Critica e militanti

Buongiorno da radio radicale qui e Matteo Marchesini per critica militanti quest'anno cadono gli anniversari della morte di due poetiche rappresentano bene alcune caratteristiche della cultura
Ed è il gusto del primo rispettivamente del secondo Novecento italiano nel due mila venti siamo infatti a trent'anni dalla scomparsa di Giorgio Caproni e ha cinquanta da quella di Giuseppe Ungaretti
I loro testi più famosi testi di gioventù per Ungaretti e di vecchiaia per Caproni sono come si sa liriche brevissime sembrano quindi molto adatte per questa nostra epoca direttrici e di epigrammi via Twitter entrambi sono poeti in un certo senso metafisici e anche fortemente sollecitati dal punto di vista tecnico cioè scrittori che ogni raccolta reinventano un Codice e quasi in Estremo no combinatoria mente i temi eppure in Ungaretti questo procedimento sottolinea il vuoto riempito dalla retorica una retorica appurato alta
Che però quasi sempre tale aumento il gesto come ha detto molto bene Giovanni Raboni il gesto della poesia che precede e sovrasta la polizia stessa nella sua materialità in Caproni invece la retorica nella nell'accezione neutra del termine
Vuole essere piuttosto un modo per rendere più mancherà e più affilata la verità da dire anche le loro due vicende pubbliche testimoniano bene questa differenza e persino si direbbe i volti delle le loro espressioni così diversamente intense Ungaretti migliore è forse quello degli esordi nelle poesie di guerra del Porto sepolto
Cioè l'Ungaretti che brucia dall'esperienza della Parigi avanguardista la occulta ma ne lascia nell'aria come una un'atmosfera di di di precarietà fu mistica
Ed è anche poi quello che già anziano dopo la fase di smalto ermetico del sentimento del tempo costruisce invece un vero e proprio barocco estremo nel dolore in entrambi i casi il vuoto gesto politico viene riempito e quasi lacerato da una tragedia collettiva o privata
Caproni pur avendo esordito negli anni dell'ermetismo in apparenza un poeta chiaro quasi Reno vincente Sco eppure eppure i suoi paesaggi da macchiaiolo rarefatto
Sono quelli di un Pascoli che viene appunto dopo Ungaretti nove centrismo oltre che dopo Eugenio Montale poche parole
Sulla pagina e sfondi di Cooper fiamme notturne o di aridità assolata entrambi gli autori nutrono poi un esercito di epigoni
Anche questo hanno in comune
Epigoni che si rifanno appunto ai loro testi brevi e memorabili ma se praticamente sempre deleterio Longaretti Isma'già nello stesso Ungaretti per i suoi Alloni di poi tese
Chimica Giorgio Caproni al massimo riesce rigido ovvio deve cioè per forza uscirà allo scoperto mostrando le proprie risorse musicali e concettuali e insomma non può barare
Per ricordare i due anniversari chiudiamo allora leggendo di seguito due polizie la prima di Ungaretti
Sta è molto nota si intitola Nostalgia ed è datata lo utilizza il ventotto settembre mille novecentosedici
Quando la notte a svanire
Poco prima di primavera e di rado qualcuno passa
Superi CSAD densa uno scuro colore di pianto
In un canto di ponte contemplo limita l'illimitato Silenzio di una ragazza tenue
Le nostre malattie
Si fondono
E come portati via
Sì rimane
La seconda poesia di Caproni un bellissimo testo giovanile scritto neanche trent'anni e che si intona curiosamente bene con la nostra vita di queste settimane Caproni la poi raccolto in cronistoria del mille novecentoquarantatré
Il mare brucia le maschere le incendia il fuoco del sale uomini pieni di maschere avvampa non sul litorale
Tu sola potrei resistere nel rogo del Carnevale tu sola che senza maschere nascondi l'arte esistere
A risentirci venerdì prossimo