"Mario Monti, il commissario europeo che piace anche ai sindacati..." servizio realizzato con materiale d'archivio

Mario Monti il commissario europeo che Prodi il Palazzo i sindacati vogliono fortissimamente riconfermare nel suo incarico soprattutto per sbarrare la strada alla pericolosa Emma Bonino facendolo passare anche per quello che non è mai stato sarà il protagonista di questo programma realizzato con registrazioni d'archivio
La prima è del ventotto marzo mille novecento
Novantotto si tratta di un intervento pronunciato
Durante un convegno della Confindustria sull'Italia da semplificare
Siamo tutti consapevoli che la nascita dell'euro è per l'Europa
E che l'ingresso nell'Euro è per l'Italia solo il punto di partenza di un nuovo percorso ancora più impegnativo
Sì è proprio vero che si apre una fase due per l'Europa e per l'Italia
è anche vero che se la fase uno aveva scritto sullo striscione del traguardo moneta la fase due ha scritto lavoro occupazione in Europa così come in Italia ma vanno evitati due errori
Anzitutto non bisogna credere che al secondo traguardo occupazione sarebbe stato possibile avvicinarsi prima o in modo meno faticoso senza la prima tappa che ora sta per concludersi
In secondo luogo non bisogna pensare che la seconda tappa possa essere diversa dalla prima come concentrazione sul rigore finora è prevalso il rigore macro sulla finanza pubblica ora deve aversi anche un rigore micro sul mercato
A livello europeo per sviluppare un governo dell'unione economica e monetaria a livello italiano per sviluppare una competitività nell'Unione economica e monetaria
A livello europeo si lamenta la mancanza di un governo economico dell'Europa
Condizione necessaria per una seria politica dell'occupazione
è giusto lamentarsi di questa mancanza anche opportuno però osservare che in modo abbastanza silenzioso dietro il paravento della moneta unica si sta costruendo pezzo dopo pezzo in questi mesi un embrione di governo economico dell'Europa non solo per la moneta e per la politica di bilancio attraverso il Trattato di Maastricht e il patto di stabilità ma anche per altri aspetti attraverso il vertice di Amsterdam attraverso il vertice di look di Lussemburgo e la scorsa settimana attraverso il Consiglio Ecofin di io in cosa consistono questi passi verso un governo non puramente monetario dell'economia europea
Per quanto riguarda l'occupazione si è preso una linea io credo piuttosto ragionevole
Di lasciare molta responsabilità agli stati membri ma di stimolarli a presentare dei programmi per rendere per esempio più flessibili i loro mercati del lavoro
Per quanto riguarda la politica fiscale tributaria è stato raggiunto un primo accordo importante nel dicembre novantasette un pacchetto di misure contro la concorrenza fiscale nociva
Voglio qui sottolineare che non possiamo né intendiamo combattere la concorrenza fiscale come tale in Europa l'Europa ha bisogno di una minore pressione fiscale non di una maggiore pressione fiscale
Non intendiamo costruire un cartello degli Stati contro i mercanti e contro le imprese
Ma intendiamo questo sì eliminare una serie di paradisi fiscali
Che rendono poi inferno fiscale più grave per la generalità dei contribuenti e per i lavoratori in primo luogo i sistemi tributari europei
In questa linea abbiamo tra l'altro approvato di recente un provvedimento di interesse per le imprese che elimina la doppia imposizione sui pagamenti di interesse e di royalties
Tra imprese associate nel mercato unico per quanto riguarda il mercato unico seguiamo una linea di governo del mercato
Basata molto sulla semplificazione e devo dire che lavorando dalla Commissione per la semplificazione delle norme sul mercato unico europeo apprezziamo e apprezzo in particolare l'azione che il ministro Bassanini ha svolto e che via illustrato qui ieri e quella europea del resto parteciperemo insieme lunedì ad un Consiglio dei ministri a Brussel su questi temi e e piuttosto avanzata e procede lungo linee simili la presidenza britannica dell'Unione Europea che come sapete governa questo semestre sta ponendo particolare accento sulla flessibilità dei mercati
E nel Consiglio Ecofin della settimana scorsa Jörg si è stabilito che non solo i bilanci pubblici ma anche i mercati nazionali
Dei prodotti dei servizi dei capitali saranno sottoposti ad una sorta di monitoraggio in modo che tutti siano in grado di veri care quanto progresso fanno gli altri per rendere i rispettivi mercati più flessibili perché questo nell'interesse generale dell'Unione Europea
Se queste sono le tappe in corso mentre l'opinione pubblica lamenta la mancanza totale di un governo dell'economia europea lo stiamo costruendo se queste sono le tappe in corso a livello europeo sul piano italiano la fase due
Che io credo debba essere orientata aggressivamente all'occupazione si chiama competitività competitività nell'Unione economica e monetaria
Voi sapete benissimo quali sono i fattori che determinano la compatti la competitività di un Paese quelli essenziali sono la qualità del capitale umano
Le infrastrutture
La pressione fiscale la flessibilità dell'economia e dei mercati
Io non li percorro questi fattori le conoscete meglio di me sulle infrastrutture però voglio dire una parola
Dal mille novecentosettantuno per ventisette anni consecutivi il settore pubblico italiano ha distrutto risparmio privato lo Stato si indebitavano non per investimento ma per spese di consumo pubblico
Come diceva Paolo Bassi l'intenzione di risparmio delle famiglie è tradita dal settore pubblico
Per la prima volta nel mille novecentonovantotto il saldo corrente del settore pubblico italiano sarà attivo
Per la prima volta l'indebitamento nuovo sarà dovuto a spesa pubblica di investimento rimane certo da verificare che si tra di di investimenti pubblici veri e seri ma non si può dimenticare la politica per le infrastrutture come fattore di competitività
Per fare posto alla spesa per investimenti pubblici occorre naturalmente ridurre ancora di più la spesa corrente e credo che siamo tutti d'accordo che qui faticosamente molto altro rimane da fare
La pressione fiscale come fattore di competitività è chiaro che l'Italia dovrà ridurre la pressione fiscale
è altrettanto chiaro che con il debito pubblico che si ritrova e che come sapete non sfugge ai nostri partners europei
Il movimento verso la flessione della pressione fiscale dovrà io credo e temo essere più lento che altrove
Ma questo mette in gioco secondo me ancora di più l'altro elemento quello della flessibilità un'impresa che deve scegliere dove localizzarsi
Se in Italia o altrove guarda certo alla pressione fiscale e guarda anche alla flessibilità se il Paese
Per i comportamenti del passato e quindi per il debito non è in grado di diminuire troppo rapidamente la pressione fiscale io credo debba andare ancora più velocemente degli altri nell'accrescere la flessibilità della propria economia se vuole essere competitivo
La flessibilità riguarda certo il mercato del lavoro e delle professioni
E da osservatore da Bruxelles o molto apprezzato quello che è stato fatto per esempio in materia di commercio in materia di Pubblico impiego
Meno quello che è in corso di dibattito per quanto riguarda l'orario di lavoro ma la flessibilità riguarda anche i mercati finanziari e creditizi riguarda il mercato del governo dell'impresa dove l'Italia con una recente riforma sulla corporate governance ha fatto passi avanti
E qui devo dire mi sembra legittimo che l'Italia aspiri a mantenere una certa italianità delle proprie impresa ma vi posso assicurare che non è legittimo e non sarà consentito che ciò venga fatto non attraverso la forza del mercato ma attraverso eventuali ostacoli a libero gioco del mercato unico
è stato notato in Italia che in dicembre abbiamo avviato una procedura d'infrazione nei confronti dell'Italia in materia di golden share
L'Italia non pensi che l'attenzione sia riservata solo ad essa
Contemporaneamente avevamo aperto anzi portato alla corte di giustizia il Portogallo per una cosa analoga riaperto un approccio ora d'infrazione nei confronti del Regno Unito mercoledì scorso ho aperto in commissione una procedura nei confronti del governo francese per la signora specifica l'equivalente della golden share nel caso della Elf a chi tenta e poi la flessibilità nel mercato dei prodotti lasciatemi esprimere la convinzione più profonda
Che l'Italia deve ancora rendere più flessibili i mercati dei prodotti anche riducendo ulteriormente gli aiuti di stato all'impresa pubbliche e private anche quando prendano forma di incentivazione per l'acquisto di certi prodotti o per l'effettuazione di certi lavori
Voglio fare ancora un'osservazione sul fatto che in questa fase in cui sarà così importante portare l'azione ramificata a livello microeconomico per accrescere la competitività
Sarà importantissimo percepire per tempo quello che fanno gli altri e prendere gli esempi giusti
Alcune volte nel recente passato rendersi conto con ritardo di ciò che l'Europa stava facendo è costato all'Italia
Nel giugno del novantasei era chiaro dall'estate del novantacinque che occorreva avere il disavanzo pubblico al tre per cento per l'anno mille novecentonovantasette
Ancora nel giugno del novantasei il governo si proponeva di per rientrare al tre per cento nel novantotto ci furono intensi dibattiti Init Valli a luglio ed agosto e mi pare anche a valenza in settembre poi il governo molto meritoriamente decise di anticipare l'obiettivo ma ci si fosse mossi prima come era possibile sarebbe stato possibile con più tempo a disposizione
Dare una natura più strutturale e più orientata alla spesa agli interventi di risanamento ancora nel luglio scorso luglio del novantasette vi furono alcune dichiarazioni dei ministri delle finanze tedesco e francese sull'alto debito pubblico italiano
Si cercò di farlo presente in Italia ma ci furono reazioni piuttosto indispettita credo che se allora prima cioè di adesso il problema del debito pubblico nella sua Altezza fosse stato portato più al centro del dibattito italiano il clima d'opinione non si sarebbe impossessato un po'prematuramente di una certa euro furia nell'estate scorsa
Forse la riforma delle pensioni avrebbe est potuto essere anche più incisiva io credo non si può escludere che non ci sarebbe stato in quel diverso clima l'apertura della crisi di governo in ottobre e forse non ci sarebbe stato il passo verso le trentacinque ore
E credo non non si sarebbe dovuto assistere in queste ultime settimane al a richiami di ministri delle finanze di questo o quel Paese
Se dell'Europa centro-settentrionale che pongono nuovi e lenti di condizioni per quanto presentate in modo asettico e erga omnes
Concludo chiedendo mi da Bruxelles
Senza alcuna
Alcun intento di intervento sulla tematica politica interna italiana
Ma con la profonda e continua preoccupazione che tutto vada per il meglio per quanto riguarda l'ingresso dell'Italia
Nell'Unione economica monetaria mi chiedo se tra oggi e il due maggio qualcosa non possa essere fatto so che il Governo ha l'intenzione di presentare molto tempestivamente il Documento di programmazione economica e finanziaria
So anche che in alcuni Paesi europei si apprezza l'azione del governo ci si chiede quanto sarà sostenuta negli anni a venire mi chiedo sarebbe il governo sarebbe la maggioranza
Pronto l'una pronta l'altra a chiedere e sarebbe l'opposizione è pronta a offrire prima del due maggio un accordo sul sentiero precisato per bene per i prossimi anni vicini e anche più in prospettiva
D'altra parte l'Italia deve rassicurare l'Europa su alcune cose ma altre cose da esigere dall'Europa mi chiedo quindi se non si possa pensare ad una sorta di accordo nazionale sull'Italia in Europa
Che accanto alla parte di rassicurazione a largo spettro politico sulla persistenza nel tempo dell'azione di risanamento includa alcune cose che Lita Alia chiede all'Europa non come contropartita e non come condizione ma come accompagnamento per esempio anticipare alcune riforme istituzionali che impicci hanno il funzionamento dell'Europa per esempio in materia fiscale per esempio una maggiore attenzione agli investimenti nelle reti transeuropee nella consapevolezza io credo che avranno anche quelle parti politiche che in Italia non guardano più esclusivamente al tema dell'occupazione
E senza un'azione congrua a livello europeo per l'occupazione
Il problema dell'occupazione in Italia non si risolve mi chiedo quindi se non vi sia spazio e converge Enza di interessi e tempo ancorché poco per un simile accordo nazionale sull'Italia e l'Europa dopodiché e questa è proprio la mia osservazione conclusiva l'Italia sta avendo un po'per volta tutte le carte in regola per prendere la guida del processo dalla costruzione europea per essere uno dei fattori di guida per la crescita e l'occupazione in Europa oggi occorre più governo europeo questo richiede che gli stati membri siano disposti a cedere qualche quota di sovranità come hanno fatto per la monnezza cessione che non è una perdita è un recupero mediante trasfusione
L'Italia è l'unico tra i grandi Paesi europei che può spingere in questa direzione
Perché è l'unico che ha un'opinione pubblica che vede volentieri questo trasferimento di sovranità sul piano sopranazionale Italia ha già provato a forzare in questa direzione per il trattato di Amsterdam ma era ancora un Paese con poco peso ancora poco credibile ora le cose stanno cambiando cambiano questo darebbe un grande beneficio in termini di rafforzamento della comunità e l'Italia ne sarebbe ripagata con Inter e sì composti perché sappiamo nella storia di questi decenni che ogni rafforzamento della comunità acconsentito poi all'Italia di migliorare se stessa di trasformarsi e di modernizzarsi nessuno più di voi nessuno più degli imprenditori ha interesse ad un'Italia che tra sfonda la propria sovranità in un'Europa più forte
Non sempre gli imprenditori italiani hanno giocato in questa direzione
Nel cinquantasette la classe imprenditoriale non era all'avanguardia per l'ingresso dell'Italia nel mercato comune nel settantanove non era all'avanguardia per l'ingresso dell'Italia nello SME questa volta sì lo siete stati per l'ingresso nell'euro sia pure dopo dibattiti interni anche difficili siete stati un fattore di spinta in questo la classe imprenditoriale di oggi io credo è stata migliore e più europea di quella di quaranta e di quella di vent'anni fa mi auguro vi auguro perché sappiate esserlo anche in futuro essere fattore di spinta e sempre di più grazie
Così Mario Monti il ventotto marzo mille novecentonovantotto al convegno della Confindustria
Su l'Italia da semplificare
Il prossimo intervento è del ventisei agosto mille novecento novantotto
Così come più società fa bene allo Stato io credo che più Europa faccia bene alla società perché siamo abituati a pensare all'Europa come una struttura magari seria ma di vincoli di divieti di possibilità negate
è sbagliato
L'Europa certo a che fare con i vincoli però se ci pensiamo bene l'Europa sposta dei vincoli che erano in un luogo sbagliato e li sposta nel luogo giusto ciò che l'Europa il più delle volte fa di rimettere
A carico degli Stati nazionali
Dei vincoli che questi Stati erano riusciti a scrollarsi dalle loro spalle e ammettere impropriamente a carico dei singoli cittadini o delle singole imprese
Vorrei fare due esempi per quanto riguarda l'Italia i vincoli di Maastricht tanto
Penosamente vissuti ma lasciamo perdere che hanno portato alla moneta unica ma i vincoli di Maastricht che cosa hanno fatto hanno messo finalmente fine
A un sogno uso di nuovo un termine che qui ci viene proposto falso nel quale la società italiana si era cullata per decenni cioè il il sogno che si potesse accontentare tutti
Dando ad alcuni oggi senza togliere contasse ad altri oggi ma semplicemente gravando le spalle di chi doveva ancora nascere o crescere cioè alle vostre spalle
Già le generazioni future oggi sono arrivate di grande debito pubblico ecco l'Europa di Maastricht ha Ri spostato a carico dello Stato del bilancio pubblico questo vincolo cioè a rimesso in essere una società in fondo più etica più corretta
Un altro vincolo più recentemente cosa meno nota ma sulla quale anche bisogna riflettere la Corte europea di giustizia
A definitivamente spezzato la possibilità per l'Italia di avere il monopolio pubblico del Colbert Collocamento
Ecco un altro
Vincolo che modifica le cose
E tutte e due questi vincoli che hanno operato io credo sia legittimo dire
Che fanno bene alla società quindi vediamo per favore l'Europa non solo come qualcosa che integra diversi stati quasi lasciandoli immutati
No c'è questa integrazione che ovviamente fa bene alla pace e non è un piccolo dettaglio ma soprattutto c'è una trasformazione profonda delle singole società in un senso più rispettoso dell'individuo
E più
Corretto
Certo non è solo sullo stato che si esercitano i vincoli dell'Europa
Per esempio in questo periodo decisioni europee stanno un po'per volta sgretolando
I poteri degli ordini professionali di stabilire tariffe violando il mercato ecco un'altra cosa che favorirà il cittadino
E se ci pensiamo quello che c'è in Comune a questa azione dell'Europa un'Europa che purtroppo non è tanto capace di spiegarsi questo è vero
C'è il l'intento di includere chi prima veniva escluso prima il giovane o il nascituro veniva escluso da un processo che avveniva a carico delle sue spalle prima che nascesse
Così per quanto riguarda la partecipazione al mercato Soggetti venivano esclusi ora vengono inclusa e io riprendo lo spunto del presidente Spallanzani l'Europa
Sta cercando di prestare ma certamente deve farlo ancora di più
Più attenzione alle piccole e medie imprese ma certamente le nuove direttive che l'Europa sta producendo sono prima di tutto meno numerose che in passato
Poi più rispettosa e di tutta l'articolazione della realtà dell'impresa a cominciare dalle medio-piccole certo bisogna poi che i singoli Stati non mettano il sopra più di oneri in sede di recepimento della direttiva e poi va anche tenuto presente che la politica della concorrenza quella politica così duramente praticata da Brussel e de di solito
E praticata per tutelare spazi per le piccole imprese
Contro il l'eccessivo potere di mercato delle grandi e la politica della liberalizzazione non posso non menzionare la riferendomi a quanto ha detto il dottor Scaglia circa il settore che naturalmente Luís conosce meglio quello che la telefonia della telefonia mobile
Anche qui è stato da l'Europa che si sono sgretolarsi Monopoli che sono nate nuove possibilità che sono crollati i prezzi delle comunicazioni e che sono nate quelle possibilità di lavoro alle quali anche gli affatto
Allusione ecco scusatemi per questa prima parte un po'di parrocchia europea ma io credo proprio che sia come lo sto raccontando e credo che sia importante che nei singoli Paesi questo
Si percepisca nei singoli Paesi non solo attualmente in Europa
Voglio ricordare un recente episodio come sapete la Polonia e candidata ad entrare nell'Unione Europea ma un grande protagonista della vita polacca la chiesa era molto riluttante molto esitante fino a circa un anno fa
Poi i l'episcopato polacco guidato dal cardinale lento ha deciso di fare una visita a Brussel e ha in mente di immedesimarsi per due o tre giorni nella realtà delle istituzioni europee
L'abbiamo scoperto dopo ma l'intento di questa visita era capire se l'Europa è solo una costruzione di mercati etimo netta o se ci sono sotto dei valori
Il responso è stato positivo da quel momento la Chiesa polacca
è molto più a sostegno delle ambizioni di ingresso in Europa del governo polacco
Vengo al punto più specifico Europa fisco e lavoro
Naturalmente
E drammatico questo problema della disoccupazione in Europa non dipende solo dal solo dal fisco
Ciò che l'Europa può fare e sta facendo è anzitutto costruire un grande mercato unico Corona Rocco la moneta unica mettere cioè le imprese europee in grado di avere una casa economica molto più grande un effettivo continente e non solo un singolo paese ma la fiscalità ha effettivamente un ruolo molto importante Vito qualche intatto
Negli ultimi quindici anni in Europa e in media l'onere fiscale sul lavoro calcolando le imposte e i contributi
è salito di sette punti percentuali quello sui capitali è diminuito sui capitali e su gli altri fattori di produzione e di Min diversi dal lavoro dipendente è diminuito di undici punti
L'Europa è qui al quarantadue per cento di onere sul lavoro gli Stati Uniti e Giappone in media al ventisette per cento
Ebbene
Secondo studi recenti della Banca mondiale questo rincara Rossi fiscalmente del lavoro in Europa
Sarebbe responsabile parlo dell'Europa di quattro punti percentuali di disoccupazione cioè più di un terzo dell'attuale disoccupazione complessiva in Europa e questo è perfettamente chiaro perché si rende sempre più costoso quel fattore di produzione che invece è disponibile in sopra più il lavoro e si rende sempre più conveniente impiego del capitale
Ecco perché abbiamo ritenuto necessario muovere passi
Decisi verso un coordinamento della fiscalità in Europa ma uno dice cosa c'entra questa forbice che lei ha messo in luce col coordinamento della fiscalità centra perché la caduta della tassazione sui capitali e la salita della tassazione sul lavoro sono il risultato di una concorrenza fiscale tra gli Stati derivante dalla mancanza di armonizzazione logicamente la concorrenza
Si esercita di più a vantaggio di quelle basi imponibili che possono muoversi facilmente andando a cercare il luogo più conveniente come i capitali la cui tassazione scende
E invece è gli Stati sono costretti in contropartita ad accrescere la tassazione sul lavoro
Ecco perché è necessario un coordinamento della fiscalità
Che è iniziato con primi passi concreti e sono le sfide che sono attualmente in corso a Brussel dopo la moneta unica
Attenzione non vogliamo creare un cartello degli Stati per rendere a loro più facile spremere risorse dall'economia e dal settore privato no
Difendiamo la concorrenza fiscale tra gli Stati ma individuiamo delle forme di concorrenza fiscale nociva e sleale precisando le in concreto e contro di queste ci stiamo muovendo con l'accordo dei quindici Stati membri per fare un esempio
Sarà possibile per uno Stato a vere una aliquota sulle società bassa più bassa della media europea anche molto bassa
Ma non sarà possibile per quello Stato avere delle finestrelle di esenzione o di trattamento particolarmente agevolato per le imprese di altri paesi trattando le meglio delle proprie per sottrarre attività dagli altri Paesi
Ci stiamo quindi muovendo in questa direzione
E tutto questo è tecnicamente Complesso politicamente difficilissimo ma io temo che se non si fanno passi concreti
Il governo italiano appoggia questa politica in questa direzione possiamo scordarci una seria ripresa dell'occupazione in Europa
E qui una rapidissima parentesi sussidiarietà un'altra parola chiave di questo convegno è una parola importantissima
E in Europa ci sforziamo di tradurla in pratica rinunciando a legiferare laddove possono farlo meglio gli stati o le Regioni
Però attenzione sussidiarietà non vuol dire sempre e necessariamente decentramento delle decisioni il più delle volte si ma non sempre gli ho portato un esempio quello del fisco dove senza viceversa un po'più di coordinamento
Centralità no non si riesce a rendere la fiscalità in Europa più favorevole al lavoro infine il problema della occupazione e del suo legame col fisco certamente non è solo europeo
E c'è è anche italiano e anzi in Italia c'è un certo sopra più e io sono molto in sintonia con quello che hanno detto il presidente Long presidente Spallanzani
Il sotto diversi punti di vista il problema della disoccupazione in Italia è più grave soprattutto per la concentrazione sui giovani e sul Mezzogiorno
E disturba anche di più fa più rabbia perché l'Italia un Paese che ha più potenziale di altri paesi e qui le le le parole sto chiave sono state già messe sul tavolo sono flessibilità e sono tasse certamente e per quanto riguarda le tasse la velocità di riduzione riduzione che pure è necessaria nella pressione fiscale in Italia sarà purtroppo per quanto grande sia la buona volontà dei governi più lenta che in altri Paesi perché gli italiani della nostra generazione i vostri genitori hanno creato quel grande manufatto di debito pubblico che oggi grava sulle spalle vostre e delle generazioni ulteriori e quindi sarà più lento che in altri Paesi questo processo e meno male che è venuta quella cattiva Europa a infrangere la continuazione di quel falso sogno di inganno
Ma sarà più lento questo processo
Naturalmente va condotto con molta decisione anche andando a intaccare quelle fonti tuttora non controllate di spesa strutturale come sono sì per esempio siccome per esempio il sistema pensionistico
Ma se dovrà essere purtroppo un po'più lenta che in altri Paesi la discesa della pressione fiscale per le ragioni dette non ci sono viceversa ragioni per cui l'aumento della flessibilità
Nei mercati non possa essere veloce come negli altri paesi o anche più veloce e sono stati portati qui da uomini che hanno esperienza diretta esempi di queste in flessibilità certamente l'Italia ha fatto qualche passo recentemente verso una maggiore flessibilità dei mercati ma io credo che ne occorrano molti altri con molto coraggio e in tempi brevi per questo di questo dibattito sulla programmazione che è riemerso in Italia io colgo un aspetto molto positivo che avevo io stesso un anno fa cercato di porre in luce cioè venendo meno la visibilità dei vincoli di Maastricht occorre che dall'interno dell'Italia ci si dia la forza di osservare di darsi e di osservare determinate scadenze per azioni strutturali di liberalizzazione dei diversi
Mercati ma anche di smantellamento di aiuti pubblici all'impresa che sono tuttora troppo elevati quindi non è un'operazione né di destra né di sinistra ma un'operazione di maggiore flessibilità e anche in questa programmazione io vedrei come essenziale la fissazione di scadenze per i passi avanti in quel sistema educativo di cui il dottor Scaglia ha sottolineato la grande centralità ora si sente in questi giorni parlare di di Patti
Patti se sono espressivi di concordia piuttosto che di discordia vanno bene per definizione ma io credo che Patti che implichino
Necessariamente per il modo in cui sono formulati un ruolo maggiore per le grandi corporazioni di datori di lavoro e di lavoratori
Ben difficilmente possano dare la prospettiva di quella discusso ossificazione delle con Omnia italiana che queste grandi corporazioni col consenso delle autorità pubbliche e di un'opinione pubblica poco attenta in passato hanno creato e in particolare vero quanto viene anche scritto oggi su alcuni giornali che queste grandi corporazioni non sono rappresentative dei giovani non sono rappresentative degli esclusi come possono in qualunque patto si a qualunque patto diano vita
E esprimere politiche che riformi no rapidamente e in profondità il sistema pensionistico in modi di accesso e di uscita dal mercato del lavoro se sono rappresentative di altri interessi
Ieri qui si ha parlato di sciopero generale io non entro naturalmente in questioni che sono anche di natura politica ma mi veniva spontaneo venendo qui di fare questa riflessione con la quale concludo
Se c'è uno sciopero che sarebbe giustificato io non credo che sia lo sciopero generale ma uno sciopero per così dire generazionale una sorta di sciopero dei giovani giovanili quali
Il quale se vogliamo essere lucidi fino in fondo salvo una radicale innovazione dei meccanismi economici italiani
Vanno incontro a probabilità non elevate di trovare lavoro
E ha probabilità elevatissime se quando lavano hanno trovare l'avranno trovato di vedersi sottratta da imposte una quota del loro reddito più alta dei loro coetanei di altri paesi
Per far fronte al servizio di sistemi generati nel passato di pensione di sicurezza sociale eccetera sistemi generati quando l'Europa non aveva ancora diffuso la consapevolezza che quel sogno non poteva non poteva andare avanti quindi naturalmente è uno sciopero molto tra virgolette quello al quale vi incito però io credo che ci sia la necessità di una riflessione di protesta di una contestazione in un certo senso come c'è stata in altri decenni su altri temi
Nei confronti dell'opinione pubblica del mondo politico soprattutto una riflessione e credo che una riflessione come quella che voi state conducendo oggi è in questi giorni vada chiaramente
In questa direzione e io vi ringrazio di avermi invitato ha partecipato
Compiuto concludo
Era uno stralcio dell'intervento pronunciato da Mario Monti il ventisei agosto del novantotto al meeting di Rimini concetti ulteriormente ribaditi anche durante un altro convegno della Confindustria
Più precisamente dei giovani imprenditori del tre ottobre di quella
Io sono stato molto colpito devo confessarlo
Dal grande dibattito sollevato un mese fa da una mia frase pronunciata al Meeting di Rimini frase che io ritenevo e ritengo
Di grande banalità
Sono andato a rileggerla e e e anche abbastanza sgrammaticato concludevo le mie parole i giovani
Traendo solo spunto dal fatto che il giorno prima si era parlato ma io non entravo nel merito di questa questione di sciopero generale dicendo se c'è uno sciopero che ha giustificato io non credo sia lo sciopero generale ma uno sciopero per così dire generazionale
Una short una sorta di sciopero dei giovani giovani quali se vogliamo essere lucidi fino in fondo salvo una radicale innovazione dei meccanismi economici italiani
Vanno incontro a probabilità non elevate di trovare lavoro
Chi ha probabilità elevate se e quando l'avranno trovato
Di vedersi sottratta da imposte una quota del loro reddito più alta dei loro coetanei di altri paesi per far fronte al servizio di sistemi generati nel passato di pensione di sicurezza sociale eccetera
Quindi è uno sciopero molto tra virgolette quello al quale vincitore però io credo che ci sia la necessità di una riflessione di protesta
Di una contestazione in un certo senso come c'è stata in altri decenni su altri temi nei confronti dell'opinione pubblica del mondo politico soprattutto una riflessione su temi che riguardano voi direttamente ebbene ho ricevuto in gran numero di lettere di singoli giovani ma nella circostanza ho anche scoperto che ogni organizzazione sociale ogni partito politico dall'estrema destra estrema sinistra a un suo movimento Giovani avrei dovuto saperlo lo scoperto empiricamente in questo caso vedendola
Vedendo queste
Reazioni ora nel dibattito qualcuno ha detto ma così si alimenta lo scontro il conflitto tra le generazioni
A parte che se c'è materia per conflitto meglio che sia esplicito piuttosto che sopito
Ma poi siamo sicuri che ci sia conflitto
Certo i giovani sarebbero i veri beneficiari di una politica pensata sul lungo termine ma non certo gli unici
Se vogliamo proprio pensare al problema delle pensioni
è ormai evidente a tutti che il sistema pensionistico attuale
Diventerà abbastanza rapidamente insostenibile una sua riforma e inevitabile non solo per i giovani e per le generazioni future ma io credo anche per i lavoratori oggi attivi
Perché essi sanno che le generazioni future non saranno in grado di finanziare coperture pensionistiche quali quelle attuali ma ignorano quali aggiustamenti verranno introdotti non hanno nessuna visibilità sul proprio futuro
E se avranno possibilità di lavorare più a lungo
Data la situazione del mercato del lavoro quali sono le esigenze di risparmio necessarie ad assicurarsi la pensione quali strumenti finanziari avranno per la gestione di tali risparmi progressi nei fondi pensione sono importanti
Quindi mi mi chiedo è una riflessione non è una proposta politica mi chiedo se
Riforme non accrescano in realtà la certezza
Dei non giovani oltre a tutelare meglio i
Giovanni
Io non vorrei leggere domani per l'ennesima volta cosa che peraltro in questi giorni tanti stanno facendo quotidianamente Monti insiste riformare le pensioni è semplicemente una riflessione nessuno contesta che in molti Paesi ma in Italia più che in altri Paesi occorra intervenire
E che farlo prima sia meglio che farlo dopo ma molti dicono il Paese non può
Io non so come si faccia percepire se il Paese vuole o non può
Quello che so è che sappiamo tutti e che ci sono state tre occasioni negli ultimi quindici anni in cui si era convinti per saggezza comune che il Paese non avrebbe voluto
Eppure nel mille novecentottantacinque sapete l'esito del referendum sulla scala mobile
Nel mille novecentonovantadue sapete con quanta serenità il Paese abbia assorbito il pacchetto Amato di novantatré mila miliardi e come gli sforzi dell'attuale Governo nel mille novecentonovantasei novantasette per il traguardo europeo siano stati capiti
Certo il problema è un problema di definizione di controllo rigoroso per evitare che passino per investimenti pubblici come tante volte è avvenuto in passato
Per esempio conferimenti di fondi di dotazione in prese del settore pubblico a copertura di perdite di esercizio
Io credo e io credo che nel pensare anche politiche per contrastare l'attuale
Profilarsi di una recessione anziché indiscriminate politiche di rilancio
Sarebbe opportuno pensare strutturalmente a far passare attraverso
Vaglio molto rigoroso io credo forse anche in sede europea di definizione e di e di verifica di quello che si tratta un occhio più di favore per gli investimenti pubblici come un poco conosciuto articolo
Del Trattato di Maastricht
In un modo un po'indiretto consente finisco dicendo che
Io ho molto rispetto
Sia per la sinistra sia per la destra
Ma credo che sia una distinzione sempre meno rilevante
Mi pare che il vero bipolarismo non Espresso sia quello tra un polo del futuro e un polo
Della conservazione in buona fede del passato nel presente
Le decisioni politiche sono sbilanciate perché quelle negli interessi delle generazioni future sono certamente spesso ostacolate
Da dai presenti che sono più numerosi dei futuri che in gran parte non ci sono e sono più rappresentati presenti nel sistema politico io so bene che di governo del Parlamento in primis ma anche le organizzazioni sociali fanno sforzi per avere una visione complessiva per il incorporare questi interessi del futuro io credo che debba però essere fatto uno sforzo molto maggiore
è improprio che l'Europa intervenga su questi temi io non credo che sia improprio l'Europa e l'alleata dei giovani attraverso il Trattato di Maastricht così poco compreso
L'Europa tutela i giovani di ogni Paese
Dagli eccessi delle generazioni correnti e della dinamica politica corrente che tante volte in passato attraverso il debito pubblico hanno sopraffatto gli interessi di quelli che dovevano venire se ci fosse stato il Trattato di Maastricht dal mille novecentosessanta l'Italia non sarebbe nella situazione in cui ha dovuto applicare tanti sforzi negli anni novanta che ancora si trova ad avere un debito pubblico che frena così tanto le sue possibilità di di sviluppo e e credo che sia opportuno che l'Europa concentri sempre di più dopo Maastricht la sua attenzione anche su l'essere l'alleata dei giovani per quanto riguarda il lungo periodo le pensioni tra i giovani voi giovani imprenditori vi trovate in condizioni oggettivamente privilegiate
Perciò io credo che abbiate anche maggiori responsabilità nell'indirizzare la vostra generazione attraverso tutte le organizzazioni politiche e sociali nel asserire in modo più persuasivo queste queste esigenze insomma sono veramente convinto che l'Europa e l'alleata dei giovani e forse anche per questo voi giovani imprenditori la sentite e la volete così intensamente grazie
I lavori proseguono con la seconda
E con queste ultime affermazioni pronunciate da Mario Monti
H per il tre ottobre mille novecentonovantotto davanti ai giovani imprenditori si conclude qui in questo spazio di informazione realizzato con le registrazioni d'archivio
E questa volta dedicato al pensiero del commissario europeo che piace tanto alla Palazzo perfino ai sindacati