Capire per conoscere

Radio radicale capire per conoscere con il professor Mario Baldassarri professore a che non puntare siamo arrivati quattrocentoventisei dunque Silvio Berlusconi ma c'è ma è stata la rivoluzione liberale di Berlusconi
Se è certamente lui ci ha provato
Però voglio ricordare un aneddoto inedito io conosciuto Berlusconi nella seconda metà degli anni Settanta
Ad uno dei primissimi convegni villa d'Este organizzato dallo Studio Ambrosetti ed io ero uno dei relatori economisti
Al tavolo del pranzo capitali seduto insieme a tanti big Agnelli Pirelli Mondadori
Rusconi ed altri
E tali vicino a me c'era un giovane signore che io non conoscevo che era appunto Silvio Berlusconi
E a quel tavolo questo signore disse con grande chiarezza e fermezza se io finito di costruire Milano due adesso creerò un grande network televisivo che farà concorrenza alla RAI
Vedrò Landi che gli altri commensali portarono il tovagliolo alla bocca per coprire lo sghignazzo come se avesse detto un'eresia
Io ero appena tornato dagli Stati Uniti e molto timidamente decima veramente
Questa cosa è assolutamente impossibile visto che per esempio negli Stati Uniti ci sono grandi network televisivi privati che si sostengono con la pubblicità
Ecco queste mio primo ricordo la mia prima conoscenza di Berlusconi cioè la capacità di disegnare un di avere un disegno di avere una propria via e poi la forza e la fermezza di realizzarlo sostanzialmente
Lo ha fatto nel campo televisivo della pubblicazione poi l'ha fatto nel campo
Della del calcio per esempio con il Milan e poi nel novantatré novantaquattro lo ha fatto nella politica
Puntando al bipolarismo e quindi sostanzialmente capendo che nella transizione tra Prima e Seconda Repubblica
E c'era un problema di costruire un Polo di centrodestra che si alternarsi eventualmente al governo
Con la sinistra
Ecco quindi questo è il suo ricordo insomma da da tutto ciò che era tra l'altro Rosanna e cioè che certamente nel settore della televisione delle comunicazioni del calcio
Eh beh lui era il caro leader riconosciuto e quindi è anche perché era l'azionista
Di maggioranza o comunque
Dei quali totalità e allora dimostrata una enorme capacità di costruire una squadra tornasse efficiente ed efficace che lo ha aiutato a realizzare gli obiettivi
Quando è sceso in politica nonostante il la forza iniziale di Forza Italia ha dovuto costruire delle coalizioni e dove tutte nel conto anche di queste condizioni diverse formazioni
Ecco in questo la costruzione della squadra politica francamente detta ex post
è stata meno efficace meno efficiente di quella che non è stata la costruzione della squadra
In campo televisivo e in campo calcistico sportivo e perché scusi questa inefficienza inefficacia a suo avviso beh da un lato perché
E io gli equilibri di una coalizione devono tener conto anche delle diverse esigenze di rappresentanza al governo
Delle pari condizioni
E dall'altra parte
Perché sostanzialmente
Il cibo prego voleva esercitare la sua leadership comunque sempre e in ogni momento una volta in una chiacchierata
Più o meno amicale sostanzialmente tanti tanti anni fa Enemies termici ridipinte presidente il problema che io vedo su Forza Italia è come costruire la successione ma non la successione al presidente Berlusconi in termini di un'altra persona che non c'è
Al di fuori di Silvio Berlusconi ma in termini di costruzione di un partito e di una squadra di dirigenti
E lui rispose molto candidamente
E quindi dicendomi ma doverose ma ha detto che io campo fino a centoventi anni quindi beh non c'è l'argomento lontano e ecco ma insomma però il problema ma quelli sono inviato profonda Crispi anche psicologico dalla persona del personaggio e cioè finché ci sono io non c'è problema perché guido io
Sia il mio partito sia la corruzione e quant'altro
Ecco quella scusi è una caratteristica al di là del giudizio che si può dare tutti le grandi personaggi le grandi personalità difficilmente sono in grado di preparare la successione a se stessi perché essa non si non vedono persone alla loro altezza proprio in termini antropologici ma questo succede
Da tentare d'amare tabella da me Berlusconi quasi ineluttabile quasi è perplesso Nese Alzano inclusi nell'altamente così
Dopodiché però rimane il problema che la cosiddetta rivoluzione liberale di Berlusconi non c'è stata in quanto c'è stata è stata ben poco liberale perché poi rimane sempre il problemino
Bello snodo a mio parere è stato proprio nel giugno luglio del due mila uno con il governo Berlusconi che aveva una grande maggioranza
E il primo DPEF di quell'anno che scrissi personalmente in quanto vicepresidente indici economici ministro dell'Economia all'epoca ed è legato al DPEF quello che oggi è il Def
Ma in quel DPEF c'è il disegno strategico della rivoluzione liberale
Poi però
L'undici settembre caddero le due Torri e qualcuno all'economia disse che quella roba non si poteva più fare perché è cambiato il mondo perché bisognava far e niente io sostenni che proprio perché erano cadute le sue teorie non era cambiato il mondo
Maggior ragione l'Italia aveva bisogno di quella rivoluzione liberale ecco quella rivoluzione liberale fatta di tagli agli sprechi della spesa pubblica
Riduzione della pressione fiscale forte impulso agli investimenti pubblici e privati
Quella rivoluzione anche in termini di
Concorrenza mercato apertura non si fece più non si fece inermi esattamente quelli credo che neppure la grande occasione mancata della rivoluzione liberale di Berlusconi
E debbo dire che in quell'epoca
Il vicepresidente del Consiglio Gianfranco Fini era in totale assonanza e quindi poteva esserci anche una congiuntura politica favorevole per realizzare questa ipotesi di Rivoluzione liberale
Bene anzi male ringraziamo tantissimo il professor Mario Baldassarri per capire per conoscere il numero quattrocento che spetterà in giù bene ringraziamo tantissimo il professor un saluto da Radio radicale