RadicalNonviolentNews

Buona sera eccoci araldica non Valentini osé
La puntata di oggi sarà dedicata a Marco Pannella di cui ricorso ieri il settimo di bersaglio della sua morte
Si è spento infatti il diciannove maggio del due mila sedici nella critica le storie mercedari a Roma
E oggi vorrei ricordarlo andando a leggere un suo intervento uno dei rari interventi che gli erano concessi sulla grande stampa nazionale
In a proposito della di Guerra e pace di non violenza e pacifismo
Temi che hanno una stringente attualità e che come spesso accadeva nel caso di Marco Pannella venivano affrontati con profondità e lungimiranza
L'articolo in questione del sette marzo due mila cinque fu pubblicato dal Corriere della Sera
E in esso Pannella offre una riflessione sull'importanza di non rimanere inerti di frodi fronte ai conflitti di fronte agli abusi
E in questo caso si riferisce alla guerra in Iraq all'attacco militare voluto fortemente
In maniera scellerato da Bush con il sostegno fondamentale di Tony Blair nel due mila tre
Marco riflette su quello su quell'intervento al quale tentò di opporsi proponendo un'iniziativa politica parlamentare e nel Paese anche in Europa per la alternativa dell'esilio
Di Saddam Füssen il dittatore iracheno che aveva governato dal mille novecentosettantanove il Paese
E riflette quindi su anche il ruolo che ebbe l'Italia in quella circostanza con la gente dei servizi del SISMI Nicola Calipari che fu inviato in a Baghdad proprio per occuparsi del recupero della giornalista Giuliana Sgrena che era stata rapita un intervento dunque quello di Marco Pannella in cui un'ora anche il sacrificio di Nicola Calipari che a Baghdad perse la vita
L'articolo a un titolo molto significativo la resa ai dittatori chiamata pace
Titolo significativo appunto perché benché la guerra in Iraq del due mila tre sia stata scatenata
Dalle due grandi democrazie americana britannica Marco Pannella non dimentica che vi è comunque resta comunque una sostanziale differenza tra i paesi governati dallo Stato di diritto
E quelli governati dalla legge della giungla dalla legge del più forte cioè le autocrazie le dittature
Andiamo allora a leggere questo intervento del del sette marzo due mila cinque sul Corriere della Sera
Nicola Calipari è accaduto è morto perché ha fatto parte fa parte dell'Italia che resta dell'Italia che va non di quella che chiama pace il non andare nella Cambogia di Pol Pot e perfino il venir via ora dall'Iraq che ci chiede di restare
Invece questa Italia de sinistra va ma solo in pellegrinaggio ovunque da sempre
Che fosse nell'impero comunista sovietico o nella Cina che stermina con altre popolazioni intere ancora oggi propri contadini come altrove fu con le popolazioni del Volga donne
Una Italia questa antropologicamente ormai o ancora antiamericana e antiliberale e che non declina mai né come soggetto né come oggetto né a Venezia né altrove la parola libertà
Nicola Calipari fa parte ideale tragica dei novecento mila iracheni assassinati da Saddam lasciato in pace assoluta ad assolvere le funzioni di macellaio del suo popolo e dell'umanità
Lasciato in pace perché il dittatore antidemocratico antiliberale come spesso accade dove le società retta in tal modo mentre ci si scatena allungo
Ferocemente contro i crimini del Messico o della Turchia che ovunque se vi sia in atto un processo democratico e occidentale
Nicola Calipari ha dato corpo e anima la non violenza
Non altri che la scoprono ora e che insultano la verità storica
Continuando nel miserrimo gioco di distinguere che contrapporre il popolo americano da colui che quel popolo a eletto governarlo e rappresentarlo o di cui approva con un'amplissima maggioranza democratica l'operato costoro rispettano i silenzi cambogiani iracheni e disprezzo non le voci americane democratiche italiane
E comunque ignorano le loro ragioni per meglio colpirli per i nove luglio torti veri o presunti che siano
Infine se non fosse stato tacitato per Sempre dubito che Nicola Calipari avrebbe mai ringraziato i suoi potenziali e poi Vegas Sini per averlo solamente ferito fisicamente o moralmente e magari poi curato gentilmente
Quando come radicali abbiamo tentato di contrapporre alla necessità di una fase bellica la scelta di liberare l'Iraq con l'iniziativa Iraq libero
Di por fine allo sterminio delle popolazioni irachene con la sola arma della democrazia e della più diplomazia della scelta di un'immediata attivazione di un Progetto garantito dall'ONU di transizione verso la democrazia in Iraq assicurando a Saddam la convenienza della scelta dell'esilio Progetto fatto proprio dalla maggioranza assoluta dei parlamentari italiani di centrodestra e di centrosinistra costoro nemmeno mostrarmi accorgersene
Lottavano solo contro Bush quelle resto dalla solo fastidio
Così governo opposizione masse e girotondini pacifisti e rivoluzionari mobilitati sì in tutto il mondo
Indussero Saddam Hussein a restare a Baghdad facendolo ritenere vittorioso non solo moralmente agli occhi del mondo e ai suoi propri
Il Governo e l'Opposizione facciano pur commentare ora come sempre
Dalla terza Camera presieduto da Bruno Vespa u dalla Commissione bipolare di Giovanni Floris a Fausto Bertinotti Clemente Mastella Prodi Berlusconi si accettano
O ad altri loro habitué la vita e la tragica morte di Nicola Calipari i liberatori di Stato
Cui la vittima del sequestro dalle principalmente la libertà e la vita
Silenziato e non silenziosi vietati non Vietti
Impediti a concorrere legalmente al loro gioco democratico siamo e vogliamo essere iracheni vogliamo condividerne le sorti nella prospettiva della comunità delle democrazie che stiamo contribuendo a costruire ammettiamo pure che questo sia il grido che mettiamo dalla nostra Resistenza anti-regime
Anti partitocratica anti bipolare anti fondamentalista anti clerico autoritaria anti clerico fascista anti clerico comunista
Mi emoziona e mi consola di pensarlo Comuna ecco di un articolo che il comunista Paese Sera mi pubblicò nelle mille novecentocinquantanove come editoriale
In cui già allora proponevo come vorrei poter fare ancora oggi con la durezza di questo intervento
Alla sinistra democratica e liberale da una parte e dall'altra a quella comunista e di sinistra socialista quanto con un ritardo di mezzo secolo sembra costituire l'essenziale di gran parte della classe dirigente dei DS e della sinistra e centro sinistra europei
E che rischia di essere travolto in queste settimane sia che si tratti di politica internazionale o di difesa referendaria dei diritti umani in Italia anche da altre parti dell'Unione di centro sinistra
So che quanto scritto che è sicuramente anche un grido farà a loro volta gridare di sdegno e di furia eliminatoria molti
Ma proprio per questo credo sia il miglior modo di onorare la vita e la morte del poliziotto italiano
Figlio di quelli intravisti e celebrati a Valle Giulia da Pier Paolo Pasolini di Nicola Calipari con il suo quanto eloquente gridato nei fatti itinerario Reggio Calabria Genova Roma Baghdad
Non andrò stamani a salutare con tutti Nicola Calipari
Non solo perché aborro queste celebrazioni ufficiali dove pullulano autorità che non di rado considero come usuali celebranti se non Autori delle sciagure nazionali sulle quali poi solennemente piangono
L'ultima volta che vi partecipai fu nel mille novecentosettantanove proprio a Santa Maria degli Angeli ai funerali del comandante generale dei carabinieri Mino assassinato dal parastato
Da assassini ancora oggi protetti dallo Stato per tentare anche in quel modo di lottare da radicale per un po'di verità in un regime fatto di morte della legalità e di assassini della giustizia e della vita civile
Questa volta non tornerò alla basilica di Santa Maria degli Angeli come pur sedici della celebrazione in onore del generale Nino quel giorno nella folla mi scorse un altro amico il colonnello dell'Arma Antonio Varisco
Che venne verso di me indicandomi perché la gente vicina stupita l'Ulisse
Lui voleva davvero bene e Mino gliene voleva ancor di più forse grazie Marco disse
Poco dopo Antonio Varisco fu assassinato anche lui ma da terroristi o assassini ora resistenti italiani per conto delle Brigate Rosse
Non andrò anche se questa volta lo Stato non è complice ma difensore del suo Nicola Calipari
Noi lo saluteremo onore Remo martedì a Strasburgo nella sessione plenaria del Parlamento europeo quale testimone di un'altra Europa è un'altra Italia da quelle che chiedono di ritirarci oggi dall'Iraq
Come ieri di non andarci per lasciarlo ai Saddam Hussein e ai loro eredi
Scriveva così dunque Marco Pannella in un articolo a tutta pagina Gide sul Corriere della Sera il sette marzo due mila cinque un articolo in titoli intitolato la resa ai dittatori chiamata pace
L'anno successivo a proposito di dittatori che avevano già dichiarato guerra ai loro rispettivi rispettivi popoli Marco Pannella sarebbe stato l'unico
Europee ove l'unico politico europeo presente nel due mila sei in ottobre al funerale di Anna Politkovskaja
A Mosca la giornalista russa che aveva condotto delle indagini molto approfondite sulla guerra in Cecenia negli anni due mila
Fine anni novanta che aveva tu come invitato in particolare le violenze le violazioni gli abusi crimini commessi dall'esercito russo in quella regione del mondo in Cecenia
E che casualmente fu uccisa il sette ottobre proprio nel giorno del compleanno di Vladimir Putin
Un monito dunque quello del sette marzo due mila cinque di Marco Pannella è una riflessione
Riguardava in particolare nell'Iraq di Saddam Hussein
Ma che assolutamente valida anche per la Russia di Putin e per il sostegno che merita l'Ucraina
L'Ucraina dove è in corso una guerra proprio per difendere quel processo democratico quella libertà occidentale
Basata sui valori universale dei diritti umani fondamentali che merita di essere appunto sostenuta
E dunque con questo intervento di Marco Pannella sul Corriere della Sera intitolato la resa ai dittatori chiamata pace abbiamo ricordato
La settima riversare della sua scomparsa il diciannove maggio due mila sedici radicano Valentino se termina qua l'appuntamento e per la settimana prossima