininvest e Berlusconi da un lato e "i tenutari del potere italiano, sindacati, D'Alema, fondazioni, banche, magistrati" dall'altro.
"Fu Berlusconi - ricorda Pannella - a scendere in campo contro i referendum radicali definiti 'comunisti', ed annunciando di essere pronto a fare le riforme, ma 'non con l'accetta referendaria'".
"Chi è che chiede conto a Berlusconi di questa sua tattica di due anni fa? - incalza Pannella - La sinistra? No, perchè sono stati salvati da lui" spiega.
I nemici di Berlusconi Per il leader radicale, però, Berlusconi paga oggi a caro prezzo questa sua tattica e prevede che il premier non possa reggere tre anni, contro quello che definisce "l'esercito goebbelsiano che da trent'anni domina la rai Tv", frutto però anche "dei suoi errori e dei suoi vizi".
Se la critica a Berlusconi è durissima, Pannella però mantiene una flebile speranza, ancorchè altamente improbabile, che il primier possa ritrovare "l'amore per le parole liberali" del 1994, ispirate all'impostazione radicale e di Antonio Martino.
Dall'altro lato dello schieramento, però, per Pannella è pressocchè impossibile prefigurare analoghe, sia pur minime aspettative, ed il leader radicale spara a zero contro quelli che oggi appaiono come i più feroci nemici del Cavaliere.
Dai "sindacati anticostituzionali", che - accusa Pannella - "hanno speso decine di migliaia di miliardi senza controllo, rapinati dalle nostre tasche, senza obbligo di bilancio", ai "magistrati scioperati" che sono "l'espressione più chiara di un potere di classe satollo di danaro, potere, carriera".
L'armata goebbelsiana La polemica più dura da parte di Pannella è però contro quella che definisce "l'armata goebbelsiana", coloro che in questi giorni sono insorti contro il pericolo-Berlusconi in difesa della libertà di informazione: da Umberto Eco ("che si dovrebbe andare a nascondere come Jospin") a Moretti, da Santoro a Biagi, "i palermitani sconfitti che gridano contro i corleonesi", mentre - accusa Pannella - "noi cittadini siamo creditori di migliaia di ore di informazione sottratta in trenta anni".
Il leader radicale lancia nuovamente la sfida e chiede un confronto con coloro che in queste ore scrivono a Ciampi, fanno manifestazioni e propongono ai parlamentari di indossare il bavaglio: "Noi abbiamo la documentazione di trent'anni di scioperi della sete, di denuncie penali", e quanto al bavaglio "l'ho indossato per battere voi" ricorda Pannella.
Il Satyagraha cresce per dare corpo al nuovo terzo stato In realtà, conclude Pannella - "non rappresentano più nulla se non la forza dell'illegalità ancora possibile" e dunque, anche per loro il futuro francese è alle porte.Per questo il Satyagraha radicale deve proseguire crescere, per dare corpo "all'alternativa possibile" a partire dalla carceri, "dove si realizza lo scandalo dei 'delinquenti' che gridano forza alla legge", il "nuovo terzo stato", "la nuova grande alternativa liberale, liberista, libertaria".
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