"Un treno per Blace" - presentazione del libro di Filippo Landi e Ilire Zajmi (Ed. La Meidiana) - (presso la Libreria Croce, corso Vittorio Emanuele II 156)

Buonasera
Siamo qui per presentare il libro di Filippo Landi di indirizzo e i miei sul Kosovo un treno pur braccio
A me io sono Federico Bugno
Se l'ho chiesto anche di sì riprodurre un attimo
Questa presentazione
Cosa ne faccio volentieri come Genova senatore
Massimo Brutti
Che all'epoca era sottosegretario alla Difesa riuscendo kosovare le conosce bene
E cioè il professor Morozzo che è uno dei grandi studiosi italiani
Del problemi kosovari del Kosovo
Il suo ultimo libro non a caso uscito qualche giorno qualche tempo prima
Dell'inizio della guerra trovarlo perché c'è la guerra si intitola appunto Kosovo
Prima di dare da parola blouson rozzo che può farci o l'introduzione dal su dal punto di vista storico della situazione che ha portato a questa guerra
Darei la un attimo per pochi minuti la parola a Filippo Landi che ci deve dire alcune cose relative anche all'altro odore di questo libro Filippo
Scusa
Allora buonasera e grazie anche
Gli ascoltatori di Radio Radicale
Io ho da dire qualcosa riguardo all'altro Autore
Ilire zaini l'ho incontrata una settimana fa a Pristina
Lei ha deciso di tornare in Kosovo nonostante avesse avuto un'Offerta di lavoro molto allettante all'estero
Che non è facile in questo momento lavorare con me giornalisti
In corso e non è facile neppure lavorare nella televisione
Del colosso finanziario dalla comunità internazionale
Che e nata nel novembre
Mi preme lei mi ha chiesto di raccontarti soprattutto quello cioè come
Come
Una iniziativa nata per affermare la libertà di informazione all'interno del Kosovo in questo momento è l'unica televisione
Assolutamente indipendente in costosi abbia però attirato l'attenzione dei politici
E proprio in queste ultime settimane si è aperto un dibattito forte all'interno
Della televisione perché i politici si può fare anche i nomi e i cognomi
In particolare uno dei leader taci
Chi prima aveva snobbato questa televisione adesso
Se ne interessa con con grande
Con grande frequenza in che modo
Chiedendo uno spazio all'interno dei questa televisione per lei proprie interviste per i propri iniziative che spesso cozza contro l'autonomia dei giornalisti anche di chi e chiamato a dirigere in questo momento la televisione
Cosa c'è da aggiungere che una parte dei giornalisti forse la gran parte dei giornalisti della televisione
Si è ribellata cioè a sta lottando con tenacia perché la questa televisione che ripeto riceve finanziamenti dalla comunità internazionale rimanga autonoma ma non solo
Nelle dei titoli ma rimanda autonoma giorno per giorno
Sì in ciascuno dei servizi e che i giornalisti sono chiamati a fare
Mi ha fatto un esempio semplice ma secondo me molto efficace c'è stato recentemente è una festa nazionale in Kosovo tutti i leader politici sono stati chiamati a esprimere
Il proprio pensiero bene è arrivato da parte di Hitachi la richiesta che
Il proprio messaggio che durava sette minuti non venisse tagliato altri altri leader politici in particolare Rugova
Hanno lasciato invece autonomia
Ai giornalisti quindi e mi è risultato fuori un panorama di interventi squilibrato ecco lei ci teneva a dire questo che tutto ciò
Che può apparire come dire
Forse anche un fenomeno noto fuori dal costo perché in tante televisioni pubbliche e private l'intervento dei politici sono i mezzi di informazioni sono fatti noti e frequenti in Kosovo invece rappresenta un a un una questione vitale cioè se alcuni mezzi di informazione re resistono
Alle pressioni dei politici
Per il Kosovo c'è una speranza in più una speranza poter convivere
Tra persone albanesi di differenti opinioni politiche anche persone
Kosovari albanesi e serve e turche cioè levarli vario variegato mondo etnico kosovaro
Lire vi saluta
De doveva e dei veri punto rimanere a Pristina proprio perché
Faceva un esempio siamo appena in tredici diceva e quindi la la presenza di ciascuno di noi in questo momento il ditale di salutarvi ringraziare per tutto quello che Pozzi potrete fare per il Kosovo cioè
Soprattutto ci tiene a dire questo scossone
Non è una pagina già chiusa in un senso né o nell'altro e dipende molto dipende molto anche dalla dalla dalla presenza dalla fiducia
Che la le persone che sono fuori dal Kosovo potranno dare a chi nel Kosovo cerca di
Lavorare per un Paese
Democratico e libero ed è una cosa non facile poi anche questo libro bottino racconta le difficoltà enormi che persone che odiano la guerra che sono pacifiste però hanno dovuto incontrare nella loro vita in Kosovo
Per a formare questi valori grazie a nome di lire
L'idea di iniziare Dandolo professor la parola al professor Moro
Il quale appunto si può bene illustrare qual era la situazione e l'ambiente la situazione geopolitica del Kosovo all'inizio della guerra
Io penso che la situazione del Kosovo
Nella primavera scorsa anche un tutti gli avvenimenti antecedenti e ben descritta nel libero un treno per Blanchaert ben descritte abbellire
Ben descritta anche in tutte le sfumature le nuance della politica interna albanese che i che ho trovato
Molto ben rappresentata nel libro questa divaricazione tra i moderati tra i tra i falchi i moderati di Rugova l'UCK tutto descritto molto bene con la giusta tempistica lo dico perché ero lì e ho vissuto
Queste vicende in tre albanesi soprattutto ed è descritta bene anche la dinamica dell'escalation della violenza questa escalation della violenza che a voi portato alla guerra otto giustamente si parla nel libro di pazienza infinita degli albanesi dopo una decina d'anni di repressione da parte del governo di Belgrado che voleva fare di albanesi una popolazione da integrare in parte nello stato neo jugoslavo e
Integrarla però in maniera subordinata e in parte voleva farla emigrare perché poi alcune centinaia di migliaia di albanesi del Kosovo sono emigrati dopo l'ottantanove novanta
Ecco questa pazienza infinita avuto un termine è nata l'UCK già esisteva in parte come gruppuscoli
Ma è nata poi nel novantotto dopo la strage di densa l'otto marzo del novantotto mi sembra una alla data del che marca questa recente storia del Kosovo
In questo libro c'è la chiave per capire come si arriva alla guerra questa pazienza infinita che a un certo punto
Lascia la lo spazio alle armi
Rugova aveva costruito una società parallela di altissimo significato etico e che funzionava non soltanto dal punto di vista etico con tre mila imprese private che facevano sopravvivere gli albanesi in Kosovo con gli ospedali le scuole parallele
Tuttavia siamo nei Balcani a un certo punto c'è stato chi ha voluto dare più spazio alle armi
E bisogna dire anche che i serbi non hanno mai dato un segno di cedimento se non di cedimento di concessioni agli albanesi perché la situazione cambiasse in meglio per loro
Dice Filippo Landi l'impotenza della politica armato gli uomini dell'UCK qui vorrei dire che sono molto d'accordo del Kosovo ci si è accorti soltanto non gli e Sperti non qualche politico non non il problema di tutti ma ci si è accorti soprattutto quando è iniziata la violenza su grande scala nel novantotto ricordo Rugova a Roma nel novantatré la sua visita una conferenza stampa c'erano soltanto due giornalisti novantatré
Da Eton non ha parlato del Kosovo forse pur cosa ecco perché ha detto non c'erano problemi c'era da chiudere la guerra in Bosnia in sostanza però non ha parlato del coso anche questo a deluso molto gli albanesi e ha aperto la strada all'UCK
L'UCK che intelligentemente dal suo punto di vista capito che soltanto il sangue poteva muovere gli occidentali
Io qui vorrei parlare anche perché sollecitato da
Da Filippo Landi e perché vedo che anche la questione è ricordata nel libero delle mediazione della Comunità di Sant'Egidio per l'educazione in Kosovo dire Zanini parla dell'Università di Pristina di un momento di sciopero degli studenti albanesi
In questa università riaperta grazie a questa mediazione di Sant'Egidio cos'è questa mediazione
è un accordo fatto firmare separatamente a Belgrado e Pristina da Milosevic e Rugova
Nel settembre del novantasei per la riapertura agli albanesi degli edifici scolastici e universitari del Kosovo
Non eravamo più ambiziosi dicono e perché io faccio parte di Sant'Egidio e noi eravamo più ambiziosi il nostro progetto era quello di una mediazione che step by step arrivasse fino a toccare il problema dello status del Kosovo
Cioè trattando prima delle scuole e delle università può della cultura può della condotta della polizia poi dell'amnistia ai prigionieri
Si sperava di arrivare a discutere il problema dei problemi che era poi quello pro è quello dello status del Kosovo quello che tuttora oggi dopo la guerra che c'è stata rimane irrisolto perché il problema oggi essenzialmente quello di una risoluzione politica passati militare l'umanitario va bene ma non basta servono soluzione politica
Ma questo dello stato delle cose è stato il problema di tutti gli anni Novanta di tutti i governi che si sono interessati della questione all'epoca anche occorsi con il consiglio di vari capi di Stato balcanici occidentali
Pensammo ad intraprendere questa via della mediazione step by step
Concentrandoci anzitutto sulla questione dell'educazione perché era quella che più toccava la società civile era la più sentita dalla popolazione albanese in Kosovo
Se è cominciato nel novantasei avremmo voluto farlo prima nel novantatré Milosevici disse quando gli chiedemmo
Gli manifestando l'intenzione di mediare sul Kosovo ci disse lasciate stare il Kosovo
Anzi la Bosnia e Disneyland in confronto al Kosovo
La mediazione è partita nel novantacinque è stata firmata questa
Questa carta fra Milosevic e Rugova e si è passati all'applicazione durato un anno e mezzo una nel mezzo quindi è stata lenta l'applicazione perché
I serbi volevo non contraccambio volevano che gli albanesi riconoscessero in un qualche modo la statualità delle scuole in Kosovo che non erano le scuole loro mero le scuole dello Stato
Allora davano l'edificio ma in cambio volevano fuori dell'edificio la targa che la scuola era una scuola di stato già perché era dentro la Jugoslavia non era solo un problema formale è il problema di fondo dello Stato sta il Kosovo poi a ben vedere il problema degli albanesi che non hanno mai voluto dal novantuno in poi dalla referendum che hanno fatto nel novantuno riconoscere la sovranità jugoslava
Ritenendo di aver subito un'ingiustizia nella dissoluzione del vecchio Stato Tino
Rallentando l'applicazione dell'accordo i serbi era evidentemente perso una chance di risolvere pacificamente la questione del Kosovo si trattava di dare in sostanza la gente era molto felice applaudivano per la strada i firmatari di parte albanese
C'era una grande aspettativa
Tuttavia appunto per un anno e mezzo c'è stato questo dialogo questo tavolo avverto che poi era l'unico tavolo
Di dialogo fra albanesi e serbi questo va ricordato perché nella comunità internazionale nessuno era riuscito a mettere insieme al barese servì a un tavolo c'era stato un tentativo a Ginevra nel novantatré novantaquattro
Abbastanza brutalmente fallito sempre sulla questione delle scuole perché era la prima questione da affrontare questo ritenevano tutti
E c'è questo tavolo un tavolo difficile dove albanesi e serbi si rinfacciano in continuazione torti del giorno prima ma anche torte di cinquant'anni prima
Torti e ragioni ecco
Tuttavia c'era una firma da onorare
Abbiamo insistito l'abbiamo fatti insistere da varie diplomazie su Milosevic perché desse agli edifici agli albanesi senza condizioni senza
Questa tattica di ottenere qualche cosa sempre e comunque
Bisogna dire che anche gli albanesi non erano sempre di buon grado disposti a trattare c'era un problema interno
La corda era stato fatto da Rugova dalla l. di K con il governo di Belgrado
Ma le persone che l'hanno firmato l'accordo erano stati immediatamente minacciate di morte da altri albanesi
Una linea che va ricondotta anche se non è precisato che fosse va ricondotta poi a chi voleva invece un confronto più violento con i serbi questa evidente
Minacce son venute dalla Svizzera dove c'era un grosso reso albanese da cui poi insomma sappiamo son venuti molti finanziamenti molti militanti dell'UCK di fatto quindi c'era un'esitazione anche all'interno del gruppo de albanese ad andare avanti con la trattativa
Alla fine nel inizia nel novantotto i serbi hanno cominciata restituire gli edifici dell'Università sicché gli albanesi hanno potuto per un anno poi studiare in particolare nelle facoltà tecniche
E riprendere ma usare questi edifici
Che non era poco perché io ricordo com'era la scuola come rallentasse del le aule dell'università parallelo albanese si stava in stanze come questa dove ci troviamo adesso si stava stipati
In maniera incredibile alle volte in piedi in una stanza come questa erano entrate centocinquanta persone ecco
Difficoltà di vario genere insomma ecco
Tanto per cominciare insomma di segnala jet tutti si lavasse Robben i piedi prima di entrare perché effettivamente era quasi respirabile l'aria in parecchie di queste Aule dove sembra erano case private garage magazzini seminterrati
Lo scoppio della di quella che io chiamo la prima guerra del Kosovo quella tra UCK che le forze di polizia serve che poi erano un vero e proprio esercito con armamento pesante nel giugno del novantotto voi a
Arresto affermato la mediazione a livello a cui è arrivata la realizzazione che si era fatta fino a quel momento di fatto a quel punto non aveva molto senso di parare le finestre quando la casa brucia il problema era forse spegnere l'incendio
Ritorno al libro in maniera più diretta Filippo Landi parla della pietà
La pietà dov'è finita scrive la ferocia in Kosovo ma la pietà
Qui in Macedonia scomparsa sembra di sì
Si parla di braccia e lui era Lazio vedeva questo carnaio di gente
Assetata sanata
Dal freddo poi al caldo
Ecco la pietas non è una categoria storica evidentemente ma io vorrei usarla vorrei accennare di per per capire i Balcani perché il problema e anche questo dei Balcani che non sempre si capiscono con le categorie storiche anzi spesso nei Balcani c'è troppa storia
è storia di parte ognuno fa la sua storia non conosce quella degli altri
Forse la piazza se una variante che può essere utile in qualche caso e mi pare che le storie di vita di questo libro sono storie di pietanze ecco
Questa pietà che calma l'odio perché poi il problema lo vediamo anche tutt'oggi in corso e l'odio l'odio profondo che divide questi popoli che non promette molto bene per il futuro insomma anche
Il problema forse nei Balcani che hanno avuto tante guerre nell'ultimo secolo non è le guerre ma che le guerre poi e Balcani sono sempre accompagnate da noi pulizie etniche le pulizie etniche da ossa che le mezzo sono una costante di ogni guerra nei Balcani ma
E forse cercare delle categorie che risolvano al di là così della geopolitica brutta
Mi diceva nel novantatré il presidente macedone Gligorov in un incontro ai tempi della Bosnia
Della guerra in Bosnia dice qui diceva di Libero quindi i Balcani e tutte le persone sono indicate Colletti Mia con la nazione con la religione
Ma non con il loro nome di uomini e di donne di esseri umani questa il problema c'è l'agente classificata premiate nazione per religione ma il problema essere uomini la pietà e qualcosa degli uomini del della forza umana
Ora va bene libero senta della Macedonia Blas c'è anche una vergogna per vi libero offre spolvero deliberò fa insomma
Dopo l'attentato non so neanche quanto abbia realmente governato alla Macedonio nell'ultimo anno gli ultimi vanno in mezzo ecco in cui è stato presidente peraltro il problema di brace si colloca evidentemente in questa spaccatura netta che c'è in Macedonia tra le due fra i due gruppi
Quell'albanese nella parte occidentale e quello slavo della parte orientale e qui ci sono anche qui vecchissimi rancori tram slavi e albanesi in Macedonia per la struttura
Feudale ottomana sono storie che restano nella mente delle delle persone cioè qui non odio ma certamente non c'è simpatia tra slavi albanesi e brace si spiega proprio con io credo con questo fastidio slavo anche gli esami di Macedonia
Per l'elemento albanese
A parte blasé andiamo oltre Gligorov ecco questo che vorrei dire che il problema forse nei Balcani e ci ripenso soprattutto in quest'anno dopo che volente o nolente ho fatto tanta geopolitiche e anche politica diciamo in senso diplomati costretto occorre pietas nei Balcani
Giudice di Balcani
Non sono soltanto Nazionalismo geopolitica i Balcani e vorrei dire non sono neanche soltanto Sarajevo no si è detto molto
Se usato molto lo slogan il Novecento comincia con Sarajevo finisce con Sarajevo peggio novecento comincia con le stragi di Sant'Elia in Macedonia
Con la sanguinosa repressione ottomana nel primo intervento umanitario così detto dell'Occidente
Nel Novecento si appropri macedoni nel mille novecentotré
E si chiude il secolo con il Kosovo e con l'altro e un altro intervento umanitario occidentale
Quindi ancora oltre Sarajevo pietas questa parola corredo sarà anche per i singoli uomini per le singole donne dei Balcani spesso costretti anche senza le guerre anche senza le stragi a negare la stessa loro identità
Per sopravvivere in Terre di pulizie etniche non solo cruente ma anche striscianti
E qui e poi concludo vorrei ricordare la vicenda delle signore omerici di cui racconta raccontava quel grande storico austriaco da poco scomparso che ad Amanda Ondruska
Il signor omerici questo signore che in Macedonia
Si chiamava appunto così omerici e nella Jugoslavia dei Carracci orge vice attinta serba e che poi divenne Omero
Durante l'occupazione bulgara della seconda guerra mondiale ma poi cambiò ancora nome e divenne commerce che quando nacque dopo il quarantacinque la Repubblica macedone nell'ambito della Federazione jugoslava Titina non più a prevalenza serba
Ma il suo nome originario Omero era turco
Bene ecco questo conclusa
Un po'dubbi
Grazie consigliere
Questo libro racconta una storia che abbiamo vissuto assieme
Meno di un anno fa
è una narrazione a due voci
Da un lato un giornalista che seguiti e documenta i percorsi della violenza
Nei Balcani nel Kosovo
Dall'altro una giovane intellettuale kosovara
E si intrecciano i toni le parole di questi
Due narratori
Raccontano una storia
Che convergente ci sono molte impressioni molti sentimenti che si rassomigliano
Tutto comincia con
La crisi
Della società parallela con una guerra non dichiarata
Che muove i primi passi all'inizio del mille novecentonovantotto
E i primi mesi del novantotto il destino del Kosovo
Era già assegnato
A causa di una scelta compiuta
Dal gruppo dirigente
Della Repubblica federale di Jugoslavia
E da questa scelta
Che nasce la progressiva trasformazione della opposizione più radicale all'interno della comunità albanese del Kosovo in vera e propria lotta armata
Questa lotta armata ci appariva come la manifestazione di un diritto di resistenza da parte di una comunità che aveva in passato ottenuto all'interno dalla Repubblica federale jugoslava uno statuto di autonomia
Che aveva visto negare conculcare quell'autonomia
Della quale aveva potuto fare esperienza
Dal mille novecentosettantaquattro alla fine degli anni ottanta
Che aveva visto mettere in discussione tutte le forme di aggiustamento e di compromesso
Realizzate anche in seguito alla negazione di quell'autonomia
L'esperienza della società parallela e l'esperienza di un compromesso del ripiegamento di una comunità su se stessa
Dell'accettazione di vivere in condizioni nelle quali è possibile stare insieme è possibile condurre iniziative organizzarsi ma questa organizzazione non giunge a livello delle leggi dello Stato perché lo Stato rimane ostile
Nonostante questa capacità di aggiustamento la aggressione realizzata dal gruppo dirigente serbo
Produce certo momento l'isolamento dei gruppi moderati
E si vengono continuamente umiliati e sconfessati dalla leadership serba
Ed è quindi inevitabile che prendano spazio i gruppi più radicali e che la loro azione politica si trasformi in lotta armata uno dei problemi con i quali noi abbiamo avuto ripetutamente per fare
Fino ad oggi
è proprio quello della natura dei gruppi che hanno condotto muovendo da un sentimento di ribellione che noi non possiamo non comprendere che hanno condotto la lotta armata contro il regime dignitose
Perché accanto ai calati e ai militanti di formazioni partigiane c'è in quei gruppi anche altro
A leggere una pagina del diario di di dire
La pagina che si riferisce al trentuno dicembre mille novecentonovantotto
Una sera triste trascorsa
A Prizren c'è un richiamo alle vicende di quel periodo all'assassinio del direttore del corso va Information Center & fermalo
E ad altri omicidi di esponenti della comunità albanese kosovara di uomini vicini a Rugova
Egli lire si domanda chi si nasconde dietro questi crimini albanesi che ammazzano albanesi mercenari che lavorano per i servizi segreti serbi perché sono presi di mira i collaboratori di Rugova
Opera della malavita albanese o di chi ha intenzione di assumere il potere in Kosovo in questi interrogativi senza risposta
Vi è la rappresentazione di questo scenario confuso ed inquinato che vede accanto alla lotta partigiana la presenza di altri soggetti chi altri entità tra le quali
Le organizzazioni criminali che controllano traffici illeciti e che sono ancora oggi forti nel corso
La presenza di queste organizzazioni criminali è uno dei fattori di confusione di conflittualità in quella regione anche oggi e questo elemento di confusione di inquinamento questo fondo oscuro delle vicende di quella regione accompagna tutta la storia tormentata che si sviluppa durante il mille novecentonovantotto i primi mesi del mille novecentonovantanove
Noi ricordiamo bene la vicenda di Rambouillet nelle pagine di questo libro c'è un richiamo a Rambouillet ancora indire a sottolineare la speranza della parte
Come posso dire più progressista della comunità
Kosovaro albanese
Che si giunga ad un risultato utile ed efficace
Ma anche la disillusione progressiva Milosevic non accetta nessuna forma di compromesso Milosevic non tratta ed allora lo scontro diventerà inevitabile
Noi abbiamo vissuto quei mesi il fallimento degli accordi di Rambouillet
E poi infine il ricorso all'uso dalla forza da parte
I Paesi occidentali da parte dell'Alleanza atlantica è stata una scelta per i governi dell'Europa per noi l'abbiamo compiuta
Assai gravosa è una scelta che ha pesato su piloni
Io ero proprio quattro giorni dopo
Inizio dalla campagna aerea contro la Repubblica federale di Jugoslavia
In Macedonia e poi a Lazio siamo stati assieme
Con Filippo Landi al posto di frontiera di classe
Proprio nel momento in cui
Affluiva
Questa folla disperata di persone
Che cercavano aiuto
E fuggivano da un lato verso l'Albania dall'altro verso la Macedonia
Erano tanti
Erano
In maggioranza donne persone anziane bambini
Ma c'erano anche gli uomini ce n'erano di meno molti di loro siano dati alla macchia alimentando la lotta armata dell'UCK e c'era almeno di questo ci accorgemmo quasi immediatamente una spinta a cacciarli
Venivano organizzati i treni da Pristina
Mandarli verso la frontiera
I davano ultimatum andavano nelle loro case e gli dicevano entro un'ora ve ne dovete andare
C'è stata io credo una scelta da parte delle forze di polizia speciali
Serve
E da parte del gruppo dirigente di Milosevic di
Combattere
Una strana guerra nella quale non si usano le armi ma si usa questa bomba rappresentata dai profughi
Specie di arma brandita contro i paesi vicini
Negli stessi giorni in cui ero là alla fine di marzo io ho incontrato uomini di governo macedoni
Non era la prima volta che mi incontravo ministro della Difesa il ministro degli Esteri il loro atteggiamento era evidentemente diverso si era sensibilmente trasformato
C'era in loro un forte nervosismo un timore cioè che l'equilibrio macedone che è un equilibrio precario non reggesse
Di qui
La risposta
Certamente non ispirata
Ad un moto di solidarietà
Nei confronti di questi profughi che arrivavano atteggiamento dell'Albania è stato diverso e si sono stati raccolti nella società civile nelle famiglie e poi anche nei campi di accoglienza mandi scattava un'affinità
Che invece non c'era in Macedonia anzi c'era il timore che l'arrivo di questo grande numero di albanesi alterasse equilibri esistenti e determinasse una crisi del sistema politico
Perché una delle condizioni della stabilità di quel sistema politico e anche il compromesso tra le diverse comunità tra la comunità albanese che rappresenta un ventitré venticinque per cento del totale della popolazione
Credo di credo che sia giusto la percentuale e le altre e le altre
Comunità con una parte diciamo così della comunità maggioritaria che nel momento in cui vede crescere la presenza degli albanesi
Naturalmente si sposta ed orientale le proprie simpatie terzo
La Serbia verso il Ticino
Potente
Pensando che il Ticino potente è alla fine poi in grado di rappresentare un baluardo di una tutela contro l'invadenza della comunità albanese
Quindi noi coglieva amo ad un tempo il rischio serio di una crisi del sistema macedone che certamente sarebbe stato una iattura perché sarebbe stato un ulteriore contributo alla destabilizzazione dell'area balcanica del sud est europee
E dall'altra parte coglieva amo la fra Muddy cita questo fenomeno dell'esodo dei profughi che ci appariva mi pare che fu allora Emma Bonino la prima ad usare questo termine io tante volte non vado d'accordo con lei e con i suoi amici di partito mai la usò per primo il termine deportazione che a me è sempre sembrato la parola più adatta
A descrivere questa spinta organizzata che veniva dalle forze di polizia speciale serbe per scacciare
Le donne i ragazzi le persone anziane e poi anche una parte degli uomini della comunità albanese su questo esodo sono state diverse le versioni noi abbiamo una versione propagandistica serba
La Tani Hugo diceva nei giorni in cui questa gente arrivata a migliaia e migliaia la Tani Hugo diceva fuggono perché temono i bombardamenti della NATO
Oppure alcuni di loro fuggono perché sono terroristi perché hanno qualcosa da temere a rimanere in corso
Ebbene in tutta questa vicenda del conflitto nel Kosovo del rapporto tra comunità serbe comunità albanese ci si muove con grande difficoltà perché tutti i dati tutte le informazioni tutte le notizie ci appaiono sempre controvertibili perfino la strage dirà Chuck
Che io ritengo con evidenza quali che siano le sue modalità debba scriversi alle forze di polizia serbe
è stata oggetto di discussione e di tutti e tuttavia su un punto io posso essere sicuro noi li abbiamo visti non erano terroristi non erano persone che fuggivano perché temevano i bombardamenti la NATO
Essi sono stati volutamente con una manovra sofisticata con un forma nuova di guerra inedita e si sono stati scagliati al di là delle frontiere nei paesi vicini per creare instabilità e per rappresentare una sorta di ultimatum di intimazione ai Paesi occidentali
Non ce la farete affermarci perché la instabilità che noi riusciremo a creare nei paesi vicini sarà maggiore
Degli effetti dell'attacco militare contro le infrastrutture militari contro i centri del sistema di comando de la Repubblica federale jugoslava di cui state conducendo questo il ragionamento di Minosse
Vediamo chi si stanca prima
Vediamo qual è l'effetto più grave
In realtà basta vedere lo sviluppo dalla campagna aerea sotto il profilo militare per capire come questa guerra di resistenza aperta da Milosevic avesse un senso ad una possibilità di successo
Perché le forze armate di Milosevic non hanno mai ingaggiato salvo rarissimi casi un confronto diretto con la NATO
Spegnevano le contraeree si mimetizza vano mimetizzano i carri armati mezzi pesanti cercavano insomma di resistere epidurale sapendo che gli obiettivi della campagna militare
Per quanto gli effetti di quella campagna sono stati comunque tragici terribili erano obiettivi limitati volutamente circoscritti
E quindi da un lato si scacciarono i profughi dall'altro si sviluppava una linea di di di resistenza
è stato sono stati mesi pesanti proprio per questo perché non ridevamo della campagna aerea continuava con tutto quello che significa una campagna perché anche se tutti si gli obiettivi sono solo militari gli obiettivi sono il sistema di comando gli obiettivi non sono le popolazioni civili ma la campagna aerea significa la guerra e quindi era molto pesante ridere che passavano i giorni che la campagna aerea continuava e che contemporaneamente continuavano a fuggire in condizioni drammatiche i profughi e che nulla Taddei
Non si veniva capo di questa
Di questa situazione noi abbiamo cercato di uscire
Tutto ciò tenendo fermo un obiettivo che era l'obiettivo per il quale c'eravamo indotti all'uso dalla forza ricorrere all'uso dalla Fox l'obiettivo era garantire le condizioni per un rientro dei profughi giungere a questo risultato attraverso un'iniziativa diplomatica
E poi che
Avevamo la convinzione è uno dei punti chiave della linea politica scelta da Milosevic fosse rappresentato dalla persuasione che comunque qualche schieramento internazionale lo tutelava e lo appoggiava
E che questo schieramento internazionale era faceva leva in sostanza
Su mostra
Sulla Russia
Sul fastidio della ostilità della Russia rispetto a questa invadenza della NATO dell'Europa orientale
Poiché eravamo convinti che fosse questo uno dei periti i presupposti della linea politica scelta da Milosevic ci si ci siamo adoperati con tutte le forze per coinvolgere la Russia di una trattativa per far sì che
Uomini di Eltsin divenissero protagonisti della mediazione a cominciare da da quel Cernomyrdin che è stato incaricato direttamente da Eltsin di svolgere la mediazione
Noi quindi a abbiamo vissuto con un sentimento di
Preoccupazioni di angoscia il passare delle settimane ma abbiamo concentrato tutte le forze nella iniziativa politico-diplomatica volta rimettere in gioco l'ONU e per fare questo c'era bisogno dal ruolo centrale della Russia e volta garantire una qualche nuovo compromesso che fosse capace di far rientrare i profughi nelle loro terre
Io ricordo bene le critiche di coloro che ci diceva voi sognate questa è una formula propagandistiche i profughi non ritorneranno mai il gioco è fatto
In verità quando si è riusciti a raggiungere il compromesso e lo si è raggiunto grazie all'iniziativa che è stata fondamentale di Paesi dell'Europa continentale grazie all'intervento russo quando si è riusciti a raggiunge il compromesso noi abbiamo visto nello spazio di poche ore
Un ritorno tumultuoso dei profughi del Kosovo che rientravano nelle loro terre io sono ritornato ablazione proprio nel giorno in cui erano passati tre o quattro giorni dalla conclusione dell'accordo proprio nel giorno in cui era Massimo l'afflusso di profughi e ritorna mi sembrava dividere la stessa scena che avevamo visto assieme il ventinove marzo capovolta
Gli stessi componibili stesse file la stessa gente gli stessi bambini marzo faceva più freddo ritenevano nelle coperte
A giugno invece faceva caldo e quindi andavano più tranquilli la stessa gente che ritornava in massa in poche ore in pochi giorni
Scavalcando l'iniziativa delle organizzazioni umanitarie la vostra iniziativa
Insomma in in breve tempo ne abbiamo ritrovati tutti nel corso con due problemi aperti che durano ancora oggi per i quali bisogna dire che situazione
Nel Kosovo è ancora drammatica che le violenze non sono finite che esiste un problema aperto una ferita aperta
I due problemi sono primo il ruolo dei compositi
Gruppi dirigenti
Che avevano condotto la lotta armata
Secondo la violenza
Nei confronti dei serbi la violenza che non finisce la violenza che ricomincia come prima con la differenza che quelli che ne erano stati vittime durante il ad un durante il novantotto durante l'ultimo periodo la società parallela diventano invece
I sopra fattori gli autori delle violenze veto su Roy ha scritto un articolo nel settembre
Del novantanove un articolo io ero in Albania in quel momento che ha colpito anche l'opinione pubblica albanese più più matura diciamo più democratica
E ha colpito anche una parte delle stelle bici mentre e in questo articolo beh tonsura diceva io mi vergogno nel vedere che i miei la mia gente
Quelli che sono stati sottoposti alle violenze quelli che avevano paura la sera durante i mesi del conflitto ogni volta che una macchina si fermava davanti alla loro casa oggi partecipano e dissi alle violenze comprese
è un articolo impressionante che dimostra da un lato con la realtà di questa situazione drammatica è vero che le violenze continuano
E dall'altro dimostra anche la consapevolezza di una parte della comunità kosovara albanese della sua intellettualità più avanzata e più aperta che da questa contrapposizione bisogna uscire
Io quando ho incontrato surroga e lui mi ha detto ecco se gli albanesi organizzassero
Un'azione volontaria io aiuto alle famiglie dei serbi che sono più indigenti a Pristina ecco se riuscissimo a prendere un'iniziativa di questo germe inziative di volontariato portare gli aiuti alle persone anziane che sono chiuse nelle case
E che appartengono la comunità serba con questo darebbe il segnale che si spezza la spirale della violenza che si cerca di costruire un sistema diverso l'impegno nostro deve essere questo io io vedo ancora un ritardo forte della organizzazione dell'ONU di questa missione
Che governati interim il Kosovo e voglio dire che la presenza delle forze militari non basta c'è bisogno di un impegno sul terreno civile e c'è bisogno di un impegno più efficace dei nostri paesi e dello io concludo così questo libro ci aiuta a ripercorrere una sto
Assumere delle decisioni scegliere si trattava di scelte non semplice con un margine di discutibili dagli errori
Eppure chi ha compiuto delle scelte inquinino essi perseguendo un ideale di difesa dei diritti umani
Oggi a maggior ragione si deve mettere tutto l'impegno possibile e che nel Kosovo le violenze non continuino a parti capovolte e che ci sia la possibilità di garantire una legalità comune e questo significa lotta contro le mafie sono forti e presenti in quella parte del territorio
Che significa anche capacità del contributo dei Paesi europei imporre un ordine noi dobbiamo costituire una polizia internazionale che sia capace di aiutare le persone di garantire una legalità
Questo è l'impegno che io credo dobbiamo sviluppare con con grande forza per dare anche un senso alle scelte che abbiamo compiuto un anno fa
Ringrazio il senatore Brutti
E ora toccherebbe a me dico toccherebbe perché dopo la sua ampia esposizione dopo le cose che ci ha detto
Il professor Morozzo a me rimane poco ormai da dire fa anche se forse suo meno vorrei puntualizzare alcune cose come è già stato detto la guerra del Kosovo è finita circa un anno fa
Vendere ricostruzione che abbiamo letto sulla stampa internazionale in queste settimane ultime settimane
Ne ha visto che ci sono i giudizi più disparati cioè che la giudica come un errore questa guerra c'è chi le giudica addirittura come un crimine
C'è chi ne parla come uno scandalo e c'è chi dice che è stata completamente un'azione inutile
Forse un po'tutti hanno un po'di ragione
Milosevic non a caso è sempre al suo posto
L'opposizione serba continua a essere timorosa di Visha e impotente
La violenza è ancora presente nella regione del Kosovo le vendette albanesi sono paragonate alla pulizia etnica fatte dai serbi
Su questo ci sarebbe qualcosa da dire perché un conto è la vendetta è un conto è un piano stabilito a livello governativo per la pulizia etnica come era l'operazione Tenaglia
Che tentarono di serbi nel novantasette novantotto al suo interno di cappello di cavallo chiedo scusa
Ecco mi ha mi son grande risultato invece questa guerra segue la si può chiamare
L'ha ottenuto
E questo risultato che un popolo il popolo kosovaro è tornato un popolo libero
Prima non lo era oggi è un popolo libero
Vorrei ricordare a questo riguardo
Quello che ha scritto alcune settimane fa sulla Nomura Ismahil cadere
Proprio ricordando l'anniversario della fine della guerra
L'UE ha scritto
Le porte di casa non sono più forzate nottetempo da criminali
Dei genitori non sono più massacrati sotto gli occhi dei figli ragazzine non sono più violentate davanti ai genitori
Non si getta più la gente nei pozzi dopo averle mozzato le mani non la si appende più agganci di Marcello come animali
Non la si brucia più nei forni non sale non la si scaccia più oltre frontiera come fosse vive bestiame
Chissà perché quando ho letto queste russe
Però ritardare libri intensivamente hanno subito a un a un altro libro
Il libro di Bruno Barilli sulle guerre serbe del mille novecentoundici mille novecentododici a questo riguardo sembrerebbe la prima Commissione era primo intervento paritario fu nel mille novecentotrenta in Macedonia
è anche vero che la prima Commissione d'inchiesta internazionale succo limiti nella Jugoslavia è successiva alle guerre serve ecco quella della Carnegie Foundation
Le cui conclusioni pur potrebbero essere far parte benissimo delle carte del tribunale della quello che succedeva nel mille novecento
Undici dodici era esattamente a colpa dei Comité come si chiamavano dovete albanesi reale e serbi se al suo esempio soprattutto è esattamente le violenze che sono accadute in questi anni perché poi sono otto anni di violenze
Nei paesi dell'ex Jugoslavia
Ma se non ricordo questa cosa e perché
Bene e non non è a caso e perché
Proprio so sono proprio le stesse immagine che noi possiamo ritrovare e molte pagine di questo libro a quattro mani De Filippo e Ilire
Un libro dove c'è l'orrore della guerra è se me lo consentite la prego erra mondo da poco dal premier
E ci sono le emozioni di quella catastrofe umanitaria che è stata davvero questa guerra del Kosovo
E però come già prima ricordato sono Loizzo
Sono orrori emozioni che sono sempre filtrate nelle pagine di Filippo è di lire da una infinita secondo me pietas produce una pia test nella conto nella descrizione di questi fatti
Il loro è una sorta di epistolario il giornale
E in cui scrivono e si scrivono quelli i fatti di cui sono testimoni si raccontano vicendevolmente e nel dire porrà il mentre a forma di ali di apistica è più evidente
Lei racconta giorno per giorno il disagio suo e dei suoi amici di fronte a fatti che fanno a pugni con i buoni sentimenti il pacifismo la non violenza il vivere civile il politicamente corretto
Di cui tutti quei valori insomma di cui loro sono imbevuti
In lire è una persona che a leggere quello che scrive uno si chiede ma davvero questa viveva in Kosovo
E al centro di quella carneficina constatato il probabilmente appendere
Salate inglese o bere in qualche caffè viennese
Escono in queste cose
No non era in corso
Tra l'altro esordisce polacco che cosa è tutto un programma
Voglio raccontare la guerra a coloro che non la conoscono
Ci hanno provato in tanti raccontare davvero cos'è una guerra
Una guerra che lei stessa dice prima non la conosceva perché se non attraverso i racconti di suo nonno etiche pensava che m'Baye appartenesse al passato perché
Quando ossia quando a quel periodo in cui l'umanità non era capace di pensare con il proprio cervello quindi la guerra una cosa irrazionale lei lo sa eppure questo nella contenziosi saggio pure questo disagio aumenta giorno dopo giorno pagina dopo pagina dovremmo dire
E si trasforma in orrore prima in terrore
E si vede anche se controvoglia come proprio questo terrore questo terrore a farne le spese è il suo essere politicamente corretto a un certo punto si chiede Cerugo Asia però è proprio giusto che ci sia Luís endo Ford cetaceo ceduto simili chiede ma cosa fanno quegli zingari lì sulla strada che puliscono il sangue la strada al sangue dei cadaveri
Non c'è nessuno arie palse dietro però è chiaro
Che questi quegli zingari pulire una strada poi sono anche vittime lo spirito del ritorno degli Abba onesti proprio perché facevano questo lavoro tra virgolette da capo
Russo
Lo sguardo di Filippo in questa guerra sua diverso è più ampio più profondo circolare
E infatti lui è un giornalista RAI che i Balcani li conosce bene c'è stato negli ultimi dieci anni praticamente comuni hanno adesso tutte le sue guerre dalla Slovenia farà acrobazia alla Bosnia
Quante volte scrive a un certo punto mi è già capitato di percorrere le strade degli husaria tante mutante
Agli orrori ormai dovrebbe essere da vecchio giornalista abituato
Visto che c'è l'uso che
In questi anni dal novantuno in poi se non sono stati troppi gli errori di tutti i Paesi dell'ex Jugoslavia e ovunque
Eppure non è così
Egli è ancora capace di emozionarsi e lo si vede bene
Nelle sue storie
E non si è mai fatto un vanto di avere il pelo sullo stomaco deve averle viste ormai tutte anzi lui l'orrore si replica siderurgica attraverso la memoria di altri ormoni che ha visto negli anni precedenti
E c'è un bell'e capito
Il paese dei vecchi non ricordo bene il nome del titolo
E vecchi dei vecchi dei Balcani dove lui parla di un vecchio che incontra a Morini che vieta Mitrovica che gli ricorda un altro vecchio che ha visto a Zagabria che veniva da omaggio
Cioè tutto ogni cosa che accade in Kosovo lo fa andare con la memoria riprese già ad altre cose simili che ha visto negli anni precedenti lunghi racconta e però c'ha anche il pregio di raccontare non solo gli errori
Non so se l'UDC è stato particolarmente fortunato ma non credo perché è capitato anche a me lui ha conosciuto nei paesi della ex Jugoslavia un sacco di brava gente
L'UDC racconta queste brave persone che lui ha conosciuto a Belgrado a Zagabria a Sarajevo soprattutto Tel persone alcune delle quali in Albania anche l'Albania siparietto ecco io chiedo scusa Pubblico io sono per ragioni di salute non sono mai non sono stato in Kosovo nell'ultimo anno conosco più Torres regolare dal novanta al novantatré in poi per RC per esserci stata del ci partecipa e alcune persone di cui parla come Boban l'autista di e molto più che autista leggera Sarajevo era un amico le ho conosciute anch'io
Esso ed erano per lui serva un serbo di Belgrado che lavorava a Sarajevo rispettato persino da essa era agli inizi anche se lui adombra un piccolo
Un piccolo ricatto fatto dei salari cioè
Questo è uno degli elementi che ci porta forse a sperare che qualcosa possa col tempo lungo tempo cambiare
Perché
Non è vero che ci sono soltanto
Processo tanto Lorenza soltanto odio soltanto io ricorderò che un grande professore di Belgrado nel novantuno Stepinac un italianista tra i maggiori un grande dantista che parlava un perfetto italiano che mi diceva mi raccontava come loro salari cose sì volevo volevo fare io erano persone capaci di piangere sentì in lo sentendo una bella sinfonia e Conte parete sgozzare col ghiaccio così tra loro il nemico
Fa non so non ci sono soltanto queste persone ce ne sono anche altri
Persone che
A cui questo come dire come Boban come gli altri interpreti che lui ha conosciuto a Belgrado
Che non vorrebbero questo stato di cose e sono quelli solo forse sono le stesse persone che alle ultime elezioni croate hanno votato in modo la cambiare il regime in Croazia
Questa è forse è probabilmente sotto l'unica speranza deve abbia io poi vorrei e chiudo portare soltanto dire una cosa dal senatore Butti con cui concordo in pieno salgo io non credo che quella consuma sia stata una vera guerra perché volava qualche
Perché le guerre che comincerà alle nove di mattina di lunedì e feriscono le cinque del pomeriggio del venerdì o si va a giocare a golf non sono vere guerre
Perché è una guerra
Dagli effetti terribili sulle cose forse è vero ma chi si ricorda più essa quanti morti ci sono stati settantotto giorni i bombardamenti a Belgrado
Ce ne sono state venticinque primo l'impressione è gramo noi qui Eckert fosse andavano sui punti tre
Noi abbiamo assistito a una guerra un finta guerra una guerra o non guerra una guerra non del tutto guerra che ci è stata raccontata con l'ottica dei serbi quest'area
Quello che non abbiamo recepito in in Occidente è stato un appunto questa grandissima bravura
Dei serbi di fare della disinformazione che poi hanno tipico di alcuni regimi
Sì selezione in faccia ma tra la forza del del dei dei
Sì va be'malissimo ma e però tale era questa disinformazione che è il primo giorno Pierfilippo arriva in Macedonia e deve mandare il servizio chiama RAI e la RAI risponde grazie niente Diretta due giorni dopo partivano gli attacchi D'Amato
è la RAI era ancora non si sa dove apprendere farfalle non solo
Quando poi dopo pace lunedì Bolt Bolt convincere Bannon servizio in cui si parla della deportazione dei deportati da Roma risponde ma perché deportati chiamiamoli profughi
Ecco il ricatto del politicamente corretto in realtà lui erano i deportati chi di voi ha in mente quella s'famosissima fotografia
Dell'esercito repubblicano spagnolo di molti repubblicani sia repubblicani spagnoli che riparavano in Francia alla fine della guerra civile di Spagna
Rivedendo quelle foto quelle le foto di quelle corde c'entra a me subito è tornata in mente
In quel caso la mobilitazione può generare dei in questo caso la mobilitazione c'è stata ma è stata sempre però abbia avuto al nostro interno
All'interno è abolita internazionale sempre attenzione la ma facciamo così ovvio che l'esercito Innocenzi è rimasto intatto come ma è stato attaccato davvero
Ecco questo libro ci riporta questo soprattutto si riporta la storia di una catastrofe umanitaria già il pregio e il privilegio secondo me
Ah perché io leggi è di ricordare esattamente qual era la situazione allora
Che da oggi noi ci pare che ce ne siamo dimenticati oggi si parla soltanto per gli albanesi che assediano i serbi di Mitrovica e non si aggiunge che i serbi risolse stanno soprattutto lì perché spinti
Da Milosevic che dal suo governo perché nello stesso governo li vuole
Mantenere come un'arma
Dentro il Kosovo come questo è secondo me dovrebbe essere
Anche Fattoretto tanto leggere le scuole
Perché io c'ho un figlio che va al liceo
Lui ne sa un po'più degli altri ma se più semplicemente perché c'è un pazzo in famiglia vedere parla sempre ma i suoi compagni non sanno su dovete niente di quello che è successo davvero
Da quelle parti grazie
Prendo la parola per ringraziare le persone che sono uno dei che hanno letto il libro
E
Però diciamo così da fare a ciascuna una tomba una richiesta più che una domanda
Morozzo vorrei dire che
Di diplomazia
In Kosovo c'è ancora molto bisogno
C'è bisogno o di una presenza
Della Comunità di Sant'Egidio
E non solo perché le persone come Rugova e altri
Che combattono una battaglia perché il Kosovo sia non solo libero come giustamente ha ricordato Federico ma anche
Democratico
Queste persone hanno bisogno di essere aiutate c'è bisogno che continuamente
Si vada lì si ascolti del loro richiesto essi aiuti nel modo
Che la realtà oggi impone quindi il mio o da giornalista da testimone perché sono appena tornato e innanzitutto un incoraggiamento
Perché nonostante la presenza delle Nazioni Unite del lavoro di Kushner
E di altre organizzazioni internazionali eccetera innanzitutto bisogno che queste persone si sentano aiutate
Allora sottosegretario vorrei dire
Di tornare in Kosovo di andare a trovare nuovamente
I nostri poliziotti nostri carabinieri
Nostri uomini della guardia di finanza che sono
A Pristina Peccia in altre località stanno svolgendo un buon lavoro la loro presenza viene avvertita
Non solo dagli albanesi ma anche dai serbi io ho sono stato a Mitrovica nella zona serba e ho potuto vedere come i carabinieri sono le persone meglio accettate quell'area
Ecco queste persone certe volte
E si sentono come dire su un fronte molto difficile
E chiedono a noi giornalisti di parlare di loro
Ma non lo fanno solo perché vogliono che la loro mamma
Al lavoro fidanzata all'ETA
Hanno bisogna che il nostro Paese
Gli si avvicina
Questo lo dico perché ci sono è vero
Giovanni Federico Someda
Che amano di farsi vedere in televisione con la mamma per cui avevano più sulle lo diceva anche un generale questo se no no ma io io non fanno del trio non parlo del generale Hubert dodici della
Mai no
Non farlo degenerare cui devo dire la verità
Lo dico francamente non condivido molte delle cose che ha detto
La descrizione dei problemi che ci sono in una realtà composita formata da militari di diverse armi dei come dire per certi aspetti fisiologico io invece dico che il lavoro dei nostri mi poliziotti è sicuramente degno
Di una attenzione ancora maggiore a Federico invece voglio dire solo questo di
Innanzitutto la ringrazio per il lavoro che in questi anni ha fatto
Perché la sua presenza a Sarajevo e parlo di presenza fisica
E le cose che ha scritto
Insieme ad altri colleghi nei cito in particolare Adriano Sofri
Sono state per me un esempio e quando parlo di presenza dico un uno stile di vita di giornalismo che
Talvolta talvolta oggi viene
Considerato un po'rétro
Si fanno spesso delle analisi sul sulle situazioni
Che spesso non si conoscono
Invece pericolosa la fatica
Fisica e mentale che comporta essere dentro una situazione ma dico di più che la presenza mette in discussione spesso i nostri schemi mentali e ideologici
Io ho imparato una cosa
Incontrando molti colleghi nei Balcani
Che provenivano già una cultura di sinistra erano andati molti di questi erano andati lui con la convinzione di incontrare dei serbi fedeli agli ideali di Tito e hanno scoperto che
Incontrano persone diverse
Attaccate a un aziendalismo
Che stava distruggendo tenuto il nome di Francesco stava distruggendo il proprio paese bene
La presenza sul posto
Ha interrogato ha cambiato queste persone come ha interrogato e ha cambiato me
Di questo tipo di giornalismo io credo ci ci sia bisogno e mi mi auguro solo che come dire le condizioni di salute dell'opera di Federico migliorino alta al punto da poter magari insieme fare di un un viaggio in Kosovo che l'ultimo pezzettino dei Balcani
Che manca alla sua conoscenza diretta grazie a tutti voi e ringrazio anche
Laura Boldrini Andrea Angeli che nonostante gli impegni qua vicino di Coffea mamma ci hanno raggiunto in questo scorcio finale che in questo incontro grazie