Rassegna stampa africana

Buongiorno e ben trovati agli ascoltatori di radio radicale bentrovati a questo nuovo appuntamento della rassegna stampa delle altre che al microfono sono Leonard Touadi a durante la settimana si è molto parlato di ambiente soprattutto nel forum economico di Davos e noi apriamo proprio questa puntata mettendo un focus su la questione dell'Energia dell'elettricità
Nel continente africane e quelle notizie che fanno un punto su una questione cruciale per la vita delle persone per la vita delle famiglie
Per la vita delle piccole produzioni che permettono alle persone di sopravvivere lo facciamo
Come faremo terra questa puntata utilizzando i media partner di questa rubo ricca ossia la rivista Nigrizia il mensile dell'Africa e del mondo nero nella sua edizione
Di gennaio Nigrizia ricordo per coloro tra i nostri ascoltatori che non conoscessero questa rivista e la più antica
Rivista dedicato al dedicata alla conta al continente africano ha fondato
Nel mille ottocento ottantatré e della rivista dei padri Comboniani
Informazioni analisi e approfondimento sul continente africano prendiamo proprio dalle prime pagine di questa fresca edizioni di gennaio e di Nigrizia
Un articolo di Gianni Silvestrini che è direttore scientifico del Kyoto club e una rubrica fissa intitolata l'aria che tira Gianni Silvestrini ammette l'accento su una era questione che è quella dell'Energia il titolo del pezzo è portare la luce dove non c'è i pezzi in discesa del fotovoltaico e delle batterie
Facilitano il solare ma è lunga la strada per garantire l'energia a tutti
Sarà molto difficile raggiungere l'obiettivo delle Nazioni Unite di garantire l'accesso all'energia elettrica a tutta la popolazione mondiale entro il due mila e trenta in effetti i risultati si iniziano a vedere se è vero che tra il due mila e dieci due mila e diciotto la popolazione senza elettricità è scesa secondo l'agenzia internazionale dell'energia
Da uno virgola due miliardi a ottocento sessanta milioni
Ma questi risultati sono molto disuguali geograficamente ci sono infatti diverse realtà positive l'India è riuscita a fare uscire dall'isolamento energetico trenta milioni di persone all'anno
In Kenya la quota di popolazione con l'accesso all'elettricità e passata dal diciotto per cento nel due mila e sette al settantatré per cento nel due mila e diciassette infetti la rapida riduzione dei prezzi del fotovoltaico e delle batterie facilita la diffusione del solare
Ma la strada per garantire l'accesso all'energia tutti è ancora lunga e agli attuali ritmi sembra difficile raggiungere l'obiettivo previsto per la fine del prossimo decennio
In particolare scrive Gianni Silvestrini la situazione dei paesi dell'Africa subsahariana e molto diversificata
Con le attuali politiche la popolazione con accesso all'elettricità raddoppierebbe nel due mila e trenta
Ma la percentuale con accesso all'energia passerebbe solo dall'attuale quarantacinque per cento al sessantacinque per cento
Vista la crescita demografica è evidente che in questi Paesi paesi dell'Africa subsahariana occorre un cambio di marcia sia da parte dei governi che delle varie agenzie associazioni e società che intervengono però ci sono anche riferisce Gianni Silvestrini esperienze positive nel continente che meritano di essere sottolineate tra le tante esperienze interessanti ne voglio citare USA quella della sola senza lui
Una società creata nel mille novecentonovantotto da Jeremy leghe
Passato dall'impegno in Greenpeace a quello imprenditoriale nel mondo delle rinnovabili
Sono assenti ori è diventata rapidamente la società leader nella diffusione del fotovoltaico nella negli UK
Per poi espandersi in molti altri Paesi nel due mila e sei leghe affondato sola edite con la missione di portare l'elettricità solare in Africa ed impegnarsi contro il cambiamento climatico
Nell'agosto del due mila e diciannove ha festeggiato il raggiungimento di due milioni di lampade solari fornite in grado di dare la luce a dieci milioni di persone
Consentendo risparmi di oltre trecento milioni di euro grazie alla eliminazione dell'inquinante cherosene
E un aspetto interessante il fatto che sola Sentry c'è da ogni anno il cinque per cento e dei suoi profitti a solare e idee per accelerare la diffusione delle lampade solari questo
E il punto che sembra marginale però assai interessante proprio per togliere dall'isolamento energetico le persone le famiglie e le piccole produzioni soprattutto quelle
Delle economia informale l'economia popolare africana che senza energia elettrica fanno fatica ad andare Avanti questo per quanto riguarda i cambiamenti climatici piccole notizie piccoli passi in avanti anche nel del continente africano già andiamo a sfogliare sempre la nostra
Rivista Nigrizia edizione del gennaio due mila e venti la prima
Del due mila e venti che ci parla
Della di una notizia che viene dalla Nigeria il presidente nigeriano mucca Amadou buco pari ha annunciato la liberalizzazione dei visti per tutti i cittadini africani
La dichiarazione è stata pronunciata in occasione del Forum di Assuan in Egitto per la pace e lo sviluppo sostenibile che si è svolto il due dicembre due mila e diciannove
E cita il presidente guarì l'articolo la Nigeria si impegna a sostenere la libera circolazione degli africani in Africa
Al Forum di Assuan in Egitto
Ho annunciato che nel gennaio due mila e venti avvieremo il rilascio dei visti al punto di entrata in Nigeria a tutte le persone in passato in possesso di passaporto dei Paesi africani e quanto ha scritto Bouhali su Twitter i cittadini dei Paesi appartenenti appartenenti alla Comunità economica degli Stati dell'Africa Occidentale la sede A.O. di qui la Nigeria è membro hanno già accesso in Nigeria senza visti
Tuttavia la misura annunciata dal presidente Bouhali dovrebbe estendere tale diritto
Ai cittadini degli altri Paesi africani ed è una notizia
Dire importante anche storica
E considerando il fatto che la Nigeria è stato uno di quei Paesi gigante economico la prima economia del continente gigante demografico circa duecento milioni
Di abitanti e Nigeria è stato uno tra quei Paesi estremamente riluttanti
A il varo alla ratifica della dell'aria di libero scambio
Pan africano e aderito tardivamente e in questo momento proprio mentre il presidente nigeriano annuncia
Il fatto che tutti gli africani tutti coloro che sono in possesso di passaporto africani possano entrare in Nigeria senza visto in questo momento in Nigeria ha chiuso
Le frontiere con i suoi vicini della Comunità economica dell'Africa occidentale e quindi con
Il venne con il bene principalmente perché molte
Molti paesi sono collegati alla miseria attraverso il belle passando per il bene facendo tutta la costa
Effettivamente dalla dannarsi può passare in Togo si può arrivare in bene dal bene entrare in Nigeria facendo
Una strada che collega attraverso e le spiagge dell'Atlantico
Il Ghana alla Nigeria le frontiere sono chiuse però Bouaricha ha annunciato questa liberalizzazione degli ingressi Nigeria vedremo se tutto questo entrerà in vigore e anche l'impatto che potrà avere questo nel processo di unificazione
Parla africano una uno dei principi che a guidato il Pan Africa ennesimo è proprio il superamento delle frontiere ereditate dalla colonizzazione
Proseguendo nella nostra
Rassegna stampa volevo rendervi conto di una
Report di un rapporto che viene pubblicato ogni anno sulle crisi umanitarie questa volta
Franco Moretti che cura questa rubrica questa pagina di Nigrizia fa un focus sull'Africa si tratta del globali Humanitarian Assistance riporta del due mila e diciannove
Scrive Franco Moretti pubblicato il trenta novembre scorso il Global gli Humanitarian Assistance mi porto due mila e il diciannove alla sua sedicesima edizione
Analizza la situazione dei quaranta Stati con più persone che si trovano in condizioni di necessità a causa di una crisi umanitaria
Sono considerati il tipo di crisi la gravità il numero di persone coinvolte le necessità finanziarie dei piani di risposta e la quota di finanziamenti raggiunta nel due mila e diciotto da non confondere con l'aiuto pubblico allo sviluppo APS questo riguarda soprattutto
Le crisi
Umanitarie e accende
Con dei piccoli riassunti di questo interessante report alcuni focus che andremo un po'e a vedere si stima che nel due mila e diciotto quindi uscito ieri Report nel novembre due mila diciannove si riferisce quindi ai dati del due mila e diciotto si stima che nel due mila e diciotto conflitti
Trasferimenti forzati i disastri naturali abbiano portato il numero di persone bisognose di assistenza umanitaria a duecento sessanta virgola quattro milioni
Sparse in ottantuno Paesi
Un terzo della popolazione mondiale che vive in estrema povertà significa uno virgola nove dollari al giorno vive nelle nazioni bisognose di assistenza umanitaria
Il trentanove per cento delle persone in stato di necessità ottanta virgola sei milioni e si concentra in sei Stati questo è abbastanza impressionante questo dato il trentanove per cento
Delle persone in stato di necessità ossia sessanta ottanta milioni di persone si concentra in sei Stati lo Yemen con ventidue milioni di persone
La Siria con tredici milioni la Repubblica Democratica dico del Congo con tredici virgola uno milioni e Turchia con undici milioni Afghanistan con dieci milioni in Corea del Nord con dieci milioni tutte questi tutti questi Paesi
Che vengono citati sono
Attraversate da conflitti a volte anche conflitti molto lunedì
E quindi le conseguenze su l'assistenza umanitaria sono quelli che vediamo sì sei Stati trentanove per cento delle persone in stato di necessità si concentra in sei Stati
Quale quali sono le cause che portano a questi disastri umanitari conflitti restano la prima causa di crisi umanitarie coinvolgono ventitré dei quaranta Paesi considerati dalla globali Humanitarian Assistance Torre Porta
Nelle situazioni più gravi ai conflitti si aggiungono anche altri tipi di crisi come i trasferimenti forzati e i disastri naturali
Il numero degli sfollati è cresciuto per il settimo anno consecutivo raggiungendo il settanta virgola otto milioni quindi tre per cento rispetto all'anno precedente
Dieci milioni nella sola Africa subsahariana
I rifugiati nel mondo sono venti sotto ventisette virgola un milioni
I rifugiati originari del Medioriente dell'Africa settentrionale sono undici milioni il quarantadue per cento del totale quindi Medioriente e Africa
Come epicentro che totalizzando solo queste due arie il quarantadue per cento dei rifugiati
E questo un termometro importante Percassi capire appunto la gravità di questa di questi conflitti di queste aree
Di conflitto di più o meno alta o bassa intensità
Quindi prima pacca USA
Delle crisi umanitarie i conflitti
Però civili spiega il Global Human tagli all'assistenza più porte che sono coperti solo sessantuno per cento dei bisogni
I fondi effettivamente stanziati per rispondere alle crisi umanitaria nel due mila e diciotto ossia diciassette miliardi di dollari hanno coperto solamente il sessantuno per cento dei bisogni stimati dalle Nazioni Unite
Stipati quindi invece ventotto virgola uno miliardi di dollari che sono stati stanziati solo diciassette i dieci maggiori crisi hanno consumato il sessantatré per cento del totale dei fondi stanziati nove nazioni e l'Unione Europea hanno contribuito all'ottantuno per cento del fondo umanitario totale globale
E quindi c'è una discrepanza tra bisogni
E la copertura che viene fatta dagli Stati e da qui la necessità di dare un focus sempre più
Attento scrupoloso a queste crisi umanitari che sono determinate da conflitti ma anche dai disastri
E naturali dai trasferimenti forzati di popolazione una discrepanza tra i bisogni e la copertura di questi
Disordini
Poi c'è un altro focus che viene data
Mentre Stati Uniti Germania e Regno Unito continuano a essere i maggiori donatori
Quindi Stati Uniti Germania e Regno Unito continuano a essere i maggiori donatori tutti e tre hanno ridotto i loro contributi nel due mila ciò rispetti rispettivamente di quattrocentoventitré milioni di dollari
Quindi è una riduzione davvero significativa
Meno sessanta per cento
Crescendo sessantasette milioni
Il Regno Unito e quindi meno undici per cento e meno undici per cento anche la Germania quindi questi tre Paesi che sono i maggiori donatori hanno comunque ridotto il loro contributi quindi la discrepanza di cui parlavamo tra visoni copertura dei bisogni si farà ancora più grande quali sono i Paesi i primi venti Paesi che contribuiscono più l'Unione europea abbiamo detto Stati Uniti
E in testa la Germania segue l'Unione europea nel suo insieme terzo perdo l'attore il Regno Unito segue subito dopo il nove per gli Emirati Arabi l'Arabia Saudita
La Svezia il Canada il Giappone la Norvegia la Francia l'Olanda la Danimarca e finalmente il posizione medio-basso troviamo l'Italia con quattrocentocinquantanove
Milioni e la Svizzera segue il Belgio Kuwait Spagna Australia Irlanda e Finlandia i venti paesi più generosi
Vengono anche qui e elencati gli Emirati arabi che hanno almeno zero virgola cinquantacinque del PIL
Fino all'Italia che spende zero virgola zero due per cento del PIL per l'assistenza umanitaria ecco quindi quanto si poteva dire per questo focus di
Il Global gli Humanitarian Assistance lui porta del del due mila e diciannove molto interessante per noi pensiamo di avervi dato una piccola idea di come funziona l'appunto il meccanismo e bisogna dire anche che si fa sempre più fatica a raccogliere fondi per l'assistenza umanitaria perché
C'è come una specie di assuefazione da parte da parte
Dei donatori sia quelli pubblici che privati che non
Permette più di coprire tutti i bisogni
Chiede
Delle popolazioni appunto il bisogno di assistenza umanitaria scusate il bisticcio delle parole siamo all'inizio dell'anno quindi anche il momento in cui può essere interessante andare a vedere
Gli scenari che sia profilando per quanto riguarda il continente abbiamo parlato di assistenza umanitaria di popolazioni nel bisogno ma possiamo anche andare a vedere un'altra questione che la causa una delle cause di questi disastri umanitario sia la circolazione delle armi delle armi leggere
Un articolo di Marco Cocchi grandi conosci te conoscitore del continente ma anche una la lista estremamente pertinente acuto che ci del rendiconto del rapporto su molti Arms Survey
Un rapporto su il monitoraggio delle armi cosiddette leggere armi leggere si intitola il pezzo di Marco Cocchi dal Mali all'ASS alla alla Siria
Uno studio effettuato sul campo ricostruisce la rete del traffico di armi di piccolo calibro nella vasta regione dell'Africa occidentale del Sahel dove proliferano per lo più senza senza controllo gruppi criminali organizzazioni terroristiche
In evidenza il ruolo della corruzione nel favorire questo commercio
Un nuovo rapporto appunto su la compravendita delle armi realizzato da Small Arms Survey un progetto di ricerca del GRA duetti Institute di Ginevra ha esaminato l'identità e le tendenze del traffico transfrontaliero frontaliero di armi
Nella ricco occidentale nel Sahel il documento che focalizza l'analisi sulle armi di piccolo calibro e basato su oltre i dieci mesi di indagini sul campo condotto condotte indotto Paesi grazie alle quali che è stato possibile ricostruire la rete del traffico di armi nella regione
Una rete che dal ma lì dalla Costa d'Avorio si è stende fino alla Siria
Lo studio evidenzia come il fenomeno sia collegato ad altre forme di criminalità organizzata attraverso un'interazione tra bande criminali
Trafficanti locali gruppi armati organizzazioni terroristiche e attori statali che influenza dello le dinamico e dinamiche tardo del traffico illecito di armi questo
Aggiungo io valido soprattutto per l'area del Sella che sta diventando sempre di più non solo
Ilaria dove circola le armi ma dove c'è una come dire complementarietà e dia strategie o anche di tattica a breve termine tra i gruppi jihadisti
Però tutti uniti nella concentrarsi nel traffico degli esseri umani nel traffico delle armi e nel traffico della drogati
Poi prosegue questo articolo interessante di Marco Cocchi free fiume Niger lo spartiacque
Mattia slovacchi elezioni a mandargli i due ricercatori che hanno seguito l'indagine hanno constatato che i modelli del traffico variano in base alla Regione
La zona a nord del fiume Niger rappresenta un'area particolarmente attiva dove retti ben organizzati di trafficanti spostano ingenti quantità di armi
Legge di armi leggere tavolo su vaste aree di territorio
Mentre nella zona assunte del fiume Niger il traffico tende a essere meno organizzate ed è caratterizzato dal coinvolgimento di numerosi
Intermediari locali
Gran parte del commercio illegale si sviluppa sotto il controllo di trafficanti Esperti attorno alle zone di conflitto attive
Nel resto dei casi dove non è presente una situazione di conflitto le spedizioni di armi di piccole e medie dimensioni vengono effettuati insieme ad altre merci rivelando consolidate connessioni tra i vari commerci illegali e attori della gli esseri umani in quanto dicevamo prima
L'indagine di Small Arms Survey sottolinea che Guinea Bissau Costa d'Avorio Nigeria Burkina Faso sono le nazioni che più risente dello di questi traffici illeciti
Poiché rappresenta le principali Paesi di transito o di origine delle armi dirette in Mali in particolare nella regione di morti Gao chi danni e Timbuctù quindi siamo nel nord del Mali
Al confino appunto con l'Algeria e con altri Paesi come l'igiene
Per questo motivo i rispettivi governi dovrebbero mobilitarsi in sinergia elevando il livello di allerta per affrontare le minacce legate alla criminalità transnazionale Rocca organizzata
Dopo la rivolta del due mila e undici che ha portato alla destituzione di Gheddafi anche la Libia è diventata uno dei principali protagonisti del mercato nero delle armi da fuoco nonostante l'embargo imposto dalle Nazioni Unite
Tuttavia il flusso del traffico della Libia ha rallentato dopo la ripresa del conflitto civile nel due mila e quattordici
Poi c'è un ultimo capitolo dedicata a questa a questo rapporto sulle armi leggere del continente africano segnatamente della zona del Sahel dal mercato legale a quello illecito
Il rapporto evidenzia inoltre che un numero significativo di armi di piccolo calibro e relative munizioni che arriva all'arrivano nella regione proviene da scorte nazionali
Una gestione insoddisfacente di tali scorti rappresenta un fattore chiave che consente il passaggio delle armi e delle munizioni dal mercato legale a quello i lecito questo importante quello della porosità di passaggio delle armi da li eserciti regolari allertato invece lecito per cui si prendo le armi a un paese alla polizia di un Paese e queste armi vanno a finire imballo a gruppi jihadisti o comunque a bande criminali che sono nell'aria del sale di conseguenza la gestione sicura delle scorte esercita un ruolo fondamentale nel contenerne la proliferazione illegale soprattutto negli stati interessati dal conflitto dal nulla debole Governance
Alla proliferazione illecita di armi da fuoco contribuisce anche la produzione artigianale in officine illegali e la conversioni di armi a salve in armi da fuoco
Il traffico di armi differisce in modo significativo da altre forme di traffici illeciti come quello di droga e di esseri umani in primo luogo perché le armi da fuoco sono un bene durevole come dimostra il fatto che un fucile d'assalto ben mantenuto per esempio un kalashnikov può funzionare per diversi decenni lo studio propone infine alcune misure da adottare
Affinché siano scongiurati ulteriori destabilizzazione tra le quali figura
Un maggior controllo del commercio di armi da parte dei singoli Stati e maggiore controllo significa anche una serrata lotta alla corruzione a livello governativo e regionali sarebbe davvero interessante
Per andare a leggere questo rapporto che schifo il volesse approfondire perché sempre di più questa circolazione delle armi leggere facile circolazione delle armi leggere qualcuno diceva laddove il pane
Le medicine non arrivano
Le armi arrivano sempre e comunque in alcune zone del continente africano sto parlando dell'est della Repubblica Democratica del Congo stiamo parlando del sell
è più facile acquistare un fucile che acquistare delle medicine acquistare il pane e
Portare in questi Paesi alla stabilizzazione significa anche e controllare
Il commercio delle armi che sta diventando appunto dall'esito da da legali a i era illecito grazie alla corruzione
Delle degli ufficiali degli eserciti della polizia grazie alla correzione delle stesse autorità però c'è un problema proprio che riguarda l'origine di queste hanno queste armi non sono fabbricate nel continente
Africano e anzi in alcune parti di questo nel porto si sottolinea come i Paesi membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sono anche i cinque Paesi membri
Del Consiglio di sicurezza delle Nazioni che sono anche i più grandi venditori di armi coloro che forniscono maggiormente armi alleare di conflitto come vedete ci sono molte contraddizioni nella cosiddetta comunità internazionale e questo focus sulla circolazione degli anni legge nelle aree di conflitto e nei paesi
Con conflitti a bassa intensità è sicuramente un punto che merita di essere affrontato per dare qualche possibilità di stabilizzazione
Di alcune arie del continente si chiude e qua questa nostra puntata della rassegna stampa delle Africa i soldi un atto e di
Vi ringrazio per il vostro gentile ascolto vi chiede di rimanere
Fedele alla programmazione di Radio Radicale evita appuntamento per la prossima puntata della rassegna stampa delle altri