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Sciatteria e malafede in un’informazione che non assolve al suo ruolo nel descrivere il conflitto isaelo-palestinese.Roma, 12 dicembre 2001 - Il talk show “Vox Populi” condotto da Arturo Diaconale ha ospitato un dibattito sul tema: "L'informazione distorta su Israele".
Sono intervenuti tra gli altri Daniele Capezzone, Lorenzo Del Boca, Riccardo Pacifici.Trasmissioni “taglia incolla”Trasmissioni televisive fatte con “taglia e incolla”.
Questo è il modo in cui si producono molte delle notizie che riguardano il medio oriente e la crisi israelo-palestinese.
Ne è convinto Riccardo … Pacifici, vice presidente della Comunità ebraica di Roma che cita il caso della trasmissione di Michele Santoro in cui si operò una completa decontestualizzazione della scena in cui un bimbo morì nelle braccia del padre, nel corso di uno scontro a fuoco.Santoro poi “si è offeso e ha chiesto 6 miliardi di danni” a Leone Paserman, presidente delle comunità ebraiche.
Assenza di civiltà informativaDaniele Capezzone giudica “comportamenti contro la civiltà informativa” quelli che caratterizzano i giornalisti italiani di fronte alla realtà di Israele e del mondo palestinese.
Cita quindi a questo proposito un’altra trasmissione, su Rai2 su Israele, dove si dipingeva una “Tel Aviv Sodoma e Gomorra, mentre della Palestina si mostrava solo un obitorio”.
Esiste “ una monocultura antiisraeliana che attraversa il paese e il ceto giornalistico”.La politica che si trasforma in spettacolo Fino al 1967 l’informazione aveva un pregiudizio favorevole a Israele.
Partendo da questa notazione Lorenzo Del Boca ritiene che “l’informazione sbaglia perché non sa fare il suo mestiere”, ma non vede un pregiudizio politico negli errori.
Il problema nasce dal momento in cui “il dibattito politico si trasforma in spettacolo”, allora “c’è bisogno di personaggi e fatti stravaganti”.Un “ebreo antiebraico è interessante perché è stravagante”.
Oppure “Prodi che risponde all’intervista della zingara su Rai1”.
O anche “D’Alema che cucina in trasmissione un risotto”, Amato che gioca a tennis, Rutelli prova cravatte.
Tutto “diventa chiacchiera, in un’informazione che ha perso la bussola”.il ruolo dell’Ordine“L’Ordine dei giornalisti quindi può sparire”, ricorda Capezzone, dato che non assicura in nessun modo la sua “funzione in favore del rispetto della deontologia professionale”.
Sono intervenuti tra gli altri Daniele Capezzone, Lorenzo Del Boca, Riccardo Pacifici.Trasmissioni “taglia incolla”Trasmissioni televisive fatte con “taglia e incolla”.
Questo è il modo in cui si producono molte delle notizie che riguardano il medio oriente e la crisi israelo-palestinese.
Ne è convinto Riccardo … Pacifici, vice presidente della Comunità ebraica di Roma che cita il caso della trasmissione di Michele Santoro in cui si operò una completa decontestualizzazione della scena in cui un bimbo morì nelle braccia del padre, nel corso di uno scontro a fuoco.Santoro poi “si è offeso e ha chiesto 6 miliardi di danni” a Leone Paserman, presidente delle comunità ebraiche.
Assenza di civiltà informativaDaniele Capezzone giudica “comportamenti contro la civiltà informativa” quelli che caratterizzano i giornalisti italiani di fronte alla realtà di Israele e del mondo palestinese.
Cita quindi a questo proposito un’altra trasmissione, su Rai2 su Israele, dove si dipingeva una “Tel Aviv Sodoma e Gomorra, mentre della Palestina si mostrava solo un obitorio”.
Esiste “ una monocultura antiisraeliana che attraversa il paese e il ceto giornalistico”.La politica che si trasforma in spettacolo Fino al 1967 l’informazione aveva un pregiudizio favorevole a Israele.
Partendo da questa notazione Lorenzo Del Boca ritiene che “l’informazione sbaglia perché non sa fare il suo mestiere”, ma non vede un pregiudizio politico negli errori.
Il problema nasce dal momento in cui “il dibattito politico si trasforma in spettacolo”, allora “c’è bisogno di personaggi e fatti stravaganti”.Un “ebreo antiebraico è interessante perché è stravagante”.
Oppure “Prodi che risponde all’intervista della zingara su Rai1”.
O anche “D’Alema che cucina in trasmissione un risotto”, Amato che gioca a tennis, Rutelli prova cravatte.
Tutto “diventa chiacchiera, in un’informazione che ha perso la bussola”.il ruolo dell’Ordine“L’Ordine dei giornalisti quindi può sparire”, ricorda Capezzone, dato che non assicura in nessun modo la sua “funzione in favore del rispetto della deontologia professionale”.
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