Il mio zaino sulle spalle, la nostra fede. Enrico Zampetti e il lager a cent'anni dalla nascita

Buon pomeriggio tutti
Prima di aprire il convegno dedicato alla figura alla vita e all'opera di idrico Zampetti che ci permetterà anche di ricordare il calvario di seicentocinquanta mila militari italiani internati nei lager nazisti
Desideriamo ringraziare per la sua presenza il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella desideriamo ringraziare la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati il senatore Pier Ferdinando Casini ne il presidente della Commissione per la biblioteca e l'archivio storico del Senato Gianni Marinotti e Michele Montagano qui condivise il calvario dell'aria che oggi a cento anni
E qui con noi ringraziamo tutti i rappresentanti dell'Associazione Nazionale reduci dalla prigionia il presidente uscente Orlanduccio e quello entrante ma torso i familiari
Vi entri Zampetti tra i quali tutti qua conosciamo figlio Ugo e Gianluca De Angelis sindaco di Lecce dei Marsi dove Enrico Zampetti nacque cento anni fa e al quale è stata dedicata la Biblioteca comunale
Dunque giovanissimo ufficiale ventidue anni Enrico Zampedri era di stanza in Grecia quando l'otto settembre non si arrese come tanti altri ai tedeschi e venne fatto prigioniero e dopo un viaggio disumano
Nei carri bestiame
Viene portato venne internato prima in Polonia poi in Germania e il confine con l'Olanda fino a un campo di punizione a Colonia Sempre rifiutandosi di lavorare di collaborare con i nazisti il freddo la fame la paura il tentativo dei nazisti di calpestare letteralmente la dignità umana una dignità che invece è profondamente radicate resiste grazie alla fede in Dio e all'amore per la fidanzata Marisa alla quale scriverà giorno dopo giorno un diario un'unica grande lettera che verrà raccolta in un libro ed è una testimonianza unica umana e spirituale
Il mio zaino sulle spalle il tuo amore la nostra fede e la frase che sentirete riecheggiare in questo ricordo ed è la frase che racchiude quel periodo tremendo un tormento disumano che però è ricco Zampetti tornato dalla prigionia trasforma in una grande Energia positiva
Una un'energia che gli consentirà di partecipare alla ricostruzione morale e istituzionale nel nostro Paese si laurea si sposa con vari la mette al mondo una bella famiglia e si mette al servizio del Paese delle istituzioni con entusiasmo ma anche con lucidità scrive infatti signore conserva ci la coerenza anche quando non saremo più martiri per forza
E coinvolto direttamente nell'attività dell'Assemblea costituente come capo della segreteria del gruppo democristiano entra per concorso al Senato il subito si occupa della biblioteca per poi passare al servizio stampa e tornare alla biblioteca di cui diventerà direttore nel settantacinque e tutti questi aspetti
Noi e approfondiremo questo pomeriggio no vediamo se è possibile abbiamo preso prepara un filmato un po'in casa ma molto emozionante nel Museo degli internati militari italiani di via Labicana
Dove vengono conservati fotografie tanti oggetti anche ebbe donati dalla famiglia Zampetti documenti
Oggi divisi oggetti di uso comune vediamo se se è possibile vederlo altrimenti procediamo
Quarti
Ecco
Sì sì
Quindi
Sì
Qui
Quindi
Vediamo ora presidente del Senato
Il semaforo
Buon pomeriggio tutt'
Signor presidente presidente ma presidente
Parlamentari familiari autorità e gentili ospiti
Ecco un grande mozione che oggi posti otto nella sala capitolare biblioteca del Senato un momento di recessione dedicato alcuna figura esemplare un uomo intrecciato il suo destino individuale alterando il percorso della storia e anche alla storia di questa istituzione
Ricorrente
Status familiare
In contanti
E ringrazio il presidente della Fondazione Biblioteca e Archivio storico Gianni Nardi orti e l'Associazione nazionale reduci dalla prigionia dall'internamento dalla guerra dichiarazione per avere organizzato questo convegno in occasione del centenario della sua nascita
Tanti i ricchissimi sono i vissuti Pierre importanti che gli autorevoli relatori ci consentiranno oggi costruire tracciando fatta rapire sua esperienza personale il cammino di un Paese che sulle macerie della dell'occupazione nazista
Della morte della patria a costruito una nuova identità nazionale fondata sulla libertà sulla democrazia sulla giustizia e ricorda detti è stato protagonista della Resistenza politica contro uno dei più grandi nani del mondo contemporaneo la deportazione nei lager nazisti di centinaia di migliaia di internati militari accanto quelli per motivi razziali
Da questa esperienza è riuscito a sopravvivere solo grazie Assunção sulle spalle come il titolo questo convegno ci ricorda rievocando uno più significativi passaggi della lunga lettera analista
Poche volte mi è capitato di leggere pagine così mille e insieme così universale come quelle che Enrico Zampedri ci ha regalato nel diario del suo internamento
Annotazioni scritte a matita sottile
Su carta Barak Tata comunque pezzo di pane che trasmettono ancora oggi il senso di una vitalità e di una moralità superiore a qualsiasi degradazione umana
Pagine di un giovane che anche di fronte all'orrore e alla tribolazione non ha paura di guardare il fino in fondo dentro la propria umanità
Che si confronta con una quotidianità dove la fame diventa il nemico più subdolo dove l'inconsistenza delle razioni
Rischia di a di alimentare l'animalità come tentativo estremo di autoconservazione
Ma che a queste miserie sa contratto Rondi sa contrapporre le grandi riserve del suo zaino
Da un lato l'amore per la fidanzata un sentimento che nel tempo folle della guerra della guerra e della prigionia nell'incertezza di un'attesa
Che non sembra avere fine si sublima e diventa la promessa di un'unione che tra che travalica il presente che destinata Annoni esaurirsi mai
Marisa la sua bambina come Enrico Zampedri di ama chiamarla nel diario è una grande donna una donna che con poche ma autentiche parole
Quel sono Marisa come tu mi hai creato scritto su una cartolina alla vigilia del Natale del mille novecentoquarantaquattro sa dargli una solida speranza nel futuro
Dall'altro lato della fede cristiana
Quella profonda ragione religiosa che diventa il motivo di una resistenza morale
Prima ancora che politica all'ideologia del nazismo
E che nelle poche celebrazioni liturgiche autorizzati nel Lager offre l'opportunità di liberarsi dalle catene della prigioniere di nutrire l'anima
Enrico Zampetti ha detto tanti no
No alla collaborazione Harmattan o alla collaborazione civile con il nemico ma soprattutto un no alla disumanità azione
Ma ha detto sì alla libertà come scelte interiore che nessun sopruso esterno potrà fermare
Mi ha davvero commosso ritrovare nel racconto di Enrico Zampetti gli stessi vissuti di mio padre
Funzionario della Polizia di Stato
Condannato a morte come oppositore al totalitarismo nazifascista
Nelle lunghe serate
Trascorse con me con i miei fratelli a revocare l'esperienza del carcere
Il mio papà era solito ripetere che quando aveva dovuto optare tra l'obbedienza al regime e la fedeltà ai suoi principi non aveva avuto dubbi
Così come non aveva avuto esitazioni quando aveva dovuto scegliere tra salvare la propria vita o quella degli altri
L'amore incondizionato per la libertà e la fedeltà assoluta a valori non negoziabili sono stati il suo faro
Questo anche il filorusso che lega l'esperienza dei tanti internati e detenuti politici
Che con il loro sacrificio personale hanno consentito all'Italia di ricostruire la propria dignità calpestata e rifondare la propria autonomia nazionale
Ricorda infetti
è stato osservatore privilegiato di questa transizione dal ruolo di registratore
Dell'orrore di cui come lui stesso osservava era al tempo stesso vittima il protagonista al ruolo di operaio della ricostruzione morale politica ed istituzionale del Paese
Un ruolo che lo vide capo della segreteria del gruppo parlamentare democratico cristiano presso l'Assemblea costituente poi nella prima legislatura repubblicana alla Camera dei deputati
L'entusiasmo con cui disse questa esperienza al servizio delle istituzioni repubblicane lo spinsero a scegliere il Senato come prospettiva professionale
Entrano in questa Amministrazione nel mille novecentocinquantadue come segretario in esperimento e la lasciò nel mille novecentosettantotto come direttore della biblioteca
Ventisei anni al servizio del Senato che lo videro impegnato in prima linea
Nella creazione dell'ufficio stampa nato con l'intento di garantire al presidente agli uffici una rassegna confezionata artigianalmente con articoli ritagliati incollati
Del mille novecentosettantuno ritorna in biblioteca
Dove seppe coniugare con grande equilibrio il rapporto tra la solida tradizione archivistiche documentale del Senato
E le istanze di ammodernamento connesse allo sviluppo dell'informatica ed importante ed in particolare dell'informatica giuridica e della automatizzazione bibliotecaria
E poi dopo il pensionamento bene la scelta di dedicarsi alla costruzione di una memoria collettiva la decisione di aprire il registratore
E di trascrivere il diario e le notti chiuse in uno scatolone metallico per trasformare il racconto personale dell'orrore
In un patrimonio fruibile rivolto specialmente alle giovani generazioni
Un percorso condiviso contanti ex internati militari come Giovannino Guareschi Mario Rigoni Stern Alessandro nate anche vittoria Manuela Giuntella
Che per una strana coincidenza del destino lo aveva preceduto come direttore della Biblioteca del Senato
La Diaries etica di questi testimoni d'eccezione a una specifica di una specifica valenza storiografica
Perché ha dato voce all'esperienza spesso dimenticata di tanti internati militari
Contribuendo ad evidenziare la nuova resistenza che in quei campi tra quei detenuti politici si era venuta a delineare una resistenza che come sottolinea Antonio Sanseverino nella testimonianza a margine della lettera a Marisa contribuì a definire il significato di concetti come patria democrazia fiducia il riscatto
Questa
è la grande lezione vi è un ricco di Enrico Zampetti di quei oggi a cento anni dalla sua nascita dobbiamo fare tesoro
Una lezione che dall'amore per Marisa ci accompagna in un in una lunga storia d'amore per l'Italia
Per un'Italia libera per un'Italia democratica fondata sul primato assoluto della persona umana
Ringrazio
Grazie alla Presidente del Senato la parola Gianni Marinotti presidente della Commissione per la biblioteca e l'archivio storico del Senato
Sì grazie buonasera a tutti
Signor presidente della Repubblica signor presidente del Senato onorevoli colleghi autorità presenti e i promotori dell'iniziativa signora
Oggi ospitiamo questa prestigiosa questa prestigiosa sede l'evento in ricordo di Enrico Zampetti
A cento anni dalla nascita e con l'occasione rivolgo un saluto al segretario generale Ugo Zampetti e ai suoi familiari presenti in sala
Un ringraziamento particolare all'associazione nazionale reduci dalla prigionia
Per la sua attività di custode della memoria dalla dalla deportazione italiana nei lager nazisti
E a Michele Montagano
Presidente anziano dell'associazione reduce e testimone vive di quei fatti drammatici
Che poche settimane fa ha compiuto cento anni e che ci onora oggi dalla sua presenza
L'evento odierno si inserisce nel ricco programma di iniziative promosse in questa legislatura volte a valorizzare le personalità legate alla storia del Senato
Prestando un'attenzione particolare agli aspetti biografici e storico istituzionali qua di quattrini dal grande patrimonio archivistico custodito in Senato ed al prezioso contributo di ricercatori ed esperto
La commissione per la biblioteca e l'archivio storico del Senato infatti impegnata in un'attività di ricerca e divulgazione storica volta a valorizzare le personalità che hanno contribuito ad accrescere i
Prestigio delle istituzioni e tra queste vi è senza dubbio Errico Zampetti
Un testimone
Di impegno civile e culturale in seno alle istituzioni democratica e repubblicana
Ma anche nel mondo dell'università e del giornalismo
I relatori ci delineerà hanno la figura di Zampetti attraverso i suoi diari la sua vita e i suoi studi che lo portarono dopo l'esperienza della guerra e dei Lager
A collaborare dapprima l'attività dell'Assemblea Costituente successivamente a diversi a diventare dipendente del Senato dove diverrà dal mille novecentosettantacinque settantotto come è stato ricordato dalla Presidente Casellati direttore della Biblioteca contribuendo ad accrescerne il prestigioso e a migliorarne esservi proprio per questo abbiamo ritenuto fondamentale ospitare l'evento in questa sede che è strettamente legata alla memoria di Zampetti
E sono dunque lieto di porgervi il mio saluto e di augurare la migliore riuscita all'iniziativa
Passiamo al primo contributo di studio bizze Andor sull'ultimo Langer per Zampetti e Vittorio Giuntella ce ne parla ma il professor Luciano Zani ordinario di Storia contemporanea alla Sapienza e dice il presidente dell'associazione nazionale reduci dalla prigionia
Grazie signor Presidente della Repubblica grazie a nome dell'Associazione Nazionale reduci dalla prigionia di onorarci della sua presenza
Presidente Casellati senatore Marinotti grazie dell'ospitalità in questa sede prestigiosa
La e nervetti è lieta di riprendere dopo un inevitabile pausa
Momenti di studio e di riflessione sugli eventi e personaggi rilevanti della seconda guerra mondiale anche perché l'ultimo congresso nazionale dell'ANFP tenutosi un mese fa ha ribadito la nostra intenzione di essere custodi della memoria ma anche costruttori distratto la giornata di oggi è dedicata nel centenario della nascita Enrico Zampetti un ufficiale internato nei Lager verrà dopo l'armistizio dell'otto settembre
Uno di quei militari italiani che hanno detto no alla proposta di combattere nella terapia
No
All'offerta di rientrare in Italia nei ranghi dell'esercito della RSI no fino alla fine alle richieste alle minacce ai ricatti alle vessazioni per costringerli a lavorare e telefonai
Gli interventi che seguiranno metteranno in luce specifici aspetti della personalità di Zampetti facendone emergere né emergere la ricchezza poliedrica
Che emerge anche dal suo lungo bellissimo e documentatissimo diario solo in parte pubblicato sotto forma di una lettera a Marisa la moglie profondamente amata
E ascolterete da Vincenzo clienti che riflessione profonda abbia fatto Zampetti
Sull'importanza del diario la spirale del diario come strumento di formazione
Io cercherò invece di dare voce al Zampetti stesso
Cioè proverò a dirvi dal mio punto di vista quali aspetti disse Zampetti vorrebbe oggi fossero messi in luce posso tentare di farlo perché ho avuto la fortuna di entrare in profondità nelle sue carte personali
Ringrazio di cuore i suoi familiari per averci affidate
Sono convinto che Zampetti avrebbe condiviso la tecnica di un volume sugli internati uscito dopo la sua morte perché i nipoti sappiano anche in una lettera Giuntella suo compagno di prigionia compagno anche nella Fuci prima della guerra nonché suo predecessore nella direzione di questa di biblioteca e del quale oggi ricorre il venticinquesimo anniversario della morte
Zampe ti ricorda quella tradizione tra nonni e nipoti è stato rilevato che i figli dice non possono fare da intermedi perché troppo impegnati nel presente che è segno di fede e garanzia di salvezza
Primo aspetto l'otto settembre a Corfù Zampetti giovane sottotenente dei bersaglieri della divisione Acqui
La cui divisa col corredo completo avete visto esposta permanenza nelle teche del nostro museo di via Labicana vitellini
Zampetti che il foglio matricolare ci descrive alto un metro e sessantanove con zero novanta di torace capelli castani riuscì ma sorretto mento sporgente occhi castani
Colorito roseo dentatura sana combatte
Per molti giorni contro i tedeschi fino alla cattura
Il giovane Zampetti partecipa quindi a uno dei primissimi episodi di resistenza al nazifascismo
Che oggi ben conosciamo grazie ai libri scritti da Elena Aga Rossi in sala con noi da lei sappiamo che il numero delle vittime e e sappiamo il ruolo dei principali protagonisti
E sappiamo anche che Cefalonia e Corfù non sono episodi isolati unici certo sono eccezionali
A causa del modo tardivo e irresponsabile
Con cui i vertici militari e politici hanno gestito l'armistizio ma sono numerosi gli episodi di resistenza dell'esercito anche in Italia
Poi oscurati dal mito del tutti a casa che ha ignorato la disponibilità combattere che invece proprio nei campi di internamento tedeschi tanti militari rivendicano
Episodi che dimostrano che il primo segno di discontinuità conformismo fascista viene proprio dall'interno dell'esercito Reggio e fascista
In nome della dignità della divisa e della fedeltà alla patria
E da questi militari verranno insieme agli antifascisti giovani renitenti alla leva le prime formazioni partigiane
Secondo aspetto delle dimensione religiosa di Zampetti vi parlerà Andrea Monda
Credo però che lui Peter Webber ricorda
Un episodio del quattro giugno mille novecentoquarantaquattro
Rivelato solo nel mille novecentottantasei
Nello Flagg io per l'antenna Zampetti riflette sulla sua scelta del no alla RSI e al lavoro sul suo fisico debilitato dalle sofferenze
Sentendo il bisogno dice il bisogno di qualcuno che mi dicesse che non ero soltanto un esaltato
Ma che valeva la pena di continuare
Così decisi di aprirmi alla passati Giuseppe Lazzati una delle personalità più alte del cattolicesimo nell'internamente zampe ti non era nella cerchia dei suoi intimi ma era stato colpito dalle sue lezioni lo trova in baracca con le braccia incrociate sul petto e gli occhi chiusi lo avvertono che Lazzati aveva con sé l'ostia consacrata per la funzione della Siria
Zampetti prova lo sconcerto per l'esperienza del sacro un non Prete che col suo corpo così protegge il corpo di Gesù
Invece di pregare con lui Zampetti scappa via
Ma più tardi
Inginocchiato nell'ora di adorazione di quella stessa Ostia percepisce la risposta di Lazzati al suo interrogativo e scrive nel suo diario quando mi rialzo il problema del fisico che ha ormai superato
Mai come ora la via è apparsa chiara non racconterà l'episodio a nessuno neppure a Lazzati per non profanare un'esperienza tanto intima
Terzo aspre
Il campo di Vizzoni Dorff ma per arrivare a quello che credo un ricco Zampetti vorrebbe fosse il tetto di vizi Dorff bisogna passare per un altro Larcher
Nostra Flatiron campo di punizione
La fabbrica Class of di Colonia
Una storia piccola nella storia grande una vicenda irreale come la definirà Zampetti di trecentosessantanove giovani ufficiali tra giugno e settembre del mille novecentoquarantaquattro
La storia grande in sintesi è questa
Soldati e sottufficiali separati degli ufficiali vengono utilizzati subito dopo la cattura come forza lavoro per il Reich gli ufficiali no per un breve periodo viene data loro la possibilità di tornare in Italia a combattere per la RSI
Ma a partire dalla primavera del quarantaquattro anche gli ufficiali diventano preziosa forza lavoro vengono chiuse le opzioni per Salò
E anche gli ufficiali vengono prima invitati poi sollecitati con la possibilità di diventare lavoratori civili in modo sempre più pressanti infine tra l'autunno del quarantaquattro i primi mesi del quarantacinque minacciati ricattati costretti a forza a lavorare
La piccola storia è un precedente di questo percorso una specie di prova generale del lavoro coatto nell'area industriale renana i trecentosessantanove giovani ufficiali internati tra i quali Zampetti
Guidati da Paolo De Santis bruciare l'anziano del gruppo rifiutano da giugno l'adesione volontaria al lavoro
Vengono portati in una fabbrica di seta artificiale e costretti a lavorare tra vessazioni estreme cui rispondono con forme di resistenza passiva di boicottaggio e persino di sciopero
Alla fine saranno portati tutti nel campo di internamento di dicendo ma De sana sarà ulteriormente punito nello staff Lager di un tornus dove troverà Michele non tardano che qui con noi
Oggi centenario presidente anziano del nervetti uno dei quarantaquattro errori di Unter lusso puniti anch'essi per essersi rifiutati di lavorare e per essersi ribellati alle dieci nazioni nazisti
Questo episodio di resistenza senza di Paolo tisana Enrico Zampetti Raimondo fidati l'interprete che rischiò più volte la fucilazione Olindo Orlandi Claudio Sommaruga solo per nominarne alcuni fu certificato nella Verdi pizza intorno dal fiduciario italiano della per il colonnello Pietro Testa
Quarant'anni dopo il gruppo dei trecentosessantanove che avevano vissuto quell'esperienza come una forma estrema di solidarietà di identità comune
Si ritrovano non tutti ma molti e danno vita al gruppo ufficiali internati nello stralcio sull'aria di Colonia il Visco rivendicando l'assoluta specificità e precocità
Della loro forma di resistenza
Si riuniscono ogni anno legati da profonda affinità e amicizia
Il disco è un'esperienza unica anche per questo
Perché far rivivere quarant'anni dopo una realtà rimossa scrive Sommaruga ritrovo via via parti di me stesso inedite si in quarant'anni di autocensura
Enrico aggiunge
Sento che se non voglio scoppiare debbo assorbire un po'alla volta questa massa di ricordi che mi è piombata addosso tutta insieme coinvolgendo mi emotivamente con tanta intensità
Si ritrovano stilando un elenco certosino di nomi
Si parlano si scrivono si incontrano si riconoscono e si rispecchiano intrecciano i ricordi in un'onda emotiva collettiva diversa ma sovrapposta a quella di quarant'anni prima
Lo sforzo ci dice John tetti
è quello di mettere a confronto le diverse testimonianze come si si trasse come se si trattasse soltanto di documenti e non di veri e propri frammenti della mia esperienza personale
A parte la tortuosità dei percorsi della memoria c'è un perché
Che va ricercato proprio nell'aria di vizio indoor
Un grande campo per ufficiali lo Flagler ottantatré a nord di Hannover non lontano da Bergen Belsen
Nell'umidità della sterminata brughiera gruviera di lune turco ci passano trenta mila soldati e dieci mila ufficiali complessivamente dirigendo tante cose uno dei Lager di Guareschi di Guido Carli di tanti scrittori pittori musicisti
Ma assume l'ATER tra i dati dell'un ruolo particolare
Perché lì affluiscono moltissimi ufficiali provenienti da altri campioni dai luoghi di lavoro
Che ne fanno un concentrato delle diverse esperienze vissute dagli inni tra chi le rivendica come scelte di resistenza da raccontare rivendicare e chi cerca di dissimulare sminuire stendere un velo di incertezza e di oblio il discrimine principale
E tra chi ha scelto di lavorare e da quando che è stato costretto a farlo e da quando e subendo quali forme di coazione e chi pervicacemente ha rifiutato fino alla fine di lavorare di Trento dunque e il lago dei primi rapporti informativi su cosa è accaduto negli altri campi dei primi bilanci e di conseguenza dei primi posizionamenti e delle prime differenziazioni il terminale di questi intenso e a volte concitato distinguo
è il comandante italiano del campo Pietro Testa che ascolta riceve testimonianze confronta registra
Un lavoro non facile tra chi preme per la chiarificazione e chi predilige il manzoniano sopire troncare
Anche a Vincent Dor scrive Zampetti Abdessamia l'unica realtà che non sarà possibile distruggere la burocrazia questa è una prima straordinaria acquisizione di consapevolezza collettiva una consapevolezza preziosa
Che testa ci ha restituito nelle linee generali nei suoi scritti ma i cui dettagli quelli relativi alle testimonianze e alle scelte con nome e cognome
Erano conservati in alcune casse di documenti che sono misteriosamente scomparsi e mai più ritrovate nel dopoguerra distrutti a quanto pare in uno scantinato del ministero della difesa come carta straccia fastidiosa il problema della discriminazione tra resistenti lavoratori volontari era molto sentito
Dini erano i primi a voler distinguere perché la loro era dice Zampetti la vera resistenza quella sua forti sofferta colonia
Con le proteste i rifiuti singoli e collettivi le violenze e gli arbitri dei carcerieri
La degradazione bestiale del lavoro in fabbrica
Servirebbe a completare il quadro della vicenda e a documentare senza soluzione di continuità quella irriducibilità
Anche perché aggiunge il lavoro obbligatorio fu una tortura più crudele per gli ufficiali internati
Più crudele forse anche del freddo e della fame
è un giudizio storico occulto il rifiuto del lavoro e l'espressione più alta più ancora del no all'adesione alla RSI anche se in conseguenza incoerenza commessa della Resistenza dei militari italiani
Resistenza senz'armi ma consapevole al nazifascismo
Ultimo aspetto per chiudere potrei chiamarlo l'ultimo Progetto di Errico Zampetti
Del mille novecentottantasette
Un anno prima della sua morte
Un'impresa che mi coinvolge emotivamente scrive confrontare con le mie esperienze fissate nel mio diario i fatti e le sensazioni registrati dalle lettere ai familiari e dalle meditazioni dall'aver di Giuseppe Lazzati
Per essere annientato dalla differenza di qualità
Che avvertimmo credo di poter usare il plurale
Fin dal primo incontro nel Comune livellamento del una ricerca dice un confronto che mi affascina che spaventa eppure due anni dopo la sua morte la dedica di un libro del Visco ricco Zampetti dia regista insuperato della nostra resistenza nella per nazisti molti di loro hanno scritto un diario ma vogliono dire che Enrico Zampetti nostro entusiasta e puntuale ideologo modello di comportamento politico civile cristiano ha scritto il diario della resistenza dei vini
Sospendiamo un attimo il convegno abbiamo ringraziamo il Presidente della Repubblica per per la sua presenza lascia la sala insieme al presidente del Senato casella
Aspettiamo ancora qualche minuto
Perché possa entrare insana il prossimo
Il prossimo studioso che
Che ci darà il suo contributo Mario Avagliano
Mario Avagliano giornalista scrittore di storia consigliere nazionale dell'ANR tutti
La resistenza culturale e religiosa di Zampetti e degli ufficiali dell'IMI che in un serviva anche lui ha definito una resistenza senza armi
Buonasera a tutti sono molto contento di poter dare un contributo alla ricostruzione di una figura così eroica come quella di Enrico Zampetti e assieme a lui
I seicentocinquanta mila internati militari che dissero no come ha detto il professor Zani alle offerte di adesione
Prima alla Wehrmacht e poi all'esercito della Repubblica sociale il no dei seicentocinquanta mila internati militari non fu una scelta semplice Enrico Zampetti nel suo diario parla delle difficoltà enormi terribili della prigionia
E descrive in modo crudo le condizioni di vita nel Langer per esempio nel febbraio del mille novecentoquarantaquattro
Da declini di Irene parla di aver visto lo spettro della morte per assideramento in quegli appelli interminabili
Al freddo e al gelo a cui venivano sottoposti i nostri soldati e spiega anche l'ossessione della fame
Che parole sempre di Zampetti sorge da tutto il corpo dalla carne dallo spirito significa lento deperire fino all'esaurimento e può fare impazzire
Quindi la fame
Il freddo il gelo le torture le fucilazioni
E questo che rischiavano d'internati militari Teddy Reno alla adesione alla Repubblica sociale Giovannino Guareschi che prima è stato citato ha dedicato subito dopo la Liberazione
Una sorta di acrostico alla sigla IMI
Che vi leggo solo la prima parte
Descrive bene quale fosse la condizione degli internati militari internato militare italiano ingannato malmenato impacchettato
Internato mal nutrito informato invano mi incantare uno inutilmente Mussolini insistette Iddio mi illumino inverno malattia infierire vano
Invano mangiare in prova ai implora in medicinali indumenti italiani ignoro invoca in morte immediata impazzito ma insistetti insiste
Tanti internati militari infatti perdono la vita
Nei Lager la causa di tutte queste cause che abbiamo citato l'Anm Pili ha ricostruito nell'albo degli mi caduti nel nella che nazisti disponibile on line i nomi le biografie di oltre cinquanta mila internati che sono morti nella ed è impegnata oggi nel Progetto lepri lessico biografico degli IMI
Per ricostruire il più alto numero possibile di biografie dei seicentocinquanta mila che dissero no
Gli ufficiali in questi centocinquanta anni erano circa trenta mila e furono rinchiusi prima nel Lager dell'Oropa orientale
Quindi in particolare in Polonia in Ucraina e poi furono trasferiti nel dilagata della della nel territorio tedesco
E in queste condizioni che avviene la loro scelta i militari italiani infatti sono dei volontari dell'hangar questa espressione questa definizione
è di Giovannino Guareschi perché i volontari della perché furono gli unici che avevano la possibilità di tornare in patria in Italia rispetto a tutti gli altri deportati i deportati razziali non potevano tornare in Italia i deportati politici non potevano tornare in Italia allora sarebbe bastato dire sì invece ebbero il coraggio di questo primo grande referendum plebiscito per la democrazia per la libertà di dire no alla al fascismo e al nazismo
In motivi che spingono la gran parte degli IMI
A non aderire sono diversi
In Salvetti ad esempio conta moltissimo anche la fede religiosa il suo è essere membro della Fuci il la sua resistenza morale e religiosa alla nazismo e fascismo
In altri contano altre motivazioni come la stanchezza della guerra
Come il giuramento al re ad esempio Armando Ravaglioli nel suo diario scrive che a Bari sala continuità dell'Italia a Bari dove c'è il governo di Badoglio
E col passare delle settimane di fronte alle richieste continue di arruolamento specialmente tra gli ufficiali emergono anche delle motivazioni più strutturata in senso antifascista
Nel senso che molti di loro cominciano a scrivere i loro diari nelle loro lettere
Che come per esempio scrive Sebastiano Mastropasqua
Non inutilmente c'è stato un venticinque luglio il venticinque luglio che la data della caduta del dal fascismo
E la gran parte dei militari internati del resto
è nativo del fascismo ha conosciuto soltanto l'ideologia per cui quella scelta è una scelta che deve essere maturata nel tempo non può essere una scelta immediata quella antifascista Alessandro Natta altro internato militare scrive che i campi di prigionia si trasforma in una sorta di scuola
Di democrazia
Scuola di democrazia per tutti coloro che all'interno dei campi scoprono parole come la libertà
Come il la possibilità di discutere
Come la possibilità di conoscere altri ideologia che non siano quella fasci e il contraccolpo di questa scelta così maggioritaria l'ottantacinque per cento degli internati che dice no alla visione al fascismo e per la Repubblica sociale un contraccolpo molto pesante
Scrive Giovanni Anzaldo
Che era un altro internato militare volere o non volere nomi ufficiali internati in Germania costituiamo uno scandalo vivente
C'è un regime regime repubblicano che pretende di rappresentare la volontà della nazione di avere quasi la totalità di consensi e noi col nostro atteggiamento con la nostra riluttanza dei dirigenti rappresentiamo un vero e proprio plebiscito antifascista e dimostriamo che il regime repubblicano non ha il libero consenso del popolo italiano come fare a resistere in queste condizioni
Due delle maggiori diciamo motivazioni di resistenza furono da un lato la cultura e dall'alto la fede in Dio
E aspetti che ritroviamo entrambi in Enrico Zampetti
Un po'ovunque nei campi di prigionia quanto possibile
Si tengono conferenze storiche letterarie e scientifiche artistiche
Letture collettive corsi scolastici serate di musica e di canto concerti mostre rappresentazioni teatrali tornei sportivi gare di carte scacchi
In qualche modo arrangiandosi i gli internati vita testimone ha lanciato sì perché non hanno i mezzi per per fare avete visto tutta questa che elenco che vi ho fatto
Le rappresentazioni teatrali sono fatte in modo davvero artigianale perché non hanno molti di loro sono stati catturati con le divise estive
E hanno dei vestiti ridicoli che si sono costruite nel corso della prigionia che sono fatti di pezzi di cappotti militari di pezzi di coperta eccetera eccetera addirittura fanno delle sfilate di moda con questi con con questi abbigliamenti molto diciamo originale
E quindi per loro la cultura un modo di resistere al tentativo di spersonalizzazione che il nazismo vuole in imporre nell'universo concentrazionario
L'altro grande motivo tecnici crede naturalmente per chi crede naturalmente
Di Resistenza è la fede in Dio e in questo in Zampetti troviamo tantissimi annotazioni nel nel suo diario in cui parla dell'importanza della fede come resistenza per poter appunto continuare a dire nonostante tutto le difficoltà della prigionia
E lui scrive a un certo punto l'otto dicembre del mille novecentoquarantatré credo che veramente lo spirito divino fosse presente tra di voi parlando di una messa che vede tutti i gli ufficiali commossi nell'ambito della baracca dove si svolge sentire
L'omelia e la la la celebrazione della messa da parte del cappellano militare il segreto della vita scrive ancora Zampetti e quella di offrirla senza condizioni al Signore
Signore dacci la pace non odio ma amore chiede il mondo straziato e quindi queste parole sono davvero il senso di una resistenza fortissima morale che Zampetti e tanti altri internati militari oppongono al nazismo va ricordato che nei campi ci furono moltissimi
In cappellani militari internati circa duecentocinquanta
Alcuni dei quali divennero delle figure mitiche come il salesiano don Luigi Pasa don Francesco Amadio che poi divenne vescovo di Chieti il cappuccino Luigi figlioletti Signoretto che fu tra i protagonisti della vicenda di Radio Caterina
E anche padre Ernesto Caroli che fu futuro fondatore dell'Antoniano di Bologna la figura di Lazzati è stata già ricordata
E va detto che Panico Zampetti
Viene poi liberato avvisando forti venti due aprile del mille novecentoquarantacinque quando ormai era allora stremo delle forze sceso a quarantanove chili di peso e così scrisse a casa due giorni dopo mammina mia adorata
Sono finalmente libero dopo diciannove mesi di prigionia il signore ha voluto che difesi finalmente questo momento sì sono ancora in piedi lo debbo alla forza dello spirito che per grazia divina ha saputo sorregge della carne
Ma Milan via regge ancora per questi pochi giorni e poi sarà la gioia tutti ripagherà di tutte le lacrime
D alla mia Maritza che il suo Errico immutato Cosimi via prete fra poco e voglia il Signore che la sofferenza non sia stata inutile
Si è da poco concluso il secondo traumatico inverno di prigionia degli internati militari
Il ritorno in Italia avverrà in realtà molti mesi dopo che la maggior parte di loro
E il Paese che limiti trovano e disseminato di macerie di distruzione lasciate dalla guerra e anche l'accoglienza della popolazione agli internati militari che tornano non è quella sperata
Solo scherno e disprezzo o amaro ritorno
Donne e bambine sui carri e ci sfottono sono le considerazioni di Enrico Zampetti il venticinque agosto
Appena rimpatriato
Purtroppo l'Italia ignora era a lungo il sacrificio il coraggio e la resistenza senz'armi degli internati militari di cui Zampetti il suo diario costituisce una precise preziosissima testimonianza
E proprio Nadia rischia di Zampetti come patrimonio da riscoprire e l'aspetto chiamiamo adesso ad approfondire con Vincenzo clienti giornalista di TV due mila anche lui scrittore di storie consigliere nazionale dell'Anp
Grazie
Buonasera a tutti
La riflessione che ruota attorno alla diaristico di guerra dalla fine del primo conflitto mondiale ad oggi ha chiamato numerosi studiosi ricercatori giornalisti scrittori a interrogarsi sul valore del diario
Diario come fonte per la conoscenza storica prima di tutto
Una delle questioni di fondo su cui si è sviluppata l'analisi dei diari della prigionia sia sotto il profilo storico divulgativo che sotto il profilo storico scientifico parte da due domande fondamentali
Qual è la molla che spinge un combattente un internato a scrivere un diario a registrare minuziosamente quello che accade giorno per giorno nell'ambiente che lo circonda
In particolare negli ambienti degli internati militari italiani
E una pratica difficile che coinvolge prima di tutto l'intera persona non tutti lo scrisse nel diario questo ce lo dobbiamo ricordare coloro che vissero invece di ritagliarsi uno spazio per fare memoria del proprio vissuto di raccogliersi di iscrivere l'esperienza della cattura della deportazione della prigionia del lavoro obbligatorio dei maltrattamenti delle sevizie ma a mio modo di vedere sono doppiamente coraggiose abbiamo parlato e più volte della Resistenza senza armi loro invece coloro che scelsero di scrivere un diario scelsero di impugnare carta e penna
Carta e penna anche rischio di essere scoperti dai loro aguzzini ed è un grande atto di di libertà una grande risposta un'azione di risposta
A un mondo quello dei campi di internamento che tentava di annullare prima di ogni cosa così diceva prima la dignità della persona umana
Allora secondo me
Il diario di ciascun internato ex internato reduce diventa quasi una fotografia una fotografia come le quattrocento che scattò l'internato militare italiano Vittorio Vialli
E sì con una macchina fotografica arrivata clandestinamente tramite un suo amico ecco diventa il diario una fotografia istantanea che tesa a catturare un momento significativo
Che se da un lato non rappresenta mai l'interezza vissuta dall'altro invece proprio per il suo carattere di selezione di alcuni momenti fornisce un colpo d'occhio a mio avviso un colpo d'occhio giornalistico non è un un caso che molti giornalisti da questo colpo d'occhio hanno ricostruito poi la storia nella sua totalità faccio riferimento semplicemente a Dino Buzzati
A bordo delle navi grigie della Regia Marina Egisto Corradi nella sua esperienza di ufficiale di complemento al seguito dell'armata
Dell'Armir dell'Ottava Armata durante la tragedia della ritirata di Russia nell'interno quarantadue quarantatré a volte però sono proprio i dettagli che fanno la differenza e possono risultare utili nel racconto di una storia nella sua totalità
Ne sono proprio un esempio i diari dei reduci della divisione Acqui a Cefalonia e Corfù lo diceva prima il professore Zani
Questi scritti narrano i drammatici fatti accaduti nelle isole Ionio dopo l'otto settembre mille novecentoquarantatré infatti di cui Errico Zampetti è testimone
E quindi un diario diventa una fotografia un'istantanea
Un dettaglio sul mondo dell'internamento militare italiano utile a far comprendere fatti e situazioni
Ma c'è di più ed è questa l'originalità di Enrico Zampetti il diario della prigionia può diventare strumento di ricerca e di formazione caratterizzato soprattutto da tre momenti fondamentale
Egli individua il momento del raccoglimento il momento dell'impegno e la spirale del diario
Tre nodi fondamentali che emergono dalla tesi di laurea in Filosofia discussa proprio l'Università degli studi la Sapienza di Roma
Analizzò i diari filosofici di tipica del Dharma assente a niente
Enrico Zampedri riesce
E qui la dico per come per dirla la pole riterrei a tradurre l'intraducibile cioè a dare al diario un peso una rilevanza maggiore
Il diario assume la fisionomia di un mezzo attraverso il quale avviene un processo spirituale che coinvolge non solo coloro che aprono il loro animo alla riflessione quotidianamente capace di coinvolgere addirittura l'intera comunità
Quello che il link Olindo Orlandi anche internato militare amico di Zambetti chiama giornale intimo e lo strumento che porta all'elevazione spirituale se non addirittura alla salvezza la salvezza con la S maiuscola lo abbiamo ricordato Zampetti è un cattolico impegnato nella Fuci
Salvezza che non è solo una questione legata alla sopravvivenza ai lager nazisti o lo scongiurato pericolo di morte
Scrive Zampetti
L'esercizio del diario impone inchieste su affida la confidenza quotidiana delle proprie ansie e delle illuminazioni improvvise delle proprie conquiste cadute una disciplina di pensiero che si concreta in due diversi momenti spirituali quello del raccoglimento interiore e dell'onestà verso se stessi
E quello dell'impegno per l'azione
Il raccoglimento ossia la pausa imposta dal diario al termine della giornata quando si resta soli con se stessi davanti alla propria coscienza e quello che crea la tensione
Un processo questo che si rinnova un attimo per attimo giorno per giorno in cui avviene l'annotazione sulla carta
Nel diario si concentra il duplice processo di chiarificazioni interiore da un lato e dall'altra parte di apertura
Verso gli altri due momenti fondamentali che si attuano secondo una linea di sviluppo che si evolve con un progresso nel tempo dice Zampetti e insieme
Rappresenta la nota costitutiva di ogni situazione registrata nel diario una spirale dunque
Aperta sino al principio che alla fine non la consueta linea di ragionamento astratto che congiunge il capo con la coda in un cerchio chiuso che arresta il flusso inesauribile della vita
Al contrario invece la spirale a cui fa riferimento Zampetti in relazione all'importanza del Diario della prigionia
è un circuito che non si arresta mai nella quale i due movimenti si integrano e si rinnovano in continuazione mettendo in moto l'aspetto più profondo più spirituale dell'esistenza umana
Scrive ancora Zampetti il diario fornisce un apporto essenziale con la frammentarietà
Che sgorga spontanea dalla pena di colui che giorno per giorno confida alle note scritte i palpiti della propria anima per tale ragione quindi capiamo che il diario diventa una fotografia che non può essere edulcorata non è un dipinto che può essere ritoccato
Che ha avuto modo di leggere i diari dei reduci e dei prigionieri di guerra consapevole che gli scritti non potranno mai offrire un pensiero sistemato
Una ricostruzione completa riordinata degli avvenimenti al contrario il diario permette di entrare in sintonia con l'autore di cogliere nella totalità la sua esperienza
E allora proprio si parlava di Cefalonia prima
Anche Giorgio clochard scritto su Cefalonia Giorgio lasciato dice
Quando il diario viene visto in questo modo è sicuramente da considerare tra le fonti della storiografia sull'internamento
Nonostante questo ci sono moltissimi
Tredici ex internati che hanno stentato a riconoscersi
Nelle pagine dei proprietari a distanza di tempo tra questi c'è anche Olindo Orlandi
Suo amico che riprendendo in mano il suo diario accade quasi nella tentazione di rielaborarlo proprio perché non si riconosce in quella prosa scritta anni prima ed è qui che arriva all'insegnamento di Zampetti
Gian detti dice no rielaborare quella testimonianza frutto di quotidiane riflessione significherebbe solamente allontanarsi dalla verità
Questo è il passaggio chiave che più di ogni altro sottolinea ancora oggi l'importanza e la valorizzi valorizzare un patrimonio culturale diaristico e in particolare quello di Zampetti queste l'eredità
Lasciata cita Zampetti e con essa la DIA rivestita di tutti i reduci del dell'internamento militare italiano l'essere fonte storiografica per una testimonianza documentale importante è una condizione irrinunciabile
Il diario di Zampetti ne è una testimonianza legata a tanti no
Un impegno che rende indissolubile una decisione che apparentemente folle quella di dire il nodo degli internati militari italiani ma è fortemente coraggiosa
E risoluta di una generazione che aveva dovuto sempre e comunque dire sissignore per tutto il ventennio
Del regime fascista e questo non lo ricorda sempre nei miei colloqui Michele Montagano anche qui e che saluto presidente anziano dell'Allende stretti
Negli anni dell'internamento questo netto rifiuto questo no alla collaborazione armata con l'esercito tedesco e con l'essenza del no alla collaborazione con la Repubblica sociale
Italiane il no al lavoro volontario a qualsiasi forma di collaborazione civile con il nemico aprì la strada alla libertà ben prima che aprissero i cancelli verso la libertà nell'aprile del mille novecentoquarantacinque
Certo lo diceva prima Mario Avagliano dal punto di vista la fame
Un nodo fondamentale per quanto riguarda gli internati militari italiani
Lo dice Zampetti lo dice Giovannino Guareschi bastava semplicemente scrivere fa mettere una firma su un modulo e tutto poteva finire invece loro dissero no
Quindi l'esempio che emerge dal dai diari di Zampetti e soprattutto alla dignità
La coerenza e il coraggio l'afflato per il paese del per il Paese da ricostruire nel dopoguerra l'impegno per le istituzioni democratiche la passione per la politica e perché no anche la passione per la storia
L'amore per l'uomo per l'umanità tutto questo emerge dal dei diari di Zampetti del diario di Zampetti e ad un certo punto leggendo perché si vuole soffermarsi a leggere proprio la tesi di laurea c'è una parte in cui Luigi parla del diario dice
Apriamoci dunque al diario commesso altri a noi le sue pagine
Senza pudore senza malizia accostiamo al CIPE
Rivivendo quell'esperienza che si susseguono senza ordine come solo scorre la vita
Che se una parola avranno da dirci che muova le fibre del nostro spirito ha un orientamento un impulso a un proponimento allora neppure noi
Come non è stato per la storia dell'umanità essi saranno passati invano su questa terra nella loro esistenza mortale
Questo è un richiamo a mio parere alla conservazione di un patrimonio il patrimonio diaristico la grande ricchezza degli archivi
Il patrimonio di Aristide quello proprio degli inni
Un minuzioso lavoro di custodia che oggi in via Labicana Romano abbiamo visto prima nel filmato continua ad essere compiuto dall'ANFP attraverso il museo vite Dini offrendo opportunità di studio e di ricerca agli studenti
Ma anche la possibilità alle scuole di tutta Italia di far visita a un luogo della memoria
Che poi non è altro anch'egli che un frammento di storia un dettaglio di quella fotografia istantanea che fa parte dell'album della storia vissuta
Da tanti giovani d'Italia che con il loro no contribuirono a ricostruirla
Grazie
Sapete scrittore ma anche grande lettore con una forma un forte desiderio divulgativo
Diventa quindi per lui in qualche modo naturale l'approdo alla Biblioteca del Senato ce ne parla Pier Paolo Ianni ricercatore capo segreteria del presidente della Commissione per la biblioteca e l'archivio storico Dessena
Buonasera a tutti la biblioteca del Senato dove ci troviamo rappresenta un istituto di primaria importanza nel panorama culturale nazionale la storia della biblioteca è una storia antica che si intreccia
Al storia del Parlamento subalpino inaugurato a Torino nel mille ottocento quarantotto
Infatti proprio l'otto maggio del mille ottocentoquarantotto il Senato del regno deliberò il proprio Regolamento individuando fin dall'inizio alcuni servizi essenziali
Innanzitutto la biblioteca l'archivio
E l'ufficio dell'estensore dei processi verbali
Quindi il Senato la sua origine fissa tra i punti centrali per la propria attività la biblioteca del Senato come centro di documentazione a servizio dell'attività parlamentare
Questi servizi vengono affidati a dipendenti non membri dell'alto consesso e questo per garantire una terzietà
Anche se nella storia della Biblioteca del Senato proficuo sarà proprio il dialogo tra parte tecnica bibliotecarie direttori della biblioteca e parte politica la biblioteca del Senato ha quindi attraversato le fasi più importanti della nostra storia istituzionale conservando nei vari trasferimenti della capitale da Torino a Firenze a Roma una indiscussa autorevolezza
Grazie alle indiscussa autorità professionalità dei propri dipendenti
E tra i direttori che ne hanno accresciuto il prestigio durante il Senato del regno ricordiamo giovani vecchia Enrico Franceschi Giacinto Menozzi Antonio Martini Fortunato Pintor Corrado che Razzini
In particolare nei primi decenni del novecento ha impresso un'orma importante degli indirizzi importanti sui servizi della biblioteca proprio Fortunato Pintor che era stato allievo alla Scuola Normale Superiore di Pisa
Del senatore ed ancora e durante la sua attività come direttore della biblioteca del Senato tenne alcuni importanti epistolari con i principali senatori del tempo da Benedetto Croce epistolario che fu poi pubblicato da Giovanni Spadolini
E anche con Giovanni centro inutile e altri senatori
In epoca repubblicana questa tradizione prosegue
Con altri importanti direttori della biblioteca come Giuseppe Pierangeli Vittorio Emanuele Giuntella Enrico Zampetti che si inserisce il proprio nel suo ricco di questa nobile tradizione Enrico Zampetti entrerà alla Biblioteca del Senato nella prima legislatura repubblicana il trentuno dicembre del mille novecentocinquantuno viene bandito un concorso ad un posto di segretario per la biblioteca del Senato Zampetti risulta idoneo e il due ottobre del mille novecentocinquantadue viene assunto a seguito di delibera del consiglio di presidenza del Senato intra come segretario l'esperimento
Quando entra la biblioteca
Presidente della commissione di vigilanza sulla biblioteca Alberto Bergamini che è già stato senatore del Regno è stato deputato all'Assemblea Costituente
è senatore nella prima legislatura repubblicana che come è stato ricordato Zampetti in Assemblea Costituente aveva avuto un ruolo di rilievo come caposegreteria
Del gruppo democratico cristiano e l'Assemblea costituente e presso il pollo bibliotecario parlamentare si conservano ancora
Alcuni importanti i testi scritti da Zampetti in quel periodo riguardanti l'attività del gruppo parlamentare democratico cristiano in Assemblea costituente ma anche un interessante scritto su cenni biografici su Alcide De Gasperi
Tra le prime attività che vengono affidate a Enrico Zampetti vie il catalogo delle pubblicazioni ufficiali straniere possedute dalla Biblioteca del Senato
Un catalogo di particolare interesse che riguarda ben centoventidue Stati esteri
Infatti fin dalle sue origini la biblioteca risulta particolarmente fornita di testi costituzionali atti parlamentari e legislativi stranieri
E questo per quell'indirizzo che era stato dato fin dei tempi del legno di Sardegna dal senatore Luigi Cibrario che era stato anche ministro degli esteri e che aveva voluto appunto che il senato nelle sue acquisizioni per la biblioteca per la biblioteca prestasse particolare attenzione alle opere straniere quindi non solo testi costituzionali e parlamentari ma anche opere di dottrina
Quindi il primo compito che viene affidato a Enrico Zampetti un compito particolarmente importante perché stirare un catalogo significa anche rendere maggiormente accessibile il materiale custodito presso la biblioteca
Non solo questo catalogo ma anche la bibliografia ragionata delle riviste filosofiche italiane pubblicate tra il mille novecento e il mille novecentocinquanta opera che viene pubblicata da Zampetti nel mille novecentocinquantasei
Non solo interesse bibliografico ma anche un interesse verso la Camera alta che emerge dagli articoli pubblicati la Zampetti sulla rivista politica quindicinale concretezza
Con un accurato articolo nel mille novecentocinquantasette sugli ex senatori del Regno
Zampe che ci offre un'immagine di quello che è per lui la biblioteca e merita leggere le sue parole
La ricca ed attrezzata biblioteca che costituisce un vanto della cultura nazionale prima ancora che dell'istituto parlamentare
Ed ha rappresentato per tutte le generazioni succedutesi in Senato il naturale luogo di affratella Minto degli spiriti più eletti ecco quello che per Zampetti e la biblioteca
Del Senato un luogo di affratella mento di spiriti eletti un luogo di ricerca e di studio non solo a servizio degli studiosi ma a servizio dell'attività parlamentare
Zampetti non sono mancate manifesta interesse verso la storia delle nostre istituzioni ma anche nei riguardi dell'evoluzione dei regolamenti parlamentari nei riguardi di quelle che sono le elezioni politiche
Particolare interesse anche è un aspetto di estrema attualità sono poi i suoi studi sulla modernizzazione della pubblica amministrazione che sono contenuti in particolare in due saggi
Lo stato verso l'automazione l'informatica al servizio della pubblica amministrazione in cui vengono raccolti gli articoli che Enrico Zampedri scrive sulla rivista concretezza dal mille novecentosettanta al mille novecentosettantuno
E burocrazia mezze maniche e computer redatto insieme a Gianni Emilio Izzo e dice con prefazione di Giulio Andreotti
In particolare su questo tema gli studi di zampe eletti si concentrano sulla quinta e la sesta legislatura e su tutto quello che è il processo di modernizzazione della pubblica amministrazione in particolare del parlamento una sfida importante che porta il centro elaborazione dati del Senato ad essere costituito e a iniziare un processo che serve per razionalizzare tutte le attività del senato in quanto Zampetti comprende quanto sarebbe stato importante anche nel futuro acquisire documentazioni informazione a livello informatico per facilitare l'attività del decisore politico e questo in particolare per leggi particolarmente complesse come quelle per il bilancio dello Stato
Come tutto quello che è l'attività di sindacato politico ispettivo e l'iter legislativo
Quindi un sistema con delle chiavi indicizzate e delle chiavi di ricerca che avrebbero agevolato enormemente l'attività non soltanto dei parlamentari ma anche delle figure tecniche a supporto dell'attività parlamentare
Non solo un'analisi dei quello che stava avvenendo il Senato la Camera dei deputati ma anche quello che altri enti stavano facendo in quel periodo come per esempio l'ufficio del massimario della Corte di Cassazione
Ho l'istituto di documentazione giuridica di Firenze sempre con un sistema di indicizzazione e l'introduzione anche di quel concetto di informatica giuridica che ormai entrato in quello che la nostra anche percezione cioè che esistono anche dei corsi universitari dedicati proprio l'informatica giuridica ma che all'epoca era qualcosa d'avanguardia
E che Zampetti riesce a individuare come un punto centrale su cui si sarebbe sviluppata punto l'attività della pubblica amministrazione
Non solo quindi un'analisi su questo ma anche come l'informatica avrebbe potuto agevolare l'attività delle biblioteche
E in questo torniamo a un aspetto che abbiamo detto all'inizio quello del catalogo e Zampetti comprende come quei cataloghi cartacei
Avrebbero avuto con l'informatica un'evoluzione per facilitare il lavoro degli studiosi e questo lo ritroviamo in un'opera conclusiva di Zampetti che viene curata da Zampetti quanto direttore della Biblioteca del Senato l'opuscolo sulla biblioteca del Senato in cui delinea appunto delle linee di sviluppo
Per il futuro della biblioteca per l'internazionalizzazione per quello che ruolo anche delle Comunità europea e con un riferimento anche al passato infatti in questo opuscolo cita proprio quelli che sono stati alcuni dei personaggi più importanti nella storia della Biblioteca del Senato
Come il direttore Giovanni letti al primo direttore del biblioteca del Senato Franceschi che era stato responsabile dei vari trasferimenti della biblioteca a Firenze e poi a Roma e Fortunato tintore
E proprio in linea con Fortunato Pintor Zampetti mantiene de di epistolari con i principali senatori dell'epoca e questo ci fa comprendere come quel dialogo tra parte tecnica e politica sia stato centrale nel fare evolvere appunto e migliorare i servizi della biblioteca e in questo particolarmente importante
E l'Archivio storico del Senato della Repubblica e custodisce informazioni preziose tra cui il fondo Cifarelli da cui possiamo ricavare diverse dette di Gian Pittis sia per un'assistenza bibliografica ma anche per le donazioni le acquisizioni di nuovi volumi che andarono arricchire le collezioni della biblioteca come dicevo non solo una visione storica e una visione dell'esistente ma nelle opere di Zampetti troviamo sempre una visione sul futuro e infatti per quanto riguarda il saggio sull'informatica Zampetti pone una nota di ottimismo
Sull'irreversibilità del processo in corso e tradimento dal fervore degli studi dall'importanza quantitativa e qualitativa
Delle realizzazioni compiute in progetto dalla presa di coscienza in atto a tutti i livelli insieme agli organi della pubblica amministrazione
Denti comprendendo come l'informatica sarebbe stato punto un elemento di modernizzazione
E infine nell'opera lo Stato verso l'automazione scrive
La creazione automatica di archivi di notizie aggiornati quotidianamente relativi all'attività dei singoli parlamentari
Ai lavori delle singole Commissioni alle questioni costituzionali regolamentari di prassi sollevate nelle più varie occasioni
Parte di queste notizie potranno essere selettivamente diffuse a singoli utenti esterni e questo dimostra una grande lungimiranza in quanto l'introduzione dell'informatica nella pubblica amministrazione avrebbe garantito per Zampetti quel principio di trasparenza che centrale in una moderna democrazia
Questo scrive quindi con grande avvedutezza Zampetti nel mille novecentosettantuno oggigiorno tutto ciò in realtà accedendo e servizi informatici del Senato grazie
La nostra fede scrive Zampetti a
Alla fidanzata volendo condividere con lei anche questo aspetto così profondo e intimo la fede in Dio come asse centrale nel dramma della gara la parola di Gesù come forza da contrapporre a quanti vogliono negare cancellare la dignità umana ce ne parla Andrea Monda direttore dell'Osservatore Romano
La vita in un enigma
Una lettera d'amore
Che Dio ci scrive in una lingua straniera si tratta di imparare a decifrarla
Questa frase non è Chirico Zampetti che nasce un secolo fa Malatrasi di due secoli fa ebbe dissero in Kierkegaard il grande filosofo danese
Una bella frase suggestiva che Zampetti penso conoscesse bene ma soprattutto ha incarnato con la sua vita ecco la sorpresa vorrebbe dire che una parte sostanziale della sua vita è stata questa lettera d'amore
Ma c'abbiamo qui
Ora prima di addentrarmi nell'interesse di parlare in pochi minuti
Nella dimensione religiosa Zampetti così come emerge da sé i testi anzitutto voglio ringraziare i promotori di questa bellissima iniziativa e mi hanno voluto coinvolgere il dottor Landucci islamico Vincenzo di clienti
Mi hanno coinvolto non non so perché hanno pensato anche questo è un enigma però insomma
Cercherò di di di essere all'altezza perché li voglio ringraziare stanza dove risucchiato in qualche modo dentro questa storia meravigliosa
E toccante di Enrico insomma
La mia breve riflessione girerà intorno altre parole
Riprendo un po'lo stile di papa Francesco che particolare sui discorsi su tre concetti tre parole tre immagini queste tre immagini sono la luce la casa la libertà
La luce e parti ripartiamo dalla frase di Kierkegaard che parla appunto di enigma
La vita è un enigma
Mi viene in mente un'altra lettera straordinaria è una delle fondamenta del nella nostra cultura occidentale nella prima lettera di San Paolo ai Corinzi in cui si dice che adesso vediamo le cose come in uno specchio in modo confuso per speculum in enigmatiche figurativo
E vediamo appunto sotto forma di vittima
Con quella frase
Circa dieci dice che
Si parla del mistero no il mistero non è qualcosa di tutto buio
Ma qualcosa che resta in qualche modo in penombra che brilla nell'oscurità che permette di intuire qualcos'altro o comunali di cui si riesce a immaginare che il meglio la parte sommersa
Fa parte del grande e quella che non si vede
O io devo stare molto attento a muovermi
Nel parlare dell'epistolario nel diario Diego Zampetti soprattutto se poi parto citando Kierkegaard e perché Zampetti è stato detto ricordato prima dall'amico Trient si laurea poi tornato dalla guerra si l'avesse dato via proprio su viale su Kierkegaard sulla di Aristide alla sua tesi in Filosofia e Lardieri istiga filosofica nella filosofia religiosa
E parte proprio da Kierkegaard o El Diario di Kierkegaard inizia con una frase la città nella tesi Zampetti che dice così
Per distinguere una luce ne occorre precisamente sempre un'altra
Perché immaginiamoci completamente al buio e ora appare un punto di luce allora non è assolutamente possibile discernere che cosa esso sia perché al buio non si può determinare nessun rapporto di spazio soltanto quando sopraggiunge un'altra luce si potrà precisare il primo punto rispetto al secondo
Il salmo dice noi vediamo la luce alla tua luce no questo il rapporto che abbiamo condiviso ora
Questa è la prima l'incipit del Diario di Kierkegaard e vediamo l'incipit del diario di Zampetti la prima lettera del trentuno ottobre del quarantatré
O meglio la lettera è un lettera a Marisa ma il primo diciamo
Capitolo se così si può dire questa del ventuno ottobre scrive Zampetti Cristo Re e la festa di Pistoia
Ed è una
Eccome del
Nell'opera lirica no che il primo brano un po'come uno per più contiene tutti i temi successivi quindi io dirigevo verranno di questa
Dei novantatré Pistoia ore dodici adorata mia solo proposta solo ora posso intraprendere a scriverti in maniera regolare ora che si va calmando il tumulto dei primi giorni ora che una pallida seppur triste luce pene tra il caos di questa nuova vita così diverse così improvvisa
E non sarà un diario delle mie giornate perché quelle scritte e tu lo sai sulla tua agenda
Quella con la tua fotografia l'unica che mi resti perché i miei occhi così vivida e completa di rappresenta ma sarà il canto del cuore che ha tanto bisogno di te
Sarà come siti scriveste una lunga lettera che mai potrà raggiungere tutti se non con me
Se così addio piacerà
E che tu non leggerà ma che mi seguirà e pagarne lo spirito assetato dite che tutte le sfumature
Tu ne venga con conoscendo a mano a mano che la matita che ne fa parole sulla carta
Mi è particolarmente grato e pieno di fiducia per fare in queste prime righe nella celebrazione di Cristo Re
Perché mai come oggi ho inteso la Divina regalità del Cristo su di noi quale meravigliosa fonte di luce e di calore data alla nostra miseri allora vedete che qui c'è sì una pallida luce
Anche triste
Per una luce che penetra nel caos di questa nuova vita ed è una luce che non è
Solita e una luce che chiama altri luce
E la luce che essa stessa
Rappresentata da Marisa
Ed è la luce di Cristo
Meravigliosa fonte di luce di calore data alla nostra miseria Bello il titolo che è stato dato
E vorrei sottolineare la declinazione di questi aggettivi possessivi il mio zaino il tuo amore la nostra fede no
La propria identità bagaglio delle proprie esperienze il dono ricevuto da Marisa il dono ancora più grande che li mette insieme mette insieme in questo noi la nostra fede
Io e Marisa ma che forse si allarga anche a un olio grande comunitario di popolo
C'è anche questo in queste pagine straordinarie
Esempio sempre in questa prima lettera dice o la messa di stamattina nella camerata detta da un umile cappellano fatto gigante dalla fede strumenti appellarlo fatto gigante dalla fede
Il Cristo mi è stato presente mi ha unito l'arte
Eppure sono esattamente due mesi che sono assolutamente privo di più notizie soltanto la fede che mi sostiene e mi impedisce di pensare che ti possa essere successo qualcosa
è solo la filiera mi salva dallo smarrimento immagino le tue sofferenze per questa buia lontananza
Solo la fede può farci ancora operare parla sempre al noia la prima persona plurale
è bello anche questo opera qui ci troviamo di fronte a un uomo operoso
Non
Come dire
A una sterile elucubrazione personale
La parola all'azione sono sempre insieme
E poi parla di
Tutte le sfumature che tu ne venga conoscendo parla del
Del fatto che c'è un enorme rischio
Che questa lettera non arrivi
Sarà come se ti scrisse una lunga lettera che mai potrà aggiungersi se non come se Dio lo vorrà
Ma mi viene in mente una frase che lo scrittore inglese
Chesterton e che dice
Imbucare una lettera di sposarsi sono tra le poche cose ancora assolutamente romantico
Perché per essere assolutamente romantica una cosa deve essere irrevocabile
Invocare la lettera sposarsi no è un gesto irrevocabile non poi torna indietro ed è affidato a qualcosa di più grande ha un rischio maggiore ho visto che non può controllare
Su questo rischio sulla possibilità che tutto questo scritto
Poteva benissimo punto non arrivare a
Al destinatario far Marisa si soffermano anche
Alcuni attenti
Commentatori in realtà compagni di avventura vi sventura
Di regola Zampetti per esempio a pagina quindici di questo libro l'introduzione di Vittorio Emanuele Giuntella che dice il lettore di oggi che non ha esperienza di quei tempi
Nel quale questi scritti andavano e tornavano non può immaginare quanto tenue spesso strappato fosse il filo che collegava la corrispondenza e quanto interconnesse tra i due momenti
E più avanti e a pagina undici cita anche le norme sacrificio impegno sforzo fisico che ha fatto l'autore di questa lunga lettera
Per scrive
E dice Giuntella Fiesta meravigliati che abbia attraversato tutte queste difficoltà è scritto tanto e per di più accucciato nel proprio posto letto
A volte ammette di non farcela più eccitante
La lettera di cui Zampetti dice non posso descriverti perché la posizione in comoda mi ha spezzato le reni
Spezzare le reni
Suona ironico ama in maniera Mark e a pagina
Insomma lunga Sommaruga dice
Sottolineando questo rischio che prende Zampetti dello scrivere un diario chissà semmai verrà letto
Dalla sua fidanzata allora fidanzata dice è un diario epistolare a futura memoria scrive Sommaruga perché Marisa sappia
Semmai sono potrà leggerlo su quelle su quelle e su quelle fondamenta costumista col suo degno del ricco la casa da entrambi sognati quindi siamo nel secondo
L'immagine che mi ha colpito la casa
E che
Ora la casa
E ovviamente questo testo scritto da un uomo lontano da casa
Dire che in qualche modo quasi tutta la letteratura la storia della letteratura e scritta da persone lontane da casa e viene in mente subito un altro testo fondamentale della nostra cultura occidentale che lo disse in qualche modo Ulisse Penelope sono immagini figurati
Enrico e Marissa
Che sognano che immaginano che desiderano il tornare a casa nella lettera del pagina centocinque nella lettera del Natale del quarantatré
Scrive Zampetti
La novena è venuta a liberarci dall'ambascerie stava questo meretrici e il nostro cuore ha trovato sfogo nella preghiera cantata l'immagine della casa e più viva
Ma l'aveva prevista perché Dio che viene e di merci si dalla promessa che a lei torneremo il lei ancora riporteremo tu capisci questa mia accorata solitudine tu che hai saputo Denise la con le parole della toilette
Ecco questa casa no che lui il giorno di Natale
Giorno della famiglia in qualche modo sente
Trasmettere alla sua fidanzata marines
La grande solitudine come dice la sua l'accorata solitudine spesso parla del morso dalla solitudine
è interessante qui vedete che poi c'è anche una forma di casa intesa come dire in Rete di relazioni anche di amicizia che emergono in queste in queste pagine presente c'è la presenza di questo amico Pitti puntato
Nella lettera l'esempio del dieci novembre quarantatré di ceppi ha salvato la situazione dandomi del pane la fame
Dicevamo prima come è stato detto frattanto di turismo ci siamo incontrati in due si risolvono difficoltà che per uno sarebbero insormontabili e questo Pd non è neanche un credente è un materialista deformazione scriveva zampe e che anche se sarà con soddisfazione se convinto sapete fare la comunione giorno io
Un altro che ha vissuto questa esperienza
Della guerra dalla caserma della baracca
E un altro scrittore inglese
Che si chiama
L'avvocato Carlo schiamazzi e si riunisse forse qualcuno conosce le cronache di Narnia o le lepri ribelli che dice in un suo diario di unirsi dice una delle celebrazioni eucaristiche migliori della mia vita si è svolta in una baracca militari
Cito questa cosa di Louis perché potrebbe essere benissimo stata scritta Santa
E sottolinea Louis talvolta l'accento popolare londinese di un coro ha un tono singolarmente con momenti un boccale di stagni usato come calice se ci fossero buone ragioni per utilizzarlo non mi troverebbe affatto mi domando che genere di vasellame se usasse durante l'ultima cena
Ecco c'è questa baracca dove ci si riunisce per pregare per cantare
E qui mi viene in mente un altro diario straordinario dall'aria
Che in quegli anni veniva composto da una grandissima figura
Ormai per fortuna molto conosciuta
E è molto importante che ci siano questi libro queste opere di diffusione di queste storie
E mi riferisco alla figura di Etty Hillesum resta non olandese che morì giovane ad altri sei a un certo punto anche lei appassionata pensateci studiosa di filosofia
Anche lei a un certo punto dice lasciatemi allora essere il cuore pensante di questa baracca voglio essere il cuore pensante di un intero campo di concentramento
Poi sono andato studiando delle lettere di tappezzieri legge alcuni diari coi pagine del Diario di Etty Hillesum trovato
Una vicinanza commovente
Scrive per esempio l'undici luglio del quarantadue la Hillesum l'unico atto degno di un essere umano che ci sia rimasto di questi tempi e quello di inginocchiarsi davanti a Dio
E se Dio non mi aiuterà più allora sarò io ad aiutare ed io se mi riuscirà allora potrò aiutare anche gli altri
E a un dibattito del mio cuore cresce la mia certezza tuo Dio non può aiutarci dato cannoli aiutare dite
Tocca a noi difendere fino all'ultimo la tua casa i nomi e qui c'è ancora un'altra casa vertiginosa la casa di Dio nel no il tempio dello spirito nel cuore di ciascun
Anche la Chiesa stessa è una casa per Zampetti
Esempio rimane scosso
Dalla dalla notizia delle del bombardamento in Vaticano
Ne parla nella lettera del nove novembre del quarantatré pochi giorni prima c'era stata
E dice ci vuole davvero tutta la fede per non cedere alla disperazione
Ma anche la liturgia
E e in qualche modo una casa
Quante volte lui puntualizza extra festa di Cristo e la festa di San Giovanni il ventiquattro giugno Ognissanti
Ma soprattutto
Direi la Scala
Solo inteso come il testo sacro ma la scrittura di Zampetti lo scrive che il diario scrive per lui e in qualche modo un tornare a casa cioè
Un reagire allo smaltimento e cercare di mettere ordine al caos della vita come è stato detto nella prima lei
Lo dice molto bene somma lunga nell'introduzione
Sentite dice
Che cos'è questo questo diario
Che abbiamo tra le mani è un ritrovare se stessi lo diceva bene
Ingredienti di raccoglimento no
Ritrovare se stessi un grido di speranza per sentirsi vivi un difendere la dignità dell'uomo ferita dalla promiscuità dell'hard dallo squallore stordito della miseria dalla spersonalizzazione sistematica perpetrata dai nazisti
Con la riduzione dell'uomo oggetto numerato senz'anima usa e getta
E che i negozianti ai chimici a contrastare con la sua fede radicate l'amore profondo per marines
Scrive in qualche modo e un tornare a casa cioè
Rispetto allo smarrimento che la vita ci procura fare o non trovare un senso stato citato riterrei diceva ai clienti perché diceva il male non si può spiegare e l'assenza della spiegazione il male non si può spiegare ma si può raccontare
Ecco cosa falsa venti racconta e racconta il male in qualche modo sapendo che è quasi impossibile spiegarlo ma raccontarlo diventa una testimonianza che mette ordine per sette degli altri dà un senso da un po'di luce in una notte Bur
Vado verso la ultima
Immagini ultima parola che la libertà
La libertà cioè dire la libertà innanzitutto della coscienza
Scrive sempre la villetta la Hillesum quella realtà la coscienza che in ultima istanza non ci possono togliere
Esisteva pur sempre un pezzetto di cielo da poter guardare e abbastanza spazio dentro ciascuno di noi per poter congiungere le mani in una preghiera vi leggo queste parole dell'aiuto perché ripeto e potremmo trovare uguali nelle
Nel diario Samperi
Dire insieme perché questa secondo me è proprio un po'il la morale no di tutta questa cosa
Le parole sono della Hillesum
Dice ho il dovere di vivere nel modo migliore e con la massima convinzione sino all'ultimo respiro allora chi verrà dopo di me non dovrà più cominciare tutto da capo il con fatica
E quel valore di questa testimonianza
Chi verrà dopo di me non dovrà più cominciare tutto da capo mi viene in mente quello che diceva Sturzo abbiamo ricordato tre giorni fa il ventisei
Novembre centocinquanta anni dalla nasce il flusso che la politica e la vita era sempre il cominciare da zero tutti i giorni però ci sono delle figure ci sono delle storie ci sono
Delle esperienze che diventano dei punti di appoggio per cui chi viene dopo di me potrà
Tu pur potrà cominciare anche da lì
La libertà
è il tema centrale di quest'del prigioniero Zampetti
Che il ventidue aprile del quarantacinque nel momento in cui sapore
Scrive libertà parola al confine tra la realtà e il sogno parola che non ha senso per chi non ha sofferto le catene della prigionia perché non l'ha perduta almeno una volta nella sua vita
Dire parole definitive sferzanti parola al confine tra la realtà e il sogno mi viene in mente quello che dice
Più volte l'ha detto papa Francesco attenzione alla distinzione tra sogno al miraggio
Il sogno spesso si potrà mutare il miraggio del quale diciamola
La differenza è che dobbiamo tenere ben presente per non cadere nel miraggi che il miraggio un sogno solitaria
Dice Papa Francesco il sogno è sempre invece condiviso in fatto di comunità di popolo di relazione e allora ci salviamo no e teniamo in piedi e manteniamo e custodiamo il bene fragile della libertà
Questa cosa della della fragilità della libertà è fondamentale
Io mi se ci sarebbero tantissime cose questo è un rito un libro ricchissimo
Che tiene insieme
La libertà l'amore e la fede
Come fatti fondamentali di ogni esperienza veramente umana
E dire che la libertà in qualche modo lega queste cose perché che sono apparse dite del del grande poeta tedesco non si può comandare la fede come non si può comandare l'amore la fede e la moglie sono quelle cose che vivono di libertà
Sono atti che rendono l'uomo libero perché sono libri nessuno può ordinare un'altra media ma né di carriera
Allora
Finisco dicendo che mi ha colpito mentre ieri pensavo che mi preparava questo breve intervento
Andando a messa era la prima domenica di avvento e il Vangelo di San Luca
In qualche modo mi ha richiamato le parole Zampetti
Abbiamo ascoltato gli è andato a messa ieri nel Vangelo di Luca c'è scritto vi saranno segni nel sole nella lune delle stelle sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei frutti
Mentre gli uomini moriranno per la paura e per l'attesa di ciò che dovrà cadere sulla Terra le potenze dei cieli saranno sconvolte allora vedranno il figlio dell'uomo venire nessuna nube con potenza Gloria grande quando cominceranno a cadere queste cose alzate di elevata il capo perché la vostra liberazione è vicina
è questa la speranza profondamente nutriva
Della fede cristiana che animava Enrico Zampetti e siccome abbiamo cominciato dicendo che la vita è un enigma una lettera d'amore
Che Dio ci scrive in una lingua straniera si tratta di fare decifrarla io penso che questa storia di Enrico Zampetti una bellissima lettera d'amore ma che le nuove generazioni devono imparare ogni volta a decifrarla grazie
Quando stava attraversando l'inferno la cosa più importante e continuare a camminare non è una frase mediatico Zampetti ma di Winston Churchill
Ci introduce alla prossima relazione dall'Inferno al Paradiso
L'esperienza concentrazionario di Enrico Zampetti ce ne parla il libro l'ultimo intervento la professoressa Ellera ronde non docente di letteratura italiana presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
Ringrazio gli organizzatori di questo evento per l'invito rivolto
L'isola di Corfù assume un alto valore storico e morale per la vita del sottotenente dei bersaglieri carico Zampetti
Infatti gli episodi che si verificano in quel luogo oggetto delle relazioni precedenti lo introducono a un itinerario attraverso il quale egli è chiamato a scendere nella profondità del suo animo e a risalire
Portando alla luce la verità della sua esistenza
I due anni di deportazione nei campi di prigionia della Polonia e della Germania
Tracciano un percorso nel quale vive situazioni fatti e incontri che sembrano attingere e alludere proprio alla prima cantica del poeta fiorentino l'inferno
Zampetti sfida le difficoltà e i pericoli come c'è stato ben delineato da clienti di tenere un diario perché quel gesto lo fa ridere
Il diario dall'ATER lettera Marisa la versione postuma degli appunti presi giornalmente possiamo dire febbrilmente talvolta ora Piero ora per settecento otto giorni quasi due anni
è commi afferma Vittorio Giuntella
Un frammento prezioso della storia dell'Angara una sostanza documentaria
La mappa del suo inferno ovvero il passaggio da un campo all'altro ricorda il viaggio del poeta fiorentino che da un girone a quello successivo
Vede le teme dei dannati acuirsi in base alla colpa commessa in vita seguendo la logica del contrappasso
Tuttavia in questo caso Zampetti non solo assistente alle barbarie non è un semplice spettatore perché lesive e le trova sulla sua pelle
Zampetti spende molto del suo Breve ma prezioso tempo per descrivere i ripetuti viaggi da un campo all'altro
Non solo per imprimere nella memoria i ricordi di quei giorni di quegli istanti
Ma soprattutto per evidenziare lo spaesamento e l'incredulità originate da quelle situazioni simili a quelle delle anime traghettato è sul fiume Acheronte
Dopo ogni viaggio gli internati militari entrano nei campi sporchi pieni di paglia con i volti sparuti dalla stanchezza e si scontrano con una realtà altrettanto tragica
Il famoso motto che campeggia all'entrata di ogni Lager Arbeit macht Frei nella sua paradossale formulazione
Risulta una sorta di ammonimento che suona come il verso dantesco lasciate ogni speranza voi ch'entrate
Una volta immatricolato il deportato è sottoposto a momenti precisi della sua giornata l'ora della sveglia del coprifuoco la durata dell'appello i pasti il lavoro forzato il dormire in uno
Di questi gesti ripetitivi
Fabio freddo violenza diventano un trinomio basilare all'interno del linguaggio del campo di qualsiasi campo che Zampetti è costretto a imparare
Tuttavia tra le miserie dell'Adr che disse umanizzante sempre più l'uomo quella che lo colpisce maggiormente è la mancanza di cibo
è il suo diventa una tematica hostess Iva nel suo diario quella condizioni
Cronica sconosciuta agli uomini così come dice Primo levi in se questo un uomo considerato l'archetipo della letteratura concentrazione Alia
Ebbene questa privazioni di uno dei beni primari dell'uomo alla forza di generare a sua volta individui caratterizzati da un atteggiamento simile a coloro che commettono la dannosa colpa della Pula come si descrive nel Canto sesto dell'Inferno
Zampetti documenta in vari modi tale situazione la stremata ricerca del cibo anche nei rifiuti
Il mangiare in modo voraci quel poco che si ha a disposizione
Lo sforzo di dividere un pezzo di pane o di margarina secondo un rigore e una precisione scientifica perché le parti siano rigorosamente uguali
Tutti i comportamenti incomprensibili in una situazione di vita normale
Infatti il godimento di quei cibo è dettato dall'istinto di sopravvivere e dalla paura della famiglia e quindi Nonda un eccesso come in tante
Il punto di arrivo
Secondo la logica che vige in Lager qualunque esso sia vale a dire la trasformazione della natura umana
è simile a quanto descritto dal poeta fiorentino un uomo mini che per voglia di maneggiare diventano egoisti e violenti
Zampetti a tal riguardo afferma la vita Stifani male nel vero senso della parola
Un uomo affamato
E continuamente tentato di cedere al piano tedesco di accettare media di fuga la collaborazione con i tedeschi
è emerso a dura prova anche dalla terribile condizione metri ideologica del freddo
Una tematica altrettanto significativa nel confronto con il sommo poeta
Se pensiamo al viaggio ultraterreno di Dante l'inferno si conclude nella quarta zona della Giudecca
Dove avviene l'incontro con Lucifero conficcato proprio nel ghiaccio
Proseguendo nella regia
Si può confrontare tali rappresentazione del Maligno che vive nel ghiaccio così come tutti i peggiori dannati
Con la modalità con la quale Zampetti si parla del freddo e di come esso contribuisca a creare una condizione infernale
Perché penetra nelle ossa nei cuori generando febbri polmoniti ma soprattutto perché porta l'animo sempre più giù
Ma al cuore di Zampetti non essa reddito egli non arriva mai completamente a raggiungere il fondo perché è riscaldato da Marisa la sua fidanzata dalla fede e dalla cultura
Questa vicenda nel Lager seppure irreali che in un punto del diario definisce però più odissea rifacendosi al modello omerico
Con le traversie del ritorno di Ulisse a a Itaca
Tuttavia è una vera Via Crucis
Un calvario
Un doloroso itinerario di formazione spirituale come abbiamo sentito anche prima
Ogni giorno di quei quasi due interminabili anni Zampetti si trova di fronte a una realtà che lo vuole far soccombere per le atrocità che subisce nel corpo e nell'anima
Ma esattamente come quelle tre volte che Gesù cade e si rialza nella lunga strada per arrivare sul Golgota
Anche il nostro in virtù dell'amore alla sua amata e addio riesce sempre a ripartire
Tutti i giorni Zampetti vive l'inferno ma in ogni istante fa anche esperienza dell'anticipo del Paradiso che ha promesso all'uomo di fede
Più volte egli fari mentre fa riferimento hanno design che porta sulle spalle come recita anche il titolo di questo convegno ogni internato ne arriva uno nel quale riporre l'indispensabile
Il suo è uno zaino dice Zampetti affatto dell'alto che assume anche un valore simbolico
Marisa ed io sono sempre con lui occupano tutto lo spazio di quello zaino
La realtà infernale che vive ex Ohtsubo portata dalla sua amata e dalla forza della preghiera
Marisa diventa la destinataria di questa lunga lettera le cui parole saranno lette solo al ritorno di Errico
Eppure ella quotidianamente riempie il suo cuore ed è come se il dialogo con lei non si interrompesse mai
Qui è la
In corpo minore dell'opera sono inframmezzate anche alcune delle frasi tratti da quelle poche ma preziose lettere che gli ricerche durante l'internamento
Esce sono un segno ulteriore di un rapporto vissuto da entrambi i due fidanzati come l'anticipo del futuro amore Spoon sale Marisa e la compagna della vita verso la quale Errico esprime tenerezza la chiama bambina mia adorazione adorata Minia passione amore mio preoccupazione povera Maristella
E conforto nei momenti difficili
è un'anima alla quale confidare ogni pensiero è la sua donna Angelo esattamente come Beatrice per Dante perché lo guida ogni istante verso la visione di Dio
Abbiamo sentito da Munda la profondità della fede di Zampetti mi preme sottolineare solo un aspetto
Che la sinergia d'amore tra il ricco e Marisa offre al lettore un modello di rapporto Amoruso e al tempo stesso mostra un uomo che vive con Dio e per Dio
Nel canto ventiquattresimo del Paradiso Sampietro interroga Dante sulla natura della sua fede
E parafrasando l'afflato Paolino Lettera agli ebrei undici uno così esclama
Fede è sostanza di cose sperate
Già tetti chiude la sua prima pagina appena sentita nel mio della precedente relazione de il diario con una simile affermazioni solo la fede può farci ancora sperare per Livia Romano così come per il poeta fiorentino e per San Paolo di Tarso la fede rivela profonde cose e il quotidiano rapporto con Dio genera speranza infatti Zampetti non nutre solo come è comprensibile che sia la speranza di essere liberato per tornare a casa
Una speranza piccola ma possiede anche la grande speranza vivere con Dio lo porta a sentirsi Amato redento e libero pure nella condizione di internato
La fede di Zampetti non è scissa dalla vita anzi è una linfa vitale necessaria per vivere le difficoltà esattamente come facevano i primi cristiani ai tempi delle persecuzioni
La baracca diventa simile così scrive Zampetti alla cripta delle catacombe il simbolo di quei primi secoli di vita cristiana perenne a scuola di fede di speranza e di carità
San Giovanni Paolo secondo affermava che una fede che non genera una cultura è una fede che non è ancora giunta a maturazione
Questo non è certamente il caso di Zampetti che invece riempie il suo zaino anche di tutto ciò
Che può trovare nel campo per alimentare la sua sete di conoscenza facendo così risuonare lui Lecco della notissima terzina dantesca
Considerate la vostra Semenza fatti non foste a viver come bruti ma perseguire virtute e conoscenza
La lettera diario di Zampetti è utilissima anche per ricostruire il tessuto culturale e letterario presente nei campi nei quali egli è stato portato
Dimostrando così che il sapere la conoscenza è una via di libertà anche il luogo dove vive la sua la dove dice la sua più radicale negazione egli partecipa a discussioni e a incontri che vertono su temi politici ed economici come Stato ricordato da Avagliano è il promotore di numerosi e venti anche artistici e musicali
Non si arrende mai ma soprattutto in mette sempre anima e corpo per cercare libri e li richiediamo casa quando è possibile
Ecco quindi che la prosa concentra azionaria di Zampetti si arricchisce di quei titoli che trasformano i Lager
Come un campo dove si può ascoltare la letteratura italiana
Fra i numerosi titoli spicca anche la Divina Commedia
Nello Stalag trecentosette di debiti martedì ventun dicembre alle ore quattordici così scrive sul diario
Stamattina col collega molto capace a letto e commentato il diciassettesimo canto del Paradiso
L'esposizione è riuscita molto bene
E del resto l'argomento era dei scelto oltre a passare piacevolmente un'ora e mezza lo spirito mi ha tratto un vero giovamento fine citazioni
Essendo così frequenti le letture dantesche nei campi degli internati si presume che Zampetti ne abbiamo sentite altre
Ma è anche vero che l'unica citazione esplicita in tal senso è quella sopra da me riportata pertanto questo può significare che proprio quel tanto dove come è noto Cacciaguida rivela tante il suo esilio e le difficoltà future lo abbia veramente segnato
Forse la ragione per la quale Zampetti afferma che la lettura è stata ben scelta
è proprio la corrispondenza tra le condizioni oggettive dei due contesti
L'esilio di Dante e la reclusione di Zampetti e allo stesso tempo la somiglianza del punto di arrivo del loro viaggio il cospetto eterno Dio
A Dante viene predetto chiedo
Votanti tribolazioni Vetra il volto di Dio perché quello è il destino dell'uomo e infatti il suo viaggio ultraterreno si concluderà al suo cospetto
Zampetti confida nel fatto che il viaggio della vita abbia come imitativo
Interpretando quanto Addis tutto tra il mille novecentoquarantatré e il mille novecentoquarantacinque come il passaggio dall'inferno verso il Paradiso
Un anticipo di pararsi diviso
Che certamente si manifesta nel momento in cui riabbraccia i suoi cari in particolare la sua Marisa in cui ritorna a casa la sua Itaca
Ma anche in tutti quegli istanti nei quali anche nell'ala che era ha trovato la forza di ricominciare e di gridare chi se non Luís potrà indicare mila via sorreggere il mio passo grazie
Dunque quale lezione possiamo trarre alla fine di questo pomeriggio quella che senza uomini come epico Zampetti oggi non saremmo quello che
In chiusura permettetemi rapidamente di ricordare anch'io Marisa lavoretti la donna che da lontano gli ha dato la forza la vorrei ricordare uno il passo etnia più commossa di tutta la lettera b senza quanto ti ho amato in quelle giornate senza sole
A temi aggrappava o per non soccombere al freddo che vi possedeva Annie gelato e il cuore e tu sempre vicina ha inseguito la mia crisi e mi hai aiutato a superarla ecco in una vita così Enrica
Di valori ed insegnamenti forse la capacità di amare non è un messaggio secondario grazie a tutti i relatori agli organizzatori a quelli che hanno permesso la realizzazione di questo convegno e buona serata a tutti