"Il gioco dell'Opa" presentazione del libro di Enrico Cisnetto org. da Sperling & Kupfer presso Palazzo San Macuto, Sala Refettorio, via del Seminario, 76

Tutti se finite riaccomodarvi possiamo cominciare
E anche se cortesie fotografi si allontanano
Grazie temo che non ci sia posto per tutti ma seri stabilizzate di lato possiamo cominciare
Allora volasse a tutti io sono l'unica persona non conosciuta su questo palco son Domenico Siniscalco è presente vi saluto agli altri partecipanti a questo pannello sono talmente note
Da non richiedere nessuna introduzione manca solo il presidente della Confindustria Antonio D'Amato che però mi hanno dato in arrivo
In questi minuti penso che possiamo cominciare lo stesso
Accogliendolo poi successivamente
Siamo qui per discutere del libro di Enrico Cisnetto il gioco dell'OPA
Un libro che è uscito poche settimane fa è diventato già un bestseller non soltanto che se ne siano venti per il fatto che se ne sono vendute molte copie a per il fatto che sono finite sui tavoli giusti tutte le volte che vado a trovare i divi persone prominenti nel nostro Paese trovo questo libro lì non so se per esorcizzare lo per leggerlo a e questa cosa senz'altro colpisce
Quello che racconta questo libro immagino che quasi tutti voi l'abbiamo visto sono i profondi rivolgimenti nella struttura della proprietà del controllo che sono capitati in Italia l'anno passato nel mille novecentonovantanove
Un anno che effettivamente non è soltanto memorabile per quanto è stato scritto sui giornali
Ma e anche evidente se voi guardate le diciamo rappresentazione o le statistiche del mercato dei capitali in Europa ha proprio anche a livello europeo
Se voi guardate qualsiasi queste statistiche fatte per esempio dalle banche d'affari vedete un'impennata dei takeover su un'impennata dei takeover su ostili un'impennata delle fusioni dei movimenti finanziari connessi a queste cose l'effettivamente è stata l'Italia a dare l'avvio a questo fenomeno seguita poi dalla Germania come avete visto
A come mai è successo tutto nel mille novecentonovantanove questo gli economisti l'hanno analizzato non studiato bene se volete l'effetto combinato di una serie di fattori abbastanza unici
Il fatto che fosse ormai prego scusa se abbiamo cominciato
Ma sapevamo che arrivo
Scusate però sempre
Cosa poteva fare anche la fine che però
Proponendo ribattono che grazie
Allora dicevo come mai proprio nel mille novecento novantanove era arrivato a uno stadio avanzato non sicuramente al termine un grosso processo di privatizzazione che aveva messo sulla mercato dei capitali italiane pezzi importanti o interi di grandi o grandissime aziende tele combina tutte le schede in gran parte delle banche tutte le storie che si raccontano nel libro Cisnetto se vedete bene sono storie che derivano dei processi di privatizzazione e arrivata sulla scena il la legge la cosiddetta legge Draghi cioè il testo unico
Sul diritto societario che da un lato agevolava le acquisizione anche ostili dall'altra parte migliorava i meccanismi di corporate governance e quindi la possibilità di gestire queste cose in maniera più ordinata e infine un Governo che intendeva fortemente modernizzare l'assetto del capitalismo italiano naturalmente il libro parla di queste cose e le tiene sullo sfondo me io Cisnetto l'ho conosciuto in questi giorni quindi non è nemmeno che faccia un pubblicità un mio amico
Il libro ha secondo me è un grandissimo pregio cioè racconta quello che è successo nel novantanove su tre piani diversi continuano a parlarsi un piano il piano strutturale quello che io con deformazione professionale ho elencato all'inizio quindi il fatto che ci fossero state le privatizzazione e la legge Draghi e così via
Secondo piano un piano di racconto quasi della storia libro molto piaceva leggere sembra quasi un romanzo si legge in una sera se un appassionato di queste cose
Ed è estremamente accurato io ho seguito la vicenda da molti punti di vista da molti osservatori diversi per finire poi alla fine ha diritto nel consiglio di Telecom
Per il Tesoro bene c'è una copertura estremamente accurata di tutti questi eventi che permesso ciascuno di riempire dei vuoti vissuto una ricostruzione di questa vicenda anche perché la vicenda non era ovviamente orchestrata dalla mente singola ma era l'Effetto di molti punti di vista diversi e terzo una storia come la farebbero gli inglesi fatta di persone e di carattere se uno legge
Libro di Cisnetto emerge che gli eventi sono andati così anche perché le parti del gioco avevano determinate caratteristiche proprio anche caratteriali la cosa interessante in questi tre piani si parlano per cui uno riesce a ricostruire la vicenda appunto in maniera completa tutti questi punti di vista ora io non rubo altro tempo vista ovviamente
La qualità del nostro panel
E ritengo che forse per cominciare la cosa più punto di attacco più appropriato sia di chiedere a Cesare Romiti che dire che di tutti noi ne ha viste di più di queste cose
Di assetti per letta e anche per il punto di non solo osservazione ma azione
Dicevo come ha visto tutta questa cosa come ha visto evolvere gli assetti del capitalismo italiano anche perché leggendo sui giornale quello che lui ha dichiarato negli anni e non sempre giornalmente son fedelissimi ma assumendo che lo siano
Mi sembra che le venisse una posizione abbastanza contraria a questi grandi rivolgimenti di asset uno si domanda se oggi anche alla luce delle cosa che ha fatto ha cambiato idea su questo tema
Anzitutto ringrazio
Della dell'invito che mi è stato fatto e ringrazio il moderatore per avermi fatto parlare prima al video anche tutelare il perché
Non solo perché lui è uno Gentile ma perché ieri sera ho partecipato alla presentazione di un altro libro in cui c'era fra l'altro delle persone pigiati il tavolo c'era il presidente D'Alema
E a me hanno stabilito che è un criterio più che giusto che gli interventi avvenissero per ordine alfabetico ed essendo il bio cognome cominciando con R. sono stato l'ultimo solo che i precedenti a partire dal presidente D'Alema agli altri hanno parlato tre quarti d'ora un'ora cala Cofferati c'era D'Alema c'era il ministro letta eccetera e alle oltre tre quarti ricevo quasi un appuntamento devo scappare via
Eh beh toccato semplicemente dire due battute
Due battute punzecchiare un po'i presenti per il gusto di punzecchiare Limahl presidenza D'Alema mi ha detto che è già gli ha detto che oggi ci avrà la risposta mi ma era era una punzecchiatura distrutto del tutto onesto e tutto detto questo volevo anzitutto fare i miei complimenti a Cisnetto all'autore
Per per quello che ha già detto il moderatore ha potuto condensare in questo libro è un instant book lui fra l'altro ha scritto l'anno scorso lo schema l'anno scorso stava in montagna se non era un paio di volte mi ha telefonato mentre stava scrivendo non tanto per controllare perché lui è dotato di un archivio imponente preciso quanto così per scambiare qualche idea
Ed è un instant book e che riporta diciamo in tempo reale dei fatti che sono stati sconvolgenti per l'economia italiana
Sconti perché dico per l'economia italiana perché era un'economia la nostra abituata più alla morta gora o non toccare nulla non fare nulla che si potesse fare e provvisoriamente è successo di tutto
Si sono modificati di equilibri ci sono create nuove centri di potere rispetto agli altri Cisnetto dice si è diviso il capitalismo italiano in due parti e cita anche le ragioni e il perché di questa roba
E lo riporta in così in queste pagine del libro e giustamente lo si legge
Con la passione con cui si può leggere un romanzo tutto di corsa riporta fedelmente queste cose
Ma
Per quanto riguarda la cronaca dei fatti io non è che vorrei dire nulla può darsi che ci siano altri partecipanti che abbiano a dire qualche cosa di particolare io volevo rifarmi invece a due assunti che mi sembra di capire dalla lettura dare dell'ardua da d'aver capito dalla lettura del libro
Un primo assunto di Cisnetto è che il capitalismo italiano in particolare appunto per quanto dimostrano gli eventi degli ultimi due anni star radicalmente realmente cambiando rispetto a quello che era prima
è il secondo assunto e quello che il modo di essere e di comportarsi dei protagonisti dell'economia nazionale e quindi il carattere di questo capitalismo sta appunto trasformandosi è stata su ma endo altre forme
La prima potrebbe essere non voglio essere scortese con Cisnetto e cioè il fatto che il capitalismo italiano stia cambiando e quasi una banalità perché queste vero
E basta ricordarsi che non è il capitalismo italiano che sta cambiando nel nostro Paese come sta cambiando poi negli altri Paesi industrializzati ma sta cambiando il mondo il mondo nel quale viviamo cambia è vero il capitalismo italiano il modo di di di porsi di confrontarsi
Di duellare l'un con l'altro a pensiamo a com'è cambiato per esempio altre forme
Di associazioni o di vita nel nostro Paese pensiamo per esempio alla politica
Non in questi ultimi due anni ma certamente nel corso degli ultimi due anni sono scomparsi partitiche hanno costituito per esempio in Italia la base della vita politica italiana diciamo della democrazia
Perché alla fin fine l'Italia negli ultimi cinquant'anni è vissuta in in uno stato di democrazia
Ci eravamo abituati io ero abituato io o più età
I molti di voi eravamo abituati a vedere per esempio un partito il Partito comunista
Una torre eburnea
Un partito che non ci discuteva nel quale si poteva naturalmente discutere le posizioni che il partito prendeva ma al suo interno
Era un partito Ferrero in cui la parola di uno era la parola di tutti gli altri non ce l'ha ma è una parola di Samantha
Oggi il Partito Comunista è vero che non si chiama più partito comunista e non è più comunista si chiama partito DS DS che già un modo difficile di pronunciarlo perché dire il partito DS non si capisce mai bene come possa dirsi ma è è tutta un'altra cosa rispetto ai tempi in cui io ero abituato a leggere o a commentare o a Marisa minare questi fatti un partito e più un'opinione piuttosto che un partito si sta vendendo ha già venduto la sede storica quindi questo lo dico perché è vero che cambi il capitalismo italiano
Ma cambia proprio tutta la società nella quale stiamo vivendo e che quindi risente di tutte queste quindi nel capitalismo non poteva non cambiare non poteva non avvenire quello che nel resto della società nelle sue multiformi attenersi le cose c'erano è avvenuto anche negli altri
Ma detto questo detto che ci smetto sostiene appunto al capitalismo cambiato modo diverso di comportarsi dei cosiddetti protagonisti questa è una colpa se mi consente Cisnetto dei giornalisti italiani perché i giornalisti italiani nel campo economico e lo faccio nel campo politiche più che spiegabile ma nel campo economico non non parlano mai dell'azienda o delle attività di quelle aziende identificano sempre l'azienda con l'uomo
Io sono sicuro
Che si qui io è una scheggia che faccio diverse volte domandarsi a tutti voi come si chiama presidente della Shell che è una delle prime società mondiali nessuno lo sa
Non lo sa non voi che state qua non lo sanno neanche in Europa la scena è la share quando si parla della scena si parla nel bene e nel male la si critica la si elogia ma si farà della società da noi in Italia assolutamente questo non avviene i vari protagonisti
Sì si susseguono alla responsabilità di aziende e qui l'azienda si chiama De Benedetti si chiama niente si chiama Cuccia si chiama Donegani si chiama e chi più ha più lamenta e si dimentica quello che invece c'è dietro l'azienda
Allora l'assunto ulteriore che mi par di capire scenette perché mi par di capire lo dice espressamente
Ci metto sostiene che prima o nelle molto spesso la leggo la frase che ha scritto Lupi primo molto spesso nelle relazioni di affari tengono a banco gli aspetti emotivi lo stato delle relazioni personali gli umori più irrazionali
E secondo l'immagine fondata su solide basi o costruita a tavolino non importa conta almeno quanto alla sostanza anzi a volte determina la realtà divenendo essa stessa sostanza
Sul primo punto quindi Cisnetto dice non è che sì sì sì confronta o ci si scontra nel mondo degli affari
In relazione agli obiettivi che si vogliono tenere no sono gli aspetti emotivi che hanno la prevalenza e che
Impongono un determinato modo di agire ai protagonisti cosiddetti protagonisti della politica il secondo l'immagine e qui ha ragione perché oggi tutto quello che immagine fa premio anche sulla sostanza
Io sono stato mi pare l'anno scorso
In un'udienza personale privata con il Pontefice che oltre a essere mia opinione personale un grande pontefice è anche un uomo di grandissimo spirito
Un uomo che credo capisca i problemi dell'immagine dei media forse meglio dei giornalisti o degli addetti ai lavori
La diligenza e durata una mezz'oretta nel suo studio privato
Poi era finita lui si è alzato e naturalmente mi sono alzato stavamo per andare alla porta per accompagnarmi si è precipitato dentro il suo segretario particolare seguito da foto a Como momento momento santità un momento non abbiamo fatto la fotografia
Ora lo vi si è messa a ridere il Papa si è rivolto verso di me e m'ha detto vede Romiti
Quod non est in foto s'in fondo non esiste se non c'è la documentazione fotografica che c'eravamo visti e non era vero che c'eravamo questi ed è oggi purtroppo è così perché dico contro i mostri razzisti come esito qualora non lo fanno per cui non lo fanno
Perché dico quello dico
Che certamente l'immagine uno deve curarla deve vederla ma che la l'immagine prevalga
Sulla sostanza e sul merito certamente non è un miglioramento della qualità della vita non è un miglioramento del modo di essere che non si va più a guardare
Le qualità ai meriti i difetti ieri calma si va a guardare chi si presenta meglio chi si immagina me
Allora quindi Cisnetto dice aste decisioni prese già aspetti emotivi secondo l'immagine e poi e questo lo cita nella premessa allo indice
Prima ancora che gli interessi materiali la ragione va cercata utilizzando prevalentemente la chiave dell'introspezione psicologica perché in gioco Rip qui comincia a dire riebbe prevalgono i sentimenti
E poi aggiunge
Questo capita in un paese quando un establishment soffre di gerontocrazia molti non hanno più niente da perdere per la loro la tutela per loro la razionalità diventa un bene raro
E contemporaneamente
La mancata crescita di una classe dirigente
Fa sì che a chiunque a chiunque abbia meno di cinquant'anni o comunque sia nuovo perché oggi l'etichetta essere nuovo anche i termini New Economy onde cone ma chiunque di persone sia nuovo
Rispetto al passato indipendentemente da quello che sa fare che ha fatto che sa realizzare viene attribuita la patente appena si presenta di grande manager di grande imprenditore di grande banchiere di grande finanziere
Per il solo fatto che ci si prova credo voglio avventurarmi in terreni che non sono a me congeniali credo che capiti anche in politica
Chi era nuovo e si presenta è un grande politico poi dopo la realtà poi dimostrerà fuma nel campo dell'economia che questo non è esatto
Questa teoria di Cisnetto non è una teoria nuova quella dei sentimenti
Però è molto suggestiva
De da condividere che tutto quello che è successo è il frutto dei sentimenti oppure non è da condividere io non sono su questo punto perfettamente d'accordo con l'autore delibere anche perché
Ci si deve un po'intendere su che cosa si intende per sentimenti in genere e questo lo dico per esperienza di vita vissuta
Chi lavora in un'azienda e si identifica nell'azienda
Ha certamente poi anche degli stimoli delle ambizioni ma soprattutto identificandosi nell'azienda soffre dei momenti in cui l'azienda nona ottiene quello che lui vorrebbe gioisce
Più ancora come se fossero cose sue nel momento in cui l'azienda ottiene dei risultati
Bisogna ricordarsi perlomeno io che sono l'autore ma regala di libretti ha scritto
Al più giovane della old economy
Bontà sua
Io che ho vissuto tanti anni in queste aziende e ho passato anche anche momenti drammatici nell'azienda
Basti ricordare per esempio sembra secoli fa ma era appena vent'anni fa perché era nel mille novecentottanta
La difficile battaglia della FIAT è che era sull'orlo del fallimento incalzata dai politici dai sindacati dai terroristi e chi più ne ha più ne metta e le decisioni che in quel momento io personalmente ho dovuto assumere perché dico personalmente
Dico personalmente perché era mio dovere in quel momento pregare coloro che rappresentavano l'azionariato e che erano identificati in Italia parlo degli Agnelli in maniera emblematica pregarvi di allontanarsi di sparire
Proprio perché la battagliera una battaglia mortale qui ho visto entrando entrando Valentini de L'Espresso
E e Valentino Parlato non Valentini Valentini parla di del Manifesto il quale è stato quei trent'dopo mi ha raccontato che è stato quei trentacinque giorni dello sciopero generale dell'occupazione delle fabbriche
Ha passato quei trentacinque giorni a Torino
Convinto lui essendo un comunista in buona fede che era la spallata finale al sistema capitalistico italiano e che da quella dalla fine
La la la fine che lui non poteva che immaginari vittoriosa in un certo senso avrebbe sarebbe scaturito la modifica proprio dei rapporti non soltanto di forza ma addirittura di un ritorno al passato
E lui
Valentino Parlato quando dopo che ci siamo visti associamo ottimi amici quasi ecco anche se abbiamo idee politiche un po'diverse e lo abbia detto proprio ma come facevi tu in quei momenti ha non ha vere la preoccupazione e la paura io
Preoccupazione paura ne avevo tanta e ogni mattina che m'alzavo non sapevo come sarebbe andata a finire quel giorno perché era talmente a spara e talmente senza uno sbocco mediatori io quella vertenza che che non era poi una vertenza sindacale
Era una vertenza politica
Ricordiamoci che eravamo in pieno terrorismo ricordiamoci quello che aveva avuto la FIAT aveva avuto l'uccisione del vice direttore della del giornale aveva avuto l'uccisione del capo della programmazione della FIAT Auto avrà avuto oltre ottanta persone gambe gambizzati il terrore e la paura che c'era nella Favre quindi era era una battaglia politica più che altro e gli ho detto a Valentino Parlato ogni giorno che io m'alzavo non sapevo come finirà
E la decisione l'ho dovuta prendere io
La dovuta prendere io quella di iniziarla la decisione di mantenere la linea Maginot grato le le le le pressioni che venivano fatte da più parti
L'allora ministro degli Interni mi telefonava e mi diceva caro Romiti ma lei si rende conto quale l'assurdità che lei sta facendo se si uniscono le forze operaie con il con gli studenti nella città di Torino nera più soprattutto a Torino succede la rivoluzione in Italia
E io mi ricordo che i bilanci forza di dirgli ma lei scusi è il ministro degli interni sì allora lei faccia il suo dovere io faccio il mio il mio dovere di liberare l'azienda da un cappio che certamente la porta sicuramente al fallimento
Il suo dovere di ministro degli interni e di mantenere l'ordine sia lei ritiene che io commenta cose che siano contrari alla legge intervenga nei miei confronti ma non può fare mi le perorazioni
Ed era quello che purtroppo avveniva prima in Italia avveniva nel senso che c'era sempre una possibilità di trovare poi gli accordi combini le le possibilità degli scioperi finivano perché non perché si trovava una soluzione
Finivano sempre perché c'era il compromesso da mettere in piedi
Ma dico questo perché ritornando al concetto che io in quel momento e si ritorna a quei tempi ma torno anche ad altri episodi anche se non così come gravi a me m'avessero dato centinaia o migliaia di miliardi a me non mi passava neanche per la testa
Io intimamente ce l'avevo nella testa che dovevo raggiungere l'obiettivo che il rischio era grandissimo che io quell'azienda che mi era stata affidata
E che in quel momento gestivo addirittura da quasi in funzione commissariale nel momento più grave io dovevo portarla a termine quindi c'erano sentimenti invece idee ed emozioni che ben vanno al di là perché Cisnetto è vero che sono passati vent'anni e sembra tanto ci metto dice che tutto è basato lo sgarbo reciproco sulle gli odi sulle passioni che dividono gli imprenditori
In quel momento io mi dovevo di non avere una grande solidarietà dal mondo imprenditoriale italiano salvo qualche eccezione
Ma detto questo la mia unica ambizione invio unico pensiero era di arrivare in fondo
Allora sentimenti si ma non solo i sentimenti che ci si è unito qui città e che vuole mettere a base di tutto quello che è successo
E vero
Un uomo d'azienda tende al potere come tende al potere uno politico come tende in un certo senso anche un un umanista un letterato nel suo campo potere inteso nel senso più ampio della parola non non è la parola
Ci metto parla nel suo libro moltissimo di lotte di potere ma non di potere di potere che il problema al attorno al quale coagula l'attività di una persona che ha una responsabilità e che deve arrivare a certi risultati
Allora su questo punto io avrei appunto qualche probabile puro qualche differenziazione con l'autore dell'impero
Il libro poi dice chiama in causa due gruppi di attori il primo gruppo di attori è costituito dalla ormai virgolette perché citato dolori famigerata gerontocrazia del quale io Biolo di far parte
Che continuerebbe inopinato ai agli inopinatamente a occupare il palcoscenico
Dice Cisnetto
Con la duplice responsabilità di soffocare i nuovi aspiranti protagonisti e di perpetuare ormai senza più ideali o interessi di largo respiro i suoi riti sacrificali dove non mancano talvolta vittime più o meno consapevole
L'altro gruppo l'altra parte si riferisce alla schiera chiamiamola dei cinquantenni uno dei miti in quanto anni minori
Che peraltro oggi nella generalità salvo eccezioni che una schiera priva di sufficiente statura di sufficiente personalità
Che non ha sofferto quello che avevamo sofferto ma voi ma la sofferenza intesa come modo di maturarsi e di arrivare ad avere Bernardi una di una quindi una gerontocrazia che occupa lo spazio dei giovani non preparati o non preparati come personalità magari professionalmente preparato
Per ebbe la voglia Cisnetto di dirla come quello storico francese ben dire che diceva
I vecchi si ripete no e i giovani non hanno niente da dire Madonna che noia proprio la noia reciproca e quindi qualche volta quando si insiste molto su questo tema
Viene proprio di dire che questa è la situazione e gli altri non rapida ricordare anche alcune cose
Il nostro apparato industriale italiano è sostanzialmente recente molto recente praticamente del dopoguerra e quindi formato ancora in gran parte da coloro che hanno fondato le aziende il sistema produttivo italiano qui c'è il presidente della Confindustria è in larghissima misura costituito da aziende piccole la la negli scritti alla Confindustria sono poco meno di cento settecentotto mila e circa centocinque mila sono piccole aziende quindi tessuti italiano è un tessuto di piccolissime aziende mentre purtroppo dico purtroppo per il Paese
I grandi gruppi sono molto pochi rispetto al confronto il Tarchi europea
E infine che l'economia nostra nazionale risente ancora di concentrazioni private quasi tipiche per così dire di prima generazione e poi di quelle pubbliche
Di quelle pubbliche retaggio di una politica economica che è stata refrattari è un attente e non c'è un'autentica liberalizzazione abbiamo fatto tanto ma abbiamo oggi in Confindustria eravamo lì in un consiglio e mi pare che tu hai detto no
Che una stima ma di larga massima
Porta a oltre trecentocinquanta mila miliardi i valori di aziende che potrebbero essere e certamente un valore in difetto che potrebbero essere privatizzate quindi liberalizzate e quindi con vantaggi per i consumatori oltre che vantaggi per l'economia del Paese io con vantaggi anche per l'erario
Ma ne abbiamo Pina cito un altro episodio
Un anno e mezzo fa sono stato a Reggio Emilia ospite di una conferenza niente
Raccolto c'erano tutti c'era il prefetto c'era il per come capita se e c'era il sindaco che è una gentile e brava signora
Comunista si chiama Spaggiari
Allora io durante il discorso parlavamo delle privatizzazioni parlavamo del più e del meno e io ho detto ma pensate che in Italia che ci sono città come Torino e come Milano quindi grandi città moderne portate avanti che hanno ancora alcune farmacie di proprietà del Comune
Un riso in sala collegi lungo undici ore e io mi sono girato interpretano a casa è successo e quello che sta vicino a me ha detto a Reggio Emilia tutte le farmacie sono di proprietà del Comune tutte tutte non ce n'è uno nave pirata
Quando è finita alla questo discorso Saba Paradox signore molto brava parlato la signora Spaggiari molto simpatica vedova signora ma le pare che il il il il compito del Comune di gestire le farmacie S.I.I.T. altro milione posso pure rendere ma possa vendere agli stranieri non le cose qua ho capito che lei da Reggio Emilia non l'avrebbe venduta un modenese perché per lei Modena era già quasi una una uno straniero rispetto a Reggio Emilia
Ma dico queste cose così delle leggera la conversazione ma per dire qual è la mentalità italiana ancora nel Parlamento italiano trasversalmente una a difesa contro le privatizzazioni esiste ancora
Nell'opinione pubblica italiana c'è molta voglia ancora
Di pubblicità nell'economia non è che la la opinione pubblica italiana io devo dare atto al presidente D'Alema di quello che ha fatto due acqua proseguito un'opera che era già iniziata
Ma quante difficoltà lui ha incontrato e quante difficoltà ci sono ancora e quanto si potrebbe ancora fare allora quello che è successo in questi due anni e che nasce proprio come diceva il nostro moderatore nasce anche da questo necessita desiderio di privatizzazioni
è una strada che ancora e da percorrere in grandissima misura dando atto ai meriti di quello che si è fatto fino adesso dice Cisnetto ma però l'eccetera fare nella e quello che vi si è verificato in questi due anni in certi casi sono state contrasti da lottatori e mi ha fatto piacere che l'avesse detto
Perché io ho sempre considerato nelle aziende come anche nella vita
La parola lotta la parola lottatore il gusto il desiderio la volontà l'ambizione di raggiungere il risultato
E vero ci sono state quindi queste queste il confronto di lottatori ma viva Dio vuol dire che la Società allora evviva vuol dire che c'è ancora chi ha la voglia appunto di battersi guai
Se il gusto della lotta inteso naturalmente una lotta in senso corretto e in senso senza però venisse meno
Naturalmente tutto quello che è successo il chiasso che sta nel fatto che il successo del libro di Cisnetto il successo meritatissimo
Dipende anche dal fatto che noi siamo un piccolo Paese è un piccolo paese che risente ancora di provincialismo vi ho ricordato poc'anzi
Che credo io a questo momento simbolo domandato non me lo ricordo anch'io come si chiama il presidente di una delle più grandi società del mondo che appunto la scena
Allora si tratta di prendere per il bene quello che è stato riconosciuto lo segnalo come come nel segno di vitalità poi Cineto ci ci fa le sue osservazioni va lotta fra la Mediobanca e la Fia atte la spaccatura del Capizzano italiani in due parti
Credo che ci ha detto lo sabbia anche se non l'ha scritto che per esempio i rapporti personali
Fra i due uomini che contraddistinguono questi due gruppi la FIAT e Mediobanca parlo di Agnelli e parlo di Cuccia sono di una affettuosità e di una e di una come dire di un rispetto l'uno dell'altro che sa è raramente sia sia di vedere quindi sono lotte che evidentemente o spaccature che evidentemente si sentono più di interessi che non di lotte nel senso deteriore della parola
Altra parte poi se parliamo coniugi finire con alcune citazioni
Se parliamo di quella che è appunto la lotta i discorsi è io vorrei citare alcune un diceva con rabbia che un uomo qui ci riporta magari indietro a qualcuno che non è che in Italia
Un uomo si giudica dai suoi nemici non meno che dei suoi amici non voglio di più la citazione molti nemici molto onore perché quello non mi piace ma è vero che si un nuovo e giudicato più dei suoi nemici piuttosto che dei suoi amici
L'orgia ora di storia in si diceva
Ciò di cui abbiamo bisogno è l'amore dei nostri nemici e Voltaire diceva una cosa ancora più spiritosa diceva una cosa molto breve
Dio Randy ridicoli i miei nemici e poi sosteneva che spesso Iddio lo ascoltava perché effettivamente li rendeva ridicoli i suoi chiedo se chi diceva
Quel signore è uno dei più e più intimi nemici
Allora se uno dice queste cose qua eh io riguardo al passato riguardo ancora adesso se voi leggete certi quotidiani vedete che di me dicono ce n'è uno può in particolare
E si delizia ogni settimana a farvi diventare sono i da bestia nera ma so di che cosa
Io per evitare di farmi il sangue cattivo rivela io ho adottato un'altra
Modo di vivere ho adottato un consiglio di presidenza il quale diceva
Finge de di ignorare l'esistenza dei vostri nemici non combattere non commetterebbe mai la volgarità difendervi da loro non la fase sareste dei volgari servizio
Grazie
Grazie morta
Non si può dire che Cesare Romiti non abbia letto con attenzione questo libro anzi se avesse voglia di tornare a Torino dove io insegno un posto all'università per questa recessione non glielo si negherebbe
Senz'altro partito dalla critica dei sentimenti dire che siamo finiti sui sentimenti però è anche lì posso assicurarlo che a Torino gli vogliono moltissimo bene nel senso che Lustiger corta
Queste contrapposizione sentimenti elementi fondamentali dell'economia è una di quelle che attraversa il libro vi Cisnetto l'altra è quella nuovo vecchio di cui appunto lo stesso Romiti già ci parlava
Vorrei domandare a Tremonti cosa ne pensa di questa qui dico sceglierei l'ultrà continuare questo dialogo perché va osservato tutte queste vicende dal doppio pulpito professionale e politico e quindi forse è in grado di di rileggere questa contrapposizione che permea tutto il dibattito sia quello politico e quello economico da un osservatorio articolato
No nel nell'economia del libero il gioco dell'OPA l'OPA è un simbolo è una parte per il tutto è
Il simbolo per indicare le trasformazioni che sono intervenute nella struttura economica di questo Paese
E c'è un senso profondo nel libero che il parallelo tra Prima Repubblica politica Seconda Repubblica politica Prima Repubblica economica Seconda Repubblica economiche il tentativo di instaurare e di definire un parallelo tra queste due fasi
Non sono d'accordo sul punto di passaggio mi sembra che sia identificato come punto di passaggio il novantanove l'OPA Telecom
Certamente ma quello è il punto di arrivo di sviluppo di una cascata di fenomeni che io ora dico piuttosto a monte
E se uno mi chiede qual è il punto di passaggio davvero significativo nella struttura economica né i fondamentali non nella sovrastruttura
Di questo paese grossomodo l'opposizione lei nel mille novecentottantasei
L'ottanta sei è l'anno dell'atto unico è l'anno in cui cade il sistema delle barriere valutarie e quindi l'avvento dello spazio nell'economia italiana e l'anno in cui sbarca l'ideologia delle privati
C'è una profonda differenza tra la Prima Repubblica economiche la Seconda Repubblica economica e la si vede bene confrontando il testo della Costituzione con la sua applicazione
Il testo della Costituzione italiana è molto moderna
La norma che riguarda la struttura deve risparmiare della protesta e di assoluta modernità ovviamente risente un po'di una certa cultura Paperoni cade il tipo il grande complesso produttivo
L'accesso alla proprietà agraria ma fondamentalmente l'impianto istituzionale molto modesta
C'è il favore per l'azionariato c'è il riferimento allora li chiamavano Trust adesso si chiamano fondi d'investimento ma c'è il riferimento a una intermediazione finanziaria quello che assolutamente diverso l'applicazione che è stata fatta
La Costituzione era molto avanzata la legislazione che è stata fatta nei successivi quarant'anni è stata molto diversa
Basta vedere che il regime Cecchi differenziali di regime accetta i titoli che rappresentano il capitale di rischio i titoli che rappresentano il capitale di prestito per vedere che Scelta di costituzione economica sostanziale è stata fatta le obbligazioni sono circolanti al portatore hanno la cedolare secca non pagano i capital Gaines sono se
Investite in botta esplose la tassa di successione
Le azioni hanno la personalità la progressività la nominatività pagane Capital Gaines sono soggette imposte successione questo indicare i differenziali regime la Costituzione dice una cosa e la sua applicazione profondamente diversa
Bisognerebbe occuparsi di tante altre cose che definiscono la struttura materiale del capitalismo italiano il TFR links tutti fattori estremamente significativo
Poi tutto si rompe dall'ottantasei in poi con un'accelerazione progressiva certamente novantanove è stato l'annus mirabilis arrestato l'anno della grande svolta però l'avvento dello spazio la caduta delle barriere l'inizio del traffico internazionale dei capitali la affermazione della ideologia delle privatizzazioni modificano radicalmente la geografia economica debba se uno mi chiede come siamo io evidentemente devo è uno viola ma titolo delibera una metafora e io dico
Sicuramente questo Paese ha in questa fase in questo momento storico strutture capitaliste molto più avanzate rispetto a quelle che ci sono state per quaranta cinquant'anni è molto più vicini allo spirito della Costituzione e certamente questo è ovvio ma meno avanzate di quello che dovrebbe o potrebbe essere c'è una profonda differenza tra essere dovesse
Ugo poteva essere Dio fermo la riflessione su quattro punti critici tra istituzionali e uno culturale istituzionale numero uno non abbiamo una civile legislazione economica
è insufficiente per eccesso e congiuntamente sufficiente difetto non credo sufficiente anzi credo carica di profonde ingenuità la cosiddetta bozza Mirone che va profondamente modificata ma non abbiamo una legislazione economica mondiale
Secondo sicuramente sono state fatte delle privatizzazioni anche su vasta scala grossi stock ma
è stato il trasferimento di proprietà di assets che è molto importante non voglio sembrare negazionista nichilista e pessimista è stato molto importante
Ma a fronte di questo che poi non è esattamente la liberalizzazione molto importante ma non è da e ci sono fatti anche abbastanza curiosi del tipo legni è stata privatizzata il presidente dell'ENI è uno che veniva da lì
Non è stato esattamente scelto dal mercato ma insomma è stato fatto molto ci sono due punti su cui invece vedo uno io rischio di un regresso fortissimo
Primo il tenta quindi un regresso rispetto a strutture di capitalismo che dovrebbe o potrebbe essere molto più avanzate primo il tentativo di normalizzare il lavoro cosiddetto atipico
Di ridurlo all'archetipo dell'homo economico sa sovietico sono sei un dipendente o sei un deviante essendo deviante ti devo normalizzare in corso il una politica legislativa mirata a normalizzare il lavoro cosiddetto atipico a riportarlo allo schema del lavoro dipendente con varie chiavi di alloggi che del tipo la new economy il luogo del conflitto
Per eliminare conflitto occorre il sindacato perché il sindacato elimini conflitto con l'essere iscritti al sindacato per sé iscritti al sindacato bisogna essere quattro i dipendenti o dintorni
Secondo ed è ancora più grave il tentativo di utilizzare uno strumento come i fondi pensione magari alimentato da flussi di TFR per farne oggetto di di intervento di controllo da parte del sindacato
E questo ottavo un punto
Fortemente discutibile non è la via della liberalizzazione da un lato vendo le aziende e le trasferisco dallo Stato al privato poi con l'altra mano le metto via
Fondi di investimento controllati da sindacato di nuovo in un circuito pubblico considerando un flusso di venti venticinque mila miliardi all'anno tempo due o tre anni uno può fare lo shopping di tutto il capitalismo italiano
Con una una forte influenza della matrice sindacale che evidentemente non si fermerà mai a a scelte del tipo
Scelgo questa struttura di arbitraggi io non l'altra ma in inevitabilmente entra nel merito delle scelte
Un ultimo punto che ancora un limite fortissimo e il limite culturale
Culturale nel senso letterario del termine è stato detto ci sono anche le piccole e medie imprese grosso modo mi sembra che le piccole e medie imprese facciano il sessanta per cento del PIL Enti te non ne bile fiabe sono la parte fondamentale di questo perché per mi sembra di avere letto una dichiarazione del presidente Amato il quale dice ai nostri capitalisti non vanno in Borsa perché
Preferiscono spesare le pellicce le vacanze
E invece se rinunciassero a questi privilegi avrebbero la mirabolanti opportunità di quotarsi di andare nella City di tornare indietro con tanti soldi ecco mi permetto di rilevare che questo tipo di cultura è un limite
Nella formulazione delle delle politiche
è un limite perché che mi risulti nessuno ha speso tra le vacanze o le pellicce
Che mi risulti limiti alla quotazione in Borsa non derivano da questo tipo di egoismo raffigurato secondo una visione dileggio Plas piuttosto ridicola
Uno non va in Borsa perché la struttura del nostro capitalismo è particolare perché ci sono vincoli di struttura legale ci sono vincoli fiscali
Un'ultima nota e chiudo tornando all'argomento del libero uno può anche insegnare agli imprenditori come dovrebbero fare gli imprenditori in meglio portandosi rinunciando avendo una visione io credo che gli imprenditori siano abbastanza bravi davvero una visione per conto loro e se non vanno in Borsa è perché ci sono altri fattori vincolo progressivamente calanti
Ma tutti sanno che se uno vuole portarsi tutti sanno che se uno vuole quotarsi ovunque deve andare ma certamente non alla City di Londra basta Milano
Grazie
Cinque ho lasciato per ultime D'Alema ed amato perché in questo libro in realtà si parla di loro cioè si parla di politica e si parla di assetti complessivi delle industrie D'Alema è uno dei più citati se guardate l'indice analitico credo che sia quarto dopo Colaninno con sessantasei citazioni che ha contato nostro recensore dicevo dopo Colaninno Cuccia il grande flemmatico Franco Bernabè che vedo Julie
E appunto il presidente D'Alema e il quarto
I cedo la parola anche perché credo che interessi e tutti sapere
Come ha visto tutta la questione
Io però delle considerazioni di carattere generale perché non non non mi pare neanche giusto
Entrare nel merito delle ricostruzioni particolari
Delle precisazioni
Il libro un libro molto interessante siamo in difetto è quello di cedere qua e là ad una passione che fisco dal punto di vista commerciale della godibilità della vettura e la passione positiva del racconto un po'del gossip del racconto del retroscena
E naturalmente quando ci si avventura in questo in questa difficile arte si si incorre anche inevitabilmente nelle inesattezze io
Tuttavia devo dire con una percentuale che colloca il volume
Ai primi posti diciamo della precisione perché su sessantasei citazione ha contato soltanto ventitré imprecisioni che mi riguardano
E quindi è una percentuale di errore che è tra le più basse chi abbia potuto calcolare nell'informazione italiana degli ultimi dieci anni con complimenti giornalista per i particolari poi ci sentiremo privatamente per la per la quinta edizione potrà apportare anche le correzioni del caso
Ma a parte questo questo interessa relativamente interessa di più
Invece il libro come
Cioè anche gli altri oratori che mi hanno preceduto
Come il racconto di una pagina di una pagina importante
Forse cruciale forse particolarmente emblematica ma di una pagina di un grande processo di trasformazione processo di trasformazione che o io sono non ho difficoltà se era d'accordo con Tremonti
Potrebbe potuto andare in modo più determinato in modo più rapido avanti de se avete l'opportunità io spero di no naturalmente di concorrere a queste trasformazioni
Poi dirò qualcosa a questo proposito perché nel libro c'ha una faccia una stranezza sta c'è un solo aspetto sospetto diciamo
Che non è che si parli tanto del Presidente del Consiglio che era presidente del Consiglio all'epoca questa norma ma non si parla quasi per nulla dell'onorevole Silvio Berlusconi
Ed è una cosa per lo meno curiosa trattandosi non soltanto del leader del opposizione ma anche di uno dei più grandi protagonisti del capitalismo Italia
Uno o più ricco del Paese socio di Mediobanca collo che controlla i grandi mezzi d'informazione e il fatto che nel racconto di questa grande trasformazione non compaia praticamente un grande protagonista
Toglie qualcosa nel racconto di scena e lascia molte curiosità
Sul futuro perché furto parliamo di una protagonista a vario titolo di di di questa complessa vicenda
E di un protagonista che a me risulta essere stato molto più interno a queste vicende di quanto non appaia dal dal racconto
Comunque a parte questa omissione diciamo che
Tuttavia segnalo ecco questa questa zona d'ombra che tuttavia segnalo diciamo per gli approfondimenti necessari per gli ulteriori retroscena che sarà necessario portare alla luce
Il libro racconta una pagina di un processo di trasformazione e direi a una qualità innanzitutto che e la qualità del punto di vista da cui si colloca l'autore cioè l'autore è a favore di questa innovazione di questa trasformazione né segnali in compiutezza
Forse in un modo che io considero un po'ingeneroso
C'è lo ricordava Tremonti un parallelismo tra il cambiamento del sistema politico il cambiamento dell'economia ma sono tutti e due in qualche modo indicati come cambiamenti promessi come promesse non mantenute
Io
Io parlerei di cambiamenti incompiuti non di cambiamenti promessi perché i cambiamenti ci sono
Vi si può giudicare positivamente o negativamente ma certo non si può negare che
Per un sistema politico che è rimasto immobile per cinquant'anni il fatto che nel giro di pochi anni abbiano governato gli eredi del Movimento sociale del partito comunista sia stato un cambiamento
Non si può parlare di un cambiamento promesso è un cambiamento accaduto
Che poi questo cambiamento sia incompiuto che le riforme che erano necessarie che io ride
Restino di fronte a noi un cambiamento incompiuto senza dubbio
Ma il cambiamento c'è stato
E io vorrei dire che questo cambiamento nel suo complesso
Sia per quanto riguarda l'economia sia per quanto riguarda la politica è stato un cambiamento positivo
Io credo che questo debba essere detto con molta forza forse insufficiente su questo è legittimo considerati insufficienti
Ma la direzione di marcia di questa trasformazione è una direzione giusta
La politica abbia concorso non è vero che noi siamo passati da un rigido statalismo Catto comunista ad un liberismo sfrenato irresponsabile le politiche pubbliche hanno concorso a favorire questa trasformazione
Innanzitutto
Per alcune grandi scelte
La scelta di riportare
L'Italia nel
Nell'Euro
Cioè in un in un'area monetaria
Comune dell'Europa
è una scelta che ha imposto al sistema economico italiano un livello di competizione disfida chi è stato una una frusta
Molto importante per spingere verso una innovazione una modernizzazione
La riduzione del fabbisogno dello Stato
A spostato acconsentito uno spostamento di grandi risorse da un'aria di di di di risparmio pro tetto titoli pubblici verso il mercato
Ed è stata una delle condizioni per la crescita dei mercati finanziari nel corso di questi anni
Tanto poco non so che calcoli si siano fatti oggi in Confindustria diciamo io considero che il processo delle privatizzazioni sicuramente debba essere portato avanti ulteriormente e penso che
Uno dei capitoli più importanti sui quali si registra un ritardo una resistenza e probabilmente quello dei servizi pubblici locali
Dove meno è stato possibile con un'azione politica dal centro
Indurre ad una ad una trasformazione con una resistenza politica è stato totalmente trasversale
Pochi Paesi come in Italia diciamo
Falso il lo schema sinistra statalista destra liberista
Noi siamo forse l'unico paese al mondo in cui l'opposizione di destra ha fatto il referendum per difendere la municipalità la municipalizzata suo della Centrale del latte cosa che la signora Thatcher sarebbe inorridita dice
Quindi
Però per quanto sia vero che si registrano resistenze e che questo processo destinato a dare efficienza al sistema e anni
Migliorare il livello della concorrenza debba essere ancora portato avanti tuttavia è innegabile che negli ultimi cinque anni ha conosciuto un'accelerazione di portata storica
Di una tale dimensione da rappresentare una vera e propria rottura storica
E non è neppure vero che il processo delle privatizzazioni non si sia accompagnato anche ad una apertura di i mercati
Alla concorrenza e alla liberalizzazione in alcuni settori molto importante del nostro Paese noi abbiamo corso
Più di altri paesi europei meno di altri ma più di altri siamo non siamo in fondo alla classifica
E vi sono grandi paesi in cui la resistenza a processi di liberalizzazione e di privatizzazione ancora molto più forte che non esita
Quindi io metterei un attimo l'accento retroscena sono interessanti ma forse questo quadro struttura
è uno
Riduzione del fabbisogno dello Stato e politiche che hanno favorito l'afflusso del risparmio verso il mercato
Privatizzazioni e liberalizzazione dalle telecomunicazioni Energia Processo Richard
Questi sono stati le politiche pubbliche che hanno favorito un processo di trasformazione del capitalismo Italia che hanno favorito gran incoraggiato che non ne hanno determinato gli esiti
Perché io non credo che spetti alla politica poi determinare dosare gli assetti proprietari finali cioè non perché questo sia un fatto scandaloso sono Paesi dove lo si fa
Sono grandi paesi in cui io io ho sperimentato diciamo inizi d Italia un Paese nel quale si mena scandalo se un un imprenditore va a incontrare il Presidente del Consiglio
è accaduto anche questo
A me e capitato nel rapporto con i miei colleghi europei ma di grandi paesi che da questo punto di vista certamente non non temono lezioni in materia di liberismo
Di misurare quanto la politica si occupi di questi problemi vestita in
Ma non a proposito di aziende pubbliche a prova di aziende privatissime
E
Il cui destini vengono negoziati al tavolo della politica
Molto di più di quanto non lo si faccia nel nostro Paese forse credo che sia giusto che da noi lo si faccia poco forse perché nel passato questo rapporto collusivo tra politica ed economia
è stato talmente stringente ed opaco che una cura di di allontanamento di presa di distanze forse necessaria e tuttavia qui il libro segnala un problema e cioè che in un processo di trasformazione di questo tipo in cui sono in gioco non soltanto legittimi interessi privati ma anche interessi generali interessi del Paese
E persino il rischio che io considero esagerato tuttavia l'Autore lo segna diciamo che a un certo punto ci sia un'OPA e ci si prendano tutto il capitalismo italiano
Ecco Garzetti compreso Palazzo Chigi l'OPA su Palazzo Chigi
Per loro ricerca fino a quella sul capitalismo italiano invece il il potrebbero fare qualche imprenditore straniero beh
Io credo che senza arrivare a questi estremi però penso che un compito di di di vigilanza di Indirizzo una preoccupazione che
Determinati asset fondamentali non
Non finiscano sotto il controllo di grandi gruppi stranieri deve esserci tanto è vero che nel libro si valorizza l'opera di vigilanza chiede il campo bancario è stata svolta dalla Banca d'Italia
E io credo di di di voglio sotto i ma io condivido questo giudice non perché ci sia stato un asse D'Alema Romiti Fazio contro Prodi diciamo di cui boh sono qui
Sinceramente mi pare
Noi siamo qui siamo in due possiamo smentire non so se il da farsi diciamo un anno ma perché io credo che in determinati momenti
Non lo so ricordo il deficit determinati momenti Banca d'Italia abbia svolto in modo giusto un suo ruolo di vigilanza
Nei confronti di un processo di trasformazione che sta procedendo in modo molto significativo
E che tuttavia non dovrebbe portarci ad una situazione in cui le grandi banche francesi o tedesche senza alcuna reciprocità fra l'altro o spagnole controllano il nostro sistema finanziario credo che questa sia una preoccupazione legittima
Pure
Nel rispetto del mercato unico delle sue lecco
Io credo che questo processo di trasformazione si sia avviato
Credo che si debbano mettere in luce le grandi scelte politiche che non ne hanno determinato gli esiti
Ma sicuramente ne hanno favorito l'avvio fra queste io considero anche alcune grandi scelte di di di carattere sindacale
Penso che per esempio senza l'ultimo contratto dei bancari e il processo di riorganizzazione del sistema finanziario bancario non si sarebbe potuto fare
Non è vero che il sindacato abbia rappresentato nel suo complesso un ostacolo poi si può discutere abbiamo fatto anche ieri su anche ritardi
Io credo che credo anch'io che si debba favorire in modo più coraggioso una flessibilità una dinamismo credo però anche dall'altra parte che c'è un problema
Che non è quello di fare diventare tutti i lavoratori dipendenti
Ma è quello di garantire un pacchetto di diritti minimi a quella parte del mondo del lavoro che non è a nessuno
Perché il problema vero del mercato del lavoro in Italia e il contrasto fra un'area tutelata e forse troppo tutelata e un'area che non è per nulla della che non e questo contrasto è a mio giudizio un con
Vasto insostenibili e il vero scambio sarebbe quello di negoziare di mettere sul piatto della bilancia è una
Ne abbiamo già parlato mi parla rilancio
Secondo il giorno in cui Confindustria dicesse benissimo noi siamo disposti a negoziare un pacchetto minimo di diritti riconosciuti
Anzi il primo un serio e forte impegno contro il lavoro nero
Secondo un pacchetto minimo di diritti riconosciuti a quel mondo del lavoro non tutelato che sta crescendo e al sindacato però chiediamo più flessibilità nell'area tutelata
Questo sarebbe un discorso serio importante io lo considererei molto positivo buongiorno
Si legge sempre i giornali con sì sì va bene ce lo dirà lucchetto rapiscono che lei voglia sostenere il presidente di Confindustria e questo le fa onore però dopo scovata dalla parola
Avrà modo di ribadirlo con parole su quindi io vorrei dire anche che a mio giudizio non è vero ecco che
L'esito di questa trasformazione sia il duopolio
Sinceramente mi pare un'immagine un po'ridotti
L'idea che noi siamo passati da un capitalismo collusivo basato sull'accordo tra Agnelli e Cuccia ad un capitalismo basato sul conflitto tra Agnelli e Cuccia mi pare francamente una versione un po'riduttiva del cambiamento che è in corso
Che è un cambiamento più ampio
E che comunque va nel senso di un sistema più pluralistico
E più concorrenziale e io credo che questo sia un fatto positivo
Certamente è aperto il problema delicatissimo di come il nostro sistema si internazionalizzare
Innanzitutto su scala europea
Senza e lo fa con diciamo in un in una situazione di pari dignità che non significa la pretesa nazionalistica però in una condizione di pari dignità questo è un problema molto delicato
Dalla cui soluzione dipende molto del futuro del capitalismo italiano ed è un problema che tocca alcune delle imprese fondamentali del
Indubbiamente
Però credo che siamo nelle condizioni di affrontare questo problema meglio che non nel passato
Ci sono cose importanti che devono essere fatte ancora oltre ad andare avanti nel nella politica delle privatizzazioni io penso che
Si debba lavorare per rendere più forte il mercato finanziario più spesso
Che da questo punto di vista ma sono convinto che la chiave di volta è quella di un
Di uno sviluppo dei fondi pensione
Io sinceramente non ho come obiettivo non credo che l'obiettivo che noi ci siamo proposti spero di avere i fondi pensione desideri sindaca non personalmente non credo che i sindacati debbano avere il compito di gestire i fondi pensione
Penso che i sindacati non debbono avere il compito di partecipare alla proprietà dell'impresa se vogliono continuare a fare i sindacati
Che per fare i sindacati si non si rappresenta la proprietà si rappresenta il lavoro legittima dialettica tra le parti
E ritengo che si la proposta che noi abbiamo avanzato sul TFR si conteneva un qualche compromesso
Con i sindacati
Questo non non lo nego
E tuttavia prevedeva un meccanismo poi di svincola dall'obbligo dei fondi chiusi e le facilitazioni fiscali non sono previste soltanto periti investe nei fondi chiusi ma per chi investe nei fondi pensione
Ma comunque certamente se quel disegno di legge si vorrà correggere in senso ulteriormente liberalizzatore questo non mi troverà contrario dice
La mia sensazione è che lì invece però le resistenze abbiano avuto un altro segno e cioè idea questa molto vecchia
Che risparmi accantonato dei lavoratori debba continuare ad essere gestito fuori da una logica di mercato dai dagli imprenditori questo secondo me non contribuisce molto alla modernizzazione del sistema
Noi abbiamo tutto l'interesse a fare in modo che il risparmio sia vada sul mercato
Ora in questa vicenda
Con i suoi limiti e con i suoi successi
Io credo che l'OPA l'Hopa di cui si parla OPA Telecom abbia rappresentato una una pagina importanti
E a mio giudizio positiva
Io sinceramente
Che cosa è stato positivo dell'OPA Telecom non il fatto che abbiano vinto gli uni e gli altri poi sinceramente diciamo
Io non conoscevo neanche con la
Poi dopo mi sono ricordato dopo di averlo incrociato ad un convegno a Mantova diciamo mentre Cocco conoscevo e stimavo Bernabé
I
Non c'era nessuna ragione per tifare per gli uni o per gli altri io credo che in una vicenda così delicata
Cioè nel momento in cui un gruppo di Signori che non avevano dalla loro nei giornali
Nei sindacati
Ne le
Di i grandi protagonisti del capitalismo italiano
Per che anche non sempre d'accordo tra di loro ma in questo caso diciamo erano quasi tutti d'accordo nel considerare quest'operazione come un'operazione straccio una da guardare con qualche sosta
Nel momento in cui un gruppo di signori così congegnato
Fa un'OPA su una grande azienda
E fosse dovere della politica garantire che la partita si potesse giocare senza carte truccate
Vera
Che decidesse il mercato
Senza che a metà del percorso il Presidente del Consiglio il cancelliere tedesco greco annunciassero un grande accordo perché era un grande gruppo europeo
Senza che si dovesse usare la golden share
Cioè che decidesse il mercato cioè garantire che questa partita con tutti i suoi rischi
Con tutti i suoi rischi
Sì decidesse in modo trasparente e non attraverso un intervento della politica e questa è stata l'unica preoccupazione che io ho avuto
Questi signori ce la faranno il libro contiene un intero e non lo so certamente hanno dimostrato una cosa che non avevano l'intenzione di comprare questa azienda per farla a pezzi e rivendere se la ma che avevano l'intenzione di gestire questa grande impresa di telecomunicazioni
L'usciranno a farlo in modo efficace in modo convincente per il mercato deciderà il mercato altrimenti arriverà qualcun altro
Subentrerà loro così come loro sono subentrati
A quelli che la controllavano prima
Io credo però vedete che il fatto che questa partita si sia potuta giocare e che la politica abbia garantito che si potesse giocare
Sul mercato ha rappresentato un momento importante nella storia del rapporto tra la politica e l'economia in questo Paese
Perché in fondo sarebbe stato facilissimo diciamo mettere bastone tra le ruote di questa operazione
E però secondo me non sarebbe stato giusto
Perché avrebbe dato il senso di una immobilità
Di un Paese nel quale alla fine
Nulla cambia se non si hanno i visti di quei determinati personaggi che per meriti naturalmente anche continua ad essere gli arbitri del destino del nostro capitalismo
Tutto qui del resto molto fantasioso
Il futuro non lo sappiamo
E tuttavia io credo che se noi vogliamo portare avanti un processo di innovazione sapendo che l'innovazione e anche un processo rischioso
Dobbiamo considerare la pagina di quell'OPA come un capitolo di un processo di innovazione
E non invece come un momento in cui l'innovazione e il cambiamento è stato frenato
Naturalmente e questo è l'ultimo problema che io pongo su questa innovazione chiamerà in causa la politica in modo serio negli anni che verranno
E
E io penso che
Ci sia un problema euro non lo dico siccome il tema è questo trasformazione del capitalismo responsabilità della politica
Io lo dico con la serenità di uno che certamente non ha fatto ogni sforzo per dialogare non per demonizzare l'opposizione sì crede che in questo momento l'opposizione si prepara a giocare le sue carte le sue possibilità
Di arrivare al governo del paese
E lo fa anche mi pare con la prudenza dell'onorevole Berlusconi cercando di rassicurare di limare gli angoli di presentarsi in un modo il più possibile e credibile sulla scena italiana sulla scena internazionale che sono tutte cose apprezzabili suggerire dice e in questo sforzo di credibilità
Si tenesse conto di un problema che ha una delicatezza e no
E cioè il come può fare l'arbitro di operazioni di questo genere uno dei principali protagonisti
No io non non me lo domando senza nessuna malizia
Senza nessuna malizia
Quali problemi potranno opporsi altro che la merchant bank di Palazzo Chigi diciamo e cosa che punto rientra nella categoria delle cose a cui non si risponde come ha detto giustamente Romiti
Con quali problemi nel rapporto con l'opinione pubblica lo sistema informazione del mondo economico questo è un problema molto serio problema serio ma non per me perché anzi vorrei dire come oppositore per me non è un problema
Perché nulla è più faccio e criticità
Che fare l'opposizione come possibile oppositore di domani a chi si trovasse in una condizione di sospetto obbligato
Questo può essere un problema Perkins si candida a governare che può essere ora per il Paese e può essere un freno ad un processo di trasformazione la trasformazione di andare nel senso della trasparenza della concorrenza del pluralismo
Questo è la direzione di marcia della trasformazione
Questo io penso un problema serio
Sul quale ci dobbiamo tutti interroga Modolo io lo come vedete lo faccio in modo non polemico
Perché ritengo che sul cammino di questo cambiamento che è in corso se domani dovesse porsi questa eventualità questo problema potrebbe essere un Masci
E ripeto non vorrei che fosse dovesse essere questa l'interpretazione diciamo per questa curiosa assenza dell'onorevole Berlusconi da questo racconto diciamo ma se fosse questa l'interpretazione sarebbe preoccupante sin d'ora grazie
Ma il dibattito fino adesso ha messo in luce è una distorsione curioso accesso ha parlato solo di Telecom
Anche se questo è un libro nel quale si parla di banche si parla della storia generali Jena si parla di molte altre cose questo forse in realtà perché effettivamente la vicenda Telecom è il punto di svolta
Delle battaglie per la chiamiamo la contendibilità al controllo come volete del nostro paese tutto resta eseguite forse perfino la storia
Vodafone Mannesmann è successo in Europa perché era successa questa prima e ha dimostrato che queste cose si potevano fare
Detto questo devo dire che appunto la rottura oltre avere un valore simbolico per le dinamiche del capitalismo italiano ha un valore oggettivo molto grosso ripeto anche nelle statistiche europee una cosa enorme quella che c'è stata
Credo che sia stata pagata sessanta mila miliardi se ricordo bene con cento mila sul piatto quindi stavamo parlando di una cosa come la manovra Amato del novantadue per acquisire questa azienda quindi è una cosa anche macro economicamente rilevante con movimenti di capitali eccetera
E in effetti il Paese è cambiato molto non soltanto per questo ma da allora prima Romiti ci ricordava gli anni settantanove ottanta ottantuno a Torino no in cui il conflitto era tra sindacati e grande impresa sulla dimensione distributiva questo conflitto che abbiamo visto pure al calor bianco ma evidentemente meno drammatico invece era per il controllo e sembra che effettivamente le battaglie di oggi nel capitalismo siano su proprietà controllo e tutt'al più sull'antitrust quindi fortunatamente la vicenda è cambiata rispetto a quella di Torino dove volavano anche pallottola tra l'altro in quegli anni là
Uno dei RIS uno degli indici di questo cambiamento e anche l'elezione
Di D'Amato in Confindustria che ha rappresentato un elemento di fortissima novità credo se si legge il libro di Cisnetto che dava che Damato compaia da pagina trecentocinquanta in avanti
Soltanto per la vicenda Confindustria non per aver fatto parte di tutti questi giochi dell'OPA che sono successi prima
Allora Luís che ha sentito il punto di D'Alema sull'innovazione al punto di Tremonti molto più generale sulla politica economica
E che deve ovviamente riflettere da un conflitto che va dalla dimensione distributiva Confindustria e sindacati concertazione salare a questo altro tipo di battaglie mi domando
Cosa vede anche come ruolo di Confindustria in questo nuovo scenario e quali vede essere le priorità in questo mondo che Cannes
Ma innanzitutto
Un brevissimo commento sul libro di Cisnetto che un libro che va letto
Per pagarne il giudizio che ciascuno trae ma come dice l'autore comprata nel leggerlo perché va sempre bene così
Credo che sia un libro che ricostruisce in maniera articolata passaggi snodi sui quali riflettere fare commenti come giustamente facciamo questa sera consentitemelo uno solo sul libro
A proposito di citazioni io ne ho avute otto Cofferati una D'Antoni una Larizza zero e per questo è stato mandato al CNEL quindi da questo punto di vista nostro tanto male per quanto riguarda le statistiche delle citazioni
Ma al di là al di là dell'aspetto come dire più folcloristico io credo che la questione di cui si sta cercando di battere questa sera sia particolarmente importante perché si tratta da questo punto di capire non solo quali siano le dinamiche e le direzioni delle trasformazioni dell'evoluzione del capitalismo italiano
Ma a mio modo di vedere anche perché oggi l'Italia a un capitalismo di questo tipo quali sono stati i vincoli e gli snodi che negli ultimi decenni hanno caratterizzato l'evoluzione economica industriale
Della come dire del nostro Paese per capire anche quali sono le strade da intraprendere per cambiare
E rendere l'imprenditorialità di cui siamo i campioni del mondo una struttura portante di un capitalismo più moderno più forte e più competitivo
Senza fare analisi troppo lungo e d'altra parte tutto questo un come dire il consenso attento ed informato ma insomma questo è un tema che mi appassiona molto qualche anno fa quando anziché essere presidente della Confindustria presidente dei giovani industriali
Su questo tema spenderemmo parecchi convegni dibattiti erano gli anni in cui vivevamo con grande insofferenza quello che chiamavamo l'intreccio perverso tra politica ed economia
Ed erano anche gli anni nei quali noi cercavamo di capire perché mai capitalismo italiano non riuscisse a darsi una prospettiva di maggiore crescita
E non ci potesse essere la nostra economia più democrazia e più dinamicità nel senso che solamente in questi ultimi mesi stiamo sperimentando
E sin d'allora io son sempre stato convinto che il modo abbastanza peculiare con il quale si è sviluppata la democrazia e anche la rinascita economica del nostro Paese
Ha rappresentato da un lato una pagina di grande progresso ma dall'altra ha portato in sé tutte le contraddizioni che sono poi esplose mortificando le possibilità di crescita e di competitività del nostro Paese
L'Italia la fine della seconda guerra mondiale in un Paese che avevo un forte deficit di democrazia
Di qualità della vita e di risorse economiche
E l'accordo che in buona sostanza consentì l'Italia di vivere la fase della ricostruzione della rinascita del miracolo economico fu quello di concentrare le poche risorse economiche di cui il Paese disponeva nella parte più forte del Paese che è il motore industriale centro nord
Di garantire la tenuta sociale del Paese distribuendo i chiave assistenziale risorse accaduta nel Centro Sud
Generando così una sorta di tessuto che tenesse insieme
Parti sociali e sistema economico e sistema politico cercando di tenere fuori dalla porta la minaccia fra virgolette comunista che allora era una minaccia con molto concreta e molto molto pericolosa non si può leggere la storia dell'evoluzione economica italiana senza dimenticare che ne siamo stati per oltre quarant'anni un paese di confine e di frontiera fra loro l'Est e l'Ovest un Paese nel quale per molti anni si è giocato sul serio su questo terreno molto bene ha fatto Cesare Romiti a ricordarlo sembrano vent'anni
Sembrano molto di più ma in realtà sono molto vicini noi questo il Paese al quale si è giocato fino in fondo uno scenario dei più terribili della guerra fredda degli ultimi cinquanta
E allora il sistema politico il sistema dei partiti che avevo una visione anche del Paese forte importante che ha consentito il grandissimo salto di qualità di un Paese che è uscito distrutto dalla guerra ha garantito da un lato alla crescita economica e di qualità della vita ma dall'altro lato determinato nel modo stesso in cui ha concepito l'erogazione delle risorse è quella radicamento della partitocrazia che poi nell'evoluzione tra i primi i secondi dire protagonisti della vita politica di questa Repubblica ha determinato poi la grande crisi degli anni ottanta e quindi la grande involuzione del rapporto tra politica economia questo Paese nel quale per molti anni
Direbbe quasi tutti gli anni di questa storia repubblicana l'abbiamo avuto una fortissima capacità di controllo di governo di ingerenza della politica nelle regole nel modo di essere modesti collassi dell'economia
Per cui da un lato un rapporto forte troppo spesso perverso tra politica economia ha condizionato la capacità dell'economia di rendersi forte competitiva e di muoversi in un mercato libero e di mercato con regole vere e trasparenti
E dall'altro lato l'ingessatura e le rigidità
Le ideologie ma anche i comportamenti concreti di tutti i giorni hanno determinato una struttura di tale come dire appesantimento per cui la stessa dimensione minima dell'impresa ha finito per diventare minima davvero
E quindi il Paese che produce più imprenditori al mondo continua a essere anche il Paese che ha il più basso numero di grandi imprese al mondo
Questi sono i due termini fondamentali delle contraddizioni sulle quali ci siamo giocati perché questo bisogno di sono con molta franchezza
Ci siamo giocati trent'anni di ritardo nel prendere un ruolo forte nella scena dell'evoluzione dei mercati e anche delle battaglie del capitalismo
A livello non solo europeo ma anche internazionale
Io stavo rispondendo ma Amato
Ma
Carissimo devo preoccuparmi se c'è un patto tra D'Alema e tre volte era una proprietà del servizio
Ma io volevo dire che io non è soltanto che la politica ha messo il naso nell'economia anche
Mi pare poco purtroppo se finisse Lonigo paesi al mondo e qui grandi gruppi industriali e finanziari posseggono i giornali va bene ma questo mi sembra è un americano
E sembra sembra in America nozione ma non sono i grandi gruppi industriali che passa intere giornate che ce l'hanno via radio rimontare in America ma della verità a dir la verità a dir la verità parte fa
Perché in tutti i Paesi nei quali c'è un capitalismo un po'dinamico diffuso con regole di mercato abbastanza trasparenti e competitive in genere l'economia che fa le regole la politica che poi io voglio dire l'economia che fa le condizioni
E il le la politica che poi si mette in condizione di realizzare come dire gli strumenti per e poi se volessimo vedere come poi i giornali da questo punto di vista voglio dire sono sinergici rispetto a un certo tipo di dibattito io penso che sia oggetto di altre tavole rotonde ragioniamo di quello di cui stiamo ragionando
Non ci troviamo di fronte a situazioni in cui il nostro Paese ha perso anni fondamentali
Sul piano industriale sul piano competitivo sul piano anche dell'evoluzione della capacità di accumulare di investire ricchezza perché abbiamo da scontare ritardi forti da questo punto di vista questo è un dato sul quale noi non possiamo far finta di niente perché è un dato sul quale noi davvero dobbiamo riflettere per capire quali sono stati gli errori commessi ed evitare di commetterne ancora in futuro
Questo è un punto di svolta determinante noi abbiamo nel corso degli ultimi quindici anni per non andare troppo indietro nel tempo sicuramente non facendo le riforme fondamentali sul piano dell'economia e sul piano della gestione della cosa pubblica
Impedito al nostro Paese di mettere in moto col processo di crescita competitiva che ha fatto perdere costantemente alle nostre imprese quote di mercato nello scambio internazionale oggi c'è stato il seminario di presentazione
Dell'analisi congiunturale del Centro Studi Confindustria e viene testimoniato in maniera assolutamente cruda come il nostro sistema competitivo abbia perso quote di mercato anno dopo anno ricorso agli ultimi cinque anni e questo purtroppo è un problema che ci portano indietro da tempo
Ed è un problema che si traduce in una marginalizzazione sempre più forte del nostro sistema competitivo e produttivo nell'interscambio internazionale
E allora
Se l'economia e costretta per tante ragioni che sono del tutto e sulle quali non vale avere di ragionare a darsi dimensioni piccole se le imprese non hanno la forza e la capacità di conquistare quote di mercato perché operano il sistema poco competitivo
Se di fatto abbiamo la struttura di fortissima frammentazione
è ovvio che anche quando ci sono opportunità di privatizzazione ci si cerca intorno per vedere chi sono i soggetti locali o nazionali capaci di competere e di comprare
Pezzi di Stato e non se ne trovano perché se sono impegnati ogni giorno il cercare di difendere le loro imprese
Pagando costi di sistema più elevati e giusto che innanzitutto facciano bene il loro core business cercando di sopravvivere su quel mercato
Ed è normale che non abbiano risorse sufficienti per fare operazioni che pure potrebbero essere interessanti ma che richiedono strutture finanziarie di cui non disponiamo
Ma che una Rocco una cosa nuova
Che il nostro Paese ha una struttura del credito debole fragile che stiamo cercando disperatamente di tenere un po'in piedi
Recuperando ritardi del passato ma che non ha strutture competitive rispetto a quello che accade in tutti gli altri Paesi con i quali ci misuriamo
E che è una cosa nuova che la crisi del sistema finanziario italiano e la poca trasparenza ma soprattutto alla poca dinamicità del mercato azionario ha radici e ragioni antiche alcune delle quali sono le le storture di costituzione materiale di cui parlava Tremonti ma altre ancora stiamo creando ancora oggi in questi giorni in questi minuti
La Germania tanto per dirne una da due anni
Da una riduzione del dieci per cento sul reddito di impresa sul prelievo fiscale del reddito d'impresa per le imprese che distribuiscono per favorire e incentivare l'andata in Borsa dell'impresa
Nel nostro Paese abbiamo fatto una riforma fiscale che premiando
La capitalizzazione all'interno delle imprese ed esattamente in direzione
Stiamo facendo adesso la riforma sul sulla legge delle successioni
Abbiamo un trattamento diversificato a seconda che noi andiamo a tassare
Le successioni di imprese quotate e le successioni imprese non quotate favorendo le successioni di imprese non quotate rispetto le successioni imprese quotate per fare esempi banali di queste ore
Allora noi abbiamo tutta una serie ai nudi di contraddizioni di ritardi di storture sulle quali dobbiamo davvero cercare di ragionare in chiave nuova se vogliamo liberare le risorse ma dobbiamo anche renderci conto che questo è un Paese che ha da un lato grandi opportunità
Una settimo otto forte un tasso di come dire Energia consistente secondo a nessun Paese col quale competiamo ma dall'altro ha bisogno di fare riforme cambiamenti importanti sui quali siamo in ritardo
Ora nessuno meglio del presidente D'Alema sa quali siano le cose da fare e quali siano i ritardi da colmare
Perché egli stesso ha cercato più volte nel corso del suo mandato di affrontare questioni di questo tipo e si è trovato poi di fronte a problemi non secondari la instabilità
Istituzionale con la quale facciamo i conti purtroppo da molto tempo ha impedito
Al governo D'Alema nati a quelli precedenti anche quello in corso di fare riforme importanti contro i veti e contro i divieti di pezzi di corporazioni di pezzi di sindacato di pezzi di conflitto
è vero che nel corso dell'ultima legislatura moltissime riforme sono iniziate se facciamo un elenco sono tante
Dagli ordini professionali
Alle riforme come dire fiscali alle riforme della pubblica amministrazione ma per varie ragioni
Tutte queste e tutte le altre ancora riforme iniziate sono riforme che hanno trovato questo ostacolo o con l'impedimento blocchi di corporazione di qua impedimenti dall'altro lato
E di fatto una stagione di riforme avviate e non completate non fa un pezzo di modernizzazione
Ci mantiene ancora indietro al palo in un Paese che ancora oggi continua portasse indietro contraddizioni che se non risolve ora che ci sono le condizioni economiche di quadro per essere affrontate non avrà la capacità di fare un salto in avanti forte in questa direzione
Allora la proposta sulla quale Confindustria sta lavorando nel corso degli ultimi nel corso delle ultime settimane da quando in Assemblea il venticinque di maggio assunto la presidenza di Confindustria e quella in buona sostanza di cercare di mettere in moto
Un processo forte di modernizzazione e cercare di lanciare al sistema politico da un lato e al sistema anche delle controparti sociali dall'altro lato si negato in primo luogo
Un'alleanza per la modernizzazione cercando soprattutto di fare un ragionamento di questo tipo nel corso degli ultimi anni abbiamo visto che tentativi di tipo concertativo
Logiche di piccolo scambio che finivano soprattutto nella concessione di piccoli favori corporativi fra le parti interessate
Non hanno consentito al Paese di imprimere quel tasso di crescita di competitività di modernizzazione in una parola di cambiamento e di riforme di cui il Paese ha disperatamente bisogno
E lo abbiamo visto perché l'hanno fatto altri Paesi con i quali noi competiamo che i cambiamenti vanno realizzati in tempi brevi perché il costo sociale politico corporativo che viene affrontato e deve essere superato ogni volta che siamo una vera stagione di riforme è un costo alto che quindi deve essere affrontato in tempi brevi e con grande determinazione
Su questa alleanza per la modernizzazione noi abbiamo cercato anche di disegnare un percorso di confronto con il sindacato che esce dalla logica assolutamente banale o conflitto o scambio concertativo e di tipo consociativo
L'abbiamo cercato di dire caro sindacato e Cara politica noi che scriviamo su questi terreni e sono chiamati per nome per cognome nella relazione del venticinque di maggio in tutti gli interventi che ho fatto da allora ad oggi incluso quello di questa sera
Ci sono alcuni fronti fondamentali lotta al alla illegalità lotta al lavoro sommerso
Ridefinizione dello stato sociale che rendono non solo più trasparente ma anche più equo
Inclusione di quei pezzi di Paese di quei pezzi di generazione che sono esclusi dei diritti di cittadinanza minima di questo Paese
Definizione di un quadro di competitività che consenta non so più crescita economica ma anche più benessere più civiltà queste sono alcune di quelle questioni fondamentali sulle quali
Bisogna saper giocare un confronto più forte un confronto più serio individuando quel percorso di riforme
Con le quali si creano non solo opportunità per rendere le imprese più competitive ma si creano anche quelle risorse addizionali per fare quegli investimenti iniquità sociale che sono fondamentali
Quando D'Alema dice bisogna aprire alla tutela dei deboli bisogna avere il coraggio e la forza di rilanciare su questioni quali ad esempio il TFR o l'altra ma lei su questo siamo prontissimi
Ma noi siamo prontissimi ad affrontare in una chiave però alta di modernizzazione di riforma un confronto vero nel quale si mettono in discussione le questioni fondamentali sulle quali si deve ragionare che rende il Paese più civile da un lato e più forte e più competitivo dall'altro
Ma questo richiede anche da un lato che i nostri interlocutori sciolga una vecchia contraddizione
Parlava a nome del paese quando metto militi i divieti a tutti i presidenti del Consiglio di questa legislatura o parlano a nome dei loro tesserati
E che separano come dicono a nome dei loro tesserati e che allora voglio dire il Governo il sistema della politica sia in grado di ricordarsi che parlano solo a nome dei tesserati e non dell'interesse generale del Paese e facciano il loro mestiere fino in fondo
E cerchiamo di darci perché il vestire venga fatto quella stabilità necessaria perché la politica delle riforme si apra senza che ci sia poi il ricatto del consenso della stabilità di governo che la mette in gioco minuto per minuto
Allora su questa chiave
Si gioca la capacità di far crescere le imprese di accumulare ricchezza e di rendere anche il capitalismo italiano da un lato più forte e più competitivo e dall'altro capace anche di avere più soggetti forti più soggetti che crescono una delle storture forti che noi ci siamo portati appresso in questi quarant'anni
Di sviluppo economico vero che il Paese conosciuto e che il Paese oggi continua a disporre di soggetti economici grandi di grande dimensione di numero troppo modesto per essere davvero grandi giocatori sul piano internazionale
E capace anche di articolare una dinamica di maggiore indipendenza rispetto al vecchio sistema della politica questo vale per la prima fase e ancora oggi troppo pochi soggetti forti per poter affrontare in termini competitivi l'aggressione dei mercati e dall'altro la ristrutturazione del sistema
Economico e finanziario italiano questo è l'elemento di ritardo con il quale oggi ne stiamo facendo i conti
E allora quando noi andiamo a vedere gli assets che il paese ancora in tasca e stiamo parlando di circa trecento mila miliardi mal contati senza contare il sistema delle municipalizzate
Parte di questi soldi sono dati dalla capitalizzazione attuale di Borsa delle imprese che sono quotate
Altra parte invece sono stime su imprese non quotate di cui lo Stato ancora il controllo e pace tutto il sistema delle municipalizzate e c'è tutto il sistema che viene a valle per cui una stima reale io francamente non ce l'ho ma insomma abbastanza più congrua
Ebbene se mai solamente pensassimo
L'impatto che potremmo dire sul piano della riduzione dello stock di debito pubblico e sul piano anche della riduzione della spesa di interessi in un momento in cui abbiamo uno scenario di interessi crescenti
Vendendo privatizzando in maniera rapida questi a sette che sono ancora tenuti in casa è avremo sicuramente una come dire
Una una botta significativa dal punto di vista economico in termini positivi in un momento in cui abbiamo ancora una spesa corrente forte e che a uno scenario sicuramente non del tutto ottimista visto l'andamento dei tassi d'interesse
Eremo soprattutto l'impatto formidabile in termini di riduzione di costi e di tariffe con un mercato più libero e più competitivo e allora si pone però la questione ma se non li vendiamo questi assetti e chi se li compra gli abbiamo i campioni nazionali che se li comprano questi asset
Ci sono i soldi in Italia perché queste cose le sanitaria questione giustissima per un Paese che voglia porsi anche il problema di evitare di non esser più come dire capace di essere il controllo del suo destino
Domanda la quale difficile rispondere
Avendo noi come Paese indebolito per quarant'anni la capacità di accumulazione di ricchezza e di crescita imprenditoriale di quelli che sono di soggetti che ci meravigliamo non essere pronti a farla corsa a fare queste acquisizioni perché impegnati nella difesa di ben di mercati e di battaglie aziendali
Trincea per trincea hanno per anni evitato e non avendo potuto accumulare abbastanza risorse e abbastanza strumenti finanziari
Però la risposta non può essere crediamoci campioni nazionali dimenticando che la vera strada maestra e di creare un paese campione esso stesso nel promuovere la sua competitività perché su questo dobbiamo stare attenti dobbiamo cioè renderci conto che siamo veramente ad un bivio e abbiamo oggi la possibilità da un lato di fare in fretta le riforme che sono necessari per far decollare
A riagganciare ad oggi questo treno della ripresa che passa con quindici anni di ritardo
Dopo che abbiamo marginalizzato la nostra capacità competitiva nel corso di tutti gli anni Novanta per il troppo peso che abbiamo dovuto sostenere fino a oggi dei conti pubblici e della crisi finanziaria che abbiamo come dire vissuto in maniera drammatica nella prima fase degli anni novanta e dall'altro lato
Dobbiamo renderci conto che questo salto di qualità va fatto in un momento in cui gli altri si stanno attrezzando come noi e più di lui per fare cose di questo genere
I tedeschi di cui parlavo prima
Due anni per due anni hanno ridotto del dieci per cento il prelievo sul reddito di impresa perché distribuisce adesso il governo Schroeder sta facendo una forte riforma fiscale per portare il venticinque per cento il prelievo IRPEG l'equivalente del PD verifiche sul reddito di impresa tout-court per tutti quanti
Cioè mentre gli altri hanno fatto del passato le riforme che li hanno resi forti e competitivi e noi stiamo ancora a discutere di quelle riforme oggi stanno facendo un ulteriore salto in avanti per diventare ancora più forti e competitivi restiamo sempre con le riforme di prima e allora da un lato questo non vuol dire che noi non riconosciamo
Che degli sforzi dei passi in avanti dei processi importanti e coraggiosi sono stati aperti
Perché questo sarebbe non solo ingiusto ma darebbe anche subito luogo a reazioni come per dire beh a Confindustria continua a dire sempre la stessa roba e non si rende conto dei passi in avanti compiuti e allora e in questa logica del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto che da qualche settimana continuiamo a rincorrere
Il bicchiere sicuramente può essere letto come mezzo pieno o come mezzo vuoto la verità è che noi dobbiamo limpidi fretta l'altra metà
Di questo bicchiere perché se ne lo rinviamo in fretta l'altra metà di questo bicchiere gli sforzi fatti verranno anche vanificati dal momento che la velocità con la quale i nostri concorrenti stanno cambiando è superiore a quella con la quale né oggi riusciamo a cambiare e allora se il gioco dell'OPA non vogliamo farlo diventare il salto dell'oca non se mi consente ci stretto questo piccolo gioco di parole
E ne dobbiamo con serietà e in fretta renderci conto che per fare le grandi riforme economiche e sociali di cui il Paese ha bisogno e di cui credo ne abbiamo anche il diritto di richiedere di rivendicare
Per rendere il nostro sistema produttivo e imprenditoriale più forte e il nostro capitalismo più saldo capace di crescere di competere in maniera più incisiva
Noi abbiamo bisogno di fare un passaggio obbligato e rapido una vera riforma istituzionale che ci dia non solo sul piano elettorale ma anche sul piano della stabilità e della governabilità quel quadro necessario perché poi chiunque andrà al governo le riforme le faccia
Con due preghiere per cortesia essendo a questo tavolo importanti leaders politici
Che
Il dibattito su quale Paese avremo non venga ridotto alle ultime settimane di campagna elettorale come è successo per le elezioni europee per le elezioni amministrative
Io credo che l'Italia abbia diritto di sapere noi imprenditori abbiamo il dovere e il diritto di sapere di quale Paese potremmo disporre la fine della prossima legislatura
Abbiamo tutto il diritto di sapere in quali condizioni di competitività potremo operare nel corso la prossima legislatura
Quindi il dibattito su cosa fare un dibattito che non può essere esaurito negli ultimi giorni di campagna elettorale e soprattutto ci piacerebbe vedere in questa fine di legislatura che corre il rischio di essere una legislatura
Un po'troppo sfilacciata
Una forte impegno perché quelli riforme istituzionali minime si facciano per dare poi veramente spazio con le riforme economiche
E io sono sicuro una volta fatte non faranno recuperare tutto il terreno perso ma sicuramente ci danno grandi capacità competitive e grandi prospettive perché comunque il nostro Paese
Forte con grandi energie e con grande voglia di fare
Grazie
Arrigazzi no Antonio D'Amato essendo alle otto e dieci credo che è un buon moderatore debba chiudere lo faccio semplicemente dando la parola per le conclusioni
Enrico Cisnetto per due motivi perché ci racconti cosa scriverà nella sesta settima ottava edizione oltre alle rettifiche chiesto dal presidente del Consiglio
Grazie me prima di tutto grazie
A tutti voi che avete partecipato e soprattutto per il modo con il quale avete in tutti i casi comprese le smentite le rettifiche voluto sottolineare la qualità del mio libro
Voglio rassicurare D'Alema Berlusconi la scarsa presenza di Berlusconi nel nella trama del libro non è non missione ma una valutazione e tra l'altro credo che in qualche modo come dire dalle maglieria fa dato un'opportunità rispetto a quello che è stata la mia valutazione perché la votazione è stata di una scarsa sia come imprenditore sia come politico di una scarsa rilevanza rispetto alle vicende che sono si sono svolte a meno che D'Alema non ci racconti delle cose che ancora non sappiamo e che non ho potuto scrivere che magari potrebbero essere oggetto di di uno il prossimo di una prossima riedizione dell'
Credo che Tremonti abbia ragione quando ha detto che le vicende nel cambiamento del capitalismo tra guardano molto prima di questo novantanove che in qualche modo si è voluto prendere come momento di passaggio
è vero ed è
Io credo
Se se se ne elenchiamo andiamo a vedere che sono tutte cose che sono fuori dalla nostra sfera la volontà la globalizzazione la creazione dell'euro e i processi di finanziarizzazione i processi di concentrazione sono tutte cose che sono fuori ma noi e ci hanno imposto di fare le cose quindi in realtà la scelta di descrivere
Questo capitalismo che arriverà via stabilmente si
Spezza
Ma è pur vero che tante delle vicende che sono si sono susseguite in questo hanno zero hanno tutte le caratteristiche della lotta dello scontro d'altra parte Romiti non se ne vergogna di sottolineare il fatto che che tratta sia punto di scontro e di lotte ma tutto questo è avvenuto sotto la pressione di qualcosa capi
All'esterno in fondo è caduto sono caduti più muri di Berlino e il capitalismo italiano
Dovuto sotto gli effetti di queste cadute del Murri prendere
Era la necessità di iniziare un processo di trasformazione io ho cercato di dare dei giudizi su questo processo di fatti trasformazione non so se siano stati giudizi ingenerosi incerto mi ha fatto un po'
Diciamo riflettere l'apologia del cambiamento che ho visto spesso fare sia in relazione alle vicende importanti come quella dell'OPA Telecom sia più in generale sul su quello che stato definito l'avvento degli Outside
Guadagno e covano
I nuovi protagonisti ecco mi pare che ci sia stato un eccesso di
Diciamo di sottolineatura di queste del valore di questi cambiamenti invio credo che venendo da
Vado così lungo di mancanza di cambiamenti di trasformazioni in forse il fatto stesso che si sia messo in moto un processo di per sé
Dava la sensazione dov'
Giudicare positivamente io credo invece che bisognasse entrare nel merito e troppo spesso non si entra nel merito delle cose non lo si è fatto con l'OPA Telecom il fatto che ci fosse qualcuno che stava fuori dai giochi che però
Altro con l'appoggio di qualcuno che dentro i giochi ci stava abbia fatto quell'OPA nei termini in cui l'ha fatta non è di per sé una garanzia di cambiamento di trasformazione positiva io non so se per esempio quello cui andiamo andremo incontro per parlare di una cosa futura
Con l'assegnazione delle licenze UMTS sia il modo più giusto per affrontare
Diciamo i
Sì i nuovi business che derivano dalla telefonia cellulare perché spesso si si siccome diversi confonde
Fatto di poter
Atti con
Rito del modo con il quale si fa non è automatico che aprire dei mercati significhi creare delle opportunità di concorrenza per esempio sulla ricevevo
TS la mia preoccupazione è scritto in questi giorni alcuni articoli miei è che si finisca per
Rafforzare un meccanismo di duopolio che certamente c'è già nella telefonia cellulare che
Se
Le cose al davanti come sembra che siano Certamen
Favorito dall'operazione di assegnazione delle licenze allora tutto questo per dire che occorre leggere in maniera può più approfondita e diciamo valore fra
Vero che ho voluto
Il mio libro è al lavoro che ho fatto è proprio questo legge
Era se volete un po'controcorrente e fuori dagli schemi le cose per quelle che sono e la evocazione che domani ci potrebbe essere un processo di colonizzazione così forte da era una battuta ma fino a un certo punto da mettere
In disco c'è la possibilità che ci possa essere un'OPA su Palazzo Chigi in qualche modo è il segnale il fatto che e lo dico esplicitamente io sono fuori dalla dalla pubblicistica corrente che disprezza la politica e che ritiene che la politica debba stare I magi io penso che la politica con la P maiuscola deve assumersi fino in fondo grandi responsabilità non mi sono mai scandalizzato del fatto che la politica si sia occupa
Delle vicende della grande finanza non sono tra coloro che hanno definito Palazzo Chigi una banca d'affari anzi direi che tendenzialmente disprezzo colui che ha inventato questa questa definizione
Però penso che che tutto questo debba corrispondere diciamo una capacità
Diverso e più alta più forte rispetta l'assunzione responsabilità della politica e se c'è una messaggio che li voleva
è proprio questo togliamo la p minuscola mettiamo con la maiuscola politica grazie grazie moltissime ricco ringrazio tutti